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rassegna stampa del 14 giugno 2024

agrigentonotizie.it
Siciliacque ventila riduzioni alle forniture idriche, il prefetto: "Acqua già al minimo vitale, è a rischio l'ordine pubblico"
Filippo Romano: "Fino al perdurare dello stato d'emergenza, eventuali altre diffide di questo tenore saranno valutate per l'individuazione di ogni responsabilità".


Prima il decreto ingiuntivo di oltre 18 milioni di euro. Martedì scorso il preavviso di "misure di contenimento". È ormai guerra fredda fra Siciliacque, l'ente gestore del sovrambito idrico, e Aica. E nubi nere, purtroppo non di pioggia, sembrano addensarsi sui cieli dell'Agrigentino. Nubi che rischiano di turbare il già precario ordine pubblico. Motivo per il quale il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha scritto a Siciliacque. Poche righe, con le quali la massima autorità governativa richiama Siciliacque, ma anche la stessa Aica. "Siciliacque ha il pieno diritto al pagamento di quanto dovuto dall'Aica. E l'Aica è invitata a provvedere - ha premesso il prefetto che s'è detto sconcertato "dalla paventata, ulteriore, riduzione della portata idrica erogata a favore dei Comuni della provincia". Come se ce ne fosse bisogno, specie rivolgendosi a Siciliacque, Romano ha ricordato la gravissima crisi idrica che colpisce il territorio e che ha, già, provocato grande preoccupazione fra la popolazione e conseguente turbamento dell'ordine pubblico. "Fino al perdurare dello stato di emergenza, dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 6 maggio scorso, invitiamo Siciliacque - scrive il prefetto - a evitare qualsivoglia riferimento a ulteriori tagli delle forniture peraltro già ridotte al 'minimo vitale'. Eventuali altre diffide di questo tenore, cioè tali da arrecare ulteriore turbamento all'ordine pubblico, saranno valutate per l'individuazione di ogni responsabilità a termini di legge", ha troncato, e in maniera categorica, il prefetto.
Andando indietro nel tempo, ammontava a oltre 28 milioni di euro (nel 2017) il debito che all'epoca vantava Siciliacque verso Girgenti Acque. Una somma in larga parte saldata dal vecchio gestore e in altra parte finita "assorbita" dal fallimento della società di Marco Campione dopo l'interdittiva antimafia. Due anni addietro, le fatture non pagate a Siciliacque risultavano ammontare a oltre 4 milioni di euro. Nei giorni scorsi, il decreto ingiuntivo per una serie di presunte violazioni al piano di rientro che la società consortile avrebbe commesso nonostante gli accordi presi appunto per far rientrare un'enorme esposizione economica che in alcuni anni è lievitata in modo significativo data la sostanziale dipendenza dal punto di vista della fornitura di questa provincia dalla società pubblico-privata della Regione. Aica a quel decreto ingiuntivo si sta opponendo in tribunale, ritenendo che il provvedimento non sia motivato. È certo però che Aica non può che essere in difficoltà nei pagamenti delle fatture dei fornitori. Questo dal punto di vista finanziario. Ma c'è un di più. Perché non soltanto la crisi idrica è già conclamata ed emergenziale. Al momento continuano a cercarsi soluzioni per non morire di sete. Il di più è rappresentato dal fatto che ventilare ipotetiche "misure di contenimento", in un periodo storico in cui le forniture sono già ridotte al 'minimo vitale', non può che mettere a rischio la tenuta dell'ordine pubblico.  


