SICILIA REPORTER
Nuovo Piano in Agrigento per Affrontare la Crisi Idrica e Migliorare la Sicurezza Urbana.
Durante l'ultimo comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi in prefettura, alla presenza del procuratore della Repubblica e dei vertici delle forze dell'ordine, sono stati delineati piani innovativi per gestire la crisi idrica e aumentare la sicurezza nei locali della movida e contro l'abusivismo commerciale.
Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano ha affrontato il problema delle autobotti, che negli ultimi periodi sono state difficili da trovare nell'Agrigentino. Per assicurare che questa attività sia condotta in piena legalità, è stata invocata una semplificazione delle procedure che permettono la registrazione dei soggetti privati nell'elenco di quelli autorizzati a svolgere il servizio in convenzione con Aica, la società idrica locale.
Questo dovrebbe facilitare l'accesso all'acqua anche per i cittadini non ancora allacciati alla rete di Aica, che potranno rivolgersi agli autobottisti privati previo pagamento del costo dell'acqua alla società.
Rinforzo del Call Center di Aica
Il prefetto ha inoltre raccomandato un rafforzamento del call center di Aica per prevenire situazioni di mancata risposta o di eccessiva attesa, migliorando così il servizio al cliente e garantendo una gestione più efficiente delle emergenze idriche.
Sicurezza nei Locali della Movida e Contro l'Abusivismo Commerciale
Per quanto riguarda la sicurezza, Romano ha raggiunto un accordo con i comandanti del sesto battaglione bersaglieri di Trapani e della locale operazione "Strade sicure" per una rimodulazione dell'impiego del contingente militare nella provincia, che recentemente ha visto un incremento di 20 unità.
Queste saranno quasi completamente impiegate a San Leone per contrastare i fenomeni della "mala movida" e dell'abusivismo commerciale, due problemi che hanno afflitto la zona e che richiedono un'azione incisiva.
Conclusione
Queste iniziative rappresentano un passo significativo per rispondere alle esigenze della comunità di Agrigento in termini di disponibilità idrica e sicurezza urbana. Con l'implementazione di queste misure, si spera di vedere miglioramenti tangibili nel breve periodo, aumentando la qualità della vita dei cittadini e la sicurezza nelle aree più frequentate durante la notte.
TELEACRAS
Crisi idrica e sicurezza: aggiornamenti dalla Prefettura di Agrigento.
Comitato ordine e sicurezza pubblica in Prefettura ad Agrigento. Crisi idrica: autobotti, impegni per l'irrigazione e i "Ricchi e poveri". Sicurezza: circa 20 militari a San Leone.
In Prefettura ad Agrigento si è discusso del disastro idrico nella zona del Sosio - Verdura, ovvero tra Ribera, Bivona, Villafranca Sicula e Burgio. E dal palazzo di piazzale Aldo Moro riferiscono: "E' emersa una condivisa programmazione di distribuzione dell'assai limitata risorsa idrica. E che Enel - Sicilia ha assunto il formale impegno nei confronti dei quattro Comuni che tale assai limitata risorsa idrica non sia dispersa e non sia utilizzata per fini non irrigui". E di tale impegno formale assunto dall'Enel sarà almeno la decima volta che lo si scrive in poco meno di due mesi. Si auspica pertanto che adesso l'impegno da formale sia sostanziale. Poi sarà adottata una nuova ordinanza (notate la costante della declinazione al futuro) affinchè l'assai limitata risorsa idrica sia equamente distribuita fra i bacini dell'alto Sosio- verdura, del basso Verdura e del Magazzolo. Dunque, ricapitolando, l'esito della riunione è il seguente: l'acqua, come da impegno Enel, sarà (futuro) utilizzata solo per fini irrigui. E un'ordinanza sarà (futuro) adottata per distribuire l'acqua in parti uguali. E quindi, dal vangelo secondo i 'Ricchi e poveri' canticchiamo insieme: "Che sarà, che sarà, da domani si vedrà e sarà, sarà quel che sarà"... E ancora in Prefettura ad Agrigento si è svolto un confronto sulla crisi idrica tra Agrigento e provincia in occasione di una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Nessun accenno ai dissalatori, né con le navi apposite né riattivando in somma urgenza, scavalcando 'meline a centrocampo' e gare d'appalto, l'attuale dissalatore di Porto Empedocle. Nessun accenno ai lavori che - tramite i 6 milioni di euro dirottati su Agrigento dei 20 stanziati per la Sicilia a fronte della dichiarazione di emergenza nazionale - avrebbero consentito entro 60 giorni dall'inizio delle opere di ricavare da nuovi o esistenti pozzi quasi 120 litri al secondo in più per la città. Invece ci si è soffermati solo sulle autobotti. Il prefetto si è rivolto così ai vertici dell'Aica: "Signori Aica, dovete potenziare il call center, ovvero il centralino, perché i tempi d'attesa per le risposte sono esasperanti. Signori Aica dovete facilitare l'iscrizione nel 'libro bianco' degli autobottisti privati da accreditare". E sì, infatti, al momento per Agrigento vi è solo un autobottista accreditato, diversamente invece da Sciacca, Canicattì, Racalmuto e Licata, dove sono più di uno. E a proposito di Licata, il sindaco avvocato Angelo Balsamo ha ottenuto una nave cisterna militare, la "Ticino": 1 milione e 200.000 metri cubi d'acqua. E poi, cogliendo l'opportunità della seduta del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al prefetto è stato comunicato l'incremento con 20 militari del contingente militare della provincia impegnato nell'operazione "Strade sicure". E il prefetto ha disposto il quasi completo impiego di tali 20 militari in più (quindi saranno 17 o 18) a San Leone, a contrasto della movida violenta e dell'abusivismo commerciale.
