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rassegna stampa dell'1 agosto 2024

livesicilia.it
Ars, sulle Province la maggioranza va sotto: è 'caccia' ai franchi tiratoriUn emendamento di De Luca dà lo stop alla riforma

 I malumori erano nell'aria, ma probabilmente nessuno si aspettava un tonfo così clamoroso. Il disegno di legge sulle province fallisce alla prima prova, con l'Assemblea regionale siciliana che a scrutinio segreto ha approvato un emendamento soppressivo dell'articolo 1 per appena un voto.Un colpo di spugna cha fa cadere l'intero ddl: fra le grida festanti delle opposizioni, il presidente di turno Nuccio Di Paola è stato costretto a sospendere i lavori, convocando i capigruppo.
Alla fine la soluzione è semplice ma non indolore: l'Aula ha approvato un emendamento stralcio del presidente della prima commissione, Ignazio Abbate, che fissa una finestra temporale di un mese, tra l'1 e il 31 dicembre, per le elezioni di secondo livello.Il resto del ddl, sul quale non c'era comunione d'intenti tra le varie anime della maggioranza, viene rimandato ad un altro ddl autonomo che inizierà il suo corso a settembre.
Un modo per salvare il salvabile, anche se rimane lo scivolone della maggioranza di centrodestra che ha tentato una prova di forza andata gambe all'aria.La riforma, infatti, era diventata ben più ampia di quanto previsto inizialmente, includendo una serie di norme su composizioni delle giunte, status dei consiglieri comunali e perfino una sanatoria sugli aumenti a quelli di circoscrizione.Troppo per le opposizioni ma anche, evidentemente, per qualcuno della maggioranza. L'emendamento soppressivo, presentato da De Luca, passa con 31 sì e 30 no e nel centrodestra adesso è scattata la caccia ai franchi tiratori. Un passo falso che arriva dopo il via libera alla manovra che aveva fatto esultare il governo, costretto adesso a fare i conti con lo stop alle Province che al momento vengono rette dai commissari regionali.


agrigentonotizie.it
Bilanci a rischio dissesto e Comuni commissariati: come crolla in Sicilia il sistema degli enti locali

In centinaia ogni anno sono inadempienti rispetto alle scadenze fissate per approvare gli strumenti finanziari e si ritrovano anche a dover sostenere le indennità di funzionari che di fatto svolgono soltanto un'attività di sollecito. Il presidente Anci Sicilia, Paolo Amenta, a Dossier: "L'armonizzazione contabile e la povertà dei territori crea una devastazione. Non possiamo garantire i servizi ai cittadini"Su 391 Comuni in Sicilia, quasi la metà sono stati commissariati dalla Regione perché non hanno approvato i bilanci entro i termini previsti. Un trend praticamente annuale, con un aumento dei centri che per mancanza di risorse o incertezza negli incassi non riescono a far quadrare i conti. Dietro questi provvedimenti strettamente burocratici e obbligati da parte della normativa nazionale c'è la storia di enti che continuano a dover tagliare i servizi ai cittadini e che rischiano il dissesto finanziario, trovandosi anche a dover pagare l'indennità di funzionari regionali (si va da 200 a 450 euro, ma si aggiungono i rimborsi per le spese di viaggio) che nei fatti svolgono quasi unicamente un'attività di sollecito formale senza adottare alcun provvedimento. Dossier ha raccolto l'amarezza di Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia, l'associazione nazionale Comuni italiani, per quella che, a suo parere, è una situazione ormai fuori controllo, che avrà gravi conseguenze sul tessuto territoriale: "

Il mito di Kokalos che accolse Dedalo in fuga da Minosse: domani al teatro dell'Efebo
Quarto appuntamento domani, venerdì 2 agosto alle ore 21 con la rassegna del Teatro Classico e del Mito, organizzata dal Libero consorzio comunale di Agrigento. In scena "Kokalos", prodotto dall'associazione Centro cultura Mediterranea, che propone l'adattamento di uno dei miti costruiti sulla storia più remota della Sicilia, ovvero il mito di Kokalos, il re dei Sicani che accolse Dedalo in fuga da Minosse dal quale era stato condannato a morte. Il mito di Kokalos dà lo spunto a quest'opera, alla quale viene data una chiave di lettura più profonda, rivelando, dietro la smania di vendetta di Minosse, la sua intenzione di invadere il regno dei Sicani. Lo spettacolo, in parte ispirato a una precedente edizione ma totalmente rinnovato, avrà una scenografia volutamente essenziale con numerosi inserimenti musicali.L'antica cava all'interno del Giardino Botanico si conferma così sede di spettacoli di grande attrazione, come già evidenziato dal grande successo riscosso dalle prime rappresentazioni e dal positivo riscontro da parte del pubblico e delle stesse compagnie che hanno dato vita alle prime tre opere in scena al Teatro dell'Efebo ("Antigone", "Sette contro Tebe e "Il rapimento di Proserpina o l'inganno di Venere").

