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rassegna stampa del 7 maggio 2024

lentepubblica.it
Enti locali: in arrivo nuove gare per 300 milioni di euro
Sono in arrivo nuove gare di progettazione per gli enti locali.Il Ministero dell'Interno, col DM 17 aprile 2024, infatti, ha assegnato 300 milioni di euro per la progettazione degli interventi di messa in sicurezza di territori, infrastrutture ed edifici pubblici.Vediamo da dove provengono le risorse e come sono state assegnate.
Col decreto dello scorso 17 aprile, il Ministero dell'Interno ha stanziato nuovi fondi (pari a 300 milioni di euro) per interventi relativi aLa messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico;La messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti sparsi in Italia;L'efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici, con particolare priorità agli istituti scolastici.Le risorse messe a disposizione dal Ministero provengono dal Fondo istituito con la Legge di Bilancio 2020, incrementato con risorse aggiuntive negli anni successivi.Ogni anno, il Ministero dell'Interno pubblica un bando per assegnare le risorse agli enti che lo richiedono. Per quanto riguarda il 2024, il bando è stato pubblicato a novembre 2023 e gli enti locali hanno avuto tempo fino a gennaio per presentare le candidature.In tutto, sono state presentate 7468 istanze, per un valore complessivo pari a 1,15 miliardi di euro.In totale, il 40% delle risorse sarà riservato agli enti locali del Mezzogiorno.
Adesso la procedura prevede il seguente iter: gli enti locali beneficiari delle risorse dovranno bandire delle gare di progettazione degli interventi. Sempre secondo il decreto del Ministero dell'Interno, gli incarichi dovranno essere assegnati entro il 27 ottobre 2024, ovvero a sei mesi di distanza dalla pubblicazione dell'avviso nella Gazzetta Ufficiale.


LENTEPUBBLICA
L'Inps dà chiarimenti sui requisiti di Opzione Donna.
L'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) ha fornito alcuni chiarimenti sui requisiti per accedere a Opzione Donna.
In una recente circolare, l'Inps ha delineato i requisiti per Opzione Donna, la misura che permette la pensione anticipata ad alcune categorie di lavoratrici.
Occorre ricordare che, nei primi mesi del 2024, è stato alzato di un anno il requisito anagrafico, il che ha fatto crollare la domanda per la misura di pensionamento anticipato, con appena 1276 assegni liquidati, a fronte degli 11'514 del 2023, come testimoniato dal monitoraggio Inps.
Vediamo allora quali sono i requisiti per accedere.
Requisiti Opzione Donna: i chiarimenti dell'Inps
Con la circolare n°59 del 3 maggio 2024, l'Inps ha chiarito le modalità di accesso ad Opzione Donna.
Potranno accedere alla misura solamente le lavoratrici con 61 anni di età, 35 anni di contributi e una condizione di disagio accertato.
Il requisito dell'età anagrafica, però, può essere ridotto di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni.
Per i requisiti contributivi, occorre ricordare che sono utili anche i periodi assicurativi maturati all'estero, in Paesi ai quali si applica la regolamentazione dell'Unione europea, in materia di sicurezza sociale.
Per quanto riguarda il terzo requisito, ovvero quello della condizione di disagio accertato, teniamo conto di tre casistiche:
Caregiver, nel caso in cui le richiedenti assistano, da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di 1° grado con handicap grave. Il diritto può essere esteso anche ad un parente o affine di 2° grado convivente, a condizione che i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano più di 70 anni, siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti;
Riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%;
Lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto (al 1° gennaio 2024 o successivamente) per la gestione della crisi aziendale, presso la struttura per la crisi d'impresa.
Le tempistiche
Le lavoratrici in possesso dei requisiti riceveranno la pensione dopo 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti.
Oppure dopo 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.