ADNKRONOS
Autonomia differenziata, cinque Regioni pronte a dare battagliaOggi il testo delle opposizioni in Cassazione. Definita la roadmap per bloccare quella che l'opposizione definisce la riforma 'Spacca Italia'. Dall'8 luglio i voti in Consiglio.
Autonomia differenziata, oggi la presentazione del testo delle opposizioni in Cassazione. Ad annunciarlo è Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs. "Depositeremo il quesito referendario insieme alle organizzazioni sindacali, ai partiti dell'opposizione e a tante associazioni" dicono. "L'autonomia differenziata è una pessima riforma che penalizzerà la qualità della vita dei cittadini delle Regioni che sono più indietro e creerà maggiori diseguaglianze e problemi di bilancio" sottolinea anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Per questo Più Europa sarà in campo nel sostenere il referendum abrogativo. Meloni intanto consenta di firmare i referendum con firma digitale gratuitamente, sbloccando la piattaforma che da due anni e mezzo il governo deve realizzare. Non abbia paura del popolo".
Le Regioni sul piede di guerra
Sì inizia l'8 luglio, lunedì prossimo, con il consiglio regionale della Campania. Poi l'indomani, 9 luglio, si prosegue in Emilia Romagna per poi passare la 'palla' a Toscana, Puglia e Sardegna, la regione guidata dalla 5 Stelle Alessandra Todde capofila dell'iniziativa. La riunione tecnica delle 5 regioni progressiste pronte a dare battaglia alla riforma Calderoli sull'autonomia differenziata, a quanto apprende l'Adnkronos, ha definito una roadmap finalizzata a dare l''altolà a quella che l'opposizione definisce la riforma 'Spacca Italia'.
Due i testi su cui il coordinamento ragiona: uno totalmente abrogativo della legge, l'altro per un colpo di bianchetto parziale, che però di fatto fermerebbe la riforma. I voti nei consigli regionali sono finalizzati a scongiurare la raccolta firme per il referendum, con una deadline che incombe: i testi referendari vanno depositati entro e non oltre il 30 settembre. Quanto all'ipotesi di impugnare la riforma, appellandosi alla Corte costituzionale, da quanto emerso dalla riunione sembrerebbe la Sardegna l'unica regione destinata a un passo di questo tipo, essendo l'unica a statuto speciale tra le 5.
LENTEPUBBLICA
Il Comune può cedere i propri spazi assunzionali?
A rispondere all'interrogativo e la Corte dei Conti delle Marche, con la delibera 106/2024: ecco quando un Comune può cedere i propri spazi assunzionali.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti delle Marche ha emesso una deliberazione (n. 106/2024/PAR) chiarendo i limiti delle disposizioni riguardanti la cessione delle capacità assunzionali da parte dei Comuni. La decisione nasce dalla richiesta del Comune di Appignano di un parere sulla possibilità di trasferire le proprie capacità assunzionali a un'Assemblea territoriale d'ambito per la gestione dei rifiuti.
Che cosa si intende per "spazi assunzionali"?
