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rassegna stampa del 17 settembre 2024

gds.it
Dirigenza regionale, scatta la rivoluzione. Ecco il piano di Schifani
Si creerà una fascia unica che permetterebbe di nominare nei posti chiave anche gli attuali 700 direttori intermedi. Vanno in pensione Requirez (Sanità) e Lizzio (Infrastrutture), vuoto presto pure l'ufficio Legislativo. 


Salvatore Requirez e Salvatore Lizzio avviati alla pensione. Giovanni Bologna verso il ruolo di segretario generale di Palazzo d'Orleans. Sono le prime mosse di una manovra di medio periodo con cui Renato Schifani si prepara a rivoluzionare la dirigenza regionale sia dal punto di vista degli assetti che da quello degli uomini da mettere nei posti chiave.
Nell'ultima riunione, la settimana scorsa, la giunta ha disposto di prolungare fino a fine anno l'incarico di Requirez al vertice dell'Osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Sanità. La stessa proroga, ma più lunga di qualche mese, è arrivata per Lizzio, oggi alla guida del dipartimento Infrastrutture.Entrambi in età pensionabile, formalmente i due dirigenti resteranno in carica fino a quando non saranno completate le procedure per trovare i successori: cioè l'atto di interpello ed eventualmente la selezione dall'esterno.In pratica però Palazzo d'Orleans ha preso tempo per arrivare fino a febbraio. Per quella data è prevista la scadenza del contratto di quasi tutti i più alti dirigenti della Regione. E nei piani di Schifani c'è un ricambio quasi totale degli attuali superburocrati. Una sorta di spoils system ritardato di due anni e mezzo.Perché la manovra del presidente riesca è necessario però che l'Ars, la prossima settimana, approvi una legge di cui finora si è parlato pochissimo ma che avrà effetti rivoluzionari. Il testo è quello che riforma il sistema di nomine nella dirigenza regionale. La parte principale è quella che crea la fascia unica cancellando le attuali tre. L'effetto è evidente: oggi per andare a capo dei dipartimenti bisogna essere in prima fascia o al massimo nella seconda (ma al momento in questa categoria sono solo in 2). Quindi il panorama di scelta del presidente si restringe a un ventaglio di nomi abbastanza ristretto.Con la fascia unica verrebbero automaticamente messi in condizione di essere nominati nei posti chiave anche gli attuali 700 direttori intermedi che si trovano per ora in terza categoria. La platea dei papabili si amplierebbe in modo enorme e lascerebbe ampi margini di manovra per azzerare l'odierno gotha della burocrazia.C'è poi un secondo effetto della legge. Quello di neutralizzare una miccia accesa sotto traccia. Schifani ha da tempo avviato le procedure per concorsi che porteranno all'assunzione (anche) di un centinaio di nuovi dirigenti. Ma senza la riforma il presidente sarebbe costretto a reclutare in seconda fascia (la più vuota), dando di fatto ai neoassunti un ruolo e uno stipendio superiore a quello di dirigenti di lungo corso.Da qui il pressing che Palazzo d'Orleans da settimane sta esercitando sull'Ars e sulla maggioranza per accelerare l'arrivo in aula della riforma. Previsto, appunto, per la prossima settimana.
Nel frattempo il presidente si trova costretto anche ad assegnare il più prestigioso degli incarichi dirigenziali, quello di segretario generale. La poltrona che rappresenta l'apice della carriera alla Regione è vuota da qualche giorno, da quando è scomparsa Maria Mattarella. Il favorito per la successione è Giovanni Bologna, che lascerebbe a sua volta l'incarico di capo dell'ufficio Legislativo e legale. A quel punto, complice il prossimo prepensionamento di Requirez e Lizzio, Schifani potrebbe fare un mini rimpasto che anticipa di appena qualche mese la rivoluzione frutto della riforma. Il tutto a patto che all'Ars, fra qualche giorno, non ci siano colpi di scena. Questo sarà infatti il primo voto «politico» da quando la maggioranza è andata in tilt sulle nomine ai vertici della sanità pubblica.

lentepubblica.it
Incarichi "gratis" per gli amministratori locali nelle società partecipate

