agrigentonotizie.it
Area della montagna, via alla manutenzione straordinaria di alcune strade consortili
L'impresa aggiudicataria dovrà eseguire tutti gli interventi entro 365 giorni dalla data di consegna dei lavori
Previsti nuovi interventi di manutenzione su alcune strade interne della zona centro-nord di competenza del libero consorzio comunale di Agrigento.E' stata infatti aggiudicata la gara relativa all'accordo quadro annuale per l'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria sulle strade ex consortili 31 (Cammarata verso Casteltermini), 38 (borgo Pasquale-Fiumicello) e 39 (Soria-Casalicchio).I lavori sono stati aggiudicati al consorzio stabile Artemide di Roma per un importo contrattuale complessivo di 186mila euro e sono stati progettati dallo staff tecnico del settore infrastrutture stradali e finanziati con fondi del ministero delle infrastrutture e dei trasporti.L'impresa aggiudicataria dovrà eseguire tutti gli interventi entro 365 giorni dalla data di consegna dei lavori.
grandangoloagrigento.it
Aggiudicata la gara per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali ex consortili SPC n. 31, 38 e 39Lavori di manutenzione su alcune strade interne della zona centro-nord di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento
Previsti nuovi interventi di manutenzione su alcune strade interne della zona centro-nord di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. E' stata infatti aggiudicata la gara relativa all'Accordo Quadro annuale per l'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria sulle strade ex consortili SPC n. 31 ex consortile Cammarata verso Casteltermini, SPC n. 38 Borgo Pasquale-Fiumicello e SPC n. 39 Soria-Casalicchio.I lavori sono stati aggiudicati al Consorzio Stabile Artemide con sede a Roma, che ha offerto il ribasso del 12,5267% per un importo contrattuale complessivo di 186.000,00 euro più Iva, compresi 3.720.,00 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. L'affidamento e le procedure di gara (integralmente telematica) sono state effettuate tramite il Mercato della Pubblica Amministrazione (MEPA).
GIORNALE DI SICILIA
Ddl anti-crack, il governo mette sul tavolo oltre 11 milioni. Schifani: «La Regione in prima linea, vicina a chi soffre»
Dopo le polemiche e gli attacchi dell'opposizione sulla carenza di fondi, il provvedimento arriva in aula. L'obiettivo è l'approvazione in pochi giorni.Il governo mette sul tavolo 11,2 milioni. Questo sarà il budget destinato a finanziare la legge sul contrasto al crack, che arriva domani (18 settembre) in aula con l'obiettivo di essere approvata mercoledì 25 settembre.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, con gli attacchi dell'opposizione sulla carenza di fondi stanziati per il provvedimento, il presidente Schifani e l'assessore all'Economia Alessandro Dagnino hanno riunito stamani i tecnici del bilancio e hanno ritagliato una somma che più del doppio di quanto annunciato la settimana scorsa. E non a caso il Pd, che aveva ipotizzato che il budget reale potesse essere perfino inferiore a un milione era pronto a presentare emendamenti per portare l'investimento almeno a 10 milioni.
Resta da individuare la divisione di queste risorse fra i vari interventi previsti dalla legge. E questo sarà argomento della riunione in commissione Bilancio che inizierà a breve all'Ars.
Il testo che domani approda in aula all'Ars è composto da 16 articoli che creano un sistema di prevenzione (attraverso attività nelle scuole e nei quartieri a rischio) e anche di assistenza per chi è già nel tunnel della droga. In particolare nasceranno delle unità mobili di medici e assistenti sociali create dalle Asp che interverranno in modo capillare sul territorio. In più verranno siglati accordi con i privati per nuove strutture di accoglienza. Questo è il fronte della lotta che riguarda i soggetti e aree più a rischio. Mentre per il resto verranno attivate convenzioni con enti del terzo settore che creeranno centri di assistenza per i tossicodipendenti in situazione meno grave. Altri pool di medici verranno destinati alle carceri.
Oggi la nostra Regione compie un passo fondamentale nella tutela delle nuove generazioni e nella lotta contro le dipendenze, con particolare attenzione al fenomeno devastante del "crack" e di altre sostanze stupefacenti. Vogliamo offrire una copertura normativa completa che non solo intervenga sulla prevenzione, ma si concentri anche sulla cura e il reinserimento sociale di chi vi cade vittima. Ecco perché, così come promesso, stiamo assicurando una copertura finanziaria di 11,2 milioni di euro al disegno di legge» ha affermato il presidente della Regione Renato Schifani.
GIORNALE DI SICILIA
Commissione Ue, Fitto vice presidente esecutivo con delega a Coesione e Riforme.
Raffaele Fitto sarà vice presidente esecutivo della Commissione europea con la delega alla Coesione e alle Riforme. Lo ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen. Gli altri vice presidenti esecutivi sono: Teresa Ribera (Spagna) responsabile per la transizione giusta, pulita e competitiva, Stephane Sejourne (Francia) per la Politica industriale, Kaja Kallas (Estonia); Henna Verkunnen (Finlandia), Roxana Minzatu (Romania).
