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rassegna stampa del 2 agosto 2024

teleacras.it
Sicilia, affossata la riforma delle ex Province
L'Assemblea Regionale approva un emendamento dell'opposizione e affossa la riforma delle Province. Caccia ai "franchi tiratori". Rinvio a ottobre. Voto a dicembre.

Le opposizioni all'Assemblea Regionale hanno proposto che il disegno di legge di riforma delle ex Province fosse restituito in Commissione. L'aula si è opposta. Il testo di legge è stato quindi votato in Assemblea con voto segreto, ed è stato affossato per un voto, 31 a 30. Nella maggioranza è caccia ai "franchi tiratori". Il tutto è stato rinviato in autunno. In particolare, a Sala d'Ercole è stato approvato con voto segreto l'emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del disegno di legge, provocando a catena la caduta dell'intera impalcatura della riforma che introduce le elezioni di secondo livello, ovvero per scegliere il presidente e i consiglieri provinciali votano solo sindaci e consiglieri comunali di tutta la provincia. Il testo sarà riesaminato ad ottobre e nel frattempo è stata votata una norma che prevede il voto a dicembre, e non più a ottobre. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono vittoriosi. Michele Catanzaro, capogruppo del Pd, commenta: "Sulle ex Province il governo Schifani ha portato a casa l'ennesima figuraccia. Un disegno di legge, che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone e i costi, è stato affossato grazie all'azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza. Lo avevamo detto e lo ribadiamo: nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio. Al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale". E il capogruppo 5 Stelle, Antonio De Luca, rilancia: "La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l'aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all'interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada.
Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l'esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt'altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Avevamo chiesto di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l'eterna stagione dei commissari, e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio. La maggioranza è andata sotto per un voto e l'assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d'Ercole".


agrigentonotizie.it
Ars, maggioranza sotto sulle ex Province: slitta il voto sulla riformaL'Aula, con voto segreto, ha approvato un emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del ddl, facendo cadere di fatto l'intero disegno di legge. Catanzaro (Pd): "Ennesima figuraccia del governo Schifani". De Luca (M5S): "Il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza"
La maggioranza va sotto all'Ars sulla riforma delle ex Province e il voto viene rinviato. Sala d'Ercole ha approvato, con voto segreto, un emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del ddl sulle ex Province, facendo cadere di fatto l'intero disegno di legge. Approvato poi un emendamento-stralcio che apre una finestra temporale per il voto di secondo livello nelle ex Province: si dovrà votare in una domenica dall'1 al 31 dicembre."Il governo Schifani ha portato a casa l'ennesima figuraccia. Un ddl che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone ed i costi, ma che è stato affossato grazie all'azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza", dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all'Ars. "Lo avevamo detto e lo ribadiamo - continua Catanzaro - nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio, al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello nelle città metropolitane e nei liberi consorzi sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale"."La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l'aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all'interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l'esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt'altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe", afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca. "Avevamo chiesto - continua - di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l'eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio. La maggioranza - conclude Antonio De Luca - è andata sotto per un voto e l'assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per Sala d'Ercole".


TELEACRAS
Agrigento e la crisi idrica: il messaggio dell'Arcivescovo.
Oggi 2 agosto, il giorno della manifestazione popolare ad Agrigento a fronte della crisi idrica e dei ritardi nella prevenzione e nelle soluzioni a rimedio, l'arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ha diffuso un messaggio. E si legge:
"La Chiesa agrigentina, Pastore e Popolo fedele in tutte le sue articolazioni, partecipe della grave crisi idrica della città e del territorio che mette a dura prova la vita della gente con un servizio idrico inadeguato, sollecita gli Enti preposti a trovare soluzioni emergenziali e strutturali risolutive, efficaci, efficienti, economiche e solidali tali da mitigare la crisi idrica dei comparti civile, agricolo, zootecnico e forestale con costi di gestione proporzionati al servizio reso, vigilando su eventuali speculazioni, su un bene primario, che possano danneggiare i cittadini.
Offre la propria partecipazione alla soluzione dei problemi, a vivere la responsabilità e solidarietà, senza sprechi, nel consumo dell'acqua.
Prega il Signore del cielo e della terra perché tutti sentano viva la responsabilità sociale del servizio alla persona e del bene comune in una continua ricerca della giustizia e mandi il dono della pioggia che irriga, rende feconda la terra, ristora l'uomo e lo disseta".


