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rassegna stampa dal 20 al 22 aprile 2024

agrigentonotizie.it
Giovane gravemente ferito dopo incidente con lo scooter: ex commissario Provincia assolto anche in appelloL'84enne Benito Infurnari era accusato di lesioni personali colpose dopo le denunce di un ragazzo che sosteneva di essere caduto a causa delle pessime condizioni del fondo stradale: il centauro, che aveva portato il caso fino in Cassazione, dovrà pure pagare le spese legali
Assoluzione perché il fatto non sussiste: il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Nicoletta Sciarratta, ha confermato la decisione del giudice di pace (dopo un passaggio in Cassazione che ha rispedito il fascicolo al tribunale ritenendo di non dovere decidere) con cui era stato prosciolto l'ex commissario straordinario dell'ex Provincia regionale, Benito Infurnari.L'esperto burocrate è finito a processo per l'accusa di lesioni personali colpose in seguito a un incidente stradale nel quale un centauro all'epoca minorenne era rimasto gravemente ferito dopo, a suo dire, essere caduto dallo scooter.Il processo era scaturito dalle denunce del ragazzino che sosteneva di avere avuto l'incidente a causa delle pessime condizioni del manto stradale.A Infurnari, in particolare, si contestava "di non avere messo in sicurezza la strada provinciale 68, indicata come via Nereo del Comune di Porto Empedocle". La strada, inoltre, era al buio, aveva un fondo sconnesso e "non c'era alcun segnale di pericolo".Per questo, secondo la versione iniziale della procura che istruì il processo, il ragazzino, nel 2014, a bordo di uno scooter sarebbe caduto nonostante le velocità moderata battendo il volto per terra e provocandosi gravi traumi e diverse fratture al setto nasale e alla mandibola oltre alla perdita di due incisivi e svariati ematomi. Già in primo grado il pm di udienza Salvatore Caradonna aveva chiesto l'assoluzione sostenendo che non fosse stata raggiunta la prova certa della responsabilità dell'imputato. Conclusioni a cui si era opposta il legale di parte civile Floriana Salamone che aveva chiesto al giudice la condanna e il risarcimento.Il difensore di Infurnari, l'avvocato Daniela Posante, aveva sottolineato che, non è mai stato individuato neppure lo scooter con cui si era verificato l'incidente e che la vittima, sul punto, aveva dato tre versioni diverse dato che la polizia era intervenuta solo dopo che il mezzo era stato rimosso.Il legale aveva, inoltre, sostenuto che l'eventuale responsabilità non poteva essere ricondotta all'organo politico. La sola parte civile ha impugnato il verdetto che è stato, adesso, confermato con la condanna a suo carico del pagamento delle spese. 


Autonomia differenziata, Schifani tira il freno a mano: "Niente riforma sull'onda della fretta pre-elettorale"Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana nell'intervento di apertura del Consiglio nazionale di Forza Italia a Roma. "Dobbiamo evitare che questo tema diventi una bandiera da sventolare da parte di qualche alleato durante la campagna per le Europee"
"Sull'autonomia differenziata sono stati fatti passi in avanti grazie a Antonio Tajani e a Forza Italia. Ora dobbiamo evitare che questo tema diventi una bandiera da sventolare da parte di qualche alleato durante la campagna per le Europee. Non si può approvare una riforma così importante sull'onda della fretta pre-elettorale. Sulla definizione dei Lep servono attenzione e riflessione". Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia e governatore della Sicilia, Renato Schifani, nell'intervento di apertura del Consiglio nazionale azzurro a Roma.I Lep sono i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull'intero territorio nazionale. "Noi siamo per la competizione. Il Sud non chiede prebende con il cappello in mano, ma non si può pretendere che ciò che non funziona da decenni cambi con la bacchetta magica. E non si possono sottrarre risorse al Sud che ne ha più bisogno", ha concluso.



