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Centrodestra in conclave per 4 ore, il 15 dicembre le ex Province al votoPalazzo d'Orleans: "Clima di grande armonia"
PALERMO - Le ex Province in Sicilia andranno al voto il 15 dicembre. La data è stata individuata nel corso del vertice di maggioranza che ha visto i partiti del centrodestra seduti attorno al tavolo imbandito dal presidente della Regione, Renato Schifani.Il report di SchifaniForza Italia, Mpa, Dc, Noi Moderati, Fratelli d'Italia e Lega si sono confrontati per quasi quattro ore. Il primo giro d'orologio è stato appannaggio di Schifani. Il governatore ha illustrato l'attività di governo per poi elencare una serie di obiettivi raggiunti dall'Esecutivo: dall'aumento delle entrate tributarie al miglioramento del rating da parte delle agenzie internazionali, passando per la diminuzione del disavanzo e la riduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione.Il vertice di maggioranza puntava a calmare le acque nella coalizione dopo le fibrillazioni nate dall'ultima tornata di nomine nella sanità regionale. Fonti, a caldo, parlano di "clima sereno" ma da Palazzo d'Orleans trapelano indiscrezioni su un duro botta e risposta tra due big seduti al tavolo: gli ex governatori Raffaele Lombardo (Mpa) e Totò Cuffaro (Dc). "Un battibecco e nulla più", minimizzano alcuni spettatori mentre la nota diramata da Palazzo d'Orleans tende a sottolineare il "clima di grande armonia e partecipazione".Gli altri temi al centro del verticeA Palazzo d'Orleans, dove non sarebbe stato affrontato il tema di un possibile nuovo rimpasto, si è parlato anche dell'iter per la realizzazione dei due termovalorizzatori. Individuati anche dei nuovi obiettivi nel programma di governo: dall'incremento delle risorse contro il caro-voli, con l'assessorato all'Economia impegnato nella ricerca di uno spazio economico pari a circa 35 milioni di euro per finanziare l'operazione 'sconti aerei' anche nel 2025 nella prossima legge di bilancio, alle misure di sostegno per gli universitari.
Nelle intenzioni del governo, su input della Lega, anche il Piano casa che prevede prestiti a zero interessi per la ristrutturazione di case ed efficientamento energetico: destinati della misura le giovani coppie che vorranno andare a vivere nei centri storici.I presenti al tavoloAll'incontro, oltre a Schifani, erano presenti i segretari regionali dei partiti che compongono la coalizione e i capigruppo all'Ars. Per Forza Italia il segretario regionale Marcello Caruso e il capogruppo Stefano Pellegrino, mentre la pattuglia dei Popolari e autonomisti è stata completata dal capogruppo Giuseppe Castiglione, dal coordinatore Fabio Mancuso e dall'assessore regionale all'Energia Roberto Di Mauro. FdI presente con il capogruppo Giorgio Assenza e con i coordinatori Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. La delegazione della Lega al vertice di maggioranza era composta dal commissario regionale Nino Germanà, senatore del Carroccio, e dalla presidente del gruppo parlamentare Marianna Caronia. In rappresentanza della Dc anche il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo Carmelo Pace. Noi Moderati era presente con il suo coordinatore regionale Massimo Dell'Utri.
GDS
Vertice di maggioranza alla Regione: in Sicilia si voterà il 15 dicembre per le ex Province I partiti a confronto dopo le fibrillazioni sulle nomine della sanità
Le forze di maggioranza che sostengono il governo regionale guidato da Renato Schifani si sono riunite oggi, 20 settembre, a Palazzo d'Orleans. Da diverse settimane i partiti della coalizione, primo tra tutti l'Mpa di Raffaele Lombardo, premevano per esaminare in un incontro i principali dossier in agenda, in particolar modo dopo l'ultima tornata di nomine nella sanità siciliana. Presenti nella riunione, oltre a Schifani, i due leader di riferimento centristi in Sicilia: Totò Cuffaro per la Dc e Raffaele Lombardo per gli Autonomisti.
Presenti anche i capigruppo di maggioranza, Stefano Pellegrino (FI), Giorgio Assenza (FdI), Marianna Caronia (Lega) e Carmelo Pace (Dc). All'incontro hanno preso parte anche i segretari regionali: Marcello Caruso per gli azzurri, Salvo Pogliese e Giampiero Cannella per i meloniani, Nino Germanà (Lega), Stefano Cirillo per i democristiani, Noi Moderati con Massimo Dell'Utri, Fabio Mancuso per l'Mpa.
I partiti si sono confrontati per oltre quattro ore su diversi argomenti. Una lunga parte della riunione è stata assorbita dalla relazione del presidente Schifani sull'attività dei due anni di governo ma anche sulla manovra finanziaria che l'Ars si appresta a varare nelle prossime settimane. Disinnescata la mina delle nomine in Sanità c'è stato spazio invece per un approfondimento della materia relativa alla rete ospedaliera. Il governo regionale ha confermato l'impegno di procedere al commissariamento delle partecipate da qui a breve. Fissata anche la road map per il voto sugli enti, in programma per metà dicembre.
Nel corso del vertice è stata condivisa la data del 15 dicembre per le prossime consultazioni elettorali relative alle ex province. Nel corso dell'incontro, «che si è svolto - si legge in una nota - in un clima di grande armonia e partecipazione, sono stati affrontati i temi strategici dell'azione di governo».
Nella relazione sugli obiettivi raggiunti nei primi due anni di mandato Schifani ha citato l'aumento delle entrate tributarie, il miglioramento del rating da parte di tutte le agenzie internazionali, la diminuzione del disavanzo, lo sblocco dei concorsi, la riduzione della compartecipazione della spesa sanitaria da parte della Regione e l'avvio dell'iter per la realizzazione dei termovalorizzatori.
Le forze politiche di maggioranza si sono inoltre confrontate su come supportare ulteriormente le iniziative per superare le attuali emergenze causate dal cambiamento climatico ed hanno espresso apprezzamento per lo stato di attuazione dell'iter di realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia.
Dal confronto tra i partiti sono emersi ulteriori punti programmatici che saranno oggetto di interventi mirati: dall'incremento delle risorse contro il «caro-voli» all'attenzione ai giovani siciliani con misure a sostegno degli universitari, da un «piano-casa» per prestiti a zero interessi per la ristrutturazione di case ed efficientamento energetico per le giovani coppie nei centri storici al rilancio della Società interporto, al sostegno per il comparto agricolo. Nuovi momenti di confronto avranno vita con cadenza periodica anche da remoto.
AGRIGENTOOGGI
Giornata Mondiale Alzheimer: palazzo di Prefettura e Provincia illuminato di viola.
Il Libero Consorzio Comunale e la Prefettura di Agrigento hanno aderito all'iniziativa nazionale "Giornata Mondiale Alzheimer", in programma ieri sera 21 settembre, illuminando di viola, colore del "non ti scordar di me" fiore simbolo della malattia, la facciata centrale del Palazzo. "Obiettivo dell'iniziativa - sottolinea il Commissario straordinario di Libero Consorzio Comunale -, e' stato quello di diffondere la conoscenza della patologia e sensibilizzare l'opinione pubblica e le Istituzioni sull'importanza che riveste il problema a livello socio-sanitario e assistenziale".
