agrigentonotizie.it
Completamento dell'Itc di Campobello di Licata: pubblicata gara da tre milioni di euro
Si tratta di lavori interamente finanziati con fondi statali previsti dalla legge 145/2018 destinati ai liberi consorzi.
Ammonta a 3.240.000,00 euro l'importo della gara d'appalto bandita dal Libero consorzio comunale di Agrigento per i lavori di costruzione della palestra e del completamento di parte dei laboratori dell'Istituto tecnico per il commercio di Campobello di Licata.Si tratta di lavori interamente finanziati con fondi statali previsti dalla legge 145/2018 destinati ai liberi consorzi e alle città metropolitane per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole.Le offerte dovranno essere presentate entro le 12 del 19 novembre. Bando di gara e allegati tecnici sono consultabili al link:https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15732
GIORNALE DI SICILIA
L'Ars rispolvera le Province, il piano per il voto diretto.
Due settimane di tempo per cambiare la legge sui Liberi Consorzi. C'è l'intesa nella maggioranza per reintrodurre l'elezione diretta di presidenti e consiglieri.Il centrodestra prepara il blitz, per il quale c'è un margine di manovra di appena un paio di settimane. Il piano dei leader della maggioranza prevede di annullare il voto di secondo livello nelle ex Province a pochi giorni dall'apertura dei seggi e di approvare all'Ars una legge che reintroduca l'elezione diretta di presidenti e consiglieri.
Il blitz è stato pianificato a Palazzo d'Orleans ieri mattina durante un vertice di maggioranza non avulso dai dubbi di alcuni alleati, soprattutto quelli dei meloniani.
Materia complicata dal punto di vista tecnico giuridico ma dagli effetti politici enormi. Calendario alla mano, da qualche giorno è iniziato un countdown che porterà per la prima volta nella storia siciliana alle cosiddette elezioni di secondo livello.
Significa che il 15 dicembre per eleggere i presidenti e le assemblee dei Liberi Consorzi (eredi delle ex Province anche se mai nati del tutto) saranno chiamati alle urne solo i sindaci e i consiglieri comunali del territorio. E lo stesso vale per l'elezione dei consigli metropolitani mentre al vertice delle Città Metropolitane vanno di diritto i sindaci del capoluogo.
Ma da qualche giorno nel centrodestra maturano dubbi su tutta la procedura, emersi con forza nel primo vertice di maggioranza svoltosi lunedì mattina. In primis i leader temono di non controllare i sindaci, che potrebbero costruire in vista delle elezioni alleanze atipiche fra amministrazioni confinanti anche se di diverso colore politico.
GIORNALE DI SICILIA
Lotta alla siccità Schifani: sulla riattivazione dei dissalatori occorre fare presto.
Il governatore incontra commissario emergenza idrica Dell'Acqua. «Ho rappresentato al commissario Dell'Acqua l'importanza di riattivare il prima possibile i tre dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, ormai dismessi da oltre dieci anni. Il governo della Regione ha già individuato nella sua strategia le risorse necessarie, stanziando 90 milioni di euro all'interno dell'accordo di coesione sottoscritto con il governo nazionale.
Per accelerare l'iter ho chiesto e ottenuto da Roma che a occuparsene sia il commissario nazionale, al quale la legge ha assegnato pieni poteri di deroga sui tempi di realizzazione. Da parte nostra assicuriamo, nello spirito di leale collaborazione istituzionale, la massima disponibilità a offrire l'appoggio logistico e le risorse umane che dovessero essere necessarie».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che nel pomeriggio ha incontrato a Palazzo d'Orléans, il commissario nazionale per l'emergenza idrica, Nicola Dell'Acqua, che da domani effettuerà un sopralluogo nei tre siti che ospitano i dissalatori.
Erano presenti l'assessore regionale all'Energia e ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, e il coordinatore della cabina di regia regionale per l'emergenza idrica, Salvo Cocina. Dell'Acqua si è impegnato ad avviare con immediatezza l'iter di evidenza pubblica per l'attivazione in pochi mesi di tre moduli mobili di dissalazione e nel contempo ad approfondire le procedure per l'avvio del percorso di realizzazione dei tre impianti definitivi, da completare entro la prossima estate.
«La Regione - ha aggiunto Schifani - ha già avviato gli interventi a breve termine per mitigare gli effetti dell'eccezionale crisi idrica che ha colpito l'Isola e ritiene, comunque, i dissalatori fondamentali per il prossimo futuro per garantire in modo continuo adeguate forniture idriche, visto che a seguito dei cambiamenti climatici saremo costretti sempre più spesso a fare i conti con lunghi periodi di siccità».
TELEMONTEKRONIO
Appalto di oltre tre milioni di euro per il completamento dell'ITC di Campobello di Licata.
Ammonta a 3 milioni e 240 mila euro l'importo della gara d'appalto bandita dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento
per i lavori di costruzione della palestra e del completamento di parte dei laboratori dell'Istituto Tecnico per il Commercio di Campobello di Licata. Si tratta di lavori interamente finanziati con fondi statali destinati ai Liberi Consorzi e alle città metropolitane per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole.
Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 12:00 del prossimo 19 novembre, e l'intera procedura di gara verrà gestita integralmente in modalità telematica.
GRANDANGOLOAGRIGENTO
Elezioni provinciali, i sindaci Dalacchi e Castellino tra i "papabili" per la presidenza.sono candidabili a Presidente del libero Consorzio comunale i Sindaci dei comuni appartenenti allo stesso libero Consorzio comunale, il cui mandato scada non prima di diciotto (18) mesi dalla data di svolgimento delle elezioni.
C'è la data. Il 15 dicembre si torna al voto per il rinnovo dei Liberi Consorzi, le ex province soppresse dall'allora presidente della Regione Rosario Crocetta. Si tratta di una tornata elettorale di secondo livello, dunque "aperta" a sindaci e consiglieri comunali e non ai cittadini. Sei le province al voto, compresa quella di Agrigento, mentre per Palermo, Catania e Messina saranno i rispettivi sindaci a ricoprire il ruolo di presidente dell'Ente.
Intanto, sono candidabili a Presidente del libero Consorzio comunale i Sindaci dei comuni appartenenti allo stesso libero Consorzio comunale, il cui mandato scada non prima di diciotto (18) mesi dalla data di svolgimento delle elezioni, di conseguenza rimarrebbero fuori dalla tornata: Micchiché (AGRIGENTO), Nicastro (CASTELTERMINI), Ruvolo (RIBERA), Gaglio (CAMASTRA), Cuffaro (RAFFADALI), Lattuca (REALMONTE), Zambito (SICULIANA), Mangiapane (CAMMARATA). "Campagna elettorale", dunque, già iniziata tra politici che lascia spazio ad accordi e alleanze: tra i papabili a rivestire il ruolo di Presidente del Libero Consorzio, infatti, ci sarebbe Stefano Castellino, attuale Sindaco di Palma di Montechiaro che ai nostri microfoni ha confermato i rumors e, a sorpresa il Sindaco di Naro Milco Dalacchi che negli ultimi tempi ha creato un'alleanza intercomunale con Campobello di Licata, Agrigento, Castrofilippo, Canicattì e Camastra. Anche il Sindaco di Campobello Vito Terrana sarebbe stato solleticato dall'idea di rappresentare l'intera provincia.
QDS
Quanto tempo bisogna lavorare per far salire lo stipendio: tutte le info sulla busta paga.
Ecco le info di cui tutti i lavoratori devono essere a conoscenza
Dopo tanti anni di lavoro e sacrifici sono sempre di più i lavoratori che oggi si chiedono quali sono i casi in cui si possono verificare degli aumenti in busta paga. Uno di questi è sicuramente legato all'anzianità, legata al numero di anni che un dipendente lavora nella stessa azienda. Dopo un certo numero di anni di lavoro, infatti è previsto l'aumento obbligatorio dello stipendio grazie al cosiddetto scatto di anzianità. Tuttavia a disciplinare gli aumenti periodici di anzianità è il contratto collettivo di riferimento (Ccnl), il quale fissa anche i nuovi importi in busta paga. Nello specifico possiamo affermare che i contratti collettivi fissano gli scatti di anzianità ogni 2 o 3 anni, indicando poi un limite che varia da un minimo di 4 scatti in carriera a un massimo di 12.
Quanto tempo bisogna lavorare per far salire lo stipendio, gli anni per lo scatto
Come già spiegato, l'unico criterio per tenere in considerazione gli scatti è legato all'anzianità in una specifica azienda, che decorre dalla data di assunzione del lavoratore e, a eccezione di alcuni periodi non lavorati, concorrono al calcolo tutti gli anni in cui risulta essere in vigore il contratto. È sempre il Ccnl a specificare quali periodi non sono considerati ai fini della maturazione del diritto allo scatto di anzianità, ma solitamente si tratta di assenze ingiustificate e congedi non retribuiti. Nessun problema invece nei periodi di ferie, malattia, maternità e cassa integrazione, considerati validi ai fini del calcolo dell'anzianità di servizio.
Come controllare l'aumento di stipendio
Nel caso in cui tutti i criteri risultino soddisfatti, lo scatto di anzianità viene riconosciuto sulla prima busta paga utile a quella in cui ne è stato maturato il diritto.
TELEACRAS
Le elezioni Provinciali del 15 dicembre saranno annullate?
Il prossimo 15 dicembre i consiglieri comunali e i sindaci di ciascuna provincia eleggeranno, con elezione di secondo livello, i consiglieri provinciali e il presidente della Provincia, tranne che nelle tre province di Palermo, Catania e Messina dove il presidente della Provincia sarà il sindaco del capoluogo. Tuttavia ciò adesso è sotto riserva. Infatti, la maggioranza di centrodestra alla Regione lavorerebbe sotto traccia per reintrodurre l'elezione diretta dei consiglieri provinciali e del Presidente, ovvero votano i cittadini. La prima conseguenza di ciò sarebbe l'annullamento del voto di secondo livello nelle ex Province.