teleacras.it
Sicilia, affossata la riforma delle ex Province
L'Assemblea Regionale approva un emendamento dell'opposizione e affossa la riforma delle Province. Caccia ai "franchi tiratori". Rinvio a ottobre. Voto a dicembre.Le opposizioni all'Assemblea Regionale hanno proposto che il disegno di legge di riforma delle ex Province fosse restituito in Commissione. L'aula si è opposta. Il testo di legge è stato quindi votato in Assemblea con voto segreto, ed è stato affossato per un voto, 31 a 30. Nella maggioranza è caccia ai "franchi tiratori". Il tutto è stato rinviato in autunno. In particolare, a Sala d'Ercole è stato approvato con voto segreto l'emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del disegno di legge, provocando a catena la caduta dell'intera impalcatura della riforma che introduce le elezioni di secondo livello, ovvero per scegliere il presidente e i consiglieri provinciali votano solo sindaci e consiglieri comunali di tutta la provincia. Il testo sarà riesaminato ad ottobre e nel frattempo è stata votata una norma che prevede il voto a dicembre, e non più a ottobre. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono vittoriosi. Michele Catanzaro, capogruppo del Pd, commenta: "Sulle ex Province il governo Schifani ha portato a casa l'ennesima figuraccia. Un disegno di legge, che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone e i costi, è stato affossato grazie all'azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza. Lo avevamo detto e lo ribadiamo: nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio. Al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale". E il capogruppo 5 Stelle, Antonio De Luca, rilancia: "La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l'aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all'interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada.
Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l'esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt'altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Avevamo chiesto di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l'eterna stagione dei commissari, e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio. La maggioranza è andata sotto per un voto e l'assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d'Ercole".

grandangoloagrigento.it
Scuole paritarie in Sicilia, revoche dopo ispezioni
Irregolarità in 40 corsi su 45, verifiche disposte dell'assessorato all'Istruzione della Regione siciliana 

E' un repulisti quello che si sta per abbattere sul sistema delle scuole paritarie in Sicilia. Dai controlli fatti dall'Ufficio scolastico regionale, su disposizione dell'assessorato all'Istruzione della Regione siciliana guidato da Mimmo Turano (Lega), sono emerse irregolarità in 40 corsi su 45 nei 20 istituti passati al setaccio. Per quattro corsi sono già stati firmati i decreti di revoca dell'accreditamento, comunicazioni di revoca sono state trasmesse ad altri 20 mentre ulteriori 10 provvedimenti sono in corso di definizione, come appurato dall'Ansa che ha preso visione della documentazione.
Gli ispettori hanno rilevato una serie di irregolarità nel funzionamento di questi istituti e nella gestione degli esami di idoneità e maturità. L'elenco è sul tavolo dell'assessorato che sta assumendo i provvedimenti sulla base delle relazioni consegnate dall'Ufficio scolastico regionale. A dare impulso alle verifiche sui cosiddetti diplomifici facili è stato l'assessore Turano, seguendo le indicazioni che nei mesi scorsi erano state impartite dal ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara per mettere ordine al sistema. Sotto monitoraggio sono finiti brand storici in Sicilia, come gli istituti Platone, Pitagora, Majorana, Newton, Format, Dante Alighieri, Trinacria, Michelangelo, Santa Lucia, Quasimodo, Rita Levi Montalcini, Carducci e Volta.