ITALIAOGGI.
Opzione donna, così le nuove pensioni anticipateLa circolare dell'Inps con le istruzioni per accedere allo strumento previdenziale dopo le modifiche introdotte dalla legge di bilancio per il 2024. Riposo anticipato per le lavoratrici che al 31 dicembre 2023 hanno compiuto 61 anni con 35 di anzianità contributiva.
Con circolare n.59 del 3 maggio scorso l'Inps ha fornito le istruzioni per accedere alla pensione anticipata Opzione Donna, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2024.
Anzianità contributiva di almeno 35 anni ed età di 61 anni al 31 dicembre 2023
Possono accedere alla pensione in esame le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2023, abbiano maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età anagrafica di almeno 61 anni e che, alla data della domanda, si trovino in una delle seguenti condizioni: assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell'unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (art. 3, comma 3, Legge n. 104/1992), o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l'unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti; hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento; sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa (art. 1, comma 852, Legge n. 296/2006).
Requisito di 61 anni ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni
Le condizioni indicate devono sussistere alla data di presentazione della domanda di pensione e non devono essere oggetto di ulteriore verifica alla prima decorrenza utile del trattamento pensionistico. Il requisito anagrafico di 61 anni è ridotto di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni.Per le lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico si applica anche in assenza di figli. La pensione anticipata c.d. Opzione Donna è liquidata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo.
Pensione conseguita dai 12  ai 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti
Le lavoratrici dipendenti e autonome, che perfezionano i requisiti anagrafico e contributivo richiesti dalla norma, conseguono la pensione decorsi dodici mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; diciotto mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. Per le lavoratrici del comparto scuola e Afam si applicano le disposizioni di cui all'articolo 59, comma 9, della legge n. 449/1997 (decorrenza primo settembre/primo novembre).


GIORNALE DI SICILIA
Siccità in Sicilia, proclamato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi: arrivano 20 milioni.

Il ministro Musumeci: «Si tratta di un primo stanziamento. Altre risorse saranno rese disponibili man mano che la Regione procederà nei pagamenti.
Su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi, in relazione alla situazione di grave deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana. È stato anche deliberato un primo stanziamento di 20 milioni di euro per consentire alla Regione di far fronte all'attuazione degli immediati interventi.
Nell'aprile scorso la Regione Siciliana, ricorda il Ministero per la Protezione civile, «ha chiesto al governo di fronteggiare con poteri e mezzi straordinari la situazione di emergenza determinatasi a seguito della grave crisi da deficit idrico in atto nel territorio regionale». L'Isola infatti «è interessata da un lungo periodo di siccità, causato sia dalla eccezionale scarsità di precipitazioni pluviometriche delle ultime stagioni autunnali e invernali, sia dalle temperature rilevate più alte della media, che hanno determinato, tra l'altro, una rilevante riduzione dei deflussi idrici superficiali, nonché la mancata ricarica delle falde».
I territori maggiormente interessati sono le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. Sono stati registrati disagi più limitati in provincia di Messina e nelle restanti province di Catania, Ragusa e Siracusa.
«Si tratta di un primo stanziamento - ha chiarito il ministro Musumeci -. Altre risorse saranno rese disponibili man mano che la Regione procederà nei pagamenti. Ovviamente, gli interventi riguardanti il settore agricolo e quello delle infrastrutture idriche rientrano nelle competenze di altri ministeri, come abbiamo chiarito al presidente della Regione Schifani, che ha partecipato alla seduta del Governo».
«Ringrazio il governo per la sensibilità dimostrata e il ministro Musumeci per lo stanziamento dei primi 20 milioni di euro - ha detto Schifani - e per l'impegno a implementare le risorse in tempi brevi nel solco di uno stretto rapporto di collaborazione tra Regione e governo nazionale».
Il governo siciliano - dice la Regione - ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione. Tra quelle di rapida attuazione, l'acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali; circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, oltre al revamping di una trentina di sorgenti; il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte; la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass.
Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori di Porto Empedocle, nell'Agrigentino, e di Trapani, operazioni che richiederanno tempi e procedure di gara più lunghe, non essendoci deroghe sostanziali in materia ambientale e di appalti sopra soglia comunitaria. Nello stesso tempo, il dipartimento regionale di Protezione civile ha istituito nove tavoli tecnici negli uffici del Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia, con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell'Autorità di bacino. I tavoli hanno individuato e selezionato gli interventi secondo priorità e poi procederanno al monitoraggio delle fasi realizzative. Inoltre, diverse riunioni sono già state svolte con Siciliacque, Aica Agrigento, Caltacque e Acque Enna. 