Per "spazi assunzionali" si intende la capacità di un ente pubblico, come un Comune, di assumere nuovo personale. Questa capacità è determinata da vari fattori, tra cui:
Limiti di bilancio: gli spazi assunzionali sono vincolati dal rispetto dell'equilibrio di bilancio. Un Comune può assumere nuovo personale solo se ciò non compromette la sostenibilità finanziaria del suo bilancio a lungo termine.
Valore soglia: la normativa stabilisce un valore soglia per la spesa complessiva del personale, che è una percentuale delle entrate correnti dell'ente. I Comuni devono mantenere la spesa per il personale entro questo valore soglia.
Piani triennali del fabbisogno di personale: gli enti locali devono pianificare le proprie necessità di personale in piani triennali, che devono essere coerenti con le capacità finanziarie dell'ente.
Leggi e regolamenti: esistono specifiche leggi e regolamenti che disciplinano quante e quali assunzioni possono essere fatte, tenendo conto delle dimensioni demografiche del Comune e di altri parametri economici.
In sintesi, gli spazi assunzionali rappresentano il margine entro il quale un ente locale può effettuare nuove assunzioni di personale, tenendo conto dei vincoli di bilancio e delle normative vigenti.
Il Comune può cedere i propri spazi assunzionali?
Secondo l'art. 32, comma 5 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), "i Comuni possono cedere, anche parzialmente, le proprie capacità assunzionali all'Unione di Comuni di cui fanno parte". Tuttavia, la Corte dei Conti ha stabilito che tale norma è di stretta interpretazione e non estensibile a enti diversi dall'Unione dei Comuni, come nel caso delle Assemblee territoriali d'ambito.
L'art. 33, comma 2 del Decreto-Legge n. 34/2019 consente ai Comuni di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in linea con i piani triennali del fabbisogno di personale, a patto che si mantenga l'equilibrio di bilancio. I Comuni che si trovano al di sotto del valore soglia possono aumentare la spesa di personale fino al raggiungimento di detto valore, purché venga garantito l'equilibrio strutturale dei bilanci e la coerenza con il piano triennale del fabbisogno di personale.
La Corte ha ribadito che tali disposizioni non consentono deroghe ai rigidi vincoli di spesa stabiliti dal sistema normativo. Questo quadro normativo prevede un preciso rapporto tra spesa per assunzioni di personale e entrate correnti, che non può essere alterato se non nei casi eccezionali previsti dalla legge.
Le conclusioni dei giudici contabili
La richiesta del Comune di Appignano di cedere le proprie capacità assunzionali all'Assemblea territoriale d'ambito per la gestione dei rifiuti non è quindi ammissibile. Tale Assemblea non rientra, come abbiamo visto, nel perimetro applicativo del TUEL.
Inoltre, la normativa regionale (L.R. Marche n. 24/2009) e la convenzione tra enti locali non autorizzano il trasferimento delle capacità assunzionali. La messa a disposizione di risorse umane e strumentali prevista dalla convenzione si limita all'utilizzo congiunto delle stesse e non implica una cessione di capacità assunzionali.
La deliberazione della Corte dei Conti delle Marche rappresenta un chiarimento importante per tutti i Comuni della regione, confermando l'interpretazione rigorosa delle norme sulla cessione delle capacità assunzionali e rafforzando il principio della sostenibilità finanziaria nella gestione delle risorse umane nel settore pubblico.
LENTEPUBBLICA
Videosorveglianza, il Comune deve sempre valorizzare la tutela della privacy
Quando il Comune adotta nuove tecnologie per migliorare la sicurezza dei cittadini, è fondamentale che non vengano trascurate le norme sulla tutela della privacy, soprattutto se si tratta di sistemi di videosorveglianza.
Questo principio è stato ribadito dal Garante per la protezione dei dati con il provvedimento n. 10028498 del 20 giugno 2024, relativo ad un applicazione utilizzata da un comune dell'Emilia-Romagna.
L'applicazione, permetteva ai cittadini di inviare segnalazioni alla Polizia locale riguardanti situazioni di degrado o di allarme sociale, non abbastanza gravi da richiedere una chiamata al 112. Una volta ricevuta una segnalazione, la Polizia locale poteva monitorare l'area interessata utilizzando le telecamere di videosorveglianza del Comune e inviare, se necessario, una pattuglia per verifiche.
Durante questo processo, venivano temporaneamente acquisiti la posizione GPS e il numero di telefono del segnalante. Inoltre, la Polizia locale aveva anche la possibilità di utilizzare droni per effettuare controlli nelle aree segnalate.
