agrigentonotizie.it
LIBERO CONSORZIO COMUNALE
Frane e dissesti: ecco quali strade provinciali verranno sistemate e messe in sicurezza
La gara d'appalto è stata aggiudicata all'impresa Bellia Salvatore di Agrigento, che ha offerto il ribasso del 31,789% per un importo contrattuale complessivo di 665.000
Aggiudicata la gara per la manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di alcune strade provinciali. Si tratta della Sp n. 31 Cattolica Eraclea-Cianciana, della 61 Montallegro-Ribera, della Spc n.15 Cancio-Forficicchia-Vigna di Corte, della Spc n.18 Ponte Magazzolo-prov.le Ribera-Cianciana e della Spc n.19 Strasatto-Piano Povero. La gara, gestita in modalità telematica e con inversione procedimentale, è stata aggiudicata all'impresa Bellia Salvatore di Agrigento, che ha offerto il ribasso del 31,789% per un importo contrattuale complessivo di 665.000,00 euro più Iva (compresi 19.650,40 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso). Lo rendono noto dal Libero consorzio comunale. Gli interventi, di varia tipologia su tracciati interessati da frane, cedimenti del fondo stradale e in genere condizioni non ottimali per la sicurezza, dovranno essere eseguiti in un anno dalla consegna, su indicazioni dello staff tecnico del settore Infrastrutture stradali diretto da Michelangelo Di Carlo. Le opere sono state finanziate con fondi del ministero delle Infrastrutture e Trasporti su progetto esecutivo elaborato dai tecnici del Libero consorzio comunale di Agrigento.
siciliaonpress.it
L'emergenza idrica continua, le associazioni tornano in piazza
Le Associazioni tornano in Piazza contro la Gestione della Crisi Idrica Il Codacons Mani Libere, Sud Chiama Nord, Mareamico, Legambiente Circolo Rabat, Italia Viva, Ethikos tornano a farsi sentire sulla gravissima crisi idrica che non trova soluzioni."Nonostante - scrive Peppe La Rosa nella sua nota stampa - le promesse e gli annunci relativi all'installazione dei dissalatori da parte del Governo, la situazione è ulteriormente peggiorata, con turni di approvvigionamento dell'acqua che raggiungono i 32 giorni per i cittadini."Non servono più promesse e dissalatori mobili, serve efficienza e urgenza," dichiarano congiuntamente i portavoce delle associazioni. "Abbiamo sospeso il nostro SIT-IN in segno di buona volontà, ma ora lo riprendiamo e chiediamo risposte concrete."Il sindaco di Agrigento e i suoi colleghi, in qualità di responsabile della Protezione Civile, devono chiarire ai cittadini le ragioni del persistere di questa crisi, nonostante gli interventi del Governo nazionale e della Regione Sicilia, che hanno già stanziato i fondi necessari per accelerare i lavori sui dissalatori.
L'amministrazione comunale, insieme alla deputazione regionale e nazionale, non possono continuare a vendere illusioni e promesse di future vittorie senza agire concretamente e in maniera urgente.Per questo motivo, le associazioni ritorneranno in piazza a manifestare riprendendo il SIT-IN iniziato il giorno 3 settembre e sospeso in data 12 dopo la notizia sulla costruzione dei dissalatori e sulla installazione immediata di dissalatori mobili, durante il SIT-IN si terranno degli incontri tematici sulla questione idrica proprio per informare i cittadini. Il primo di questi incontri si terrà giovedì 3 ottobre alle ore 18:30 e avrà come argomento "Rete idrica Agrigentina da 20 anni finanziata e perdita del finanziamento di 49 milioni di , ecco la verità."Sarà un'occasione per fare luce sulle problematiche e sugli sprechi che hanno portato a questa situazione di emergenza, attraverso un confronto trasparente aperto anche alla partecipazione di associazioni e cittadini dell'intera Provincia di Agrigento. Le associazioni ribadiscono la loro richiesta: "basta con le promesse vuote. È ora di agire concretamente per garantire il diritto all'acqua e porre fine a una crisi che si protrae da troppo tempo. La pazienza è finita, il tempo delle parole è scaduto. Ora servono fatti."
