AGRIGENTONOTIZIE
C'è sempre meno acqua: aumentano le disdette dei turisti in hotel e B&B.
Federalberghi: "Sempre più spesso, prima di prenotare, i clienti chiedono se nelle nostre camere ci sia regolare disponibilità idrica. Credo che basti questo a mettere in evidenza il danno d'immagine che il nostro territorio sta subendo proprio nell'estate che precede l'anno in cui Agrigento sarà capitale italiana della cultura".
sempre più spesso, prima di prenotare, i clienti chiedono se nelle nostre camere ci sia regolare disponibilità di acqua. Credo che basti questo a mettere in evidenza il danno d'immagine che il nostro territorio sta subendo proprio nell'estate che precede l'anno in cui Agrigento sarà capitale italiana della cultura". Lo dice Francesco Picarella, responsabile di Federalberghi, proprietario dell'hotel del Viale.
La crisi idrica non riguarda soltanto l'Agrigentino, ma l'intera Isola. Tant'è che il Cdm ha deliberato lo stato d'emergenza nazionale. In questa provincia, già "famosa" per i rubinetti spesso asciutti, adesso i turni di erogazione, in qualche caso, arrivano a sfiorare anche i 12 giorni d'attesa. "È chiaro che è frustrante fare impresa in queste condizioni, in una terra maledetta come la nostra, dove mentre i rubinetti sono asciutti la metà dell'acqua si disperde nel sottosuolo e per strada a causa di una rete idrica
colabrodo", spiega Picarella.
Io ho dovuto installare due cisterne, perché con una sola non riuscivo più a sopperire al fabbisogno di acqua", spiega Angelo Agosto, titolare de 'Il giardino antico', una casa vacanza con quattro posti letto. "Purtroppo la situazione è complicata, se continua così temo che tra due mesi sarò costretto a chiudere e a disdire le prenotazioni che ho già ricevuto", aggiunge. Stando a quanto risulta sono già numerose le prenotazioni revocate nelle varie strutture ricettive per paura, da parte dei turisti, di imbattersi nel disagio di alloggiare in hotel senz'acqua.
Stiamo provando a utilizzare in maniera la più accorta possibile le nostre riserve, abbiamo perfino sostituito tutti i rompigetto dei rubinetti e delle docce delle nostre camere per provare a risparmiare quanta più acqua possibile - dice Giovanni Lopez, proprietario del bed & breakfast 'Le cinque novelle' - . Giustamente - conclude - la gente ci chiede rassicurazioni prima di venire, ma noi non sappiamo cosa rispondere, non siamo né il comune, né Aica". Situazione che, da Agrigento a Sciacca, da Licata a Menfi, interessa l'intero settore turistico ricettivo, che rischia gravi conseguenze economiche in un settore produttivo che, di fatto, è l'unico sul quale questo territorio può contare.
Scaricavano sui terreni e nelle fogne acque non depurate: sequestrati altri 4 autolavaggi
Arpa e Saf dei vigili del fuoco si sono occupati del prelievo di campioni di terra e di svariato materiale per stabilire di che portata sia l'inquinamento ambientale
Arpa e Saf dei vigili del fuoco hanno prelevato campioni di terra e di svariato materiale. Spetterà all'esame di quanto acquisito stabilire di che portata sia l'inquinamento ambientale determinato dai due autolavaggi - uno in centro e l'altro a Villaseta - che sono stati posti sotto sequestro. Ad essere denunciati alla procura: i proprietari, un settantenne e un quarantenne. Per anni, secondo l'accusa, avrebbero scaricato acque non depurate. In uno dei due autolavaggi sono stati apposti sigilli anche ad alcuni box che, stando a quanto risulta al momento, sarebbero stati collocati abusivamente.
Due autolavaggi sono stati sequestrati, dalla Capitaneria di porto, anche a Licata e pure i proprietari sono stati deferiti all'autorità giudiziaria: anche loro avrebbero scaricato direttamente sui terreni o nelle fogne senza alcun sistema di filtraggio.
