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Lavoro straordinario: il dipendente può rifiutarsi di farlo?
In caso di lavoro straordinario, il dipendente può rifiutarsi di farlo? Vediamo insieme cosa dice la legge.Ogni dipendente ha un ammontare di lavoro (giornaliero o settimanale) da rispettare. Se si è full-time, ad esempio, il massimo di ore lavorate a settimana è solitamente pari a 40 ore.Il tempo eccedente a questo limite viene considerato lavoro straordinario, che viene regolamentato proprio per evitare gli abusi.Ma un dipendente è obbligato ad acconsentire alle richieste del datore di lavoro o dell'azienda di fare del lavoro straordinario o può rifiutarsi?
Vediamolo insieme.Quali sono i limiti dell'orario straordinario?Il classico orario di lavoro, come anticipato, prevede 40 ore settimanali, anche se alcuni contratti collettivi nazionali possono prevederne di meno per alcune categorie.
Ogni prestazione di lavoro che va oltre alle 40 ore settimanali (o al limite previsto dal Ccnl) deve essere considerato come lavoro straordinario.Il lavoro straordinario può essere considerato sia a livello settimanale che giornaliero. In questo secondo caso, inoltre, può essere considerato straordinario anche se non si "sfora" l'orario settimanale. Ad esempio, se si fanno 10 ore giornaliere, invece delle classiche 8.La durata massima del lavoro straordinario (salvo alcune diverse disposizioni dei Ccnl) è di 48 ore in una settimana, ma viene calcolata per un periodo di quattro mesi (che può essere elevato a dodici, sempre secondo disposizione di alcuni Ccnl).In ogni caso, è sempre previsto un limite massimo di 250 ore annuali per il lavoro straordinario.Come sappiamo, le ore di lavoro straordinario sono retribuite in maniera diversa, ovvero con una maggiorazione, rispetto a quelle ordinarie.
Un'alternativa possibile, alla maggiorazione salariale, è il godimento di riposi compensativi di durata analoga, se previsto nel contratto di lavoro.Lavoro straordinario: il lavoratore ha diritto di rifiutarsi?Il lavoratore ha il diritto di rifiutarsi di svolgere lavoro straordinario, quando questo è vietato o non obbligatorio.Un esempio sono gli studenti lavoratori, che possono legittimamente non prestarlo (come dichiarato nell'art.10, comma 1 della Legge n°300 del 1970) oppure se ci sono motivi di rilevante gravità, che sono indicati nella Circolare n°8/2005 del Ministero del LavoroUn'altra categoria che non può essere obbligata al lavoro straordinario sono i lavoratori disabili e invalidi, appartenenti alle categorie protette, se l'orario è incompatibile con il loro stato di salute.A parte queste categorie, la richiesta di lavoro straordinario è consentita, da parte del datore di lavoro, se questo è previsto nel contratto collettivo. Ma anche nei seguenti casi:Si presentano esigenze tecnico-produttive che non possono essere fronteggiate con l'assunzione di altri lavoratori;Per forza maggiore e in situazioni in cui la mancata esecuzione delle prestazioni potrebbe comportare un pericolo grave e immediato o un danno alle persone o alla produzione;Per eventi particolari, come fiere, mostre e manifestazioni collegate all'attività produttiva, purché ci sia stata preventiva comunicazione agli uffici competenti.In questi casi, il lavoro straordinario è obbligatorio, perché proviene da una richiesta formulata dal datore di lavoro ai dipendenti e che rientra nell'esercizio del suo potere direzionale e di organizzazione.Se il lavoratore non aderisse alla richiesta, potrebbero esserci sanzioni disciplinari. E, nel caso di rifiuti immotivati e reiterati, potrebbe essere previsto anche il licenziamento.Nel caso in cui, invece, il lavoratore non ricade in una delle categorie o nei casi contemplati, allora può rifiutarsi di svolgere il lavoro straordinario.
GIORNALE DI SICILIA
Pochissimi asili nido: la Sicilia è maglia nera, penultima in ItaliaIl report della Fondazione Openpolis: insufficienti i posti disponibili per i bambini. L'Isola lontana da quello che chiede l'Ue
Più di mezzo Stivale in linea con le asticelle indicate da Bruxelles, mentre il resto d'Italia arranca, trainato verso il basso dalle regioni del Mezzogiorno, una in particolare: la Sicilia.
