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Una panoramica sulla Piattaforma SEND per le notifiche digitali
Ecco una panoramica completa sulla piattaforma per le notifiche digitali SEND: scopriamone di più.Per modernizzare e semplificare i servizi pubblici, il Governo italiano ha introdotto una nuova piattaforma denominata SEND - Servizio Notifiche Digitali, come parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nella sua Misura 1.4.5 della componente M1.C1, dedicata alla Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pubblica Amministrazione.
Tramite lo stanziamento di 200 milioni di euro da parte del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, le amministrazioni comunali sono state così incoraggiate ad aderire al meccanismo di notificazione digitale. Questa dotazione finanziaria ha consentito ai Comuni di richiedere e integrare due tipologie di servizi:uno obbligatorio, per la notifiche di violazione del codice della stradae uno a scelta tra altri diversi servizi, tra cui ad esempio troviamo:tributipatrimonioscuolaanagrafeufficio tecnicoordinanzeriscossione coattivaMa scopriamone di più su questo strumento, su come funziona e su quali possono essere gli strumenti di supporto per le Pa che aderiscono.
Che cosa rappresenta la Piattaforma SEND per le notifiche digitali?Si tratta di un applicativo che digitalizza e semplifica la gestione delle notifiche: permette infatti di riceverle, scaricare i documenti notificati e pagare eventuali spese direttamente online.Le notifiche ad esempio sono rappresentate da comunicazioni a valore legale emesse in via ufficiale da un'amministrazione come multe, avvisi di accertamento di tributi o rimborsi.Fino ad ora, queste comunicazioni venivano inviate quasi sempre tramite raccomandata cartacea mentre d'ora in poi saranno inviate in maniera digitalizzata.In sintesi ci troviamo adesso di fronte a un punto di accesso unico, che gode di valore legale, che consente alle Pubbliche amministrazioni di notificare atti legali a persone fisiche o giuridiche, enti o associazioni, dotati di Codice Fiscale.
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Contributi progettazione opere pubbliche: fuori l'80% delle richieste avanzate dagli enti locali
Sono 5.974 le istanze per accedere ai contributi del Viminale per finanziare spese di progettazione per opere pubbliche negli enti locali che sono state rigettate, sebbene fossero idonee, per insufficienza delle risorse deputate a finanziarle. La dotazione dell'apposito fondo ha coperto poco più di un quarto delle richieste complessivamente avanzate da comuni, unioni e comunità montane. Ai 1.494 progetti ammessi sono stati distribuiti poco meno di 300 milioni di euro a fronte di istanze con un peso specifico complessivo che supera 1,1 miliardi.Le risorse in questione derivano da un fondo, gestito dal Ministero dell'Interno, che è stato istituito dal comma 41, art. 1, della Legge di bilancio del 2020 e conta su un plafond da 85 milioni per il 2020, 128 milioni per il 2021, 320 per il 2022, 350 milioni per il 2023 e 200 milioni per ognuno degli anni dal 2024 al 2031 (successivamente incrementati di 100 milioni annui per l'anno corrente e il prossimo),La norma istitutiva del fondo è stata pensata per favorire gli investimenti, da parte degli enti locali, in opere pubbliche che perseguano una di queste finalità: messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico; messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e messa in sicurezza ed efficientamento energetico di edifici pubblici (con priorità alle scuole). Di fatto le coperture sono state sufficienti a finanziare soltanto un terzo dei progetti volti a realizzare degli interventi appartenenti alla prima di queste categorie, alle quali la norma istitutiva di questi contributi assegna la priorità. Rigettate in blocco, invece, le 1.307 richieste di finanziamento per migliorare rete viaria, ponti e viadotti e le 1.763 istanze orientate a rendere più sostenibili gli immobili pubblici.
I fondi sono andati soprattutto a coprire le spese di progetti esecutivi. A quelli di fattibilità tecnico-economica è andato meno di un quarto delle risorse. A livello territoriale, i più penalizzati sono stati gli enti locali del nord Italia che si sono visti "bocciare" l'86% delle richieste. Nonostante godessero della riserva del 40%, anche il 76% dei progetti candidati dagli enti del Mezzogiorno non è stato ammesso al finanziamento per insufficienza delle risorse di bilancio. In linea con quelli delle amministrazioni del centro, fuori nel 77% dei casi.
FOCUSICILIA
In Sicilia a maggio servirebbero 28 mila nuovi lavoratori. Ma mancano i candidatiSecondo l'ultimo bollettino redatto da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a maggio in Sicilia le imprese hanno previsto 28.500 assunzioni, ma il 44,5% delle figure professionali non si trova
Mercato del lavoro, in Sicilia mancano le competenze e persino i candidati
Il mercato del lavoro sembra avere sempre più fame di lavoratori. L'ultimo bollettino redatto da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali conferma che, solo a maggio, sono 28.530 in Sicilia le assunzioni di personale programmate dalle aziende, a fronte di un fabbisogno nazionale stimato di quasi 494mila unità. Se da un lato le assunzioni previste nella nostra Isola sono aumentate di oltre tremila unità rispetto a maggio 2023, i contratti di assunzione programmati troppo spesso si fermano sulla carta: il passaggio dalla teoria alla pratica si blocca, si arena: il 48,2% delle figure ricercate dalle aziende, riferisce il bollettino, non si trova perché mancano le competenze.