AGRIGENTONOTIZIE
TRASPORTI / LAMPEDUSA E LINOSA.
Dopo le proteste arriva un volo in più sulla tratta Lampedusa-Palermo.
Nelle prossime ore sarà possibile acquistare i voli direttamente dal sito della compagnia area. Il sindaco aveva scritto, chiedendo aiuto per mantenere la continuità territoriale, al ministero
n volo in più sulla tratta Lampedusa-Palermo. Ad annunciarlo, dopo che negli scorsi giorni aveva scritto al ministro per i Trasporti Matteo Salvini e al suo vice Galeazzo Bignami, è stato il sindaco delle isole Pelagie Filippo Mannino. "È stato predisposto un volo aggiuntivo sulla tratta Lampedusa-Palermo e viceversa per i seguenti giorni del mese di giugno: 18-20-22-24-25-27-29. Nelle prossime ore sarà possibile acquistare i voli direttamente dal sito della compagnia area. Abbiamo evidenziato che la stessa problematica potrebbe esserci per il mese di ottobre, e pertanto abbiamo chiesto fin d'ora un ulteriore volo anche per quel mese - ha spiegato Mannino - . Contestualmente si sta lavorando per quella che sarà la nuova gara sulla continuità territoriale, atteso che le attuali esigenze di spostamento sono cambiate rispetto al passato. Mi preme ringraziare il vice ministro ai Trasporti, Galeazzo Bignami, per l'interessamento, nonché la struttura ministeriale del dipartimento per i Trasporti, l'Enac e la compagnia area Dat che si sono messi a disposizione per la risoluzione della problematica".
Senza questo volo aggiuntivo, fino a qualche giorno addietro al 25 giugno sarebbe stato impossibile lasciare o raggiungere l'isola. Una situazione che non poteva che creare difficoltà agli isolani, molti dei quali si spostano per specifiche ed urgenti necessità di salute o di accesso a servizi non presenti sul territorio. Il sindaco, scrivendo ai vertici del ministero, aveva ricordato che nell'allegato tecnico è prevista la possibilità di incrementare l'offerta, introducendo voli supplementari o utilizzando aeromobili di capienza superiore. Tutto questo quando, naturalmente, vi siano circostanze contingenti che evidenziano una domanda di posti superiore all'offerta complessiva giornaliera.
Il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, aveva scritto appunto ai vertici del ministero dopo che sull'isola si erano registrate delle proteste. Di fatto, l'amministratore ha cercato di scongiurare problemi di ordine pubblico. C'erano dei lampedusani bloccati a Palermo che non riuscivano a tornare sull'isola. Mannino aveva chiesto aiuto anche al prefetto di Agrigento, Filippo Romano, affinché sensibilizzasse le istituzioni preposte. Adesso, almeno per giugno, la continuità territoriale verrà garantita.
SCRIVOLIBERO
Agrigento, Venerdì 28 Giugno Nuova Sessione di Esami Per Autotrasportatori Per Conto Terzi.
Si terranno il prossimo 28 Giugno, nei locali dell'Aula "Silvia Pellegrino" di via Acrone, gli esami per autotrasportatori per conto terzi, riservati ai candidati con il cognome compreso fra le lettere M e Z, organizzati dal Settore "Politiche attive del lavoro e dell'Istruzione, Solidarietà Sociale, Trasporti" del Libero Consorzio comunale di Agrigento.
Per informazioni è possibile rivolgersi al Settore Trasporti in via Esseneto, 66 contattando i numeri telefonici 0922/593645 oppure 0922.593680 e alle sedi URP del Libero Consorzio nei vari comuni della provincia.
Inoltre, sulla home page del sito www.provincia.agrigento.it, è ancora consultabile l'elenco dei candidati idonei alla prima prova svoltasi lo scorso 6 giugno dove sono risultati idonei 11 candidati.
