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infrastrutture e trasporti
Aeroporto, la proposta del comitato Infrastrutture: "I sindaci partecipino al progetto"
I tecnici hanno chiesto ai Comuni di acquisire le quote
Il comitato Infrastrutture e aeroporto, con il suo presidente Angelo Principato e i componenti Salvatore Burgio e Piero Hamel, hanno partecipato nei giorni scorsi alla riunione della terza commissione del Libero consorzio dei Comuni di Agrigento, riunita da remoto al comune di Realmonte, che ha approvato, all'unanimità dei presenti la proposta di richiedere la convocazione dell'assemblea dei sindaci per proporre l'acquisizione di quote della società aeroporto a costo zero.
"In questo modo - si legge in una nota del comitato - si potranno valorizzare i costi già sostenuti per progetto e il business plan. La proposta, che verrà presentata dopo aver acquisito i dovuti pareri, è stata pienamente appoggiata dai componenti il comitato". Così il sindaco Stefano Castellino, presidente della commissione: "Siamo convinti che bisogna fare ogni sforzo possibile per dotare la nostra provincia di questa importante infrastrutture. L'ente di area vasta ha un ruolo indispensabile e fondamentale nella programmazione e negli interventi di interesse sovracomunale".
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AZIONI GRATUITE DELL' "AEROPORTO VALLE DEI TEMPLI SPA" AL LIBERO CONSORZIO DEI COMUNI- EX PROVINCIA REGIONALE?
Verrà convocata a breve l'Assemblea dei Sindaci del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento con all'ordine del giorno la proposta di acquisire -a favore del medesimo Libero Consorzio e a costo zero- un determinato numero di azioni della società Aeroporto Valle dei Templi s.p.a. La proposta di deliberazione da presentare all'Assemblea dei Sindaci del Libero Consorzio dei Comuni è ancora in corso di definizione e sarà sottoposta ai pareri tecnici di rito dei dirigenti, prima di approdare all'esame dell'Assemblea.
Ne dà notizia il Comitato Infrastrutture e Aeroporto di Agrigento, per voce del presidente Angelo Principato il quale ha partecipato insieme ai componenti Salvatore Burgio e Piero Hamel alla riunione della terza commissione permanente del Libero Consorzio. Proprio in seno alla terza commissione, presieduta dal sindaco di Palma Montechiaro Stefano Castellino, è venuta l'idea ed è stata approvata all'unanimità dei presenti (lo stesso presidente Castellino, il vicepresidente Santina Lattuca -sindaco di Realmonte- e i componenti Fabio Termini -sindaco di Sciacca- e Dario Gaglio -sindaco di Camastra).L'acquisizione delle azioni a costo zero da parte del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento -secondo la nota stampa diffusa- sarebbe possibile "potendo valorizzare i costi già sostenuti per progetto e business plan", in conformità all'art. 40 della legge regionale 15/2015 che norma come "strategiche le quote e le partecipazioni nelle società aeroportuali" da parte degli enti di vasta area.
AGRIGENTOOGGI
Aeroporto Agrigento: richiesta di acquisizione quote a costo zero.
Comitato Infrastrutture ed Aeroporto Agrigento: Richiesta di Convocazione dell'Assemblea dei Sindaci per Acquisizione di Quote della Società Aeroporto a Costo Zero
Il Comitato Infrastrutture ed Aeroporto, presieduto da Angelo Principato e composto da Salvatore Burgio e Piero Hamel, ha recentemente partecipato a una riunione della Terza Commissione del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento. La riunione, svoltasi in modalità remota presso il comune di Realmonte, ha visto l'approvazione unanime della proposta di richiedere la convocazione dell'Assemblea dei Sindaci per discutere l'acquisizione di quote della società aeroportuale a costo zero. Questo intervento mira a ottimizzare i costi già sostenuti per il progetto e il business plan dell'aeroporto.
La proposta, che verrà formalmente presentata dopo aver ottenuto i pareri necessari, ha ricevuto il pieno sostegno da parte dei membri del comitato. La Commissione ha considerato percorribile questa strada in base alla legge regionale 15/2015, articolo 40, comma 4, che definisce come "strategiche" le partecipazioni nelle società aeroportuali.