TELEACRAS
La Regione autorizza il prelievo da tre pozzi ad una società di Cammarata.
Primi effetti della direttiva della Regione Siciliana che rende più semplici e veloci le procedure per essere autorizzati al prelievo di acqua per uso non domestico. Nell'arco di appena una giornata dalla presentazione dell'istanza, infatti, il Dipartimento regionale tecnico, attraverso il Genio civile di Agrigento, ha autorizzato una società di Cammarata ad attingere, provvisoriamente, acqua pubblica da tre pozzi per l'irrigazione di terreni adibiti a verde attrezzato. L'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, che ha firmato la direttiva, commenta: "Ad appena due giorni dall'entrata in vigore, la direttiva si sta dimostrando un prezioso strumento per combattere la crisi idrica. L'autorizzazione è il risultato di un gioco di squadra con tutti gli uffici coinvolti. Per questo voglio ringraziare il dipartimento regionale tecnico e gli uffici del Genio civile che si stanno impegnando per mettere in pratica la direttiva".


AGRIGENTONOTIZIE
La giunta Micciché resta azzerata: dopo 9 giorni tutto rinviato alla prossima settimana.
Il sindaco avrà un incontro istituzionale sabato con deputati e componenti della maggioranza per comprendere il da farsi.Il rimpasto della giunta Miccichè dovrà aspettare ancora qualche giorno. Sebbene, come già raccontato, dalla deputazione nazionale e regionale sia giunta un'indicazione chiara sul mantenimento dello status quo, riconfermando gli assessori rimossi di fretta e furia nei giorni scorsi, il primo cittadino ha dato via nei giorni scorsi a un ciclo di inattese consultazioni, ricominciando a confrontarsi con tutti i diretti interessati.
Un incontro allargato con consiglieri e parlamentari doveva tenersi oggi, ma è stato spostato a sabato prossimo in un noto hotel cittadino. In quel contesto dovrebbero essere chiariti tutti gli aspetti della vicenda e, verosimilmente, già lunedì Micciché dovrebbe poter ricomporre la propria squadra.
Molti ormai ex assessori, con o senza l'eventuale rinnovo, in questi giorni si sono recati al Comune per portare a casa le proprie cose e c'è chi, non avendo più la possibilità di avvalersi della sospensione dal servizio per motivi politici, tornerà a lavoro anche fuori dalla Sicilia. Il malcontento è palpabile tra molti di loro indipendentemente dalla possibilità di conferma o meno dell'incarico.
Questo perché la linea da parte di molti componenti della maggioranza è chiara: perché 'punire' tutti i partiti se i problemi del sindaco sono da ricondurre unicamente ad un gruppo ristretto e individuabile di componenti in consiglio comunale? 
Così l'incontro di sabato potrebbe portare ad una chiarificazione definitiva, magari con un singolo ma strategico nuovo innesto in giunta al posto di assessori, come Aurelio Trupia, che più volte hanno manifestato la volontà di lasciare.
Difficile appare un'apertura alla Dc, che proprio oggi ha incalzato il primo cittadino con una dura nota stampa: "sindaco ti sei accorto che abbiamo diversi quartieri senza acqua, una fondazione che deve organizzare Capitale della cultura a cui abbiamo dato ad oggi appena 30 mila euro (quindi non può partire!), un piano triennale opere pubbliche senza visione, un sistema di parcheggi e infrastrutture fragilissimo! Sindaco queste cose dovresti saperle bene, ed infatti hai licenziato la tua squadra per intero con un messaggio whatsapp, per cambiare passo. E ora che stai facendo? Hai almeno iniziato le tue valutazioni sul come rilanciare la città, perché nessuno di noi è stato chiamato a scrivere il programma e suggerire priorità di governo, come avevi annunciato. Ma quando una squadra non si qualifica, non è il capitano il primo ad andare a casa?".