L'asticella in questione riguarda l'incidenza dei posti disponibili negli asili nido rispetto al numero dei bambini residenti, una soglia che, secondo l'ultimo report in materia pubblicato ieri dalla Fondazione Openpolis, vede l'Isola al penultimo posto, superata, in peggio, solo dalla Campania, per non parlare dei comuni capoluogo, con Palermo, Ragusa, Messina e Catania nella top ten delle città veno virtuose.
Ma per osservare più nel dettaglio il quadro territoriale bisogna prima guadare l'orizzonte tricolore, dove cominciano a prevalere le tinte più chiare. Difatti, tra il 2021 e il 2022, l'offerta italiana di posti in asili nido e servizi prima infanzia è passata da 28 a 30 unità ogni 100 bimbi con meno di 3 anni, avvicinando così il Paese all'obiettivo del 33% fissato originariamente nel 2022 in sede europea e poi codificato anche nella normativa nazionale con il decreto legislativo del 2017, mentre durante la pandemia da Covid il nuovo target Ue, da raggiungere entro il 2030, veniva allargato a quota 45% nell'ottica di potenziare l'educazione pre-scolare.
GIORNALE DI SICILIA
Crisi idrica, ad Agrigento indagini per attivare nuovi pozzi.
Ad Agrigento l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Francesco Miccichè, ha avviato interventi per incrementare l'approvvigionamento idrico della città e delle aree limitrofe. Il Comune è a lavoro con la Protezione civile regionale e con Aica (la società che distribuisce l'acqua) per programmare interventi di manutenzione straordinaria sui punti più critici della rete dove si riscontrano perdite significative dovute alle infrastrutture obsolete.
Nel frattempo sono stati avviati sondaggi esplorativi e analisi dei costi necessari per attivare ulteriori nuovi pozzi. Gli esiti saranno presentati alla cabina di regia responsabile dell'approvazione del progetto e della concessione dei relativi fondi provenienti dalla Protezione civile regionale.
Miccichè spiega che «sono stati individuati numerosi pozzi. L'obiettivo del Comune è di intervenire, dove Aica non riesce con le proprie imprese, con altre aziende selezionate tramite gare d'appalto. Utilizzeremo i finanziamenti della Regione e della Protezione civile per eseguire questi lavori, concentrandoci su aree non coperte dal progetto di rifacimento della nuova rete idrica, che inizierà a breve».
ILSICILIA.IT
L'Ars riaccende i motori, Cracolici: "Centrodestra ha paura del rinnovo delle Province"
L'Ars è pronta a rientrare in azione. Con la fine di agosto, Sala d'Ercole si avvia a riprendere da dove aveva lasciato. Dopo l'approvazione della manovra-ter, l'attenzione dei deputati regionali si sposterà su alcuni dei tanti atti posti all'ordine del giorno. Ciò al netto delle emergenze contingenti che stanno affliggendo l'Isola, a cominciare da siccità ed incendi. Argomenti su cui le visioni fra maggioranza ed opposizioni sono diverse, dettate da agende e modus operandi differenti. Con l'arrivo dell'autunno poi, c'è quel classico momento di riflessione che ogni compagine politica e, per esteso, ogni coalizione deve affrontare. Un ragionamento da cui non è esente il centrosinistra siciliano, in particolare il Partito Democratico. I Dem, forti di un buon risultato ottenuto alle scorse elezioni europee di giugno, cercano di diventare punto di riferimento per tutti i soggetti alternativi alla destra. Una visione che fa propria anche il deputato regionale del PD Antonello Cracolici.
Cracolici: "PD sia alternativa a destra delle emergenze"
Intervenuto ai microfoni de IlSicilia.it, il parlamentare regionale siciliano fa il punto su quella che è la strada che, a suo giudizio, deve seguire il centrosinistra. "Il PD deve lavorare nella direzione di costruire un'alternativa a questa destra - sottolinea Cracolici -. Parliamo di una destra del 112, ovvero una destra piegata alla logica delle emergenze. Non c'è nulla che caratterizzi un progetto di governo per questa regione. Invece oggi serve una guida che abbia un'idea della dimensione delle sfide che attendono la Sicilia. Questo oggi non esiste. O il centrosinistra, anche in versione campo largo, si dimostra alternativa, oppure rimarrà sul piano della propaganda fino a se stessa. Rischia di rimanere prigioniero di un politicismo senza politica".
