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rassegna stampa del 30 agosto 2024

agrigentooggi.it
Maltempo, interrotta la strada provinciale 58 per soccorso ad un pullman finito in una cunetta
E' stata momentaneamente chiusa al traffico la strada provinciale 58 nel tratto dalla stazione di Cammarata al bivio della Statale 189 a causa di un pullman finito all'interno di una cunetta. Un incidente senza conseguenze per gli occupanti del mezzo, causato dalla grossa quantità di fango riversatasi sulla carreggiata in seguito al nubifragio che si è abbattuto ieri nell'area montana. All'opera il personale stradale del Libero Consorzio di Agrigento e i Vigili del fuoco per rimettere in carreggiata il pullman e consentire ai mezzi del Settore Infrastrutture Stradali di proseguire nei lavori di sgombero del tracciato dal fango e dai detriti. Alla riapertura della strada si raccomanda la massima cautela a quanti dovessero percorrere la Sp 58.

gds.it
Maltempo, si fa la conta dei danni in provincia di Agrigento: molte le strade impraticabili

Si fa la conta dei danni per le strade provinciali ed ex consortili della zona di Cammarata dopo il nubifragio che ieri, 28 agosto, ha coinvolto buona parte delle aree interne della provincia di Agrigento.I mezzi meccanici del Libero Consorzio di Agrigento e dell'impresa titolare del contratto per la manutenzione delle strade provinciali sono intervenuti per liberare le carreggiate da grandi quantità di fango e detriti. Sono chiuse al traffico le SPC 38 Borgo Pasquale-Fiuicello e SPC 39 Soria-Casalicchio, sulle quali sono ancora in corso lavori di sgombero dai detriti.
Le operazioni sono proseguite anche nelle ore notturne sulle SP 24 Cammarata-S.Stefano Quisquina, 25 Mussomeli-Soria-Tumarrano, 26 Cammarata-confine provincia di Palermo, 52 Ponte Platani-Ficuzza-Perciata, 53 Bivio Sparacia-Montoni Nuovo-Str. Ponte Platani-Ficuzza-Perciata, SPC 31 Cammarata verso Casteltermini., SP 14 Racalmuto-Montedoro. Si prevedono tempi lunghi sia per lo sgombero che per la valutazione dei danni, visto anche frane e cedimenti da mettere in sicurezza.


grandangoloagrigento.it

Annullato lo spettacolo "Treni del Sud" in programma al Teatro dell'EfeboIl programma del cartellone 2024 della Rassegna proseguirà, dunque, domani sera 30 agosto alle ore 21:00 con "San Calò mmanu ai carusi"
A causa di sopraggiunti problemi tecnici ed organizzativi l'Associazione musicale "Spazio e Musica" ha comunicato l'annullamento dello spettacolo "Treni del Sud", originariamente in programma il prossimo 8 settembre al Teatro dell'Efebo nell'ambito della Rassegna del Teatro d'Autore e Musica. Chi ha già acquistato il biglietto potrà ottenere il rimborso rivolgendosi direttamente al Box Office di Via Imera, tel. 0922 20500.Il programma del cartellone 2024 della Rassegna proseguirà, dunque, domani sera 30 agosto alle ore 21:00 con "San Calò mmanu ai carusi", dell'Associazione Culturale "Il Libero Canto di Calliope", omaggio al Santo Nero che vedrà all'opera oltre venti artisti agrigentini tra Musica, Prosa, Arte, Lirica, Scultura, Fotografia, Canto, Danza, Folklore, con la partecipazione straordinaria, tra gli altri, di Gianfranco Jannuzzo e Francesco Buzzurro. Gli ultimi eventi del cartellone saranno la replica (già sold out) di "Love Morricone" del Coro Lirico Siciliano il prossimo il 12 settembre. suggestivo viaggio nelle musiche del grande compositore romano già apprezzato nella serata dello scorso 23 agosto, e "Icaro, il pensiero in movimento" il 15 settembre, prodotto dalla Agenzia Spettacoli Savatteri Srls.