In Sicilia difficoltà di reperimento poco sotto la media
La difficoltà di reperimento di personale che dichiarano le imprese per le assunzioni in Sicilia risulta leggermente inferiore alla media nazionale (44,5%) ma il dato ci conforta poco perché comunque penalizza un mercato molto meno dinamico rispetto a quello del Nord. E a proposito di Nord, ci sono molte regioni che non se la passano affatto meglio: il Trentino Alto Adige, ad esempio, è la regione italiana che in assoluto registra la percentuale più alta di lavoratori introvabili: in questa regione sono il 57,4%. Situazione drammatica anche in Valle d'Aosta (55,7%), Umbria (55,6%) e Friuli Venezia Giulia (55,4%). Il dato italiano più basso si registra in Puglia (41,15% di difficoltà a reperire personale).
Non mancano solo le competenze, anche i candidati
Dei tanti mali che affliggono il mercato del lavoro, come le scarse tutele per le madri lavoratrici, i salari troppo bassi e la sicurezza, quello dello scollegamento tra domanda e offerta è forse la problematica di cui si parla meno e di cui si percepisce meno la gravità.
Morti sul lavoro. Inps Sicilia, sindacati e imprenditori firmano documento unicoSolo in Sicilia, nel decennio 2013-2023 si contano oltre 800 morti e un numero sconfinato di richieste di malattie professionali. Questo senza considerare i mancati incidenti ("Near Miss"). Muovendo proprio dai dati statistici, le Organizzazioni sindacali e le Associazioni Imprenditoriali del Comitato Regionale INPS hanno approvato un documento con 10 proposte
Anche Inps Sicilia è intervenuta a commento della cronaca recente che ha raccontato delle ennesime morti sul lavoro in Sicilia. La presidente Valeria Tranchina ha definito "numeri impressionanti" quelli riferiti alla statistiche dell'ultimo decennio. 800 morti dal 2013 al 2023, senza contare gli incidenti mancati. Difficile contare le richieste di infortunio sul lavoro. Muovendo da questi dati statistici, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le associazioni imprenditoriali Confindustria Sicilia, Confcommercio Sicilia, Confagricoltura Sicilia, Coldiretti Sicilia, tutte rappresentate nel Comitato Regionale Inps Sicilia hanno approvato un documento nel quale sottoscrivo 10 proposte per contrastare il fenomeno delle morti sul lavoro in Sicilia.
Dopo Casteldaccia proposte e contributi da Inps Sicilia
A proposito dell'incidente che il 9 marzo ha ucciso cinque operai di una ditta che lavorava in subappalto per l'Amap di Palermo, la presidente Inps Sicilia Valeria Tranchina ha parlato di "ennesima tragedia che andava certamente evitata e che oggi, come tutte le altre, ci lascia attoniti e sgomenti". Insieme ai sindacali e le associazioni imprenditoriali componenti il Comitato Regionale Inps, la presidente ha annunciato l'approvazione di un documento per intervenire in "modo deciso" che al suo interno contiene "proposte e contributi" per intervenire "affinché la nostra legislazione italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro, da più parti ritenuta una delle migliori al mondo, sia effettivamente e puntualmente osservata ed applicata".
Patente a punti contro le morti sul lavoro in Sicilia
Inps Sicilia insieme a Cgil Sicilia, Cisl Sicilia , Uil Sicilia, Ugl Sicilia e le associazioni imprenditoriali Confindustria Sicilia, Confcommercio Sicilia, Confagricoltura Sicilia, Coldiretti Sicilia ha chiesto l'obbligatorietà di alcuni provvedimenti che sono "cavalli di battaglia" delle sigle sindacali e riscontri dati dalle stesse aziende. Quali, conferire centralità ai contratti a tempo indeterminato e rafforzare la lotta al lavoro precario che rappresenta un rischio per la sicurezza sul luogo di lavoro. Estendere il cosiddetto durc (documento unico di regolarità contributiva) congruo, già in vigore nel settore dell'edilizia, a tutti gli altri settori in maniera da stabilire un adeguato rapporto tra l'opera da realizzare e numero di addetti a essa destinata. Inps Sicilia chiede di introdurre il sistema della qualificazione e classificazione delle imprese e della patente a punti coinvolgendo nelle eventuali sanzioni, in caso di morte e/o infortunio grave non solo l'azienda da cui dipende il lavoratore ma anche l'azienda appaltante. Il documento vuole rendere obbligatorio il caricamento dei dati concernenti, i mancati incidenti nella piattaforma "Near Miss" gestita da Inail.
