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rassegna stampa del 7-9 settembre 2024

LENTEPUBBLICA
Congedo parentale: le nuove FAQ dell'INPS aggiornate al 2024
Sono disponibili le nuove FAQ dell'INPS da poco aggiornate a tutte le regole in materia introdotte durante il 2024: ecco cosa devono sapere genitori e lavoratori.
L'INPS ha recentemente pubblicato una serie di FAQ aggiornate per il 2024, con l'obiettivo di chiarire alcuni aspetti normativi e operativi del congedo parentale, una misura che molti genitori trovano complessa. Questi chiarimenti sono rivolti non solo ai cittadini, ma anche agli addetti ai lavori, per agevolare la comprensione delle novità e semplificare le procedure di richiesta.
Negli ultimi anni, numerosi genitori hanno incontrato difficoltà nel comprendere le modalità di accesso al congedo parentale, soprattutto a fronte di modifiche normative. Uno dei principali problemi segnalati riguarda la procedura di domanda, i tempi di fruizione e i requisiti per accedere ai benefici economici.
Le FAQ, ora disponibili sul sito dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, affrontano queste problematiche fornendo risposte concrete alle domande più frequenti. Tra i temi principali trattati, spiccano l'aumento dell'indennità, i requisiti per accedervi e le modalità di presentazione delle domande.
A chi spetta l'aumento dell'indennità?
L'aumento dell'indennità riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti. Le altre categorie di lavoratori, come autonomi e iscritti alla Gestione separata, non beneficiano di questa maggiorazione. Per i dipendenti, la novità introdotta con la Legge di Bilancio 2024 prevede un incremento dell'indennità per un mese, fino all'80% della retribuzione, ma solo per l'anno 2024.
Dal 2025, la stessa indennità sarà del 60%. Per ottenere questo aumento, è necessario che il mese di congedo sia fruito entro i sei anni di vita del figlio (o dall'ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento), e che il congedo di maternità o paternità termini dopo il 31 dicembre 2023.
Modalità di fruizione del congedo
Un altro punto importante riguarda la possibilità di fruizione del congedo se uno dei genitori è dipendente e l'altro no. In questo caso, solo il genitore lavoratore dipendente potrà beneficiare dell'indennità maggiorata. Inoltre, i genitori non possono "trasferire" i mesi di congedo non utilizzati: se uno dei due non usufruisce del congedo, i mesi non utilizzati non possono essere fruiti dall'altro genitore.
Maggiorazione del congedo parentale
Quando si parla di maggiorazione del congedo parentale, la normativa stabilisce che tale maggiorazione si applica su base mensile. Tuttavia, per evitare ambiguità, è stato necessario chiarire come deve essere calcolata la durata di un mese ai fini del congedo parentale. Ecco come si definisce la "mensilità" in questo contesto:
Calcolo della mensilità
mese intero: un mese di congedo parentale può essere calcolato come un mese intero, cioè dal primo giorno del mese fino all'ultimo giorno dello stesso (ad esempio, dal 1° gennaio al 31 gennaio) oppure da una data specifica a un'altra data dello stesso mese, purché copra un intero mese di calendario o un suo multiplo (ad esempio, dal 18 febbraio al 17 marzo);
periodi inferiori a un mese: Se il periodo di congedo è inferiore a un mese, ad esempio da 10 giorni, le giornate di assenza vengono sommate fino a raggiungere 30 giorni, che vengono considerati come un mese. Questo significa che se, per esempio, un genitore prende congedo dal 1° al 15 del mese, queste 15 giornate verranno considerate pari a metà mese, ma se il congedo è di meno di 30 giorni, il totale di giorni sarà comunque considerato come un mese di congedo;
periodi superiori a un mese: Se il periodo di congedo supera un mese, ma non è un multiplo esatto di mesi (ad esempio, 45 giorni), la durata viene calcolata come il numero di mesi interi inclusi nel periodo. I giorni rimanenti, che non raggiungono un mese intero, vengono considerati separatamente. Per esempio, se un genitore fruisce di 45 giorni di congedo, questo sarà computato come 1 mese e 15 giorni, con il mese conteggiato in base al calendario comune e i giorni rimanenti separati.
