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Agrigento, confiscati 800 mila euro all'ex consigliere provinciale TerrazzinoTerrazzino, 60 anni, di Raffadali, è un dipendente della Regione Siciliana nonché ex consigliere della provincia di Agrigento
La Divisione Anticrimine della Questura di Agrigento ha eseguito in provvedimento di confisca beni, per un valore di 800 mila euro, nei confronti dell'ex consigliere provinciale Giuseppe Terrazzino. La misura, emessa dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, è diventa irrevocabile. La confisca riguarda beni immobili, rapporti finanziari, beni mobili registrati e impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ammonta a circa 800.000.
Terrazzino, 60 anni, di Raffadali, è un dipendente della Regione Siciliana nonché ex consigliere della provincia di Agrigento. L'uomo è ritenuto uno dei personaggi principali dell'operazione "Demetra", l'inchiesta che ipotizza un'associazione a delinquere, di cui lui sarebbe stato uno dei personaggi chiave, finalizzata alla truffa e ai falsi infortuni sul lavoro. Per questa vicenda Terrazzino è stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione.
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Scuola e autonomia differenziata. Quali rischi per il sistema della pubblica istruzione?
La scuola è aperta a tutti. Basterebbero queste sei, semplici, parole dettate nel primo comma dell'art. 34 per qualificare l'importanza attribuita dalla nostra Costituzione al diritto all'istruzione.La Carta non si ferma però a una semplice enunciazione formale; infatti, così come per l'uguaglianza sostanziale garantita dall'art. 3, anche in questo ambito si è voluto specificare che tale diritto deve essere garantito a tutti i cittadini, precisando nei commi successivi che l'istruzione è obbligatoria e gratuita, e che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Proprio nel comma finale risulta ancora più evidente l'analogia con l'art. 3, allorché si chiosa che la Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Quindi la scuola pubblica e gratuita uscita dalla sintesi dell'Assemblea costituente non è solo la formulazione di un diritto fondamentale, ma una vera e propria norma programmatica che deve vedere lo Stato, in tutte le sue articolazioni, impegnato per la più completa realizzazione.Dovrebbe essere chiaro, pertanto, perché vi sia una forte preoccupazione per gli effetti che le richieste di maggiore autonomia pretese da alcune Regioni possano avere in ambiti come la sanità e l'istruzione, senza dubbio tra i primi in cui il principio di uguaglianza sostanziale posto alla base della nostra Costituzione non dovrebbe mai essere messo in discussione.
Le diseguaglianze irrisolte nella scuola.
E invece la scuola è l'altro settore in cui si manifestano le maggiori diseguaglianze irrisolte tra le diverse parti del nostro Paese. Tendenze croniche e storicizzate, che avrebbero già meritato gli interventi necessari a un loro superamento. Ne analizzo alcuni aspetti numerici, che aiutano a comprendere in maniera rigorosa la situazione reale del sistema istruzione pubblica composto, è bene ricordarne le dimensioni, da 8.447 istituzioni scolastiche autonome, 7.154.000 studenti e oltre un milione di lavoratori e lavoratrici.
Le ferie non godute dei dipendenti pubblici vanno (quasi) sempre monetizzate
La Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Toscana, ha recentemente deliberato su una questione cruciale riguardante la monetizzazione delle ferie non godute dai dipendenti pubblici: scopriamo qual è il perimetro di applicazione delineato dalla magistratura contabile.La richiesta di parere, presentata dal Sindaco di un Comune toscano, ha portato la Sezione a esprimersi su una pratica controversa. Il primo cittadino aveva chiesto alla Corte dei Conti di chiarire se in casi particolari, come in casodi cessazione dal servizio preceduta da un lungo periodo di malattia o infortunio, fosse possibile procedere alla monetizzazione delle ferie maturate e non godute. Questo quesito nasceva dall'applicazione del d.l. n. 95/2012, che vieterebbe la monetizzazione delle ferie non godute per i dipendenti pubblici.Il contesto normativoLa Sezione ha esaminato vari riferimenti normativi, tra cui l'articolo 100, comma 2, della Costituzione, il Testo Unico delle leggi sulla Corte dei Conti (r.d. n. 1214 del 12/07/1934), la legge n. 20 del 14/1/1994, e la legge n. 131 del 5/6/2003.Si deve partire inoltre dall'assunto che secondo l'articolo 5, comma 8, del sopra citato d.l. n. 95/2012, le ferie non godute non possono essere monetizzate, neanche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento o raggiungimento del limite di età.
