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rassegna stampa del 20 settembre 2024

siciliaonpress.it
Cgil: " Servizi per alunni e studenti disabili al palo"
Apprendiamo che il comune di Agrigento ha deliberato la riduzione del 40% ore del Servizio di Assistenza Autonomia e Comunicazione per le alunne e gli  alunni con disabilità, a detta del Sindaco per carenza di fondi.Riteniamo che tale atto, illegittimo e lesivo della dignità delle alunne e degli alunni con disabilità, in quanto mette in discussione quanto stabilito dal PEI (Piano Educativo Individualizzato), introdotto con la legge 104/1992 ma profondamente rivisto dal decreto n° 182/2020.Approvato per ogni anno scolastico dai consigli di classe e dall'ASP. Poiché il PEI è un'imprescindibile strumento di didattica inclusiva che consente al consiglio di classe di delineare un piano personalizzato per gli alunni con disabilità, fissando le attività e gli obiettivi da perseguire durante tutto l'anno scolastico, e i comuni non hanno nè  titolo nè competenza per  cambiarlo.Per quanto sopra diffidiamo il Sindaco di Agrigento ad astenersi dal mettere in atto quanto deliberato e chiediamo allo stesso di istituire subito un tavolo tecnico con tutti gli attori interessati ( famiglie, sindacati, associazioni, istituzioni competenti, etc)  per affrontare le problematiche inerenti i servizi per alunne e alunni con disabilità nelle scuole materne, elementari e medie.Inoltre, denunciamo anche quest'anno, il mancato avvio Servizio Igienico Personale ( Servizi integrativi, Aggiuntivi e Migliorativi)  per studenti con disabilità gravissimi non autosufficienti del 2024. Nel comunicato stampa  del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento sui servizi per le studentesse e gli studenti con disabilità non c'è nessun riferimento al Servizio Igienico Personale (servizi integrativi, Aggiuntivi e Migliorativi finanziati dall' Assessorato alla famiglia e alle politiche sociali della Regione) per i gravissimi non autosufficienti non ancora attivati.Ancora una volta il Consorzio si dimentica dei diritti dei 63 studenti/esse con disabilità, i quali, si sa, senza questo servizio non possono frequentare le lezioni.Ribadiamo come gli anni precedenti che trattasi di grave violazione del diritto allo studio di cittadini sancito dalla Carta Costituzionale. Per quanto esposto sopra, la scrivente chiede l'avvio immediato del servizio di cui sopra, visto, tra l'altro che la Regione Siciliana il 12 settembre ha emanato un decreto di impegno di liquidazione relativo (DRS 2359). La CGIL di Agrigento attraverso l'ufficio Politiche per le Disabilità di Agrigento  si mette  disposizione delle persone con disabilità, le loro famiglie e le associazioni che operano nel settore che intendono far valere i propri diritti.  In assenza di riscontro positivo  da parte delle due istituzioni, Consorzio dei Liberi Comuni e Comune di Agrigento, saremo costretti  ad intraprendere tutte le iniziative utili a difesa del diritto dei ragazze/i.


GIORNALE DI SICILIA 
Una ventina di municipi, in compagnia dell'Ati di Messina, dell'Ospedale Villa Sofia di Palermo e dell'Asp di Ragusa, per un totale di 295 persone sulle circa 2.500 in attesa e una spesa pari a meno 2,5 milioni di euro, da "pescare" nel fondo da 79 milioni appositamente stanziato da Palazzo d'Orleans con la Finanziaria per venire incontro a una platea che, considerando anche chi è impegnato nei dipartimenti della Regione e le Coop arriva fino a 3.700 unità. È il risultato dell'appello lanciato dieci giorni fa ai Comuni della Sicilia dall'assessore regionale al Lavoro, Nuccia Albano, che in una nota invitava le amministrazioni locali a completare l'iter burocratico per l'assunzione a tempo indeterminato degli Asu entro il 15 settembre 2024: termine superato il quale si sarebbe «persa un'occasione, per gli enti a corto di personale e per coloro che, dopo 30 anni di precariato, sperano in una soluzione lavorativa definitiva». Un ultimatum al quale i municipi hanno risposto, dati alla mano, alla spicciolata, alcuni già ad agosto altri all'ultimo minuto, presentando istanza per poco più di 200 lavoratori socialmente utili, al netto delle domande inviate dal mondo della sanità a fronte delle centinaia di precari che continueranno ad aspettare.


