LENTEPUBBLICA
Trasferte e rimborsi pasti per i dipendenti degli enti locali.
Un recente parere dell'Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) si occupa di rispondere a un parere in merito alle trasferte lavorative e ai rimborsi pasti per i dipendenti appartenenti al comparto enti locali.
Nello specifico la richiesta di parere di un ente chiede maggiori delucidazioni sulla documentazione fiscale relativa agli importi dei pasti consumati durante la trasferta in questione.
Questa è il testo dell'interrogativo:
Per le trasferte di durata superiore alle 12 ore, di cui all'art. 57, comma 1, lett. c) del CCNL del 16.11.2022, la spesa per i due pasti giornalieri, nel limite ivi indicato (complessivi 44,26 euro) può essere documentata con un unico scontrino fiscale che attesti soltanto l'importo riferibile ad uno dei due pasti consumati?
Analizziamo la materia e poi scopriamo nello specifico qual è stata la risposta all'interrogativo da parte dell'Aran.
La disciplina delle trasferte lavorative e dei rimborsi pasti per i dipendenti degli enti locali
Secondo quanto stabilito dall'articolo 57 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) in vigore dal 16 novembre 2022, sono definite le seguenti regole per il trattamento di trasferta.
Innanzitutto, al personale inviato a svolgere la propria attività in località diverse dalla dimora abituale o dalla sede di servizio ordinaria spetta un rimborso delle spese effettivamente sostenute per i mezzi di trasporto, come treno, aereo, nave e altri, nel limite del costo del biglietto. Per i viaggi in aereo, il rimborso è relativo alla classe economica. Inoltre, sono previsti rimborsi per i mezzi di trasporto urbano o, previa autorizzazione dell'amministrazione, per i taxi.
Per le trasferte di durata superiore a dodici ore, è previsto il rimborso della spesa per il pernottamento in un albergo fino a quattro stelle e per due pasti giornalieri, entro un limite complessivo di 44,26 per i pasti. Nel caso di trasferte tra le otto e le dodici ore, è previsto il rimborso per un pasto entro il limite di 22,26. Per le trasferte inferiori alle otto ore, il dipendente ha diritto a un buono pasto.
Per le trasferte continuative nella stessa località di durata non inferiore a trenta giorni, è previsto il rimborso del pernottamento in residenza turistico alberghiera di categoria equivalente, purché più conveniente rispetto al costo medio della categoria consentita nella località stessa.
Inoltre, sono previsti compensi per il lavoro straordinario e rimborsi per il trasporto di materiale e strumenti necessari per lo svolgimento dell'incarico. Tuttavia, è importante notare che il trattamento di trasferta cessa di essere corrisposto dopo i primi 240 giorni di trasferta continuativa nella stessa località.
La documentazione fiscale
L'analisi del parere dell'Aran mette in luce un vuoto normativo riguardante la documentazione fiscale necessaria per comprovare le spese sostenute per i pasti durante questo tipo di trasferte. Non essendo specificate nel contratto collettivo nazionale le modalità dettagliate per la documentazione delle spese alimentari, si evidenzia la necessità di un intervento da parte degli enti coinvolti.
In particolare, si sottolinea che spetta agli enti, nell'ambito delle loro competenze e conformemente ai rispettivi ordinamenti interni, definire con precisione la documentazione richiesta e le procedure da seguire per richiedere i rimborsi relativi ai pasti durante le trasferte. Questo implica che ciascun ente dovrà stabilire le proprie linee guida in materia, garantendo al contempo il rispetto delle disposizioni contrattuali e delle normative vigenti.
In sostanza, mentre il CCNL delinea i diritti e i limiti dei dipendenti in merito ai rimborsi per i pasti durante le trasferte, lascia agli enti la responsabilità di definire le modalità pratiche per la documentazione e l'ottenimento di tali rimborsi, tenendo conto delle specificità organizzative e procedurali di ciascun contesto lavorativo.
LENTEPUBBLICA
Elezioni 8 e 9 giugno 2024: disponibilità degli edifici scolastici.
A fornire tutte le indicazioni utili in merito alla disponibilità degli edifici scolastici per le prossime elezioni dell'8 e del 9 giugno 2024 è una circolare del DAIT.
Il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno ha infatti emanato il documento numero 46 dell'8 maggio 2024, focalizzata sulla prossima tornata elettorale.