La riforma degli enti locali
Una sfida che passa dagli atti che verranno trattati a Sala d'Ercole. Fra i temi caldi del prossimo futuro c'è sicuramente la riforma degli enti locali. Atto che punta ad introdurre nuove figure all'interno dei comuni, come ad esempio quella del consigliere supplente e di un nuovo assessore da aggiungere a quelli già presenti nelle giunte comunali. Un progetto su cui Cracolici si dimostra pessimista. "E' un atto che non ha avuto buon esito nel passato recente - evidenzia l'esponente Dem-. Sono norme che sono state oggetto di impugnativa da parte dello Stato. Le prerogative delle regioni sono limitate a principi generali fissati dall'ordinamento statale. Mi pare che ci sia molta improvvisazione".
Le Esigenze del rinnovo delle Province
Cracolici estende il proprio focus, puntando l'attenzione invece sul futuro delle province. "Sento dire che qualcuno pensa di fare nuove norme per reintrodurre la Giunta Provinciale. Elementi che sono stati già in passato oggetto di impugnative. Non vorrei che qualcuno pensi a giocare con le leggi elettorali per ritardare ulteriormente il rinnovo degli organi. Seguire la legge Delrio è scontato. Tutti quelli che vogliono fare altro, devono chiedere di modificare tale legge allo Stato. E' una grande riforma economico-sociale e si applica a tutto il territorio nazionale. Non ci sono interpretazioni alternative. E' evidente che chi vuole continuare a temporeggiare ha paura che nelle province venga eletto un ceto politico concorrente in vista delle prossime elezioni regionali. Siamo l'unica regione in Italia che da diversi anni continua a rinviare questo appuntamento, andando avanti con i commissari".
I problemi delle Città Metropolitane: le cause
Insomma, per Cracolici bisogna tornare ad eleggere i nuovi organi intermedi al più presto. L'attuale assetto delle province e delle Città Metropolitane però, in questi anni, ha mostrato limiti palesi dal punto di vista operativo. Crisi di governabilità che il deputato regionale del PD non riconduce a problemi nel sistema, bensì all'incapacità politica. "Qualcuno dovrebbe spiegare questi vuoti. La legge assegna al sindaco del comune capoluogo il compito di essere il sindaco metropolitano. Non c'è una legge che ha impedito l'esercizio di questa funzione. Semmai è la capacità degli amministratori che è mancata. Anche rispetto a tutte le possibili varianti, tale ruolo rimarrà invariato. Vale per Palermo, Catania e Messina. Il Consiglio Provinciale rimane un organo di indirizzo. Il sindaco metropolitano ha questi poteri già oggi. Non è limitato da nessuno".
Incendi e riforma dei forestali
Ci sono poi le emergenze contingenti, incendi e siccità su tutte. Sul primo punto, Cracolici ricorda la necessità di approvare la delibera relativa alle riforme dei forestali, anche se chiaramente non basterà a cancellare i danni dettati dai piromani. "Nessuna riforma cancellerà gli incendi - ricorda l'esponente Dem -. I due temi non sono connessi. Il funzionamento dei forestali deve essere finalizzato da un lato alle attività di prevenzione, dall'altro allo spegnimento. Spesso si parla di questo corpo in maniera superficiale. La stragrande maggioranza dei lavoratori sono utilizzati per le attività di pulizia, per le linee tagliafuoco o comunque per tutte quelle attività di prevenzione. Abbiamo provato a fare una legge che coinvolgesse i comuni. Fra le varie previsioni c'era la possibilità di avvalersi dei forestali per fare pulizia nei territori, soprattutto in quelle aree abbandonate da cui poi possono scaturire incendi. I piromani purtroppo sanno bene come utilizzare a loro favore gli elementi ambientali, come ad esempio il vento. Abbiamo bisogno di tecnologie, come ad esempio i droni. Pensare di cancellare gli incendi con la forestale è una mera illusione".
