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Beni culturali, al via biglietto unico per quattro siti archeologici sicilianiIl tagliando, chiamato "La Sicilia dei templi", consentirà di risparmiare, ma anche di scoprire e mettere a confronto alcuni tra i più bei siti
Un unico biglietto per visitare i tre principali parchi archeologici della Sicilia occidentale e il museo "Salinas" di Palermo. L'opportunità è stata pensata dalla Regione siciliana e sarà presentata alla stampa e ai turisti nella giornata del 26 giugno.Il tagliando, chiamato "La Sicilia dei templi", consentirà di risparmiare, ma anche di scoprire e mettere a confronto quattro tra i più bei siti siciliani, fruendo anche dei cartelloni di eventi e di mostre d'arte organizzate.Alla conferenza stampa saranno presenti l'assessore regionale ai Beni culturali e Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, il dirigente generale del dipartimento dei beni culturali Mario La Rocca, dei direttori Giuseppe Parello (museo "Salinas"), Luigi Biondo (parco di Segesta), Felice Crescente (parco di Selinunte), Roberto Sciarratta (Valle dei Templi) e di Letizia Casuccio, direttore generale di CoopCulture che cura i servizi aggiuntivi dei siti coinvolti.
LENTEPUBBLICA
Riscatto della laurea: cosa fare nella dichiarazione dei redditi?
Le spese versate per il riscatto del periodo della laurea possono essere detratte nella dichiarazione dei redditi, ma come? Ecco cosa fare.
Nella dichiarazione dei redditi 2024, in riferimento al periodo d'imposta 2023, è possibile beneficiare della detrazione dei contributi versati per il riscatto della laurea.
Come sappiamo, il riscatto della laurea è il versamento all'Inps di un importo destinato ai contributi relativi agli anni di studio universitario, trattandoli come se fossero anni impiegati nell'attività lavorativa.
Nel Modello 730/2024, è possibile detrarre o dedurre i contributi (sia quelli di natura previdenziale che quelli di natura assistenziale) versati per il riscatto della laurea, sia per sé stessi che per i familiari a carico.
Il riscatto della laurea, come sappiamo può aumentare l'importo dell'assegno pensionistico e può anche anticipare l'entrata per la pensione, in misura pari al numero degli anni riscattati.
I corsi di studio che possono essere riscattati sono:
Lauree triennali e lauree a ciclo unico (comprese le quadriennali del vecchio ordinamento);
Lauree specialistiche;
Diplomi universitari;
Dottorati di ricerca;
Titoli di studio all'estero;
Titoli di studio conseguiti presso istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.
Non sono riscattabili, invece, i master universitari e gli anni fuoricorso (saranno validi, infatti, solamente i periodi di durata legale del corso).
I contributi versati per il riscatto della laurea dovranno essere indicati nel Quadro E del Modello 730 2024, nei righi che vanno da E8 a E10 oppure al rigo E21.
La compilazione, infatti, si differenzia tra la deduzione della propria laurea o la deduzione della laurea di soggetti familiari a carico.
Nel caso in cui sia il riscatto della propria laurea, bisognerà inserire i dati nel rigo E21. L'importo deve comprendere le erogazioni indicate nella sezione "Oneri detraibili" (punti da 341 a 352) della Certificazione Unica col codice onere 32.
Per la detrazione relativa ai familiari a carico, vanno utilizzati i righi da E8 a E10 e il codice di riferimento è il 32, per la sezione "Spese relative ai contributi versati per il riscatto degli anni di laurea dei familiari a carico".
È importante ricordare che dalle dichiarazioni del 2021, la detrazione per i contributi della laurea di familiari a carico può essere fatta esclusivamente se i pagamenti sono stati effettuati con modalità tracciabili, come versamenti postali e bancari.
LENTEPUBBLICA
Nel nuovo Contratto dei dirigenti locali mai più "paura della firma"
Importanti novità per i dirigenti locali e i segretari: con l'approvazione del nuovo Contratto si sancisce l'addio alla cosiddetta "paura della firma". Scopriamone di più.
Il Consiglio dei ministri ha recentemente approvato il rinnovo del contratto per la dirigenza delle Funzioni locali per il triennio 2019-2021, siglato lo scorso dicembre tra Aran e i sindacati, con l'attesa del via libera finale dalla Corte dei Conti entro luglio.
Questo accordo interessa circa 13.640 dirigenti amministrativi, tecnici e professionali, nonché i segretari comunali e provinciali dell'area dirigenziale delle Funzioni Locali.