Si tratta come ormai è noto a tutti della selezione dei membri del Parlamento europeo assegnati all'Italia, dell'elezione del presidente e del consiglio regionale del Piemonte e delle elezioni amministrative nelle regioni con statuto ordinario.
Le scuole come luogo consueto per effettuare le operazioni di voto
La pratica di utilizzare le scuole come luoghi per le votazioni è consolidata nel contesto italiano e rappresenta un'esigenza pratica e logistica per l'organizzazione delle elezioni.
Questa consuetudine si basa su normative specifiche che regolamentano l'uso dei locali pubblici per scopi elettorali. Ad esempio, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 stabilisce le disposizioni per l'allestimento dei seggi elettorali, mentre la Legge n. 270 del 2005 regola l'utilizzo dei locali pubblici per le operazioni di voto.
La scelta delle scuole come sedi elettorali offre numerosi vantaggi, tra cui la presenza di spazi adeguati e facilmente accessibili, nonché una distribuzione capillare sul territorio, garantendo così un'ampia partecipazione elettorale.
Elezioni 8 e 9 giugno 2024: disponibilità degli edifici scolastici
Un aspetto fondamentale evidenziato dalla circolare riguarda infatti la disponibilità dei locali scolastici per lo svolgimento delle votazioni. Il Ministero dell'istruzione e del merito, con una nota del 19 aprile 2024, ha chiesto ai dirigenti degli uffici scolastici regionali di mettere a disposizione dei comuni i locali scolastici necessari per l'allestimento dei seggi e lo svolgimento delle operazioni di voto e scrutinio.
Pertanto, le Prefetture-U.T.G. sono invitate a coordinarsi con le istituzioni scolastiche competenti per garantire che i locali scolastici destinati a ospitare gli uffici elettorali siano disponibili per le amministrazioni comunali. Salvo accordi diversi a livello locale, tali locali saranno a disposizione:
dalle ore pomeridiane di giovedì 6 giugno fino all'intera giornata di lunedì 10 giugno, nel caso si tengano solo le elezioni europee
oppure fino all'intera giornata di martedì 11 giugno 2024, nel caso siano previste anche elezioni regionali e/o amministrative.
Parallelamente, si sollecita l'attenzione dei sindaci affinché i preparativi per gli uffici elettorali si svolgano con rapidità e ordine durante i giorni indicati, permettendo il rapido rilascio delle aule per consentire il regolare ripristino delle attività scolastiche.
QDS
Paralisi Bilanci, non approvati nel 64% dei Comuni. Soltanto il 3% ha adottato il Rendiconto per il 2023. Sono appena 144 i Municipi che hanno licenziato il Bilancio Preventivo 2024/2026. Così la programmazione diventa impossibile
PALERMO - In Sicilia si prospetta una pioggia di commissariamenti per ben il 64% dei Comuni.
Ancora una volta, non sembra si riesca ad approvare i Bilanci locali entro i termini. A maggio, infatti, 247 amministrazioni comunali si ritrovano ancora senza Preventivo. Questo è il quadro impietoso che viene fuori dai dati resi noti dall'assessorato regionale delle Autonomie locali.
Gli uffici palermitani hanno invitato, infatti, Comuni, Liberi Consorzi e Città Metropolitane della Sicilia che risultino inadempienti ad approvare i propri Bilanci di previsione 2024-2026, (nel caso in cui, al contrario, il via libera sia invece già arrivato, l'invito è a verificare l'esito della procedura di trasmissione dei documenti).
Tra i capoluoghi di provincia che mancano all'appello Catania, Siracusa, Trapani, Caltanissetta e Agrigento. Sono invece riusciti in quella che, ormai, sembra essere un'impresa, Palermo, Messina, il cui bilancio è stato approvato il 20 febbraio scorso, Ragusa, il 21 dicembre, seguita da Enna il 28 dicembre.
Nel dettaglio, in base ai dati aggiornati al 6 maggio, il documento di programmazione finanziaria risulta approvato da 144 amministrazioni su 391, cioè il 36 per cento del totale. Solo in 12 hanno approvato anche il Rendiconto di gestione per il 2023, cioè il 3 per cento dei Comuni dell'Isola, lasciando quindi scoperti addirittura 379 Enti. Il Rendiconto rappresenta l'altra voce del conto economico di un Ente, che è infatti composto da due parti, quello di previsione, e il consuntivo.
