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rassegna stampa del 30 aprile 2024

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Anticipo Tfs/Tfr: stop dell'Inps alle domande online
L'Inps dichiara lo stop alle domande online per quanto riguarda l'Anticipo Tfs/Tfr: ecco cosa succede.
Dallo scorso 25 aprile, l'Inps ha fermato la presentazione delle domande online per ottenere l'Anticipo Tfs/Tfr.Ricordiamo che, per Tfs (Trattamento di fine servizio) s'intende quell'indennità che è corrisposta ai dipendenti pubblici alla chiusura del rapporto lavorativo, se la loro assunzione è avvenuta prima del 1° gennaio 2001.Successivamente, ai nuovi dipendenti viene corrisposto il Tfr (Trattamento di fine rapporto).Il calcolo del Tfs è fatto in base all'ultima retribuzione percepita nella sua integrità. Mentre per il Tfr non c'è alcun legame alla retribuzione in essere.Le tempistiche per l'erogazione possono andare dai 105 giorni ai 24 mesi, in base alle cause effettive del rapporto di cessazione del lavoro.
Ecco cosa dice l'ultima circolare dell'Inps.
Stop domande Anticipo Tfs/Tfr: il messaggio dell'InpsNel messaggio 1628 del 25 aprile 2024, l'Inps ha chiarito che, proprio a partire dal 25 aprile, è stata inibita la presentazione di nuove domande, a causa delle risorse in via di esaurimento.Più nel dettaglio:"Con riferimento alla prestazione di anticipazione ordinaria del TFS/TFR in favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali istituita con la deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'INPS n. 219 del 9 novembre 2022, si comunica che le risorse finanziarie a essa destinate nel Bilancio di previsione dell'INPS per l'anno 2024 sono, sulla base delle stime effettuate, in via di esaurimento".Questo perché, come spiegato nella delibera n°219 del Consiglio di Amministrazione Inps, in data 9 novembre 2022, il versamento anticipato delle somme deve essere compiuto sempre nei limiti delle disponibilità finanziarie destinate annualmente nel bilancio dell'Inps. Le risorse, perciò, sono terminate e non possono essere accettate altre domande.Non potranno, però, essere accettate neanche le domande già presentate.Come chiarito nel messaggio, fino a nuova comunicazione, non sarà possibile, per gli uffici Inps delle sedi e dei poli territoriali nazionali, elaborare e trasmettere le bozze di proposta di cessione del credito agli utenti che abbiano fatto domanda.Potranno ottenere l'Anticipo del Tfs/Tfr solo coloro che hanno già ricevuto la proposta di finanziamento a tasso fisso dall'Inps. Le domande, per la quali la proposta di cessione abbia oltrepassato la verifica di capienza dei fondi Inps, potranno continuare il loro iter, con la modalità classica.


