RISOLUTO
Ultimati i lavori al Liceo scientifico Archimede di Menfi, lunedì studenti in classe
Redazione
I tecnici del Libero Consorzio comunale di Agrigento hanno comunicato che i lavori interni al plesso scolastico della struttura di Via Mazzini a Menfi sono stati gia' ultimati e vi è il nulla osta per l'utilizzo dei locali scolastici.
Il sindaco di Menfi, Vito Clemente che ha gia' sentito il dirigente scolastico, ha comunicato che si stanno gia' effettuando i lavori di pulizia e che lunedì gli studenti potranno farvi rientro regolarmente per le lezioni didattiche.
Termina così la vicenda che aveva creato più di qualche disagio all'avvio dell'anno scolastico per l'utenza del Liceo scientifico.
SICILIAONPRESS
EX PROVINCIA DI AGRIGENTO: FINALMENTE SI VOTA
By Vincenzo Cavaleri
Cessa il commissariamento. Finalmente, si rinnovano gli organi dell'ex provincia regionale di Agrigento (oggi, Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento)
Ma non voteranno i cittadini, bensì i sindaci ed i consiglieri comunali dei 43 Comuni che fanno parte del comprensorio territoriale
Si tratta quindi di una elezione di secondo grado, dal momento che i tentativi fatti per tornare al suffragio diretto da parte dei deputati regionali sono tutti andati a vuoto.
L'affossamento definitivo della riforma che voleva differenziare la Sicilia dal resto d'Italia (con consistente aggravio finanziario per i costi delle nuove poltrone) è stato oggetto di un precedente servizio del nostro quotidiano online dal titolo Riforma delle province affossata fra tirichitolla e incostituzionalita' (cliccare qui per leggerlo).
Per il rinnovo degli organi delle ex province siciliane si voterà domenica 15 dicembre. Il presidente della Regione, Renato Schifani, e l'assessore alle Autonomie locali, Andrea Barbaro Messina, hanno firmato il decreto di indizione delle elezioni.
Dopo ben 11 anni consecutivi di commissariamento (il primo commissario dell'ex provincia regionale è stato nominato il 18 giugno 2013 e da allora si è sempre proceduto a proroghe e/o nuove nomine senza mai tornare al voto) si cambia registro.
Nella tornata elettorale già fissata non sarà dunque il corpo elettorale a recarsi alle urne, ma saranno i sindaci e i consiglieri comunali del comprensorio territoriale interessato.
Per sei province (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) si eleggeranno i presidenti (uno dei sindaci dei Comuni facenti parte della provincia) e i consiglieri dei Liberi Consorzi.
Per le tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) si eleggeranno soltanto i consiglieri metropolitani, mentre la presidenza spetterà di diritto al sindaco della Città metropolitana.
QDS
Manovra 2025, niente tasse per chi guadagna fino a 12mila euro: le info
Stefano Scibilia
Attualmente la cosiddetta "no tax area" è fissata a 8500 euro per lavoratori dipendenti e pensionati
Il tema delle tasse sta giocando un ruolo centrale durante la preparazione della Manovra 2025 che dovrà essere approvata entro il prossimo 31 dicembre. Una nuova proposta di Forza Italia l'idea di non pagare le tasse se si guadagna fino a 12mila euro. A parlarne è stato il vicepremier Antonio Tajani, che vorrebbe accompagnare la nuova no tax area alla riduzione dell'Irpef per il ceto medio. Secondo l'esponente di Forza Italia per abbattere il debito pubblico risulta essenziale fare il modo che l'economia reale dell'Italia cresca.
Manovra 2025, puntare sulle assunzioni delle imprese
L'esecutivo è perfettamente consapevole che uno degli obiettivi primari è quello di incentivare le assunzioni da parte delle imprese, sostenere il reddito dei lavoratori e confermare il taglio del cuneo fiscale. Solamente con le nuove assunzioni sarà possibile far rifiorire l'economia, poiché in questo modo crescerà il numero di gente che dovrà versare le tasse. Si tratta di una strategia che il Governo Meloni intende portare avanti in parallelo con una ridefinizione della no tax area a 12mila euro.