teleacras.it
Agrigento, questione Asacom e studenti disabili gravissimi: l'intervento della Cgil
La Cgil agrigentina interviene a seguito della decisione della giunta comunale di ridurre del 40% il monte ore del servizio di assistenza Asacom agli studenti disabili, per il periodo tra settembre e dicembre, prospettando il ripristino integrale da gennaio a giugno, e ciò per insufficienza di fondi. Il segretario generale Alfonso Buscemi e il segretario del settore Politiche Disabilità, Francesco Gangemi, affermano: "Diffidiamo il Sindaco di Agrigento ad astenersi dall'attuare la riduzione del monte ore, e chiediamo di istituire subito un tavolo tecnico con tutti gli attori interessati (famiglie, sindacati, associazioni, istituzioni competenti) per affrontare le problematiche inerenti i servizi per gli studenti con disabilità nelle scuole materne, elementari e medie. Inoltre denunciamo anche quest'anno il mancato avvio del Servizio igienico personale per studenti con disabilità gravissimi e non autosufficienti del 2024. Ribadiamo come gli anni precedenti che trattasi di grave violazione del diritto allo studio dei cittadini sancito dalla Carta Costituzionale. Chiediamo quindi l'avvio immediato del servizio, dato, tra l'altro, che la Regione Siciliana il 12 settembre ha emanato un decreto di impegno di liquidazione relativo (il DRS 2359)".
 


LIVESICILIA
Autonomia differenziata, in Sicilia sono state raccolte 152 mila firmeOra il materiale sarà trasmesso in Cassazione
PALERMO - Sono 152 mila le firme raccolte in Sicilia per chiedere il referendum per l'abrogazione della legge sull'autonomia differenziata. Più di 50 mila persone hanno sottoscritto on line il quesito referendario, 100 mila su carta.
Lo ha reso noto il comitato promotore regionale composto da Cgil, Uil, Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, + Europa, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione comunista, Comunità Sant'Egidio, Sud chiama Nord, associazione Sinistra futura Sicilia, Udu, Federconsumatori, Auser, Sunia, associazione De Gasperi e Tavolo No AD.
Il deposito
Lunedì gli scatoloni con le schede partiranno per Roma, per essere consegnate al comitato promotore nazionale che a sua volta, le consegnerà il 27 settembre, assieme a quelle raccolte in tutto il Paese, alla Corte di Cassazione. Il comitato promotore regionale, in una nota, esprime "grande soddisfazione" per quello che viene ritenuto " un risultato eccezionale".
"Per ottenerlo - affermano - tutti i soggetti coinvolti hanno espresso il massimo dell'impegno, anche nei momenti più difficili, come in estate: sindacati, associazioni, partiti, il mondo religioso. C'è stato un lungo lavoro che ha impegnato centinaia di volontari e la risposta dei siciliani non si è fatta attendere".
La battaglia per il "Si"
" Questo risultato- continua la nota - dimostra  che in Sicilia è chiara ormai e diffusa la consapevolezza dei danni che produrrà l'autonomia differenziata al Mezzogiorno e alla Sicilia, precludendone le possibilità di sviluppo, ma anche all'intero Paese".
"Adesso - conclude il comitato- la battaglia continua: quella per il raggiungimento del quorum e la vittoria del Sì. Siamo certi che i siciliani, che hanno già espresso chiaramente la loro posizione, non si tireranno indietro neanche questa volta. Nelle prossime settimane verranno stabiliti i nuovi percorsi della campagna referendaria per allargare ulteriormente la partecipazione".