Tuttavia, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 95 del 6 maggio 2016, ha interpretato questa norma in modo da escludere il divieto di monetizzazione quando il mancato godimento delle ferie non è imputabile al lavoratore.La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha ulteriormente chiarito che il diritto a un'indennità per ferie non godute non può essere negato se il lavoratore non ha potuto usufruire delle ferie per cause indipendenti dalla sua volontà. Questo principio è stato ribadito in più sentenze, sottolineando l'importanza di tutelare il diritto alle ferie come elemento essenziale del diritto al lavoro.Le ferie non godute dei dipendenti pubblici vanno (quasi) sempre monetizzateAlla luce di queste considerazioni, la Corte dei Conti della Toscana ha deliberato che la monetizzazione delle ferie non godute deve essere garantita in tutte le situazioni in cui il dipendente non ha potuto usufruirne per cause non dipendenti dalla sua volontà.Nel caso specifico dunque non solo questo principio vale nel caso di malattia prolungata o decesso, ma vale in tutti le fattispecie simili in cui il lavoratore non è stato in grado di esercitare questo diritto.Per gli enti locali, questa decisione implica un cambiamento nel modo in cui gestiscono le risorse umane. I dirigenti sono ora chiamati a una maggiore attenzione nella pianificazione delle ferie del personale, assicurando che tutti i lavoratori abbiano effettivamente la possibilità di usufruire delle ferie e che, in caso di impedimenti non imputabili al dipendente, venga garantita la monetizzazione delle ferie non godute.Questa pronuncia della Corte dei Conti della Toscana rappresenta quindi una significativa salvaguardia dei diritti lavorativi, assicurando che i dipendenti pubblici non siano penalizzati per circostanze al di fuori del loro controllo. La monetizzazione delle ferie non godute si riconosce così come un diritto fondamentale, contribuendo pertanto a una giusta tutela dei lavoratori e al mantenimento di standard equi nel contesto dell'impiego pubblico.Resta fermo ovviamente che il diritto alla monetizzazione decade se il comportamento del lavoratore è in grado di manifestare questa preferenza e ha scelto deliberatamente di non farlo.
Aumento stipendio e smart working: le ipotesi per il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici
Col rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici, potrebbero esserci grandi novità, come un aumento dello stipendio e il ritorno dello smart working: ecco le ipotesi.Lo scorso 29 maggio, il Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato l'atto che avvia il negoziato per il rinnovo del contratto Statali, per il periodo 2022/2024.Ad essere interessati dal rinnovo sono circa 193mila dipendenti centrali e sono coinvolte agenzie fiscali, diversi ministeri, la Corte dei Conti, l'avvocatura generale, diversi enti pubblici non economici e il Cnel.Dal rinnovo del contratto dei dipendenti centrali, saranno tracciate, poi, le linee guida per gli altri settori della Pubblica amministrazione.
Vediamo allora quali sono le possibili novità per i dipendenti.
Ipotesi rinnovo contratto dipendenti pubblici: le possibili novità
Col nuovo accordo, sono previste diverse novità interessanti.Aumento stipendioIn primis, c'è un aumento dello stipendio per i dipendenti pubblici, attività per la quale sono stati stanziati 555 milioni di euro, dei complessivi 5,5 miliardi previsti per tutto il comparto statale.In media è previsto un aumento di 160 euro al mese, pari al 5,78% della remunerazione.Smart workingUn'altra novità importante riguarda lo smart working. A poter beneficiare delle nuove tutele potrebbero essere, innanzitutto, i lavoratori con figli under 14 e i lavoratori fragili.
Tra le ipotesi, c'è la possibilità di usufruire del lavoro agile, se le attività svolte sono compatibili con la modalità da remoto.Lo smart working sarà utilizzato anche come valido sostegno per la genitorialità o per quei lavoratori che possono documentare determinate esigenze di salute, che non vengono regolamentate dalle leggi speciali.
Anzianità di servizioTra le possibili novità c'è anche l'eliminazione dell'anzianità di servizio fra i criteri adottati per assegnare aumenti o premi.
Si tratta di un vero e proprio "cambio di rotta", rispetto all'ultimo accordo sindacale, che prevedeva il 40% della valutazione legato alla cosiddetta "esperienza professionale".
Con l'introduzione di questa novità, s'ipotizza che gli aumenti saranno legati più al merito e non tanto sull'accumulo di anni di professionalità.Formazione del personaleUn'altra ipotesi importante è legata alla formazione del personale, che diventa una delle basi per determinare le progressioni economiche o per erogare premi.
Durante la contrattazione, infatti, sarà valutata la possibilità di introdurre un ammontare minimo di ore di formazione, non inferiore alle 24 ore, compreso comunque nell'orario lavorativo.