Secondo i dati dell'Oms oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane che comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive a cominciare dalla memoria. L'adesione alla Giornata Mondiale dell'Alzheimer è un segno di vicinanza ai tanti pazienti, affetti da questa malattia ed ai tanti medici e ricercatori, che si spendono quotidianamente per la ricerca.
TELEACRAS
Aeroporto ad Agrigento, l'on. Calogero Pisano: "Attesa per il parere dell'ENAC. Il sì rappresenterebbe la svolta sociale della provincia".
La comunità agrigentina è in fervente attesa per il parere che potrebbe a breve essere espresso dall'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) sull'inserimento dell'aeroporto di Agrigento nel Piano Nazionale Aeroportuale, inserimento che potrebbe rappresentare una svolta cruciale, oltreché storica, per lo sviluppo economico e sociale dell'intero territorio.
Il progetto redatto dagli ingegneri del Libero Consorzio comunale, in ottemperanza a quanto statuito dall'art. 8 bis della L. 124/23, l'articolo fortemente voluto dal deputato agrigentino Calogero Pisano, è attualmente al vaglio dell'Ente nazionale che ne sta valutando la fattibilità tecnica ed economica e che, per questo, qualche settimana fa, aveva chiesto e ricevuto ulteriore documentazione integrativa dai tecnici dell'ex Provincia regionale.
"Gli agrigentini, unitamente ai promotori del progetto Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento, attendono con ansia il verdetto dell'ENAC, consapevoli che un parere positivo potrebbe trasformajre radicalmente il futuro della provincia e delle generazioni a venire", ha detto Pisano.
TELEACRAS
Regione, la "road map" fino a dicembre.
Il vertice della maggioranza di centrodestra alla Regione ha tracciato un programma di azione da ottobre a dicembre. Rinsaldata l'alleanza vincente nel 2022. I dettagli.
La maggioranza di centrodestra al governo della Regione Siciliana si raduna e traccia il bilancio di previsione dell'azione politica e amministrativa da ottobre a dicembre. Sono tre le tappe di rilievo emerse: il commissariamento delle società partecipate, come l'Azienda siciliana trasporti, per definirne le sorti tra liquidazione o gestione autonoma. Poi la riforma della Sanità e poi le elezioni Provinciali il 15 dicembre, come prospettato. E, essendo mancata l'approvazione dell'elezione diretta col voto dei cittadini, sarà una votazione di secondo livello, ovvero voteranno solo i consiglieri comunali e i sindaci di ciascuna provincia per eleggere presidente e consiglieri provinciali. Ad inizio della seduta Schifani ha letto una relazione a consuntivo dell'attività di governo nei primi due anni dall'insediamento. Il presidente tra l'altro ha vantato l'aumento delle entrate tributarie, il miglioramento del rating da parte di tutte le agenzie internazionali, la riduzione del disavanzo e della compartecipazione della Regione nella spesa sanitaria nazionale, e l'avvio della procedura per l'installazione dei termovalorizzatori. E poi in prospettiva Schifani ha prospettato l'aumento delle risorse contro il "caro-voli", sostegni e agevolazioni per gli studenti universitari. E poi un "piano-casa" con prestiti a zero interessi per la ristrutturazione delle case, con adeguamento energetico, per le giovani coppie nei centri storici. E nuovi interventi contro le emergenze climatiche. Poi, sul piano prettamente politico, Schifani ha confermato l'intenzione di procedere sulla base dell'alleanza e del risultato alle elezioni Regionali del settembre del 2022 anche se ha riconosciuto il crescente ruolo di "Noi Moderati", a fronte peraltro della ormai prossima adesione, su scala nazionale, delle ex di Forza Italia, ed ex di Azione di Calenda, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace. Il summit, servito anche per stemperare le recenti tensioni interne insorte sulle nomine dei vertici della Sanità, si è protratto oltre quattro ore. Per il Movimento per l'Autonomia sono stati presenti Raffaele Lombardo, l'assessore Roberto Di Mauro, e il segretario del partito, Fabio Mancuso. Poi Massimo Dell'Utri per Noi Moderati. Per Fratelli d'Italia il capogruppo Giorgio Assenza e i due coordinatori, occidentale e orientale, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. Per la Lega il commissario regionale Nino Germanà e il capogruppo all'Assemblea Marianna Caronia. Per la Democrazia Cristiana, oltre a Totò Cuffaro, il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo Carmelo Pace. Il tavolo si riunirà ancora periodicamente, anche da remoto.
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Acqua razionata in Sicilia, "tra novembre e gennaio invasi a secco"Allarme dell'Autorità di bacino, sullo sfondo il G7 e le richieste degli agricoltorisiccità
PALERMO - Dal Palermitano all'Ennese, passando per l'Agrigentino. La Sicilia inizia l'autunno con l'ombra, persistente, di una crisi idrica senza fine.
E un allarme, lanciato dall'Autorità di bacino siciliana, lascia poco spazio ai dubbi sugli invasi: "Quelli per uso potabile, in assenza di precipitazioni, esauriranno i volumi utili tra il mese di novembre e il prossimo mese di gennaio". Dal palco del G7 il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida rilancia nuove strategie, ma gli agricoltori chiedono "risposte immediate".
Il caso Palermo
I quartieri periferici si preparano ai razionamenti sperimentali, che inizieranno il 7 ottobre. Il Piano è stato concordato con la cabina di regia coordinata dal capo della protezione civile Salvo Cocina. La riduzione della pressione nelle tubazioni non è più sufficiente a garantire le forniture idriche nei prossimi mesi in tutte le abitazioni.
È stato necessario sottrarre alle turnazioni tutte le aree che ospitano ospedali, Rsa e sedi istituzionali. I tecnici di Amap hanno analizzato ogni scenario possibile, un'ulteriore riduzione della pressione comporterebbe "in casi particolarmente svantaggiati, anche la diffusa interruzione dell'erogazione idrica durante le ore diurne di massimo consumo". Il caso Palermo è solo uno di quelli presenti nello scacchiere siciliano dell'emergenza.
L'ultimo verbale
Il monitoraggio dell'emergenza idrica è stato al centro dell'ultima riunione dell'Autorità di bacino siciliana, presieduta da Leonardo Santoro. Antonino Granata, il dirigente del servizio Tutela delle risorse idriche, ha spiegato che "i dati dei volumi utili invasati evidenziano il raggiungimento di minimi storici e confermano il trend di decrescita delle risorse disponibili che, fin qui, ha caratterizzato la grave situazione di crisi idrica".
"Particolarmente critica - continua Granata - è la situazione dell'invaso Fanaco, il cui volume è ormai esaurito e attualmente i prelievi sono minimi, con l'ausilio di una zattera di sollevamento". Il Fanaco rifornisce Agrigento e Caltanissetta, il bacino è quasi vuoto.