Siccità e coltivazione di arance e pesche, il prefetto: "Stop produzione energia elettrica alla centrale San Carlo
"L'attuale grave crisi idrica ha ridotto la possibilità di attingimento dal bacino Gammauta e gli agricoltori, da tempo, temono il rischio di disseccamento delle colture irrigue
All'inizio del mese, durante un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, si era parlato - c'era anzi la rassicurazione dell'imminente firma - di una convenzione con l'Enel per escludere completamente l'utilizzo della diga per l'energia elettrica per tutto il periodo dell'emergenza. Una soluzione per tamponare la siccità di Ribera e Cianciana. Ieri, dopo più di 10 giorni da quelle rassicurazioni, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha ordinato alla società di gestione dell'impianto di produzione di energia idroelettrica denominata "Centrale San Carlo" di interrompere la produzione di energia fino al 30 
settembre prossimo, assicurando in tal modo il trasferimento all'invaso Castello delle risorse idriche ancora provenienti dalla condotta Gammauta, garantendo i periodici rilasci a favore dell'asse fluviale Sosio-Verdura."In territorio di Burgio, località Gristìa, esiste un impianto di produzione di energia idroelettrica denominato Centrale San Carlo che viene alimentato mediante
una condotta proveniente dall'invaso artificiale lago di Gammauta, posto nel bacino idrografico del fiume Sosio-Verdura, in provincia di Palermo. Unico concessionario dell'acqua utilizzata nella centrale, per uso di forza motrice (cosiddetto idroelettrico) è la società Enel. 
A monte dell'impianto idroelettrico è collegata un'altra condotta (denominata "bretella") che, in caso di emergenza idrica, può contribuire ad incrementare un altro invaso artificiale denominato Invaso Castello (o lago di Magazzolo), il quale alimenta le aree agricole della sezione centro-settentrionale di questa provincia, nella quale rientrano gli importanti distretti agricoli dell'arancia di Ribera dop e della Pescabivona igp. In questo periodo irriguo l'afflusso di acqua dalla condotta del Gammauta, tramite la centrale San Carlo, contribuisce ad assicurare la fornitura idrica a uso agricolo per le altre colture situate lungo la valle del fiume Sosio-Verdura e ricadenti nei Comuni di Burgio, Villafranca Sicula e Lucca Sicula. L'attuale grave siccità ha notevolmente ridotto la possibilità di
attingimento dal bacino Gammauta e gli agricoltori, da tempo, temono il rischio di disseccamento delle colture irrigue. Occorre - senza "se", senza "ma" e senza alcun ritardo - provvedere, per quanto possibile, al ripristino della fornitura a favore dell'invaso Castello, mantenendo, anche, periodici rilasci a favore
del corso del Sosio-Verdura. Ed è sulla base di questi presupposti, evidenziando anche che "le esigenze dell'agricoltura siano da ritenere, nell'attuale
contingenza, prevalenti rispetto a quelle della produzione di energia elettrica" che il prefetto ha firmato l'ordine di interruzione della produzione di energia. "Va consentito alla società Enel produzione di attuare tutti gli interventi manutentivi necessari a garantire il corretto funzionamento dei propri impianti nel bacino Sosio Verdura, ai fini delle forniture di risorsa idrica alle utenze irrigue - ha chiarito la massima autorità governativa - . La produzione di energia elettrica potrà essere ripresa qualora eventi piovosi di rilevante intensità portino le acque dell'invaso Gammauta a livelli tali da creare il pericolo di superamento del livello di guardia della omonima diga.



LENTEPUBBLICA
Appalti: chiarimenti sulla discrezionalità amministrativa nel Project Financing.
Una recente sentenza del TAR del Lazio ha fatto luce sulle complessità e le sfide del Project Financing negli appalti e sul principio di discrezionalità amministrativa.
Nel caso in esame una società ha citato in giudizio un Comune, rappresentato dal Sindaco, per risarcimento danni, accusando l'amministrazione di condotta scorretta in merito alla proposta di progettazione, realizzazione e gestione di un nuovo cimitero comunale tramite project financing.
La società ricorrente ha presentato al Comune una proposta di project financing per la progettazione, realizzazione e gestione del nuovo cimitero, proposta che inizialmente ha ricevuto l'approvazione del Consiglio Comunale. Con la Delibera del Consiglio Comunale n. 8 del 2017, l'opera è stata inserita nel programma triennale delle opere pubbliche. Tuttavia, con una successiva Delibera del 5 maggio 2017, l'inserimento dell'opera è stato considerato solo come un atto di indirizzo per l'ufficio tecnico, senza ulteriori sviluppi.
Nonostante l'approvazione iniziale, nessun passo concreto è stato fatto per avviare il progetto. La società ha quindi presentato ricorso contro l'inerzia amministrativa. Durante la pendenza del ricorso, il Comune ha comunicato, con una nota del 16 maggio 2019, che la proposta di project financing non era stata inclusa nel successivo programma triennale delle opere pubbliche per il periodo 2018-2020, preferendo invece altre soluzioni.