Il Presidente della Commissione, Stefano Castellino, ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto sia dalla Commissione che dal Comitato. Castellino ha sottolineato l'importanza di dotare la provincia di Agrigento di questa infrastruttura cruciale, affermando: "Siamo convinti che bisogna fare ogni sforzo possibile per dotare la nostra Provincia di questa importante infrastruttura. L'Ente di area vasta ha un ruolo indispensabile nella programmazione e negli interventi di interesse sovracomunale. Con le prossime elezioni di secondo livello, potremo finalmente conferire ai Liberi Consorzi la funzione centrale che merita, fondamentale anche per il territorio agrigentino. Auspichiamo che il nuovo esecutivo possa proseguire con forza e continuità il lavoro svolto dalle Commissioni Permanenti e da tutti i Sindaci."
Il prossimo passo sarà la convocazione dell'Assemblea dei Sindaci, per discutere ulteriormente l'acquisizione delle quote e assicurare l'avanzamento del progetto aeroportuale, che rappresenta una priorità strategica per lo sviluppo e il potenziamento del territorio agrigentino.
QDS
Fesr Sicilia, la riprogrammazione delle risorse fino al 2027: in arrivo 615 milioni dall'Unione Europea
"Con questa rimodulazione poniamo la nostra terra nelle condizioni di essere un polo produttivo all'avanguardia in settori chiave per il futuro dell'Europa e dell'Italia" sottolinea Schifani.
Oltre 615 milioni da destinare alla promozione di investimenti nelle nuove tecnologie digitali e in quelle per l'energia pulita e la sostenibilità. La Giunta regionale, su proposta del presidente Renato Schifani, ha dato il via libera alla riprogrammazione delle risorse del Programma Fesr Sicilia 2021-2027. Ciò prevede due nuove priorità in linea con il regolamento "Step" dell'Unione europea, rivolto a ridurre le dipendenze da Paesi extracomunitari in settori strategici.
La rimodulazione riguarda le risorse interamente a carico dell'Ue, senza toccare la quota di cofinanziamento nazionale. Nel complesso, comunque, il Fesr Sicilia non subirà modifiche nella dotazione complessiva che resta pari a 5,8 miliardi di euro.
Con la presa d'atto da parte della Giunta si completa, nei tempi previsti dal regolamento comunitario, l'iter per la presentazione del documento alla Commissione Europea. Questa dovrà approvare la modifica, grazie ad un'apposita corsia preferenziale, entro 60 giorni.
Riprogrammazione Fesr Sicilia, le parole di Schifani
"Con questa riprogrammazione - sottolinea Schifani - poniamo la nostra terra nelle condizioni di essere sempre più un polo produttivo all'avanguardia in settori chiave per il futuro dell'Europa e dell'Italia, in linea con l'obiettivo comune di rendere autosufficiente il nostro continente in alcune filiere industriali di importanza strategica. Avvieremo a breve contatti con Confindustria nazionale - aggiunge il governatore - per attivare da subito una sinergia focalizzata a sfruttare questa opportunità, valorizzando al massimo anche le realtà consolidate a livello regionale che hanno competenze e strutture, anche finanziarie, adeguate a sostenere investimenti innovativi in questi ambiti produttivi".
Riprogrammazione Fesr Sicilia 2021-2027: i dettagli
La riprogrammazione delle risorse Fesr Sicilia 2021-2027, già vagliata dal Comitato di sorveglianza dello scorso luglio, riguarda, nello specifico, le quote di flessibilità di sei dei sette obiettivi preesistenti e l'introduzione di due nuove priorità.
La prima riguarda l'azione per la "promozione di investimenti per lo sviluppo e la fabbricazione delle tecnologie digitali, delle innovazioni delle tecnologie deep tech e delle biotecnologie". Con un plafond di 369 milioni di euro, è rivolta a sostenere investimenti che interessino produzioni innovative nella microelettronica con il supporto della scienza e dell'ingegneria d'avanguardia, un ampio ventaglio di interventi che utilizzino tecnologie digitali quali l'intelligenza artificiale, il 5G, il 6G, la blockchain, il calcolo ad alte prestazioni, il cloud computing e l'edge computing e l'internet delle cose; le applicazioni tecnologiche che utilizzano sistemi biologici.