L'emergenza nell'Ennese
Stessa situazione nella diga Ancipa, "di prossimo esaurimento - si legge nel verbale della riunione - per cui anche in questo caso si dovrà fare ricorso al prelievo delle risorse dal volume morto mediante l'ausilio di una zattera".
L'Ancipa riforniva numerosi Comuni dell'Ennese, ma ben 12 su 20 si sono "affrancati" dalla diga: Aidone, Barrafranca, Nissoria, Piazza Armerina, Pietraperzia, Valguarnera, Villarosa, Catenanuova, Centuripe, Leonforte e Regalbuto, come ha fatto sapere il presidente dell'Ati Acqua Nino Cammarata.
La battaglia di Acqua Enna
Acqua Enna continua la corsa contro il tempo per evitare che i Comuni restino 'a secco'. Numerosi gli interventi di revamping dei pozzi, da Barrafranca a Valguernera. L'indipendenza dall'Ancipa passa anche dai nuovi pozzi trivellati a Piazza Armerina, Valguernera e Agira.
Da Pergusa, però, non giungono buone notizie, l'acqua sarà erogata ogni cinque giorni e non ogni tre. A Enna alta l'acqua arriva ogni 6 giorni, da mezzanotte alle 8 del mattino.
L'allarme per gli altri invasi
L'ingegnere Granata ha parlato anche dello stato delle altre dighe che riforniscono i centri abitati. "Gli altri invasi - ha detto - sono in sofferenza ed in particolare quelli per uso potabile, in assenza di precipitazioni, esauriranno i volumi utili tra il mese di novembre e il prossimo mese gennaio". L'osservatorio dell'Autorità di bacino ha confermato lo "stato di severità idrica alto per tutto il distretto Sicilia".
Pesci negli invasi: evitare la moria
Altro fronte caldo è quello del trasferimento dei pesci che vivono negli invasi quasi a secco. Trote e carpe che si trovano nei bacini Ancipa, Poma e Rosamarina potrebbero essere spostati nella diga di Lentini. Lo scopo è evitare che una moria renda inutilizzabile la poca acqua rimasta, causando un blocco anticipato delle forniture idriche nelle abitazioni.
Le parole del ministro Lollobrigida
La Sicilia, che vive da un anno nella morsa dell'emergenza idrica, si guarda allo specchio nel G7 sull'Agricoltura di Ortigia. Sul palco il ministro Francesco Lollobrigida, negli stand gli agricoltori di Cia, Confagricoltura, Coldiretti, i rappresentanti dei consorzi di tutela di olive e arance, i produttori cerealicoli. Sullo sfondo le due grandi emergenza, che ruotano attorno all'acqua: alluvioni al Nord, siccità estrema in Sicilia.
L'infelice gaffe di Lollobrigida, sulla siccità "per fortuna" al Sud, è ormai acqua passata. Gli agricoltori chiedono risposte, come Giosuè Arcoria di Confagricoltura, o Gerardo Diana, del consorzio di tutela delle arance rosse.
Lollobrigida sottolinea che sia le alluvioni che la siccità non sono emergenze, ma "eventi ciclici dovuti al cambiamento climatico e alle accelerazioni del cambio climatico, quindi prevedibili".
"Ci confronteremo con il Presidente della Regione siciliana - conclude Lollobrigida - e con diversi sindaci per ragionare insieme della soluzione" sulla siccità nell'isola".
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Fondo credito Inps 2024 per dipendenti pubblici in procinto di cessazione dal servizio Con il messaggio 3028/2024, l'Inps ha reso note le modalità e i termini di adesione al Fondo Credito per i dipendenti pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, in prossimità della cessazione del servizio.
Tale comunicazione si rivolge principalmente a coloro che hanno usufruito del beneficio dell'APE Sociale o hanno aderito alle procedure di esodo o espansione.Con queste disposizioni, l'Istituto di Previdenza mira a garantire una corretta gestione delle pratiche di adesione al Fondo Credito e a facilitare il passaggio dei dipendenti dalla fase di lavoro attivo a quella pensionistica, assicurando che i contributi e le prestazioni siano trattati in maniera trasparente e conforme alla normativa vigente.Fondo credito Inps 2024 per dipendenti pubblici: chi può aderire?Il Fondo Credito è rivolto ai dipendenti già iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, che si trovano vicini alla cessazione del servizio per effetto dell'accoglimento di domande relative all'APE Sociale o alle procedure di esodo ed espansione. Questi dipendenti hanno la possibilità di aderire al Fondo entro l'ultimo giorno di servizio, pena la non accettazione delle richieste inoltrate successivamente a tale termine. Una volta concluso il rapporto di lavoro e fino all'inizio del periodo pensionistico, non sarà possibile accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria, in quanto cessa l'obbligo contributivo.
Termini e condizioni per l'adesioneI lavoratori interessati, che intendono iscriversi al Fondo Credito dopo il pensionamento, devono far pervenire la propria domanda entro l'ultimo giorno di servizio attivo. Le domande pervenute dopo questa scadenza non saranno accettate. Questo implica che, dal momento in cui termina il servizio fino all'inizio del trattamento pensionistico, i lavoratori non potranno beneficiare delle prestazioni della Gestione unitaria.Nel caso in cui il dipendente, al momento della cessazione, stia ancora rimborsando un prestito erogato dall'Inps, il piano di ammortamento del prestito potrà essere trasferito sul trattamento pensionistico, con il calcolo degli interessi previsto per i finanziamenti in essere. Resta comunque facoltà del debitore estinguere anticipatamente il proprio debito, oppure compensare eventuali debiti con l'importo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) o Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
Controlli e verifiche post-adesione
Dopo la presentazione delle domande di adesione al Fondo Credito, l'Istituto di Previdenza effettuerà una serie di verifiche per assicurarsi che il richiedente soddisfi i requisiti previsti: sarà controllato lo status di pensionato, la tipologia e la decorrenza della pensione, così da applicare correttamente la quota di adesione sulla rata pensionistica.
Nuove procedure per la cessazione dal servizio
Per garantire una corretta gestione delle posizioni contributive e assicurative, l'Inps ha specificato che l'ultima denuncia relativa al lavoratore in servizio deve includere un codice di cessazione specifico. Questo codice deve distinguere tra chi ha beneficiato delle procedure di esodo o espansione e chi ha invece usufruito dell'APE Sociale. A tal proposito, l'Istituto ha introdotto il nuovo codice di cessazione "60 - Cessazione APE sociale", che i datori di lavoro dovranno inserire nella denuncia UNIEMENS-ListaPosPA relativa all'ultimo periodo contributivo prima della cessazione.
LENTEPUBBLICA
Dipendenti pubblici in pensione a 70 anni, ma ad alcune condizioni.
Secondo quanto prevede la bozza della manovra 2025, allo studio del ministero della Pubblica amministrazione di intesa con il ministero dell'Economia c'è la possibilità di fare andare in pensione i dipendenti pubblici a 70 anni, ma ad alcune specifiche condizioni: scopriamole.
La riforma delle pensioni entra dunque nel vivo con questa nuova proposta del governo Meloni che potrebbe far parte della prossima manovra di bilancio per il 2025.