La società ricorrente ha accusato il Comune di violazione del principio di affidamento, correttezza e buona fede, richiedendo un risarcimento pari alle spese di progettazione sostenute. Il Comune, d'altra parte, ha difeso la propria posizione sostenendo che la proposta non era mai stata approvata formalmente né era stata bandita una gara, rimanendo quindi in una fase embrionale.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per il Lazio ha sottolineato un principio chiave nel campo del project financing: la discrezionalità amministrativa. Questa discrezionalità permette all'amministrazione pubblica di rivedere e modificare le proprie decisioni in qualsiasi momento fino all'indizione della gara e alla sua eventuale aggiudicazione. La giurisprudenza, inclusa quella del Consiglio di Stato, ha costantemente ribadito che solo con l'aggiudicazione si configurano aspettative giuridicamente rilevanti per il promotore del progetto.
Il ruolo della giurisprudenza
La giurisprudenza ha stabilito che il project financing, essendo un meccanismo complesso che coinvolge sia l'interesse pubblico sia quello privato, conferisce all'amministrazione un ampio margine di valutazione. Questo margine permette di ponderare attentamente le opportunità e le necessità legate alla realizzazione di un'opera pubblica. Le decisioni prese durante questo processo sono quindi considerate espressione della discrezionalità amministrativa, la quale non può essere facilmente sindacata in sede giurisdizionale. In particolare, il TAR del Lazio ha citato sentenze precedenti che ribadiscono come la valutazione dell'interesse pubblico prevalga nelle scelte amministrative legate ai progetti di finanza.
Il caso specifico
Nel caso specifico del Comune in questione, il TAR ha rilevato che non vi era alcun obbligo formale per l'amministrazione di procedere con il project financing proposto dalla società ricorrente. Anche dopo l'iniziale approvazione della proposta e il suo inserimento nel programma triennale delle opere pubbliche, il Comune ha esercitato la sua discrezionalità amministrativa decidendo di non procedere con il progetto. Questa decisione è stata presa nel rispetto del principio di buon andamento della pubblica amministrazione, che impone di valutare continuamente l'interesse pubblico alla luce delle circostanze mutevoli.
Aspettative giuridiche e responsabilità precontrattuale
La società ricorrente ha sostenuto che l'approvazione preliminare della sua proposta aveva creato una legittima aspettativa giuridica di vedere il progetto realizzato. Tuttavia, il TAR ha chiarito che tale aspettativa diventa giuridicamente rilevante solo con l'indizione della gara e la sua aggiudicazione. Fino a quel momento, l'amministrazione conserva il diritto di rivalutare e modificare le proprie decisioni. Di conseguenza, il mancato proseguimento della procedura di project financing non può essere considerato una violazione dei principi di correttezza e buona fede, né una violazione del principio di affidamento.
Il TAR ha quindi rigettato la richiesta di risarcimento della società, affermando che non vi era alcuna responsabilità precontrattuale da parte del Comune. Le spese sostenute dalla società per la preparazione del progetto sono state considerate un rischio inerente alla fase preliminare del project financing, che non garantisce un esito favorevole. La decisione del tribunale ha anche comportato la condanna della società al pagamento delle spese legali, quantificate in 3.000 euro.
Implicazioni della sentenza
Questo caso evidenzia l'importanza della discrezionalità amministrativa nelle procedure di project financing e la necessità di un impegno formale e definitivo da parte dell'amministrazione per configurare una responsabilità precontrattuale. Le amministrazioni pubbliche devono poter operare con la massima flessibilità nelle fasi preliminari dei progetti di finanza, valutando continuamente l'interesse pubblico e potendo rivedere le proprie decisioni senza il rischio di contenziosi legali per presunte violazioni di aspettative non ancora consolidate.
Per completezza va aggiunto che, secondo il parere n. 63 del 14 febbraio 2024 dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, il medesimo contratto di concessione che può essere finanziato, sia in corporate financing, sia in ' project financing. In ragione delle peculiarità di tale ultima operazione economica (in cui la società di progetto isola il progetto e consente di schermarlo dai rischi operativi), sono state comunque riservate alla finanza di progetto norme specifiche in tema di aggiudicazione ed esecuzione del contratto.