Siccità, consorzi di bonifica e riqualificazione delle reti idriche
Riforme che comunque possono aiutare a dare una mano a trovare soluzioni per lenire gli effetti di gravi problemi, come quello dell'emergenza siccità. "E' chiaro che noi abbiamo un problema legato alle temperature sempre più calde di anno in anno. C'è la siccità che aggrava la situazione. Aree dove non piove da mesi finiscono per essere più esposte ai danni del fuoco. E' chiaro che le riforme si fanno per far funzionare meglio la macchina amministrativa. Il tema dei forestali è legato a questo. E' lo stesso discorso dei consorzi di bonifica. Pensare che facciano più acqua è ridicola. Sono misure che possono aiutare, a patto che ci sia una strategia per migliorare le reti e le riduzioni delle perdite. La nostra intenzione è di non alimentare scorciatoie propagandistiche", conclude Cracolici.
SICILIAONPRESS
Hanno vinto i "maiali"
Scusate la crudezza del titolo ma quando ci vuole, ci vuole.
È resa incondizionata dei cittadini virtuosi che soccombono alle azioni incivili di maiali a due zampe.
Nella strada provinciale 71 che porta a Zingarello e nella riserva naturale di Punta Bianca ci sono due pericolose, per l'ambiente e per la salute pubblica, discariche abusive alimentate da gente inqualificabile che commette un reato con sanzioni penali (legge 22 maggio 2015 n. 68).
Due discariche e una lunga costellazione di altre più piccole su tutta la lunghezza della strada.
A poche centinaia di metri dall'ingresso di Zingarello si trova la prima. Ecco la foto
La seconda è tra l'inizio della strada per Punta Bianca e il Casale Bosco. Ecco la foto
C'è di tutto dai materassi alle carcasse di elettrodomestici alla plastica e l'elenco è lungo.
La Polizia provinciale passa spesso, oggi è stata notata alle 16.30 circa. Di passare, dunque, passa.
Un altro che si vede sul posto è Claudio Lombardo di Mareamico, che fotografa, documenta e denuncia pubblicamente i reati ambientali che si verificano in tutta la provincia di Agrigento. Gli scatti pubblicati sono di Mareamico.
Ora Claudio Lombardo uno è, eppure riesce a tenere acceso l'importante faro dell'attenzione sul rispetto dell'ambiente.
Queste discariche perché non vengono sequestrate? Perché non si utilizza la tecnologia con la videosorveglianza per scoprire e punire adeguatamente gli idioti?
Non ho le risposte alle mie domande, ma conosco le risposte delle persone perbene alle azioni degli incivili. Molti e tra questi il Casale Bosco, di loro iniziativa, bonificano tratti della strada per non vivere tra la sporcizia.
I cittadini non difesi da chi dovrebbe difenderli e tutelarli si rimboccano le maniche e puliscono l'ambiente che di li a poco l'idiota sporcherà ancora senza temere di essere punito.
Le azioni di contrasto al triste fenomeno, in provincia, ci sono state e i giornali ne hanno parlato. Non ne ricordo sulla Sp 71 come sulla provinciale Esa Chimento, dove il particolare fenomeno è significativamente presente.
La buona notizia c'è. Mareamico ci anticipa che il Libero Consorzio ha già appaltato i lavori della bonifica della strada provinciale 71 che inizieranno a breve.
Fatta la bonifica bisognerebbe fare tutto per impedire il ripetersi dell'abbandono dei rifiuti con i controlli e le sanzioni.
FOCUSICILIA
Turismo in Sicilia, la Regione punta sui grandi eventi: ok al calendario 2024/25.
La Regione ha approvato i grandi eventi per la stagione 2024/25 in Sicilia. Il governatore Schifani: "Calendario biennale per favorire la destagionalizzazione turistica"
Grandi eventi quali spettacoli, fiere, rassegne musicali, teatrali, cinematografiche e gastronomiche, e ancora gare sportive e feste religiose: queste alcune delle tipologie di appuntamenti previsti in Sicilia tra il 2024 e il dicembre 2025 inseriti nel "Calendario delle manifestazioni di grande richiamo turistico" adottato dalla Regione per il biennio 2024-25 con un decreto firmato dall'assessore al Turismo, Elvira Amata. "Da quest'anno il calendario è biennale così come avevamo anticipato nel corso della Borsa internazionale del Turismo di Milano", dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, "perché riteniamo strategico per la programmazione conoscere per tempo le iniziative di richiamo in modo tale da favorire anche la destagionalizzazione turistica".