Presentazione della domanda e modalità di pagamento
La domanda per il congedo parentale deve essere presentata telematicamente sul portale INPS, tramite il Contact center integrato o gli Istituti di Patronato. Sarà poi il datore di lavoro a erogare le indennità previste direttamente in busta paga, seguendo le istruzioni indicate dall'INPS nella Circolare n. 57 del 18 aprile 2024.
Esempi concreti
Le FAQ includono anche una serie di esempi pratici, che aiutano a comprendere meglio la normativa. Ad esempio, se un figlio è nato nel 2024, il genitore potrà beneficiare di due mesi di congedo indennizzati all'80% entro l'anno. Se, invece, uno dei genitori ha usufruito del congedo di paternità obbligatorio dopo il 31 dicembre 2023, questo ha diritto a un mese indennizzato all'80% e a un ulteriore mese alle stesse condizioni, purché fruito entro il 2024.
Casi particolari
Le FAQ illustrano anche casi più complessi, come quello di genitori iscritti alla Gestione separata o lavoratori autonomi. In tali circostanze, il trattamento indennizzabile resta invariato al 30%, e l'aumento al 60% o 80% non si applica, poiché riservato ai dipendenti.


LENTEPUBBLICA
Nuovo incentivo alle imprese siciliane: 30 mila euro per ogni assunzione stabile.
Un nuovo strumento di sostegno economico è stato attivato per incentivare l'occupazione e sostenere le imprese locali siciliane: 30 mila euro per ogni assunzione stabile.
Il contributo è destinato a un massimo di 10 lavoratori per impresa, e sarà erogato nel rispetto delle norme europee sul regime "de minimis". Ciò significa che le agevolazioni non devono superare un certo limite stabilito dalla normativa comunitaria, per evitare distorsioni della concorrenza.
Le domande potranno essere inviate esclusivamente online, attraverso il Sistema Informatico (SI) dedicato, accessibile tramite Spid. Le richieste saranno valutate seguendo l'ordine di arrivo, con l'elaborazione di una graduatoria a sportello.
Il governo regionale ha infatti stanziato un contributo di 30 mila euro, distribuiti nell'arco di tre anni, per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato. L'iniziativa è stata resa pubblica attraverso un avviso ufficiale dell'assessorato regionale al Lavoro, rivolto a tutte le aziende operanti nei settori commerciali e industriali del territorio.
Il piano prevede una dotazione finanziaria di 40 milioni di euro, che permetterà di finanziare fino a 1.350 nuove assunzioni.
Nei prossimi giorni, sarà comunicata la data del cosiddetto "click day", ossia il giorno in cui le imprese potranno iniziare a presentare le domande per accedere all'incentivo.
Condizioni e modalità di accesso
Il contributo è destinato a un massimo di 10 lavoratori per impresa, e sarà erogato nel rispetto delle norme europee sul regime "de minimis". Ciò significa che le agevolazioni non devono superare un certo limite stabilito dalla normativa comunitaria, per evitare distorsioni della concorrenza.
Le domande potranno essere inviate esclusivamente online, attraverso il Sistema Informatico (SI) dedicato, accessibile tramite Spid. Le richieste saranno valutate seguendo l'ordine di arrivo, con l'elaborazione di una graduatoria a sportello.
Le agevolazioni riguarderanno le assunzioni effettuate a partire dal 1 gennaio 2024 e saranno riconosciute anche per la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti stabili. Tuttavia, sono esclusi i contratti di apprendistato. Il contributo, pari a 10 mila euro all'anno per tre anni, sarà riconosciuto alle imprese che abbiano una sede produttiva in Sicilia o che intendano attivarne una.
Obiettivo: crescita dell'occupazione e stabilità lavorativa
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha spiegato che questa misura è stata fortemente voluta dal suo governo e inserita nell'ultima legge Finanziaria. L'intento principale è quello di favorire la crescita dell'occupazione in Sicilia, puntando sulla creazione di posti di lavoro stabili e duraturi. "L'obiettivo è dare priorità ai giovani e a chi ha maggiori difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro", ha sottolineato Schifani. Il presidente ha inoltre evidenziato come questo intervento si collochi in continuità con altre misure regionali già adottate per incentivare lo sviluppo economico e l'occupazione nell'isola, confermate anche dagli ultimi dati macroeconomici.