LENTEPUBBLICA
Proroga della scadenza per invio dei dati permessi Legge 104.
Un comunicato ufficiale diffuso attraverso la piattaforma PerlaPa ha annunciato la proroga della scadenza per l'invio dei dati relativi ai permessi Legge 104: ecco il nuovo termine.
Si fa presente che la Rilevazione permessi ex L.104/92 è una banca dati contenente informazioni sui dipendenti pubblici che usufruiscono dei permessi per assistenza a persone disabili o per sé stessi, come previsto dall'art. 33 della legge n. 104 del 1992 e dall'art. 24 della legge n. 183 del 2010.
Questo adempimento è rivolto alle pubbliche amministrazioni, come definite dall'articolo 1 del d.lgs, 165/2001, che possono inserire e gestire i propri dati dopo aver effettuato l'accesso con le credenziali fornite al termine della fase di registrazione.
Le funzionalità disponibili agli utenti registrati consentono la comunicazione dei dati relativi ai permessi e la dichiarazione finale di conclusione della comunicazione.
Proroga della scadenza per invio dei dati permessi Legge 104
La proroga porta il termine originariamente fissato per legge al 31 marzo (e già esteso per quest'anno al 30 aprile), alla nuova scadenza dell'adempimento, che è il 31 maggio 2024.
Sebbene il comunicato non specifichi le ragioni di questo ulteriore rinvio, è probabile che sia necessario apportare gli ultimi ritocchi operativi al nuovo applicativo, denominato "Rilevazione permessi ex legge 104/1992", versione 2.0.
Registrazione e accesso al servizio
Per registrarsi alla Rilevazione permessi ex L.104/92,  è necessario accedere al servizio tramite il Punto Unico d'Accesso (PUA) del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Occorre cliccare su "Accedi al Servizio" e entrare utilizzando le credenziali fornite dalla propria amministrazione per il PUA o le proprie identità digitali tramite SPID, CIE o CNS. In caso di smarrimento della password, è possibile reimpostarla.
È importante notare che l'indirizzo email per ricevere le notifiche di accesso è quello dichiarato in fase di registrazione al PUA o, nel caso di SPID, la casella comunicata al gestore. È possibile aggiornare l'indirizzo email PUA nella "Gestione del Profilo".
Una volta effettuato l'accesso con successo al PUA, gli utenti possono candidarsi autonomamente dalla sezione dedicata alle candidature, denominata "Le mie candidature - Nuova candidatura". Questo significa che ogni individuo o ente interessato può presentare la propria candidatura per partecipare alla Rilevazione permessi ex L.104/92 direttamente attraverso la piattaforma, senza necessità di procedure complesse o intermediari.
Questa procedura consente un coinvolgimento diretto e immediato degli interessati, garantendo trasparenza e facilitando il processo di raccolta delle informazioni necessarie per la compilazione della rilevazione.
Dati da inserire
Nella Rilevazione permessi ex L.104/92 devono essere comunicati esclusivamente i permessi orari o giornalieri fruiti dai dipendenti titolari del beneficio ex L.104/92 per assistere persone con disabilità o per sé stessi, come previsto dall'art. 33, commi 2 e 3, della Legge n. 104/92; sono esclusi i congedi.
È necessario inserire i dati di tutti i dipendenti beneficiari dei permessi, anche se non hanno fruito di alcun permesso orario o giornaliero nel corso dell'anno oggetto di rilevazione. Questo include anche i dati delle persone con disabilità assistite dai dipendenti, anche nel caso in cui non siano stati fruiti permessi per assisterle nell'anno di interesse.
La data di entrata in servizio presso l'ente deve essere la data in cui il dipendente ha iniziato a lavorare presso l'amministrazione dichiarante. Il sistema non consente di inserire permessi antecedenti alla data di entrata in servizio indicata.
Ogni amministrazione deve infine indicare le rilevazioni per i dipendenti in servizio, appartenenti all'area funzionale e dirigenziale, nel corso dell'anno oggetto di rilevazione, sia personale di ruolo che personale non di ruolo o di prestito.