Grandi eventi in Sicilia, il calendario 2024/25
"Ci siamo dotati del calendario degli anni 2024 e 2025", dice l'assessore regionale al Turismo, Elvira Amata, "per sottolineare l'importanza di una pianificazione biennale che individui le manifestazioni di forte richiamo inserite attraverso l'apposito Avviso scaduto a giugno 2023. Si tratta di uno strumento fondamentale per la programmazione turistica fortemente voluto dal governo Schifani il cui obiettivo è arricchire l'offerta con spettacoli ed eventi artistici, folkloristici e sportivi di iniziativa pubblica e privata".
Valorizzazione del territorio dell'Isola
Il calendario, che ha finalità esclusivamente promozionali, comprende manifestazioni individuate in base al richiamo turistico, ed è frutto dell'avviso rivolto a enti pubblici, di culto, teatrali e lirici regionali, fondazioni e ancora ong, onlus, associazioni e cooperative senza fini di lucro, di riconosciuta esperienza e capacità tecnico-finanziaria, organizzatori di iniziative sul territorio regionale di comprovato valore e capacità di intrattenimento turistico. Ogni ente ha potuto presentare una sola iniziativa; sono stati presi in esame iniziative di valorizzazione del contesto culturale e paesaggistico, delle tradizioni popolari o dell'enogastronomia, iniziative sportive di richiamo e quelle legate ad attività all'aria aperta, ai cammini e alla promozione dei borghi storici e rurali. Nella valutazione si è tenuto conto della solidità dell'ente e della capacità di attrazione della manifestazione, della vocazione turistica del territorio e della sua accessibilità, della presenza nella zona di strutture ricettive e servizi.
Gli appuntamenti nelle nove province
Fra gli eventi previsti nel calendario, la Settimana Santa di Enna, Caltanissetta e Trapani, il ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa, la Belliniana - omaggio al Cigno di Catania, la Targa Florio, la Coppa degli Assi a Palermo, il Taormina Film Fest, Taobuk e Taomoda, le Orestiadi di Gibellina, il Sicilia Jazz Festival, e ancora la festa di San Giorgio a Ragusa, quella di San Calogero ad Agrigento, il Festino di Santa Rosalia a Palermo e la festa di S. Agata a Catania. E inoltre il carnevale di Acireale e Sciacca, la festa della Vara a Messina, le Vie dei Tesori in varie località, il Cous Cous Fest a San Vito lo Capo, l'Etna Comics a Catania, Inycon a Menfi e il Mandorlo in fiore ad Agrigento. Il decreto che contiene il Calendario è disponibile sul portale istituzionale della Regione Siciliana all'apposito link.
FOCUS SICILIA
Siccità, l'idea degli ingegneri siciliani: puntare sulla crisi per finire 46 dighe.
la Consulta regionale degli ingegneri interviene sulla siccità ricordando che sono 46 le dighe realizzate e da completare, che consentirebbero di affrontare meglio la crisi
Pesano sulla Sicilia gli effetti della siccità. Oggi è allarme rosso per la carenza di acqua nelle dighe e per le perdite nei sistemi di adduzione e distribuzione. La Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri fa un appello sugli aspetti tecnici e sui tempi del programma d'interventi, sollecitando l'attenzione del governo regionale e nazionale sui mancati investimenti per le dighe e per la distribuzione idropotabile nell'Isola. "È sufficiente leggere il Piano regionale per la lotta alla siccità redatto dall'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia", spiega Fabio Corvo, presidente della Consulta che riunisce gli Ordini professionali degli Ingegneri dell'Isola, "per comprendere che la siccità ha semplicemente fatto emergere tutte le lacune ormai 'patologiche' del sistema idrico siciliano".
Siccità, dalla crisi occasione per le dighe
Sono 46 gli invasi realizzati e da completare che consentirebbero la raccolta e il riuso delle acque piovane. "Certamente se oggi la Sicilia potesse contare su tutte le dighe già costruite, incomplete e non collaudate non parleremmo di crisi idrica. Negli invasi siciliani su una capienza totale di 1,1 milioni di metro cubi di acqua se ne possono invasare circa 700, poco più della metà delle riserve disponibili. Occorre fare chiarezza sulla concreta possibilità di collaudare, una questione 'trascinata' da decenni. È assolutamente necessario collegare gli invasi esistenti per evitare che l'acqua venga dispersa a valle una volta raggiunta la capacità massima di invaso. Se non si interviene sull'efficiente funzionamento, a causa delle perdite si continuerà a sprecare una consistente percentuale della risorsa idrica, comunque pagata dai cittadini".