La seconda nuova priorità punta a "sostenere lo sviluppo e la fabbricazione di tecnologie pulite". Ha una dotazione di 246 milioni ed è rivolta alla realizzazione di interventi nelle tecnologie solari, dell'idrogeno, del biogas e del biometano sostenibili, nello stoccaggio dell'energia o del carbonio, nei combustibili alternativi sostenibili, nell'efficienza nel sistema energetico, ma anche nella depurazione e la desalinizzazione delle acque e nell'economia circolare.
FOCUSICILIA
Agrigento Capitale della cultura 2025: aeroporto Palermo lancia promozione.
La promozione prevede la diffusione di immagini video promozionali su Agrigento capitale della cultura 2025, attraverso i canali social dell'aeroporto e nei ledwall del terminal
La promozione del territorio siciliano per attrarre turismo. È questo l'obiettivo della collaborazione tra l'aeroporto di Palermo e il Distretto Turistico Valle dei Templi per la valorizzazione di Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025. Il progetto prevede la diffusione di immagini video promozionali, attraverso i canali social dell'aeroporto e nei ledwall all'interno delle sale del terminal passeggeri dello scalo aereo palermitano. Inoltre, saranno installati totem informativi, con la possibilità, attraverso un QRcode, di visitare una pagina del sito del Distretto Turistico Valle dei Templi e scaricare una serie di contenuti video, per rendere ancora più visibili agli occhi di viaggiatori e turisti le bellezze naturali di Agrigento e i tesori monumentali che racchiude la città promossa Capitale Italiana della Cultura.
Agrigento Capitale della cultura, la promozione
"L'iniziativa è un volano turistico per Agrigento e per tutta la Sicilia", dice Salvatore Burrafato, presidente di Gesap. "La designazione di Capitale Italiana della Cultura ci permette di mettere in luce il nostro patrimonio culturale e naturale, e l'aeroporto di Palermo è il punto di partenza ideale per raggiungere questi obiettivi. Il protocollo siglato con il Distretto Turistico Valle dei Templi - conclude Burrafato - è il primo passo verso una promozione più ampia delle bellezze siciliane che riguarderanno anche tutti i territori dell'Isola". I video, realizzati da uno@uno, partner tecnico del Distretto, presenteranno la Costa del Mito, il centro Sicilia, i castelli storici e le colorate festività siciliane.
"Stimolare curiosità e interesse sulla città"
"L'intesa con l'Aeroporto di Palermo rappresenta un'opportunità unica non solo per Agrigento, ma per l'intera area distrettuale turistica, per la Costa del Mito e per l'area occidentale della Sicilia", dice Francesco Micciché, sindaco di Agrigento e presidente del Distretto turistico. "Il progetto di promozione ci consentirà di valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale e naturale, oltreché le eccellenze enogastronomiche, ma soprattutto di stimolare curiosità e interesse sull'imperdibile appuntamento del 2025 con Agrigento Capitale Italiana della Cultura. Siamo grati all'Aeroporto di Palermo, e in particolare a Gesap e al presidente Salvatore Burrafato, per aver condiviso ancora una volta le linee programmatiche del Distretto e il valore di una progettualità sul territorio che ha ricadute sull'intera Sicilia. Siamo pronti ad affrontare insieme questa scommessa e a raggiungere nuovi traguardi".
LIVESICILIA
Agrigento, Schifani: "Anticiperemo 10milioni per la rete idrica"
"Nelle prossime settimane, con l'assestamento di bilancio, anticiperemo dieci milioni di euro per fare in modo che i lavori di rifacimento della rete idrica di Agrigento possano iniziare in tempi immediati e concludersi entro un anno, così come previsto contrattualmente. Questo è l'impegno del mio governo, che manterremo".
Sono le parole pronunciate dal presidente della Regione siciliana Renato Schifani, nel corso di un'intervista alla Tgr Sicilia, parlando di Agrigento e delle iniziative avviate per la promozione della Capitale italiana della Cultura 2025.
Siamo mobilitati - ha proseguito Schifani - sulla lotta alla siccità con la realizzazione di nuovi pozzi, ma anche per interventi sulle infrastrutture idriche. In quest'ottica, nel Fondo sociale di coesione che ho firmato a maggio con la premier, per Agrigento abbiamo già previsto 37 milioni di euro".
"Risorse che saranno disponibili l'anno prossimo e per questo motivo procederemo a un'anticipazione della Regione per avviare subito i lavori".
LENTEPUBBLICA.
I dipendenti pubblici si ammalano di più (soprattutto in Calabria) rispetto a quelli del settore privato.
