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Buoni pasto insufficienti per un lavoratore su due
Un lavoratore su due riesce a coprire appena metà pranzo coi buoni pasto, insufficienti alle esigenze richieste.Alla fine del 2023, erano 3,5 milioni i lavoratori che hanno utilizzato i buoni pasto per la loro pausa pranzo, di cui il 20% appartenenti al pubblico impiego.Secondo i dati, i buoni pasto vengono erogati da più di 150mila imprese e sono accettati da oltre 170mila esercizi convenzionati.Una recente indagine di Altis - Università Cattolica per Anseb (l'Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto), fatta su un campione di 15'957 percettori, il 61% dei fruitori di buoni pasto sono uomini e il 75% è over 35.Ma per la metà dei lavoratori sono insufficienti a coprire il pranzo, durante le pause.
Vediamo nel dettaglio.Buoni pasto insufficienti: per un lavoratore su due copre appena metà del pranzoIn una recente indagine, l'89% degli intervistati ha dichiarato di usare i buoni pasto per fare la spesa nei supermercati, ma anche nei negozi di generi alimenti, nei bar e nelle tavole calde.
In un periodo storico, come quello in cui stiamo vivendo, con salari compressi dall'inflazione, il buono pasto contribuisce alla tenuta del potere d'acquisto dei lavoratori.Ma, in quasi la metà dei casi, il buono pasto copre dal 50% all'80% dei costi del pasto (nel 48% dei casi), nel 25% dei casi una buona parte e nel 9% copre l'intero costo.
La rete commerciale che accetta i buoni ha registrato un incremento della quota di clienti che integra con denaro contante l'utilizzo dei buoni pasto.Il costo medio di una pausa pranzo, infatti, ammonta a circa 11 euro:Un panino, una bevanda e un caffè arrivano a costare 8,10 euro;Per un primo piatto, con bevanda e caffè, si arriva a pagare 9,80 euro;Per un pasto completo, invece, i costi arrivano a 15 euro.Ricordiamo che il buono pasto segue le regole dettate dall'art.51 comma 2 lettera c) del Tuir e non concorre a formare reddito imponibile in capo al dipendente, fino all'importo complessivo giornaliero di 8 euro (nel caso di buono pasto digitale) o di 4 euro (nel caso di buono pasto cartaceo).
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Elezioni 2024 a Naro, il Tar riammette le liste di Barberi e Dalacchi
Il giudice ha accolto i ricorsi presentati dagli esclusi alle amministrative per alcuni errori nella fase di presentazione dei candidati consiglieri
Il Tar di Palermo, accogliendo i ricorsi proposti dagli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia, Gaspare Tesè e Rosario De Marco Capizzi, ha riammesso le liste elettorali "Magica Naro" e "Uniti per Naro" a sostegno dei candidati sindaco Milco Dalacchi e Roberto Barberi, escluse nei giorni scorsi per alcuni "difetti insanabili" riscontrati dalla commissione elettorale di Canicattì. Si tratta al momento di una sospensiva, rispetto alla quale il Tribunale amministrativo regionale entrerà nel merito solo nel prossimo futuro. E' però adesso possibile lo svolgimento regolare delle amministrative, con un confronto a tre.Qualora i ricorsi non fossero stati accolti, Brandara avrebbe comunque potuto cimentarsi con il voto degli elettori, ma si sarebbero dovuti recare alle urne almeno il 40% degli aventi diritto.
Con i due ricorsi depositati dallo studio Rubino veniva rilevata l'illegittimità del provvedimento impugnato che faceva applicazione della normativa statale e non già di quella regionale, considerata la potestà legislativa esclusiva della Regione Siciliana in materia elettorale, evidenziando, pertanto, la correttezza della procedura seguita dai candidati delle due liste nella presentazione delle stesse.Si sono svolte le discussioni relative ai due ricorsi, all'esito delle quali il Tar Palermo, condividendo le tesi difensive, ha accolto il ricorso ed ha annullato i provvedimenti impugnati, rilevando con la IV Sottocommissione circondariale elettorale di Canicattì abbia errato nell'escludere le suddette liste. Il collegio giudicante del Tar Palermo, nell'accogliere i ricors,i ha dato atto dell'esistenza di un consolidato orientamento giurisprudenziale in materia, confermato anche dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana. Ha altresì disposto la riammissione (senza alcuna necessità di procedere alla sanatoria) delle due liste alla campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative del prossimo 8/9 giugno, dando atto che nessuna irregolarità era stata posta in essere all'atto di presentazione delle liste.