«Oggi presenterò la mia squadra per i prossimi cinque anni. Un team di donne e uomini competenti e motivati, pronti a lavorare insieme. Per un'Unione più forte. Per un'Europa più sicura. Per un'Europa più competitiva». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa a Strasburgo. «Tutto il Collegio è impegnato per la competitività e la decarbonizzazione.Il nuovo collegio della Commissione è basato sulle nostre linee guida politiche. Sono state settimane intense di negoziati con gli stati membri. Il primo passo tratto dalle linee guida è definire le nostre priorità, che sono prosperità sicurezza e democrazia, sullo sfondo della competitività e le transizioni verde e digitale. Come dice il rapporto Draghi, serve più coordinamento tra le politiche».
Il commissario uscente all'Allargamento, l'ungherese Oliver Varhelyi, sarà commissario alla Salute e al benessere animale. L'olande Wopke Hoekstra sarà commissario al Clima. L'austriaco Magnus Brunner sarà commissario agli Affari interni e alle migrazioni. Il lituano Andrius Kubilius sarà commissario alla Difesa. Il polacco Piotr Serafin sarà commissario al Bilancio. Il lussemburghese Christophe Hansen sarà commissario all'Agricoltura. Il danese Dan Jorgensen sarà commissario all'Energia e alla Casa.
QDS
Ecco quando le donne vanno in pensione in Italia: tutto quello che c'è da sapere.
Le principali differenze con gli uomini
Gli ultimi dati dell'Inps riportano che l'età media con cui le donne vanno in pensione è di 64 anni e 7 mesi. Si tratta di un dato dovuto anche a quelle misure di flessibilità che consentono di smettere di lavorare in anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia. Nonostante le varie riforme intervenute in questi anni, a regolamentare l'accesso alla pensione è ancora la legge Fornero del 2011, con la quale i requisiti per la pensione di vecchiaia sono stati equiparati per uomini e donne. Più nel dettaglio, salvo il caso particolare della pensione anticipata dove per le donne è richiesto un anno in meno di contributi, oggi non ci sono differenze tra età e contributi richiesti a lavoratori e lavoratrici.
Pensioni, differenze tra uomo e donna
Le differenze legate all'età di pensionamento tra donne e uomini sono suddivise nella seguente modalità:
Pensione di vecchiaia, 67 anni di età e 20 anni di contributi. Per chi ha una percentuale di invalidità di almeno l'80%, l'accesso alla pensione di vecchiaia avviene a 61 anni per gli uomini, 56 anni per le donne;
Pensione di vecchiaia (opzione contributiva), 71 anni di età e 5 anni di contributi;
Pensione anticipata (opzione contributiva), 64 anni di età e 20 anni di contributi, oltre a un assegno pari o superiore a 3 volte il valore dell'assegno sociale.
Pensione anticipata: consente indipendentemente dall'età anagrafica di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Per i cosiddetti lavoratori precoci, ambosessi, disoccupati, invalidi, caregiver o lavoratori usuranti, invece, sono sufficienti 41 anni di contributi grazie alla cosiddetta Quota 41. Infine, eccezionalmente nel 2024 c'è Quota 103, dove l'accesso alla pensione si raggiunge con almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi.
Pensioni, donne con figli
Esiste un'agevolazione per le donne con figli che consente loro di smettere di lavorare anche con un assegno più basso rispetto a quello richiesto alla generalità dei lavoratori, ma non si tratta dell'unico incentivo previsto per questa categoria, poiché viene anche riconosciuto l'accesso alla pensione di vecchiaia, compresa quella contributiva, come pure per la pensione anticipata contributiva, uno sconto sull'età anagrafica di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi. Di fatto una lavoratrice con 3 figli, quindi, potrebbe smettere di lavorare già a 63 anni se soddisfa i requisiti per l'accesso alla pensione anticipata contributiva, o comunque con un anno di anticipo rispetto ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia.
Pensioni, Opzione Donna
Per poche migliaia di lavoratrici hanno ancora la possibilità di andare in pensione con Opzione Donna, con l'ultima legge Bilancio però ne ha ridotto ulteriormente la platea, stabilendo che per andare in pensione con Opzione donna bisogna aver raggiunto entro il 31 dicembre 2023 i seguenti requisiti:
Età anagrafica pari a 61 anni, 60 anni nel caso delle lavoratrici con un figlio, 59 anni per quelle con almeno 2;
35 anni di contributi.
Inoltre, bisogna ritrovarsi in almeno una tra le seguenti condizioni:
Caregiver, ossia assistono da almeno 6 mesi (calcolati dalla data di presentazione della domanda) il coniuge, la parte dell'unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell'articolo 3, comma 3, Legge 5 febbraio 1992 numero 104) ovvero un parente o affine di secondo grado convivente, qualora i genitori, il coniuge o la persona unita civilmente del soggetto con handicap abbiano compiuto i 70 anni di età ovvero siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti
Invalidità di almeno il 74%;
Lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy per la gestione della crisi aziendale.
BLOGSICILIA
Via libera al documento di economia e Finanza, la Sicilia cresce più dell'Italia.
Via libera all'Ars al documento di Economia e Finanza, primo passaggio verso la formazione del bilancio di previsione 2025 della Regione siciliana e verso la nascita della nuova legge di stabilità regionale.