Il nuovo Codice Appalti ha introdotto diverse novità per la finanza di progetto. Ecco le modifiche principali:
1. Eliminazione della finanza di progetto ad iniziativa pubblica:
Non è più possibile per le pubbliche amministrazioni proporre direttamente progetti di finanza di progetto.
Le amministrazioni devono comunque indire gare pubbliche per l'affidamento di concessioni di lavori o servizi.
2. Semplificazione della disciplina:
Sono stati eliminati i commi da 1 a 14 dell'articolo 183 del D.Lgs. 50/2016 che disciplinavano la finanza di progetto ad iniziativa pubblica.
Sono state ridotte le disposizioni relative alla finanza di progetto ad iniziativa privata, contenute ora negli articoli da 193 a 195 del Codice Appalti 2023.
3. Riconduzione al contratto di concessione:
La finanza di progetto è ora disciplinata all'interno del Titolo IV della Parte II del Codice, dedicato ai contratti di concessione.
Questo significa che la finanza di progetto è considerata una modalità particolare di finanziamento delle concessioni.
4. Presentazione della proposta:
I privati possono presentare proposte di finanza di progetto anche se non sono presenti negli strumenti di programmazione dell'amministrazione.
Le proposte devono comunque essere conformi ai principi e criteri di cui all'articolo 183 del Codice Appalti 2023.
5. Valutazione della proposta:
L'amministrazione valuta la proposta sulla base di criteri di economicità, efficacia, equità e sostenibilità finanziaria.
Se la proposta è ritenuta idonea, l'amministrazione la inserisce nel programma triennale dei lavori pubblici.
6. Progetto di fattibilità:
Il proponente redige un progetto di fattibilità che viene sottoposto a verifica da parte di una commissione di esperti nominata dall'amministrazione.
Il progetto di fattibilità deve contenere le informazioni necessarie per valutare l'opera e la sua fattibilità.
7. Gara per l'affidamento:
L'amministrazione indice una gara pubblica per l'affidamento del contratto di concessione.
La gara può essere indetta anche prima dell'approvazione del progetto definitivo.
8. Regole sulla progettazione:
La progettazione dell'opera è disciplinata dal Codice Appalti 2023.
L'amministrazione può affidare la progettazione al proponente o a un altro soggetto terzo.
9. Finanziamento:
Il finanziamento dell'opera è a carico del concessionario.
L'amministrazione può versare un contributo al concessionario a titolo di corrispettivo per la concessione.
Le nuove regole si applicano a tutti i progetti di finanza di progetto avviati dopo il 1° luglio 2023. Per i progetti avviati prima di questa data, si applicano le vecchie regole, a meno che non sia stato già approvato un progetto di fattibilità tecnica ed economica e l'intervento sia stato inserito nel programma triennale delle opere pubbliche. In questo caso, si applicano le nuove regole per la progettazione, ma le vecchie regole per l'affidamento dei lavori.


LENTEPUBBLICA
Il Senato ha approvato l'art.5 sul Premierato.
Il Senato ha approvato l'art.5 sull'elezione diretta, in riferimento al Premierato: la maggioranza ha votato compatta, mentre le opposizioni hanno abbandonato l'aula.
Il Premierato si fa più vicino.
Ieri, 12 giugno 2024, il Senato ha approvato l'art.5 del decreto legge sul Premierato, il nucleo principale del provvedimento, che introduce l'elezione diretta del Presidente del Consiglio.
La maggioranza ha votato compatta a favore dell'articolo, mentre le opposizioni hanno deciso di lasciare l'Aula per protesta, non senza proteste.
Ecco di cosa si tratta.
Approvato art.5 Premierato: il Senato dà voto favorevole
L'art.5 rappresenta la parte principale della proposta e andrebbe a modificare l'art.92 della Costituzione e dice che
"Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per cinque anni, per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l'incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Le elezioni delle Camere e del Presidente del Consiglio hanno luogo contestualmente".
Come affermato nel ddl:
"La legge disciplina il sistema per l'elezione delle Camere e del Presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche. Il Presidente del Consiglio è eletto nella Camera nella quale ha presentato la candidatura".
Il Senato ha approvato anche il sesto degli otto articoli del decreto sul Premierato attivo.