TELERADIOSCIACCA
Crisi idrica, appello del Cartello sociale di Agrigento a Renato Schifani: autobotti pronte a fermarsi a Sciacca.
Il cartello sociale di Agrigento con una lettera aperta al presidente di Regione ha chiesto un incontro per discutere della crisi idrica che continua a creare disagi nella provincia.
La sigla che raggruppa diocesi e sindacati si è rivolta inviando una lettera aperta al presidente di Regione Renato Schifani. "La gente si sente presa in giro, chiediamo un incontro" si legge nel messaggio al governatore.
Nel messaggio si chiede espressamente una mediazione tra Siciliacque e Aica, per risolvere i problemi della popolazione, ormai in ginocchio da settimane per la carenza di acqua. Nelle scorse ore ad Agrigento sono scese in pazza circa 2000 persone per protestare. Firmatari della lettera Don Mario Sorce, e i sindacalisti Paolo Ottaviano, Alfonso Buscemi e Gero Acquisto.
La gente esprime malcontento e rabbia, si legge nella lettera, si chiede una soluzione al più presto. Come quella di riattivare il dissalatore di Porto Empedocle, per affrontare l'emergenza nei mesi estivi che intimorisce non poco la popolazione, continua il messaggio. Il sindaco di Agrigento ha già fatto sapere di essere favorevole all'opzione dissalatore, ma sono le tempistiche che fanno sorgere i dubbi: "Le chiediamo un incontro al fine di portare a conoscenza la gente di quanto si appresta a fare il governo regionale e in modo di placare gli animi e impedire che ci sia una escalation della tensione".
Le autobotti sostengono ancora di non potersi rifornire e promettono un altro stop a Sciacca. Le nuove modalità di fornitura non starebbero soddisfacendo ancora gli autobottisti, ossia quella che prevede che sia Aica a contattarli e non i cittadini. I turni previsti per alcuni quartieri della città inoltre sono stati ancora rinviati e il nuovo sistema - deciso dopo il patto tra Aica e autobottisti degli scorsi giorni - fatica a decollare e ad assestarsi.
AGRIGENTO IERI E OGGI
Estate 2024: fuga da Agrigento.
Agrigento affronta una grave crisi idrica nel 2024. La siccità e la carenza d'acqua stanno causando un esodo turistico, mettendo in crisi l'economia locale.
Agrigento alle Prese con una Crisi Idrica Senza Precedenti
Agrigento, una città nota per la sua storia millenaria e per il suo incantevole patrimonio culturale, si trova ora a fronteggiare una crisi idrica senza precedenti che sta mettendo in ginocchio non solo i suoi abitanti, ma anche l'intero settore turistico. La siccità ha portato a turni di erogazione dell'acqua che possono arrivare fino a 12 giorni di attesa, causando gravi disagi e preoccupazioni tra i residenti e i turisti.
Il Danno d'Immagine per il Turismo
Francesco Picarella, responsabile di Federalberghi e proprietario dell'Hotel del Viale, ha dichiarato: "Sempre più spesso, prima di prenotare, i clienti ci chiedono se nelle nostre camere ci sia regolare disponibilità di acqua. Credo che basti questo a mettere in evidenza il danno d'immagine devastante che il nostro territorio sta subendo proprio nell'estate che precede l'anno in cui Agrigento sarà Capitale italiana della Cultura".
Le Difficoltà delle Strutture Ricettive
Le strutture ricettive, nonostante gli sforzi per mascherare le difficoltà, stanno subendo pesanti ripercussioni. "Noi siamo ben strutturati, proviamo a non far percepire ai turisti le difficoltà che abbiamo", continua Picarella, "È chiaro però che è frustrante fare impresa in queste condizioni, in una terra maledetta come la nostra, dove mentre i rubinetti sono asciutti la metà dell'acqua si disperde nel sottosuolo e per strada a causa di una rete idrica colabrodo".