Un passaggio veloce e quasi indolore che avviene nei tempi tecnici e che permette di pervenire, se non ci saranno incidenti, all'approvazione del nuovo documento economico in tempi rapidi e senza ricorrere all'esercizio provvisorio.
La soddisfazione del Presidente della Regione
"Il Defr certifica il miglioramento economico che la Sicilia ha avuto negli ultimi anni e prevede una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) tendenziale dello 0,9% nel 2023 in linea con il dato nazionale. Anche nel 2024 la crescita stimata è dello 0,7% così come nel resto del Paese. A fronte di queste previsioni, nel Defr si prevede che l'attuazione delle politiche governative possa determinare per il 2024 un Pil programmatico del 1,9%, del 2,5% nel 2025 e del 2,3% nel 2026" spiega con soddisfazione il governatore Renato Schifani.
Per il Presidente della regione tutto dipende dalla mole di investimento pubblici e dalle scelte fatte dal suo governo "Ciò sarà possibile grazie agli investimenti pubblici che il mio governo sta sostenendo e stimolando e che hanno portato anche all'aumento dell'entrate tributarie, segnale inequivocabile di una inversione di tendenza che ci consente, in particolare, di immettere nuova liquidità nel tessuto produttivo dell'Isola".
I dati economici, "Sicilia cresce più dell'Italia"
Il Defr evidenzia numerosi dati economici dai quali risulta che l'Isola è cresciuta più della media nazionale. In particolare, l'indice di grave deprivazione materiale e sociale "Europa 2030", nel 2023 in Italia è stato pari a 4,7% mentre in Sicilia è stato pari a 5,2%, in netta discesa rispetto al 2022 in cui era del 6,1%. Particolarmente positivi i dati d'immatricolazione degli autoveicoli nuovi nel primo quadrimestre 2024: +11,7% rispetto al dato dell'Italia che si è assestato al +7%. Le compravendite immobiliari nel 2022 in Sicilia segnavano +37,5% rispetto al +30,1% italiano e nel 2023, anno di crisi del settore, si sono ridotte meno della soglia nazionale (-2,7% a fronte del -9,5% italiano). Importanti anche i dati dei lavori pubblici, delle presenze turistiche e quelli dell'occupazione rispetto alla quale parte proprio in queste ore il nuovo provvedimento che prevede incentivi erogati "a sportello" (ovvero in base all'ordine delle richieste dam parte delle aziende) alle imprese che assumono.
L'Assessore all'economia
"Il governo regionale - afferma l'assessore all'Economia Alessandro Dagnino - è attento alle criticità e alle emergenze sociali ma respinge le ricostruzioni di chi vorrebbe descrivere negativamente la Sicilia. I dati macroeconomici dimostrano, invece, che l'Isola cresce grazie alle politiche regionali di sviluppo a sostegno delle imprese e ai consumi delle famiglie nonché per l'ottimale realizzazione di rilevanti investimenti pubblici consentiti dai fondi strutturali comunitari e dal Pnrr".
L'attacco dei 5 stelle, "Spariti dal documento il ponte e la Siracusa - Gela"
Ma per l'opposizione pentastellata si tratta di un documento che si limita a enunciare una serie di numeri e non c'è una visione della Sicilia di domani "Senza visione e strategie e ricco di contraddizioni e importanti mancanze" definiscono il Defr in deputati 5 stelle.
"Il M5S all'Ars ha bocciato senza mezzi termini il Defr illustrato oggi in aula dal neo assessore all'economia Dagnino "senza visione, e con grandi mancanze, tra cui il 'ponte del nulla', che ha scippato 1 miliardo e 300 milioni di euro dalle disponibilità regionali per poi non essere nemmeno menzionato, e l'attesissima Siracusa Gela".
A illustrare le motivazioni della bocciatura del documento si sono alternati allo scranno i deputati Campo, Sunseri, Marano Gilistro e Schillaci che hanno messo in evidenza le numerose criticità di un documento con enormi lacune e incongruenze sul versante delle infrastrutture, dei rifiuti, del patrimonio boschivo, dei trasporti, delle politiche giovanili, solo per fare qualche esempio".
FOCUSICILIA
Energia, nelle scuole italiane è pura teoria. Solo un quarto fornisce i dati.
Su oltre 54 mila scuole pubbliche e private presenti in Italia, al 31 dicembre 2023 solo 13 mila hanno presentato l'Ape, Attestato di prestazione dell'energia, che fornisce i dati sui consumi. Intanto l'Europa chiede interventi urgenti su tutti gli edifici pubblici. I dati EneaÈ uno degli argomenti più importanti nei programmi, ma sull'energia le scuole non forniscono i dati e rischiano di rimanere indietro. Su oltre 54 mila edifici dedicati in Italia all'istruzione pubblica e privata, al 31 dicembre 2023 solo 13 mila hanno presentato l'Ape, Attestato di prestazione energetica, meno di un quarto del totale. Il consumo medio annuo è di 279,5 kilowattora per metro quadrato. A fornire i dati è Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. Secondo i tecnici esiste un divario "significativo" tra gli attestati presentati e la reale distribuzione degli istituti, che rende difficile valutare la situazione. Eppure anche le scuole rientrano tra gli edifici pubblici per i quali la direttiva europea 1791/2023 prevede "l'obbligo di riduzione del consumo di energia finale di almeno l'1,9% l'anno rispetto al 2021". È uno degli obiettivi del "Green Deal", con cui i Paesi membri "si sono impegnati a rendere l'Ue climaticamente neutra entro il 2050 e a portare al 55% gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030″.