AGRIGENTONOTIZIE
Crisi idrica, il Cdm: per 12 mesi sarà stato d'emergenza nazionale, già pronti 20milioni di euro.

Mentre si valuta la ristrutturazione e avvio del dissalatore di Porto Empedocle, subito si procederà con l'acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi. Al via la rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati
Per 12 mesi sarà stato di emergenza nazionale per la siccità. Lo ha deliberato il Consiglio dei ministri, così per come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale. Stanziati i primi 20 milioni di euro, con la possibilità di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell'attuazione dei primi interventi. Alla riunione a Palazzo Chigi ha partecipato anche il presidente della Regione.
Il governo siciliano ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione.
Tra quelle di rapida attuazione, l'acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali. Circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, oltre al revamping di una trentina di sorgenti; il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte; la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass.
Crisi idrica e siccità, dai dissalatori mobili ai nuovi pozzi: ecco le prime soluzioni che arrivano dalla Regione
"Non c'è più acqua, stanno arrivando navi cisterna e chiuderanno le attività": messaggio innesca l'allarme, il prefetto: "E' un fake"
Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori di Porto Empedocle, nell'Agrigentino, e di Trapani, operazioni che richiederanno tempi e procedure di gara più lunghe, non essendoci deroghe sostanziali in materia ambientale e di appalti sopra soglia comunitaria.
Nello stesso tempo, il dipartimento regionale di Protezione civile ha istituito 9 tavoli tecnici negli uffici del Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia, con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell'autorità di bacino. I tavoli hanno individuato e selezionato gli interventi secondo priorità e poi procederanno al monitoraggio delle fasi realizzative. Inoltre, diverse riunioni sono già state svolte con Siciliacque, Aica Agrigento, Caltacque e Acque Enna.
"Ringrazio il governo per la sensibilità dimostrata e il ministro Musumeci per lo stanziamento dei primi 20 milioni di euro e per l'impegno a implementare le risorse in tempi brevi nel solco di uno stretto rapporto di collaborazione tra Regione e governo nazionale", ha detto il governatore della Sicilia Renato Schifani al termine del Consiglio dei ministri. 


AGRIGENTONOTIZIE 

Elezioni 2024, a giorni sarà campagna elettorale: il quadro delle candidature.