Le Testimonianze degli Operatori del Settore
Angelo Agosto, titolare de 'Il giardino antico', una casa vacanza con quattro posti letto, ha dovuto installare due cisterne per far fronte al fabbisogno d'acqua. "Purtroppo la situazione è complicata, se continua così temo che tra due mesi sarò costretto a chiudere e a disdire le prenotazioni che ho già ricevuto", afferma preoccupato.
La situazione è altrettanto critica per Giovanni Lopez, proprietario del Bed & Breakfast 'Le cinque novelle', che ha adottato misure straordinarie per risparmiare acqua, come la sostituzione dei rompigetto dei rubinetti e delle docce. "Giustamente la gente ci chiede rassicurazioni prima di venire, ma noi non sappiamo cosa rispondere, non siamo né il comune, né Aica (l'azienda pubblica che gestisce le risorse idriche in provincia). Situazione che, da Agrigento a Sciacca, da Licata a Menfi, interessa l'intero settore turistico ricettivo, che rischia gravi conseguenze economiche in un settore produttivo che, di fatto, è l'unico sul quale questo territorio può contare".
La Voce delle Associazioni Turistiche
L'associazione turistica "Tante case tante idee" conferma il trend preoccupante delle cancellazioni. Domenico Vecchio, presidente dell'associazione, ha dichiarato:
"Ci troviamo a fronteggiare una situazione che ci vede fortemente danneggiati. Da una parte siamo costretti ad approvvigionarci di acqua acquistandola autonomamente (con turni di attesa estenuanti). Dall'altra, dobbiamo fronteggiare continue cancellazioni di prenotazioni.
n una città che vive di stagionalità, le strutture turistiche e tutto l'indotto sono fortemente penalizzate da tale situazione.
Chiediamo di incontrare le autorità competenti per comprendere cosa si sta facendo per arginare l'emergenza e cosa riferire ai nostri ospiti.
Si ricorda che con le attività turistiche extra alberghiere sopravvivono centinaia di famiglie, a cui altro non resta che mollare tutto e andare a cercare fortuna altrove".
Richieste di Intervento e Proteste
Il cartello sociale di Agrigento ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione, Renato Schifani, chiedendo un incontro urgente per discutere della crisi idrica.
Nella lettera, firmata da rappresentanti di diocesi e sindacati, si legge: "La gente si sente presa in giro, chiediamo un incontro".
La richiesta include una mediazione tra Siciliacque e Aica per risolvere i problemi della popolazione, ormai in ginocchio da settimane per la carenza di acqua.
Soluzioni Possibili e Futuro del Turismo
Mentre le autobotti, strumento temporaneo ma necessario, continuano a non soddisfare le esigenze della popolazione e dei turisti, il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, afferma: "Sui b&b stiamo facendo un lavoro capillare dirottando più turni verso le strutture del centro storico.
Per affrontare l'estate abbiamo chiesto a Siciliacque di aumentare l'approvvigionamento per Agrigento". Tuttavia, la soluzione a lungo termine potrebbe essere il dissalatore di Porto Empedocle, anche se le tempistiche restano incerte per riuscire a riattivarlo.
La crisi idrica di Agrigento, se non affrontata con urgenza e determinazione, rischia di compromettere non solo la stagione turistica, ma anche l'immagine e la futura prosperità della città che si prepara a diventare Capitale italiana della Cultura nel 2025. Una situazione che richiede interventi strutturali e soluzioni immediate per garantire la sopravvivenza economica e sociale di questo prezioso territorio.
GIORNALE DI SICILIA
Palermo, Schifani ai sindacati: «Ci sarà una norma per garantire in tempi brevi la stabilizzazione di tutti i precari ex Pip»Il presidente ha reso noto che è in corso una ricognizione dei fabbisogni di enti regionali, ospedali e società partecipate per verificare dove potere collocare questi lavoratori.
