teleacras.
turismo in provincia
Agrigento, la crisi idrica arresta i flussi turisticiLa crisi idrica ad Agrigento si riflette già anche sui flussi turistici, tra numerose cancellazioni di prenotazioni per la stagione estiva. Così conferma e argomenta l'associazione turistica "Tante case tante idee". Il presidente, Domenico Vecchio, afferma: "Ci troviamo a fronteggiare una situazione che ci vede fortemente danneggiati. Da una parte siamo costretti ad approvvigionarci di acqua acquistandola autonomamente (con turni di attesa estenuanti). Dall'altra, dobbiamo fronteggiare continue cancellazioni di prenotazioni. In una città che vive di stagionalità, le strutture turistiche e tutto l'indotto sono fortemente penalizzate da tale situazione. Chiediamo di incontrare le autorità competenti per comprendere cosa si sta facendo per arginare l'emergenza e cosa riferire ai nostri ospiti. Si ricorda che con le attività turistiche extra alberghiere sopravvivono centinaia di famiglie, a cui altro non resta che mollare tutto e andare a cercare fortuna altrove".
agrigentonotizie.it
Rescissione del contratto con la Girgenti Acque, partita chiusa: la società rinuncia al ricorso
L'azienda ormai in gestione fallimentare ha dichiarato la cessazione del contendere davanti al Tar
Ricorsi pendenti sulla rescissione da parte dell'Ati del contratto con la Girgenti Acque, l'azienda, ormai in fallimento, rinuncia a difendersi, partita chiusa.L'ex gestore del servizio idrico si era infatti rivolto al Tar per chiedere di annullare la delibera dell'Assemblea territoriale idrica che, preso atto dell'interdittiva della prefettura di Agrigento nel 2018, chiudeva la partita con la società privata guidata dal gruppo Campione.Una vicenda finita sotto più aspetti davanti alle varie corti, senza però che il privato ottenesse mai ragione. Uno degli ultimi ricorsi incardinati è venuto meno nelle scorse settimane, quando, l'azienda ormai fallita "ha dichiarato di non avere più interesse alla decisione del ricorso", questo anche perchè il ricorso era stato ormai superato dai fatti, cioè l'affidamento del servizio all'Aica.Partita quindi chiusa, la Girgenti acque fa parte del passato, nonostante oggi sembrino esserci molti nostalgici.
Università, bando per gli studenti dell'agrigentino: ecco a chi è rivolto
Le richieste di partecipazione al concorso dovranno essere presentate tramite il portale dei servizi online
Scade il prossimo 22 luglio alle ore 14 il termine per la richiesta dei benefici concessi dall'Ersu, Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Palermo.A poter accedere saranno gli studenti dell'università degli studi di Palermo, Lumsa di Palermo, accademia di belle arti di Palermo, accademia di Belle Arti "Kandinskij" di Trapani, accademia di belle arti "Michelangelo" di Agrigento, conservatorio di musica "Scarlatti" di Palermo, conservatorio di musica "Scontrino" di Trapani, istituto musicale "Toscanini" di Ribera e il conservatorio di musica "Bellini" di Caltanissetta.Le richieste di partecipazione al concorso dovranno essere presentate tramite il portale dei servizi online dell'Ersu.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti, gli studenti saccensi possono rivolgersi allo sportello universitario del Comune di Sciacca in piazzetta Lazzarini - all'ex Istituto Sant'Anna - dal lunedì al venerdì, dalle ore 09,00 alle ore 13,00.
LENTEPUBBLICA
Al via tirocini e dottorati nella Pubblica amministrazione.
Sarà possibile frequentare tirocini e dottorati anche nella Pubblica amministrazione: ecco la nuova misura in fase di sperimentazione.
Sono state aperte nuove opportunità per i giovani che si stanno per laureare o per i neolaureati.
Il Dipartimento della funzione pubblica ha avviato, in fase di sperimentazione, due programmi: "Tirocini InPA" e "Dottorati InPA", entrambi dedicati ai giovani.
Ecco di cosa si tratta.
Tirocini e dottorati Pubblica amministrazione: tutti i dettagli
Le due nuove opportunità sono state pensate per scoprire un lavoro "sfidante, in continua evoluzione e orientato al servizio della collettività", come si legge in una nota del ministero.
