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rassegna stampa del 26 settembre 2024

ambiente
Rifiuti, più poteri per gli appalti dei termovalorizzatori in Sicilia: da Roma via libera a Schifani nella veste di commissario straordinario
Lo prevede un emendamento del governo nazionale al decreto legge Omnibus. Le gare pubbliche saranno necessarie


Più poteri al presidente della Regione Renato Schifani per la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Il suo incarico di commissario straordinario per i rifiuti verrà ampliato grazie a un emendamento preparato dal centrodestra a Roma, che dovrà essere votato oggi al Senato e che è stato inserito nel decreto legge Omnibus.Dunque, Schifani avrà gli stessi poteri che ha il sindaco Gualtieri a Roma. Il presidente della Regione era già commissario per i termovalorizzatori ma i suoi poteri, era l'analisi di Palazzo d'Orleans, si fermavano alla fase di progettazione e approvazione del piano rifiuti. Ora arrivano fino alla fase dell'appalto. La norma in discussione oggi prevede la possibilità di derogare ad alcune norme del codice degli appalti. E gli stessi poteri verrebbero applicati, oltre che alla realizzazione dei termovalorizzatori, anche a tutti gli altri impianti finalizzati a superare l'emergenza rifiuti e quella idrica e finanziati col Pnrr e il Pnc.
La costruzione dei due termovalorizzatori previsti in Sicilia passerà comunque attraverso gare pubbliche. Secondo quanto si apprende, l'emendamento al Dl Omnibus che allinea i poteri del commissario siciliano per la gestione sul territorio di rifiuti e acqua a quelli del sindaco di Roma, prevede sì la possibilità di superare il ricorso alle gare ma fino a un certo importo. La legge italiana infatti non può modificare la normativa europea che non consente di evitare le procedure ad evidenza pubblica per appalti che superano una certa soglia. In particolare, i termovalorizzatori siciliani in via di realizzazione, il cui costo è stimato nel complesso a 800 milioni di euro, sono sopra questa soglia.«Sull'emendamento che indica i poteri commissariali sulla gestione di rifiuti e dell'idrico in Sicilia, chiederemo delucidazioni. Perché vanno chiariti i poteri che vengono conferiti al Commissario sulle procedure conseguenti e sull'eventuale impatto sulla finanza pubblica», ha dichiarato il capogruppo del Pd in Commissione Bilancio al Senato, Daniele Manca. «Da una prima lettura, infatti - ha aggiunto - sembra spostarsi il necessario equilibrio tra la velocità delle procedure e la legalità. E ci aspettiamo dai pareri del governo e della maggioranza delucidazioni e chiarimenti».La Lega, con il senatore e leader siciliano Nino Germanà, ha invece già assicurato sostegno alla norma. Ma i Cinquestelle hanno sollevato dubbi enormi sul vero margine dei nuovi poteri di Schifani nella veste di commissario. Secondo Adriano Varrica, Jose Marano e Cristina Ciminnisi «se l'emendamento dovesse essere approvato, sarebbe l'ufficiale via libera per affidare quasi un miliardo di euro a privati per gli inceneritori. Ci chiediamo se sarà il commissario Schifani, su base fiduciaria, ad aggiudicare un tale business senza uno straccio di gara d'appalto pubblica. Un blitz che impediremo».
Schifani, da due giorni a Roma per definire i dettagli di questa norma, ha detto che «non è vero che i termovalorizzatori si potranno fare senza gara». L'equivoco nasce dalla possibilità di attivare una procedura più agile rispetto alla gara tradizionale ma il governo ha escluso che si tratterà di un'assegnazione fiduciaria.