L'assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano, ha evidenziato che il contributo rappresenta un'opportunità importante per le imprese siciliane. "Questo intervento contribuirà a ridurre il costo del lavoro per le aziende che assumono a tempo indeterminato, favorendo al contempo la stabilizzazione dei contratti precari e l'assunzione di giovani che hanno già svolto tirocini presso le stesse imprese", ha spiegato Albano.


LENTEPUBBLICA

Il progetto di riforma dell'imposta di soggiorno ha molti punti ambigui.
L'attuale bozza per il progetto di riforma dell'imposta di soggiorno evidenzia ancora molti punti ambigui e diverse criticità: analizziamoli.
L'imposta di soggiorno, introdotta nel 2011 per finanziare i servizi turistici nei comuni italiani, è oggi al centro di un acceso dibattito. Questo tributo, che si applica a chi soggiorna in strutture ricettive come hotel, bed & breakfast, agriturismi e case vacanze, è destinato a sostenere sia il settore turistico sia la manutenzione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale. Tuttavia, la bozza di riforma attualmente in discussione presenta ancora numerosi aspetti problematici.
I punti critici dell'attuale progetto di riforma dell'imposta di soggiorno
Si tratta ovviamente di una bozza ancora in fase di definizione, ma i temi emersi finora evidenziano la complessità del dibattito. Da una parte, ci sono esigenze di maggiore chiarezza normativa per i gestori delle strutture ricettive; dall'altra, la necessità di garantire ai comuni risorse adeguate per far fronte ai crescenti flussi turistici.
Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno importanti non solo per il settore turistico, ma anche per l'equilibrio economico dei comuni italiani, sempre più coinvolti nella gestione diretta dei servizi destinati a cittadini e visitatori.
Discutiamo qui di seguito le questioni che più stanno facendo discutere nell'ultimo periodo.
Il ruolo dell'agente contabile
Uno dei principali nodi riguarda la posizione giuridica dei gestori delle strutture ricettive in merito alla responsabilità della riscossione dell'imposta. Il Decreto Legge 34/2020 ha modificato la normativa precedente, stabilendo che i titolari delle strutture ricettive siano direttamente responsabili del pagamento dell'imposta al comune, con il diritto di rivalsa sui clienti.
Tuttavia, nonostante queste modifiche, la questione della qualifica di "agente contabile" rimane controversa. La Corte dei Conti della Lombardia, con la sentenza n. 47/2024, ha confermato che i gestori delle strutture ricettive continuano a ricoprire questo ruolo e, quindi, rimangono soggetti alla giurisdizione della Corte stessa. In caso di mancato versamento dell'imposta al comune, infatti, i gestori devono rispondere di eventuali responsabilità contabili.
La sentenza sottolinea che, nonostante i cambiamenti normativi introdotti negli ultimi anni, il rapporto tra gestore e comune non è stato alterato. Questo significa che i gestori restano obbligati a presentare la resa del conto giudiziale e a rendere conto di eventuali mancanze nella gestione dell'imposta. La conferma di questo orientamento giuridico ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli operatori del settore, che si trovano a fronteggiare ulteriori adempimenti burocratici.
La nuova tariffazione
Un altro punto cruciale riguarda il sistema di calcolo dell'imposta. Attualmente, la tassa viene applicata per ogni persona che soggiorna in una struttura ricettiva. La riforma, però, propone di passare a un sistema basato sul costo della camera, con tariffe fisse che variano in base a quattro fasce di prezzo. Per esempio, per camere sotto i 100 euro, l'imposta sarebbe di 5 euro, mentre per quelle oltre i 750 euro arriverebbe a 25 euro.
Questa modifica ha sollevato critiche da parte dei comuni, che temono un impatto negativo sulle entrate e una difficoltà nella gestione del tributo. Alessandro Canelli, delegato alla Finanza Locale dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e sindaco di Novara, ha espresso preoccupazione davanti alla commissione Finanza e Tesoro del Senato. Canelli ha sottolineato la necessità di garantire ai comuni maggiore flessibilità nella gestione dell'imposta e di adattare il nuovo sistema di tariffazione alle diverse esigenze locali.