AGRIGENTONOTIZIE
Teatro dell'Efebo, quarto appuntamento con il mito di Kokalos.
Quarto appuntamento, venerdì 2 agosto alle 21, con la rassegna del teatro classico e del mito, al teatro dell'Efebo al giardino botanico, organizzata dal Libero consorzio comunale di Agrigento. In scena "Kokalos", prodotto dall'associazione Centro cultura Mediterranea, che propone l'adattamento di uno dei miti costruiti sulla storia più remota della Sicilia, ovvero il mito di Kokalos: il re dei Sicani che accolse Dedalo in fuga da Minosse dal quale era stato condannato a morte. Il mito di Kokalos fornisce lo spunto a quest'opera alla quale viene data una chiave di lettura più profonda rivelando, dietro la smania di vendetta di Minosse, la sua intenzione di invadere il regno dei Sicani. Lo spettacolo, in parte ispirato ad una precedente edizione ma totalmente rinnovato, avrà una scenografia volutamente essenziale con numerosi inserimenti musicali.
L'antica cava all'interno del giardino botanico ha già ospitato "Antigone", "Sette contro Tebe e "Il rapimento di Proserpina o l'inganno di Venere".
Per informazioni e biglietteria: www.giardinoefebo.it. Ticket disponibili anche al Box Office in via Imera (telefono 0922 20500) o direttamente al botteghino.


AGRIGENTONOTIZIE
Ars, maggioranza sotto sulle ex Province: slitta il voto sulla riforma.
L'Aula, con voto segreto, ha approvato un emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del ddl, facendo cadere di fatto l'intero disegno di legge. Catanzaro (Pd): "Ennesima figuraccia del governo Schifani". De Luca (M5S): "Il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza".La maggioranza va sotto all'Ars sulla riforma delle ex Province e il voto viene rinviato. Sala d'Ercole ha approvato, con voto segreto, un emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l'articolo 1 del ddl sulle ex Province, facendo cadere di fatto l'intero disegno di legge. Approvato poi un emendamento-stralcio che apre una finestra temporale per il voto di secondo livello nelle ex Province: si dovrà votare in una domenica dall'1 al 31 dicembre.
"Il governo Schifani ha portato a casa l'ennesima figuraccia. Un ddl che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone ed i costi, ma che è stato affossato grazie all'azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza", dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all'Ars. "Lo avevamo detto e lo ribadiamo - continua Catanzaro - nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio, al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello nelle città metropolitane e nei liberi consorzi sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale".
"La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l'aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all'interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l'esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt'altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe", afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca. "Avevamo chiesto - continua - di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l'eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio. La maggioranza - conclude Antonio De Luca - è andata sotto per un voto e l'assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per Sala d'Ercole".


LENTEPUBBLICA
Trattamento delle ferie e orario multiperiodale: i chiarimenti dell'Aran.
L'orario multiperiodale è un sistema di organizzazione del lavoro che prevede una pianificazione flessibile delle ore lavorative su periodi diversi. Questo approccio consente di variare le ore di lavoro settimanali a seconda delle esigenze specifiche dell'attività o del settore in cui si opera, mantenendo però il rispetto del monte ore annuale complessivo stabilito.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
flessibilità settimanale: l'orario di lavoro può variare da una settimana all'altra. Ad esempio, in alcune settimane il lavoratore può essere impiegato per un numero di ore superiore o inferiore rispetto ad altre settimane;
monte ore annuale: sebbene l'orario settimanale possa cambiare, il totale delle ore lavorate nel corso dell'anno deve rispettare il monte ore annuale concordato. Questo significa che le ore eccedenti in una settimana possono essere compensate da ore ridotte in altre settimane, purché si raggiunga il totale annuale previsto;
programmazione plurisettimanale: quest'orario si basa su una pianificazione che copre più settimane, piuttosto che seguire un modello settimanale fisso. Questo permette di adattare i turni di lavoro alle fluttuazioni della domanda o delle necessità aziendali.
Trattamento delle ferie e orario multiperiodale: i chiarimenti dell'Aran
In risposta al quesito l'Agenzia ha confermato che l'orario multiperiodale non influisce sul calcolo delle ferie spettanti ai lavoratori.
Questo significa che, anche se il numero di ore lavorative settimanali varia, il diritto ai giorni di ferie rimane invariato.
I motivi
All'interno del parere emergono i seguenti motivi che giustificano i principi enunciati dall'Aran:
accumulo delle ferie: le ferie sono calcolate in base ai giorni di lavoro e al tempo accumulato durante l'anno. L'orario multiperiodale non modifica il numero totale di ore lavorative annuali ma solo la loro distribuzione settimanale. Di conseguenza, i lavoratori accumulano giorni di ferie in base al totale annuale e non alla distribuzione settimanale delle ore;
uniformità dei diritti: indipendentemente dalle variazioni settimanali nell'orario di lavoro, i lavoratori hanno diritto allo stesso numero di giorni di ferie. Questo garantisce che le ferie non siano influenzate dalla fluttuazione dell'orario settimanale. Anche se un dipendente lavora meno giorni in una settimana a causa di un'orario ridotto, il totale annuale delle ferie rimane costante;
garanzia di equità: questo approccio assicura che tutti i lavoratori siano trattati equamente, senza penalizzazioni legate alla distribuzione variabile delle ore di lavoro. Ogni lavoratore conserva il diritto a un periodo di ferie che non varia a causa delle fluttuazioni dell'orario settimanale.
Esempio applicativo
Consideriamo un dipendente che lavora con questa tipologia di orario. Durante un periodo dell'anno, potrebbe lavorare 40 ore settimanali per alcune settimane, mentre in altri periodi potrebbe lavorare solo 30 ore settimanali. Nonostante questa variabilità, il totale delle ore lavorative annuali è rispettato. Secondo le indicazioni dell'Aran, il diritto a ferie per questo dipendente sarà calcolato in base al totale annuale, senza modifiche dovute alla variazione settimanale dell'orario.