quotidianodisicilia.it
Ex Province, arriva la liquidazione dalla Regione Sicilia: 800mila euro alle tre città metropolitane
Arrivano i fondi per le ex Province in Sicilia. Si tratta di altri 1,2 milioni di euro che serviranno per la copertura delle spese correnti per il 2024, a saldo di quanto già erogato nella primavera scorsa. Il grosso della cifra va alle 3 città metropolitane: la somma più ingente va a Palermo, che da sola riceverà 325 mila euro. Quindi, Catania, con 236 mila euro, e Messina, a 218 mila euro.I restanti Liberi consorzi comunali riceveranno cifre che vanno dai 150 mila euro di Agrigento ai 95 mila di Enna, passando per Trapani e Ragusa. Nulla, invece, per i Liberi consorzi comunali di Caltanissetta e Siracusa, in quanto è stata messa in campo l'operazione di recupero dei crediti vantati dalla Regione nei confronti di questi enti, come previsto dal decreto del dirigente generale numero 107 del 24 aprile scorso, che ha provveduto ad autorizzare l'erogazione delle somme assegnate per l'intero anno. Ex Province, liquidazione dalla Regione Sicilia: i primi stanziamenti in primaveraLa prima distribuzione, della scorsa primavera, ha visto l'erogazione di 288 milioni di euro, e ha coinvolto anche i Comuni isolani. Il decreto, a firma congiunta dell'assessorato alle Autonomie locali e di quello all'Economia ha definito gli importi assegnati a ciascuna amministrazione sulla base dei criteri di ripartizione previsti dalla normativa e che fanno riferimento alla popolazione residente e all'assegnazione relativa al 2019, con un riequilibrio che verrà effettuato in sede di riparto definitivo.La distribuzione dei fondi in via provvisoria ha visto poco più del 25% del totale attribuiti ai Comuni al di sotto dei 3 mila abitanti, circa 76 mila euro in tutto. Altri 50 milioni di euro sono andati ai Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti. Altri 34 milioni sono andati alle 4 città principali della Sicilia, dai 3 milioni di Siracusa agli oltre 15 di Palermo. Ancora, 44 milioni di euro ai Comuni tra i 20 e i 60 mila abitanti, mentre 31 milioni sono andati ai paesi tra i 10 e i 20 mila euro. Ex Province, liquidazione dalla Regione Sicilia: i criteriLe assegnazioni sono state fatte seguendo due criteri principali: la popolazione, che ha avuto un peso che va dal 7,5% al 14,5%, mentre l'assegnazione ricevuta nel 2019 vale sul totale dall'85,5% al 92,5%. La scelta è ricaduta su tale anno perché è l'ultimo prima della pandemia, quando il sistema di erogazioni statali e regionali è stato stravolto per l'emergenza sanitaria e le eccezionali condizioni dell'intera economia. In tutto sono state individuate 8 fasce demografiche.In una seconda fase sono state assegnate delle quote complementari riferite ai contratti di lavoro del personale già assunto a tempo determinato presso gli enti locali; inoltre, sono state adeguate le assegnazioni dei Comuni delle Isole minori, in modo da non scendere al di sotto di quanto ricevuto nel 2015.
entilocalionline.it
Personale P.A.: anticipo Tfs/Tfr, il Ministro Zangrillo firma il Decreto che proroga di 24 mesi l'accordo con le Banche
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione Zangrillo ha firmato il Decreto ministeriale che proroga l'Accordo-quadro sottoscritto nel 2020 per l'anticipo del Trattamento di fine servizio/rapporto (Tfs/Tfr)
Una Notizia, pubblicata in data 23 settembre 2024 sul sito del Ministro per la Pubblica Amministrazione, rende noto che il Ministro, Paolo Zangrillo, ha firmato il Decreto ministeriale che proroga l'Accordo-quadro sottoscritto nel 2020 per l'anticipo del Trattamento di fine servizio/rapporto (Tfs/Tfr).Come rammentato dalla Notizia, tale misura consente ai dipendenti pubblici di presentare alle Banche, o agli Intermediari finanziari che hanno aderito all'Accordo, richiesta di finanziamento dell'indennità di fine servizio/rapporto maturata.