Inoltre, Anci ha chiesto una revisione dell'importo massimo dell'imposta, in modo da consentire una più ampia destinazione dei fondi. I flussi turistici, ha osservato Canelli, non si limitano a gravare sulle sole strutture ricettive, ma richiedono un potenziamento di molti altri servizi pubblici gestiti dai comuni.
Locazioni brevi e piattaforme digitali
La riforma tocca anche il tema delle locazioni brevi e delle piattaforme digitali di prenotazione, come Airbnb. Canelli ha proposto di rendere obbligatorio per tutte le piattaforme la riscossione diretta dell'imposta di soggiorno al momento della prenotazione, una misura che semplificherebbe la gestione del tributo per i comuni e per i gestori.
Un ulteriore punto di discussione riguarda il sistema sanzionatorio. Secondo Canelli, è necessario migliorare la graduazione delle sanzioni in caso di mancata dichiarazione o mancato versamento dell'imposta, evitando pene sproporzionate per chi commette errori.
Strumenti che supportano i Comuni nella gestione, contabilizzazione e accertamento della tassa
Ricordiamo che esistono strumenti per aiutare i Comuni negli adempimenti correlati a questo tributo come TravelTax, realizzato dalla Società Golem Net, software house  specializzata in soluzioni dedicate alle PA.
Si tratta di una piattaforma software che risponde alle esigenze delle Amministrazioni comunali per la gestione, contabilizzazione e accertamento della Tassa di soggiorno.
Si tratta di uno strumento intuitivo e completo che agevola l'interazione tra struttura ricettiva e Comune, semplificando gli adempimenti legati alla Tassa di Soggiorno, permettendo all'Ente di avere un controllo completo sui flussi turistici e un monitoraggio puntuale sui versamenti ricevuti.
Un unico strumento, intuitivo e completo per tutti gli attori di questo processo:
la Direzione Turismo dell'Ente;
il SUAP;
il Nucleo di Controllo dei Vigili Urbani;
l'ufficio Ragioneria dell'ente locale;
la struttura ricettiva.
Ogni soggetto si registrerà alla piattaforma e potrà comunicare/ricevere info da ogni ufficio preposto.
In precedenza una pratica avviata con il SUAP doveva poi essere trasmessa agli uffici turistici, ai vigili urbani ed anche alla ragioneria per i dovuti controlli on-site e la riscossione dell'imposta.
I tempi e la "sicurezza" nella trasmissione erano poco rassicuranti.
Anche la struttura ricettiva, in caso di informazioni, di trasmissione di dati o di richieste, doveva inviare numerose mail a diversi uffici.
Ad ogni passaggio corrispondeva un diverso modulo, una diversa richiesta, una diversa tempistica: alimentando a dismisura il carico amministrativo per gli uffici e il tempo da impiegare per portare a termine la consegna per l'albergatore.
Adesso tutto questo labirinto è stato eliminato: latassadisoggiorno.it è un unico portale web che consente di armonizzare tutte le informazioni sia dal lato dell'Ente sia dal lato della struttura ricettiva.
Meno evasione fiscale
Sono anche facilitati i controlli anti-evasione: adesso evadere il fisco sarà infatti molto più complicato.
I dati delle strutture, infatti, vengono assimilati dalla piattaforma TravelTax ed inseriti all'interno del sistema, per mettere in evidenza le posizioni che non dovessero risultare coerenti con la normativa vigente.
Così si attua una comunicazione circolare tra l'Ufficio Turismo, il nucleo dei Vigili Urbani e gli uffici del SUAP.
Una dimostrazione evidente come regolarizzare la propria posizione a livello fiscale è possibile, senza troppe difficoltà.
Sistema utilizzabile anche con altre piattaforme in convenzione con il Comune
Un altro punto a favore di questa piattaforma è l'estrema versatilità del suo sistema.
In aggiunta l'applicativo, attraverso la gestione differenziata dei pernottamenti venduti, consente la riconciliazione puntuale tra i versamenti provenienti dalle piattaforme on line convenzionate con il Comune (come ad esempio AirBnb) e i soggiorni registrati all'interno delle procedure gestite da TravelTax.