lentepubblica.it
Si può lavorare dopo la pensione? Ecco le istruzioni dell'Inps


L'Inps ha pubblicato nuove istruzioni per chi vuole lavorare anche dopo la pensione: ecco cosa sappiamo.Chi pensava che la pensione significasse necessariamente un addio al mondo del lavoro, si sbagliava di grosso.Grazie a una serie di normative e alle ultime istruzioni Inps, infatti, è possibile continuare a svolgere un'attività lavorativa, anche dopo aver raggiunto l'età pensionabile.Ecco nel dettaglio.Lavorare dopo la pensione: è possibile?La legge italiana, nello specifico il Decreto Legge n. 112 del 2008, ha introdotto la possibilità di cumulare i redditi da lavoro con le pensioni di anzianità, vecchiaia o anticipate. Questo significa che, in linea di principio, si può continuare a lavorare senza rinunciare all'assegno pensionistico.Tuttavia, ci sono delle regole da rispettare. Non tutte le tipologie di pensione e di reddito da lavoro sono infatti cumulabili liberamente.Ecco quali sono le pensioni escluse dall'obbligo della dichiarazione dei redditi:Pensioni e assegni di invalidità: coloro che percepiscono queste prestazioni da prima del 31 dicembre 1994 sono esentati dall'obbligo di dichiarare i redditi da lavoro autonomo;Di vecchiaia: a partire dal 1° gennaio 2001, le pensioni di vecchiaia sono generalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo, indipendentemente dall'anzianità contributiva;Di vecchiaia liquidate nel sistema contributivo: dal 1° gennaio 2009, queste pensioni sono totalmente cumulabili con qualsiasi tipo di reddito da lavoro;Pensioni di anzianità e trattamenti di prepensionamento: anche queste prestazioni sono totalmente cumulabili coi redditi da lavoro a partire dal 1° gennaio 2009;Pensioni o assegni di invalidità con 40 anni di contributi: chi ha raggiunto questo requisito contributivo è esentato dal divieto di cumulo.Tutti coloro che non rientrano nelle categorie esentate devono presentare la dichiarazione dei redditi, indicando i redditi da lavoro autonomo percepiti.Lavorare dopo la pensione: le istruzioni dell'InpsL'INPS, col messaggio del 19 settembre 2024, n°3077, ha stabilito che i pensionati che hanno iniziato a percepire l'assegno entro il 2023 e sono soggetti al divieto parziale di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo devono presentare la dichiarazione dei redditi (relativa al periodo d'imposta 2023) entro il 31 ottobre 2024.La Dichiarazione deve essere presentata tramite il portale Inps, al quale accedere tramite SpidCIE o CNS.Ma attenzione alle sanzioni: chi omette di dichiarare i redditi da lavoro autonomo rischia sanzioni economiche importanti, che possono arrivare fino all'importo annuo della pensione percepita.L'Inps ha chiarito anche che alcune indennità, come quelle per attività socialmente utili o legate a cariche pubbliche elettive, non sono considerate redditi da lavoro ai fini del cumulo.L'Istituto, inoltre, ricorda che le disposizioni in materia di incumulabilità coi redditi da lavoro non si applicano nei confronti dei titolari di pensioni d'invalidità, dalla cui attività derivi un reddito complessivo annuo inferiore all'importo del trattamento minimo del Fondo pensioni lavorativi dipendenti.Perciò, i titolari di pensione, con reddito da lavoro autonomo pari o inferiore a 7383,22 euro, non sono assoggettati al divieto, per quanto riguarda il 2023.



Anticipo Tfs/Tfr: prorogato l'accordo con le banche



Il Ministro Zangrillo ha prorogato l'accordo con le banche, per l'Anticipo Tfs/Tfr, per altri 24 mesi: ecco cosa sapere.L'anticipo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), in passato, erano considerati una manna dal cielo per i dipendenti pubblici in attesa della liquidazione.Ma rischiano di trasformarsi in un boomerang, a causa del continuo aumento dei tassi di interesse, legati all'indice di Rendistato, che sta facendo lievitare i costi per gli statali che decidono di accedere a questa forma di finanziamento.Inoltre, il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha prorogato l'Accordo quadro del 2020, che consente ai dipendenti pubblici di presentare alle banche (o agli intermediari finanziari) che hanno aderito all'Accordo, la richiesta di finanziamento dell'indennità di fine servizio/rapporto maturata.Il decreto ha ottenuto i pareri favorevoli anche del Ministero dell'Economia e delle Finanze, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dell'Associazione bancaria italiana e dell'Istituto nazionale della previdenza sociale.Sempre più dipendenti pubblici, però, si trovano a dover fare i conti con una spesa per interessi che, in alcuni casi, può superare i duemila euro, vanificando in parte i benefici dell'anticipo.