Secondo un recente report, i dipendenti pubblici si ammalano di più rispetto a quelli del settore privato, con un record registrato nella regione Calabria.
Nel settore pubblico ci si ammala di più rispetto al settore privato: è questo quello che emerge nel recente report della Cgia Mestre, che ha analizzato i dati dell'Inps, seguendo le statistiche delle assenze per malattia degli ultimi 7 anni.
I dipendenti pubblici si ammalano di più: i dati del report della Cgia Mestre
La salute è più cagionevole nel settore pubblico, come testimoniato nel report della Cgia di Mestre.
Negli ultimi 7 anni, infatti, l'incidenza percentuale degli assenti, per ragioni di salute, sul totale del comparto è stata più alta nei lavoratori statali, rispetto ai dipendenti del settore privato.
Solo in due casi la situazione si è capovolta, ovvero nel primo trimestre del 2021 e del 2022.
In linea di massima, sia nel pubblico che nel privato, il picco minimo delle assenze si registra nei mesi estivi, tra luglio e settembre, mentre si raggiunge la soglia massima in pieno inverno, tra gennaio e marzo.
Nei primi mesi del 2024, il differenziale tra i due settori è stato abbastanza ampio: tra gennaio e marzo di quest'anno, il 33% dei dipendenti pubblici è rimasto a casa almeno per un giorno di malattia. Nel settore privato, invece, la percentuale si abbassa al 22%.
Nel secondo trimestre, invece, nel settore pubblico si è ammalato il 26% dei dipendenti, mentre nel settore privato il 18%.
Giorni di assenza
Nonostante nel settore pubblico ci si ammali di più, si contano comunque meno giorni di assenza, leggermente inferiori rispetto al settore privato.
I tempi di guarigione, infatti, sono più veloci, soprattutto nelle regioni del Sud.
Nel 2023, in Italia, il dato medio del numero di giorni di malattia è stato pari a 8,5 giorni.
Nel settore pubblico, si è attestato a 8,3, mentre nel settore privato si alza a 8,6.
La situazione è nettamente migliorata, rispetto al 2017 e il dato medio nazionale si è abbassato del 16%.
Più licenziamenti per assenze ingiustificate
Dopo la pandemia del biennio 2020/2021, il numero di licenziamenti nel pubblico impiego, per assenze ingiustificate, è tornato ad aumentare.
Nel 2018 erano state licenziate 196 persone per assenza ingiustificata o false attestazioni della presenza in servizio. Un numero che era, prima aumentato nel 2019 (221) e poi sceso nel 2020 e nel 2021, rispettivamente a 188 e 161.
I licenziamenti sono tornati a crescere nel 2022, raggiungendo la quota di 310, con un +58,1% rispetto al 2018.
I dipendenti pubblici si ammalano di più: la situazione nelle varie regioni
Tra le varie regioni, ci sono differenze molto marcate.
La regione italiana dove si ammalano più dipendenti è la Calabria. Chi si è ammalato in questa regione, infatti, è rimasto a casa per una media di 15,3 giorni (9,6 giorni per i dipendenti pubblici e 18,8 nel settore privato).
Parliamo di un dato che è quasi il doppio, rispetto a quello registrato in Emilia-Romagna e in Veneto. In entrambe le regioni, infatti, si contano 7,8 giornate medie di malattia.
Dopo la Calabria, si posizionano
Basilicata, con 10,2 giornate medie di assenza;
Valle d'Aosta: 9,7 giornate medie di assenza;
Sardegna: 9,6 giornate medie di assenza;
Molise: 9,4 giornate medie di assenza.
Rispetto al 2017, però, in tutte le regioni il numero delle giornate medie di assenza per malattia è in calo, con punte di -20% soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
LA SICILIA
Meloni, il presupposto dell'Autonomia sono i Lep.