Quasi tutti i sindaci uscenti stanno tentando la riconferma, anche sfruttando la nuova norma che amplia il numero di mandati
Manca poco più di una settimana dall'avvio della campagna elettorale vera e propria nei comuni che a giugno saranno chiamati al voto per il rinnovo, o la riconferma, di sindaci e consiglio comunale. 
Le urne, infatti, si apriranno l'otto e nove giugno, ma c'è tempo solo fino al 15 di maggio per presentare le liste. Una partita non facile, frutto di alchimie, calcoli e strategie. Tutto lavoro ancora in corso in larghissima parte dei centri che voteranno alle amministrative.
Al voto andranno Naro, Santa Elisabetta, Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Racalmuto e Campobello di Licata.
Nell'ultimo centro, dove l'esperienza politica precedente si è interrotta anzitempo per l'annullamento del voto disposto dalla Giustizia amministrativa, sono già ufficialmente ricandidati in quattro: il sindaco uscente Antonio Pitruzzella, sostenuto da un'inedito asse Partito Democratico - Movimento 5 stelle - Udc - De Luca e dall'ex sindaco Michele Termini, che è sceso in campo praticamente fin da subito e sarà sostenuto da diversi partiti di centrodestra. Nell'area dei partiti di governo alla Regione si trova la candidatura di Vito Terrana, mentre Lillo Massimiliano Musso sarà il candidato di "Forza del popolo". I due ex sindaci hanno già finito le proprie liste, che verranno comunque consegnate la prossima settimana. 
Quattro candidati sindaco anche a Racalmuto, con l'uscente Vincenzo Maniglia pronto a tentare il bis. A sfidarlo saranno, tra annunci ufficiali e rumors, Salvatore Petrotto (liste civiche), Lillo Bongiorno (centrodestra, area autonomista) e Salvatore Picone (civiche). Tre i candidati sindaco a Naro: oltre l'uscente Maria Grazia Brandara sono infatti in lizza Roberto Barberi e Milco Dalacchi (tutti sostenuti da liste civiche). Si vocifera di un quarto potenziale candidato ma al momento nlla di concreto si vede all'orizzonte.
Ad Alessandria della Rocca al momento ufficiali sono le candidature di Salvatore Mangione, sostenuto da "Per una nuova Alessandria", e di Giuseppe Montana, ex segretario del Pd. Due gli sfidanti Santa Elisabetta, cioè il sindaco uscente Mimmo Gueli e l'attuale presidente del Consiglio comunale Liborio Gaziano. 
A Caltabellotta dopo il passo di lato dell'attuale sindaco Cattano, candidati sono Biagio Marciante, attuale vicesindaco e Roberto D'Alberto (DC).