Energia, i dati (parziali) delle scuole italiane
Tutto ruota intorno al concetto di "fascia climatica", da cui dipende l'utilizzo degli impianti di riscaldamento, che sono i principali responsabili delle emissioni. Il territorio italiano è diviso in sei fasce. La più calda è la A, che comprende soltanto due Comuni, entrambi siciliani: Lampedusa e Linosa e Porto Empedocle. Qui, viste le elevate temperature durante la maggior parte dell'anno, la possibilità di accendere gli impianti è limitata a poche ore al giorno in inverno. La fascia più fredda è la F, dove gli impianti possono essere accesi per la maggior parte della giornata senza limitazioni, e comprende circa mille comuni su un totale di circa ottomila in tutta Italia. La maggior parte delle città si trova nelle fasce intermedie, come dimostrano anche i dati Enea sulla distribuzione delle scuole. La maggior parte (oltre 23 mila, pari al 43%) si trova infatti in zona E. Gli altri istituti sono distribuiti tra le zone D (circa 13 mila, 25%), C (12 mila, 22%), B (tremila, 6%), ed F (duemila, 4%). Solo 20 scuole si trovano in zona A, numero così basso da non essere rilevato in percentuale.
Attestati energetici delle scuole insufficienti
Questa la fotografia degli immobili, che non coincide affatto con quella degli Attestati Ape. Come detto, i tecnici di Enea denunciano uno scarto "tra la reale distribuzione delle sedi scolastiche nelle zone climatiche italiane e la distribuzione degli attestati presenti sul SIAPE", banca dati nazionale degli Attestati. Ciò è dovuto soprattutto "al numero ridotto di dati relativi alle zone più calde (A, B, C e D), specie per quanto riguarda il campione di attestati emessi fino a 31 dicembre 2019″. A quella data infatti non risultava nemmeno un attestato per le fasce climatiche A e B, e appena 78 per quella C, su una platea di oltre 15 mila scuole censite da Enea. Ma il numero degli attestati è basso anche considerando le atre fasce, anche se è cresciuto negli ultimi anni. "Il campione contenuto nel SIAPE riferito agli APE di edifici scolastici (pubblici e privati) emessi fino al 31 dicembre 2019 è di 5.032 attestati, che salgono a 13.013, più del doppio, considerando quelli emessi fino al 31 dicembre 2023″. All'appello, tuttavia, mancano ancora decine di migliaia di certificazioni.
Le riduzioni dei consumi e le richieste dell'Ue
Per quanto riguarda i consumi, dai dati disponibili si nota una leggera riduzione negli ultimi anni. Nello specifico Enea misura l'"indice di prestazione energetica globale non rinnovabile medio", vale a dire il consumo complessivo per riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento. Questo dato "passa da 301,3 kilowattora per metro quadrato anno considerando gli Ape emessi fino al 31 dicembre 2019, a 279,5 kilowattora per metro quadrato anno considerando gli Ape emessi fino al 31 dicembre 2023″. Secondo i tecnici, inoltre, "anche i valori medi per classe energetica si sono abbassati". La direttiva europea sulla riduzione dei consumi negli edifici pubblici, tuttavia, prevede uno sforzo molto maggiore. Ciascuno Stato "deve garantire che almeno il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o raffrescati di proprietà dei suoi enti pubblici sia ristrutturato ogni anno, per trasformarli in edifici a emissioni zero o quanto meno in edifici a energia quasi zero". Obiettivo che per le scuole italiane, al momento, sembra abbastanza lontano.
GIORNALE DI SICILIA
Dirigenza regionale, scatta la rivoluzione. Ecco il piano di Schifani.
Si creerà una fascia unica che permetterebbe di nominare nei posti chiave anche gli attuali 700 direttori intermedi. Vanno in pensione Requirez (Sanità) e Lizzio (Infrastrutture), vuoto presto pure l'ufficio Legislativo.Salvatore Requirez e Salvatore Lizzio avviati alla pensione. Giovanni Bologna verso il ruolo di segretario generale di Palazzo d'Orleans. Sono le prime mosse di una manovra di medio periodo con cui Renato Schifani si prepara a rivoluzionare la dirigenza regionale sia dal punto di vista degli assetti che da quello degli uomini da mettere nei posti chiave.
Nell'ultima riunione, la settimana scorsa, la giunta ha disposto di prolungare fino a fine anno l'incarico di Requirez al vertice dell'Osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Sanità. La stessa proroga, ma più lunga di qualche mese, è arrivata per Lizzio, oggi alla guida del dipartimento Infrastrutture.