Si tratta di un passo avanti significativo per i dirigenti degli enti locali: le innovazioni introdotte mirano a migliorare le condizioni di lavoro e a garantire una maggiore efficienza e qualità dei servizi pubblici, adeguandosi alle esigenze contemporanee e alle recenti disposizioni legislative.
Questa misura è destinata a liberare i dirigenti dalla "paura della firma", un fenomeno noto nella burocrazia come "burocrazia difensiva". Questo concetto si riferisce alla tendenza dell'apparato amministrativo di concentrarsi più sulla protezione personale che sulla tutela degli interessi pubblici e dei cittadini. In altre parole, spesso i dirigenti, per timore di essere ritenuti responsabili o esposti a procedimenti legali, tendono a evitare decisioni decisive o a procrastinare le azioni necessarie per il bene comune.
Questa mentalità ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo del Paese, limitando l'efficacia dell'azione amministrativa e rallentando i processi decisionali cruciali per l'infrastruttura e lo sviluppo economico. La burocrazia difensiva ha contribuito a creare un clima di incertezza e cautele eccessive tra i dirigenti pubblici, spesso bloccando l'innovazione e l'efficienza necessarie per affrontare sfide complesse come quelle presentate dal piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Protezione legale gratuita
La novità più significativa del rinnovo del contratto riguarda la protezione legale per i dirigenti coinvolti in processi per presunti illeciti legati alla gestione delle opere pubbliche. Prima di questo cambiamento, i dirigenti erano obbligati a coprire personalmente i costi degli avvocati e dei consulenti tecnici necessari per difendersi dalle accuse legali. Questa situazione non solo poteva rappresentare un peso finanziario significativo per i singoli dirigenti, ma anche un freno alla loro capacità di agire con determinazione nelle loro funzioni istituzionali.
Con l'approvazione del nuovo contratto, questa prassi è destinata a cambiare radicalmente. Il documento stabilisce in modo chiaro che le amministrazioni locali si assumeranno interamente tutti i costi legali e consulenziali in caso di procedimenti civili o penali derivanti direttamente dalle attività istituzionali dei dirigenti. Questo significa che i dirigenti non saranno più costretti a utilizzare risorse personali per difendersi legalmente, garantendo loro una maggiore sicurezza e tranquillità nel svolgimento delle loro responsabilità pubbliche.
Questa modifica rappresenta una svolta significativa nel contesto della burocrazia italiana, dove la protezione legale dei dirigenti è stata a lungo una questione controversa. Eliminare il rischio finanziario e psicologico associato alla difesa legale può incoraggiare i dirigenti a essere più proattivi e decisionali nelle loro azioni, favorendo così un ambiente amministrativo più efficiente e responsabile.
Prospettive future
Con l'introduzione del nuovo contratto, che prevede la copertura totale delle spese legali e consulenziali per i dirigenti coinvolti in procedimenti legali derivanti dalle loro funzioni istituzionali, si mira a superare questa mentalità difensiva. Ora, i dirigenti possono sentirsi più sicuri nel prendere decisioni difficili e necessarie per il progresso, sapendo che saranno adeguatamente supportati legalmente senza dover sopportare personalmente il peso finanziario e psicologico della difesa legale.
Questa riforma è cruciale per stimolare un clima di fiducia e responsabilità tra i dirigenti pubblici, incoraggiandoli a essere più proattivi nell'implementazione delle politiche pubbliche e nell'affrontare le sfide emergenti con determinazione. L'obiettivo è quello di ridurre le barriere burocratiche che frenano lo sviluppo, consentendo ai dirigenti di concentrarsi maggiormente sull'efficacia e sull'efficienza nell'interesse collettivo, anziché sulla protezione individuale a spese della missione pubblica.
QUOTIDIANO DI SICILIA
Rifiuti, cronaca della perenne emergenza. Si paga il prezzo di decenni di immobilismo.