LSICILIA.IT
L'Ars riaccende i motori, Ferrara: "Turismo sia priorità. Ridiamo voce alle province"
Cosa bolle in pentola all'Ars? Sala d'Ercole si appresta a tornare al lavoro. Dai primi di settembre, l'aula analizzerà i ddl rimasti in sospeso all'ordine del giorno o quelli al momento sotto la lente d'ingrandimento delle commissioni parlamentari. Enti locali, province, turismo e manovre finanziare. Sono tante i documenti verso cui si potrebbe rivolgere l'attenzione dei parlamentari regionali. Tutto ciò all'ombra delle grandi manovre politiche e dei relativi riflessi che le stesse possono avere sulle realtà locali, a cominciare dal Comune di Palermo. Ambiente politico da cui proviene il deputato regionale Fabrizio Ferrara. Intervenuto ai microfoni de IlSicilia.it, il parlamentare di Fratelli d'Italia ha parlato delle priorità a cui, a suo giudizio, l'Ars dovrebbe dare priorità.
Riforma del turismo
Il presidente della V Commissione ricorda la necessità di approvare al più presto il ddl turismo. Un provvedimento a cui l'alfiere meloniano tiene molto e che, a suo giudizio, darà organicità ad un settore vitale per la Sicilia. "La riforma è stata votata all'unanimità dalla commissione che presiedo - ha sottolineato Fabrizio Ferrara -. È un atto importante in un settore nevralgico per l'economia e per la nostra terra che, sul turismo, può e deve riuscire a sviluppare un'economia reale. La commissione ha concentrato tutti i propri sforzi per portare in aula questa riforma quanto prima. Al rientro, a settembre, sarà una delle prima riforme ad essere approvata".
Digitalizzazione ed organizzazione delle strutture ricettive
Una delibera che mira a rendere il turismo siciliano più armonico e, soprattutto, più digitalizzato. "Oggi il turismo è alla portata di tutti - dichiara il deputato regionale -. Prima, per viaggiare, bisognava organizzarsi con i tour operator e andare nelle strutture alberghiere. Oggi il settore si è democraticizzato. Pertanto, si rende necessario riorganizzare una macchina fatta di un gruppo eterogeneo di soggetti: b&b, case vacanze e tutte le forme che oggi sono possibili e disponibili. Questo fa certamente venire fuori lo spirito di accoglienza che noi siciliani abbiamo. A questo però dobbiamo associare un'organizzazione. Oggi c'è ancora molta incertezza che fa si che si possano verificare fenomeni di abusivismo. Dobbiamo riformare questo settore per informatizzare questo mondo e per potere essere più presenti nei social, attraendo quanti più turisti possibili".
Il turismo e l'economia reale
Un settore cardine del comparto Ho.Re.Ca. e che muove un vasto mondo di stakeholders, ovvero di portatori d'interesse che guardano al settore ricettivo come ad una fonte importante di potenziali clienti. "Portare turismo non muove solo il settore ricettivo, ma anche bar, ristoranti, servizi vari, mobilità e tutto quello che ne consegue", evidenzia Fabrizio Ferrara. A tal proposito, la riforma centra il suo focus più sull'organizzazione che sulle agevolazioni per gli operatori economici. Anche se l'esponente di Fratelli d'Italia, in tal senso, sottolinea i provvedimenti a tutela dell'inclusività e della ricettività. "In questa riforma l'attenzione non è puntata sui contributi alle imprese, di cui si discuterà in altra sede. Piuttosto, ci sono misure a vantaggio di chi deciderà di trasformare la propria struttura alberghiera in una attività pet-friendly. È una riorganizzazione di tutto quello che è il settore turistico ed alberghiero".
Enti locali: il potenziamento dei Comuni
L'attenzione di Fabrizio Ferrara si rivolge poi ai temi più prettamente politici, a cominciare dalla tanto attesa riforma degli enti locali. Un provvedimento che mira a potenziare gli enti locali e la loro operatività, attraverso l'introduzione di nuove figure. Il testo era andato incontro ad uno stop durante la scorsa primavera, anche se oggi sembrano esserci le condizioni politiche per riportarlo in aula. "La riforma è fortemente richiesta dall'Anci e dalle amministrazioni comunali in maniera trasversale. È un ddl su cui abbiamo lavorato molto prima della pausa e che è sostanzialmente pronto. Prevede tutta una serie di modifiche normative al ruolo di consiglieri, l'inserimento di un nuovo assessore senza modificare il budget".
Non sarà necessario ricorrere agli stralci