Il Decreto, che ha ottenuto i Pareri favorevoli del Mef, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dell'Associazione bancaria italiana e dell'Inps, rinnova l'efficacia del Provvedimento di altri 24 mesi.
agrigentonotizie.it
AGRIGENTONOTIZIE
L'intervistaIl teatro dell'Efebo per allungare la permanenza dei turisti, Contino: "Certe location possono fare la differenza"Il dirigente del settore Turismo del Libero consorzio: "Se ci sarà consentito ci attiveremo per programmare azioni di coomarketing con gli operatori turistici con l'obiettivo di migliorare l'offerta"
È con "Icaro, il pensiero in movimento" che si è chiusa la prima stagione del "Teatro dell'Efebo", promossa dal Libero consorzio comunale di Agrigento, ospitata nel suggestivo scenario del Giardino botanico. Tredici in totale gli spettacoli portati in scena tra la rassegna del teatro classico e del mito e del teatro d'autore e musica. Un investimento per rilanciare il turismo, una scommessa vinta grazie a tanti sold out. Soddisfatto, primo fra tutti, il dirigente del settore Turismo del Libero consorzio Achille Contino che tanto si è speso per la riuscita del cartellone.
Dottore Contino, qual è il bilancio di questa prima stagione del teatro dell'Efebo?
"Gli agrigentini e i turisti si sono immediatamente innamorati dello spazio proposto per il teatro. Abbiamo riprogrammato, dopo una pausa lunghissima, una rassegna del teatro classico e del mito che mancava nella proposta regionale dei teatri di pietra. È una programmazione vincente nei siti archeologici di origine greca. A questa abbiamo aggiunto una rassegna del teatro d'autore e musica che ha dato spazio a tante proposte del territorio e di artisti come il coro lirico siciliano che ha realizzato il doppio sold out. Tredici eventi che hanno arricchito l'offerta artistica a favore dei turisti e residenti".
Perché dopo tanti anni d'assenza, avete voluto reinvestire in questo campo?
"La Provincia è stata sempre molto attiva nella programmazione di eventi, ma negli ultimi anni ha dovuto bloccare tutto per le note vicende politiche. La riflessione fatta è stata la seguente: Agrigento non dispone di un anfiteatro greco fruibile. È stato ritrovato, ma è inagibile. Taormina e Siracusa hanno potuto utilizzare gli anfiteatri greci e investire con ottimi risultati economici sul turismo degli eventi. Agrigento merita di crescere in questo settore. La Valle dei Templi, nonostante l'incremento degli ingressi, genera una permanenza media della destinazione intorno a un giorno e mezzo che non è accettabile per uno sviluppo sostenibile delle nostre imprese turistiche. Nel passato Pippo Flora aveva scommesso con le feste di Persefone nella cavea del museo Griffo e la Provincia investì una somma cospicua nel teatro delle Panatenee. Per diverse ragioni le iniziative non furono durevoli. Occorreva individuare un luogo idoneo per le rappresentazioni classiche che potesse superare il gap che abbiamo subìto rispetto alle altre destinazioni. Nel 2023, dopo i lavori necessari, il commissario ha assegnato una piccola somma finalizzata all'apertura del teatro".
Perché avete pensato alla cava dei Templi per la programmazione degli eventi?