Schifani dixit. Dopo una spasmodica attesa, il Governo regionale avrebbe autorizzato il conferimento dei rifiuti, non più accettati dal Tmb di Sicula Trasporti, presso la discariche della stessa Sicula, grazie a un'autorizzazione per 15 giorni, periodo in cui la suddetta società potrà solo abbancare i rifiuti senza mandarli né in discarica né all'estero. Nel contempo saranno effettuate analisi chimiche sul prodotto per verificare la sua compatibilità con il conferimento in discarica e annullare, quindi, il provvedimento emesso dalla regione e il conseguente blocco imposto dal Gip di Catania. Il problema di Sicula Trasporti con l'indice respirometrico finora non c'era stato perché conferivano ai termovalorizzatori. Nel caso di conferimento in discarica, invece, il problema si presenterà, e sarà necessario fare le omologhe. Intanto la Cts ieri ha fatto avanzare l'iter per arrivare l'autorizzazione per operare in R. Si tratta di informazioni che apprendiamo da fonti riservate, dato che, al momento della chiusura di questo giornale, nonostante le nostre numerose sollecitazioni, non siamo stati messi nelle condizioni di dare informazioni ufficiali ai cittadini-lettori
Sono state cinque le giornate di stop alla raccolta dei rifiuti indifferenziati nell'isola e definire questi ultimi giorni come "Un tranquillo weekend di paura", utilizzando il titolo del film del 1972 diretto da John Boorman, può sembrare un eufemismo, ma quanto è successo tra venerdì scorso e ieri ci racconta come, di fatto, la gestione di emergenze come quella dei rifiuti, che emergenza non è ma segno di un'incapacità politica di visione e programmazione che affligge l'isola da decenni, sembra gestita esclusivamente in maniera improvvisata e con soluzioni tampone che lasciano il tempo che trovano.
Cinque notti lunghissime per circa duecento sindaci siciliani dopo lo stop all'impianto di Trattamento meccanico-biologico Sicula Trasporti di Lentini - dovuto alla mancata valutazione d'impatto ambientale cui ha fatto seguito un provvedimento dell'assessorato del Territorio e dell'Ambiente, col quale si negava alla discarica "l'autorizzazione al proseguimento delle attività in essere" - e il conseguente provvedimento, atto dovuto, del Gip di Catania. I primi cittadini hanno dovuto prendere atto di quanto il governo regionale ha ritenuto essere la soluzione in grado di scongiurare l'ennesimo crack del sistema rifiuti che avrebbe portato al riversamento nelle strade di quanto non sarebbe più stato conferibile, con il rischio di una crisi ambientale e sanitaria.
Dallo scorso sabato, infatti, i mezzi ecologici dei Comuni interessati direttamente allo stop al conferimento, sono tutti fermi nel cantiere, pieni, e in attesa di poter sapere in quale discarica conferire ma è altrettanto evidente che, appurato che la chiusura del Tmb di Lentini è frutto di un provvedimento regionale, il Governo siciliano sapeva ma ha preferito attendere anziché agire cercando sin da subito una soluzione.
Conferimento temporaneo dei rifiuti in altre discariche
A una riunione di sabato scorso convocata dall'assessore Roberto Di Mauro, hanno partecipato i vertici delle Asp di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa, dell'Arpa Sicilia, oltre al capo dell'ufficio legislativo e legale della Regione, Giovanni Bologna, al dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino e ai capi di gabinetto del presidente della Regione, Salvatore Sammartano e dell'assessore all'Energia Filiberto Fiorito e l'ingegner Francesco Arini, dirigente del servizio "Autorizzazioni rifiuti" dell'assessorato. Al termine dell'incontro l'assessore Di Mauro ha dichiarato di aver già "riconvocato una nuova riunione per lunedì mattina per approfondire altri aspetti e definire i contenuti dell'ordinanza che firmerà il presidente Schifani e che resterà in vigore solo per il tempo necessario per il ritorno della situazione alla normalità", provvedimento che consentirà il conferimento temporaneo dei rifiuti, prima destinati al Tmb di Lentini e poi in altre discariche, in ulteriori impianti già autorizzati nell'Isola, superando così le difficoltà di smaltimento dei numerosi Comuni interessati.
Il governatore Renato Schifani, poiché nominato Commissario Straordinario per i rifiuti dal Governo, ha tutte le autorizzazioni necessarie a firmare l'ordinanza straordinaria che consente il conferimento temporaneo dei rifiuti in altre discariche ma, proprio sul suo ruolo, venerdì scorso Legambiente Sicilia, Wwf Sicilia Nord Occidentale e Zero waste Sicilia hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per, si legge nel documento, chiedere "l'annullamento previa sospensione dell'efficacia del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 800/2024 del 22 febbraio 2024 (...), nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e comunque consequenziale" indicando che nemmeno "l'aggiornamento al Piano regionale dei rifiuti, che precede il Decreto legge 9 dicembre 2023 n. 181 di appena due mesi, fa alcun riferimento ad un possibile stato di crisi del sistema di gestione dei rifiuti della Regione siciliana. Pertanto, appare evidente la totale mancanza delle condizioni fattuali esistenti nel territorio insulare tali da giustificare il ricorso a poteri straordinari in capo al Presidente della Regione".