Il Bilancio di previsione, o Bilancio preventivo, è lo strumento attraverso cui l'Ente programma le attività e i servizi da offrire ai cittadini nel triennio, la sua approvazione è quindi condizione essenziale al fine di poterne autorizzare le spese.
Queste spese vengono messe in relazione alle entrate che il Comune prevede di avere, per mantenere l'equilibrio di bilancio. In pratica, la differenza tra entrate e uscite deve avere un saldo positivo e tutte le spese devono essere finanziate dalle entrate, sono ammesse a debito solo quelle spese previste per investimenti, per esempio per costruire nuove infrastrutture.
Il Bilancio consuntivo è, invece, quel documento che permette di avere un quadro generale sull'esercizio concluso, quindi in riferimento al 2023. È utile per comprendere in che direzione si sono concentrate le spese nell'anno passato e quali sono le principali fonti di entrata che hanno finanziato l'erogazione dei servizi.
Entrambi i documenti, sia consuntivi che di previsione, sono indispensabili per regolare l'attività economica e finanziaria del Comune e permettono di pianificare tutti gli interventi pubblici che esso intende fare.
Per poter procedere in questo senso, ogni anno gli Enti locali devono inviare i propri bilanci alla Ragioneria generale dello Stato, che mette tutti i dati a disposizione nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap).
Per il Bilancio consuntivo l'ordinamento degli Enti locali prevede che l'approvazione da parte dei Comuni avvenga entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello di riferimento, termine quindi già ampiamente sforato.
Ai fini di una corretta redazione dei Bilanci, gli Enti locali devono sempre attenersi al rispetto delle regole contabili definite dal Decreto legislativo 118/2021. Si tratta, in sostanza, di linee guida che riguardano numerosi aspetti, a partire dall'attendibilità delle informazioni inserite. È assolutamente necessario rispettarle per garantire dei documenti che siano attendibili e confrontabili tra gli Enti. Ciò premesso, viene però lasciata una certa discrezione sulle voci di spesa e entrata.
La mancata approvazione di queste previsioni di spesa non è cosa nuova per le amministrazioni locali siciliane e perpetua una situazione di grande difficoltà, perché analizzare e confrontare questi dati serve a comprendere su cosa punta l'amministrazione per migliorare la qualità della vita e i servizi del proprio territorio.
L'Ente comunale è incaricato innanzitutto di offrire alla cittadinanza servizi di prossimità e i dati del bilancio dimostrano proprio come vengono impiegate le risorse pubbliche.
Approvare i Bilanci, quindi, è importante anche nel rispetto del principio della trasparenza amministrativa, oltre che dell'efficienza, per poter così comprendere in quali ambiti e per quali prestazioni vengono allocate le risorse pubbliche.
Una corretta politica delle entrate e delle spese migliora insomma la possibilità di raggiungere gli obiettivi che l'Amministrazione propone per il benessere dei propri cittadini.
Ritardi nei finanziamenti regionali e statali: ecco le cause di tempistiche così allungate
La mancata approvazione dei bilanci entro i termini stabiliti per legge non è purtroppo una novità per le Amministrazioni comunali siciliane.
Ci troviamo di fronte a un problema cronico che riguarda moltissimi comuni dell'Isola. Questa situazione limita fortemente, come è ovvio, l'efficienza delle amministrazioni. Una voce molto importante delle entrate del bilancio comunale, infatti, è quella costituita dai finanziamenti che provengono dalla Regione. Proprio questi trasferimenti così rilevanti, però, sono spesso incerti.
Conseguenza diretta è che se i Comuni non sanno quanto potranno ricevere a monte e, ancor peggio, se riceveranno i suddetti finanziamenti, non possono scrivere gli importi esatti nei Bilanci, non riuscendo dunque a chiuderli. Ciò determina anche la mancata programmazione delle attività, a tutto danno della cittadinanza.
Altro problema che causa il ritardo nell'approvazione dei documenti finanziari da parte dei Comuni coinvolge anche i finanziamenti statali, fortemente diminuiti nel corso degli ultimi anni.
Altra causa delle criticità per le entrate e quindi di stesura dei bilanci, è legata alle note difficoltà delle Amministrazioni locali, soprattutto del Mezzogiorno, di riscuotere i tributi dovuti dai cittadini. È una storia che si ripete puntuale ogni volta e che determina una sorta di "paralisi" del bilancio.