La causa di questo aumento esponenziale dei costi è da ricercare nel continuo incremento del Rendistato, l'indice che le banche utilizzano per calcolare il tasso di interesse da applicare sui prestiti ai dipendenti pubblici.In soli quattro anni, il Rendistato è passato da valori inferiori all'1% a superare il 3,3% ad agosto scorso. Questo significa che, per un prestito di 10mila euro, la spesa per gli interessi può oscillare tra 340 e 400 euro, a seconda della durata del finanziamento.Quella che un tempo era considerata un'opportunità, per far fronte a esigenze immediate, oggi rischia di trasformarsi in una vera e propria beffa.La possibilità di accedere ad una somma di denaro liquida prima del pensionamento è indubbiamente allettante, ma i costi sempre più elevati, legati agli interessi, stanno mettendo in discussione la convenienza di questa scelta.Prorogato l'accordo con le banche per l'Anticipo Tfs/Tfs: la novità delle ultime oraIl tavolo di coordinamento, istituito dal Dipartimento della funzione pubblica, per discutere dell'Anticipo del Tfs è iniziato lo scorso luglio.Si è arrivati, infine, al rinnovo dell'Accordo Quadro, sottoscritto nel 2020 e già rinnovato nel 2022, che permette ai lavoratori, che usufruiscono dell'uscita anticipata dal lavoro, di ottenere un anticipo di 45mila euro, a condizioni agevolate.Ma le condizioni non sono poi così agevolate, se teniamo conto degli interessi presenti nel Rendistato.Il ministro Zangrillo ha lasciato aperta la possibilità di stanziare ulteriori risorse per il comparto pubblico, ma al momento non ci sono indicazioni precise su come saranno affrontate le problematiche legate all'anticipo del TFS e TFR.La situazione degli anticipi del TFS e TFR è destinata a rimanere sotto osservazione nei prossimi mesi. La continua crescita dei tassi di interesse e l'impennata dei costi per gli interessi pongono interrogativi sulla sostenibilità di questa forma di finanziamento.Sarà fondamentale che il governo e le parti sociali trovino soluzioni efficaci per tutelare i diritti dei dipendenti pubblici e garantire loro condizioni di lavoro sempre più dignitose.





QDS
Bonus Natale, 100 euro anche per i single con figli: come funziona e come ottenerlo
per stabilire se e quali tra i lavoratori che convivono in una coppia di fatto potranno accedere all'aiuto.
Il bonus Natale, in arrivo grazie a un emendamento del decreto Omnibus, è un contributo una tantum, pari a 100 euro netti, che sarà aggiunto alla tredicesima nella busta paga di dicembre 2024. L'aiuto però non è per tutti: si tratta di un contributo economico, pensato per i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 28mila euro annui (lordi). Potranno riceverlo i lavoratori coniugati o conviventi con almeno un figlio o single con figli. Servirà comunque una circolare dell'Agenzia delle entrate per chiarire esattamente se e quali tra i lavoratori che convivono in una coppia di fatto potranno ottenere l'agevolazione. Per richiedere il bonus bisognerà fare richiesta al proprio datore di lavoro, dichiarando per iscritto di avere diritto al contributo e fornendo le informazioni necessarie, come il codice fiscale del coniuge e dei figli.
A chi spetta il Bonus Natale da 100 euro
Il bonus è destinato ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro lordi annui (e non inferiore a 8500), che lo riceveranno direttamente nella busta paga di dicembre 2024. Il bonus, che non sarà tassato, spetta a chi ha un figlio, (in caso di separazione bisogna essere l'unico genitore ad avere in carico il minore). Secondo quanto affermato negli scorsi giorni dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, bisognerà aspettare una circolare dell'Agenzia delle entrate per chiarire esattamente il perimetro della platea, per stabilire se e quali tra i lavoratori che convivono in una coppia di fatto potranno accedere all'aiuto. Il bonus Natale riguarda "lavoratori dipendenti che hanno il coniuge fiscalmente a carico e il figlio fiscalmente a carico e anche famiglie monogenitoriali", ha spiegato parlando con i giornalisti a margine dei lavori delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Per quanto riguarda le coppie di fatto quindi non è detta l'ultima parola: "Ci sono alcune coppie di fatto che possono usufruire del beneficio laddove c'è la cosiddetta mancanza del coniuge. Comunque ora si farà una circolare dove si chiarirà tutto", ha detto Leo.
La domanda
I beneficiari dovranno fare richiesta al proprio datore di lavoro, dichiarando per iscritto di avere diritto al contributo e fornendo le informazioni necessarie (per esempio il codice fiscale del coniuge e dei figli). Sarà poi compito del datore di lavoro, come sostituto d'imposta, contollare la correttezza delle informazioni fornite. In caso di errore o dichiarazioni non conformi, la somma erogata verrà recuperata successivamente. La misura a sostegno dei nuclei famigliari con figli quindi non scatta automaticamente.
Qual è l'importo del bonus
L'importo massimo del bonus natalizio, esentasse, è di 100 euro, ma di fatto è proporzionale al periodo di lavoro svolto durante l'anno. Significa che un lavoratore assunto a maggio 2024 riceverà un bonus ridotto in proporzione al numero di mesi lavorati (in questo caso circa 66,6 euro).