Solitamente infatti, queste piattaforme riscuotono automaticamente alcune tasse di soggiorno: grazie alla riconciliazione puntuale si verificherà in maniera assolutamente corretta l'allineamento tra la situazione contabile ipotetica e quella reale per l'Ente.
Un sistema di alert utile ed efficace
Infine questo software permette all'Ente di predisporre comunicazioni da inviare singolarmente o massivamente alle strutture ricettive.
Le comunicazioni sono di tre tipi:
Newsletter
Alert via Mail
Alert via SMS.
Si potrà così agevolmente informare in tempo reale i soggetti interessati su eventi, scadenze (comprese mancate dichiarazioni o pagamenti in pendenza) e persino aggiornarli sulle ultime novità normative.



GIORNALE DI SICILIA 

Stipendi tra i più leggeri del Paese, nero e precarietà affossano la Sicilia
Nell'Isola la paga quotidiana media è pari a 73 euro, a fronte dei 101 euro degli occupati nelle zone settentrionali.Che esistesse una differenza tra Nord e Sud era cosa risaputa, pure alle pietre, ma forse non fino a questo punto: se gli occupati nelle regioni settentrionali percepiscono una retribuzione media giornaliera lorda di 101 euro, i colleghi meridionali ne guadagnano 75, con i primi che portano a casa uno stipendio del 35% più pesante dei secondi, un'asticella che sale al 38% se paragonata alla paga quotidiana dei siciliani, pari a 73 euro per 16.507 l'anno compresi contributi e addizionali.
A far di conto ci ha pensato ieri la Cgia di Mestre, in un report che, tenendo conto degli importi del 2022, piazza l'Isola al penultimo gradino d'Italia per buste paga, superata al ribasso solo dalla Calabria, dove la media del giorno ammonta a 68 euro, e lontanissima dalla Lombardia, prima nel podio dei più «fortunati» con 110 euro lordi (28.354 annuali).
Ma all'interno della Sicilia, e in scala provinciale, c'è chi arriva a retribuzioni ancor più basse. È il caso del territorio trapanese, dove la soglia media annua va di un soffio oltre i 14.365 euro, risultando quart'ultima in Italia. Poco più su, e tra le ultime dieci posizioni, troviamo Ragusa (14.882), Agrigento (14.944) e Messina (15.170), mentre Enna (15.791) stenta a raggiungere la quota regionale, superata invece da Caltanissetta (17.144), Palermo (17.281), Catania (17.533) e Siracusa (17.598), il tutto, va ricordato, di fronte a costi della vita in progressivo aumento.Ma come spiegare il divario tra Nord e Sud? Il gap, rimarca l'associazione degli artigiani, è sostanzialmente dovuto alla produttività del lavoro, che nelle regioni settentrionali è del 34% superiore al dato dell'area meridionale. Così, se in Lombardia il valore aggiunto per un'ora di occupazione sfiora i 46 euro, nel caso dell'Isola è di appena 32 euro, mentre gli squilibri retributivi, oltre che fra le diverse zone dello Stivale, spiccano anche fra città e campagne.
Tutti temi, ricorda la Cgia, che «le parti sociali hanno tentato di risolvere, dopo l'abolizione delle cosiddette gabbie salariali avvenuta nei primi anni '70, attraverso il contratto collettivo nazionale del lavoro, la cui applicazione, però, ha prodotto solo in parte gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste e in molti casi sono addirittura aumentate, perché nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie, assicurative e bancarie, che tendenzialmente riconoscono ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media, sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord.
Le tipologie di queste aziende dispongono anche di una quota di personale con qualifiche professionali (manager, dirigenti quadri e tecnici) superiore e con livelli di istruzione alti, cui va corrisposto uno stipendio importante. Infine, non va nemmeno scordato che il lavoro irregolare, molto diffuso nel Mezzogiorno, da sempre provoca un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori che tradizionalmente sono investiti da questa piaga sociale, vedi agricoltura, servizi alla persona e commercio».