Un atto sul quale si era pensato di ricorrere allo strumento dello stralcio per votare i provvedimenti più importanti. Anche se, secondo l'esponente di Fratelli d'Italia, ciò non si renderà necessario. "Rispetto a questo corpus normativo, ci sono soltanto alcuni dettagli da limare. Si era pensato anche di scorporare i provvedimenti più urgenti dalla riforma, ma la volontà di tutti è stata quella di lasciare tutto invariato e votare il testo al rientro in aula. L'idea degli stralci è venuta quindi meno proprio perché la stessa avrebbe potuto togliere l'unanimità dell'impegno per l'approvazione della riforma a settembre".
Dare voce alle province
Spostandosi di qualche metro politico c'è la questione irrisolta del rinnovo delle province. La discussione all'Ars ha subito diversi stop, anche se il tempo scorre e una soluzione bisognerà trovarla. Sulla questione però è regnato un sostanziale impasse, sottolineato in maniera critica dal deputato regionale del PD Antonello Cracolici. Sull'atto in questione, Fabrizio Ferrara auspica un intervento dell'aula al più presto. "Fermo restando che c'è la necessità di ripristinare gli organi secondo le prescrizioni arrivate alla Regione, ritengo necessario procedere alle elezioni di secondo livello, ridando voce ai territori che per troppo tempo sono rimasti inascoltati, dando così la possibilità di avere un'interlocuzione politica. Il passo successivo, da fare quanto prima, è quello di ripristinare le province per come le abbiamo conosciute e per come funzionavano. Avere la possibilità di dare la voce al popolo, di esprimere i propri rappresentanti, responsabilizza chi sarà chiamato a rappresentare gli elettori. Un vero e indispensabile collegamento con le amministrazioni e le comunità".
Il plauso alla Città Metropolitana di Palermo
Un ragionamento mosso da quelle che sono le esperienze moderne, a cominciare da quella della Città Metropolitana di Palermo. "Oggi torniamo a vedere dei risultati nelle città metropolitane grazie a figure politiche come il sindaco Roberto Lagalla, bravo ad individuare un direttore generale come Nicola Vernuccio che conosce quell'ente e ha fatto tesoro della sua esperienza da assessore provinciale mettendola al servizio del territorio. Oggi vediamo le strade che vengono riasfaltate, le amministrazioni che riescono ad ottenere qualche contributo per allietare le proprie estati, attraendo così turisti e quanti tornano nella propria terra. La presenza della provincia dà risposte ai territori. Per troppo tempo questo ente è stato utilizzato come bancomat dalla vecchia amministrazione di Palermo a danno delle comunità della provincia".
Siccità e la necessità di migliorare le reti
Ci sono poi le emergenze del presente, a cominciare da quella sulla siccità. Un tema complesso e che affonda le sue radici in ritardi lunghi anni. Fatto sul quale, secondo Fabrizio Ferrara, serve un ragionamento organico per evitare gli sprechi. "Il Parlamento ha fatto tutto ciò che era nelle proprie possibilità, destinando importanti risorse all'emergenza siccità. Questo è chiaramente soltanto una goccia nel mare. Questo ci mette davanti al fatto compiuto. Il problema odierno della siccità pone l'accento sulla necessità di riordinare tutto quello che è la distribuzione dell'acqua e della raccolta. Abbiamo bacini che negli anni precedenti non sono stati ripuliti e hanno una capienza limitata. Negli scorsi anni il tempo era stato clemente. Ci aveva dato piogge abbondanti che hanno lenito le carenze. La crisi idrica di questi ultimi deve dare a tutti una lezione. Bisogna riorganizzare sia la raccolta che la distribuzione. Non ci sono altre soluzioni. La nostra è ricca d'acqua, al netto degli aiuti che possono arrivare da strumenti tecnologici. L'importante però è non disperderla".
Fratelli d'Italia e il centrodestra
A proposito di attualità, l'autunno è un momento florido anche per i movimenti della politica. Nell'Isola, una parte del centrodestra è tornata a lavorare sulla composizione di un nuovo polo moderato. Fatto a cui Fabrizio Ferrara risponde, ricordando le gerarchie all'interno della maggioranza. "La Sicilia è da sempre laboratorio. La situazione vede la presenza in coalizione di due partiti che rappresentano due gruppi parlamentari importanti e che sono all'interno della maggioranza con dignità ed attivismo. Motivo per il quale guardiamo con attenzione alla nascita di movimenti al centro. Questo non può fare altro che potenziare una coalizione che vede in Fratelli d'Italia la spina dorsale. È un fatto di numeri e di partecipazione attiva sia in Giunta che in Parlamento, grazie anche al lavoro che il presidente Galvagno riesce a fare quotidianamente. La coalizione è in ottima salute e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Alla ripresa torneremo a lavorare per riuscire a portare a casa quante più riforme possibili".