Le proposte degli ingegneri siciliani
Alla luce della grave emergenza idrica attuale e del Piano idrico della Regione Siciliana, già approvato dal ministero delle Infrastrutture e inglobato nel Piano Nazionale per la Sicurezza del Settore Idrico (PNSII), la Consulta degli Ordini degli Ingegneri ritiene urgente l'avvio di tutte le opere già previste. Da realizzare in ottica di prevenzione della siccità e programmazione dell'approvvigionamento idrico primario, azzeramento delle dispersioni di acqua nelle fase di adduzione e distribuzione. Insomma, si dovrebbe approfittare della crisi generata dalla siccità per affrontare la questione dighe.
Dallo sfangamento alle reti idriche
"Si dovrebbe capitalizzare l'emergenza", ribadisce Fabio Corvo, "per garantire la tutelata gestione dell'acqua. A breve termine bisogna rivedere la tempistica del programma degli interventi con il completamento delle dighe rimaste incompiute (Blufi e Cannamasca), l'ultimazione dei lavori per l'invaso Pietrarossa nel Calatino - i cui lavori sono stati avviati - lo sfangamento degli invasi attualmente in uso, l'interconnessione degli schemi acquedottistici, gli interventi sulle reti di adduzione e distribuzione per la riduzione delle perdite, la realizzazione di invasi di media-piccola capacità per le aree collinari interne, il riuso delle acque reflue per l'agricoltura e la realizzazione dei dissalatori".
TELEACRAS
Agrigento e assistenza studenti disabili: accreditati 42 Enti
La Provincia di Agrigento ha concluso i patti di accreditamento con gli enti abilitati allo svolgimento dei servizi di assistenza agli studenti diversamente abili delle scuole superiori della provincia. I 42 enti accreditati per l'anno scolastico 2024 - 2025 coprono tutto il territorio provinciale. La dirigente del settore, Maria Antonietta Testone, afferma: "Auspichiamo che gli uffici della Regione siciliana possano erogare, in tempi utili, le risorse necessarie alla Provincia, per far sì che gli studenti possano iniziare l'anno scolastico con l'adeguato supporto necessario attraverso i servizi che migliorano e garantiscono la loro inclusione scolastica".
LENTEPUBBLICA
Tutte le agevolazioni previste dalla Legge 104 per i disabili gravi
Nella Legge 104, sono previste diverse agevolazioni per i cittadini considerati disabili gravi: ecco quali sono.
Come definito dalla Legge 104 del 1992, s'individuano due categorie di persone con disabilità.
Ci sono i cittadini definiti disabili non gravi (art.3, comma 1), ovvero coloro che hanno difficoltà nella piena ed effettiva partecipazione alle varie attività della vita quotidiana, a causa di una serie di compromissioni.
E poi ci sono i disabili gravi (art.3, comma 3), ovvero coloro che sono interessati da una compromissione, singola o plurima, in grado di ridurre l'autonomia personale e che richiedono un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale.
Per questa seconda categoria, la Legge 104 prevede una serie di agevolazioni fiscali e sul luogo di lavoro.
Ecco quali sono.
Agevolazioni disabili gravi: ecco cosa prevede la Legge 104
La disabilità grave deve essere accertata da un esame fatto da una commissione medico-legale, che verifica lo stato del paziente.
Se viene accertata la condizione di "disabilità grave", allora il cittadino potrà accedere a diverse misure e agevolazioni.
Ecco quali sono.
Permessi legge 104
I lavoratori con disabilità grave possono usufruire di permessi retribuiti dall'Inps, per potersi assentare dal lavoro, in alternativa:
Due ore giornaliere;
Tre giorni al mese, che possono essere sia continuativi che frazionati.
I permessi 104 devono essere richiesti all'Inps, con le somme a carico dell'Istituto che, solitamente, vengono anticipate in busta paga dal datore di lavoro, per poi essere recuperate in sede di versamento dei contributi col Modello F24.
Allo stesso modo, possono usufruirne anche i genitori e il partner che si occupano di una persona con disabilità grave.
Per quanto riguarda i genitori, cambiano a seconda dell'età del figlio:
Fino a tre anni: il padre o la madre possono scegliere tra il prolungamento del congedo parentale, due ore di permesso giornaliero o tre giorni al mese (anche continuativi);
Dai tre ai dodici anni: il padre o la madre possono scegliere tra il prolungamento del congedo parentale e tre giorni mensili (anche continuativi);
Sopra ai dodici anni: tre giorni mensili (anche continuativi).
