lentepubblica.it
Aumenti in busta paga per ritardare la pensione: l'ipotesi del Governo per i dipendenti pubblici
Tra le ipotesi del Governo, per trattenere i dipendenti pubblici e ritardare la pensione, ci sono degli aumenti in busta paga: ecco cosa sappiamo.Il Governo è pronto a rivoluzionare le regole del pensionamento nella Pubblica amministrazione.L'obiettivo è posticipare l'uscita dal mondo del lavoro per i dipendenti pubblici, per poter mitigare l'impatto sulla spesa previdenziale e colmare le carenze di personale che ci sono in molti settori.Scatta, quindi, l'ipotesi dell'aumento in busta paga per ritardare la pensione dei lavoratori del pubblico impiego.
Ecco nel dettaglio.Aumenti in busta paga per ritardare la pensione: l'ipotesi per i dipendenti pubblici
Al centro delle nuove misure ci sono degli incentivi economici pensati per rendere più attrattiva la prospettiva di continuare a lavorare oltre l'età pensionabile.Il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, sta valutando aumenti salariali diretti per i dipendenti che decidono di posticipare il pensionamento, riallocando i contributi previdenziali che sarebbero stati versati all'Inps, in modo da mantenere un costo contenuto per le casse dello Stato.
Un primo passo in questa direzione è già stato compiuto con l'eliminazione dell'obbligo di pensionamento a 65 anni per i dipendenti pubblici che hanno raggiunto i requisiti contributivi. Questa misura, però, rappresenta solo una prima tappa di un percorso più ampio per incentivare la permanenza in servizio.
Perché è importante ritardare le pensioni?Nei prossimi cinque anni, ci sarà un massiccio turnover, che interesserà la Pubblica amministrazione e il Governo ha intenzione di "tamponare" la situazione, ritardando i pensionamenti.Tra i motivi principali c'è la carenza di personale nella Pubblica amministrazione, in particolare in settori strategici come la sanità. Posticipare il pensionamento dei dipendenti permetterebbe di colmare temporaneamente questo gap.A preoccupare è anche la spesa previdenziale. L'invecchiamento della popolazione e l'imminente pensionamento dei baby-boomer mettono sotto pressione il sistema previdenziale. Ritardando il pensionamento dei dipendenti pubblici si potrebbe contenere l'impennata della spesa previdenziale.Inoltre, alcuni settori della Pubblica amministrazione, come quello sanitario, stanno attraversando una profonda crisi occupazionale. Mantenendo in servizio i professionisti più esperti, si potrebbe contribuire ad alleviare questa situazione.La riforma del pensionamento nella Pubblica amministrazione è sicuramente un tema complesso e delicato, che richiede un attento bilanciamento tra le esigenze del sistema previdenziale, le necessità della pubblica amministrazione e i diritti dei lavoratori.
LENTEPUBBLICA
Ministero del Turismo: bando per aree di sosta attrezzate per i viaggiatori.
Il Ministero del Turismo ha lanciato un importante bando da oltre 32 milioni di euro, mirato alla creazione e riqualificazione di aree di sosta attrezzate per i viaggiatori.
Questo progetto punta a promuovere il turismo all'aria aperta, settore sempre più in crescita in Italia, con l'obiettivo di migliorare le strutture destinate ai turisti e favorire un'accoglienza più sostenibile.
I destinatari principali di questa misura sono i Comuni italiani con una popolazione che non superi i 20 mila abitanti.
Tuttavia, anche i Comuni che non rientrano in questo limite demografico possono partecipare al bando, a patto che soddisfino uno dei seguenti requisiti:
organizzare annualmente eventi di grande richiamo, che attirano almeno 20 mila persone;
e presentare progetti di aree di sosta situate entro 15 chilometri da cammini storici o religiosi, oppure da siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Entità dei finanziamenti
Il bando prevede contributi che coprono fino all'80% delle spese ammissibili per ogni progetto. Le cifre variano a seconda della tipologia di intervento:
Per la creazione di nuove aree di sosta, il contributo massimo è di 6 mila euro per ogni piazzola, fino a un tetto complessivo di 400 mila euro per area.