In merito al trattamento dei dati personali, il Comune era indicato come titolare del trattamento, mentre la società che aveva creato l'applicativo era il responsabile del trattamento. Tuttavia, il Garante ha riscontrato diverse violazioni delle normative sulla privacy.
Videosorveglianza, il Comune deve sempre valorizzare la tutela della privacy
Il Garante ha riscontrato due principali violazioni nei trattamenti di dati personali: una relativa ai dispositivi di videosorveglianza e una riguardante il sistema di segnalazione.
Videosorveglianza
Il Comune ha violato diversi articoli del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati (GDPR). Queste violazioni sono state causate da un'unica condotta, che ha portato a una sanzione massima potenziale di 20 milioni di euro. Tuttavia, tenendo conto delle specifiche circostanze del caso, il Garante ha deciso di imporre una sanzione pecuniaria di 10.000 euro.
Le violazioni riscontrate riguardavano principalmente la mancata considerazione, da parte del Comune, dei principi di protezione dei dati durante la progettazione e l'implementazione del sistema di videosorveglianza. Nonostante le telecamere fossero state installate per finalità di sicurezza urbana, il trattamento dei dati personali dei cittadini non era stato adeguatamente regolamentato, né erano state messe in atto misure sufficienti per garantire il rispetto delle normative vigenti.
Sistema di segnalazione
Per quanto riguarda l'applicazione utilizzata per le segnalazioni, le violazioni hanno coinvolto vari articoli del GDPR. Anche in questo caso, la sanzione massima poteva arrivare fino a 20 milioni di euro, ma il Garante ha stabilito una multa di 5.000 euro, tenendo conto delle attenuanti e della cooperazione del Comune durante l'istruttoria.
Le violazioni relative al sistema di segnalazione includevano la mancanza di trasparenza verso gli utenti, l'assenza di misure adeguate per garantire la sicurezza dei dati trattati e la mancata valutazione dei rischi associati all'utilizzo dell'applicazione. Inoltre, il Comune non aveva stipulato un accordo di protezione dei dati con la società sviluppatrice, sebbene fosse stata definita una generica disciplina contrattuale riguardante la durata e la finalità del trattamento dei dati.
Le considerazioni finali dell'Autorità
Il caso in esame mette in luce una questione cruciale: la necessità di bilanciare l'adozione di nuove tecnologie con il rigoroso rispetto delle normative sulla privacy. Questo equilibrio è fondamentale per garantire che i benefici derivanti dall'innovazione non compromettano i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini.
Importanza della privacy
Nell'era digitale, la raccolta e l'elaborazione dei dati sono diventate attività pervasive. Le amministrazioni pubbliche, così come le aziende private, utilizzano strumenti avanzati per migliorare l'efficienza dei servizi e la sicurezza delle comunità. Tuttavia, ogni innovazione tecnologica comporta anche rischi significativi per la privacy. La protezione dei dati personali non è solo una questione di conformità legale, ma rappresenta anche un aspetto critico della fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) stabilisce principi fondamentali per il trattamento dei dati personali, tra cui:
Liceità, correttezza e trasparenza: Il trattamento dei dati deve essere svolto in modo legale, equo e trasparente nei confronti degli interessati.
Limitazione della finalità: I dati devono essere raccolti per scopi specifici, espliciti e legittimi, e non trattati ulteriormente in modo incompatibile con tali scopi.
Minimizzazione dei dati: Devono essere trattati solo i dati adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per cui sono trattati.
Accuratezza: I dati devono essere esatti e, se necessario, aggiornati.
Limitazione della conservazione: I dati devono essere conservati in una forma che consenta l'identificazione degli interessati per un periodo di tempo non superiore a quello necessario per le finalità del trattamento.
Integrità e riservatezza: I dati devono essere trattati in modo da garantire un'adeguata sicurezza, inclusa la protezione contro il trattamento non autorizzato o illecito e contro la perdita, la distruzione o il danno accidentali.
Impatti pratici e normativi
Il mancato rispetto di questi principi può portare a sanzioni significative e danneggiare la reputazione delle istituzioni coinvolte. Nel caso specifico, l'adozione di sistemi di videosorveglianza e l'utilizzo di un'applicazione per le segnalazioni ha evidenziato come l'innovazione possa entrare in conflitto con la normativa sulla privacy se non adeguatamente gestita.
La sanzione comminata dal Garante, sebbene inferiore alla massima prevista, sottolinea l'importanza di valutare attentamente i rischi per la privacy fin dalla fase di progettazione (privacy by design) e di garantire misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati personali. La trasparenza nei confronti dei cittadini e la cooperazione con le autorità di controllo sono elementi chiave per mitigare i rischi e assicurare un trattamento dei dati conforme alle normative.