L'iniziativa arriva in un momento in cui la Pubblica amministrazione ha iniziato un percorso di "svecchiamento", per diventare più attrattiva agli occhi dei giovani.
I due programmi, come anticipato, sono stati attivati in via sperimentale in dieci amministrazione pilota che, in collaborazione con più università, predispongono di progetti di formazione e lavoro.
Queste amministrazioni sono:
Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Ministero dell'Economia e delle Finanze;
Istat;
Agenzia delle Entrate;
Inail;
Oltre alle regioni Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Puglia e Toscana.
Ecco le iniziative nel dettaglio.
Tirocini InPA
L'iniziativa è rivolta agli studenti universitari iscritti alle lauree magistrali oppure ad anni successivi al terzo delle lauree magistrali a ciclo unico, con età inferiore ai 28 anni e in possesso di alcuni requisiti specifici, legati alla media di voto e ai crediti formativi.
Il progetto punta ad attivare 300 tirocini curriculari, legati alla stesura della tesi di laurea magistrale, da svolgere presso le pubbliche amministrazioni.
I tirocini avranno una durata di 6 mesi e prevedranno il riconoscimento di un'indennità pari a 600 euro mensili.
In caso di esito positivo, alla fine del percorso formativo, saranno attribuiti i crediti formativi e potranno costituire oggetto di valutazione nell'ambito dei concorsi indetti dall'amministrazione pubblica in cui si è svolto il tirocinio.
Dottorato InPA
Quest'iniziativa, invece, prevede l'attivazione di 20 contratti di apprendistato ad alta formazione e ricerca, della durata di tre anni e finalizzati esclusivamente al conseguimento del dottorato di ricerca in materie di competenza delle amministrazioni pubbliche.
Potranno aderire studenti con età non superiore ai 29 anni, in possesso di una laurea magistrale (o titolo equipollente), con votazione non inferiore a 105/110 e che abbiano superato le prove di ammissione al corso di dottorato.
È prevista una retribuzione pari a 30'000 euro lordi annui.
Anche in questo caso, l'eventuale esito positivo potrà costituire oggetto di valutazione, nell'ambito dei concorsi indetti dall'amministrazione in cui si è svolto il dottorato.
LENTEPUBBLICA
Controlli in fase di esecuzione dei contratti di servizi e forniture: Anac chiude le maglie.
L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha emesso una delibera, la numero 244/2024, che sottolinea l'importanza di controlli attivi durante l'esecuzione dei contratti di servizi e forniture.
Questa direttiva è emersa in seguito a una revisione critica del servizio di vigilanza armata e televigilanza del Palazzo della Regione Piemonte a Torino.
Secondo Anac, i controlli effettuati hanno rivelato "approssimazioni e carenze nell'attività di direzione, controllo e verifica in fase di esecuzione del contratto" da parte del Direttore dell'esecuzione e del Responsabile del procedimento. Questi funzionari non hanno adeguatamente svolto le loro responsabilità di direzione e coordinamento, evidenziando lacune nella documentazione contrattuale e nella disciplina dei controlli dell'appaltatore durante la fase esecutiva.
Cosa si intende per affidamenti di servizi e forniture?
Gli affidamenti di servizi e forniture si riferiscono al processo attraverso il quale un ente pubblico o privato assegna a un terzo (generalmente un'impresa o un fornitore) il compito di fornire beni o servizi necessari per svolgere determinate attività o raggiungere specifici obiettivi. Questi affidamenti avvengono attraverso procedure stabilite per garantire trasparenza, concorrenza e conformità alle normative vigenti.
Generalmente, il processo di affidamento può includere diverse fasi:
pianificazione: definizione delle necessità e dei requisiti per i beni o servizi da fornire
pubblicazione del bando di gara: comunicazione pubblica dell'intenzione di affidare il contratto, con specificazione delle condizioni, dei criteri di selezione e delle modalità di partecipazione
valutazione delle offerte: esame delle proposte pervenute da parte dei potenziali fornitori, basato su criteri oggettivi come prezzo, qualità, esperienza, ecc...
aggiudicazione: assegnazione del contratto al fornitore ritenuto più idoneo sulla base dei criteri stabiliti
esecuzione del contratto: fase in cui il fornitore selezionato fornisce effettivamente i beni o i servizi secondo le condizioni stabilite nel contratto
L'Anac si è proprio soffermata su quest'ultima fase, ritenuta critica in molte situazioni.
