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rassegna stampa del 21 agosto 2024

teleacras.it
crisi idrica in provincia
La crisi idrica? Colpa solo delle infrastrutture
Altro che pioggia e siccità: in Sicilia solo 20 invasi su 46 sono collaudati, e tra le reti si spreca oltre il 50% d'acqua. Schifani: "Entro l'anno si lavora alla rete idrica di Agrigento".Come emerge dal Piano regionale per la lotta alla siccità, edito dall'Autorità di Bacino del Distretto idrografico della Sicilia, sui 46 invasi siciliani solo 20 sono regolarmente collaudati e utilizzabili per tutta la capienza d'acqua contenibile. Nel dettaglio: oltre tali 20, 3 sono incompleti, 2 sono fuori esercizio temporaneo con invasi svuotati, 8 sono collaudati ma con limitazioni d'invaso, 13 sono in corso d'invaso sperimentale prima del collaudo. Fra gli invasi non collaudati vi è l'invaso Rosamarina, tra i più capienti della Sicilia, con i suoi 100 milioni di metri cubi, ma autorizzato a contenerne soltanto 61,93 essendo classificato come "invaso sperimentale" anche se contribuisce, e non poco, all'approvvigionamento idrico di Palermo, città servita anche dallo Scanzano, anch'esso senza collaudo, che su 18 milioni di metri cubi può invasarne soltanto 8. Le incomplete più clamorose sono le ormai famigerate dighe Blufi, che servirebbe anche la provincia di Agrigento, e Pietrarossa. In conclusione: su una capienza totale di 1.129 milioni di metri cubi previsti negli invasi siciliani, se ne possono invasare soltanto 725: poco più del 64%. Quindi, anche se piovesse, avremmo a disposizione meno dei due terzi delle riserve idriche previste per la Sicilia. E a proposito di pioggia, la causa dell'attuale crisi idrica non è la scarsa piovosità. Nel 2023, che è stato uno dei meno piovosi degli ultimi 20 anni, sono caduti 588 millimetri di pioggia sui 25.711 chilometri quadrati della Sicilia, ovvero circa 15,2 miliardi di metri cubi d'acqua, che è una dotazione 11 volte superiore alle necessità dell'isola, stimata dalla Regione in 1,358 miliardi di metri cubi. Anche considerando una quota pari alla metà di acqua che evapora o si infiltra nel terreno o si riversa in mare con deflussi superficiali, ne resterebbe a disposizione una quantità tale da scongiurare qualsiasi emergenza per anni. Reti idriche efficienti sono uno dei rimedi più determinanti. Mario Pagliaro, chimico del Consiglio nazionale di ricerca, cita proprio il caso di Agrigento e spiega: "Ad Agrigento occorre solo rifare da zero l'intera rete idrica urbana. Non solo perché ha perdite superiori al 50 per cento, ma perché in molti punti è così ammalorata da perdere l'intera acqua che vi entra. Perdite similari si verificano un po' ovunque in Sicilia, che è la terza regione d'Italia per perdita d'acqua con il 52 per cento, e con punte del 58% nell'Agrigentino, che è la provincia con minore risorsa idrica. Ordunque, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha appena annunciato che entro l'anno inizieranno i lavori per il recupero e la ricostruzione dell'intera rete idrica della città di Agrigento, un progetto già finanziato nel 2009 dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e che in 15 anni non è stato mai compiuto. Schifani prospetta: "Abbiamo già finanziato l'opera attraverso l'Accordo di coesione, ma per accelerare i tempi il mio governo provvederà ad autorizzare un'anticipazione delle risorse e partire subito con i lavori".



LIVESICILIA

Schifani: "Entro l'anno il rifacimento della rete idrica di Agrigento"
"Sto dalla parte di Cocina", ha aggiuntoPALERMO - "Entro l'anno partirà il rifacimento di tutta la rete idrica di Agrigento. Abbiamo già finanziato l'opera attraverso l'Accordo di coesione, ma per accelerare i tempi il mio governo provvederà ad autorizzare un'anticipazione delle risorse e partire subito con i lavori". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervistato dalla Tgr Sicilia.
"Sto con Cocina"
"Io sto con il nostro capo della Protezione civile Salvo Cocina, che correttamente sta eseguendo il suo mandato: la legge individua nei sindaci, infatti, i primi responsabili di protezione civile sul territorio. E sono certo che i primi cittadini non si tireranno indietro.
Sono loro che devono individuare i pozzi, anche se poi magari sarà la Regione a eseguire i lavori. Per questo motivo non ho condiviso la posizione del sindaco di Agrigento", ha poi aggiunto Schifani.



