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Come funziona il Riscatto della laurea per i dipendenti pubblici 2024
Riscatto laurea dipendenti pubblici 2024: ecco cosa c'è da sapere.
Il riscatto della laurea per gli statali è un ottimo modo per ottenere i requisiti necessari per l'uscita anticipata dal mondo del lavoro e per aumentare il proprio assegno pensionistico.
Per poter accedere a quest'agevolazione, occorrerà essere in possesso di alcuni requisiti:Diploma di laurea o titoli equiparati;I periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto, non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali presenti nell'art.2, comma 1 del decreto legislativo 184/1997;Essere titolari di contribuzione (almeno un contributo obbligatorio) in una delle gestioni previdenziali dei dipendenti pubblici, ovvero quella in cui viene richiesto il riscatto.Quali sono i periodi riscattabili?I periodi di studio che i dipendenti pubblici possono riscattare sono quelli che coincidono con la frequenza e la conclusione dei corsi perDiplomi universitari: con durata non inferiore a due anni e non superiore a tre anni;Diplomi di laurea: con durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei anni;Specializzazione: che si conseguono successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore ai tre anni;Dottorati di ricerca;Lauree triennali, specialistiche o magistrali;Diplomi AFAM, rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.Non possono essere riscattabili gli anni fuori corso, i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto e gli anni universitari (o equiparati) a cui non ha fatto seguito il conseguimento del titolo.Riscatto laurea dipendenti pubblici 2024: come fare domandaPer poter richiedere il riscatto della laurea, i dipendenti pubblici dovranno presentare domanda all'Inps, medianteServizi telematici, accessibili tramite Spid, Cie o Cns;Contact Center Multicanale: ai numeri 803 164 (da telefono fisso) o al numero 06 164 164 (da cellulare);Patronati e altri intermediari dell'Istituto.Riscatto laurea dipendenti pubblici 2024: la simulazione sul sito dell'InpsL'Inps mette a disposizione un simulatore, col quale è possibile sapere in anteprima quali sono i costi personali da sostenere per il riscatto della laurea.
Al simulatore, è possibile accedere sempre tramite Spid, Cie o Cns.I pagamenti possono essere effettuati sia tramite un'unica soluzione che in rate mensili, fino ad un massimo di 120.
Per i dipendenti pubblici, c'è la possibilità di richiedere il riscatto della laurea agevolato, che permette di risparmiare fino al 70% rispetto al riscatto ordinario.Ma per farlo, c'è bisogno che il contribuente scelga la liquidazione della pensione col calcolo interamente contributivo.
IL FATTO QUOTIDIANO
Emergenza idrica e business dell'acqua, in Sicilia fari puntati sulle autobotti private. Legambiente: "Se non c'è, loro dove la prendono?"-
Se non c'è acqua a sufficienza, questi signori delle autobotti dove la prendono?" si chiede Beppe Amato, responsabile risorse idriche per Legambiente. Una domanda che fa eco un po' in tutta la Sicilia e che sta investendo le prefetture e le procure dell'Isola. L'emergenza siccità ha, infatti, dato il la al grande business dell'acqua: "Si consideri che alcune di queste ditte che hanno autobotti per ogni viaggio ricavano circa 100 euro, facendo più viaggi al giorno, almeno 10, e con più autobotti: in trenta giorni quindi si può calcolare un guadagno di almeno 30 mila euro", spiega Claudio Guarneri, presidente di Aica, l'azienda idrica dei comuni agrigentini.
Ed è proprio ad Agrigento - una delle città a soffrire di più dell'emergenza siccità - che si sta dando una forte stretta al mercato nero dell'acqua. Sono state tante le riunioni in prefettura, alle quali era presente anche il capo della procura, Giovanni Di Leo, finalizzate a gestire un sistema che finora era completamente privo di regole. E dopo il far west, adesso, per potere rifornire i privati con autobotti, bisogna avere un certificato della prefettura che attesti che si è autorizzati al servizio, e che, di conseguenza, sia nota la provenienza dell'acqua. "Era necessario innanzitutto che fosse accertata la composizione di quest'acqua, una di questa autobotti aveva preso acqua da un fiume", rimarca Guarneri.