lentepubblica.it
Disponibile la sesta integrazione all'elenco dei revisori dei conti degli Enti locali
Il Ministero dell'Interno, tramite la Direzione Centrale della Finanza Locale, ha emanato un nuovo Decreto che introduce la sesta integrazione all'elenco dei revisori dei conti degli Enti locali, valido dal 1° gennaio di quest'anno.
Si ricorda che i compiti dei revisori dei conti degli Enti Locali solo limitatamente hanno ormai una connotazione contabile. Infatti sono ora indirizzati principalmente verso l'ampia collaborazione con l'attività del consiglio comunale, rispetto al quale la loro funzione si attesta di volta in volta:ad organo di consulenza, sotto il profilo tecnico-contabile;controllo, rispetto all'attività degli organi esecutivi;indirizzo, in relazione all'adozione dei piani e dei programmi che richiedono un impegno finanziario;vigilanza sulla regolarità della gestione e di impulso, in relazione alla facoltà di formulare rilievi e proposte tendenti ad una migliore efficienza, produttività ed economicità.Scopriamo dunque quali sono le novità all'interno di quest'ultima integrazione.
.In questo elenco possono essere inseriti, su richiesta, professionisti iscritti nel registro dei revisori legali e all'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.Il sorteggioLa procedura di sorteggio consente l'estrazione dei nominativi dei componenti degli organi di revisione da rinnovare, dall'articolazione regionale dell'elenco ed in relazione a ciascuna fascia di enti locali.Per l'inserimento è necessario essere iscritti da almeno due anni nel Registro dei revisori legali o all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, e aver conseguito almeno 10 crediti in materia di contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria degli Enti locali.In merito ai soggetti già iscritti, la domanda di mantenimento si esaurisce attestando il conseguimento di almeno 10 crediti formativi obbligatori.Per ciascun componente dell'organo di revisione da rinnovare sono estratti tramite il sorteggio dei revisori degli enti locali, con annotazione dell'ordine di estrazione, tre nominativi di cui uno è il designato per la nomina di revisore mentre gli altri subentrano nell'eventualità di rinuncia o impedimento del primo.Controlli e veridicità delle dichiarazioniHanno avuto luogo ulteriori controlli sulla veridicità delle dichiarazioni dei revisori. Le verifiche tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2023 hanno rilevato che alcuni revisori non avevano i crediti formativi richiesti, portando alla loro cancellazione dall'Elenco. Altri revisori risultano cancellati per mancanza di documentazione adeguata. Queste cancellazioni impediscono ai revisori coinvolti di accettare o proseguire incarichi nel 2024.Sono state verificate e rettificate alcune autocertificazioni relative agli incarichi triennali negli enti locali per l'inserimento nelle fasce 2 e 3 dell'Elenco. Inoltre, una domanda di iscrizione è stata accettata dopo verifiche supplementari. Richieste di cancellazione volontaria e aggiornamento dei dati sono state accolte, a patto che non influenzassero i requisiti dichiarati al momento della domanda.

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