La Regione Siciliana fa sapere in una nota che si avvicina il completamento della stabilizzazione di tutti i lavoratori del bacino ex Pip di Palermo, «confermando - viene sottolineato - l'impegno assunto dal presidente Renato Schifani sin dal suo insediamento». È il quadro emerso durante un incontro tra il presidente e i sindacati, questa mattina, a Palazzo d'Orléans.
Schifani ha annunciato un emendamento d'iniziativa governativa, da inserire nel documento finanziario che sarà discusso all'Ars nei prossimi giorni, per trovare la copertura necessaria ad assicurare un futuro lavorativo stabile anche ai precari non rientranti nel primo contingente di stabilizzazioni, in corso da circa tre mesi. «È già in corso una ricognizione dei fabbisogni di enti regionali, ospedali e società partecipate - assicura il governatore - per verificare dove potere collocare questi lavoratori che, a buon diritto, attendono stabilità economica e serenità per sé e per le proprie famiglie. Il superamento del precariato storico all'interno dell'amministrazione regionale era un impegno assunto già in campagna elettorale e con rigore stiamo cercando di mantenerlo».
Negli ultimi mesi sono stati assunti a tempo indeterminato nei vari dipartimenti regionali 745 lavoratori, che arriveranno a 1166 nelle prossime settimane. Il procedimento rappresenta l'atto finale di un percorso sostenuto dalla Regione Siciliana che si è sbloccato un anno fa, grazie a uno stanziamento per il triennio 2024-2026 di 22,5 milioni di euro e la relativa autorizzazione alla Sas per l'avvio della stabilizzazione.
«Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato Mimma Calabrò della Fisascat Cisl - per il pragmatismo mostrato dal presidente della Regione Renato Schifani, il quale ha detto con chiarezza che entro luglio si conosceranno i tempi certi per la contrattualizzazione di tutto il bacino degli ex Pip. A noi spetta il compito di continuare a vigilare come abbiamo fatto finora». Nei giorni scorsi il sindacato aveva fortemente criticato il silenzio caduto sulla vicenda dopo le prime stabilizzazioni fatte dalla Sas.
ILSOLE24ORE
Oggi primo ok al premierato, dai poteri del presidente del Consiglio a quelli del Colle: ecco le misure. Opposizioni in piazza.
Nel pomeriggio le dichiarazioni di voto e il voto finale. L'approvazione del ddl di riforma costituzionale è la prima tappa di un lungo percorso parlamentare che prevede altre tre letture.
Torna il Aula, in Senato, il ddl Casellati, per l'ultimo atto prima del passaggio alla Camera, dopo settimane di polemiche e risse sfiorate. Il disegno di legge costituzionale per il passaggio al modello di governo del premierato, con l'elezioni diretta del presidente del Consiglio, verrà votato dai senatori oggi pomeriggio: alle 15.30 le dichiarazioni di voto finali, poi l'Assemblea si esprimerà, il tutto con termine entro le 17.30. Un voto che arriva al termine di settimane di tensione, prima in Commissione e poi in Aula, culminate lo scorso 13 giugno col l'Aventino di Pd, M5S e Avs che hanno lasciato i banchi del Senato, mentre si votavano gli ultimi articoli del testo. E che alle 17.30 saranno in piazza Santi Apostoli per manifestare contro la riforma. Con defezioni importanti, però, al Centro. Calenda preferisce che Azione faccia battaglia in Aula, almeno per ora. Non ci saranno delegazioni del partito in piazza. Si spacca invece il tandem Renzi-Bonino. Italia Viva sceglie di non andare in piazza. Riccardo Magi di +Europa, invece, salirà sul palco insieme ai leader Schlein, Conte, Fratoianni e Angelo Bonelli. Ma vediamo quali sono le misure principali del ddl Casellati.
Elezione diretta del presidente del Consiglio
E' introdotto (all'articolo 5, cuore del provvedimento) il principio dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio, che resta al potere per cinque anni grazie a un sistema elettorale che "garantisce" la maggioranza dei seggi in Parlamento e che non può essere rieletto dopo due mandati consecutivi.