Entrambi in età pensionabile, formalmente i due dirigenti resteranno in carica fino a quando non saranno completate le procedure per trovare i successori: cioè l'atto di interpello ed eventualmente la selezione dall'esterno.
In pratica però Palazzo d'Orleans ha preso tempo per arrivare fino a febbraio. Per quella data è prevista la scadenza del contratto di quasi tutti i più alti dirigenti della Regione. E nei piani di Schifani c'è un ricambio quasi totale degli attuali superburocrati. Una sorta di spoils system ritardato di due anni e mezzo.
Perché la manovra del presidente riesca è necessario però che l'Ars, la prossima settimana, approvi una legge di cui finora si è parlato pochissimo ma che avrà effetti rivoluzionari. Il testo è quello che riforma il sistema di nomine nella dirigenza regionale. La parte principale è quella che crea la fascia unica cancellando le attuali tre. L'effetto è evidente: oggi per andare a capo dei dipartimenti bisogna essere in prima fascia o al massimo nella seconda (ma al momento in questa categoria sono solo in 2). Quindi il panorama di scelta del presidente si restringe a un ventaglio di nomi abbastanza ristretto.
Con la fascia unica verrebbero automaticamente messi in condizione di essere nominati nei posti chiave anche gli attuali 700 direttori intermedi che si trovano per ora in terza categoria. La platea dei papabili si amplierebbe in modo enorme e lascerebbe ampi margini di manovra per azzerare l'odierno gotha della burocrazia.
C'è poi un secondo effetto della legge. Quello di neutralizzare una miccia accesa sotto traccia. Schifani ha da tempo avviato le procedure per concorsi che porteranno all'assunzione (anche) di un centinaio di nuovi dirigenti. Ma senza la riforma il presidente sarebbe costretto a reclutare in seconda fascia (la più vuota), dando di fatto ai neoassunti un ruolo e uno stipendio superiore a quello di dirigenti di lungo corso.
Da qui il pressing che Palazzo d'Orleans da settimane sta esercitando sull'Ars e sulla maggioranza per accelerare l'arrivo in aula della riforma. Previsto, appunto, per la prossima settimana.
Nel frattempo il presidente si trova costretto anche ad assegnare il più prestigioso degli incarichi dirigenziali, quello di segretario generale. La poltrona che rappresenta l'apice della carriera alla Regione è vuota da qualche giorno, da quando è scomparsa Maria Mattarella. Il favorito per la successione è Giovanni Bologna, che lascerebbe a sua volta l'incarico di capo dell'ufficio Legislativo e legale. A quel punto, complice il prossimo prepensionamento di Requirez e Lizzio, Schifani potrebbe fare un mini rimpasto che anticipa di appena qualche mese la rivoluzione frutto della riforma. Il tutto a patto che all'Ars, fra qualche giorno, non ci siano colpi di scena. Questo sarà infatti il primo voto «politico» da quando la maggioranza è andata in tilt sulle nomine ai vertici della sanità pubblica.
GIORNALE DI SICILIA
Valle dei Templi, trovati altri piccoli tesori.
Portati alla luce dei vasi molto curati nella fattura. Rinvenute ceramiche minute come fossero giocattoli principeschi che secondo la datazione risalgono a circa 2.500 anni fa.Gli scavi archeologici alla Valle dei Templi portano alla luce nuovi reperti storici. Minuscoli vasi. Deliziosi, nella fattura. Ceramiche minute come fossero giocattoli principeschi di circa 2500 anni fa. Ma non erano destinati ai bambini. Gli archeologi hanno, infatti, raggiunto il cuore devozionale di un luogo di culto extraurbano, al di fuori delle mura dell'antica città della Valle dei Templi di Agrigento. E dal terreno dove questi oggetti furono risposti dopo i riti devozionali e le preghiere, stanno emergendo oggetti meravigliosi. Al lavoro, ad una serie di saggi del terreno, gli studiosi del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi in collaborazione con l'Università di Augsburg. I reperti si riferiscono alle offerte votive dei fedeli a divinità, forse femminili e legate alla prosperità e ai raccolti, che i devoti stessi seppellivano dopo alcuni rituali. La dimensione ridotta degli oggetti deriva dalla funzione simbolico-liturgica degli stessi.
LENTEPUBBLICA
Il futuro dell'imposta di soggiorno: l'incontro tra Governo e Anci.
Nell'ultimo incontro tra il Ministro Daniela Santanchè, il Viceministro all'Economia Maurizio Leo e il Presidente dell'Anci Roberto Pella si è discusso il futuro dell'imposta di soggiorno: ecco quali potrebbero essere le prossime novità.
L'incontro ha avuto come focus la possibile riforma dell'imposta di soggiorno, con l'obiettivo di uniformare e semplificare le norme applicabili su scala nazionale: lo scopo è rendere l'imposta di soggiorno più equa e funzionale, rispondendo alle esigenze del settore turistico e delle amministrazioni locali.