I chiarimenti arrivano da una recente sentenza della Corte dei Conti del Veneto: gli incarichi per gli amministratori locali nelle società partecipate devono essere senza alcun compenso, quindi "gratis".La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti del Veneto, con la deliberazione n. 300/2024/PAR, ha infatti ribadito che gli amministratori locali che ricoprono incarichi negli organi di amministrazione di società di capitali partecipate dagli enti locali non possono percepire compensi per tali ruoli. Questa precisazione si basa sull'art. 1, comma 718, della legge 296/2006, che stabilisce la gratuità di questi incarichi, a prescindere dal fatto che la nomina a consigliere comunale sia avvenuta prima o dopo l'assunzione dell'incarico societario.Il contesto normativoLa normativa di riferimento, ovvero il sopra citato art. 1, comma 718, della legge 296 del 2006, chiarisce che l'assunzione di incarichi amministrativi in società partecipate da amministratori locali non dà diritto ad alcun emolumento. Il termine "assunzione", secondo la Corte dei conti del Veneto, deve essere interpretato in modo ampio, includendo incarichi ricevuti sia prima che dopo l'elezione politica. Questa interpretazione evita che si aggiri la finalità della norma: ridurre la spesa pubblica e contenere i costi degli apparati di governo.La disposizione trova inoltre riscontro in altre norme orientate al contenimento dei costi, come l'art. 5 del D.L. 78/2010, e si inserisce in una più ampia visione di riduzione delle spese pubbliche. Il principio della gratuità degli incarichi, infatti, mira a prevenire il cumulo di compensi per coloro che già rivestono cariche elettive, contribuendo così alla razionalizzazione delle risorse economiche pubbliche.Incarichi "gratis" per gli amministratori locali nelle società partecipateSecondo la deliberazione, la parola "assunzione" va intesa in senso ampio e non limitato al momento dell'attribuzione formale dell'incarico. Anche se la nomina a consigliere comunale avviene successivamente all'assunzione di un ruolo in una società partecipata, l'incarico resta comunque gratuito. La Corte dei conti del Veneto sottolinea come un'interpretazione diversa rischierebbe di vanificare l'obiettivo principale della legge, che è il controllo della spesa pubblica.Anche diverse altre sentenze supportano questa interpretazione. Infatti, secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza precedente (Corte dei conti, Sezione autonomie), la gratuità dell'incarico si applica sia che l'incarico venga assunto prima o dopo l'elezione politica. Questo garantisce una coerenza normativa e una tutela della spesa pubblica nel corso dell'esercizio del mandato politico.La Corte Costituzionale e l'equilibrio tra stabilità contrattuale e norme sopravvenuteInfine, un aspetto rilevante riguarda l'eventuale conflitto tra stabilità dei contratti già in essere e nuove norme che impongono la gratuità degli incarichi. A tal proposito, la Corte Costituzionale ha più volte affermato che il legislatore ha il diritto di modificare i rapporti giuridici in corso, anche se questi riguardano diritti soggettivi consolidati, purché tale intervento non sia irrazionale o arbitrario. Nel caso specifico, la Corte dei conti sottolinea che la normativa sulla gratuità degli incarichi è in vigore da tempo, e quindi chi ricopre ruoli amministrativi nelle società partecipate è consapevole della sua esistenza e degli obblighi che essa comporta.Le conclusioni dei giudici contabiliIn sintesi, la deliberazione n. 300/2024/PAR della Corte dei conti del Veneto conferma l'interpretazione restrittiva sulla gratuità degli incarichi per gli amministratori locali nelle società partecipate, rafforzando il principio di contenimento della spesa pubblica. La norma si applica anche a chi viene eletto a una carica politica dopo aver assunto incarichi amministrativi in una società di capitali partecipata, garantendo così una gestione più trasparente e sostenibile delle risorse pubbliche.

agrigentooggi.it
Icaro, il pensiero in movimento" chiude in grande stile la stagione 2024 del Teatro dell'Efebo

Con lo spettacolo "Icaro, il pensiero in movimento" della Savatteri Produzioni si è chiusa ieri sera la stagione 2024 del Teatro dell'Efebo, allestito nel suggestivo scenario del Giardino Botanico di Agrigento. Organizzata dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la stagione ha offerto al pubblico tredici spettacoli suddivisi tra la Rassegna del Teatro Classico e del Mito e la Rassegna del Teatro d'Autore e Musica.La chiusura ha visto un allestimento in grande stile, grazie alla regia e adattamento di Marco Savatteri, che ha sapientemente attualizzato il celebre Mito di Icaro. Lo spettacolo ha affrontato tematiche critiche legate al progresso, portando sul palco una riflessione sui rischi del rapporto tra uomo e natura, in un mondo sempre più segnato dall'uso indiscriminato delle risorse naturali. Il pubblico, numeroso e attento, ha apprezzato la combinazione di musiche originali, coreografie di alto livello e un tocco di modernità con brani di musical e dance. Tra gli artisti in scena, si sono distinti Rinaldo Clementi (La voce del Mito), Giancarlo Latina (Icaro Contemporaneo), Salvatore Rancatore (Il folle con la lanterna) e Toti Maria Geraci nel ruolo di un Icaro smarrito in una realtà moderna e a tratti ostile.La presenza del DuoFire Acrobats, recentemente esibitosi alle Olimpiadi di Parigi, e la band diretta da Antonio Zarcone hanno contribuito a rendere lo spettacolo ancora più dinamico e coinvolgente. Le giovani danzatrici di Silvana Tabone hanno completato il quadro artistico, aggiungendo un tocco di freschezza ed energia alle scene.La stagione del Teatro dell'Efebo si è conclusa con un notevole successo di pubblico, confermando Agrigento come una destinazione culturale in crescita. Le due rassegne hanno attratto spettatori locali e turisti, facendo emergere il potenziale della città come polo per il turismo degli eventi, al pari di città come Taormina e Siracusa.Il teatro dell'Efebo, con la sua scenografia naturale e la straordinaria resa acustica e visiva del costone di arenaria, si è rivelato uno spazio ideale per eventi di spettacolo. Il futuro promette ulteriori sviluppi, soprattutto in vista di "Agrigento Capitale della Cultura 2025", con la speranza che le autorità locali investano su questo importante progetto per valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale della città.La direzione del teatro, già dalla sua prima stagione, ha investito sul teatro di produzione, finanziando spettacoli che rimarranno in esclusiva e saranno presto proposti a studenti e turisti. Il successo di questa stagione teatrale è un chiaro segnale delle potenzialità di Agrigento nel panorama culturale nazionale.


































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