AGRIGENTOOGGI
Danni causati del maltempo: strade impraticabili e interventi di emergenza.

Notevoli danni su diverse strade provinciali ed ex consortili della zona di Cammarata a seguito del nubifragio di ieri che ha interessato buona parte delle aree interne della nostra provincia. Quattro mezzi meccanici del Libero Consorzio di Agrigento e dell'impresa Bellia titolare del contratto per la manutenzione delle strade provinciali sono intervenuti, coordinati dai dirigenti tecnici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento insieme al personale tecnico del Settore Infrastrutture Stradali per liberare le carreggiate dalle enormi quantità di fango e detriti.
Attualmente sono chiuse al traffico le Spc 38 Borgo Pasquale-Fiuicello e Spc 39 Soria-Casalicchio, sulle quali sono ancora in corso lavori di sgombero dai detriti. Le operazioni sono proseguite senza sosta anche nelle ore notturne, e proseguono tuttora, sulle Sp 24 Cammarata-Santo Stefano Quisquina, 25 Mussomeli-Soria-Tumarrano, 26 Cammarata-confine provincia di Palermo, 52 Ponte Platani-Ficuzza- Perciata, 53 Bivio Sparacia - Montoni Nuovo - Str. Ponte Platani-Ficuzza-Perciata, Spc 31 Cammarata verso Casteltermini, Sp 14 Racalmuto-Montedoro.
Si prevedono tempi lunghi sia per lo sgombero che per la valutazione dei danni, comprese alcune frane e cedimenti da mettere in sicurezza, e il ripristino del normale transito su queste strade, sulle quali gli automobilisti sono invitati a prestare la massima attenzione, rispettando rigorosamente la segnaletica di pericolo collocata dal personale stradale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.


AGRIGENTONOTIZIE
Teatro dell'Efebo, annullato lo spettacolo "Treni del Sud": come ottenere il rimborso.

Il programma del cartellone 2024 proseguirà il 30 agosto alle 21 con "San Calò mmanu ai carusi". Attesa per la replica di "Love Morricone"
A causa di sopraggiunti problemi tecnici ed organizzativi l'associazione musicale "Spazio e Musica" ha comunicato l'annullamento dello spettacolo "Treni del Sud", originariamente in programma il prossimo 8 settembre, al teatro dell'Efebo nell'ambito della rassegna del "Teatro d'autore e musica. Chi ha già acquistato il biglietto potrà ottenere il rimborso rivolgendosi direttamente al Box Office in via Imera (telefono 0922 20500).
Il programma proseguirà dunque venerdì 30 agosto alle 21 con "San Calò mmanu ai carusi"dell'associazione culturale "Il libero canto di Calliope": omaggio al Santo Nero che vedrà all'opera oltre 20 artisti agrigentini tra musica, prosa, arte, lirica, scultura, fotografia, canto, danza, folklore con la partecipazione straordinaria, tra gli altri, di Gianfranco Jannuzzo e Francesco Buzzurro.
Gli ultimi eventi del cartellone saranno la replica (già sold out) di "Love Morricone" del Coro lirico siciliano il prossimo il 12 settembre - suggestivo viaggio nelle musiche del grande compositore romano già apprezzato nella serata dello scorso 23 agosto - e "Icaro, il pensiero in movimento" il 15 settembre, prodotto dall'agenzia "Spettacoli Savatteri".


SICILIAONPRESS
Interrotta la SP n. 58 per soccorso ad un pullman
E' momentaneamente chiusa al traffico la Strada Provinciale n. 58 nel tratto dalla Stazione di Cammarata al bivio della SS 189 a causa di un pullman finito all'interno di una cunetta.
Un incidente senza conseguenze per gli occuopanti del mezzo, causato dalla grossa quantità di fango riversatasi sulla carreggiata in seguito al nubifragio che si è abbattuto ieri nell'area montana.
Sono all'opera il personale stradale del Libero Consorzio di Agrigento e i Vigili del Fuoco per rimettere in carreggiata il pullman e consentire ai mezzi del Settore Infrastrutture Stradali di proseguire nei lavori di sgombero del tracciato dal fango e dai detriti.
Il Libero Consorzio raccomanda alla riapertura della strada la massima cautela a quanti dovessero percorrere la SP n. 58.