Il resoconto dell'incontro tra Governo e Anci sul uturo dell'imposta di soggiorno
Durante la riunione, è emersa la volontà di trasformare l'imposta di soggiorno in un tributo di scopo, il cui ricavato sarà destinato esclusivamente al settore turistico. Questo cambiamento mira a garantire che i fondi raccolti siano reinvestiti in iniziative che possano direttamente beneficiare il turismo, migliorando così le infrastrutture e i servizi destinati ai visitatori. La proposta include anche l'espansione dell'applicazione dell'imposta a tutti i comuni, ma su base volontaria, consentendo così alle amministrazioni locali di decidere autonomamente se adottare questa misura.
Un altro punto cruciale discusso è la destinazione dei fondi, che, oltre al settore turistico, potrebbero essere utilizzati per il miglioramento del decoro urbano e della sicurezza pubblica. Questo è stato uno dei temi sollevati dall'Anci, che ha chiesto che una parte delle entrate sia impiegata per aumentare la qualità della vita nelle aree ospitanti e per garantire un ambiente più sicuro e accogliente per i turisti.
Per approfondire questi aspetti e definire le modalità di applicazione, è stato deciso di convocare la prossima settimana un tavolo tecnico. Questo gruppo di lavoro avrà il compito di esaminare nel dettaglio le fasce di prezzo dell'imposta, affinché possa essere proporzionata al costo della stanza e calcolata per persona, rendendo così il tributo più equo e trasparente.
Le dichiarazioni
Il Viceministro Maurizio Leo ha sottolineato l'importanza di semplificare le procedure per gli albergatori, riducendo il carico burocratico e facilitando la gestione dell'imposta. Allo stesso tempo, ha enfatizzato la necessità di garantire un controllo efficace da parte dei comuni, assicurando che le regole siano uniformi e applicabili su tutto il territorio nazionale. "È fondamentale stabilire regole uniformi a livello nazionale", ha dichiarato Leo, sottolineando la necessità di una riforma che possa semplificare la gestione dell'imposta e migliorare la sua efficacia.
Il Ministro Daniela Santanchè ha evidenziato come il turismo rappresenti un pilastro fondamentale per l'economia e per i bilanci comunali. Ha sottolineato che l'imposta di soggiorno deve essere gestita in modo da trasformare il turismo in un'opportunità per i residenti, piuttosto che in una minaccia. "Dobbiamo evitare approcci ideologici e lavorare per una distribuzione più equa di questa imposta", ha affermato Santanchè, facendo appello a un approccio pragmatico e orientato ai risultati.
Infine, il Presidente dell'Anci, Roberto Pella, ha espresso un apprezzamento per l'idea di ampliare l'applicazione dell'imposta a tutti i comuni. Ha ribadito l'importanza della semplificazione delle normative e della protezione degli albergatori e dei sindaci, che devono poter gestire al meglio le risorse e garantire una distribuzione equa dei benefici derivanti dall'imposta.
Che cos'è l'imposta di soggiorno?
L'imposta di soggiorno è una tassa applicata ai turisti che pernottano in strutture ricettive come hotel, bed and breakfast, campeggi e case vacanza. Questa tassa viene generalmente addebitata per ogni notte di soggiorno e può variare in base alla località e alla tipologia di struttura.
L'imposta di soggiorno ha diversi scopi:
finanziamento dei servizi turistici: i proventi dell'imposta vengono spesso utilizzati per finanziare servizi e infrastrutture che migliorano l'esperienza turistica, come la manutenzione dei luoghi di interesse, il miglioramento delle strutture pubbliche e dei servizi di trasporto;
sostenibilità del turismo: contribuisce a coprire i costi legati all'impatto del turismo sulla comunità locale, come il decoro urbano e la sicurezza;
gestione dei flussi turistici: in alcune località, l'imposta può aiutare a gestire e regolare i flussi turistici, evitando sovraccarichi eccessivi nei periodi di alta affluenza.
La modalità di applicazione dell'imposta di soggiorno può variare:
importo: l'importo può essere fisso o variabile, e spesso dipende dalla categoria della struttura ricettiva (ad esempio, hotel a 3 stelle vs. hotel a 5 stelle).
durata: viene calcolata per ogni notte di soggiorno e può avere un limite massimo per numero di notti.
esenzioni: in molti casi, sono previste esenzioni o riduzioni per categorie specifiche, come bambini, residenti o soggiorni prolungati.
Le regole e le modalità di applicazione possono variare da una località all'altra, poiché l'imposta di soggiorno è spesso stabilita e gestita a livello comunale o regionale.
Strumenti che supportano i Comuni nella gestione, contabilizzazione e accertamento della tassa
Ricordiamo che esistono strumenti per aiutare i Comuni come TravelTax, realizzato dalla Società Golem Net, software house specializzata in soluzioni dedicate alle PA.
Si tratta di una piattaforma software che risponde alle esigenze delle Amministrazioni comunali per la gestione, contabilizzazione e accertamento della Tassa di soggiorno.
Si tratta di uno strumento intuitivo e completo che agevola l'interazione tra struttura ricettiva e Comune, semplificando gli adempimenti legati alla Tassa di Soggiorno, permettendo all'Ente di avere un controllo completo sui flussi turistici e un monitoraggio puntuale sui versamenti ricevuti.
Un unico strumento, intuitivo e completo per tutti gli attori di questo processo:
la Direzione Turismo dell'Ente;
il SUAP;
il Nucleo di Controllo dei Vigili Urbani;
l'ufficio Ragioneria dell'ente locale;
la struttura ricettiva.