Le soluzioni? Come ha avuto modo di segnalare anche il Cnel, il problema dei lavoratori poveri, continua l'associazione, «non parrebbe riconducibile ai minimi tabellari troppo bassi, ma al fatto che durante l'anno queste persone lavorano "poco". Pertanto, più che a istituire un minimo salariale per legge, andrebbe contrastato l'abuso di alcuni contratti a tempo ridotto. Altresì, per innalzare gli stipendi dei dipendenti, in particolar modo di quelli con qualifiche professionali minori, bisognerebbe continuare nel taglio dell'Irpef e diffondere maggiormente la contrattazione decentrata: avendo una quota di lavoratori coperto dalla contrattazione collettiva nazionale tra le più alte a livello europeo, dovremmo "spingere" per diffondere ulteriormente anche la contrattazione di secondo livello, premiando, in particolar modo, la decontribuzione e il raggiungimento di obbiettivi di produttività, anche ricorrendo ad accordi diretti tra imprenditori e dipendenti».
Quanto alla speciale classifica delle ore d'occupazione, premesso che al Nord si lavora 28 giorni in più all'anno che al Sud, mentre Lecco, Vicenza e Biella risultano le province più «stacanoviste» con oltre 262 giornate, Agrigento, Messina e Trapani si piazzano tra le ultime dieci, totalizzando, rispettivamente, 215, 212 e 211 giorni. I motivi dell'ammanco restano gli stessi, tra lavoro in nero, dunque «fantasma», precarietà e occupazione a intermittenza come quella stagionale.


GIORNALE DI SICILIA 
Schifani al Giornale di Sicilia: «Avanti con le riforme senza farci trascinare in giochi di palazzo»
La lettera del presidente della Regione in risposta a un editoriale del direttore Marco Romano«Dalle parole occorrerà passare ai fatti per scongiurare di ricadere nella politica ipocrita e demagogica. Una politica a volte caratterizzata da esperti in ipocrisia e sapienza affabulatoria, che consente di ammaliare l'opinione pubblica senza mettersi in discussione con azioni e scelte forti di rottura di un sistema stratificato di false promesse e poco coraggio». È il pensiero del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, espresso in una lettera al Giornale di Sicilia.
Il Governatore siciliano, rispondendo a un editoriale del direttore Marco Romano, ha assicurato che andrà avanti «a testa alta, ma con senso di responsabilità per evitare di farci trascinare in manovre di palazzo. Senza sconti di sorta. La campanella del cambiamento di alcune regole è nelle nostre mani».
«Mi confronto quotidianamente con un sistema politico legittimato dal voto popolare - ha proseguito Schifani - ma a volte distante anni luce da quello in cui ho militato per molti anni e lontano dalla assunzione di grandi responsabilità in coraggiose scelte di rottura di un passato dove il consociativismo ed il clientelismo l'hanno fatto da padrone sulla trasparenza e la meritocrazia».
Andando allo specifico e alla attualità di questi giorni in tema di nomi e di ruoli strategici per la salute dei cittadini, «forse scelti dai partiti e non da coloro ai quali la legge attribuiva tale potestà», il presidente della Regione ha annunciato che proporrà una modifica legislativa che imporrà selezioni pubbliche per la individuazione di queste figure strategiche per la efficienza, organizzazione della offerta sanitaria pubblica e che chiederà a tutti i partiti di «astenersi da quel killeraggio del voto segreto che qui in Sicilia può essere irresponsabilmente chiesto su ogni argomento, contrariamente a ciò che avviene nel Parlamento nazionale».
La stessa proposta legislativa introdurrà «criteri soggettivi più rigorosi nella individuazione della governance degli enti regionali. No a tuttologhi di comodo». Ed ha ribadito anche la sua contrarietà «all'aumento delle poltrone negli enti locali anche se a costo zero. Daremmo un pessimo segnale ai nostri cittadini che della politica si aspettano sobrietà e responsabilità. Penso che la mia forza consista nella mia non condizionabilità da parte di qualche finto amico e nel rigetto di ogni mediazione al ribasso per placare la riottosità strumentale di qualcuno».


GIORNALE DI SICILIA 
Schifani: «L'autonomia differenziata è una scommessa ma diciamo no all'Italia a due velocità»
Il presidente della Regione, intervenendo a Bellaria Igea Marina alla Festa nazionale di Forza Italia giovani, ha anche parlato della crescita del Pil e delle entrate fiscali in Sicilia.«L'autonomia differenziata è una scommessa. Mi si contesta, da parte di qualcuno, di essere stato troppo morbido, da uomo del Sud, nel contestare il pericolo di un'Italia a due velocità. Io a questo qualcuno vorrei ricordare che quando ero presidente del Senato, girando l'Italia lanciavo una preoccupazione, non un appello, sul fatto che non si realizzasse mai il modello a due velocità tra Nord e Sud. Registravo questa differenza, perché c'è». Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo a Bellaria Igea Marina alla Festa nazionale di Forza Italia giovani.