QDS
Agrigento, sanzioni più aspre per chi abbandona i rifiuti
Sarà così in tutte le Strade provinciali e statali della provincia. Si incorrerà, infatti, in una denuncia penale, oltre che al provvedimento amministrativo, e nella confisca del mezzo utilizzato per commettere il reato
AGRIGENTO - Stretta sull'abbandono dei rifiuti lungo le strade provinciali e statale della provincia di Agrigento. Da adesso non solo scatterà la sanzione amministrativa ma si incorrerà in una denuncia penale. Con l'introduzione del Dl 105/2023 diventa "reato contravvenzionale" l'abbandono di rifiuti con una ammenda rilevante e si prevede, in aggiunta, la confisca del mezzo utilizzato a commettere il reato, entro le 48 ore successive.
"I cittadini invece di buttare il sacchetto per strada, sporcare, farebbero bene a pagare la Tari piuttosto che beccarsi una denuncia penale", ha dichiarato Achille Continuo dirigente del Libero consorzio comunale di Agrigento a margine di incontro operativo con tutte le forze di polizia e le amministrazioni locali per coordinare i controlli e contrastare il fenomeno.
Controlli serrati con autocivette e videosorveglianza
I controlli saranno serrati da parte delle forze di Polizia, con autocivette e telecamere di videosorveglianza installati nei luoghi più deboli della provincia. Le multe saranno salatissime fino a 20 mila euro con la nuova normativa, che prevede anche altre importanti novità in materia ambientale, come la stretta sugli incendi boschivi, la confisca dei beni dei condannati per alcuni reati ambientali e gli aumenti di pena per i casi di inquinamento e disastro ambientale.
L'abbandono rifiuti un vero e proprio reato
"Tolleranza zero. Adesso parliamo di un vero e proprio reato. Il fenomeno è stato arginato ma non è ancora stato debellato, motivo per il quale l'Arma dei Carabinieri darà le proprie indicazioni anche in merito alla nota del Procuratore della Repubblica, e proseguirà nei controlli su tutto il territorio"; ha detto il tenente colonnello Vincenzo Castronovo, comandante dei carabinieri tutela ambiente di Agrigento.
Prevista, altresì, da parte del settore Ambiente un'intensa opera di prevenzione, sensibilizzazione ed informazione grazie ad un progetto di educazione civica da svilupparsi nelle scuole del territorio al fine di spiegare e inculcare ai ragazzi il senso civico, il rispetto dei temi ambientali ed una più efficace vigilanza del territorio.
"Si tratta di un primo incontro in vista dell'appuntamento di Agrigento Capitale della cultura 2025. Cerchiamo di attrezzarci e fare in modo che questo fenomeno venga contrastato, ma è importante lavorare tutti insieme per dare delle linee guida e lanciare un appello anche ai cittadini", dichiara l'assessore all'Ambiente Aurelio Trupia.


LIVESICILIA
Orfani dei femminicidi, la Saverino: "Ora il sostegno è legge".Al convegno presenti i vertici delle istituzioni. 
"Circa un anno fa, posi un'interrogazione a proposito dei fondi per i centri antiviolenza, case rifugio e soprattutto per gli orfani. Così nasce l'iniziativa di inserire nella norma regionale sulla violenza di genere un riferimento agli orfani di femminicidi". A spiegarlo è la deputata all'Ars Ersilia Saverino, firmataria della proposta che prevede l'erogazione di contributi "per il sostegno degli orfani di crimini domestici" e approvata nella scorsa legge finanziaria.
La Saverino ha aperto il convegno che si è svolto nella sala conferenze del Palazzo della Regione siciliana a Catania intitolato "Figli nostri, la responsabilità collettiva sugli orfani di femminicidio". L'evento ha il patrocinio della presidenza dell'Assemblea regionale siciliana.
"Con l'ultima finanziaria si dispone che la Regione, oltre a finanziare i centri antiviolenza e le case di accoglienza, eroga contributi per il sostegno degli orfani di crimini domestici - sottolinea la Saverino, presidente provinciale del PD Catania -. È previsto uno stanziamento di 2 milioni e 355 mila, con un incremento rispetto al 2023 di 900 mila euro".
"A seguito della norma che ho voluto fortemente - ha proseguito - il ragioniere generale, Ignazio Tozzo, ha provveduto ad integrare il nomenclatore dei due capitoli inserendo il riconoscimento degli orfani di femminicidio".
Il ruolo delle istituzioni
Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, nel suo saluto introduttivo ha sottolineato il ruolo centrale delle istituzioni in un tema tanto importante all'interno del dibattito culturale della città. Il prefetto ha poi sintetizzato le principali iniziative a sostegno di quelle che, fino a poco tempo fa, erano vittime invisibili.
Presenti il questore di Catania Giuseppe Bellassai, il comandante provinciale dei carabinieri, colonello Salvatore Altavilla, il generale Luca, il maggiore della Guardia di Finanza Emilia Altomonte e il parroco della Cattedrale di Catania, monsignor Barbaro Scionti, che ha portato i saluti dell'Arcivescovo Renna.
La violenza più atroce
Valeria Valente, senatrice e componente della commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio e contro ogni forma di violenza di genere, ha sottolineato che si parla tanto spesso di violenza maschile sulle donne. Ma bisogna rendersi conto che c'è una violenza ancor più atroce dietro tutto questo: quella che viene consumata sui bambini, che molto spesso rischiano di restare soli.
Quando l'assassino viene consegnato alla Giustizia, i figli restano senza genitori e sono così esposti ad una vita molto difficile ed a condizioni tanto complicate. In questo contesto, nel 2018, è stata votata una legge importate, dedicata agli orfani di femminicidio, che prende in carico queste persone sotto tutti i punti di vista.