Ogni soggetto si registrerà alla piattaforma e potrà comunicare/ricevere info da ogni ufficio preposto.
In precedenza una pratica avviata con il SUAP doveva poi essere trasmessa agli uffici turistici, ai vigili urbani ed anche alla ragioneria per i dovuti controlli on-site e la riscossione dell'imposta.
I tempi e la "sicurezza" nella trasmissione erano poco rassicuranti.
Anche la struttura ricettiva, in caso di informazioni, di trasmissione di dati o di richieste, doveva inviare numerose mail a diversi uffici.
Ad ogni passaggio corrispondeva un diverso modulo, una diversa richiesta, una diversa tempistica: alimentando a dismisura il carico amministrativo per gli uffici e il tempo da impiegare per portare a termine la consegna per l'albergatore.
LENTEPUBBLICA
PNRR: bando per la costruzione di palestre nei comuni insulari.
Il Dipartimento per lo Sport ha lanciato un nuovo bando nell'ambito del PNRR, finalizzato alla costruzione di nuove palestre pubbliche nei comuni insulari marini.
Questa iniziativa mira a riqualificare le aree urbane e a favorire l'inclusione sociale, offrendo spazi sportivi accessibili a tutti. L'obiettivo principale èquello di promuovere la crescita dei territori più svantaggiati, puntando sull'inclusione sociale attraverso lo sport e la riqualificazione urbana.
Si tratta dunque di una grande opportunità per i comuni insulari di sviluppare infrastrutture fondamentali per la comunità: scopriamone i dettagli.
PNRR: bando per la costruzione di palestre nei comuni insulari
Il progetto, rientrante nella Missione 5 del PNRR (Inclusione e coesione), ha l'obiettivo di promuovere l'integrazione e la coesione sociale attraverso lo sport. La misura, denominata "Sport e inclusione sociale", prevede un investimento complessivo di 6.138.125 euro, con la possibilità di ulteriori fondi nel caso di rinunce o revoche. Il bando è rivolto ai comuni insulari, particolarmente quelli classificati come periferici o ultraperiferici, al fine di incentivare lo sviluppo di aree svantaggiate.
Chi può partecipare
Potranno presentare domanda solo i comuni marittimi insulari il cui territorio è considerato marginale rispetto al resto del Paese. Sono escluse le amministrazioni che possiedono porzioni di territorio sulla terraferma o la cui superficie insulare è destinata a parchi naturali scarsamente abitati. In caso di più comuni situati sulla stessa isola, sarà selezionata una sola proposta, in base al punteggio ottenuto e al livello di progettazione raggiunto.
Tipologie di interventi finanziabili
Le risorse stanziate sono destinate alla costruzione di nuove palestre pubbliche al chiuso, fruibili da tutta la collettività. Ogni comune potrà richiedere fino a un massimo di 2 milioni di euro per ciascun progetto, ma dovrà garantire che l'area di intervento sia immediatamente disponibile. I lavori dovranno essere completati e rendicontati entro il primo semestre del 2026.
Non saranno ammesse le proposte che non rispecchiano i criteri finanziari e tecnici richiesti dal bando, come quelle relative a terreni non di proprietà comunale o coinvolti in controversie legali. Inoltre, il piano d'azione dovrà essere in linea con i tempi stabiliti dal PNRR.
Requisiti per l'ammissibilità
Le amministrazioni che intendono partecipare devono garantire una serie di requisiti fondamentali. Tra questi, la capacità finanziaria e operativa di gestire il progetto, il rispetto delle normative ambientali e comunitarie, nonché l'assenza di doppio finanziamento da altre fonti europee o nazionali. È obbligatorio, inoltre, rispettare standard energetici elevati, con un consumo energetico inferiore del 20% rispetto alle norme attuali per le nuove costruzioni.
Procedura di candidatura
Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro le ore 12:00 del 30 settembre 2024, esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC). Ogni proposta dovrà contenere, oltre alla descrizione dell'intervento, i dettagli relativi all'area di costruzione, la sostenibilità economica del progetto e il cronoprogramma dei lavori. Sarà inoltre necessario allegare il Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) e il parere tecnico-sportivo del CONI.
Valutazione delle proposte
Le proposte verranno valutate in base a una serie di criteri, tra cui il livello di avanzamento progettuale e l'efficienza del piano dal punto di vista economico, sociale e ambientale. In caso di parità di punteggio, sarà data precedenza ai comuni privi di altre palestre pubbliche. Solo le candidature che rispetteranno tutti i requisiti richiesti saranno ammesse al finanziamento.
LENTEPUBBLICA
Comune condannato per discriminazione: negato il posto di lavoro per il congedo parentale.
Un Comune è stato condannato per discriminazione, dopo aver negato il posto di lavoro ad una donna che aveva richiesto il congedo parentale.
Un comune toscano è stato condannato, dal Tribunale di Grosseto, per aver discriminato una donna che aveva appena vinto un concorso pubblico.