In poche parole, se, per esempio, l'Ente prevede di incassare 100 dai tributi ma riesce effettivamente a introitare la metà, in sede di bilancio di previsione dovrà accantonare i 50 non incassati. I Comuni ricevono così un doppio danno: mancanza di liquidità e accantonamento somme. Ed è anche la ragione per cui poi, i tributi locali aumentano, basti pensare alla Tari.
Insomma, troppi i problemi strutturali nell'Isola, che richiederebbero un intervento generale di riforma assicurare una maggiore tenuta economico-finanziaria dei Comuni.
Pioggia di commissari in arrivo dalla Regione
Dopo la proroga dei termini per rispettare gli obblighi di legge fissati per l'approvazione dei Bilanci, l'assessorato regionale delle Autonomie locali ha fatto sapere che la procedura di nomina dei commissari è già in fase molto avanzata e l'intervento sostitutivo da parte della Regione è imminente.
Questo significa che ben 247 Comuni siciliani rischiano il commissariamento a causa della mancata approvazione dei documenti economico-finanziari.
Questi casi, infatti, comportano l'attivazione di una procedura che serve a garantire, anche se in ritardo, l'adozione di tali strumenti, indispensabile per assicurare i servizi dovuti alla cittadinanza.
I commissari a ciò preposti, in qualità di funzionari dell'Ufficio ispettivo del Dipartimento delle Autonomie locali, una volta insediati, dovranno verificare la permanenza dello stato di inadempienza delle singole Amministrazioni comunali e, in questo caso, attivare i loro poteri sostitutivi affinchè si possa procedere all'approvazione, come richiesto dalla legge.
L'art. 1 del Decreto legge 2002 n.13, infatti, poi confermato nel Decreto legge del 2004 n. 314, stabilisce che spetterà al commissario, quando il Consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio, predisporlo.
Il documento verrà poi sottoposto al Consiglio, che avrà a disposizione 20 giorni per approvarlo, decorsi inutilmente i quali il prefetto procederà allo scioglimento del Consiglio stesso. Questa stessa procedura è prevista anche nelle ipotesi di mancata approvazione del Rendiconto di gestione.
La situazione si aggrava ancora di più se si tiene conto della possibilità concreta che neanche i commissari riescano ad approvare i bilanci, a causa delle note difficoltà prima descritte.
Esiste il rischio che i funzionari si rendano di conto dell'impossibilità materiale di approvare i documenti in questione per una situazione di difficoltà reale e contingente che potrebbe portare anche al dissesto finanziario del Comune in questione.
LIVESICILIA
Mafia e Br, quel maledetto 9 maggio '78: il ricordo di Impastato e MoroQuarantasei anni fa i delitti del giornalista di Cinisi e del presidente Dc
PALERMO - Quarantasei anni fa la mafia uccideva Peppino Impastato. Il giornalista, attivista di Democrazia Proletaria fu assassinato da Cosa nostra a Cinisi.
Diversi gli uomini delle istituzioni che oggi hanno voluto ricordare il conduttore di Radio Aut. Ma non solo, il 9 maggio è una data che segna un'altra triste ricorrenza del nostro Paese.
Nella stessa giornata di 46 anni fa, le Br hanno fatto ritrovare il cadavere del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma.
Dal presidente della Regione, Renato Schifani, alla seconda carica dello Stato Ignazio La Russa, sono tanti i messaggi in ricordo di Peppino Impastato e Aldo Moro.
Schifani: giornata nodale per la memoria collettiva
"La giornata odierna è un punto nodale della memoria collettiva - ha detto il governatore siciliano -. Il 9 maggio del 1978 veniva ritrovato a Roma il corpo senza vita di Aldo Moro e a Cinisi veniva ucciso Peppino Impastato.
Una tenaglia di violenza, di matrice terroristica da un lato e mafiosa dall'altro, che cingeva l'anima della nostra società. Oggi tutto il Paese volge lo sguardo e il ricordo a loro e a tutte le altre vittime del terrorismo".
"Il nostro pensiero - aggiunge - si posa con dolore su tutte le vite spezzate dalla violenza criminale e sulle ferite profonde che quelle morti hanno lasciato nella storia del nostro Paese.
Chiunque sia impegnato nelle istituzioni deve profondere il massimo sforzo per contrastare la barbarie del terrorismo, ancor più in una fase storica come quella attuale, in cui le scorie di certi retaggi che pensavamo sconfitti con il Novecento premono nello scenario internazionale e, a cascata, anche in quello interno".