L'intervento dell'Autorità sui controlli in fase di esecuzione dei contratti di servizi e forniture
Anac ha espresso una critica severa verso l'approccio "a posteriori" utilizzato nei controlli durante l'esecuzione dei contratti di servizi e forniture. Questo metodo si attiva solamente in seguito a segnalazioni di problemi o lamentele da parte degli utenti del servizio, anziché essere attuato in maniera preventiva e continua secondo quanto prescritto dalle normative vigenti. Secondo l'Autorità, tale approccio compromette seriamente l'efficacia del sistema di controllo, che dovrebbe invece garantire un monitoraggio costante e preventivo per assicurare che le prestazioni contrattuali siano eseguite correttamente e in conformità alle condizioni stabilite.
Il Direttore dell'esecuzione, come sottolineato da Anac, ha il compito fondamentale di supervisionare e dirigere l'esecuzione del servizio in modo regolare e puntuale, senza attendere la manifestazione di criticità o problemi. Questo approccio proattivo non solo è auspicabile ma è anche essenziale per prevenire potenziali violazioni contrattuali e assicurare la qualità delle prestazioni fornite.
In conclusione, Anac ha enfatizzato che l'approccio attuale rappresenta una criticità significativa nel sistema di vigilanza e controllo della Stazione Appaltante. Questo evidenzia la necessità urgente di adottare un sistema più proattivo, che sia pienamente conforme alle normative stabilite. L'implementazione di controlli efficaci e preventivi è cruciale per garantire che i contratti di servizi e forniture siano eseguiti correttamente, assicurando così che le prestazioni offerte siano di qualità e rispettino le condizioni contrattuali concordate.
GIORNALE DI SICILIA
Siccità e dighe vuote in Sicilia, conto alla rovesciaA metà luglio sarà inutilizzabile il Fanaco, ai primi di ottobre l'Ancipa. Man mano a rischio anche gli altri invasi: in media portata dimezzata. Erogazione ridotta per allungare i tempi dell'esaurimento dei bacini.
Ancora 26 giorni, ora più ora meno, dopodiché, game over: entro metà luglio, salvo miracoli dal cielo, ossia precipitazioni intense, il lago Fanaco nel Palermitano raggiungerà la sua data di "scadenza" risultando totalmente esaurito. È quanto emerge dal verbale sull'ultimo incontro dell'Osservatorio distrettuale permanente per gli utilizzi idrici del distretto Sicilia, convocato a fine maggio per fare il punto sui volumi d'acqua contenuti nelle dighe dell'Isola, sempre più a secco a causa dello stato di siccità severa, perdurante «sia per il comparto potabile sia per quello irriguo».
Tanto che, nonostante le piogge registrate il mese scorso, complice l'evaporazione accelerata dalle temperature al di sopra della media stagionale, il quadro degli invasi o è rimasto allo stesso livello fotografato durante il penultimo vertice o è addirittura peggiorato.
Difatti, oltre che sul Fanaco, ridotto a un milione di metri cubi di risorsa - il 93% in meno al confronto con lo stesso periodo dell'anno scorso - la data di scadenza rimane impressa anche sull'Ancipa, riportando la data 6 ottobre, con buona pace per i comuni che fanno affidamento alla struttura dei Nebrodi, una delle maggiori risorse promiscue (a uso potabile e irriguo) per l'approvvigionamento della Sicilia centrale.
QUOTIDIANO DI SICILIA
Le volontà di Lombardo, la scelta di Tamajo e... Gli equilibri che cambiano l'assetto del governo Schifani.
Ora ci vogliono assessori di qualità". Lo ha detto recentemente e più volte il leader del Mpa, Raffaele Lombardo che non ha mai fatto mistero di aver più volte sollecitato il governatore Renato Schifani a mettere mano a un rimpasto di Giunta che dia nuova spinta all'azione amministrativa.
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Adesso che le Europee sono alle spalle e gli assetti dei partiti sono stati definiti, il mantra di un rimpasto di Giunta diventa attuale e lo stesso presidente Schifani avrebbe già manifestato l'intenzione di mettere mano a una rivisitazione con alcuni uscenti già in lizza. Prima fra tutte, sembra, l'assessora Giovanna Volo che è anche stata raggiunta da un avviso di garanzia per un inchiesta sulla sanità di Messina
Il primo passaggio che Schifani intende, però, definire si materializzerà oggi, quando il governatore terrà una riunione di Giunta per la nomina ufficiale dei direttori generali della Sanità. Questo chiuderà, finalmente, la lunga partita che ha visto finora alla guida delle aziende sanitarie commissari che hanno solamente svolto la normale amministrazione rinviando scelte e azioni importanti per l'utenza.