Per il partner (o parenti e affini entro il secondo grado), invece, sono previsti tre giorni mensili, anche continuativi.
Scelta della sede di lavoro
I familiari e i caregiver, che hanno diritto ai permessi mensili, possono anche scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere e non possono essere trasferiti senza il loro consenso in un'altra sede.
L'unica eccezione è prevista nei casi di incompatibilità della permanenza del lavoratore.
Smart working
I datori di lavoro sono tenuti a riconoscere lo svolgimento della prestazione lavorativa in smart working ai dipendenti:
Con figli in condizioni di disabilità, senza limiti di età;
Con disabilità grave o caregiver.
Congedi straordinari
I lavoratori dipendenti familiari di persone con disabilità grave hanno diritto ad un congedo straordinario, retribuito dall'Inps, di durata massima complessiva di due anni, nell'arco della vita lavorativa del richiedente, per ogni soggetto con disabilità.
Il congedo viene dato dall'Inps, nel seguente ordine di priorità:
Coniuge, parte dell'unione civile o convivente di fatto: in caso di convivenza;
Genitori (naturali, adottivi o affidatari): in condizioni di mancanza, decesso, presenza di patologie invalidanti del coniuge;
Figlio: convivenza e mancanza, decesso, presenza di patologie invalidanti dei genitori;
Fratelli e sorelle: convivenza e mancanza, decesso, presenza di patologie invalidanti dei figli;
Parenti o affini entro il II grado: convivenza e mancanza, decesso, presenza di patologie invalidanti di fratelli e sorelle.
Agevolazioni fiscali per auto e veicoli
In caso di disabilità grave sono previste le seguenti agevolazioni fiscali per auto e veicoli:
Detrazione pari al 19% del costo sostenuto per l'acquisto di mezzi di locomozione (autovetture, autoveicoli per il trasporto promiscuo, autoveicoli specifici, autocaravan, etc.);
Iva ridotta al 4% sull'acquisto di autovetture nuove o usate, con cilindrata fino a 2000 centimetri cubici se con motore a benzina o ibrido, fino a 2800 centimetri cubici con motore diesel o ibrido;
Esenzione permanente dal pagamento del bollo;
Esenzione dell'imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.
Altre agevolazioni fiscali
I cittadini con disabilità grave possono accedere anche ad altre agevolazioni fiscali.
Ecco quali sono:
Spese sanitarie e cani guida, pari al 19%; per quanto riguarda i mezzi necessari all'accompagnamento, deambulazione, locomozione e sollevamento e per i sussidi tecnici e informatici che facilitano l'integrazione e l'autosufficienza. La detrazione vale sull'intero costo sostenuto per l'acquisto del cane guida;
Spese per addetti all'assistenza personale: detrazione fiscale al 19% delle spese sostenute per gli addetti all'assistenza personale, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana;
Detrazione spese sanitarie per familiari affetti da patologie esenti, pari al 19% delle spese sostenute nell'interesse dei familiari colpiti da patologie che conferiscono il diritto all'esenzione dal ticket.
GIORNALE DI SICILIA
Si aggrava la crisi idrica in Sicilia, invasi sempre più vuoti: in un mese meno 22%
Nonostante le piogge bacini sempre più vuoti per le eccessive ondate di calore.All'appello mancano ancora gli effetti delle piogge registrate la settimana scorsa lungo la fascia tirrenica, ma la fotografia è stata scattata il 12 agosto, pochi giorni dopo le precipitazioni (a tratti intense) che hanno interessato il versante centro-orientale dell'Isola e ciononostante il quadro resta nerissimo, peggiore di quello rilevato a luglio, con un ulteriore ammanco complessivo di 28 milioni di metri cubi di acqua, che ha portato l'asticella a quota 216 milioni (stessa unità di misura) di cui solo 82,5 effettivamente utilizzabili per evitare di mettere a rischio le specie ittiche presenti nelle strutture.