"La sinistra introdusse il principio ma non l'ha mai normato"
"L'Autonomia differenziata non è una legge che sta introducendo questo governo. Esiste nella Costituzione italiana da 23 anni, da quando cioè fu fatta una riforma del titolo quinto nel 2001, e al governo c'era esattamente la sinistra. Che ha introdotto il principio per cui lo Stato poteva dare altre materie da gestire alle Regioni. Solo che hanno introdotto il principio e non l'hanno mai normato". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di '4 di Sera', su Rete4. "Noi normiamo questo principio introdotto da loro e lo normiamo proprio per garantire che quando l'autonomia si realizzerà in nessun modo possa accadere che questo crei una sperequazione, una differenza, un divario tra alcune regioni ed altre - ha aggiunto -. Come lo facciamo? Il presupposto dell'introduzione dell'autonomia differenziata voluta da questo governo è una cosa che si chiama livelli essenziali delle prestazioni".
lentepubblica.it
Le regole per lo scavalco d'eccedenza negli enti locali
La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Puglia ha recentemente affrontato un'importante questione riguardante il cosiddetto "scavalco di eccedenza" negli enti locali.Con la deliberazione n. 110/2024/PAR, il Collegio ha chiarito alcuni aspetti fondamentali sulla possibilità per i dipendenti pubblici di lavorare anche presso altre amministrazioni pubbliche, in deroga alla normativa vigente.Che cosa si intende con il termine "scavalco"?Il termine "scavalco" in ambito amministrativo e pubblico si riferisce a una situazione in cui un dipendente pubblico, che ricopre un incarico a tempo pieno in un ente, viene impiegato anche presso un altro ente pubblico o privato, superando così le normali limitazioni imposte dalle normative sul lavoro pubblico.In pratica indica la possibilità di utilizzare risorse umane, cioè dipendenti pubblici, in un altro ente o amministrazione rispetto a quella di appartenenza. Questo può avvenire per esigenze di personale o per ottimizzare l'uso delle competenze disponibili. Tuttavia, tali situazioni sono regolamentate da normative specifiche che definiscono le condizioni e i limiti entro cui è possibile effettuare tali trasferimenti.Il casoInizialmente, la deliberazione ha richiamato il principio stabilito dalla legge, secondo cui il rapporto di pubblico impiego è caratterizzato da un'esclusività che impedisce ai lavoratori di svolgere altre attività presso amministrazioni pubbliche o private diverse da quella di appartenenza. Tuttavia, è stato sollevato un dubbio riguardante la possibilità di autorizzare i dipendenti a tempo pieno di un comune a lavorare anche per altre pubbliche amministrazioni diverse da quelle specificamente indicate nella normativa vigente, come ad esempio amministrazioni statali o enti pubblici non economici.Il quesito centrale era se fosse legittimo applicare l'articolo 1, comma 557 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, che prevede una deroga al principio di esclusività solo per determinati enti specificamente menzionati, estendendo tale possibilità anche ad altre pubbliche amministrazioni. In sostanza, il dubbio era se fosse possibile consentire che i dipendenti di comuni con meno di 25.000 abitanti, consorzi tra enti locali, comunità montane o unioni di comuni potessero essere impiegati da amministrazioni statali o enti pubblici non economici.Le regole per lo scavalco d'eccedenza negli enti localiLa Corte dei conti ha risposto chiaramente che la normativa in oggetto non permette interpretazioni estensive. L'articolo 1, comma 557 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 stabilisce in modo preciso che i dipendenti a tempo pieno possono essere utilizzati solo da altri enti locali come i comuni piccoli, i consorzi tra enti locali e le comunità montane, previa autorizzazione dell'amministrazione di provenienza. L'interpretazione estesa che permetterebbe l'impiego presso amministrazioni statali o enti pubblici non economici, come paventato dal Comune di Porto Cesareo, potrebbe creare situazioni problematiche. Ad esempio, piccoli comuni con risorse limitate potrebbero vedersi privati di personale essenziale a favore di grandi amministrazioni con surplus di dipendenti.La Corte ha sottolineato l'importanza di attenersi al principio di "in claris non fit interpretatio", che stabilisce che una norma chiara non richiede ulteriori interpretazioni. L'articolo 1, comma 557 è considerato sufficientemente esplicito, e pertanto non vi è spazio per interpretazioni che superino il testo della legge. Solo in casi eccezionali, dove l'effetto giuridico della norma risulti incompatibile con il sistema normativo complessivo o quando la formulazione della norma sia ambigua, è possibile ricorrere ad altre forme di interpretazione.In conclusione, la Corte dei conti ha ribadito l'importanza di rispettare la lettera della legge, evitando estensioni non previste che potrebbero compromettere l'equilibrio e la funzionalità degli enti locali, soprattutto quelli di dimensioni minori.