Questa misura, attualmente in esame presso il ministero della Pubblica amministrazione in collaborazione con il ministero dell'Economia, rappresenterebbe una delle novità più significative per il sistema pensionistico italiano.
Indice dei contenuti
Una risposta al problema della spesa pensionistica
Dipendenti pubblici in pensione a 70 anni ma ad alcune condizioni
Chi rimane diventerà un tutor per i nuovi assunti
Il concetto di tutoraggio: esperienza al servizio dei giovani
Vantaggi del modello di tutoraggio
Sfide e possibili criticità del tutoraggio
Condizioni per un tutoraggio efficace
Un equilibrio delicato tra pensionamenti e assunzioni
Le criticità derivanti da questa proposta
Impatto sul ricambio generazionale
Effetto sulla motivazione e sulla produttività dei lavoratori senior
Salute e benessere dei lavoratori anziani
Possibile resistenza da parte dei lavoratori
Equilibrio finanziario e costi nascosti
Influenza sui processi di innovazione e cambiamento
Disparità tra settori e categorie lavorative
Effetti psicologici e sociali
Una proposta che ai sindacati non piace
Una risposta al problema della spesa pensionistica
L'idea alla base di questa proposta risponde a una precisa necessità economica. Nel 2025 si prevede un incremento considerevole delle uscite per pensionamenti, dato che molti lavoratori raggiungeranno i 67 anni, età attualmente prevista per la pensione di vecchiaia. Questo scenario potrebbe gravare ulteriormente sui conti dell'Inps, già messi a dura prova negli ultimi anni. Per far fronte a tale pressione, l'esecutivo sta valutando soluzioni che possano alleggerire il carico finanziario, evitando una crescita insostenibile della spesa pensionistica.
Dipendenti pubblici in pensione a 70 anni ma ad alcune condizioni
La possibilità di estendere l'età lavorativa fino ai 70 anni potrebbe rappresentare una sorta di "cuscinetto" per diluire l'impatto dei pensionamenti e ridurre la necessità di nuove assunzioni nel breve termine. In questo modo, il governo spera di contenere le spese, senza tuttavia sacrificare del tutto il ricambio generazionale.
Si tratta, in primo luogo, di una scelta su base volontaria: i lavoratori potranno decidere autonomamente se proseguire fino ai 70 anni, escludendo qualsiasi forma di imposizione. La flessibilità, dunque, rimarrebbe centrale in questa riforma. Ma non sarebbe solo questa l'unica condizione.
Chi rimane diventerà un tutor per i nuovi assunti
Uno degli aspetti più interessanti della proposta riguarda il ruolo che i lavoratori pubblici ultra-sessantenni potrebbero ricoprire nei loro ultimi anni di servizio. Chi scegliesse di rimanere in attività oltre i 67 anni, infatti, potrebbe essere incaricato di affiancare i nuovi assunti in qualità di tutor, trasferendo competenze ed esperienze maturate in anni di lavoro. Questo meccanismo, pensato per favorire una transizione più graduale e ordinata, permetterebbe ai più giovani di inserirsi nel mondo del lavoro con il supporto di figure esperte.
Il concetto di tutoraggio: esperienza al servizio dei giovani
Nel settore pubblico, molte posizioni richiedono un elevato livello di competenza tecnica e una conoscenza approfondita delle procedure burocratiche, regolamenti e meccanismi interni. I lavoratori più anziani, che hanno accumulato anni, se non decenni, di esperienza, rappresentano una risorsa inestimabile. Permettere loro di restare in servizio oltre l'età di pensionamento potrebbe consentire un trasferimento sistematico e pianificato di queste competenze ai giovani dipendenti.
Il tutoraggio, in questo contesto, andrebbe oltre la semplice formazione tecnica. I lavoratori senior non solo potrebbero insegnare ai nuovi colleghi le competenze specifiche del lavoro, ma anche trasmettere una visione più ampia del funzionamento della macchina amministrativa, della gestione dei rapporti interpersonali e dell'adattamento alle dinamiche politiche e istituzionali. Un affiancamento di questo tipo fornirebbe ai giovani assunti non solo le nozioni pratiche, ma anche una comprensione più profonda e strategica del loro ruolo all'interno del settore pubblico.
Vantaggi del modello di tutoraggio
Riduzione del gap generazionale: in un ambiente in cui si assiste spesso a un ampio divario tra le competenze dei più giovani e quelle dei lavoratori senior, il tutoraggio può servire da strumento per colmare questo gap. I più anziani possono condividere il loro patrimonio di conoscenze e aiutare i giovani a inserirsi più rapidamente e con maggiore consapevolezza nei loro ruoli.
Miglioramento della qualità del servizio pubblico: la trasmissione di competenze tra generazioni può garantire che il personale più giovane acquisisca non solo le conoscenze tecniche, ma anche l'etica lavorativa, il senso di responsabilità e la comprensione delle esigenze dei cittadini, elementi fondamentali per il funzionamento efficiente della pubblica amministrazione.
Gradualità nella transizione: consentire ai dipendenti più anziani di rimanere attivi come tutor potrebbe permettere una transizione più fluida, evitando vuoti organizzativi quando figure chiave si ritirano. La presenza di un tutor può anche ridurre il periodo di adattamento dei nuovi assunti, migliorando la continuità dei servizi offerti.
Valorizzazione dei lavoratori senior: invece di percepire la fine della loro carriera come una fase di declino, i dipendenti ultra-sessantenni potrebbero sentirsi coinvolti in un ruolo attivo e riconosciuto, dove la loro esperienza è valorizzata. Questo potrebbe avere un impatto positivo anche sul loro benessere psicologico, contrastando il senso di inutilità o alienazione che può accompagnare l'uscita dal mondo del lavoro.
Sfide e possibili criticità del tutoraggio
Sebbene l'idea del tutoraggio presenti evidenti vantaggi, ci sono anche delle sfide da considerare:
Adeguamento al ruolo: non tutti i lavoratori anziani potrebbero essere disposti o capaci di ricoprire un ruolo di tutor. Essere un buon formatore richiede non solo esperienza, ma anche capacità pedagogiche, pazienza e attitudine a lavorare con generazioni più giovani. Se questa funzione non viene assegnata con attenzione o non viene supportata con una formazione adeguata, il rischio è che i tutor non riescano a trasmettere le competenze in modo efficace.
Incompatibilità tecnologica: i lavoratori più anziani potrebbero avere difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti tecnologici, rendendo più difficile il trasferimento di competenze in settori dove l'innovazione è rapida. In tal caso, i giovani potrebbero percepire il tutoraggio come un freno, anziché un supporto.
Cultura del lavoro diversa: le nuove generazioni hanno spesso una visione diversa del lavoro, con aspettative e priorità differenti rispetto ai colleghi più anziani. Questo potrebbe creare attriti o incomprensioni, rendendo più complesso il rapporto tra tutor e nuovi assunti.