QDS
Concessioni balneari, affare di Stato. Secondo il Governo il 67% delle coste può essere soggetto a concessioni, tra queste zone rocciose, strapiombi sul mare e spiagge libere. A rischio anche il Dl salva-infrazioni e la risoluzione di alcune procedure d'infrazione legate all'ambiente
Il crine di cavallo che la sosteneva si è spezzato e la spada di Damocle è caduta sul Governo. La stagione estiva è oramai alle porte e sono previsti 65,8 milioni di arrivi in Italia e oltre 266 milioni di presenze, per questa estate, con una crescita rispettivamente pari al 2,1% e all'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo i dati del "Tourism forecast summer 2024" dell'istituto "Demoskopika" e la sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni balneari, in questo momento, suona come le note di un mozartiano requiem.
La questione dei "balneari" rischia così di costare molto cara al Governo perché non c'è più solo il pressing dell'Ue che chiede di intervenire con urgenza e ha già sanzionato l'Italia ma si è inoltre aggiunta la sentenza 3940/2024 pubblicata il 30 aprile ed emessa dalla VII° sezione del Consiglio di Stato sull'illegittimità di qualsiasi proroga oltre il 31 dicembre 2023, che non ha fatto che ribadire la ben nota linea di Palazzo Spada. Il punto chiave è che la Commissione europea continua a sposare questa posizione.
Negli ultimi confronti, la Dg Grow (la Direzione Generale per il mercato interno, l'industria, l'imprenditorialità e le PMI di Bruxelles, ndr), ha bocciato la mappatura puramente quantitativa delle coste, con la quale il Governo ha determinato che solo il 33% delle aree disponibili è occupato dalle concessioni e che, quindi, "non c'è scarsità della risorsa naturale", presupposto per l'applicazione della direttiva Bolkestein e del relativo obbligo di gare.
La conseguenza - con Comuni e Autorità portuali che si muovono in ordine sparso e alcuni casi, Jesolo tra i più citati, dove si è deciso di procedere in autonomia con l'aggiudicazione delle gare - è l'impasse sul nuovo decreto salva-infrazioni. Il vero oggetto del contendere è la c.d. (non) scarsità della risorsa che il Governo, attraverso un bizantinismo tecnico e legislativo, ha definito grazie a un tavolo tecnico, insediatosi nel giugno 2023 e che, a ottobre, ha presentato i risultati della mappatura e i dati sui rapporti concessori in essere sulle aree demaniali marittime che, nelle more dell'operatività del sistema Siconbep, sono stati acquisiti attraverso la banca dati Sid.
Tale banca dati, tuttavia, non contiene i dati sul demanio lacuale e fluviale, la cui acquisizione richiede tempi lunghi di elaborazione, in quanto sono gestiti a livello comunale o sovraregionale e subordinati a preventive e complesse valutazioni di natura idraulica e idrogeologica. Il documento con i risultati finali non è pubblicamente disponibile perché, come riportato nel sito del Governo, "in data 10/11/2023, il nostro portale è stato temporaneamente oscurato. Questa misura è stata presa nell'interesse della sicurezza e della riservatezza dei dati".
L'estensione del demanio marittimo
Secondo le stime del tavolo tecnico, il demanio marittimo in Italia, escludendo quindi fiumi e laghi, ha un'estensione pari a 381 milioni di metri quadrati, senza considerare le aree militari e quelle secretate. Il tavolo tecnico ha considerato i metri quadrati, e non i dati della lunghezza delle coste, perché ha ritenuto che "tale criterio rappresenta più fedelmente la fotografia della risorsa effettivamente libera occupata". Nella mappatura è stato sommato lo spazio occupato dalle concessioni marittime, con quello su cui insistono aeroporti, parchi naturali, porti e aree industriali. Si è così definito un valore di 127 milioni di metri quadrati occupati che, rapportati ai 381 milioni di metri quadrati sopra indicati, danno una percentuale di spazio occupato pari al 33%. Dunque, secondo il tavolo tecnico e quindi il Governo, il 67% sarebbe libero e potrebbe essere dato in concessione, comprese le spiagge libere.
Da un lato, la mappatura del tavolo tecnico fornisce solo una valutazione a livello nazionale e non tiene conto delle situazioni specifiche dei comuni o delle regioni (che in alcuni casi peraltro fissano una quota minima di spiagge da lasciare alla libera fruizione, pari anche al 50%) e, dall'altro, nel calcolo delle aree disponibili, il tavolo tecnico ha considerato non solo aree come quelle industriali o i porti, che evidentemente non possono essere date in concessione per attività balneari, ma anche zone di costa rocciosa, che non possono essere agevolmente fruibili dai bagnanti.
Secondo il tavolo tecnico, la "minore accessibilità per condizioni naturali" delle zone rocciose non preclude la possibilità di installare stabilimenti balneari. In particolare il documento chiarisce che sono state incluse anche le aree di costa di minore accessibilità per condizioni naturali "potendo" essere interessate, anche se teoricamente, da investimenti di riqualificazione tali da renderle attrattive per lo sviluppo di nuove attività economiche. Si afferma, sempre nel documento, che "il totale delle aree disponibili non deve riguardare unicamente le parti sabbiose, ma è da includersi anche la parte di costa rocciosa, poiché su quest'ultima è possibile installare strutture turistico-ricreative" tenuto conto che "in alcuni casi opere a difesa della costa sono state concretamente utilizzate a fini turistico-ricreativi".
Poco importa, quindi, se le spiagge libere siano, in realtà, disponibili solo teoricamente perché magari irraggiungibili via terra o fuori dalle aree concedibili secondo normative locali anche perché la strategia del Governo, d'altronde, era apparsa chiara fin da subito, ossia voler dimostrare ad ogni costo l'abbondanza di litorale ancora disponibile, e quindi potenzialmente assegnabile in concessione, per non dover liberalizzare le concessioni esistenti, come invece chiesto ripetutamente dall'Europa in ottemperanza della direttiva Bolkestein. Sarebbero meno, al contrario, secondo il commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton che il mese scorso, rispondendo all'europarlamentare Rosa D'Amato dei Verdi, ha ribadito i dubbi sui lidi annoverati nel monitoraggio e ha suggerito di cambiare i criteri del calcolo, "basandosi su un'analisi qualitativa".
La soluzione trovata, in realtà una "pezza", è una sorta di escamotage, nemmeno troppo velato, con cui si limiterebbe l'applicazione della direttiva, che impegna l'Italia a mettere a gara le licenze, ai soli tratti di costa liberi. È più che mai evidente che l'obiettivo del Governo sia di non scontentare le richieste dei "balneari", le cui concessioni sono state prorogate di un altro anno dal Governo, fino al 31 dicembre 2024 ma anche di giocare una "melina", una tattica ostruzionistica che ha lo scopo di mettere l'Europa davanti al fatto compiuto, ossia l'inizio della nuova stagione e, quindi, il non poter procedere alla gare e alle nuove assegnazioni al fine di non ingenerare disagi ai turisti.
La protesta da parte dei "balneari"
Si è inasprita ed è scesa in piazza la protesta da parte dei "balneari" che hanno chiesto al Governo norme che diano certezze al settore. Ma si è trattato di un fronte non compatto che ha visto le associazioni di categorie divise. Da un lato, Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno radunato imprese da tutta Italia lamentandosi dell'assenza del Governo al loro fianco e, dall'altro, Assobalneari-Confindustria e Base Balneare che hanno organizzato due conferenze stampa, alla Camera dei deputati e al Parlamento europeo di Bruxelles, puntando piuttosto il dito contro l'Unione, accusata "di gettare nell'incertezza lavorativa decine di migliaia di persoSempre dai "balneari" nei giorni scorsi è arrivata la richiesta, avanzata da Assobalneari Italia, associazione aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare, di un decreto legge prima dell'inizio della stagione turistica, per cristallizzare la mappatura realizzata dal Governo e consegnata alla Commissione europea.