ILSICILIA.IT
Fondi per gli studenti disabili, Albano: "Allarme infondato, le somme già erogate"
"Avrei voluto non replicare quanto già dichiarato lo scorso 20 settembre ovvero che gli uffici della Città Metropolitana dovrebbero avere un maggiore raccordo quelli della Regione. A distanza di pochi giorni, infatti, ho appreso di una nota inviata ieri da un funzionario della Città Metropolitana di Palermo con la quale veniva comunicato ai dirigenti scolastici che lo stesso non aveva avuto risposta dalla Regione in merito all'erogazione di ulteriori fondi per i servizi Asacom e per quelli integrativi, aggiuntivi e migliorativi per gli studenti della scuola superiore e che, pertanto, le prestazioni non sarebbero state più erogate dal prossimo 1 ottobre". Lo dichiara l'assessore della famiglia e politiche sociali, Nuccia Albano.
"È alquanto paradossale che il funzionario preposto al servizio della Città Metropolitana, contrattualizzato a tempo determinato, vada oltre i confini di sua competenza, scrivendo una lettera direttamente ai dirigenti scolastici nella quale dichiara che sarebbero stati interrotti i servizi, ingenerando nei ragazzi e nelle famiglie un allarme. Per di più, incurante di avere ricevuto ben due trasferimenti di risorse, il 12 settembre per 230.919 euro per quanto riguarda i servizi Siam e il 24 settembre 1.440.763 euro per i servizi Asacom, pagamenti antecedenti alla nota. Con queste risorse già erogate le prestazioni non verranno interrotte e comunque si ricorda che, in osservanza alla legge regionale, le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi sono obbligati a garantire i servizi con fondi propri", aggiunge Albano.
"Sarebbe bastato che prima di procurare l'allarme si informasse, per le vie brevi, con i miei uffici, che sono sempre disponibili e ricevono quotidianamente sindaci, commissari, rappresentanti delle istituzioni, o, per via istituzionale, con la mia persona la quale, in tal caso, avrebbe potuto rassicurare l'interlocutore visto che ho già chiesto, da tempo, il rimpinguamento del capitolo del bilancio che andrà al voto dell'Aula nei prossimi giorni. Tardivamente e dopo le rimostranze dei miei uffici è arrivata una nota irrituale, a firma dello stesso funzionario, con la quale chiede direttamente un incontro al dirigente generale del dipartimento famiglia", continua l'assessore.
"Spiace dover utilizzare lo stesso mezzo della stampa per rispondere ad ogni soggetto, politico e non che incautamente ha riportato le affermazioni del funzionario, ma la gravità dell'allarme sociale che è stato ingenerato non può passare inosservato. Avrei preferito, per una corretta informazione, che mi fosse stato chiesto lo stato dell'arte. Ancora una volta mi rivolgo alle famiglie e alle Città Metropolitane e voglio rassicurare che tutto ciò che è nelle mie prerogative è stato fatto. Mi auguro che l'Assemblea regionale voterà la proposta del governo", conclude l'assessore Albano.


LAVALLEDEITEMPLI.NET
Scuola: Flc Cgil Sicilia, bene disponibilità di 5 milioni di euro per l'assistenza igienico-sanitaria agli alunni con disabilità
"Abbiamo appreso con stupore, ma anche positivamente dell'immediata disponibilità, da parte del Dipartimento regionale Famiglia e Politiche sociali, rappresentato stamane in audizione dal dott. Guglielmo Reale, di 5 milioni di euro subito erogabili e fermi per la mancanza di dati certi sul numero degli alunni disabili con particolare gravità, suddiviso per grado di istruzione". Lo dichiarano Paolo Italia e Fabio Cirino, segretari regionali della Flc Cgil Sicilia, a margine della seduta di oggi, in seno alla V Commissione Ars Cultura, Formazione e Lavoro, convocata d'urgenza su richiesta della Flc Cgil e dell'On. del Partito democratico Valentina Chinnici.
"Il dott. Reale - aggiungono - ha riferito di aver inoltrato la richiesta ai distretti sociosanitari ed alle città metropolitane e ai liberi consorzi, senza ricevere alcun riscontro, ma parimenti di essere immediatamente disponibile, come richiesto dal tavolo, ad erogare i fondi sul dato cristallizzato del 2023".
"Senza voler alimentare polemiche, sull'incredibile motivazione che sta determinando tale situazione - continuano Italia e Cirino - si è fatta chiarezza sui difetti di comunicazione tra gli enti preposti, che alimentano rimpalli di competenze e ritardi sulla pelle dei alunni con disabilità e del loro diritto allo studio".
"L'assenza di un nuovo direttore generale dell'ufficio scolastico regionale - concludono - e la mancanza di un vicario pienamente operativo con poteri di firma rendono la situazione più complicata. Per superare celermente e senza incomprensioni le criticità, abbiamo infine chiesto, e auspichiamo in tal senso, la convocazione in tutte le province di conferenze di servizio con i dirigenti scolastici per ascoltare le esigenze indifferibili".































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