«Il dibattito è aperto - prosegue - mi sono confrontato più volte con Antonio Tajani sull'osservatorio di controllo sull'attuazione di questa riforma, sull'individuazione dei Livelli essenziali di prestazione, prima ancora che si realizzino annodi tra Governo e singole regioni. Vigileremo, ma attenzione, vigileremo affinché non ci sia un'Italia a due velocità, perché non interessa a nessuno, né al Nord e né al Sud. Se cresce il Sud cresce l'intero paese».
Il Governatore ha anche parlato dei risultati economici nell'Isola: «I recenti dati del Pil danno il Mezzogiorno in crescita maggiore rispetto alla crescita del Nord. Il Mezzogiorno, si muove bene, forse anche grazie a Schifani e Occhiuto. Noi non possiamo che esserne fieri. In Sicilia è cresciuto il Pil, sono aumentate le entrate fiscali di parecchie centinaia di milioni, abbiamo ottenuto lo sblocco dei concorsi, perché abbiamo migliorato i conti, stiamo attuando una politica espansiva che guarda all'impresa con aiuti alle imprese per le assunzioni e la velocizzazione dei pagamenti».
Un altro punto dell'intervento di Schifani ha riguardato Forza Italia: «Abbiamo ampliato la nostra base in Sicilia, anche con una politica di apertura, realizzata con la condivisione di Antonio Tajani. Abbiamo posto, sullo stesso tetto elettorale, anche quei partiti territoriali caratterizzati da protagonisti che avevano i valori del Partito popolare europeo, ecco perché non abbiamo imbarcato come un taxi coloro i quali volevano unirsi a Forza Italia».
Un riferimento è andato a Silvio Berlusconi: «L'espressione tipica di Silvio Berlusconi - ha aggiunto il governatore - la parola magica, era quella della libertà. In quella parola c'è tutto. Sui diritti civili non ci sono barriere, Tajani sullo Ius Scholae ha aperto un tema interpretando il pensiero di Berlusconi: sappiamo che non fa parte del progetto di governo, ma in ogni partito ci sono sensibilità diverse ed è giusto confrontarsi».


GIORNALE DI SICILIA
Nuovi assessori in Sicilia e sanatoria: all'Ars pronti i blitz del centrodestra
Sala d'Ercole riparte dal progetto di creare 390 poltrone. E si riparla delle Province. FdI spinge per eliminare i vincoli lungo le coste.La legge che aumenta gli assessori in tutte le giunte comunali sarà la prima a essere esaminata dall'Ars, già martedì prossimo. L'accelerazione voluta da Forza Italia ha portato al suo inserimento come unico punto all'ordine del giorno per la prima seduta del Parlamento dopo la pausa estiva. Mentre Fratelli d'Italia prepara a sua volta il blitz per portare in aula la sanatoria lungo le coste, che salverebbe 250 mila case.
Le dorate stanze di Palazzo dei Normanni sono ancora deserte ma dietro le quinte si prepara una stagione di grandi manovre. Ieri è stato ufficializzato che l'unico punto all'ordine del giorno martedì, quando il Parlamento riaprirà dopo 40 giorni di ferie, è la legge che crea 390 nuove poltrone da assessore (una in più in ogni Comune) e il consigliere supplente (il primo dei non eletti che subentra ai colleghi che entrano in giunta). In più prevede di raddoppiare, da 1 a 2, i vice presidenti del consiglio comunale.
Il testo è spinto da Forza Italia e gode già del sostegno della Lega e di Fratelli d'Italia: «Non ne abbiamo discusso ma la maggioranza di noi è favorevole» ha anticipato ieri il capogruppo dei meloniani Giorgio Assenza.