L'articolo in questione riguarda il Senato che, secondo la Costituzione, "viene eletto su base regionale". Ma col ddl Casellati si aggiunge anche "salvo il premio su base nazionale previsto dall'art.92".
Nell'art.5, infatti, si prevede un premio di maggioranza per le liste che appoggiano il candidato premier che vince le elezioni, in modo da garantire, in entrambe le Camere, una maggioranza dei seggi alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio eletto.
Le prossime tappe
La Conferenza dei capigruppo del Senato ha fissato per martedì 18 giugno, alle ore 15.00, l'orario di conclusione dell'esame e del voto degli emendamenti al Premierato.
È stato stabilito, inoltre, che le opposizioni, che hanno terminato il tempo a disposizione in Aula, avranno altre due ore aggiuntive.
Diverse le polemiche da parte delle opposizioni.
Molti senatori delle opposizioni si sono lamentati per essere stati "silenziati" e per non aver avuto la possibilità di parlare, a causa del taglio del minutaggio.


ITALIAOGGI
Autonomia, le opposizioni contestano il verbale sulle violenze in AulaSchlein, segretaria del Pd: non è stata una rissa ma una aggressione diparte da deputati di maggioranza, la linea dell'opposizione dura e senza sconti sarà totale e possibilmente unitaria e concordata con le altre opposizioni.
L'aula della Camera ha ripreso i lavori sulla legge sull'Autonomia differenziata fra le Regioni che la maggioranza aveva programmato in approvazione stasera, dopo la sospensione di ieri a seguito delle violenze esplose in aula dopo la protesta dell'opposizione con bandiere tricolori, inno di Mameli e canti partigiani. I gruppi di opposizione si sono iscritti a parlare contestando il testo del verbale della seduta di ieri proposto dalla Presidenza che nel ratificare i primi provvedimenti definisce disordini da definire in seguito in accadimenti e responsabilità i fatti accaduti ieri. Il clima del confronto è teso: frequenti le interruzioni degli interventi egli scampanellii della presidenza. L'esame del merito del provvedimento fatica a ricominciare.
Linea dura del Pd che "non intende arretrare di un millimetro nel denunciare quanto avvenuto ieri in aula alla Camera che non è stata una rissa ma una aggressione diparte da deputati di maggioranza e nell'opposizione durissima e possibilmente unitaria di tutte le opposizioni" all'approvazione della nuova legge del Governo per l'Autonomia differenziata frale Regioni che nei piani della maggioranza l'aula della Camera dovrebbe approvare stasera. La dettano la segretaria Elly Schlein e la presidente dei deputati Chiara Braga che riuniscono i gruppi parlamentari prima della seduta d'aula. Braga si incarica di spiegare che sarà contrastato con forza il tentativo della maggioranza di far verbalizzare gli incidenti di ieri come "disordini" dalle responsabilità indistinte e incerte che saranno affidati in seguito all'esame e la valutazione degli organismi interni di Montecitorio. È stata un'aggressione violenta di una parte politica di maggioranza contro esponenti di opposizione che manifestavano il loro dissenso. Non dobbiamo transigere che possa passare una valutazione diversa". Schlein prende la parola per sottolineare che "la linea dell'opposizione dura e senza sconti sarà totale e possibilmente unitaria e concordata con le altre opposizioni con cui siamo in contatto". Contatti con gli altri leader di opposizione che Schlein avvia in Transatlantico un attimo dopo la conclusione dell'assemblea, mentre in aula i deputati dem si iscrivono uno aduno per contestare il verbale di ieri che parla di "rissa" e include l'M5s Donno finito al Pronto Soccorso fra gli espulsi". "Non arretreremo di un millimetro, statene certi", dice Schlein a Montecitorio.