La Russa: quel maledetto 9 maggio
A ricordare il leader democristiano e il giornalista ucciso dalla mafia anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che con il suo intervento ha aperto le celebrazioni, nell'Aula di Palazzo Madama, per il Giorno della memoria in onore delle vittime del terrorismo.
"Oggi ricorre il 46° anniversario dell'uccisione di Aldo Moro. Un omicidio brutale che ha seguito l'eccidio della sua scorta avvenuto 55 giorni prima. E in quello stesso giorno - in quel maledetto 9 maggio del 1978 - veniva assassinato anche Peppino Impastato: vittima della mafia e - se mi è consentito - di quel terrorismo mafioso altrettanto crudele e spietato".
"Un deferente pensiero" La Russa lo rivolge poi "alle recenti vittime del terrorismo internazionale e di quello di matrice religiosa. Penso ai tanti che hanno perso la vita a Parigi, a Berlino, a Londra, in Europa e non solo".
"Cambiano gli scenari internazionali, cambiano i nemici della democrazia e cambiano anche gli obiettivi dei terroristi; quello che non deve cambiare - osserva il presidente del Senato - è il nostro impegno contro un nemico spesso invisibile".
Il ricordo di Cracolici
"La storia di Peppino Impastato è una storia di verità che è andata oltre i tentativi di depistaggio e che conferma come l'intreccio mafioso abbia segnato la vita democratica della nostra terra - dice Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia all'Ars, intervenendo a Cinisi (Palermo) alle iniziative organizzate per il 46esimo anniversario dell'omicidio di Peppino Impastato -.
Quella di Peppino dai microfoni di Radio Aut è stata una voce 'contro' in un tempo nel quale si diceva che la mafia non esisteva, era considerata un'invenzione e l'attività contro la mafia era propria di una sparuta minoranza.
Ricordare Peppino Impastato significa attualizzare l'impegno contro la mafia e avere consapevolezza che cosa nostra esercita ancora il suo controllo sul territorio e noi abbiamo il dovere di contrastarla".
Lagalla: il 9 maggio data di svolta nel Paese
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla ha sottolineato come "il coraggio del giornalista e attivista Peppino Impastato resta ancora oggi un esempio di impegno civile concreto nel contrasto alla mafia. Attraverso la sua attività politica e culturale è riuscito a piegare l'indifferenza davanti al fenomeno mafioso in un periodo durante il quale era più facile abbassare lo sguardo rispetto all'influenza di cosa nostra.
Quel 9 maggio 1978 resterà per sempre una data che ha segnato una svolta nella storia del Paese perché nel giorno dell'omicidio di stampo mafioso di Peppino Impastato veniva anche ritrovato il corpo senza vita del Presidente Aldo Moro, assassinato dalle Brigate rosse. Per tale ragione, oggi è doveroso ricordare Impastato e Moro e tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia e al terrorismo".
ILSICILIA.IT
Europee, a vincere in Sicilia sarà ancora il partito dell'astensionismo?
Mancano ormai poche settimane alle elezioni europee che si svolgeranno l'8 e il 9 giugno, un momento cruciale per la democrazia. Ma a preoccupare i vari partiti scesi in campo non dovrebbero essere tanto i rivali politici, quanto il partito che ha conquistato più voti alle scorse tornate elettorali, quello dell'astensionismo.
I dati delle urne in Sicilia
Riflettendo una tendenza nazionale di disaffezione verso la partecipazione politica, l'astensionismo continua a suscitare preoccupazione ed interesse. Partendo infatti dalle ultime elezioni europee, tenutesi nel maggio 2019, la Sicilia è risultata la seconda regione peggiore d'Italia dopo la Sardegna. Nell'isola votò soltanto il 37,5% degli aventi diritto, oltre il 5% in meno delle scorse europee. A Palermo si registrò l'affluenza più alta con il 39,48%, mentre la più bassa a Caltanissetta, con il 34,3%.