Schifani provvederà anche a confermare la posizione degli attuali direttori sanitari e amministrativi nelle varie aziende. Quasi tutte le pedine dovrebbero essere confermate nei loro ruoli. C'è solo un dubbio che il governatore dovrà sbrogliare ed è quello di Giuseppe Laganga Senzio. L'attuale commissario all'Asp di Catania è sotto inchiesta per i presunti rapporti tra il Policlinico di Messina e il centro di riabilitazione "Nemo Sud". Il tutto nel periodo in cui Laganga era responsabile del Policlinico peloritano. Altro nodo che sarà bene attenzionare riguarderà alcune aziende sanitarie Catanesi che hanno le direzioni strategiche azzoppate. Al Cannizzaro manca da mesi il direttore amministrativo. Al Garibaldi quello sanitario.
Chiusa questa partita, per Schifani si aprirà quella più ampia e delicata del rimpasto della Giunta che dovrebbe materializzarsi prima della pausa estiva di agosto. Verosimilmente nella prima decade di luglio. Ed è qui che si apre una sfida che potrebbe vedere proprio Lombardo ago della bilancia o nuovo vincitore con una mossa del cavallo.
Facendo la nemesi del voto europeo appare chiaro che la partita si gioca tutta soprattutto nei popolari di centro, quel variegato mondo di eredi del ministro Calogero Mannino che rispondono ai nomi di Raffaele Lombardo, Totò Cuffaro, Totò Cardinale e Saverio Romano. Con arbitro il Fdl della Meloni. In questo contesto Lombardo avrebbe avviato trattative per capire cosa farà Edy Tamajo, il nuovo mister preferenze della recente partita sostenuto dal forte ex ministro Cardinale.
Tamajo ha ottenuto oltre 120 mila voti, ma in molti, anche nel suo entourage, sostengono che l'attuale assessore alle Attività produttive sarebbe orientato a restare alla Regione per diversi aspetti. Non ultimo quello di costruire magari nei prossimi anni una sua candidatura forte e solida per la nuova presidenza della Regione. Se quindi Tamajo dovesse decidere di rinunciare allo scranno al Parlamento europeo ecco che automaticamente scatterebbe il ripescaggio di Caterina Chinnici che tornerebbe così in Europa nei popolari europei. Ma attenzione. C'è, però, un'altra partita che si sta aprendo e anche questa è di fondamentale importanza perché riguarda uno degli assessorati più importanti della vita regionale.
Se la Volo, come sembra, è data per partente ecco che Lombardo starebbe premendo perché la Chinnici vada a fare l'assessore regionale alla Salute. La Chinnici è figura altamente qualificata e trasparente e per Lombardo sarebbe una nuova vittoria. Quando era governatore, infatti, piazzò un altro magistrato alla guida della Salute, Massimo Russo che molti ricordano per la sua spiccata professionalità.
Sul fronte dei risultati europei il gruppo dei centristi siciliani, forte di un oltre 23,7% di percentuale ottenuta in tutta la Sicilia è pronto a suonare la carica per la nascita di un fronte di popolari italiani che comincerebbe a catalizzare adesioni anche in ambito nazionale. Va aggiunto che sono stati proprio i voti ottenuti dai candidati di Forza Italia, oltre Tamajo quelli di Marco Falcone (che ha ottenuto oltre 100mila suffragi) e di Caterina Chinnici (oltre 90mila) a guidare una partita che ha permesso a Forza Italia di superare in percentuale, in ambito nazionale, anche la Lega di Salvini.
Questo embrione di "casa dei moderati" ha intenzione di accelerare per diventare forza nazionale, forte di un esperimento politico perfettamente riuscito e che rievoca i fasti e i risultati elettorali della vecchia Dc delle tante correnti. La discussione già aperta, però, riguarda come far convivere anime diverse a conferma che due galli nello stesso pollaio non possono convivere. Figuriamoci se quattro! C'è però da aggiungere che la forza trainante di questa casa dei moderati poggia su basi solide di Forza Italia che con Tamajo e Falcone ha fatto capire quanto vale il partito berlusconiano nella Trinacria. Certo non va però dimenticato il dato del Mpa che ha appoggiato apertamente la Chinnici e quello di Cuffaro che con la sua Dc e Romano con Noi moderati hanno aperto la strada alla possibile nascita di una "casa comune".