 
BLOGSICILIA
Pioggia di soldi dall'Unione Europea per tecnologie digitali ed energia pulita in Sicilia, in arrivo 650 milioni

L'annuncio del presidente della Regione Schifani
Oltre 615 milioni da destinare alla promozione di investimenti nelle nuove tecnologie digitali e in quelle per l'energia pulita e la sostenibilità. La Giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani, ha dato il via libera alla riprogrammazione delle risorse del Programma Fesr Sicilia 2021-2027 che prevede due nuove priorità in linea con il regolamento "Step" dell'Unione europea, rivolto a ridurre le dipendenze da Paesi extracomunitari in settori strategici. La rimodulazione riguarda le risorse interamente a carico dell'Ue, senza toccare la quota di cofinanziamento nazionale. Nel complesso, comunque, il Fesr Sicilia non subirà modifiche nella dotazione complessiva che resta pari a 5,8 miliardi di euro.
Con la presa d'atto da parte della Giunta si completa, nei tempi previsti dal regolamento comunitario, l'iter per la presentazione del documento alla Commissione Europea che dovrà approvare la modifica, grazie ad un'apposita corsia preferenziale, entro 60 giorni.
Schifani, "Nostra terra polo produttivo all'avanguardia"
"Con questa riprogrammazione - sottolinea Schifani - poniamo la nostra terra nelle condizioni di essere sempre più un polo produttivo all'avanguardia in settori chiave per il futuro dell'Europa e dell'Italia, in linea con l'obiettivo comune di rendere autosufficiente il nostro continente in alcune filiere industriali di importanza strategica. Avvieremo a breve contatti con Confindustria nazionale - aggiunge il governatore - per attivare da subito una sinergia focalizzata a sfruttare questa opportunità, valorizzando al massimo anche le realtà consolidate a livello regionale che hanno  competenze e strutture, anche finanziarie, adeguate a sostenere investimenti innovativi in questi ambiti produttivi".
La riprogrammazione Fesr Sicilia 2021-2027
La riprogrammazione delle risorse Fesr Sicilia 2021-2027, già vagliata dal Comitato di sorveglianza dello scorso luglio, riguarda, nello specifico, le quote di flessibilità di sei dei sette obiettivi preesistenti e l'introduzione di due nuove priorità.
La prima riguarda l'azione per la "promozione di investimenti per lo sviluppo e la fabbricazione delle tecnologie digitali, delle innovazioni delle tecnologie deep tech e delle biotecnologie": con un plafond di 369 milioni di euro, è rivolta a sostenere investimenti che interessino produzioni innovative nella microelettronica con il supporto della scienza e dell'ingegneria d'avanguardia, un ampio ventaglio di interventi che utilizzino tecnologie digitali quali l'intelligenza artificiale, il 5G, il 6G, la blockchain, il calcolo ad alte prestazioni, il cloud computing e l'edge computing e l'internet delle cose; le applicazioni tecnologiche che utilizzano sistemi biologici.
La seconda nuova priorità punta a "sostenere lo sviluppo e la fabbricazione di tecnologie pulite": ha una dotazione di 246 milioni ed è rivolta alla realizzazione di interventi nelle tecnologie solari, dell'idrogeno, del biogas e del biometano sostenibili, nello stoccaggio dell'energia o del carbonio, nei combustibili alternativi sostenibili, nell'efficienza nel sistema energetico, ma anche nella depurazione e la desalinizzazione delle acque e nell'economia circolare.