TELEACRAS 
La Scala dei Turchi è geosito mondiale.
La Scala dei Turchi è stata inserita tra i 100 geositi più importanti al mondo. E, per l'occasione, sono stati collocati due pannelli esplicativi che descrivono i processi geologici della falesia, nell'area dei Belvedere: Scala dei Turchi e Monte Rossello, lungo la strada provinciale 68. Presenti all'inaugurazione delle tavole descrittive e corredate da illustrazioni e note informative, oltre al sindaco Sabrina Lattuca, il professor Antonio Caruso, docente universitario a Palermo, e il presidente della Pro Loco Scala dei Turchi di Realmonte, Paolo Salemi.
In proposito il video e delle interviste sono in onda oggi al Videogiornale di Teleacras (14:05, 18:30, 20:10), sul canale 89 di Tele Iblea.



TP24
In Sicilia ad ottobre forse si vota per le Province

C'è una data, seppure indicativa, il mese è quello di ottobre 2024 per le elezioni di secondo livello delle province. Finisce l'era dei commissari dei Liberi Consorzi. Legge allora voluto dal governo di Rosario Crocetta, era il 2013.
Il testo approvato dalla giunta introduce la disciplina delle ex Province, fino all'approvazione dell'attesa legge nazionale di riforma degli enti di area vasta per l'introduzione dell'elezione a suffragio universale diretto degli organi. Nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso luglio, infatti, il governo regionale prevede intanto l'indizione delle elezioni di secondo livello dei presidenti dei Liberi consorzi comunali e dei consigli metropolitani in una delle domeniche comprese tra il 6 e il 27 ottobre 2024.
I commissari straordinari di nomina regionale, quindi, resteranno in carica soltanto fino alla costituzione dei nuovi organi. 
Il testo del disegno di legge governativo sarà ora trasmesso all'Ars per la discussione e l'approvazione definitiva.
I partiti di centrodestra avrebbero preferito l'elezione di primo livello, con il voto ai cittadini, ma la sentenza della Corte e i troppi anni di commissariamento, quasi 11, impongono una certa celerità.
Il governo nazionale, infatti, deve prima provvedere alla abrogazione della legge Delrio per poi passare alle elezioni di primo livello, nel frattempo a partecipare al voto saranno sindaci e consiglieri comunali, così come per essere eleggibili nella qualità di consigliere provinciale saranno sindaci e consiglieri comunali in carica. Se cessa la carica comunale si decade anche da quella provinciale. Il presidente verrà, invece, eletto tra i sindaci della provincia, il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni.
Vengono stoppati così anche ulteriori appetiti elettorali dei tanti che avrebbero voluto farsi una campagna elettorale per le Province.
In provincia di Trapani, se le elezioni di secondo livello verranno confermate nel mese di ottobre, a non poter essere eletto presidente della stessa sarà il sindaco uscente di Marsala, Massimo Grillo, mancando alle elezioni amministrative meno di 18 mesi. Il ddl Enti Locali, non ancora affrontato all'ARS, tuttavia, pare che farebbe slittare le elezioni amministrative di Marsala da ottobre 2025 a maggio 2026.