Chiesta una riduzione della formazione a distanza
Tra gli "imputati" per le morti sul lavoro c'è anche la formazione online, che tra le proposte sottoscritte da Inps Sicilia, sindacati e imprenditori va ridotta. Necessario anche un numero maggiori di ispettori del lavoro in regione. E non solo. Ecco in elenco esatto delle proposte: ridurre la formazione e-learning ed incentivare quella in presenza. Rafforzare l'attività di verifica e controllo rispetto all'effettiva fruizione della formazione, informazione e addestramento obbligatori e sulla conformità degli enti erogatori. Adeguare la pianta organica degli ispettori del lavoro in Sicilia. Prevedere l'obbligo formativo per i datori di lavoro da assolvere prima dell'avvio delle attività d'impresa. Favorire la piena condivisione delle banche dati e dare piena funzionalità al Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione. Finanziare progetti extracurriculari presso le scuole di ogni ordine e grado sulla prevenzione e la sicurezza sul lavoro. Consentire agli enti bilaterali alle aziende di piccole dimensioni di suggerire modelli organizzativi aziendali riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro.
LENTEPUBBLICA
A quanto ammonterà lo sgravio netto del Bonus 100 euro per i dipendenti?
Il Bonus 100 euro per i dipendenti è ancora in esame, ma a quanto ammonta lo sgravio netto? Vediamolo insieme.
Il decreto legge dello scorso 30 aprile ha introdotto diverse novità nell'ambito del lavoro, tra cui un bonus di 100 euro per i lavoratori dipendenti.
Il contributo dovrebbe arrivare nel mese di gennaio 2025, anche se attualmente è atteso all'esame delle commissioni parlamentari.
Si tratta di un contributo che farà molto discutere, visto che gli esperti hanno calcolato che lo sgravio riservato ai lavoratori dipendenti, essendo lordo, varrà molto meno della cifra indicata.
Vediamo nel dettaglio.
Sgravio netto Bonus 100 euro dipendenti: ecco cosa sapere
Innanzitutto, bisogna ricordare che dal Bonus sono esclusi tutti gli incapienti, ovvero i contribuenti che hanno un reddito imponibile inferiore agli 8500 euro. In questo modo, dalla platea vengono esclusi milioni di lavoratori con reddito basso e part-time.
La platea dei beneficiari comprende circa un milione di famiglie monoreddito con almeno un coniuge e un figlio a carico e famiglie monogenitoriali con almeno un figlio a carico, tutte con un imponibile inferiore ai 28mila euro.
Di tutti questi, nessuno riceverà 100 euro.
Secondo l'esperto di fisco e previdenza, Maurizio Benetti, "l'aumento, una tantum, nella busta paga di gennaio 2025 oscillerà tra i 61 e i 74 euro netti".
Ma perché la cifra scende così tanto?
Il motivo principale sta nei contributi Inps, Irpef e delle addizioni locali. Essendo un bonus lordo, è soggetto al prelievo dei contributi previdenziali e quindi vengono tagliati 2,19 euro per i redditi fino a 25mila euro e 3,19 euro per i redditi tra i 25mila e i 28mila euro. Sempre che rimanga in vigore, nel 2025, il taglio del cuneo fiscale.
sgravio netto bonus 100 euro dipendentiSe non rimanesse in vigore, il prelievo Inps salirebbe a 9,19 euro. E sulle somme restanti si pagherà l'Irpef del 23%.
In questo modo, per chi ha un imponibile tra 8500 e 15mila euro, il bonus scende a 75,31 euro.
Ma ci sono anche le addizionali Irpef regionali e comunali da contare, con trattenute da 1,2 fino a 4 euro. In questo modo, il netto potrebbe oscillare tra i 74,1 e i 71,3 euro.
Chi ha un reddito superiore a 15mila euro, invece, otterrà un bonus tra i 65,16 e i 62,32 euro (fino a 25mila euro di reddito) e tra i 64,5 e i 61,69 euro (fino a 28mila euro), a causa del taglio della detrazione da lavoro dipendente e considerando le addizionali.
Cos'è il Bonus 100 euro dipendenti
Il Bonus 100 euro dipendenti è un'indennità che interesserà 1,1 milioni di famiglie ed è stato introdotto dal decreto legge dello scorso 30 aprile.
Il dipendente potrà ricevere il Bonus, previa richiesta al datore di lavoro, attestando per iscritto di averne diritto, indicando il codice fiscale del coniuge e dei figli.
Si parte da una base di 100 euro, ma l'importo sarà rapportato al periodo di lavoro. Ad esempio, se il dipendente è stato assunto il 1° luglio, la cifra di partenza sarà di 50 euro e su questa saranno applicate comunque le ritenute.
LA SICILIA