«Il Presidente del Consiglio - afferma il testo che riscrive l'articolo 92 della Costituzione - è eletto a suffragio universale e diretto per cinque anni, per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l'incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Le elezioni delle Camere e del Presidente del Consiglio hanno luogo contestualmente».
Sistema elettorale demandato a una legge ordinaria
Il testo non specifica come verrà eletto il Presidente del Consiglio rinviando ad una successiva legge ordinaria, punto criticato dalle opposizioni. Anche se viene costituzionalizzato il premio su base nazionale. «La legge - afferma il ddl - disciplina il sistema per l'elezione delle Camere e del Presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività e di tutela delle minoranze linguistiche». La riforma costituzionale non fissa la soglia necessaria a far scattare il premio. Il ddl Casellati non chiarisce se ci sarà un ballottaggio per eleggere il premier e se sarà necessaria la soglia del 50% dei voti. Tutte questioni rinviate alla legge elettorale.
Resta pure da risolvere, per stessa ammissione della ministra per le Riforme Elisabetta Casellati (Fi) e del relatore Alberto Balbini (Fdi), il nodo del voto degli italiani all'estero: ora è incanalato nella circoscrizione estero che elegge 4 deputati e 8 senatori, ma con l'elezione diretta uno vale uno e quei cinque milioni potrebbero sovvertire qualunque risultato. La ministra Casellati ha anticipato la possibile soluzione per gli italiani all'estero: la "ponderazione" del loro voto, che in sostanza peserebbe meno di quello dei residenti. Ma per fare questo - è il parere di alcuni costituzionalisti - non basta la legge elettorale ma serve una previsione in Costituzione.
Il premier potrà sempre sciogliere le Camere
Nel dettaglio, la riforma prevede tre casi di soluzione delle crisi di governo. Caso uno: «In caso di revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere». Qui tutto chiaro: si torna dritti alle urne, e quindi è improbabile che venga presentata tale mozione di sfiducia a meno di non volere la fine della legislatura. Caso due: «In caso di dimissioni del presidente del Consiglio eletto (per esempio in caso di mancata fiducia su un provvedimento, ndr) previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone». Il premier ha dunque la facoltà di chiedere e ottenere lo scioglimento anticipato se c'è una crisi politica. Caso tre: «Qualora non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l'incarico di formare il governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio». Il presidente del Consiglio può essere quindi sostituito solo una volta nella legislatura, e solo se sarà lui stesso a decidere di passare la mano, da un parlamentare che fa parte della coalizione vincitrice delle elezioni. Tradotto: niente più governi tecnici e di larghe intese guidate da personalità non elette dai cittadini (leggasi Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021).
Modifiche al potere di scioglimento delle Camere nel semestre bianco
Il Capo dello Stato può sciogliere le Camere anche nel semestre bianco (ossia negli ultimi sei mesi del suo mandato), quando lo scioglimento "costituisce atto dovuto", vale a dire è richiesto dal premier eletto sfiduciato o dimissionario, come prevede l'articolo 7 del ddl. Il nuovo articolo 88 della Costituzione sarebbe dunque il seguente: «Il Presidente della Repubblica può , sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto».
Aboliti i senatori a vita
È abrogato il potere del presidente della Repubblica di nominare dei senatori a vita. Gli attuali senatori a vita di nomina presidenziale rimangono in carica.
Maggioranza assoluta per elezione capo dello Stato solo dal settimo scrutinio
Il quorum dei due terzi per l'elezione del Presidente della Repubblica, scenda alla maggioranza assoluta non più dal quarto scrutinio bensì dal settimo scrutinio.
E' eliminata la controfirma del governo su una serie di atti propri del Presidente della Repubblica. «Gli atti del Presidente della Repubblica - recita il nuovo articolo 89 della Costituzione - sono controfirmati dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. Non sono controfirmati la nomina del Presidente del Consiglio dei ministri, la nomina dei giudici della Corte costituzionale, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi alle Camere e il rinvio delle leggi»