FOCUSICILIA
Banca d'Italia: Investire al Sud conviene a tutti. Saremmo più ricchi dei francesi
Debolezze sì e pure tante, ma anche tante potenzialità e qualità che se accompagnate dai giusti investimenti potrebbero portare l'Italia ad avere un pil pro capite maggiore di quello della Francia. Serve un investimento come quello della Germania e conviene farlo adesso. Spiega perché il governatore della Banca d'Italia Fabio PanettaLe differenze tra Nord e Meridione d'Italia sono vecchie quanto l'unità del Paese. Il distacco non solo è rimasto, nel tempo si è pure acuito. E allora che fare? Meglio amputare il braccio dolente? Qualcuno sostiene questa tesi, ma secondo il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, investire al Sud conviene a tutti. Lo ha detto a Catania nell'ambito dell'iniziativa dell'Istituto "In viaggio con la Banca d'Italia. Il polso dell'economia - il Mezzogiorno". Non solo è meglio investire nelle regioni del Mezzogiorno per una migliore qualità della vita e dell'economia dell'intero Paese, conviene farlo adesso. "Per quanto possa sembrare paradossale, la fase di incertezza globale che stiamo attraversando può offrire occasioni di sviluppo alle regioni del Mezzogiorno".
Nel post pandemia il Sud è cresciuto più del Nord
Panetta ricorda che "le debolezze dell'economia meridionale sono ben note e riguardano le componenti basilari dell'assetto produttivo e istituzionale" ma anche che con la giusta spinta le cose possono cambiare. Lo dimostrano i dati. Così "nel periodo successivo alla pandemia il Mezzogiorno ha conseguito risultati migliori di quelli dell'intera economia italiana". Tuttavia, come spiega il governatore Panetta "la crescita osservata negli anni più recenti è in parte dovuta a fattori temporanei, legati alla risposta fornita agli shock globali dalle autorità nazionali ed europee". Nel periodo 2007-19 è migliorato il dato sugli occupati nelle aziende meridionali con almeno 200 addetti così come la leva finanziaria. Si registrano progressi nel campo della tecnologia. Anche i servizi pubblici sono migliorati con la riduzione della durata dei processi civili e una maggiore digitalizzazione della Pubblica amministrazione è aumentato. Migliorano anche le Università.
Potenziale da liberare con politiche appropriate
Bene ma non troppo. Dalla Banca d'Italia definiscono questi andamenti positivi "indizi" e non "prove" di un possibile miglioramento della capacità competitiva dell'economia meridionale. Inoltre una rondine non fa primavera quindi i dati positivi dovrebbero continuare nel lungo periodo per dimostrarsi davvero tali. Ad ogni modo gli "indizi" ci sono e come dice Panetta "non possiamo trascurarli. Essi denotano l'esistenza di un potenziale di sviluppo del Mezzogiorno che può essere liberato con politiche appropriate. Se il PIL pro capite del Mezzogiorno aumentasse fino al 75 per cento di quello del Centro Nord - con una convergenza analoga a quella osservata fra l'Est e l'Ovest della Germania - il nostro reddito pro capite supererebbe quello della Francia. Inoltre, un ambizioso ma non irraggiungibile innalzamento del tasso di occupazione ai livelli del Centro Nord abbatterebbe le diseguaglianze sia al Sud sia nell'intero Paese".
Servono rapidità ed efficienza
E allora che fare? Lo stesso governatore della Banca d'Italia afferma di avere già dato la soluzione: investire al Sud conviene. "Nel mio intervento del 2019 avevo sottolineato la necessità di un rilancio degli investimenti pubblici al Sud. Ne segnalavo l'importanza per lo sviluppo dell'intero Paese". Certamente "l'accumulazione di capitale nel Mezzogiorno sta ora beneficiando dell'attuazione del PNRR, dell'utilizzo dei fondi strutturali e della ripresa degli investimenti delle Amministrazioni locali". Quello che è essenziale però, sottolinea il rappresentante della Banca d'Italia, è coniugare rapidità ed efficienza. E se proprio non si riesce si deve scegliere l'efficienza alla rapidità, privilegiando gli interventi infrastrutturali in grado di accrescere la capacità produttiva. Tra le urgenze la rete idrica e la rete elettrica, "essenziale per l'attività delle imprese e per sfruttare il vantaggio comparato nella produzione di energie rinnovabili". Vanno inoltre migliorati i collegamenti potenziando il sistema portuale e aeroportuale e le reti stradali e ferroviarie. Così come vanno migliorati i servizi pubblici sia nazionali che locali. Efficienza e qualità delle prestazioni devono esesre le parole d'ordine. "I casi evidenti sono quelli di scuola e giustizia".
Perché per la Banca d'Italia investire al Sud conviene
L'analisi di queste tendenze dovrebbe portare maggiori investimenti e come dicevamo, conviene farlo adesso. "Le regioni meridionali garantiscono condizioni di stabilità geopolitica ed economica, anche grazie all'appartenenza dell'Italia all'Unione europea e all'Unione monetaria. Rispetto alle destinazioni tradizionali della delocalizzazione produttiva, sono collocate in prossimità dei maggiori centri economici europei e al crocevia del Mediterraneo, attraverso cui transita un quinto del traffico marittimo internazionale. Sono dotate di una forza lavoro sottoutilizzata e di poli scientifici di qualità. Rappresentano un mercato di sbocco con 20 milioni di abitanti". Non solo. "Soprattutto, il Sud dell'Italia offre evidenti vantaggi nella produzione di energia rinnovabile: tra il 2007 e il 2022 la capacità produttiva in questo settore è quadruplicata, passando dal 26 al 40 per cento del totale nazionale".



LENTEPUBBLICA
Quali risorse rientrano nel tetto di spesa al trattamento accessorio?