Stiamo parlando del volume idrico delle dighe siciliane secondo l'ultimo report dell'Autorità regionale di bacino: al confronto con il 15 luglio 2024, complici le temperature che per il dodicesimo mese consecutivo sono rimaste sopra la media stagionale favorendo il processo di evaporazione, si tratta del 22% in meno nel giro di circa quattro settimane. Un ammanco che diventa ancor più pesante nel paragone annuale, con un crollo del 53% e ben 245 milioni di metri cubi persi, ossia più della riserva attualmente disponibile. Poi ci sono i casi estremi, a cominciare proprio dai territori interessati dalle piogge pre-ferragostane.
Basta guardare la diga Pozzillo, nell'Ennese, che recupera, si fa per dire, due tacche, passando, rispetto allo scorso luglio ma sempre su base annuale, da -90% a -88% di acqua, con uno zero spaccato per quantità di risorsa prelevabile, mentre l'Ancipa, tra Enna e Messina, conta una flessione dell'84%. Ad Ovest, invece, per il Fanaco è ormai game over: nell'invaso sono rimasti solo 450.000 metri cubi, prelevabili tramite pompaggio diretto. Va un po' meglio nei bacini Rosamarina e Poma, che toccano però, rispettivamente, il 64% e il 48% di risorsa in meno. In evidente crisi pure la diga Castello, nell'Agrigentino, che in 12 mesi ha visto consumarsi il 72% di volume idrico.
Dati ben presenti alla Consulta regionale degli ordini degli ingegneri, che lancia «un appello sugli aspetti tecnici e sui tempi del programma di interventi» nei laghi siciliani, sollecitando «l'attenzione del governo regionale e nazionale sui mancati investimenti per le dighe e per la distribuzione idropotabile».
Secondo il presidente, Fabio Corvo, «è sufficiente leggere il piano per la lotta alla siccità redatto dall'Autorità di bacino per comprendere che la crisi ha semplicemente fatto emergere tutte le lacune ormai "patologiche" del nostro sistema idrico. Se oggi la Sicilia potesse contare su tutte le dighe già costruite, incomplete e non collaudate, non parleremmo di emergenza. Nelle strutture, su una capienza totale di 1,1 milioni di metri cubi di acqua, se ne possono invasare circa 700, poco più della metà delle riserve disponibili. Occorre fare chiarezza sulla concreta possibilità di collaudare: una questione trascinata da decenni».
Inoltre, continua Corvo, «è assolutamente necessario collegare gli invasi esistenti per evitare che l'acqua venga dispersa a valle una volta raggiunta la capacità massima. Se non si interviene sull'efficiente funzionamento, a causa delle perdite si continuerà a sprecare una consistente percentuale della risorsa, comunque pagata dai cittadini».
Così come dagli agricoltori e dagli allevatori, che nelle stesse ore in cui anche il "think tank" The European House - Ambrosetti (Teha) lancia un richiamo sulle criticità delle dighe sicule, «non sfruttate per il 29%» contro una media italiana pari al 14%, tornano a lamentare perdite di produzione, stavolta attraverso il Presidio Slow Food, che riaccende i riflettori sul patrimonio zootecnico a rischio per il deficit idrico delle campagne, con due esempi di razze in pericolo: la capra Girgentana e il bovino Modicano, con i rispettivi imprenditori del segmento che «oggi, più che a produrre, si occupano di trovare un modo per avere l'acqua con cui dissetare il bestiame». La stessa situazione denunciata da mesi da Coldiretti Sicilia.
Intanto, sullo stesso fronte, una dozzina coltivatori dell'entroterra agrigentino sono stati sorpresi dalla Guardia di finanza mentre prelevavano acqua dal fiume Sosio-Verdura, rispetto al quale è tuttora in vigore l'ordinanza prefettizia che, fino al 31 agosto, impedisce l'attingimento di risorsa idrica allo scopo di agevolare il travaso disponibile dalla traversa del Favara di Burgio, attraverso una galleria interrata fino alla vasca Enel di contrada Martusa. In realtà, a causa della siccità, il canale in questione è pressoché asciutto. Tuttavia gli agricoltori, in massima parte proprietari di agrumeti, stavano provando a recuperare qualche volume d'acqua eventualmente presente nel sottosuolo dopo avere calato le autopompe all'interno di alcune buche scavate sul greto da operai del Genio civile. I coltivatori contestano l'ordinanza, lamentando che le procedure di rilascio della risorsa per la seconda irrigazione di soccorso dalla diga Castello estromettono i loro terreni, situati in una zona critica, tra i comuni di Burgio e Villafranca Sicula non raggiungibile dalle manovre tuttora in corso.