AGRIGENTONOTIZIE
Siccità, l'annuncio di Schifani: "Entro l'anno al via i lavori per la rete idrica"

Lo assicura il governatore dopo che il primo finanziamento era stato perso. La polemica sui pozzi continua: "Io sto con Cocina, non ho condiviso la posizione del sindaco di Agrigento"
Entro l'anno partirà il rifacimento di tutta la rete idrica di Agrigento. Abbiamo già finanziato l'opera attraverso l'Accordo di coesione, ma per accelerare i tempi il mio governo provvederà ad autorizzare un'anticipazione delle risorse e partire subito con i lavori". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervistato dalla Tgr Sicilia.
Dossier. Rubinetti a secco e acqua persa per strada: da 15 anni la nuova rete idrica di Agrigento ostaggio della burocrazia
Nei mesi scorsi era stato l'assessore agrigentino Roberto Di Mauro ad annunciare, rivelandolo ad AgrigentoNotizie, l'esistenza di un nuovo progetto per il rifacimento della rete idrica aggiungendolo che sarebbe stato realizzabile in tre anni.
Adesso Schifani annuncia l'ulteriore novità, dopo settimane di feroci polemiche e una crisi idrica senza precedenti, che accorcerebbe in maniera drastica la previsione dei tempi. 
Schifani è intervenuto pure sulla polemica fra Cocina e il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè e ha specificato: "Io sto con il nostro capo della protezione civile Salvo Cocina, che correttamente sta eseguendo il suo mandato: la legge individua nei sindaci, infatti, i primi responsabili di protezione civile sul territorio. E sono certo che i primi cittadini non si tireranno indietro. Sono loro che devono individuare i pozzi, anche se poi magari sarà la Regione a eseguire i lavori. Per questo motivo non ho condiviso la posizione del sindaco di Agrigento".


LENTEPUBBLICAChiarimenti sulla fruizione mista dei permessi legge 104 nello stesso mese.

Un parere recentemente emanato dall'Aran (CFC131a) fornisce alcuni chiarimenti sulla fruizione mista dei permessi legge 104 all'interno dello stesso mese.
Si tratta di un documento che, seppur di base sia rivolto al comparto delle Funzioni Centrali risulta comunque indicativo anche per tutti gli altri comparti del pubblico impiego.
In particolare il quesito sottoposto all'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni è il seguente:
Come deve essere calcolata la fruizione mista, sia oraria che giornaliera, dei permessi di cui alla Legge n. 104/1992 all'interno dello stesso mese?
Premessa sulle agevolazioni legge 104/92
L'istituto dei permessi previsti dalla legge n. 104/1992 rappresenta uno strumento fondamentale per garantire il supporto necessario ai lavoratori che assistono familiari con disabilità. Qui un approfondimento sulle agevolazioni concesse dalla normativa.
Tali permessi possono essere utilizzati in due modalità: giornaliera o oraria, con un massimo complessivo di 3 giorni o 18 ore al mese.
Le due modalità
La possibilità di scegliere tra queste due modalità nasce da un intreccio normativo tra la legislazione nazionale e i contratti collettivi di lavoro (CCNL). La legge originaria riconosce la fruizione del permesso esclusivamente in giornate intere, mentre la contrattazione collettiva ha introdotto la possibilità di usufruire del permesso anche in ore. Per calcolare il numero massimo di ore mensili, il CCNL ha stabilito un'equivalenza convenzionale, considerando che 1 giorno di permesso corrisponde a 6 ore.
Questa equivalenza ha un impatto diretto sulla gestione dei permessi. Se un lavoratore decide di utilizzare una giornata intera di permesso, l'amministrazione è tenuta a concederlo indipendentemente dalla durata effettiva della giornata lavorativa del dipendente. Ad esempio, se la giornata lavorativa standard del dipendente è di 7 ore e 30 minuti, 9 ore, o anche 5 ore e 30 minuti, il permesso giornaliero verrà comunque considerato come 6 ore.
Fruizione mista dei permessi legge 104 nello stesso mese
Nel caso in cui il lavoratore opti per un utilizzo misto, alternando permessi giornalieri a permessi orari, il calcolo delle ore residue diventa fondamentale. Se il lavoratore si assenta per l'intera giornata, dal monte ore complessivo di 18 ore verranno sottratte 6 ore, a prescindere dalla durata effettiva della giornata lavorativa. Se, invece, il lavoratore utilizza il permesso a ore, verranno detratte solo le ore effettivamente non lavorate.
Ad esempio, se un dipendente utilizza 4 ore di permesso, il suo monte ore residuo sarà di 14 ore. Se successivamente utilizza un'intera giornata di permesso, altre 6 ore verranno sottratte, lasciando un residuo di 8 ore. Questo sistema consente una gestione flessibile dei permessi, garantendo al contempo il rispetto dei limiti previsti dalla legge.



























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