La Corte dei Conti della Lombardia, con la deliberazione n. 195/2024, ha chiarito quali risorse rientrano nel perimetro di applicazione del tetto di spesa relativo al trattamento accessorio del personale pubblico, sancito dall'articolo 23, comma 2, del Decreto Legislativo n. 75/2017.
Questa norma impone che le risorse destinate al trattamento accessorio non superino determinati livelli: un principio valido per tutte le categorie di dipendenti, inclusi titolari di posizioni organizzative, dirigenti, segretari comunali e provinciali.
Il quesito posto ai giudici contabili
Il sindaco di un Comune ha richiesto alla Corte un parere in merito all'interpretazione del tetto di spesa. La domanda era incentrata su tre questioni principali: se il limite al salario accessorio rappresentasse un tetto unico e complessivo per tutte le risorse, se eventuali riduzioni di fondi destinate al segretario comunale potessero essere riallocate al fondo delle posizioni organizzative, e se esistesse la possibilità di incrementare tali risorse solo attraverso la deroga prevista dall'articolo 11-bis del Decreto-Legge n. 135/2018.
La risposta della Corte
La Corte dei Conti ha confermato che il tetto di spesa stabilito dall'art. 23, co. 2, del D.Lgs. 75/2017, riguarda l'ammontare complessivo di tutte le risorse destinate al trattamento accessorio del personale. Questo significa che il limite si applica in modo unitario, senza distinzione tra i diversi fondi relativi ai dipendenti, alle posizioni organizzative e ai segretari comunali. Pertanto, la somma totale delle risorse destinate a questi scopi non può superare il livello fissato all'interno del decreto (che è quello relativo all'anno 2016).
La Corte ha sottolineato che il principio guida della norma è quello del contenimento della spesa pubblica, e che il limite deve essere osservato nella sua globalità. Di conseguenza, non è possibile considerare i fondi per il trattamento accessorio come separati o soggetti a limiti individuali.
Ridistribuzione delle risorse destinate al tetto di spesa del trattamento accessorio
Un altro punto cruciale riguarda la possibilità di riallocare risorse tra diversi fondi. In tal senso, la Corte ha affermato che un eventuale calo delle risorse destinate a una specifica categoria, come nel caso delle riduzioni strutturali del salario accessorio del segretario comunale, non può automaticamente portare a un incremento delle risorse destinate alle posizioni organizzative o ad altre categorie. Questo tipo di riorganizzazione delle risorse è soggetta a contrattazione decentrata e non è possibile operare trasferimenti senza rispettare le normative contrattuali in vigore.
Deroghe e adeguamenti
La Corte ha anche precisato che l'unica deroga al tetto di spesa, per i Comuni privi di dirigenza, è quella introdotta dall'articolo 11-bis del D.L. n. 135/2018. Questa disposizione consente un limitato adeguamento delle indennità per i titolari di posizioni organizzative già in servizio, ma non prevede un aumento indiscriminato delle risorse complessive destinate al trattamento accessorio.
La delibera della Corte dei Conti della Lombardia ribadisce pertanto la necessità di rispettare rigorosamente il limite complessivo delle risorse per il trattamento accessorio del personale pubblico, previsto dall'articolo 23, comma 2, del D.Lgs. n. 75/2017. Questo limite deve essere considerato come un tetto unico che include tutte le categorie di dipendenti. Eventuali variazioni nelle risorse destinate al personale devono essere gestite attraverso una contrattazione decentrata, nel rispetto delle deroghe specifiche previste dalla legge.