Per la riqualificazione di aree esistenti, il finanziamento scende a 3.600 euro per piazzola, con un massimo di 240 mila euro per area.
I progetti selezionati dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026, garantendo così un impatto a medio termine sul miglioramento delle strutture turistiche italiane.
Come presentare la domanda?
Le amministrazioni comunali che intendono accedere ai finanziamenti previsti dal bando dovranno seguire una procedura telematica precisa. Il Ministero del Turismo, infatti, metterà a disposizione una piattaforma informatica dedicata, che sarà operativa entro 60 giorni dalla pubblicazione dell'avviso ufficiale.
L'accesso a questa piattaforma avverrà esclusivamente tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d'Identità Elettronica), strumenti ormai indispensabili per garantire un'autenticazione sicura e affidabile. Il sistema digitale permetterà di gestire in maniera rapida e centralizzata l'intero iter di presentazione della domanda, riducendo al minimo il rischio di errori o ritardi che potrebbero compromettere l'esito della richiesta.
Una volta che la piattaforma sarà attiva, i Comuni interessati avranno a disposizione un termine di 30 giorni per presentare la loro domanda. È importante sottolineare che questo periodo è tassativo: le amministrazioni comunali dovranno quindi assicurarsi di raccogliere tutta la documentazione richiesta e di preparare un progetto dettagliato nei tempi previsti. La presentazione dovrà includere una descrizione chiara e completa dell'intervento proposto, con un'attenzione particolare alle voci di spesa, che saranno valutate per determinare l'ammissibilità del finanziamento.
L'intero processo digitale è stato progettato per semplificare l'accesso ai fondi e migliorare la trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. Una volta inviata la richiesta, i Comuni potranno monitorare lo stato della loro pratica direttamente sulla piattaforma, ricevendo aggiornamenti in tempo reale riguardo all'esito della valutazione. Questo sistema, quindi, non solo snellisce la burocrazia, ma offre anche maggiori garanzie di tracciabilità e controllo.
Infine, è utile ricordare che il termine per la conclusione dei progetti è fissato al 30 giugno 2026, il che significa che i Comuni beneficiari dovranno pianificare con attenzione tutte le fasi dei lavori, dall'avvio alla chiusura, per rispettare le scadenze stabilite e non perdere i finanziamenti assegnati.
ILSOLE24ORE
Ultime limature per la manovra. Sotto la lente il tetto agli stipendi dei vertici degli enti pubblici e privati.
Il lavoro per chiudere il testo è andato avanti per tutto il fine settimana, accompagnato da un clima blindato, con bocche cucite e l'insolita assenza di bozze.
La maggioranza guarda con interesse al potenziale "tesoretto" che arriverà dal concordato biennale. Risorse prioritariamente destinate all'ulteriore taglio dell'Irpef, ma che, nel caso di un bottino particolarmente ricco, potrebbero anche essere destinate ad altro. La Lega ci spera, immaginando un'ulteriore estensione della flat tax. Mentre Forza Italia punta sul taglio dell'aliquota per i ceti medi. In attesa che la manovra arrivi in Parlamento, l'opposizione va all'attacco, con il Pd che denuncia la previsione, «nascosta» in un allegato al Piano strutturale di bilancio, di tagli agli asili nido al Sud.
Intanto il testo del disegno di legge di bilancio non è ancora giunto alla Camera, dove la manovra 2025 inizierà il percorso di conversione. Le prossime ore, che precedono la conferenza stampa di martedì 22 ottobre con la premier Giorgia Meloni, potrebbero essere quelle buone.