"Quando visitai per la prima volta il giardino botanico rimasi abbagliato dalla piazza sotto il costone tufaceo a nord del giardino e proposi subito una rassegna del teatro classico che andò benissimo nei primi anni del 2000 nonostante la non piena adattabilità. Dopo due stagioni teatrali l'ufficio tecnico ritenne lo spazio insicuro e non fu più possibile riprogrammare. Nei tristi anni recenti abbiamo presentato un progetto di messa in sicurezza e riqualificazione tramite i Poc finanziato dall'assessorato regionale Beni culturali. Il teatro è la parte finale della cava dei Templi che risale a circa 2500 anni fa e che è stata rinaturalizzata dal tempo. Consente un eccezionale effetto audio e la sua struttura ad 'elle' avvolgente incanta il pubblico. Abbiamo spinto i produttori a utilizzare il costone con il video mapping che lo fa apparire come un unico schermo e il risultato è stato eccezionale con il pubblico che esprime meraviglia. Si tratta pertanto di un posto unico per lo svolgimento di eventi di diverso genere e che odora di storia".
Perché l'intitolazione all'Efebo?
"Perché la scultura dell'Efebo, grazie a studi documentali recenti, è stata ritrovata in uno degli ipogei del giardino botanico e perché l'Efebo nell'antica Grecia rappresenta il giovane che aspira alla vita adulta e, per questo, è una speranza per i nostri giovani".
Quali sono gli obiettivi che vorreste raggiungere?
"Il teatro dell'Efebo sta entrando nel patrimonio identitario degli agrigentini perché, insieme al porto di Akragas, altro progetto in corso di realizzazione, sono state risorse fondamentali per la costruzione della colonia di Akragas. L'obiettivo principale è che lo spazio diventi maggiormente fruibile ai turisti spingendoli ad allungare la loro permanenza in città. Basti pensare che annualmente ad Agrigento i turisti dormono per circa 400.000 notti. Se impiegano parte del loro tempo fruendo di eventi possono decidere stare ancora un po'. La finalità è pertanto turistica, ma ciò, ovviamente non esclude i residenti che numerosi hanno frequentato il teatro".
Come pensa che Agrigento possa candidarsi a sede stabile del turismo degli eventi?
"Per inserirsi nell'offerta turistica degli eventi occorre dialogare con tour operator, agenzie ricettiviste che curano l'accoglienza e i responsabili delle strutture ricettive, ma preliminarmente occorre inseguire la programmazione turistica, quindi programmare per tempo per inserire la nostra offerta nei programmi di viaggio. Se ci sarà consentito ci attiveremo per programmare azioni di coomarketing con gli operatori turistici con l'obiettivo di migliorare l'offerta turistica".
Con quali finanziamenti pensate di affrontare le prossime stagioni?
"Quest'anno abbiamo chiesto alle compagnie di accettare contratti a sbigliettamento con i rischi connessi. Riteniamo che gli eventi, per avere un valore per l'economia turistica, debbano essere apprezzati dai turisti che sono sempre pronti a pagare ciò di cui fruiscono. Questo è un fattore fondamentale dell'economia della cultura. Tuttavia questo settore occorre sempre di risorse pubbliche da investire. Il beneficio sarà per l'economia turistica nel suo complesso. Speriamo che il nostro Commissario e gli organi politici siano in futuro sensibili a queste esigenze del territorio".
Come si inserisce il teatro dell'Efebo in "Agrigento capitale italiana della cultura 2025"?
"L'obiettivo dell'ambito riconoscimento è quello di spingere le città a migliorare la propria progettualità nel campo della cultura, rafforzare la coesione territoriale e gli attrattori culturali per lo sviluppo turistico. La città godrà nel 2025 di una programmazione di eventi mai vista con notevole impegno di risorse pubbliche. Noi pensiamo che i nuovi siti culturali del teatro dell'Efebo e del parco fluviale del porto di Akragas possano fare la differenza. Speriamo di ricevere attenzione dagli organi decisionali".