SICILIONPRESS
I Lavori Pubblici in Sicilia dopo il recepimento del nuovo Codice dei contratti.
Convegno degli architetti sulle novità introdotte dal nuovo quadro normativo.
La Mendola: "La Legge regionale 12 introduce nuove regole per aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani, alle strutture professionali medio-piccole e ai professionisti di talento e semplificare l'iter di esecuzione dei lavori pubblici"
Si terrà venerdì prossimo, alle 15, nella sala conferenze dell'hotel Dioscuri bay Palace a San Leone, il convegno sul tema "Il Codice dei contratti pubblici nella Regione Siciliana", organizzato dall'Ordine degli architetti di Agrigento con la collaborazione di Grafill-Lavoripubblici.it e della Fondazione Architetti nel Mediterraneo e con il patrocinio del Comune di Agrigento e della Consulta degli Ordini degli architetti della Sicilia.
Al centro del dibattito il nuovo quadro normativo dei lavori pubblici introdotto in Sicilia dalla Legge 12 del 2023 che è stata particolarmente apprezzata dagli architetti e dalle professioni tecniche.
"La Legge regionale 12 - dichiara il presidente dell'Ordine degli architetti di Agrigento, Rino La Mendola - ha introdotto in Sicilia nuove preziose regole per aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani, alle strutture professionali medio-piccole e ai professionisti di talento e per semplificare l'iter di esecuzione dei lavori pubblici, offrendo alle stazioni appaltanti strumenti efficaci per accedere ai fondi del PNRR e ai flussi finanziari della programmazione comunitaria".   
I lavori, coordinati dall'ingegnere Gianluca Oreto, direttore del noto portale lavoripubblici.it, si articoleranno in due sessioni: nel corso della prima, dopo i saluti delle autorità presenti, interverranno l'avvocato Gaetano Armao e gli architetti Rino La Mendola, Marco Montalbano e Alfonso Cimino che relazioneranno sulle novità introdotte dal nuovo quadro normativo con particolare riferimento ai Servizi di Architettura e Ingegneria, alla progettazione digitale (BIM), alla direzione e al collaudo dei lavori; nella seconda sessione dei lavori ci sarà spazio per il dibattito sui temi trattati dai relatori e sulle novità introdotte dal nuovo quadro normativo.
"Riconoscendo i notevoli obiettivi raggiunti con la Legge 12, grazie all'apprezzato lavoro svolto dal Governo e dall'Assemblea Regionale - conclude La Mendola - abbiamo voluto aprire il dibattito ai deputati regionali agrigentini, con l'auspicio di registrare una partecipazione bipartisan".






































































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