LENTEPUBBLICA
Cosa fare se si subisce mobbing.
Come si riconosce il mobbing e cosa fare se si subisce questo comportamento? Vediamolo insieme.
Il mobbing è sicuramente una delle peggiori esperienze da subire sul posto di lavoro.
Per "mobbing", intendiamo tutti quei comportamenti, che possono essere individuali o collettivi, considerati vessatori, reiterati e duraturi, nei confronti di un dipendente.
A farlo può essere sia il datore di lavoro e i superiori gerarchici (parliamo, quindi, di mobbing verticale) e sia colleghi (mobbing orizzontale). Ma è possibile esserne vittima anche da sottoposti (mobbing ascendente).
Ecco allora cosa fare se si è vittime di mobbing.
Mobbing: ecco come si riconosce
La Cassazione ha individuato alcuni segnali indicativi del mobbing:
Adozione di provvedimenti disciplinari per ragioni strumentali, anche per fatti di modesta rilevanza, in modo da poter disporre il licenziamento disciplinare;
Un ambiente di lavoro ostile;
Continue umiliazioni e pressioni psicologiche, che portino a sofferenze morali ed esaurimento nervoso;
Demansionamento o privazione delle mansioni lavorative;
Atti di persecuzione, denigrazione e isolamento professionale (come la negazione delle ferie o dei permessi);
Emarginazione personale e professionale.
Cosa fare se si subisce mobbing: i vari step
Se ci si rende conto di essere vittime di mobbing, occorre procedere per diversi step.
Innanzitutto, è importante non perdere tempo e raccogliere più prove possibili, mediante testimoni, registrazioni di conversazioni e tutto il materiale utile per un'eventuale denuncia.
Occorre, poi, rivolgersi ad un legale o al sindacato.
Si può richiedere, inoltre, la rimozione della fonte del mobbing: se parliamo del datore di lavoro, si può richiedere un cambio di atteggiamento. Se invece parliamo di colleghi, è importante informare il datore di lavoro o i propri superiori.
Il lavoratore può anche richiedere un risarcimento danni, perché l'azienda non ha adempiuto all'obbligo di protezione della sua integrità psico-fisica.
Ad esempio, se il dipendente è vittima di un esaurimento nervoso può richiedere un risarcimento danni, evidenziando il nesso di causalità.
Nel caso in cui non si riesca a trovare una soluzione, allora il lavoratore, come ultima azione, può richiedere le dimissioni per giusta causa, senza perdere il diritto al preavviso e all'indennità di disoccupazione.
Cosa dice la legge
Secondo la sentenza del Tribunale di Pinerolo del 2 aprile 2004 e la circolare del 20 ottobre 2003 n°163 dell'Inps, il mobbing rientra tra le condotte per cui possono essere richieste le dimissioni per giusta causa.
È importante sottolineare, però, che la Naspi potrebbe essere revocata, anche dopo anni, se non è riconosciuto l'effettivo mobbing.
ITALIAOGGI
Va in soffitta l'abuso d'ufficioL'obiettivo è dare tranquillità agli amministratori pubblici. La Camera dei deputati ha approvato l'articolo 1 del ddl sulla Giustizia, che è già stato licenziato dal Senato.
Sì all'abrogazione dell'abuso d'ufficio. La Camera il 4/7/2024 ha approvato con 170 sì e 77 no l'articolo 1 del ddl sulla Giustizia del ministro Carlo Nordio, già licenziato dal Senato, che modifica anche il delitto di traffico di influenze illecite. Le votazioni riprenderanno nel pomeriggio di martedì 9 luglio dall'articolo 2 sulle intercettazioni.
Traffico limitato
Già molto ridimensionato nel 2020, è dunque cancellato del tutto il delitto di cui all'articolo 323 Cp. Al Consiglio Gai tenuto il 14 giugno a Lussemburgo i ministri della Giustizia degli Stati Ue hanno votato a favore della proposta italiana: l'obbligo di mantenere il reato di abuso d'ufficio è modificato nella "facoltà di introdurlo o eliminarlo". Il tutto per dare "tranquillità agli amministratori pubblici", mentre secondo il Consiglio superiore della magistratura non si elimina la paura della firma e i pm perdono un "reato-spia" della corruzione.