Il verbale d'aula di quanto accaduto ieri è "pieno" di "falsificazioni, mistificazioni e omissioni". Così nell'aula della Camera i deputati delle opposizioni che stanno prendendo la parola in massa per contestare quanto scritto nel verbale sulla seduta di ieri dell'aula della Camera sull'autonomia differenziata. "Il tentativo di derubricare a 'disordini', 'rissa', 'dinamica parlamentare' ciò che è stato un vero e proprio atto di squadrismo parlamentare e di violenza politica da parte di deputati della destra, è un ulteriore sfregio alle istituzioni democratiche. Non lo permetteremo", ha esordito Peppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del Pd. "Le parole negli atti ufficiali scrivono la storia - ha detto il Dem Marco Furfaro - Matteotti disse che le violenze avvennero con la connivenza delle autorità". Quanto avvenuto ieri "non è stato un disordine ma un'aggressione, non si può confondere l'aggredito con l'aggressore". "Non vorrei ripetere che in aula c'è stata un'aggressione squadrista, e se tutti lo dicono questa è la realtà dei fatti. Quello che mi preoccupa" è che si "conferma quanto il governo fa nei fatti" con "verbali falsificati", ha esordito Patty L'Abbate (M5S). "Siete degli squadristi. Vogliamo la verità in questo processo verbale" perché la ricostruzione "è palesemente falsa: non si fa nessuna menzione di quello che il deputato Donno ha subito: tre giorni di prognosi", ha affermato il deputato stellato Alfonso Colucci. Nel verbale, ha aggiunto Enrico Cappelletti (M5S), "ci sarebbe dovuto essere scritto: 'ancora episodi di squadrismo a cento anni dall'omicidio di Matteottì".


GIORNALE DI SICILIA 
Ars, maggioranza assente: slittano i sussidi agli allevatoriSolo 5 presenti su 13 in commissione Attività produttive: bisognava dare il via libera a ristori per 10 milioni di euro. E da Palazzo d'Orleans filtra disappunto.
Solo cinque presenti (su 13 componenti) in terza commissione all'Ars che aveva all'ordine del giorni i provvedimenti a favore degli agricoltori e in particolare il voucher del fieno. I deputati erano stati chiamati ad esprimere un parere sull'«avviso pubblico per la formazione di un albo dei fornitori di foraggi». Un provvedimento sul quale ieri si è avviata (e conclusa) la discussione generale e che sarà votato martedì prossimo alle 12 quando la commissione è stata riconvocata dal presidente, Gaspare Vitrano. «La situazione è drammatica e merita tutta l'attenzione possibile», dice il deputato di Forza Italia che guida la terza commissione, «sono dispiaciuto e rammaricato per le assenze, ma la commissione ha un regolamento diverso rispetto all'aula che ci ha permesso comunque di affrontare e concludere la discussione generale. Martedì saremo tutti presenti per la votazione finale».
Una mezza battuta di arresto che non è piaciuta neanche a Palazzo d'Orléans (il presidente Renato Schifani ha al momento l'interim all'agricoltura) da cui filtra un grande disappunto per quanto accaduto. Ira di Coldiretti: «Spettacolo indecoroso».


GIORNALE DI SICILIA 
Guasto all'acquedotto Tre Sorgenti, niente acqua all'ospedale di CanicattìStop all'erogazione a Grotte, Racalmuto, Castrofilippo, Naro, Campobello di Licata e Ravanusa.
Anche l'ospedale Barone Lombardo resta a secco. Da oggi, infatti, sarà sospesa l'erogazione idrica al presidio ospedaliero di contrada Giarre. Lo ha annunciato la società consortile Aica, che si occupa del servizio di approvvigionamento e distribuzione dell'acqua in provincia di Agrigento.
«Nel corso delle attività di routine effettuate dagli operatori, è stato riscontrato un guasto sull'acquedotto Tre Sorgenti, individuato nel tratto ricadente in contrada Salto D'Angiò, che si riversa sulla strada provinciale 41/C - fa sapere Aica.
Vista l'urgenza del caso, nella giornata di venerdì 14 giugno (oggi ndr), Aica provvederà ad eseguire il necessario intervento di riparazione. Pertanto, sarà necessario sospendere la fornitura idrica, ai Comuni di Grotte, Racalmuto, Castrofilippo, Naro, Campobello di Licata, Ravanusa, ed al presidio ospedaliero di Canicattì e le utenze Voltano. Tale situazione provocherà degli slittamenti o delle limitazioni alla distribuzione idrica prevista nei comuni indicati. La fornitura idrica ai comuni - conclude Aica - sarà ripristinata non appena saranno ultimati i lavori».

























































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