I limiti alla reggenza per gli incarichi dirigenziali nella Pa

A mettere dei paletti e a stabilire determinati limiti all'istituto della reggenza per gli incarichi dirigenziali nella Pa è la deliberazione numero 26/2024 della Corte dei Conti dell'Emilia Romagna.Spesso si fa riferimento alla reggenza negli incarichi dirigenziali, sia nei provvedimenti sia nelle interlocuzioni istituzionali. Questo solleva varie questioni rilevanti. Per affrontare la questione, è necessario comprendere i principi fondamentali della gestione degli incarichi dirigenziali vacanti.
Che cosa rappresenta l'istituto della reggenza?L'istituto della reggenza rappresenta un meccanismo per gestire incarichi dirigenziali vacanti o temporaneamente scoperti all'interno di un'organizzazione pubblica o privata. In sostanza, quando un posto dirigenziale rimane vacante per un certo periodo di tempo, anziché lasciarlo completamente scoperto, si nomina un reggente che assume temporaneamente le responsabilità e le funzioni proprie di quell'incarico.La reggenza è solitamente prevista da normative interne all'organizzazione o da disposizioni legali o regolamentari. Può essere utilizzata in una vasta gamma di contesti, inclusi settori pubblici come le istituzioni governative, le scuole e gli enti locali, nonché nel settore privato, come nelle imprese e nelle organizzazioni non profit.Le ragioni per cui si ricorre alla reggenza possono essere molteplici: dalla ricerca di un sostituto permanente all'incarico, alla necessità di garantire continuità operativa durante un periodo di transizione, fino alla gestione di situazioni emergenziali o temporanee.I limiti alla reggenza per gli incarichi dirigenziali nella PaLa reggenza di un incarico dirigenziale vacante rappresenta pertanto un'opzione temporanea e eccezionale, come ribadito dalla Corte dei conti. È fondamentale comprendere che questo strumento non può essere utilizzato per occupare permanentemente posizioni vuote nel sistema dirigenziale, né per garantire un avanzamento di carriera continuo per il reggente. La delibera 26/2024 della Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per l'Emilia Romagna, ha chiarito questo punto in modo inequivocabile.Un istituto temporaneo ed eccezionaleInnanzitutto, se la reggenza diventasse una prassi per coprire permanentemente posti vacanti, si potrebbero verificare diverse conseguenze negative. Una gestione continuativa mediante reggenza potrebbe indicare problemi nel processo di selezione e di reclutamento per il personale dirigenziale, evidenziando lacune nella pianificazione delle risorse umane e nella successione dirigenziale. Ciò potrebbe compromettere la stabilità e la continuità delle attività dell'organizzazione, in quanto un dirigente temporaneo potrebbe non avere l'autorità o la competenza necessaria per prendere decisioni strategiche a lungo termine.Inoltre, l'utilizzo prolungato della reggenza potrebbe portare a una perdita di motivazione e fiducia all'interno dell'organizzazione, sia tra i dipendenti che tra gli erogatori dei servizi. Se i dirigenti vedono la reggenza come un modo per evitare di affrontare le sfide di reclutamento e selezione, potrebbero sentirsi demotivati e disimpegnati. Allo stesso modo, se i cittadini percepiscono che le posizioni dirigenziali sono occupate in modo temporaneo senza una reale intenzione di trovare una soluzione permanente, potrebbe perdere fiducia nell'efficacia e nella stabilità dell'organizzazione.Per quanto riguarda il reggente stesso, è importante sottolineare che, come già evidenziato prima, la reggenza non dovrebbe essere considerata come un'opportunità per un avanzamento di carriera continuo. Se un reggente assume un incarico con l'aspettativa di ottenere una promozione permanente senza competere in un processo di selezione equo e trasparente, ciò potrebbe generare conflitti di interesse, ingiustizie e demotivazione tra i colleghi e compromettere la meritocrazia all'interno dell'organizzazione.Le anomalie nel trattamento economicoIl trattamento economico dei dirigenti in reggenza prevede uno stipendio base e due componenti aggiuntive, una legata alla posizione e l'altra ai risultati ottenuti. Queste componenti retributive riflettono le responsabilità del reggente e la sua performance durante l'incarico. Tuttavia, è importante notare che il compenso per le reggenze presenta delle peculiarità rispetto alla normativa relativa ad altri dirigenti pubblici, generando disuguaglianze apparenti e irrazionali.Il Collegio sottolinea che è irragionevole che un incarico di reggenza non sia associato a obiettivi (come era accaduto nel caso esaminato dalla Corte) e venga remunerato solo in base alla posizione temporanea attribuita, piuttosto che ai risultati conseguiti durante l'incarico.In conclusione è fondamentale che qualsiasi decisione che comporti l'impiego di risorse pubbliche rispetti il principio di trasparenza e di accountability. Pertanto, l'Amministrazione, se lo riterrà opportuno, dovrebbe orientarsi verso un approccio basato sui risultati anziché sulla posizione, e dovrebbe verificare il raggiungimento degli obiettivi prima di erogare qualsiasi compenso.




















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