Il testo della legge di bilancio sarebbe dunque ancora in via di limatura: il lavoro per chiudere il testo è andato avanti per tutto il fine settimana, accompagnato da un clima blindato, con bocche cucite e l'insolita assenza di bozze. Sotto la lente sarebbe finita anche l'annunciata norma per tagliare il tetto agli stipendi dei vertici degli enti pubblici e privati che ricevono contributi dallo Stato: a preoccupare il perimetro Istat delle pubbliche amministrazioni ritenuto troppo ampio, oltre ai malumori nei potenziali soggetti coinvolti scatenati dall'annuncio. La norma, tuttavia, al momento sarebbe confermata. Negli uffici del Mef e di Palazzo Chigi si lavora dunque per rispettare i tempi e inviare il ddl al Parlamento, come annunciato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Anche perché poi martedì mattina è in programma la conferenza stampa della presidente del consiglio Giorgia Meloni, che dovrebbe concentrarsi proprio sulla manovra, anche se è inevitabile che irrompano anche i temi di più stringente attualità, dall'emergenza maltempo all'Albania, fino al conflitto in Medio Oriente.
Nell'attesa della manovra, che quest'anno per la prassi dell'alternanza inizierà l'iter di conversione dalla Camera, è già arrivato in Senato il decreto fiscale collegato. Il provvedimento contiene il vincolo a destinare le risorse del concordato e del ravvedimento speciale «prioritariamente» alla riduzione delle aliquote dell'Irpef. Per portare l'aliquota dal 35% al 33% sui redditi fino a 50mila euro, ha spiegato nelle scorse settimane il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, servono 2,5 miliardi, mentre il conto sale a 4 miliardi se il beneficio fiscale viene esteso fino a 60mila euro. Le adesioni scadono il 31 ottobre e al Mef nessuno si sbilancia nel fare previsioni: i pagamenti si tende a farli a ridosso della scadenza, dice cauto Leo, che vede entusiasmo ed interesse tra i contribuenti. Da giorni però è anche in atto il pressing dei commercialisti per chiedere una proroga: quattro sigle sindacali hanno già proclamato uno sciopero di 7 giorni dal 30 ottobre, anche se lo stop non è appoggiato dal Consiglio nazionale. Leo ha però già chiarito che la proroga non si può fare.
Il fatto che il grosso delle risorse del concordato sia già prenotato dalla riforma dell'Irpef, non frena però gli appetiti dei partiti. La Lega non ha mai nascosto di voler estendere ancora la flat tax oltre gli 85mila euro. Lo stesso Giorgetti in conferenza stampa confermava: «La stiamo studiando, è una delle cose che si potranno fare se il concordato va particolarmente bene». «Vedremo cosa si riesce a fare quando avremo il decreto fiscale al Senato», risponde sul punto il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama Massimiliano Romeo. Forza Italia, invece, insiste per destinare i fondi alla riduzione delle tasse: se il concordato darà buoni risultati si potrà «ridurre l'aliquota Irpef intermedia dal 35% al 33% ed elevare la fascia dei beneficiari fino a 60 mila euro», dice il leader Antonio Tajani. Le opposizioni intanto aprono un nuovo fronte di scontro. In una tabella del Psb, denuncia il Pd, viene scritto nero su bianco che «il diritto all'asilo nido non sarà più del 33% a livello regionale ma scenderà al 15% contraddicendo la legge di bilancio 2022, che fissava proprio al 33% su base locale la disponibilità di posti con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri territoriali».
LENTEPUBBLICA
Buoni pasto anche al lavoratore in ferie: lo sostiene la Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un'importante ordinanza in materia di diritti dei lavoratori, la 25840/2024, che sancisce il diritto a percepire i buoni pasto anche durante i periodi di ferie.La decisione, in linea con un principio già affermato dalla Corte di Giustizia Europea, ribadisce che la retribuzione durante le ferie deve includere tutti i benefici economici normalmente previsti durante lo svolgimento delle mansioni lavorative, come indennità varie e, appunto, i buoni pasto, spesso insufficienti per i dipendenti.Il caso specifico su cui si è espressa la Cassazione riguarda un dipendente di un'azienda della Regione Campania, che aveva avviato una controversia per il mancato riconoscimento dei buoni pasto durante le ferie.