Rischio di sovrapposizioni e resistenze: un altro potenziale problema è il rischio che i lavoratori più anziani, nonostante il loro ruolo di tutor, non lascino spazio sufficiente ai giovani, trattenendo competenze chiave o ritardando il processo di piena autonomia delle nuove leve.
Condizioni per un tutoraggio efficace
Affinché questo modello funzioni in modo ottimale, è essenziale creare le condizioni giuste:
Formazione specifica per i tutor: non tutti i lavoratori anziani hanno competenze didattiche. Potrebbe essere utile offrire corsi di formazione per aiutarli a sviluppare tecniche di tutoraggio e migliorare la loro capacità di comunicare con i più giovani.
Chiarezza sui ruoli: è fondamentale definire chiaramente il ruolo del tutor e i confini entro i quali deve operare. Il suo compito è affiancare, non sostituire o sovrapporsi alle responsabilità dei nuovi assunti.
Monitoraggio dei risultati: l'efficacia del tutoraggio andrebbe monitorata nel tempo, per capire se sta realmente facilitando l'inserimento dei giovani e migliorando la qualità del servizio pubblico.
Un equilibrio delicato tra pensionamenti e assunzioni
La misura, tuttavia, non è esente da limiti. Per evitare di compromettere ulteriormente le finanze pubbliche, la possibilità di trattenere in servizio dirigenti e dipendenti anziani sarà soggetta a vincoli ben precisi. Il governo intende infatti mantenere un controllo rigoroso sulle assunzioni, stabilendo che il prolungamento del servizio non possa incidere più del 10% sulla capacità di assumere nuovo personale.
Questa normativa, sebbene pensata per alleggerire la pressione sulle casse dello Stato, solleva alcuni interrogativi sulla sua reale efficacia nel garantire il necessario turnover nel settore pubblico. Inoltre, il tema della rivalutazione delle pensioni in base all'inflazione resta un altro nodo cruciale su cui l'esecutivo dovrà lavorare per evitare di penalizzare ulteriormente i pensionati.
Le criticità derivanti da questa proposta
L'introduzione della possibilità di andare in pensione a 70 anni nel settore pubblico potrebbe presentare diverse criticità, sia per i lavoratori che per il sistema nel suo complesso. Ecco alcuni dei principali aspetti problematici:
Impatto sul ricambio generazionale
Estendere l'età pensionabile potrebbe rallentare il naturale ricambio generazionale, riducendo le opportunità per i giovani di entrare nel pubblico impiego. Questo potrebbe generare squilibri nei livelli di competenza e innovazione, poiché i giovani tendono a portare nuove idee e competenze tecnologiche. Inoltre, un ritardo nell'assunzione di nuove leve potrebbe avere ripercussioni sulla produttività e sulla modernizzazione dei servizi pubblici.
Effetto sulla motivazione e sulla produttività dei lavoratori senior
Prolungare l'attività lavorativa fino a 70 anni potrebbe incidere negativamente sulla motivazione di alcuni lavoratori. Non tutti gli impiegati sono disposti o in grado di mantenere alti livelli di efficienza e dedizione fino a un'età così avanzata. Con l'età, il rischio di esaurimento fisico e mentale aumenta, e ciò potrebbe tradursi in un calo della produttività o in assenze più frequenti per motivi di salute.
Salute e benessere dei lavoratori anziani
Non tutti i lavoratori anziani sono in condizioni di salute tali da poter continuare a svolgere le proprie mansioni efficacemente fino a 70 anni. Questo potrebbe comportare maggiori richieste di congedi medici o una maggiore incidenza di malattie professionali. Una forza lavoro più anziana potrebbe comportare un aumento dei costi per il sistema sanitario e per l'assistenza a lungo termine, con il rischio di aggravare ulteriormente le finanze pubbliche.
Possibile resistenza da parte dei lavoratori
Anche se la misura è prevista su base volontaria, potrebbe generare malcontento tra i lavoratori, soprattutto se percepita come un modo per rinviare il diritto alla pensione piena. Alcuni potrebbero sentirsi costretti a lavorare più a lungo per ragioni economiche, vedendo la scelta di continuare a lavorare fino a 70 anni come una necessità piuttosto che una libera opzione.
Equilibrio finanziario e costi nascosti
La proposta intende contenere i costi legati alla spesa pensionistica, ma potrebbe generare costi nascosti. Prolungare la permanenza in servizio dei dipendenti più anziani implica stipendi più alti, dato che lavoratori senior tendono ad avere retribuzioni superiori rispetto ai neo-assunti. Inoltre, la permanenza prolungata potrebbe incidere sulla spesa previdenziale a lungo termine, poiché i lavoratori che si ritirano più tardi potrebbero beneficiare di pensioni più alte.
Influenza sui processi di innovazione e cambiamento
La presenza prolungata di personale più anziano, se non adeguatamente aggiornato, potrebbe rallentare i processi di innovazione all'interno della pubblica amministrazione. L'adozione di nuove tecnologie e metodologie di lavoro potrebbe essere ostacolata da una forza lavoro meno propensa ad adattarsi ai cambiamenti. Questo aspetto potrebbe rendere il settore pubblico meno dinamico e meno efficiente.
Disparità tra settori e categorie lavorative
Alcune professioni nel pubblico impiego richiedono sforzi fisici o mentali intensi, rendendo più difficile per determinati lavoratori estendere la carriera fino a 70 anni. La norma potrebbe dunque risultare più favorevole per chi svolge ruoli di tipo gestionale o amministrativo, creando disuguaglianze tra le diverse categorie di dipendenti.
Effetti psicologici e sociali
Il lavoro fino a tarda età potrebbe avere ripercussioni sul benessere psicologico di chi desidera ritirarsi e godere della pensione dopo una lunga carriera. La pressione sociale e le aspettative familiari, unite al desiderio di una fase di vita più tranquilla, potrebbero far percepire questa estensione come un ostacolo alla realizzazione personale e al godimento degli anni post-lavorativi.
Una proposta che ai sindacati non piace
Come abbiamo riportato nelle scorse settimane i sindacati sembrano (quasi tutti) in disaccordo con la proposta. Le principali sigle sindacali del settore pubblico si sono infatti fermamente opposte a questa possibilità, sostenendo che sarebbe più urgente avviare nuove assunzioni e favorire il turnover. Solo la CISL ha lasciato qualche porta aperta all'opzione sottolineando tuttavia che deve essere sempre lasciata al singolo lavoratore la piena libertà di scelta.
Le OO.SS. vedono la proposta come una soluzione temporanea e inefficace ai problemi strutturali della Pubblica amministrazione, che richiederebbero piuttosto nuove assunzioni e una revisione profonda delle condizioni lavorative. Si prospetta dunque un braccio di ferro nelle prossime settimane tra Governo e dipendenti statali.
LENTEPUBBLICA
Aumenti nel cedolino della pensione di ottobre 2024: ecco per chi
Nel cedolino della pensione di ottobre 2024, sono previsti alcuni aumenti: ecco chi ne beneficerà.
Novità in arrivo per alcuni pensionati, nel cedolino di ottobre 2024.