LENTEPUBBLICA
Aumento salari in Italia: l'impatto dei rinnovi contrattuali.
Negli ultimi due anni, c'è stato un aumento dei salari in Italia di 19 miliardi di euro: ecco qual è stato l'impatto dei rinnovi contrattuali.
In un report realizzato dal Cer (Centro Europa Ricerche) per la Confesercenti, si stima che c'è stato un aumento dei salari in Italia pari a 19,1 miliardi di euro, negli ultimi due anni.
L'aumento è legato al miglioramento dei dati sull'occupazione, che ha permesso una spinta ai consumi di oltre 5 miliardi di euro nel 2024.
Anche se non è oro tutto quello che luccica: vediamo nel dettaglio.
Aumento salari Italia: i dati del report
L'aumento dei redditi, pari a 19,1 miliardi di euro, ha avuto un impatto positivo sulle tasche dei lavoratori italiani, soprattutto grazie ai rinnovi contrattuali che ci sono stati nell'ultimo biennio.
Si tratta, però, di un segnale che non permette un recupero dei redditi falcidiati dall'inflazione. Ma consente una spinta ai consumi di 5,5 miliardi di euro, solo nel 2024.
Questo è quello che emerge dal recente report del Cer per Confesercenti, che ha analizzato l'impatto dei rinnovi contrattuali sulla spesa delle famiglie.
Nello studio si dice:
"Una riforma del fisco che detassi gli aumenti retributivi consentirebbe di generare ben 4 miliardi di consumi in più e avere un impatto positivo sul Pil di 2,4 miliardi".
I dati sono positivi soprattutto grazie al miglioramento dell'occupazione, che ha consentito un maggiore gettito.
La situazione, però, è resa anche più complessa a causa dei tassi d'interesse, che aumentano i costi del credito, sia per le imprese che per i consumatori.
Si attende, quindi, il cambio della politica monetaria della Bce, sperando in una decisiva riduzione dei tassi d'interesse, che dovrebbe essere prevista per il mese di settembre.
Aumento salari in Italia: il ruolo dei rinnovi contrattuali
Secondo l'ultima rilevazione dell'Istat, a fine giugno erano 34 i grandi contratti che sono ancora in attesa di rinnovo, per un totale di 4,7 milioni di lavoratori.
Nel secondo trimestre del 2024, sono stati rinnovati tre accordi, tra i quali troviamo la distribuzione moderna organizzata e i pubblici esercizi.
Ma ne sono scaduti anche altri, come quello dei tessili e del trasporto merci su strada.
La situazione si farà "calda", nei prossimi mesi, per i lavoratori pubblici, che attendono di vedere gli importi che il Governo inserirà nella prossima Legge di Bilancio.
Il primo test riguarderà il contratto dei ministeriali che, ad oggi, vede la contrapposizione tra Aran e sindacati. Questo contratto rappresenterà un apripista per gli altri contratti pubblici.
L'aumento previsto risulta essere più ampio, rispetto a quello degli anni passati, quasi sicuramente per poter recuperare la perdita di potere d'acquisto delle famiglie, a causa dell'inflazione nel biennio 2022/2023.
Secondo il report, comunque, la spinta generata dai rinnovi
"incontra dunque troppi freni che ne mitigano la portata. Per amplificarne l'impatto sull'economia, sarebbe utile, nell'ambito della riforma fiscale, detassare gli aumenti retributivi stabiliti dai contratti riconosciuti come comparativamente più rappresentativi. Un intervento di questo tipo contribuirebbe a contrastare la diffusione dei contratti pirata (che costano fino al 20% in meno perché 'tagliano' istituti indiretti e welfare bilaterale) e a far emergere l'elusione contributiva e fiscale, che si stima avere una dimensione del 30% del totale dei rapporti di lavoro".



LENTEPUBBLICA
Quali sono le regole per l'acqua potabile sul posto di lavoro?
È compito del datore di lavoro garantire l'acqua potabile ai dipendenti sul posto di lavoro, ma con quali regole? Vediamolo insieme.
Secondo il punto 1.13 dell'allegato IV del decreto legge 81 del 2008 (ovvero il Testo unico che regola la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro), il datore di lavoro ha l'obbligo di mettere a disposizione dei dipendenti acqua potabile "in quantità sufficiente".
Ma in quali modalità deve metterla a disposizione? Vediamo cosa dicono le regole.
Acqua potabile sul posto di lavoro: ecco cosa dicono le regole
Come anticipato, nel Testo Unico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, viene specificato che l'azienda e il datore di lavoro devono mantenere il rispetto delle norme igieniche, garantendo la distribuzione e la conservazione dell'acqua potabile.
La fonte d'acqua, nei posti di lavoro, deve essere facilmente accessibile, potabile e gratuita.
Stando alle regole, quindi, il datore di lavoro è sì, obbligato alla presenza di acqua potabile, ma non ad acquistare acqua imbottigliata o un dispenser d'acqua.
Su questo punto, ha fornito chiarimenti il Ministero del Lavoro con l'interpello n°4 del maggio 2013, che ha precisato che, laddove un luogo di lavoro sia posto all'interno di un ambiente ben definito e circoscritto, si ritiene che l'obbligo sia assolto anche se i servizi non sono ad uso esclusivo dell'azienda, a patto che i dipendenti possano accedere all'acqua potabile gratuitamente, liberamente e nel pieno rispetto delle norme igieniche.
Proprio per questo, non c'è bisogno che il datore di lavoro acquisti acqua imbottigliata o un dispenser di acqua, perché basterà anche un semplice lavandino, per poter rispettare le regole.
Nel caso di lavoro fuori sede, se non ci sono punti di accesso all'acqua, allora il datore di lavoro deve farsi carico delle spese necessarie per garantire una fonte di acqua potabile ai dipendenti, come l'acqua imbottigliata.
La regola vale anche per l'acqua per igiene personale?
Per quanto riguarda la disponibilità d'acqua e di locali per l'igiene personale, le regole si differenziano.
L'obbligo di avere docce sufficienti e appropriate vale solo quando "il tipo di attività o la salubrità lo esigono". 
In quei casi, è obbligatorio disporre di locali per le docce, con acqua sia fredda che calda, separati per uomini e donne e con spogliatoi comunicanti. I locali devono avere dimensioni sufficienti per permettere ai dipendenti di rivestirsi con semplicità e in condizioni igieniche appropriate.
È obbligo del datore di lavoro, inoltre, mettere a disposizione detergenti e mezzi per asciugarsi.
Infine, è obbligatoria la presenza di gabinetti e lavabi con acqua corrente calda, con la dotazione di saponi e asciugamani.
Solitamente dovrebbe essere garantita la presenza di un bagno per le donne e di un bagno per gli uomini. Ma se i vincoli urbanistici o architettonici non lo permettono o l'azienda ha meno di 10 dipendenti, allora è ammessa l'utilizzazione dello stesso gabinetto.
È sempre obbligo del datore di lavoro mantenere la pulizia degli ambienti.