La stretta però non è andata giù ai titolari delle ditte che un mese fa hanno inscenato una vera e propria serrata contro l'improvvisa regolamentazione. Una serrata durata addirittura una settimana, finché l'accordo tra Aica e ditte private è stato trovato. Uno stop al mercato nero dell'acqua? Non del tutto: solo lo scorso 3 luglio i carabinieri hanno elevato una multa di 3mila euro a un soggetto scovato mentre riforniva abusivamente con l'autobotte un condominio a Porto Empedocle. In alcune parti della Sicilia d'altronde il rifornimento idrico avviene da anni solo con le autobotti: è quello che le autorità hanno scovato a Sciacca, dove è emerso come molti privati non abbiano alcun allaccio alla rete idrica pubblica. "Quando vengono con le autobotti per rifornirsi da noi, unica fonte consentita adesso, diamo loro un modulo da consegnare agli abusivi perché possano essere censiti e inseriti nella rete", spiega il presidente di Aica.
Che vi sia un mercato abusivo dell'acqua in Sicilia, d'altronde, è stato anche svelato da un'inchiesta della procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia, che lo scorso gennaio ha portato all'arresto di 5 persone, tutte accusate di associazione mafiosa. E qual era il grande affare della famiglia mafiosa di Carini? Non era la droga, non le armi, né le estorsioni: attraverso una condotta idrica abusiva i vertici della famiglia mafiosa fornivano acqua per 115 famiglie. Succedeva ben prima dell'allarme siccità.
Intanto sono proprio le autobotti la risorsa più immediata per la crisi, mentre i dissalatori che potranno dare continuità del servizio anche in assenza di piogge sono considerate una soluzione troppo cara e perché ritornino in funzione quelli già esistenti ci vorranno ancora tra i 12 e i 18 mesi. Gli interventi più a lunga scadenza, invece, come la sistemazione della rete idrica per evitare le perdite che in alcune, registrano ritardi e in alcuni casi hanno portato anche a perdere finanziamenti.
Succede ad Agrigento dove i fondi per sistemare la rete idrica sono andati persi: "Erano previsti 49 milioni di euro disponibili per rifare l'intera rete idrica ridotta ad un colabrodo. Finanziamento disponibile, appalto celebrato, aggiudicazione avvenuta, lavori mai iniziati, soldi persi. Adesso il presidente della Regione (Renato Schifani, ndr) promette che verrà rifinanziata. Bene, lo speriamo, ma intanto possiamo registrare che a gestire la fase emergenziale sono quelli che non hanno saputo farlo con la fase ordinaria", così rileva Giuseppe Riccobene, ingegnere e dirigente di Legambiente Sicilia, esperto in materia di gestione idrica. E con tutto questo la siccità c'entra pochissimo: "Agrigento vive, da sempre, un perenne disservizio. Da queste parti l'acqua viene distribuita ogni 7 o 10 giorni e dev'essere accumulata nelle cisterne sui tetti o interrate, per poter soddisfare le esigenze di ogni famiglia o di ogni esercizio commerciale ma all'orizzonte non si vede nessuno che sappia o voglia dare vita a un servizio che dia continuità".
Intanto lo scorso martedì, cioè soltanto il 9 luglio, quando l'estate è ormai in fase avanzata, la presidenza della regione annunciava in un comunicato un intervento straordinario previsto per il giorno successivo su Ancipa, una delle grandi dighe che servono il centro Sicilia, un "intervento che rientra all'interno di un piano di manutenzione programmata per eliminare alcune delle perdite di acqua lungo la rete". Ma dagli uffici della regione assicurano che non c'è nessuno ritardo. Anzi, tutto il contrario: su un piano di emergenza complessivo che è partito l'8 giugno, il 50 per cento - fanno sapere - o è stato completato o è in fase di completamento, mentre sono al lavoro su un secondo e terzo gruppo di interventi, per un totale complessivo di 68 milioni, questo per l'idropotabile, altra storia è ad uso irriguo dove l'emergenza è gestita dal ministero dell'Agricoltura.
Nel frattempo, altri finanziamenti verranno probabilmente dall'Ue, alla quale la regione si è rivolta per chiedere la "rimodulazione finanziaria del piano di sviluppo rurale 2014-2022". Una rimodulazione, alla luce della nuova emergenza, che inserisca "da un lato gli interventi mirati a ridurre i rischi di inondazioni/alluvioni/esondazioni causati da piogge eccezionali (bombe d'acqua) e i rischi di esposizione ad alte temperature e a venti sciroccali che possono determinare la perdita del potenziale produttivo agricolo, e, dall'altro, gli interventi mirati, ad incrementare la captazione di risorse idriche utili ai fini irrigui".