Saranno oltre 16 milioni i pensionati interessati all'aumento del cedolino il prossimo mese. L'incremento si applicherà in modo particolare a chi riceve l'assegno minimo.
Ecco a quanto ammonterà l'aumento e chi sarà interessato.
Aumenti cedolino pensione ottobre 2024: ecco nel dettaglio
Grazie ad una combinazione di misure fiscali e rivalutazione annuale collegata all'inflazione, ci saranno aumenti nel cedolino di ottobre per diverse categorie di pensionati.
Come anticipato, ad essere interessati dall'aumento saranno soprattutto i pensionati che ricevono l'assegno minimo. L'importo aumenterà di 16 euro, passando da 598,77 euro a 614,77 euro.
Si potrà controllare l'eventuale maggiorazione, accedendo al servizio messo a disposizione dal portale Inps. Se ci si registra al servizio, inoltre, sarà possibile ricevere, per mail, il cedolino della pensione.
L'aumento varierà in base agli scaglioni di reddito.
Ecco qui nel dettaglio:
Pensioni fino a 4 volte il minimo Inps: aumento del 5,4% su un importo lordo fino a 2272,76 euro;
Pensioni da 4 a 5 volte il minimo Inps: aumento del 4,59% su un importo fino a 2839,70 euro;
Pensioni da 5 a 6 volte il minimo Inps: aumento del 2,862% su un importo fino a 3407,64 euro;
Pensioni da 6 a 8 volte il minimo Inps: aumento del 2,538% su un importo fino a 4543,52 euro;
Pensioni da 8 a 10 volte il minimo Inps: aumento del 1,998% su un importo fino a 5679,40 euro;
Pensioni oltre 10 volte il minimo Inps: aumento dell'1,728% per importi oltre 5679,40 euro.
Nel cedolino di ottobre, saranno presenti anche le eventuali trattenute fiscali sul rateo di pensione di ottobre, che includeranno l'Irpef mensile e le trattenute regionali e comunali relative al 2023.
Per i pensionati che hanno scelto l'Inps come sostituto d'imposta, saranno effettuate operazioni di abbinamento delle risultanze contabili per il modello 730, con eventuali trattenute o rimborsi in caso di conguaglio.
Quando saranno pagate le pensioni di ottobre 2024?
Le pensioni di ottobre saranno pagate nel primo giorno bancabile del mese, che questo mese cade di 1° ottobre.
Per chi, invece, ritirerà la pensione in contanti, presso Poste Italiane, il pagamento seguirà il seguente ordine alfabetico:
1° ottobre: cognomi dalla A alla B;
2 ottobre: cognomi dalla lettera C alla D;
3 ottobre: cognomi dalla lettera E alla K;
4 ottobre: cognomi dalla lettera L alla O;
5 ottobre (solo mattina): dalla lettera P alla R;
7 ottobre: cognomi dalla lettera S alla Z.
LENTEPUBBLICA
Quale percentuale bisogna avere per accedere alla Legge 104?
La Legge 104 tutela i diritti delle persone con disabilità, ma quale percentuale bisogna avere per potervi accedere? Vediamolo insieme.
Per tutelare i diritti delle persone con disabilità, c'è la Legge 104, il provvedimento legislativo pensato per poter eliminare le difficoltà d'integrazione dei soggetti con handicap, in modo da non ledere la loro dignità fisica, sociale e psichica.
Nella legge, sono previsti molti benefici e sussidi di diverso tipo, come agevolazioni fiscali e contributi economici.
Per poterne usufruire, c'è bisogno che sia riconosciuto lo status di invalido, che varia a seconda delle patologie e della "gravità" della disabilità.
La gravità si riconosce mediante una percentuale.
Vediamo allora quale percentuale di disabilità bisogna ottenere per poter accedere alla Legge 104.
Quali sono le agevolazioni e i benefici per le persone con disabilità con la Legge 104
Innanzitutto, bisogna specificare che un soggetto si trova in una situazione di invalidità se
è parzialmente o totalmente inabile al lavoro (se è in età da lavoro, quindi con un'età compresa tra 18 e 67 anni);
manifesta delle difficoltà persistenti a svolgere le funzioni proprie della sua età, quando non è in età da lavoro (quindi se è minorenne o over 60).
Nella maggior parte dei casi, l'invalidità si manifesta come la riduzione permanente della capacità lavorativa per almeno un terzo. Sotto il 34%, infatti, l'invalidità non è rilevata ai fini giuridici.
Come anticipato, la Legge 104 prevede una serie di agevolazioni e benefici, anche se, nella maggior parte dei casi sono riservati a chi ha un handicap grave.
Per "handicap grave", intendiamo coloro che hanno un'autonomia personale ridotta, correlata all'età, tale da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale, sia nella sfera individuale che quella di relazione.
Tra le principali agevolazioni, ci sono:
Agevolazioni per abbattere le barriere architettoniche;
Esenzione nel pagamento del bollo auto;
Iva agevolata al 4% per l'acquisto o l'adattamento dei veicoli per disabili;
Permessi retribuiti, di cui possono usufruire sia il soggetto con disabilità che un familiare;
Prolungamento del congedo parentale.
Legge 104: quale percentuale di invalidità bisogna avere per potervi accedere?
L'invalidità civile viene misurata in percentuali e si va da un minimo del 34% ad un massimo del 100%.
Ecco una tabella delle percentuali, con le principali agevolazioni riconosciute:
Dal 34%: concessione gratuita di ausili e protesi per patologie accertate;
Dal 46%: iscrizione alle liste di collocamento mirato;
Dal 51%: congedo straordinario per cure (se previsto dal contratto collettivo);
Dal 67%: esenzione pagamento ticket sanitario;
Dal 74%: assegno mensile di assistenza;
100%: erogazione pensione d'inabilità per invalidi totali.
La differenza tra "invalidità" e "handicap"
Spesso si confondono i termini "invalidità civile" e "handicap", ma sono due concetti distinti, sebbene strettamente correlati. La Legge 104 si basa sull'accertamento dell'handicap e non esclusivamente sulla percentuale di invalidità.
Le principali differenze tra invalidità civile e handicap:
Invalidità civile: è una valutazione sanitaria che misura la riduzione della capacità lavorativa a causa di una malattia o di una menomazione;
Handicap: è una condizione sociale che deriva dalla disabilità, ovvero le difficoltà che una persona incontra nell'interagire con l'ambiente circostante a causa della sua condizione.
Per accedere ai benefici della legge 104, è fondamentale il riconoscimento dello stato di handicap. Anche con una percentuale di invalidità minima (34%), è possibile ottenere questo riconoscimento se la disabilità incide significativamente sulla vita sociale e lavorativa.
Ovviamente, bisogna sottolineare che è praticamente impossibile che una persona con handicap non sia anche invalida. La situazione di disabilità che conduce al riconoscimento dell'handicap, infatti, presuppone un grado di invalidità.
Nonostante, in linea teorica, i concetti andrebbero distinti, è praticamente impossibile che la persona con handicap non sia anche invalida.
Il contrario, invece, non è sempre detto, perché un soggetto invalido non è sempre portatore di handicap.