Anche nel caso delle Regionali del 2019 nell'Isola votò meno di 1 elettore su 2. Appena il 49%. Oltre 2 milioni di siciliani non si recarono alle urne. Situazione in leggero miglioramento invece per le lezioni amministrative del 2023. Oltre il 56,39 per cento dei cittadini decise di recarsi al seggio nei 128 Comuni siciliani interessati dalle elezioni amministrative del 28 e 29 maggio. Complessivamente votarono 756.144 cittadini su 1.340.983 aventi diritto. Nel dettaglio, il dato provinciale di affluenza nell'Agrigentino, dove si votava in 14 comuni, si è attestato al 48,21 per cento degli aventi diritto (58.066 votanti); nella provincia di Caltanissetta (5 comuni) ha votato il 40,63 per cento degli elettori (12.729); in provincia di Catania (19 comuni alle urne), il 57 per cento degli elettori (280.779); nell'Ennese (9 i comuni interessati) ha votato il 50,43 per cento degli elettori (45.066), nel Messinese, la provincia con più comuni al voto (32), l'affluenza si è attestata al 63,67 per cento (54.069); nella provincia di Palermo (con 25 comuni al voto), si è recato alle urne il 60,24 per cento degli aventi diritto (59.299); nel Ragusano (4 comuni), affluenza del 57,89 per cento (83.626) e nel Siracusano (8 comuni) del 57,35 percento (89.404); nella provincia di Trapani (12 comuni al voto) affluenza al 59,17 per cento (73.106).
Un problema solo italiano?
Dati quindi senz'altro preoccupanti e che dimostrano un segnale chiaro di qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui la politica viene condotta e rappresentata. Questo fenomeno non dovrebbe essere ignorato o sottovalutato dai partiti politici, al contrario, dovrebbe essere affrontato con urgenza e determinazione. Il problema dell'astensionismo, a dirla tutta, non è affatto limitato all'Italia, ma è diffuso in molti paesi europei e oltre. Nonostante alcuni segnali di miglioramento, come l'aumento del 8,34% nella partecipazione alle elezioni europee del 2019 rispetto al 2014, che ha portato la media al 50,95%, il dato resta ben al di sotto di quanto auspicabile. Il fatto che solo la metà del corpo elettorale dell'Unione Europea si sia recato alle urne rappresenta una sfida significativa per la democrazia e la partecipazione civica.
Nella precedente tornata elettorale europea, pochi paesi hanno percepito l'importanza di una consultazione: il Belgio, ad esempio, ha registrato un'affluenza altissima dell'89%, dimostrando un forte senso di partecipazione civica. Tuttavia, c'è una netta controtendenza rappresentata dalla Slovacchia, che ha segnato la percentuale più bassa di partecipazione con solo il 23%. In questa panoramica, l'Italia si colloca tra i primi dieci paesi per affluenza, posizionandosi al nono posto con il 56,10%. Sebbene questo sia un dato significativo, è importante notare che l'Italia ha registrato un calo di oltre due punti percentuali rispetto alla tornata elettorale precedente, quando l'affluenza era del 58,69%. Altri paesi europei hanno ottenuto risultati migliori, come la Grecia con il 58%, la Germania con il 62% e la Spagna con il 64%. Tuttavia, anche in paesi tradizionalmente considerati forti pilastri della democrazia europea, come la Francia, l'affluenza è stata deludente, attestandosi solo al 51%. Questo potrebbe riflettere una crescente confusione politica e un senso di disaffezione verso le istituzioni elettorali in molti contesti europei.
"Usa il tuo voto. O altri decideranno per te"
In occasione della Giornata dell'Europa che si celebra oggi 9 maggio, l'Arco di Trionfo di Parigi, il Colosseo di Roma e la Grand Place di Bruxelles sono tra i molti monumenti dell'Ue che si sono illuminati con un messaggio legato a doppio filo alle Europee del 6-9 giugno: lo slogan coniato per la campagna elettorale "Usa il tuo voto. O altri decideranno per te". In alternativa sui monumenti è stata proiettata la bandiera blu-stellata nella notte tra l'8 e il 9 maggio.
Le elezioni europee sono un'opportunità per rinnovare il nostro impegno verso la democrazia e i valori europei. Ma questo sarà possibile solo se riusciremo a coinvolgere attivamente tutti i cittadini nel processo politico. È ora che i partiti politici smettano di guardare l'astensionismo come un semplice dato statistico e inizino a considerarlo per quello che è: una seria minaccia alla nostra democrazia e al nostro futuro.
GRANDANGOLO
Giornata dell'Europa, il tempio di Ercole si illumina di bluIl tempio di Ercole questa sera si illuminerà di blu per celebrare la Giornata dell'Europa.