Il sogno è a portata di mano e lo pregusta Saverio Romano che ha già disegnato scenari futuri di nuova rinascita di un centro moderato, attraverso la fondazione di un "Partito popolare italiano". Romano sa però che per ottenere una ufficializzazione occorrerà mettere da parte piccoli interessi in un'ottica di grande partito. Il suo appello è rivolto soprattutto a chi è ancora riottoso, come appunto Lombardo, che da tempo non nasconde il suo "fastidio verso partite di questo genere" che potrebbero spingerlo verso altri lidi. Il leader del Mpa assiste curioso a questa partita aperta, ma a chi gli ha chiesto cosa ne pensa ha risposto con alcune dichiarazioni sulla stampa: "Un esperimento simile si declina prima di tutto con la correttezza... Bisogna essere certi che a chi entra in questa casa non si consenta di fare la pipì nel letto". Insomma, la partita è aperta e vede alleati-rivali ed ex governatori sempre pronti a camminare su linee parallele e, se serve, a pugnalarsi alle spalle...
AGRIGENTONOTIZIE
Agrigento Capitale italiana della cultura 2025, il tempo corre: due settimane per presentare i progetti alla Regione.
La fondazione è ancora priva di un direttore generale, nonostante lo sventolato incarico a Roberto Albergoni, e le casse sono vuote
Solo 14 giorni per presentarsi alla Regione Siciliana con progetti esecutivi, solidi e convincenti per spendere i 4 milioni di euro circa messi a disposizione per Capitale della Cultura 2025.
Se solo mercoledì scorso si è tenuta la prima "Conferenza programmatica" , convocata da Comune e Fondazione 2025 per "alimentare il dibattito e il confronto preliminare su tutto ciò che attiene all'avvento dell'anno di 'Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025'", tra due settimane esatte bisognerà porre sul tavolo della struttura creata nei mesi scorsi dalla Regione l'elenco dei progetti esecutivi.
Un termine perentorio (considerato che già la prima data individuata era a metà maggio), che non potrà contenere "idee", ma massima concretezza. "I progetti delle iniziative - si legge nel decreto che aveva fissato finalità e scadenze - dovranno essere redatti e approvati secondo le modalità previste dalla vigente legislazione" saranno poi sottoposti a "valutazione della coerenza e verifica delle procedure tecnico amministrative da parte del Dipartimento regionale dei Beni Culturali".
Solo dopo si stipulerà una specifica convenzione finalizzata a regolare i rapporti tra il dipartimento e il Comune di Agrigento per la fase attuativa rispetto al cronoprogramma delle operazioni, l'eventuale rideterminazione del contributo e le modalità di erogazione delle somme, ma anche le modalità di monitoraggio e controllo.
Ma i soldi potranno essere usati per cosa? "Le iniziative - dice la Regione - saranno contraddistinte da elevato e riconosciuto livello". Ammissibili tutte le spese correlate allo svolgimento degli eventi in questione, dalla promozione alle semplici attività di service, trasporto e assicurazione di beni culturali esposti, pagamento di artisti eccetera.
Difficile pensare che le tante idee raccolte proprio durante la conferenza cittadina si potranno tradurre in progetti "cotti e mangiati", così in molti pensano che, probabilmente, la fase di ascolto della città si sarebbe potuta avviare ben prima. Va precisato che si parla non dei progetti già inseriti nel dossier (costo complessivo sei milioni di euro) ma di iniziative extra che sono tutte da pensare e progettare.
Certo è che la fondazione non ha ancora risolto i suoi problemi. Non è sfuggita l'assenza alla conferenza del moderatore che era stato annunciato, cioè il direttore generale (eternamente) in pectore Roberto Albergoni, attribuita formalmente ad un malessere ma in realtà dovuta a profondi dissapori all'interno della struttura nata per gestire fondi e progetti di uno dei più importanti appuntamenti per la città degli ultimi decenni. Pare che solo in settimana il progettista avrà formalmente il suo incarico tanto annunciato (era stato designato a febbraio), anche se tutto è al momento in sospeso fintanto che il Comune di Agrigento non trasferirà risorse economiche alla fondazione, che nei fatti è al momento una scatola vuota.