Infine, è importante sottolineare che ogni caso è unico e la valutazione dell'handicap è effettuata da una commissione medica.
GIORNALE DI SICILIA
G7 a Siracusa, il ministro Lollobrigida: «Al lavoro per il rilancio di agricoltura e pesca»L'incontro assieme a tutte le associazioni agricole, della pesca e dei sindacati.
«Il nostro obiettivo è rilanciare l'agricoltura, ed è quello che stiamo facendo con il Governo Meloni. Oggi insieme a tutte le associazioni agricole, della pesca e dei sindacati vogliamo pianificare quello che deve essere fatto per lo sviluppo e la tenuta dell'attuale sistema».
Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine del convegno Incontri con le Rappresentanze Nazionali del Mondo Agricolo e della Pesca, che si è svolto al teatro comunale di Siracusa nell'ambito dell'Expo DiviNazione 2024, la vetrina internazionale delle eccellenze italiane che precede il G7 Agricoltura.
«Dobbiamo sviluppare ulteriori strumenti che possano garantire il reddito agli agricoltori. Questo è l'elemento fondamentale, perché qualsiasi passione, se non c'è reddito, viene abbandonata. Dobbiamo garantire a coloro che vogliono rivolgersi all'agricoltura e soprattutto ai giovani, che hanno una particolare attenzione alla trasformazione e investono nell'innovazione, un futuro certo e concreto», ha concluso il ministro.
GIORNALE DI SICILIA
G7 a Siracusa, Meloni: «L'agricoltura è la nostra identità, l'export agroalimentare verso i 70 miliardi di euro»Il premier loda l'iniziativa: bella e intelligente, perché è stato trasformato un evento chiuso come la riunione dei ministri in una manifestazione aperta ai cittadini.
L'agroalimentare è una «questione di popolo». Per questo l'Expo DiviNazione 24 costruito intorno al G7 dell'Agricoltura a Siracusa, sulla suggestiva isola di Ortigia, è «un evento stupendo» e «l'iniziativa del ministro Lollobrigida è bella e intelligente» perché ha trasformato un evento chiuso come il G7 in una manifestazione aperta ai cittadini. E se le cose quest'anno «andranno come noi crediamo le esportazioni di prodotti agroalimentari varranno fino a 70 miliardi di euro». «In questi tre giorni i ministri dell'agricoltura si incontreranno per discutere dei problemi dell'agricoltura, degli agricoltori e della pesca - ha detto il presidente del consiglio dei ministri -. Qui si racconta la straordinaria capacità che i nostri agricoltori da millenni si impegnano per produrre il Made in Italy. L'agroalimentare del Made in Italy è un peso straordinario della nostra identità».
Il premier Giorgia Meloni arriva nella città siciliana, visita la Cattedrale, dove è in svolgimento un matrimonio e viene applaudita, visita la cappella di Santa Lucia che contiene il simulacro della patrona, e riceve un libro per la figlia. Poi sul palco accanto al ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, davanti a un banchetto con prodotti made in Italy, loda l'iniziativa. Una vicinanza che ha il sapore di un endorsement pubblico dopo un periodo in cui si sono rincorse ipotesi di isolamento del ministro anche in seguito alla separazione da Arianna, sorella della premier. Ipotesi che Lollobrigida, alla vigilia dell'Expo, aveva respinto al mittente in diverse interviste facendosi anche forza della presenza della premier e di 600 imprenditori che hanno creduto nell'iniziativa siracusana.
Volti distesi e sorridenti e partecipazione da entrambi. Dopo il momento istituzionale, per la premier bagno di folla tra i 200 stand che animano l'Expo. Tanti i selfie, foto con le forze dell'ordine. Indossa poi un cappello della guardia costiera dinanzi a una motovedetta, e aiuta una signora a scattare un ricordo insieme insegnandole come fare.
Un lungo percorso in cui c'è tempo per parlare anche dei 20 milioni stanziati per le «prime necessità» in seguito all'alluvione in Emilia Romagna. «Polemiche? Io lavoro», risponde mentre stringe mani e sorride ai cittadini. Tema, questo degli eventi estremi, che entra dirompente nei dibattiti di questa nove giorni di Ortigia.
Serve cambiare strategia rispetto al passato, dice Lollobrigida ai cronisti, esprimendo solidarietà alle popolazioni colpite dall'alluvione. Da una parte la siccità in Sicilia e dall'altra ancora una alluvione in Emilia Romagna. «Situazioni drammatiche a relativamente pochi chilometri di distanza, che devono prevedere da parte nostra una responsabilità maggiore rispetto al passato per realizzare infrastrutture e strategie di intervento», afferma Lollobrigida. «Bisogna prendere atto che non si tratta di emergenze ma di eventi ciclici dovuti alle accelerazioni del cambio climatico e vanno previste opere che mettano in condizione di diminuirne gli effetti». E agricoltori e pescatori sono i primi ambientalisti per loro terra e mare sono beni preziosi. Dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l'invito ad «affrontare queste calamità in chiave strutturale, organica e strategica». Agricoltura, dice, come polmone dell'economia. Il contesto europeo sta migliorando, sottolinea Lollobrigida «perchè abbiamo convinto, con l'Italia protagonista, a cambiare rotta in Europa», sottolinea Lollobrigida. «La presidente Meloni il 21 marzo è riuscita che i leader europei tornassero a parlare di agricoltura insieme alla crisi mediorientale e all'aggressione della Russia all'Ucraina».
Chiusura della prima giornata sotto la regia del coreografo Giuliano Peparini con una marcia a ritmo di danza e musica.
GIORNALE DI SICILIA
L'omaggio al giudice-ragazzino, ucciso 34 anni fa dalla mafia, Piantedosi: ricordiamo oggi il sacrificio di LivatinoIl ministro: «Ha pagato con la vita l'impegno contro la criminalità organizzata»
«Trentaquattro anni fa il giudice Rosario Livatino fu barbaramente ucciso in un agguato mafioso mentre si recava al Tribunale di Agrigento. Magistrato coraggioso, uomo di fede, servitore dello Stato, Livatino ha pagato con la vita il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata». Lo afferma, in una nota, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in ricordo della figura del giudice Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre del 1990.
«Con le sue indagini fu tra i primi - aggiunge - a individuare gli stretti collegamenti che legavano malavita e gruppi imprenditoriali, dando così nuova linfa all'azione di contrasto alle mafie. Ricordiamo oggi il suo sacrificio perché i valori che lo ispirarono continuino a essere un faro di speranza e un esempio per tutti coloro che, opponendosi alle logiche della prevaricazione e della violenza, sono impegnati ogni giorno a difesa della legalità e della giustizia».