LENTEPUBBLICA
Solo un comune su cinque riscuote la tassa di soggiorno.
Secondo un recente report, solo un comune su cinque riscuote la tassa di soggiorno: ecco tutti i dati aggiornati.
Come sappiamo, a partire dal mese di settembre, la tassa di soggiorno subirà una revisione e sarà al centro di un confronto tra il governo e i Comuni.
In un recente report, si certifica che l'imposta viene incassata solamente da un comune su cinque.
Vediamo nel dettaglio.
Tassa di soggiorno: solo un comune su cinque la riscuote
Il Centro Studi Enti Locali ha pubblicato recentemente un report che certifica l'incasso della tassa di soggiorno "solo" da parte di 1268 Comuni su 5730 che potrebbero farlo.
Ad incassare di più sono ovviamente le grandi città turistiche, come Roma, Firenze e Milano.
Ma la classifica cambia se facciamo riferimento al rapporto con gli abitanti. In questo caso, infatti, il podio spetta a Corvara in Badia in Alto Adige.
In termini pro capite, infatti, questo comune in Alto Adige si è arricchito più di altri. Complici le tante strutture turistiche e i pochi residenti, il prelievo per abitanti è stato di 1448 euro, contro una media nazionale di 26 euro.
Come abbiamo anticipato, da settembre il Governo si confronterà coi comuni per una revisione della tassa di soggiorno, anche a causa dell'overtourism di quest'estate, ovvero il fenomeno del sovraffollamento turistico.
Occorre, infatti, "correre ai ripari", anche in attesa del Giubileo di prossimo anno, che porterà milioni di turisti, non solo nella Capitale, ma probabilmente anche nel resto della penisola.
Proprio per questi motivi, il Ministero del Turismo ha deciso di accelerare la riforma: nell'ultima bozza del decreto che è circolata, si prevede la possibilità di un aumento per gli alberghi extralusso da oltre 750 euro a notte. In questo caso, la tassa di soggiorno potrebbe aumentare fino a 25 euro al giorno.
Per i pernottamenti inferiori a 100 euro, invece, la tassa dovrebbe arrivare ad un massimo di 5 euro giornalieri.
Se si spende tra i 100 e i 400 euro, l'imposta sarebbe di 10 euro, mentre per le spese tra i 400 e i 750 euro, si salirebbe ad un massimo di 15 euro.
La nuova imposta, inoltre, potrebbe essere estesa ad un numero maggiore di comuni, ovvero tutti coloro che vorranno applicarla. Attualmente, invece, la tassa di soggiorno può essere riscossa solo dai capoluoghi, dalle unioni di comuni e dai comuni turistici.
La platea, perciò, potrebbe allargarsi da 5730 a 7902 unità.
Non tutti i Comuni applicheranno la tassa di soggiorno
Nonostante il possibile allargamento della platea, non tutti i Comuni decideranno di introdurre la tassa di soggiorno.
Far pagare i turisti, infatti, non è una scelta facile da fare, perché potrebbe rappresentare un deterrente per i visitatori.
Questo è quello che è emerso dal report del Centro studi enti locali. Infatti, solo il 22% dei comuni turistici ha richiesto il tributo nel 2023. Un numero che, seppur basso, è in aumento.
Nel 2019 erano 1003 i Comuni che richiedevano la tassa di soggiorno. In cinque anni, sono aumentati a 1268.
La regione che ha incassato di meno (o niente) è stato il Molise: dei 56 comuni, che avrebbero potuto istituire il prelievo, nessuno ha voluto introdurlo nel periodo tra il 2019 e il 2023.
Il Molise è stata l'unica regione "tourist tax free" fino a quest'anno, quando il comune di Campobasso ha iniziato a chiedere una tassa di soggiorno di un euro. Si tratta del capoluogo di regione più economico d'Italia.