Al "day one" di Capitale della cultura 2025 mancano meno di sei mesi. E, a sentire qualcuno, tutto va benissimo.
AGRIGENTONOTIZIE
Rescissione del contratto con la Girgenti Acque, partita chiusa: la società rinuncia al ricorsoL'azienda ormai in gestione fallimentare ha dichiarato la cessazione del contendere davanti al Tar.
Ricorsi pendenti sulla rescissione da parte dell'Ati del contratto con la Girgenti Acque, l'azienda, ormai in fallimento, rinuncia a difendersi, partita chiusa.
L'ex gestore del servizio idrico si era infatti rivolto al Tar per chiedere di annullare la delibera dell'Assemblea territoriale idrica che, preso atto dell'interdittiva della prefettura di Agrigento nel 2018, chiudeva la partita con la società privata guidata dal gruppo Campione.
Una vicenda finita sotto più aspetti davanti alle varie corti, senza però che il privato ottenesse mai ragione. Uno degli ultimi ricorsi incardinati è venuto meno nelle scorse settimane, quando, l'azienda ormai fallita "ha dichiarato di non avere più interesse alla decisione del ricorso", questo anche perchè il ricorso era stato ormai superato dai fatti, cioè l'affidamento del servizio all'Aica.
Partita quindi chiusa, la Girgenti acque fa parte del passato, nonostante oggi sembrino esserci molti nostalgici.
AGRIGENTONOTIZIE
Crisi idrica, la consulta contro Aica: "Frutto di una mancata programmazione".
Le associazioni relegano la carenza di acqua ad una "giustificazione della politica", e chiedono alla società pubblica maggiore trasparenza.
La crisi idrica attuale è frutto delle "inadempienze portate avanti da Aica fin dalla sua nascita", mentre il ricorso all'emergenza siccità è solo "l'alibi della politica".
E' una lettera durissima quella firmata dalla consulta delle associazioni all'interno dell'azienda idrica consortile di Agrigento, con la quale si chiede ancora una volta di avere chiarezza su quanto fatto per prepararsi ad una stagione particolarmente siccitosa come l'attuale.
Gli effetti di queste inadempienze potratte fin dalla nascita di Aica - scrivono - sono sotto gli occhi di tutti e l'utenza è, a ragione, letteralmente sul piede di guerra. In data 14 gennaio 2024 abbiamo notificato al prefetto una lettera in cui si rappresentava esattamente lo scenario attuale, con i rischi connessi al mantenimento dell'ordine pubblico in un territorio costretto a subire continue vessazioni e disservizi. Per quanto ci riguarda non si esce da questo stato di crisi se non si inverte la rotta con urgenza, a partire dalla mancata pubblicazione degli atti di programmazione e le relazioni semestrali, soprattutto in riferimento alle misure concrete con le quali si affronteranno le criticità dei mesi estivi. L'utenza ha il diritto di sapere quali sono le prospettive per l'estate, se sarà condannata a subire turni di erogazione ancora più lunghi di quanto non siano oggi".
La consulta chiede, in particolare, che vengano pubblicati con urgenza i dati relativi alle quantità d'acqua realmente disponibili per la popolazione, quelli su quanta acqua viene erogata per ciascun Comune gestito da Aica; quale sia la percentuale acquistata da Siciliacque e se questa sia aumentata rispetto al passato e, soprattutto, "cosa si intende fare, carte alla mano, per aumentare l'indipendenza dall'approvigionamento idrico".
Proprio rispetto al sovrambito la consulta definisce "una mossa politica" la richiesta di pagamento di fatture arretrate per 18 milioni di euro, con "il chiaro effetto, se le autorità competenti non intervengono, di porre una pietra tombale sull'esperienza dell'acqua pubblica in provincia di Agrigento".
Ma quale è la prospettiva per il futuro? Secondo la consulta è oggi impossibile recuperare quanto non fatto in termini di programmazione sia gestionale che infrastrutturale, soprattutto se si considera che la società idrica è anche in ritardo rispetto alla dotazione degli strumenti finanziari.
Per quanto riguarda la mancata trasparenza nel fornire atti, le associazioni che compongono l'organismo si dicono pronte a rivolgersi "alle autorità competenti" se le loro richieste non saranno adempiute.