SICILIATVORG
Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento: gli architetti a sostegno di Libero Consorzio per superare criticità di Enac.
E' quello che ci aspettavamo: una pronta reazione del Libero Consorzio per redigere immediatamente gli studi integrativi richiesti dall'Enac per esprimere il proprio parere fondamentale per l'inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti". Con queste parole Rino La Mendola, presidente dell'Ordine degli architetti, esprime il proprio compiacimento per il pronto stanziamento delle risorse necessarie per superare le criticità rilevate dall'Enac.
"Apprendiamo con entusiasmo - prosegue La Mendola - che è già stata incaricata una società di esperti la quale, integrando gli studi già redatti dalla KPMG, supporterà il Libero Consorzio nella rivalutazione della lunghezza della pista (al momento prevista di 1200 metri) e soprattutto nell'integrazione della documentazione, già prodotta al Ministero delle Infrastrutture, con ulteriori dati finanziari e socio-economici e con studi anemometrici, pluviometrici e idrografici aggiornati ad oggi".
"Siamo sempre più convinti che - aggiunge il presidente dell'Ordine degli architetti di Agrigento -, per concentrare dal punto di vista amministrativo le attività aeroportuali in due poli, come auspicato dal Piano Nazionale degli Aeroporti, lo scalo agrigentino, così come quello di Birgi, potrebbe alimentare il polo occidentale dell'Isola che, dal punto di vista amministrativo, farebbe capo a Punta Raisi. Analogamente, lo scalo di Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale, facente capo a Fontanarossa".
Ciò supererebbe eventuali concorrenze territoriali, consentendo peraltro una notevole riduzione dei costi di gestione e una più attenta e organica pianificazione dei voli in relazione alle esigenze del territorio siciliano. Continueremo a sostenere le attività del Libero Consorzio - conclude La Mendola - e a fare squadra con il comitato civico promotore dello scalo, con la Rete delle professioni tecniche, con i sindaci e con i parlamentari che, a prescindere dai colori politici, stanno costantemente dimostrando il proprio impegno per la concreta realizzazione di uno scalo aeroportuale fondamentale per il rilancio socio-economico della nostra terra".
GIORNALE DI SICILIA
Rifiuti all'estero, dalla Regione 50 milioni ai Comuni per compensare gli extra-costi.
Pronto il decreto del dipartimento dell'Acqua e dei rifiuti, che ha approvato anche l'elenco delle istanze ritenute ammissibili.
La Regione Siciliana ha stanziato 50 milioni di euro come contributo ai Comuni per compensare gli aumenti dei costi sostenuti per il trasferimento dei rifiuti all'estero. È il contenuto del decreto del dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti, che ha approvato anche l'elenco delle istanze ritenute ammissibili. «Era un impegno - afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - che avevamo preso con i sindaci e che abbiamo mantenuto. Il governo regionale sta lavorando alla gestione dei rifiuti su più fronti, a cominciare dal nuovo Piano che a breve vedrà definitivamente la luce. Uno strumento che ci consentirà di intervenire in maniera definitiva con la realizzazione di due termovalorizzatori pubblici, già finanziati con 800 milioni del Fsc, e di altri impianti per il trattamento dei rifiuti, con l'obiettivo di aumentare la percentuale della raccolta differenziata. Nel frattempo, abbiamo pure risolto alcune criticità che si erano create nell'impianto Tmb della Sicula Trasporti, prevenendo lo stato di emergenza di natura ambientale ed igienico-sanitaria in circa 200 Comuni»
«Possiamo così dare una risposta concreta al grido d'aiuto dei sindaci siciliani e dell'Anci - aggiunge l'assessore regionale all'Energia, Roberto Di Mauro - La manovra correttiva approvata dall'Ars e appena pubblicata ha consentito al dipartimento di impegnare in tempi brevi questa somma a copertura dei cosiddetti extracosti sostenuti dai Comuni nel settore rifiuti» . Il decreto prevede che la determinazione definitiva dell'importo e dell'erogazione del contributo sarà subordinata all'esito favorevole della verifica, per ciascun Comune, del rispetto della normativa in materia di conferimento dei rifiuti negli impianti dentro e fuori regione, del caricamento dei dati sulla piattaforma Orso (Osservatorio rifiuti sovraregionale), delle dichiarazioni di veridicità e dell'effettivo periodo temporale di conferimento dei rifiuti fuori regione, secondo i criteri stabiliti con legge.