«34 anni ci separano dalla scomparsa del giudice Rosario Livatino, barbaramente ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. Nel giorno dell'anniversario della sua morte vogliamo ricordare un servitore dello Stato e un uomo di profonda fede che dedicò la sua vita alla giustizia e alla lotta contro la criminalità organizzata, senza paura e senza mai piegare la testa. Anche nel suo ricordo prosegue il nostro impegno nella lotta contro la mafia e contro ogni forma di criminalità. L'Italia non dimentica». Lo scrive il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Schifani ricorda Livatino: «La legalità non può essere negoziata»
«Oggi la Sicilia ricorda il giudice Rosario Livatino, un uomo che ha sacrificato la propria vita in nome della giustizia, della legalità e della difesa dei valori democratici. Il suo impegno incondizionato nella lotta alla criminalità organizzata e il suo profondo senso di servizio ci insegnano che la giustizia non è solo un compito istituzionale, ma un dovere morale per tutti. In un periodo nel quale la mafia cerca ancora di insinuarsi nei tessuti sociali ed economici della nostra terra, il suo coraggio e la sua intransigenza devono continuare a ispirarci, ricordando che la legalità non può essere negoziata. Per questo motivo, oggi dobbiamo rinnovare il nostro impegno come istituzioni e come cittadini nella battaglia per una Sicilia libera da ogni forma di mafia e corruzione». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ricordando il giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.
Colosimo: «Ha pagato con la vita la sua sete di verità»
«Rosario Livatino è stato un giovane prima pubblico ministero e poi giudice che ha pagato con la vita la sua indomabile sete di verità. Il suo lavoro è stato fondamentale per conoscere fino in fondo gli affari illeciti di cosa nostra e in particolare della Stidda siciliana, che ne decretò la sua morte». Lo scrive, sui social, la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nel giorno del 34simo anniversario dell'uccisione del magistrato da parte della mafia.
«Il suo piglio investigativo e la sua passione per il lavoro - aggiunge Colosimo - portarono il giovane Rosario a elaborare uno strumento fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, quello della confisca dei beni che si è rivelato essere una misura devastante per la mafia e i suoi affari. Rosario Livatino è stato ucciso a soli 38 anni - conclude la presidente dell'Antimafia - e oggi lo ricordiamo, a distanza di trentaquattro anni, con quella immensa gratitudine che noi tutti dobbiamo agli uomini giusti. L'unico magistrato beatificato negli ultimi secoli, che è riuscito a coniugare una fede profonda con una indomabile passione civile per la giustizia».
La Russa: «Un grande servitore dello Stato»
«Ricorre oggi il 34º anniversario della morte del magistrato Rosario Livatino, un grande servitore dello Stato che pagò con la vita la sua battaglia contro la criminalità organizzata. Una battaglia condotta sempre a testa alta, con coraggio e rigore, senza compromessi. Uomo di profonda fede, Rosario Livatino è un esempio per tutti noi ed a lui che oggi rendiamo un deferente omaggio». Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. (
Casellati «Simbolo di integrità ed esempio»
«Oggi onoriamo la memoria del giudice Rosario Livatino, un vero servitore dello Stato, un uomo con una integrità morale e professionale straordinaria. Profondamente cattolico, lo ricordiamo per il suo equilibrio, l'attenzione verso le persone e la capacità di cercare la redenzione anche di fronte ai crimini più gravi. Ucciso barbaramente dalla mafia il 21 settembre 1990, all'età di soli 37 anni, amava la sua Sicilia e si batteva per difenderla senza piegarsi alle cosche. La sua autorevolezza, trasparenza e coerenza lo resero un nemico per la criminalità organizzata, ma oggi rappresentano un simbolo di integrità e un esempio per ogni magistrato». Lo ha dichiarato il ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati.
Fontana: «Ci insegnò a non piegarci alla paura»
«A 34 anni dal barbaro omicidio del giudice Rosario Livatino per mano mafiosa, ricordiamo un uomo di straordinaria integrità, coraggio e dedizione a valori della legalità e della giustizia. Il Beato Livatino ci ha insegnato che il vero impegno civile è servire la comunità senza mai piegarsi alla paura. Una preghiera per lui». Lo scrive sui social il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Nordio: «Un beato immolatosi alla fede»
Questo anniversario è molto di più del grato ricordo di un servitore del Paese caduto nell'adempimento del dovere. E' piuttosto la venerazione di un beato immolatosi alla fede. Due anni fa abbiamo onorato, prima al ministero e poi in Chiesa, la reliquia insanguinata del giovane martire. Oggi la Sua memoria ci ispira a proseguire nel cammino della legalità e del coraggio». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio
teleacras.it
Regione, la "road map" fino a dicembre
Il vertice della maggioranza di centrodestra alla Regione ha tracciato un programma di azione da ottobre a dicembre. Rinsaldata l'alleanza vincente nel 2022. I dettagli.La maggioranza di centrodestra al governo della Regione Siciliana si raduna e traccia il bilancio di previsione dell'azione politica e amministrativa da ottobre a dicembre. Sono tre le tappe di rilievo emerse: il commissariamento delle società partecipate, come l'Azienda siciliana trasporti, per definirne le sorti tra liquidazione o gestione autonoma. Poi la riforma della Sanità e poi le elezioni Provinciali il 15 dicembre, come prospettato. E, essendo mancata l'approvazione dell'elezione diretta col voto dei cittadini, sarà una votazione di secondo livello, ovvero voteranno solo i consiglieri comunali e i sindaci di ciascuna provincia per eleggere presidente e consiglieri provinciali. Ad inizio della seduta Schifani ha letto una relazione a consuntivo dell'attività di governo nei primi due anni dall'insediamento. Il presidente tra l'altro ha vantato l'aumento delle entrate tributarie, il miglioramento del rating da parte di tutte le agenzie internazionali, la riduzione del disavanzo e della compartecipazione della Regione nella spesa sanitaria nazionale, e l'avvio della procedura per l'installazione dei termovalorizzatori. E poi in prospettiva Schifani ha prospettato l'aumento delle risorse contro il "caro-voli", sostegni e agevolazioni per gli studenti universitari. E poi un "piano-casa" con prestiti a zero interessi per la ristrutturazione delle case, con adeguamento energetico, per le giovani coppie nei centri storici. E nuovi interventi contro le emergenze climatiche. Poi, sul piano prettamente politico, Schifani ha confermato l'intenzione di procedere sulla base dell'alleanza e del risultato alle elezioni Regionali del settembre del 2022 anche se ha riconosciuto il crescente ruolo di "Noi Moderati", a fronte peraltro della ormai prossima adesione, su scala nazionale, delle ex di Forza Italia, ed ex di Azione di Calenda, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace. Il summit, servito anche per stemperare le recenti tensioni interne insorte sulle nomine dei vertici della Sanità, si è protratto oltre quattro ore. Per il Movimento per l'Autonomia sono stati presenti Raffaele Lombardo, l'assessore Roberto Di Mauro, e il segretario del partito, Fabio Mancuso. Poi Massimo Dell'Utri per Noi Moderati. Per Fratelli d'Italia il capogruppo Giorgio Assenza e i due coordinatori, occidentale e orientale, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. Per la Lega il commissario regionale Nino Germanà e il capogruppo all'Assemblea Marianna Caronia. Per la Democrazia Cristiana, oltre a Totò Cuffaro, il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo Carmelo Pace. Il tavolo si riunirà ancora periodicamente, anche da remoto.