LENTEPUBBLICA
La relazione della Corte dei Conti 2024 sulla gestione finanziaria degli enti locali.
La Corte dei Conti ha recentemente pubblicato la Relazione 2024 sulla gestione finanziaria degli enti locali, fornendo un quadro dettagliato dell'andamento economico e degli investimenti.
La Relazione 2024 della Corte dei Conti mette in luce un quadro complessivamente positivo, con segni di ripresa e miglioramento nella gestione finanziaria degli enti locali. Tuttavia, permangono sfide legate alla gestione delle risorse, all'efficienza dei progetti e alla sostenibilità del debito. La continua attenzione alla qualità della spesa e alla trasparenza nella rendicontazione sarà cruciale per garantire la sostenibilità finanziaria e il successo degli investimenti pubblici nei prossimi anni.
Investimenti e performance dei Comuni
Nel 2023, i Comuni italiani hanno ricevuto oltre 100.000 progetti e finanziamenti, per un totale di 40,4 miliardi di euro. Di questi, 33,5 miliardi provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, gli investimenti comunali nel 2022 sono stati inferiori alle previsioni del Documento di economia e finanza (DEF), con un incremento modesto del 4,1% rispetto all'anno precedente. La velocità di realizzazione è calata, passando dal 56,6% del 2021 al 53,1% del 2022.
Il 2023 ha segnato una ripresa significativa, con un incremento del 40,3% nei pagamenti per investimenti fissi lordi, raggiungendo circa 16,3 miliardi di euro. Questo aumento è principalmente attribuibile agli investimenti del PNRR, che hanno iniziato a passare dalla fase progettuale a quella di realizzazione. Le spese non sono distribuite uniformemente su tutto il territorio nazionale: il Nord Italia, con Liguria, Emilia-Romagna e Piemonte, e il Sud, con Calabria, Puglia e Campania, hanno mostrato le performance migliori. In particolare, la Sicilia e la Calabria hanno visto aumenti molto significativi rispettivamente del 79% e del 104%.
Province e Città Metropolitane
Il 2022 ha visto un incremento delle entrate per Province e Città metropolitane, con un aumento di quasi 1,5 miliardi di euro (+20,8%). Tuttavia, si è notata una riduzione dell'autonomia di entrata a favore dei trasferimenti statali. . Accanto all'espansione delle spese di investimento, si evidenzia, per le Province, l'aumento dei pagamenti alle imprese, in crescita del 28%.
Nel dettaglio, la relazione distingue la spesa in conto capitale per missioni, evidenziando come il 97,5% delle risorse sia stata dedicata agli investimenti nel settore della viabilità, dell'edilizia scolastica e dell'ambiente, funzioni chiave delle Province.
La relazione conferma invece il costante calo delle entrate proprie, quelle derivanti da IPT e RCauto, praticamente il 90% delle entrate correnti proprie delle Province e su cui si fonda l'autonomia tributaria del comparto: nel 2022 l'RCauto registra infatti una diminuzione pari al 4,6%, mentre l'IPT fa segnare una tendenza negativa ancora peggiore pari al 10,7%. In totale, in valori assoluti, si tratta di 248 mln di euro in meno.
Gestione del PNRR
La gestione del PNRR ha rappresentato una sfida per molti enti locali, che hanno dovuto affrontare una carenza di personale qualificato. Per ovviare a questa situazione, sono state introdotte norme che permettono assunzioni in deroga e la creazione di centrali uniche di progettazione e committenza. La rendicontazione dei progetti dovrebbe avvenire attraverso il sistema ReGiS, ma si sono riscontrate problematiche di sovrapposizione e sottoutilizzazione dei dati.
L'analisi dei dati mostra che nel 2023, nonostante le difficoltà, gli investimenti sono aumentati e il comparto comunale ha mostrato una maggiore capacità di spesa. La riforma del Codice dei contratti pubblici ha semplificato le procedure di affidamento, rendendo più agevole la realizzazione dei progetti.
Situazione finanziaria e liquidità
Nonostante l'aumento degli investimenti, non si osservano problemi generali di liquidità. Le disponibilità di cassa dei Comuni sono cresciute significativamente, passando da circa 22 miliardi di euro alla fine del 2019 a circa 38 miliardi di euro alla fine del 2023. Le anticipazioni di tesoreria sono diminuite, e l'uso dei fondi vincolati è calato, suggerendo una gestione più efficiente delle risorse.
Equilibri di bilancio e risultati di Amministrazione
Alla fine del 2022, il risultato contabile complessivo dei Comuni è stato positivo, con un saldo di 56,93 miliardi di euro, migliorato rispetto all'anno precedente. Tuttavia, la parte disponibile del bilancio è risultata negativa per circa 2,18 miliardi di euro, sebbene ci sia stato un miglioramento rispetto all'anno precedente. Gli accantonamenti per rischi e debitori hanno mostrato un incremento, con un aumento del Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), mentre il Fondo anticipazione di liquidità (FAL) ha continuato a contrarsi.
La qualità della rendicontazione ha mostrato segni di miglioramento, con una riduzione dei Comuni con risultati di competenza negativi e un incremento della disponibilità per spese di investimento.
Patrimonio e debito
La situazione patrimoniale dei Comuni ha visto un miglioramento nella qualità degli attivi, con un incremento delle immobilizzazioni materiali e immateriali. Tuttavia, il debito dei Comuni è aumentato, soprattutto per quelli di dimensioni medie e piccole. Nonostante l'incremento complessivo del debito, c'è una tendenza positiva nella gestione della liquidità.


































































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