LENTEPUBBLICA
Banca Dati delle Strutture ricettive: attivazione della piattaforma e obbligo del Codice CIN.
Il 1° settembre entra ufficialmente in funzione la Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche (BDSR).
La piattaforma nazionale che, attraverso meccanismi di interoperabilità, garantirà il coordinamento informativo tra i dati dell'amministrazione statale e quelli delle amministrazioni territoriali e la mappatura nazionale degli esercizi ricettivi.
Con l'attivazione della piattaforma entra anche in vigore l'obbligo per i locatori, titolari o gestori delle strutture turistico ricettive di possedere ed esporre il Codice Identificativo Nazionale (CIN).
Vediamo nel dettaglio quali importanti funzioni svolge dalla Banca dati nazionale delle Strutture ricettive e come richiedere ed utilizzare il Codice Identificativo CIN.
Banca Dati delle Strutture ricettive: come funziona e quando sarà attivata
Si è conclusa ieri, con l'ingresso nel sistema delle ultime Regioni, la fase pilota dall'avvio della Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili (BDSR) che ha permesso lo sviluppo e la messa a punto dei meccanismi di interoperabilità con le banche dati territoriali di tutte le Regioni e Provincie Autonome italiane.
Entro il 1° settembre 2024 sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'Avviso ufficiale dell'entrata in funzione della BDSR sull'intero territorio nazionale.
L'avvio della piattaforma garantirà il coordinamento informativo tra i dati territoriali e quelli dell'amministrazione statale e la creazione di una mappatura completa e dettagliata delle strutture alberghiere e degli esercizi ricettivi di tutto territorio nazionale.
Così facendo, la BDSR rappresenterà un utile e importante strumento per contrastare il fenomeno degli affitti irregolari, tutelare il consumatore, la concorrenza e la trasparenza del mercato.
Le principali informazioni contenute nella Banca Dati Nazionale SR riguardano:
i dati completi del soggetto che esercita l'attività ricettiva
la tipologia di alloggio, l'ubicazione precisa e la capacità ricettiva
il Codice Identificativo nazionale (CIN) e il Codice identificativo regionale/provinciale.
Tramite la piattaforma è possibile richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l'esposizione all'esterno delle strutture e degli immobili.  
La "Disciplina delle locazioni per finalità turistiche, locazioni brevi e attività turistico-ricettive" enunciata all'art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023 stabilisce l'obbligo di possesso ed esposizione del CIN per tutti i titolari e gestori di struttura ricettiva o di immobili, destinato alla locazione breve o per finalità turistiche.
Come richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN)
Il Codice CIN deve essere richiesto tramite la procedura telematica presente sulla piattaforma nazionale della BDRS. La richiesta di assegnazione deve essere effettuata da:
titolari, gestori o delegati delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere;
locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche;
locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate agli affitti brevi
Il CIN dovrà essere esposto all'esterno dello stabile in cui sono collocati gli appartamenti o le strutture e riportato in ogni annuncio pubblicitario.
Per accedere al servizio è necessario utilizzare le identità digitali SPID o CIE. Dopo aver effettuato l'autentificazione, l'utente visualizzerà tutte le strutture di sua competenza per le quali è possibile richiedere l'assegnazione del Codice. Per effettuare la richiesta cliccare sul pulsante "Ottieni CIE".
È possibile accedere alla procedura telematica di richiesta e visualizzazione del Codice CIN cliccando su questo link https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/
Per ulteriori informazioni sulla Banca Dati Nazionale delle Strutture e le istruzioni dettagliate per ottenere il Codice Identificativo Nazionale, si può consultare la pagina web informativa del Ministero del Turismo disponibile al seguente link: www.ministeroturismo.gov.it/banca-dati-strutture-ricettive/






















































































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