Buoni pasto anche al lavoratore in ferie: lo sostiene la Cassazione
Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte, riconoscere una retribuzione ridotta durante le ferie rischierebbe di disincentivare i lavoratori a fruire del periodo di riposo, compromettendo non solo la loro salute fisica, ma anche il loro benessere generale.La normativa europea, in particolare l'articolo 7 della direttiva 88/2003, evidenzia l'importanza di mantenere la retribuzione ordinaria per garantire un riposo effettivo, che è considerato un diritto fondamentale dei lavoratori.La Corte ha pertanto chiarito che i lavoratori devono ricevere la retribuzione ordinaria, comprensiva delle indennità connesse al ruolo svolto, anche durante il periodo di ferie. Questo, hanno spiegato i giudici, è fondamentale per evitare che i dipendenti rinuncino al loro diritto al riposo, compromettendo così la loro salute e sicurezza sul lavoro.
Tutelare il benessere complessivo dei dipendentiLa questione del riconoscimento di una retribuzione piena durante i periodi di ferie, compresi i buoni pasto, non si esaurisce nella semplice tutela del reddito dei lavoratori, ma ha risvolti profondamente legati al loro benessere complessivo. In primo luogo, una retribuzione equa durante le ferie assicura una stabilità economica che diventa sempre più cruciale in un contesto di inflazione crescente e aumento del costo della vita. La riduzione o l'esclusione di componenti economiche abituali potrebbe infatti tradursi in una diminuzione significativa delle entrate mensili, spingendo molti lavoratori a rimandare o addirittura rinunciare ai periodi di riposo a cui hanno diritto.
Tuttavia, il valore di una giusta retribuzione durante le ferie va oltre la dimensione economica immediata. Un periodo di ferie ben remunerato contribuisce a preservare la motivazione e il morale dei lavoratori, aspetti fondamentali per il loro rendimento e la loro soddisfazione professionale. Se il dipendente percepisce una riduzione del reddito durante il periodo di ferie, potrebbe vivere il riposo non come un'opportunità di rigenerazione psicofisica, ma come un momento di ansia legato alla diminuzione delle entrate. Questo meccanismo rischia di creare un circolo vizioso in cui il lavoratore preferisce accumulare stress e stanchezza, compromettendo la propria salute e, a lungo termine, anche la propria produttività.
SCRIVOLIBERO
Libero Consorzio Agrigento: pubblicato l'avviso pubblico per gli allestimenti dell'area museale alla foce dell'Akragas
E' pubblicato sul sito internet istituzionale del Libero Consorzio di Agrigento (www.provincia.agrigento.it sez. "In evidenza") l'avviso pubblico a carattere esplorativo per la realizzazione degli allestimenti del percorso museale sulla riva sinistra del fiume Akragas. Il piano degli allestimenti, è tra gli obiettivi del progetto per la "Riqualificazione paesaggistico-ambientale, valorizzazione e fruizione del tratto costiero di contrada Maddalusa e della foce del fiume Akragas", finanziato dall'Assessorato Regionale ai Beni Culturali, i cui lavori sono già in corso da mesi.Tutte le informazioni al link:
https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15721
AGRIGENTOOGGI
Elezioni dei Liberi Consorzi: Agrigento al voto il 15 dicembre.
Rinnovamento in vista: il centrodestra si prepara alle elezioni dei Liberi Consorzi, con Agrigento al centro della sfida politicaIl 15 dicembre si terranno le prossime consultazioni elettorali per le ex province, oggi denominate liberi consorzi. La data era già stata individuata durante un vertice di maggioranza del centrodestra alla Regione, e ora è ufficiale. In questa tornata elettorale, tuttavia, non saranno i cittadini a recarsi alle urne per rinnovare i vertici degli enti, ma esclusivamente sindaci e consiglieri comunali. Sei province andranno al voto (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) per eleggere i presidenti e i consiglieri dei liberi consorzi. Nelle tre Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) si voterà solo per i Consigli metropolitani, poiché la presidenza dell'ente sarà affidata al sindaco della Città metropolitana.