Dal 1° gennaio a oggi, sono stati emessi ben 5 decreti
Intanto, dal 1° gennaio a oggi, sono stati emessi ben 5 decreti per la "Autorizzazione al trasporto transfrontaliero (Economia Circolare) rifiuti" riguardanti i comuni di Campofelice di Roccella (PA) e di Termini Imerese (PA) e l'impianto produttore della ditta Sicula Trasporti in Catania per un totale, seppur con modi e tempi diversi, di 36.500 tonnellate di rifiuti destinati a impianti di termovalorizzazione in Spagna, Danimarca e Grecia. Per far fronte a un problema, quello del conferimento all'estero, la cui ricaduta economica incide pesantemente sulle fragili finanze dei comuni e sulle tasche dei cittadini.
Nell'attesa dei termovalorizzatori fortemente voluti dal governatore Schifani, nel Piano dei rifiuti Regionale non ancora entrato in vigore in quanto non ha ancora concluso il suo iter, si legge che "oltre al rafforzamento della differenziazione della spazzatura al momento della loro raccolta, è necessario il completamento della rete impiantistica integrata indicata nello stralcio al Prgr relativo ai rifiuti urbani che consente il recupero energetico, la riduzione dei movimenti di rifiuti e l'adozione di metodi e di tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica. Tradotta operativamente, significa che sarà "realizzata una rete provinciale di piattaforme pubbliche di selezione/recupero/affinazione dei rifiuti oggi conferiti ai Tmb (e degli scarti dal trattamento dei Rd conferiti in discarica), incrementando il numero, la potenzialità e le performance degli esistenti Tmb pubblici e realizzando nuove piattaforme pubbliche nelle province che al momento non sono dotate di impianti intermedi pubblici" che permetterà di avere, sul territorio siciliano, 16 nuovi Tmb contro i 5 attuali.
Lo stralcio al Prgr riguardante i rifiuti urbani non prevede la realizzazione di nuove discariche ma un ampliamento di quelle esistenti che è in corso di autorizzazione, e garantirebbe, sempre secondo il Piano rifiuti regionale, "il conferimento dei rifiuti che non possono essere valorizzati, neanche dal punto di vista energetico, e dei residui delle operazioni di valorizzazione energetica fino a oltre il 2035. A tal fine è previsto un ampliamento della capacità delle attuali 9 discariche che passerebbe da 2.124.723 mc a 9.466.132 mc".
È pur vero, come si legge nel Piano rifiuti regionale, che "successivamente all'entrata in esercizio di tutti gli impianti pianificati, si prevede di raggiungere l'obiettivo previsto dalla nuova normativa, pari al 10% dei rifiuti raccolti (da mandare in discarica, ndr), 220.000 tonnellate, alla data prevista, il 2035, sempre in maniera lineare a partire dal quantitativo abbancato nel 2028, 410.000 tonnellate.
La scelta di un ampliamento delle discariche
Ma la scelta di un ampliamento delle discariche, pur tamponando l'attuale e precaria situazione, avrà una ricaduta nel 2035, quando ci troveremo a dover bonificare, mettere in sicurezza e, se possibile, riconvertire una grossa parte del territorio occupata da vasche che diventeranno inutili. Come ci ricorda la Treccani la parola "emergenza", sull'esempio di quella inglese "emergency", indica una "particolare condizione di cose, un momento critico che richiede un intervento immediato, soprattutto nella locuzione stato di emergenza, espressione peraltro priva di un preciso significato giuridico nell'ordinamento italiano, che, in situazioni di tal genere, prevede invece lo stato di pericolo pubblico". Ma la parola emergenza sembra piacere alla nostra classe politica trascurando però il fatto che l'uso improprio di questa parola che fa solo emergere tutte le carenze dovute ad una mancata programmazione rispetto ai temi della tutela ambientale e alla gestione delle emergenze stesse che, in Sicilia, diventano endemiche.
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Esami di autotrasportatori per conto terzi organizzati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Venerdì 28 Giugno La Seconda Prova.
Si terranno venerdì prossimo 28 Giugno, nei locali dell'Aula "Silvia Pellegrino" di via Acrone, gli esami per autotrasportatori per conto terzi, riservati ai candidati con il cognome compreso fra le lettere M e Z, organizzati dal Settore "Politiche attive del lavoro e dell'Istruzione, Solidarietà Sociale, Trasporti" del Libero Consorzio comunale di Agrigento.
Per informazioni è possibile rivolgersi al Settore Trasporti in via Esseneto, 66 contattando i numeri telefonici 0922/593645 oppure 0922.593680 e alle sedi URP del Libero Consorzio nei vari comuni della provincia.
Inoltre, sulla home page del sito www.provincia.agrigento.it, è ancora consultabile l'elenco dei candidati idonei alla prima prova svoltasi lo scorso 6 giugno dove sono risultati idonei 11 candidati.