Discriminazione per congedo parentale: comune condannato al risarcimento danni
Un'architetta, dopo aver vinto una selezione pubblica per la posizione di istruttore direttivo tecnico, aveva comunicato la sua intenzione di usufruire del congedo parentale per assistere il suo bambino di tre mesi, dopo aver sottoscritto il contratto e la presa di servizio.
Il motivo scatenante, infatti, era che il coniuge non poteva accudire il bambino, perché a sua volta impegnato ad assistere il padre ricoverato e in fin di vita, che si trovava fuori regione.
Invece di venire incontro alla lavoratrice, il Dirigente ha invitato la neoassunta ad andarsene, stracciando il contratto. Il motivo principale sarebbe stato l'impossibilità di accettare la richiesta, a causa delle difficoltà organizzative dell'ente.
Dopo che l'ente ha rifiutato anche di rilasciare l'attestato per aver risposto alla convocazione, la lavoratrice ha richiesto l'intervento dei Carabinieri.
Il Comune ha rifiutato un tentativo di riconciliazione di fronte alla Consigliera delle Pari Opportunità della Provincia di Grosseto. Perciò, i legali della donna si sono rivolti al tribunale, richiedendo la condanna del Comune per comportamento discriminatorio di genere.
Il giudice del lavoro ha accolto la richiesta di risarcimento danni avanzata dall'architetta, condannando il Comune per discriminazione diretta, affermando che, indubbiamente, la lavoratrice non avrebbe ricevuto quel trattamento, se fosse stata un uomo.
Le parole del giudice
Il giudice del lavoro Giuseppe Grosso ha detto:
"Il motivo che ha determinato la decisione del Comune, dapprima di rinviare la sottoscrizione del contratto e successivamente di attingere ad altra graduatoria, è da ravvisarsi nella circostanza che il dirigente, già consapevole dello stato di gravidanza della donna e dopo aver atteso il superamento del periodo di astensione obbligatoria, abbia infine appreso solo durante il giorno della prevista sottoscrizione e presa di servizio della volontà della ricorrente di usufruire, per motivi personali, di periodi di astensione facoltativa. Ma tale motivazione è discriminatoria".
La sentenza rappresenta un importante precedente. Una richiesta di un congedo parentale non può mai essere utilizzata come pretesto per negare un'assunzione o per discriminare una lavoratrice.
Il Comune di Grosseto dovrà risarcire la donna con una cifra pari a 18'000 euro per il danno patrimoniale e di 8000 euro per danno non patrimoniale, oltre a liquidare le spese di lite, pari a 4800 euro.
Tale risarcimento danni è stato deciso dal giudice, facendo riferimento al Codice delle Pari opportunità.
Il caso di Grosseto ripropone con forza la necessità di contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere, promuovendo politiche aziendali e sociali che favoriscano la conciliazione tra vita lavorativa e familiare.
lentepubblica.it
Il Bonus 100 euro per i dipendenti è stato anticipato al 2024? Inizialmente, il Bonus 100 euro per i dipendenti era stato fissato al 2025, ma potrebbe essere anticipato al 2024: ecco cosa sappiamo.Lo scorso 30 aprile, il Consiglio dei
Ministri ha approvato il decreto primo maggio, con alcune misure per i lavoratori.
Tra queste, c'è anche il Bonus 100 euro per i dipendenti, chiamato anche "bonus Befana", inizialmente previsto a partire da gennaio 2025.Il Viceministro dell'Economia Maurizio Leo, però, nelle ultime ore, annunciato la possibilità che possa essere anticipato al 2024.Vediamo nel dettaglio.
Bonus 100 euro dipendenti: potrebbe essere anticipato al 2024
Il decreto, come anticipato, aveva introdotto un'indennità di 100 euro per i lavoratori dipendenti, che doveva essere erogata nel 2025.Ma il Viceministro Leo è intervenuto sul tema nelle ultime ore, dicendo:"Nel decreto legislativo sulle imposte dirette è contenuto il cosiddetto Bonus Befana, un'erogazione a gennaio di 100 euro per le famiglie. Non è del tutto da escludere che, questo bonus, possa essere rivisto e anticipato nel 2024, sostanzialmente implementando le tredicesime di questo anno. Vogliamo aiutare le famiglie, soprattutto in un momento particolare dell'anno".
Quali sono i requisiti richiesti
Potranno ricevere l'indennità, i lavoratori dipendenti che soddisfano i seguenti requisiti nel 2024:Reddito complessivo inferiore a 28mila euro;Essere:sposato o separato con almeno un figlio a carico;genitore single con almeno un figlio a carico (nato, adottato o affidato);genitore single con figli adottivi, affidati o affiliati, anche se non sposato o separato;Imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente (escludendo pensioni e assegni ad esse equiparati), percepiti dal lavoratore, d'importo superiore a quello delle detrazioni spettanti.
Come richiederla
Secondo le ultime parole del Viceministro Leo, l'indennità potrebbe essere erogata insieme alle tredicesime di dicembre 2024.L'erogazione, però, non è automatica. Dovranno essere i lavoratori dipendenti, infatti, a richiederla al datore di lavoro, certificando per iscritto di avere tutti i requisiti e comunicando il codice fiscale del coniuge e dei figli.