Il 15 dicembre si vota per i Liberi Consorzi: il centrodestra si gioca la leadership ad Agrigento
Ad Agrigento, la partita si gioca sulla scelta di affidare la guida del libero consorzio al sindaco del capoluogo, misurando così la compattezza del centrodestra. Infatti, a Palermo, il centrodestra ha già trovato un accordo non solo sulla data del voto, ma anche sulla scelta dei rappresentanti. Tutto fa pensare che ad Agrigento la scelta ricadrà sul sindaco della città, attualmente Capitale Italiana della Cultura 2025. È qui che si verificherà la solidità della coalizione di centrodestra: l'elezione del sindaco Franco Miccichè, considerata la più rappresentativa e sostenuta dalla maggioranza, potrebbe avere l'effetto di far slittare le elezioni comunali da ottobre 2025 alla primavera del 2026. L'ultima tornata elettorale si è tenuta ad ottobre, una data insolita legata all'emergenza pandemica, che già aveva posticipato il mandato precedente. In Sicilia, di solito, si vota in primavera.
Attualmente, i Liberi Consorzi comunali sono guidati da dirigenti regionali in qualità di commissari, una gestione straordinaria che dura da dieci anni. Con le elezioni di secondo livello, verranno finalmente rinnovati i vertici di questi enti, come confermato dalle decisioni prese durante la riunione dei partiti di maggioranza che sostengono il governo Schifani.
La legge che aboliva le vecchie province, voluta dall'allora governatore Rosario Crocetta, verrà finalmente attuata completamente per la prima volta. Tuttavia, all'interno del centrodestra non mancano le pressioni per ripristinare l'elezione diretta dei presidenti delle province e dei consiglieri provinciali. Il nodo cruciale rimane la dotazione finanziaria di enti che, nell'ultimo decennio, sono stati lasciati senza risorse.
AGRIGENTONOTIZIE
La città in ginocchio / Licata.
Licata prova a rialzarsi dopo l'alluvione: volontari, protezione civile e cittadini spalano il fango
Il fiume Salso, all'indomani dell'esondazione, è rientrato all'interno degli argini: ci vorranno almeno altri due giorni per ripulire tutto e iniziare la conta dei danni.
Si continua a spalare fango, e si andrà avanti così almeno per un altro paio di giorni, a Licata dove ieri il fiume Salso è esondato in più punti. La foce, nel momento della piena, è arrivata a circa 8 metri d'altezza.
Adesso, calando di circa 6 metri, è a 2 metri, quindi perfettamente nel suo letto. La criticità maggiore è quella del mercato ortofrutticolo di via Giarretta che è completamente allagato. Sono in azione due mezzi meccanici e quattro idrovore che aspirano acqua e fango. Oltre agli uomini della Protezione civile, a tutti i dipendenti comunali e a tanti volontari, sono al lavoro anche tutti i proprietari dei magazzini. Accanto al loro anche il sindaco della città Angelo Balsamo che da ieri non si è mai fermato un attimo.
Quartieri sott'acqua a Licata, in arrivo le squadre idrovore dei vigili del fuoco
Protezione civile, operai, volontari e cittadini, avvalendosi dei mezzi di spurgo, per tutta la notte e fino alle 6, hanno lavorato su corso Serrovia: la strada che unisce la zona del mare al resto della città. Una via, altamente trafficata, dove sorgono case e tante attività commerciali. Adesso, le stesse squadre si sono spostate in corso Umberto II e in via Giarretta.
L'elicottero "Drago 146" dei pompieri porta in salvo l'uomo rimasto sul tetto della casa: le immagini
Le pale meccaniche stanno rimuovendo il grosso del fango, poi verrà gettata sabbia per far consolidare il fango che rimane e si procederà al lavaggio delle strade. Licata è disperata e consapevole del fatto che ci vorranno giorni prima di riuscire a tornare alla normalità.