Manovra 2025, niente tasse per chi guadagna fino a 12mila euro: come cambierebbe l'Irpef
Nel caso in cui la proposta di Forza Italia dovesse essere approvata, la nuova Irpef sarebbe cambierebbe la sua attuale struttura:
Per redditi fino a 28.000 euro aliquota al 23% (considerando, però, una no tax area di 12.000 euro);
Per redditi tra 28.000 e 60.000 euro aliquota al 33% (oggi l'aliquota è al 35% per redditi fino a 50.000 euro);
Per redditi superiore a 60.000 euro aliquota al 43%.
Per avere dei riferimenti chiari in base a quella che potrebbe essere la variazione dell'Irpef, risulta importante sapere che attualmente la no tax area è fissata a 8500 euro per lavoratori dipendenti e pensionati. Di conseguenza innalzare la cosiddetta no tax area a 12mila euro dovrebbero essere previste detrazioni pari a 2.760 euro che, però, di colpo non potrebbero calare per coloro che guadagnano poco più di 12mila euro.
BLOGSICILIA
Venti miliardi per mettere in sicurezza l'Italia, l'allarme del Ministro Musumeci
Musumeci, "20 mld per proteggere i territori"
di Gaetano Scariolo
"Io credo che da questo momento sia necessario guardare soprattutto alla necessità di mettere in sicurezza il territorio nazionale". Lo ha detto a Brucoli, a margine della convention di Fratelli d'Italia, il ministro della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci, parlando della manovra finanziaria che deve avere un capitolo solido per prevenire e contenere i disastri causati dal cambiamento climatico.
Musumeci, "servono 20 miliardi"
"E' un tema, se ci fate caso, nel dibattito politico che non appare ancora prioritario nonostante - dice Musumeci - quello che accade ogni giorno. Credo che servano almeno 20 miliardi da utilizzare in 10 anni per cominciare a fare seria opera di prevenzione. E credo che questa risorsa, che non può gravare sul bilancio dello Stato, debba essere, debba arrivare da soggetti esterni, creare un fondo straordinario di solidarietà finalizzato esclusivamente ad evitare o a mitigare le sciagure che purtroppo si verificano con sempre maggiore frequenza sul territorio nazionale. Credo sia il dovere prioritario. Io porterò all'esame del Governo questa proposta". Musumeci parla di una polizza assicurativa, al momento facoltativa, ma "lo Stato non è più nelle condizioni, per gli errori del passato, il potere di pagare per sempre è per tutti".
Il piano del mare
Da un lato il piano del Mare, dall'altro un disegno di legge per disciplinare lo spazio sotto la superficie del mare. Il ministro della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci, a Brucoli, ha messo sul tavolo i due obiettivi del Governo. "Il piano del mare mancava, non c'era. Dopo 80 anni - dice Musumeci - abbiamo creato uno strumento di programmazione che deve essere rivisto e aggiornato ogni tre anni. Per farlo abbiamo dovuto consultare 200 interlocutori che si muovono direttamente o indirettamente attorno al mare e lo abbiamo fatto in un luogo, in un tavolo che si chiama CIPOM, il Comitato Interministeriale delle Politiche del Mare. Stiamo lavorando per risolvere i primi problemi a cominciare dal codice della navigazione che venne realizzato 80 anni fa".
Musumeci anche parlato del disegno di legge per mettere regole sull'uso dei fondali marini. "Sotto il mare - dice Musumeci - si muovono milioni di chilometri di cavi che portano il contenuto dei nostri cellulari. I cavi per la comunicazione, i cavi energetici e quindi infrastrutture assai suscettibili di attacco nel caso in cui la situazione geopolitica internazionale dovesse deteriorare ulteriormente. Con questo disegno di legge noi istituiamo un'agenzia per la sicurezza dell'alimentazione subacquea presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un direttore nominato su proposta del Ministero della Difesa, ma ogni Ministero manterrà le proprie posizioni. Abbiamo le nostre competenze, quelle che finora ha gestito, e potremo finalmente consentire all'industria di lavorare per produrre strumenti soggetti atti alla conquista benevola dei fondali sottomarini, di lavorare per produrre strumenti soggetti atti alla conquista, conquista benevola, dei fondali sottomarini Ci sono minerali, ci sono specie ittiche. Possono esserci, dal punto di vista della geologia marina, sorprese per intercettare l'arrivo del terremoto qualche minuto prima che accada in superficie".