 
LENTEPUBBLICA
Pensioni: Quota 41 sembra essere sempre più lontana.
In tema di pensioni, sembra che il 2024 non sarà l'anno di Quota 41, che appare sempre più lontana dopo la pubblicazione del Def.
Dopo la pubblicazione dei dati relativi al Def, è quasi sicuro che Quota 41 non sarà attuata nel 2024.
La spesa sostenuta dai conti pubblici, infatti, è troppo alta ed è destinata a crescere.
Nel 2024, la spesa per le pensioni toccherà i 337,4 miliardi di euro, nel 2025 sarà di 345 miliardi e nel 2027 arriverà fino a 368 miliardi di euro.
Ma vediamo di cosa si tratta e perché Quota 41 sembra impraticabile nel prossimo futuro.
Quota 41 sempre più lontana: il nodo delle pensioni
Una delle proposte principali della Lega, nel periodo delle elezioni, era Quota 41, in tema di pensioni.
Ma di cosa si tratta nello specifico?
Con l'approvazione di Quota 41, si permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica.
Si tratta di una misura molto onerosa, per questo, in passato, erano state introdotte altre limitazioni, restringendo la platea ai soli lavoratori "precoci", ovvero coloro che hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo (anche non continuativo) prima del 19° anno di età.
Quota 41 senza restrizioni sembra essere, per ora, irraggiungibile per una serie di motivi. Come l'andamento demografico, col relativo aumento del numero dei pensionati e la riduzione dei lavoratori destinati a "mantenerli". Ma anche per il ritorno dell'inflazione.
Nell'ultimo anno, sono cresciute le spese relative alle pensioni, soprattutto a causa dell'adeguamento degli assegni all'inflazione, ma sono cresciuti anche i contributi versati, grazie all'aumento dell'occupazione.
Secondo i dati dell'Inps, nel 2023 sono stati erogati 269,6 miliardi di euro per le pensioni (un aumento del 6,34%). Mentre sono arrivati all'Istituto 214,6 miliardi di euro di versamenti contributivi, con un aumento del 4,44%, rispetto al 2022.
I pagamenti, che riguardano pensioni, assegno unico, sussidi alla disoccupazione, bonus maternità e assegno di inclusione, sono stati pari a 396,86 miliardi di euro, con un aumento del 7,36% rispetto al 2022.
Anche questo dato risente degli adeguamenti all'inflazione.
Presa coscienza dei dati provenienti dal Def e il lungo cammino verso la legge di bilancio a fine anno, difficilmente si parlerà di una rivoluzione pensionistica, entro la fine del 2024.
Molto probabilmente, si terrà il requisito minimo dei 41 anni di contributi, ma si alzerà l'età minima necessaria.
Ma è molto difficile che la riforma arrivi anche nel 2025, poiché l'Italia, nelle prossime leggi di bilancio, dovrà stanziare le risorse per ridurre il deficit accumulato, di circa 5 miliardi euro l'anno, secondo le previsioni. Inoltre, non potrà fare extradeficit per finanziare nuove misure economiche.
Ne sovviene che la Legge di Bilancio 2025 sarà quasi sicuramente più "povera" rispetto a quella del 2024.
Senza interventi nella Legge di Bilancio, è possibile che si ritornerà alle vecchie regole, a partire da gennaio 2025, come la legge Fornero.