Questa sera, la maestosità del tempio di Ercole nella Valle dei Templi si accende di blu per celebrare la Giornata dell'Europa. Un'illuminazione straordinaria che rende omaggio alla storia millenaria del continente e al suo futuro di collaborazione e solidarietà. Un momento di riflessione e di speranza per un'Europa sempre più unita e inclusiva.
LENTEPUBBLICA
Decreto PNRR, le novità per gli Uffici Attività Produttive e i SUAP.
Arrivano importanti cambiamenti grazie alla conversione in legge numero 5672024 del decreto PNRR: ecco tutte le novità per gli Uffici Attività Produttive e i SUAP dei Comuni.
L'obiettivo del disposto normativo è puntare alla semplificazione e all'ottimizzazione delle procedure amministrative per favorire lo sviluppo delle attività produttive e commerciali nel Paese.
In quest'ottica sono state approvate modifiche particolarmente rilevanti per gli Uffici Attività Produttive e per i SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) dei Comuni, con variazioni significative sia per la Conferenza dei servizi accelerata che per i regimi amministrativi riguardanti le imprese artigiane.
Scopriamo quali sono tutte le novità, che sono analizzate dettagliatamente nella nota fornita dall'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che mettiamo a disposizione alla fine di questo articolo.
Si segnala inoltre che nella seduta della Conferenza unificata del 4 aprile è stata sancita l'intesa su una nuova serie di moduli standardizzati definiti in seno al Tavolo tecnico dell'Agenda per la semplificazione, relativi ad attività nell'ambito dei settori turismo e commercio.
Estensione della Conferenza dei servizi accelerata
Una delle novità di spicco è l'estensione della validità della Conferenza dei servizi accelerata, la cui normativa è stata rivisitata. Il Decreto-legge n. 19/2024 ha prolungato questa disposizione fino al 31 dicembre 2024, introducendo anche alcune modifiche operative.
Tra queste, il ridimensionamento dei tempi per le riunioni telematiche delle amministrazioni coinvolte, che ora devono avvenire entro 15 giorni dalla scadenza per il rilascio delle determinazioni di competenza. In caso di disaccordo, le amministrazioni coinvolte devono indicare le misure mitigatrici e le prescrizioni necessarie per ottenere il consenso, valutando anche i relativi costi.
Regimi amministrativi per le imprese artigiane
Il Decreto-legge n. 19/2024 ha altresì impattato sui regimi amministrativi riguardanti le imprese artigiane, modificando il Decreto SCIA2 (D.lgs. n. 222/2016). È stato introdotto un nuovo articolo dedicato alla semplificazione dei regimi amministrativi per queste imprese, insieme all'inserimento di nuove tabelle nell'allegato del decreto. Queste modifiche comportano che l'avvio, la variazione, la sospensione, il subingresso e la cessazione delle attività di impresa artigiana non richiedono più titoli abilitativi, segnalazioni o comunicazioni specifiche. Restano comunque valide le disposizioni previste dalla normativa di settore e gli adempimenti richiesti dalla legge.
Modulistica unificata per commercio e turismo
Infine, durante la seduta della Conferenza unificata del 4 aprile 2024, è stata raggiunta un'intesa su una serie di moduli standardizzati relativi alle attività nel settore del commercio e del turismo. Questi nuovi moduli, sviluppati dal Tavolo tecnico dell'Agenda per la semplificazione, comprendono variazioni e aggiornamenti necessari per garantire una maggiore efficacia e uniformità nelle pratiche amministrative. Questi moduli sono disponibili online sul sito del Dipartimento della Funzione pubblica e sono stati adottati per agevolare le procedure sia per gli operatori del settore che per le pubbliche amministrazioni.
In particolare, sono stati adottati 4 nuovi moduli:
Modulo SCIA Agenzie di viaggio
Modulo SCIA Strutture ricettive extra alberghiere
Modulo Variazioni in comunicazione per agenzie di viaggio
Modulo Variazioni in comunicazione per strutture ricettive
Altri 5 moduli sono stati invece modificati rispetto alle versioni adottate in precedenza, in particolare:
Modulo SCIA Strutture ricettive all'aria aperta
Modulo SCIA Strutture ricettive alberghiere
Modulo Scheda anagrafica
Modulo di Comunicazione variazioni
Modulo di Notifica sanitaria