Favorevoli anche la Dc e con qualche distinguo Pd e grillini. L'opposizione, per bocca dei capigruppo Michele Catanzaro e Antonio De Luca, ha chiesto che l'aumento degli assessori avvenga «a invarianza di spesa»: in ogni Comune, quindi, gli attuali assessori dovrebbero ridursi lo stipendio per fare spazio a un nuovo collega. Stefano Pellegrino, capogruppo dei forzisti, apre a questa soluzione: «Si farà così. Non ci sono alibi adesso per l'opposizione». A Palermo si passerebbe da 11 a 12 assessori, a Catania da 10 a 11. In Comuni medio grandi come Gela, Bagheria e Marsala si passerebbe da 7 a 8. I piccoli centri che oggi hanno 4 assessori salirebbero a 5.
Dietro le quinte però sta maturando un altro compromesso. Pd e grillini proporranno un ritorno in commissione del testo perché venga integrato con una riforma più ampia degli enti locali. Questa prevede norme aggiuntive, come quella che allunga la durata del permesso dal lavoro a favore dei consiglieri comunali che hanno anche un altro impiego: oggi il permesso è limitato alle ore di riunione del consiglio, con le nuove norme varrebbe tutta la giornata. In più verrebbe innalzato il limite di voti necessario ad approvare la mozione di sfiducia al sindaco e verrebbe introdotto l'obbligo di avere almeno il 25% di donne in giunta.
La Dc, che è fra i big sponsor della legge, ieri ha mostrato di voler tendere una mano alle richieste dell'opposizione per evitare scivoloni in aula: «A mio avviso - ha detto Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari Istituzionali - si potrebbe riportare il testo in commissione per coordinarlo con le altre norme. Si tratterebbe di rinviarne l'approvazione in aula di una settimana al massimo».
In realtà l'opposizione teme altri blitz a Sala d'Ercole. Formalmente il testo al voto martedì è una legge destinata al riassetto delle Province nella quale sono stati inseriti emendamenti che aumentano gli assessori nei Comuni. Il Pd teme quindi che il centrodestra sfrutti questo equivoco per tornare a riformare le Province, per le quali invece all'inizio dell'estate si è deciso di rinunciare all'elezione diretta e votare a dicembre con elezioni di secondo livello (quelle in cui sono chiamati alle urne solo sindaci e consiglieri del territorio). «Se il centrodestra prepara blitz per modificare queste norme, sappia che troverà un muro» ha detto ieri Catanzaro. Il Pd ha due timori: «Sappiamo che vorrebbero introdurre una norma che autorizza i liberi consorzi (le ex Province, ndr.) a scegliere come assessori anche chi non è consigliere comunale. Sarebbe pure questo un modo per moltiplicare le poltrone. E non vorremmo che tutte queste novità puntino a fare in modo che a Roma la legge sulle Province venga impugnata rendendo impossibile votare a dicembre».
Pellegrino assicura però «che martedì si voterà solo sulle norme che riguardano le giunte comunali. Delle Province per ora non si parla più». Anche perché Fratelli d'Italia è contraria a ritentare la strada dell'elezione diretta in questi enti.
Va detto però che Fratelli d'Italia tenterà un blitz su un'altra materia, la riapertura della sanatoria del 1985 lungo le coste. Proprio i meloniani hanno fatto approvare questa norma un anno fa in commissione all'interno della riforma dell'urbanistica che adesso è pronta per il voto d'aula. E il capogruppo Giorgio Assenza anticipa che «alla conferenza dei capigruppo, che prevedibilmente si terrà martedì, noi proporremo di portare in aula subito questa riforma insieme alla norma che salverebbe le case nei 150 metri dalla battigia. Secondo noi ci sono le condizioni perché venga approvata».
Il riferimento è alla maggioranza trasversale (e nascosta) che si è creata sulla sanatoria. Assenza prova anche a sfatare un tabù sulla sanatoria: «Non è vero che per votare questa norma bisogna prima attendere che la Consulta valuti i ricorsi pendenti nei tribunali su questa materia. Anzi, se noi approvassimo la legge prima, verrebbe meno la materia del contendere e la pronuncia della Consulta non sarebbe più necessaria».
In questo clima martedì riapre l'Ars. 

















































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