lentepubblica.it
Indicazioni su mobilità dei dipendenti pubblici e inquadramento economico
La Corte di Cassazione, tramite la sentenza numero 19613/2024, ha fornito alcune indicazioni risolvendo una controversia riguardante il rapporto tra la mobilità dei dipendenti pubblici e il relativo inquadramento economico.In particolare i giudici si sono pronunciati su una controversia che riguardava l'inquadramento di alcuni dipendenti pubblici trasferiti da un ente all'altro.Tre dipendenti, trasferiti da enti locali alla Presidenza del Consiglio dei ministri, avevano contestato il loro nuovo inquadramento, ritenendo di avere diritto a un livello economico più alto. Secondo i lavoratori, l'Amministrazione non aveva tenuto conto delle progressioni di carriera e di altri benefit acquisiti nel precedente impiego.Gli impiegati quindi avevano fatto ricorso alla giustizia, ritenendo di meritare un livello economico più alto in base ai loro precedenti successi professionali, e contestando il fatto che questi non fossero stati considerati nel nuovo inquadramento.
Le progressioni di carriera maturateQuando si parla di progressioni di carriera maturate, si intende il percorso di crescita professionale che un dipendente ha compiuto nel corso del suo impiego presso un ente. Questo percorso è solitamente segnato da:aumenti di livello: il dipendente passa da un livello più basso a uno più alto all'interno della scala stipendiale, acquisendo maggiori responsabilità e competenze.acquisto di nuove qualifiche: il dipendente ottiene certificazioni o titoli di studio che lo rendono più qualificato per svolgere determinate mansioni.valutazioni positive: le valutazioni periodiche del suo lavoro riconoscono le sue capacità e il suo contributo all'ente.L'inquadramentoL'inquadramento di un dipendente pubblico è un processo fondamentale che definisce la sua posizione all'interno dell'amministrazione ed evidenzia una serie di elementi determinanti per il rapporto di lavoro, tra cui:categoria e livello: ogni dipendente viene assegnato a una specifica categoria (es. amministrativo, tecnico, sanitario) e a un livello (es. C1, C2, D3, ecc.) all'interno di quella categoria. Questa collocazione dipende dalle competenze, dalle responsabilità e dalle mansioni svolte;stipendio base: lo stipendio base è la componente retributiva fondamentale e viene determinata in base alla categoria e al livello di inquadramento;diritti e benefici: l'inquadramento determina anche i diritti e i benefici a cui il dipendente ha accesso, come ferie, permessi, possibilità di progressioni di carriera e altro;mansioni: l'inquadramento definisce, in linea generale, le mansioni che il dipendente è tenuto a svolgere.


Relazione Corte Conti, UPI: "Confermato il ruolo primario delle Province negli investimenti"
Aumenta del 21% la spesa per le opere pubbliche. Il ruolo delle Province continua a consolidarsi e assume sempre più centralità nello sviluppo dei territori, con un costante trend in crescita della spesa in conto capitale che raggiunge 1,5 mld: un incremento percentuale del 21,2% dal 2021 al 2022.È il quadro che emerge dalla Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali rilasciata oggi dalla Corte dei Conti, nella quale, accanto all'espansione delle spese di investimento, si evidenzia, per le Province, l'aumento dei pagamenti alle imprese, in crescita del 28%.Nel dettaglio, la relazione distingue la spesa in conto capitale per missioni, evidenziando come il 97,5% delle risorse sia stata dedicata agli investimenti nel settore della viabilità, dell'edilizia scolastica e dell'ambiente, funzioni chiave delle Province.Quanto invece alle entrate correnti da trasferimenti e alla correlata spesa corrente, occorre precisare che gli incrementi rilevati sono sostanzialmente determinati dal diverso metodo di contabilizzazione delle entrate e delle spese previsto a decorrere dal 2022.L'aumento di queste voci dal 2021 al 2022, pari a circa 1 miliardo, purtroppo non corrisponde ad aumentate risorse a disposizione per le funzioni fondamentali, ma al concorso alla finanza pubblica delle Province, e quindi risorse traferite al bilancio dello Stato.La relazione conferma invece il costante calo delle entrate proprie, quelle derivanti da IPT e RCauto, praticamente il 90% delle entrate correnti proprie delle Province e su cui si fonda l'autonomia tributaria del comparto: nel 2022 l'RCauto registra infatti una diminuzione pari al 4,6%, mentre l'IPT fa segnare una tendenza negativa ancora peggiore pari al 10,7%. In totale, in valori assoluti, si tratta di 248 mln di euro in meno.




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