LENTEPUBBLICA.
Congedo parentale 2024, i chiarimenti della Funzione Pubblica.
In un recente parere, il 13398/2024, il Dipartimento della Funzione Pubblica fornisce tutti i chiarimenti su destinatari e sulle modalità di fruizione del congedo parentale 2024.
Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 179, della legge n. 213 del 30 dicembre 2023),  spicca senza dubbio l'ampliamento del congedo parentale, misura a sostegno delle famiglie italiane con figli piccoli.
Il congedo parentale è infatti un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita. È un diritto previsto dalla legge italiana e si applica sia ai padri che alle madri che lavorano come dipendenti, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Questa misura ha in sintesi lo scopo di:
permettere ai genitori di dedicare del tempo al accudimento e all'assistenza del figlio nei suoi primi anni di vita, un periodo fondamentale per il suo sviluppo fisico, emotivo e sociale
favorire la conciliazione tra vita privata e lavorativa, permettendo ai genitori di assumersi le proprie responsabilità familiari senza penalizzare la loro carriera professionale
promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali tra madri e padri.
Per fornire tutti i chiarimenti necessari alla luce delle novità normative il recente parere fornito dal Dipartimento della Funzione Pubblica, il quale fornisce delucidazioni su come applicare le nuove disposizioni.
L'intervento normativo in questione incide direttamente sul Testo unico delle disposizioni legislative che regolano la tutela e il sostegno della maternità e della paternità, identificato nel decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001. Questo testo normativo è fondamentale poiché stabilisce le linee guida per garantire la tutela dei genitori lavoratori e dei loro diritti in ambito lavorativo.
Aumento del trattamento economico
La principale novità introdotta consiste nell'aumento significativo del trattamento economico per il secondo mese di congedo parentale. In particolare, il trattamento economico, che precedentemente ammontava al 30% del salario, è stato elevato all'80%. Tale incremento è rivolto specificamente a due categorie di persone:
Coloro che, al 31 dicembre 2023, erano ancora in congedo di maternità o paternità.
Coloro che avrebbero usufruito di tale congedo successivamente al 31 dicembre 2023.
In altre parole, sia i genitori che già si trovavano in congedo al termine del 2023, sia coloro che avrebbero iniziato il congedo nel corso del 2024 o successivamente, godranno dell'aumento del trattamento economico fino all'80% del salario
Questa modifica rappresenta un importante passo avanti nel garantire un sostegno economico più consistente ai genitori che scelgono di prendersi cura dei propri figli nei primi mesi di vita. Tale sostegno è cruciale per consentire loro di dedicarsi pienamente alla genitorialità senza dover affrontare oneri finanziari eccessivi.
Esclusione per chi ha già goduto del periodo di astensione obbligatoria
Coloro che hanno già usufruito completamente del periodo di astensione obbligatoria di cui ai capitoli III e IV del Testo unico al 31 dicembre 2023 non saranno destinatari dell'aumento del trattamento economico previsto dalla nuova normativa. Questo significa che, nonostante l'entrata in vigore della modifica che porta l'incremento del trattamento al 80%, per questi soggetti non ci sarà alcuna variazione nella retribuzione rispetto a quanto stabilito dalla normativa precedente.
Per "astensione obbligatoria" si intende il periodo di tempo in cui un lavoratore è tenuto per legge a astenersi dal lavoro per motivi legati alla maternità o alla paternità. Questo periodo di astensione è previsto per legge e offre ai genitori la possibilità di dedicarsi alla cura e all'assistenza del neonato o del bambino appena nato. Durante questo periodo, il lavoratore ha diritto a un trattamento economico che può essere parzialmente o totalmente retribuito, a seconda delle disposizioni di legge e delle eventuali forme di assistenza previste dal datore di lavoro o dalla legislazione nazionale.
La ragione dietro questa disposizione risiede nel principio di equità e nell'obiettivo di gestire in modo razionale le risorse disponibili. Chi ha già beneficiato integralmente di questo periodo ha già ricevuto il trattamento economico previsto dalla legge in quel periodo. Di conseguenza, non sarebbe giustificato un ulteriore aumento del trattamento economico per questi individui.
Trattamenti economici dovuti per legge
Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha inoltre ribadito il principio contenuto nell'articolo 45, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001, che sottolinea quali trattamenti economici possono ricevere i dipendenti pubblici. Secondo questa disposizione normativa, i trattamenti economici concessi ai pubblici dipendenti devono essere esplicitamente previsti dalla contrattazione collettiva, oltre a essere in conformità con quanto stabilito dalla fonte legale.
In altre parole, i pubblici dipendenti non possono ricevere trattamenti economici che non siano stati negoziati o concordati attraverso contratti collettivi o che non siano previsti dalla legislazione in vigore. Questo principio mira a garantire trasparenza, equità e certezza giuridica nei rapporti di lavoro nel settore pubblico.
Perimetro dell'agevolazione esteso a tutti
Inoltre, il parere del Dipartimento della Funzione Pubblica sottolinea l'importanza della nuova misura introdotta, la quale mira a sostenere la genitorialità attraverso un miglioramento significativo delle condizioni economiche per i lavoratori dipendenti in congedo parentale. Questa modifica rappresenta un passo avanti significativo nella promozione del benessere dei genitori lavoratori e nell'assicurare loro un sostegno adeguato durante il periodo di congedo.
Per questo evidenzia come questa nuova misura possa essere immediatamente applicata a tutti i lavoratori dipendenti. Questo significa che i dipendenti che soddisfano i requisiti per il congedo parentale potranno beneficiare dell'aumento del trattamento economico fin dal momento della sua introduzione, nel rispetto delle condizioni e delle disposizioni stabilite dalla normativa di riferimento.
Il documento si chiude evidenziando comunque la necessità di garantire che l'attuazione di questa nuova misura avvenga nel rispetto delle disposizioni normative vigenti, assicurando una corretta e uniforme applicazione delle regole e dei diritti dei lavoratori dipendenti in materia di congedo parentale.