LENTEPUBBLICA
Chiarimenti sull'accesso agli atti nel nuovo Codice degli Appalti
7 Ottobre 2024 di lentepubblica.it
Con l'introduzione del nuovo Codice degli Appalti, approvato con il decreto legislativo 36/2023, emergono nuove regole sul diritto di accesso agli atti e la tutela delle informazioni sensibili.
Recentemente, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito alcuni punti chiave, rispondendo a quesiti posti da operatori economici e pubbliche amministrazioni in merito all'applicazione dell'articolo 36 del nuovo Codice.
La risposta arriva tramite il parere del Supporto Giuridico del MIT numero 2978.
Accesso agli atti nel nuovo Codice degli Appalti
L'articolo 36, commi 1 e 2, del Codice dei contratti disciplina l'accesso agli atti da parte dei concorrenti. In particolare, viene stabilito che l'offerta dell'operatore economico vincitore debba essere resa interamente accessibile, così come quelle dei primi cinque classificati. Tuttavia, la pubblicazione integrale di queste offerte può sollevare problematiche legate alla tutela del know-how aziendale e alla protezione dei dati personali.
Un primo nodo interpretativo riguarda infatti la salvaguardia dei segreti tecnici e commerciali delle imprese partecipanti. La norma prevede che la valutazione di queste informazioni sia rimessa alla discrezionalità della stazione appaltante, senza prevedere un confronto diretto con gli operatori economici. In questo contesto, molte aziende temono che la divulgazione completa delle loro offerte possa compromettere la riservatezza delle tecnologie o delle strategie impiegate.
Protezione dei segreti tecnici e commerciali
La tutela del know-how aziendale è affrontata in modo più dettagliato dal comma 3 dell'articolo 36. Questo prevede che, al momento della comunicazione digitale dell'aggiudicazione, la stazione appaltante informi anche le imprese in merito alle decisioni prese sulle richieste di oscuramento di alcune parti delle loro offerte, formulate per proteggere i segreti tecnici o commerciali. Tale meccanismo mira a bilanciare la trasparenza con la necessità di proteggere informazioni sensibili.
In aggiunta, i commi successivi (dal 4 all'8) stabiliscono un sistema di contraddittorio tra le imprese e l'amministrazione, qualora quest'ultima ritenga non giustificate le motivazioni per l'oscuramento delle informazioni. In questi casi, la stazione appaltante è obbligata ad attendere i termini per un eventuale ricorso prima di procedere alla pubblicazione integrale dei documenti.
Privacy e GDPR: i dati personali nelle offerte
Un altro tema cruciale riguarda la gestione dei dati personali contenuti nelle offerte, come ad esempio i curricula vitae dei professionisti coinvolti. Il timore è che la pubblicazione di tali informazioni possa esporre le stazioni appaltanti a violazioni delle normative sulla privacy, in particolare quelle stabilite dal Regolamento generale per la protezione dei dati personali (GDPR).
Anche su questo fronte, il Codice dei contratti fornisce delle linee guida. La stazione appaltante è infatti tenuta a rendere accessibile l'offerta dell'aggiudicatario e la documentazione relativa alla gara, ma deve oscurare i dati sensibili, nel pieno rispetto delle norme sulla protezione dei dati. Ciò implica che ogni informazione che possa violare la riservatezza dei partecipanti deve essere adeguatamente trattata prima della pubblicazione, per evitare possibili sanzioni e garantire la conformità al GDPR.
Le conclusioni del MIT
Le nuove disposizioni del Codice dei contratti pubblici mirano a garantire maggiore trasparenza nelle procedure di gara, tutelando al contempo i diritti delle imprese in merito alla riservatezza delle informazioni. Tuttavia, il bilanciamento tra accesso agli atti, protezione dei segreti industriali e rispetto della privacy resta un tema delicato. L'attenzione delle stazioni appaltanti nel gestire questi aspetti sarà fondamentale per evitare controversie e garantire un'applicazione corretta delle normative. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito alcuni passaggi fondamentali, ma le questioni operative e interpretative legate a questi nuovi obblighi richiederanno un costante monitoraggio e un'applicazione puntuale delle norme da parte delle amministrazioni pubbliche.