Attenzione, però: nel decreto legge "carcere sicuro" approvato nel Consiglio dei ministri di mercoledì 3 luglio è stato introdotto il nuovo reato di l'indebita destinazione di denaro o cose mobili per evitare il vuoto di tutela che con l'abolizione dell'abuso trong>d'ufficio si potrebbe creare sul peculato per distrazione. L'articolo 314 bis Cp opera quando è esclusa l'ipotesi più grave di peculato: prevede la reclusione da sei mesi a tre anni. Il reato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio ha per ragione d'ufficio o di servizio il possesso oppure la disponibilità di denaro o di un'altra cosa mobile altrui e li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità: il tutto procurando intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto. Il riferimento alle norme di legge e all'assenza di discrezionalità riprende l'ultima formulazione dell'abuso d'ufficio di cui alla legge dell'11/9/2020, n. 120.
Traffico ridotto
Nel traffico d'influenze il minimo edittale della pena sale da un anno a un anno e sei mesi: le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere utilizzate e non vantate, mentre l'utilità data o promessa in alternativa al denaro è solo economica.
AGRIGENTONOTIZIE
In arrivo 92 milioni per l'emergenza idrica, Pisano: "Governo Meloni vicino agli agrigentini"
Si tratta di un primo stralcio di finanziamenti, per un piano complessivo di 1,6 miliardi, che mirano a risolvere nel più breve tempo possibile e in maniera definitiva l'atavico problema della carenza d'acqua.In arrivo 92 milioni di euro per l'emergenza idrica. Lo ha comunicato il deputato nazionale Calogero Pisano: "Il governo Meloni e la maggioranza di centrodestra che lo sostiene - ha detto Pisano - non lasciano da soli gli agrigentini e i siciliani di fronte al grave problema dell'emergenza idrica. Sono infatti in arrivo in Sicilia ben 92 milioni di euro destinati alla realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie, all'adeguamento e all'ammodernamento della rete idrica.
Si tratta di un primo stralcio di finanziamenti, per un piano complessivo di 1,6 miliardi di euro, che mirano a risolvere nel più breve tempo possibile e in maniera definitiva l'atavico problema della carenza d'acqua, reso ancora più drammatico in questi giorni da una grave siccità che sta colpendo la nostra regione".
AGRIGENTONOTIZIE.
Fondazione Capitale italiana della cultura 2025, Giuseppe Ferro è il nuovo componente del Cda
Quattro mesi e mezzo dopo l'ufficializzazione dei nominativi, c'è già un cambio in corsa: l'avvocato Antonio Maria Cremona si è dimesso.I nomi del Cda della fondazione "Agrigento 2025" erano stati ufficializzati lo scorso 17 febbraio, quando venne nominato il presidente Giacomo Minio. Quattro mesi e mezzo dopo c'è già un cambio in corsa: l'avvocato Antonio Maria Cremona ha protocollato ieri le formali dimissioni dall'incarico conferitogli. Il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, ha subito provveduto alla necessaria designazione del nuovo componente del Cda. Si tratta di Giuseppe Ferro, noto dermatologo di Raffadali.
Giuseppe Ferro è in possesso di comprovate esperienze e competenze rilevanti e documentate nei settori culturali, professionali e manageriali attinenti agli obiettivi e alle finalità della fondazione di partecipazione 'Agrigento 2025'", ha scritto il sindaco Micciché che ha ritenuto il dermatologo di Raffadali "idoneo a ricoprire la carica di componente del consiglio di amministrazione della fondazione". Nominato Giuseppe Ferro, i cinque componenti del Cda sono dunque adesso: Giovanni Di Maida, Giuseppe Ferro, Vincenza Gaziano, Salvatore Palillo e Giuseppe Viola.
"Un plauso alla scelta del sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, di nominare Giuseppe Ferro - hanno dichiarato i consiglieri comunali di Forza Italia del Comune di Raffadali Maricetta Casalicchio, Salvatore Gacioppo e Santino Cuffaro Farruggia - come componente della fondazione Capitale della cultura Agrigento 2025. A nostro parere Giuseppe Ferro era la persona migliore che si potesse individuare. E' un professionista serio e competente che ama spendersi nel sociale e nella cultura. In particolare nel Comune di Raffadali ha rivestito in passato il ruolo di Presidente della Biblioteca comunale, ha contribuito al recupero di antiche tradizioni locali quale per esempio la rappresentazione del Venerdì Santo, iniziative eco sostenibili, associazionismo e da soggetto proveniente dalla società civile si è speso moltissimo durante il Covid collaborando nell'attività di prevenzione attraverso i tamponi".