LENTEPUBBLICA
Cosa succede se il datore di lavoro non paga gli straordinari?
Se il datore non paga le ore in più lavorate dal dipendente (ovvero gli straordinari), cosa succede e cosa rischia? Vediamolo insieme.
Secondo l'art.3 del Decreto legge 66/2003, per lavoro straordinario intendiamo il lavoro svolto oltre il normale orario di lavoro.
L'orario di lavoro "tradizionale" prevede 40 ore settimanali (o meno), a seconda della contrattazione collettiva.
Sempre secondo la contrattazione collettiva, per quanto riguarda il lavoro straordinario, la durata massima è di 8 ore settimanali, che vengono retribuite con una maggiorazione, rispetto alla retribuzione ordinaria.
Ma può accadere che, nella busta paga, le ore di straordinario non vengano conteggiate. Cosa fare in questi casi?
Vediamolo insieme.
Come funziona la retribuzione degli straordinari?
Come anticipato, la retribuzione del lavoro straordinario è disciplinata dalla legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro di ogni categoria professionale.
La retribuzione degli straordinari prevede una maggiorazione, che può variare, a seconda che il lavoro sia stato effettuato nei giorni feriali, festivi o durante le ore notturne. Ma dipende anche dal numero di ore prestate e dall'eventuale ricorrenza o continuità dello straordinario.
Nella busta paga, le ore di straordinario sono retribuite a parte e sono indicate in maniera chiara, specificando le ore lavorate, la maggiorazione applicata, l'importo loro e netto del compenso.
Datore di lavoro non paga gli straordinari: che fare?
Se il dipendente non ottiene il pagamento delle ore di lavoro straordinario può agire per vie legali contro il datore di lavoro, per richiedere le differenze retributive.
Per farlo, ha tempo 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Per ottenere le differenze retributive, il dipendente dovrà avviare una causa civile e dimostrare lo svolgimento delle ore fatte.
Un'alternativa è quella di proporre un percorso di negoziazione assistita, per trovare una soluzione o richiedere l'intervento dell'Ispettorato del Lavoro.
Per dimostrare le ore lavorate, basterà anche un solo testimone, che non deve essere necessariamente un collega. Ma può essere anche un cliente o un familiare, che possa dichiarare di fronte al giudice che il dipendente in questione abbia prestato le ore di straordinario, oltre al consueto orario lavorativo.
Possono sussistere come prova anche registrazioni video e audio fatte nell'ambiente lavorativo, messaggi WhatsApp o altre comunicazioni tra le due parti.

grandangoloagrigento.it
Orfani di crimini domestici e di reati di genere, al via domande per le borse di studio  La possibilità di accedere ai fondi messi a disposizione per gli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle famiglie
Il Ministero dell'Interno ha confermato anche per l'anno accademico 2024/2025, la possibilità di accedere ai fondi messi a disposizione per gli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle famiglie affidatarie. Si tratta di borse di studio che ammonteranno economicamente, a 700 euro per la scuola primaria, 1000 euro per la scuola secondaria di primo grado, 1800 euro per la scuola secondaria di secondo grado e di 2500 euro per gli studi universitari. Le domande potranno essere presentate entro il 28 febbraio del 2025.Oltre ai dati anagrafici e gli attestati di iscrizione ai diversi cicli di studio, occorrerà allegare all'istanza, la documentazione relativa ai procedimenti penali in corso o le relative sentenze e decreti e la dichiarazione che il richiedente è orfano per crimini domestici. Per i maggiorenni, sarà inoltre necessario allegare la documentazione attestante la non autosufficienza economica che attesta un reddito inferiore a quello previsto per l'ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato.  "Questa misura decisa dal Ministero dell'Interno - ha dichiarato la dirigente del settore pari Opportunità del Libero Consorzio comunale di Agrigento Maria Antonietta Testone - dimostra una sensibilità nuova su tematiche molto delicate e pone l'accento in maniera concreta sui reati di genere e sui crimini domestici. Con questi aiuti economici si potranno sostenere gli orfani di questi crimini efferati aiutandoli nel percorso formativo di studi intrapreso". La modulistica e tutte le ulteriori informazioni potranno essere disponibili al link del ministero dell'Interno: https://www.interno.gov.it/it/orfani-crimini-domestici-e-violenza-genere (link). 



















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