LENTEPUBBLICA
Dal Consiglio dei Ministri ok al correttivo del nuovo Codice Appalti
Il nuovo decreto legislativo correttivo, approvato dall'ultimo Consiglio dei Ministri, introduce disposizioni integrative al nuovo Codice degli Appalti (decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36): tutte le novità.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha dato il via libera in esame preliminare a un decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al Codice dei contratti pubblici.
L'obiettivo del provvedimento è quello di razionalizzare e semplificare le norme attualmente in vigore, risolvendo alcune criticità riscontrate nell'applicazione pratica.
Il correttivo del nuovo Codice Appalti approvato dal Consiglio dei Ministri
Il testo tiene conto delle esigenze espresse dagli operatori del settore e delle richieste avanzate a livello europeo per modificare e integrare alcune disposizioni giuridiche già introdotte. Le nuove norme sono anche funzionali al raggiungimento di alcuni obiettivi previsti dal PNRR, nell'ambito della riforma 1.10 riguardante il quadro normativo in materia di appalti pubblici e concessioni.
Di seguito, alcune delle principali novità.
Equo compenso
Il Governo stabilisce i criteri di applicazione della legge sull'equo compenso (legge 21 aprile 2023, n. 49) per il settore dei contratti pubblici, con l'obiettivo di bilanciare gli interessi in gioco.
Gli importi, determinati in base al cosiddetto "decreto parametri", devono essere utilizzati dalle stazioni appaltanti come base di gara, comprendendo compensi, spese accessorie e altri oneri.
L'assegnazione dei contratti avverrà in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, con una forte attenzione alla qualità/prezzo. Inoltre, viene introdotta una protezione contro le offerte anomale che non rispettano il principio dell'equo compenso, permettendo l'esclusione automatica delle proposte non coerenti. Per contratti di importo inferiore a 140.000 euro, i compensi potranno essere ridotti, ma solo fino al 20%.
Tutela del lavoro
Per garantire maggiore tutela ai lavoratori impiegati negli appalti, il decreto introduce un nuovo allegato che stabilisce le regole per individuare il contratto collettivo applicabile e per la verifica dell'equivalenza delle tutele. Le stazioni appaltanti dovranno indicare nel bando il contratto collettivo applicabile al personale e assicurarsi che le condizioni di lavoro siano equipollenti a quelle previste dal contratto di riferimento.
Digitalizzazione
L'accelerazione e semplificazione della digitalizzazione nel settore degli appalti è un altro punto centrale del decreto. Le novità riguardano, tra le altre cose, il rafforzamento del fascicolo virtuale dell'operatore economico, la certificazione delle piattaforme digitali (pubbliche o private) utilizzate dalle stazioni appaltanti per collegarsi alla Banca dati nazionale ANAC, e la ripartizione delle responsabilità tra il Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e il personale delle stazioni appaltanti per il caricamento dei dati. Inoltre, si punta a migliorare il casellario informatico e a semplificare l'uso dei metodi digitali per la gestione delle costruzioni (BIM - Building Information Modeling). A partire dal 10 gennaio 2025, sarà obbligatorio ricorrere al BIM per lavori con un valore superiore a 2 milioni di euro, anziché 1 milione come previsto finora.
Revisione prezzi
Il decreto introduce nuove modalità per determinare gli indici sintetici che permettono di adeguare gli importi contrattuali in caso di variazioni di prezzo. Questo aspetto è cruciale per mantenere l'equilibrio economico-finanziario dei contratti in un contesto di costante fluttuazione dei prezzi.
Qualificazione delle stazioni appaltanti
Importanti modifiche riguardano la qualificazione delle stazioni appaltanti, con l'obiettivo di migliorarne la professionalizzazione e garantire una gestione più efficiente degli appalti. Dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti dovranno monitorare la loro efficienza decisionale, verificando il tempo medio tra la presentazione delle offerte e la stipula del contratto. Vengono inoltre introdotti incentivi per le stazioni appaltanti che scelgono di appoggiarsi a enti qualificati per appalti sotto soglia. Al fine di evitare blocchi nell'esecuzione dei contratti, vengono previsti requisiti flessibili per la qualificazione durante la fase esecutiva, oltre a corsi di formazione per il personale, offerti anche da enti privati.
Consorzi
Per quanto riguarda i consorzi, il decreto chiarisce che i consorzi stabili possono avvalersi dei requisiti maturati dalle singole consorziate, anche se non esecutrici, per partecipare alle gare. Tuttavia, il possesso dei requisiti dovrà essere verificato concretamente attraverso l'istituto dell'avvalimento. Inoltre, è previsto che i consorzi debbano indicare, al momento dell'offerta, quali consorziati saranno incaricati dell'esecuzione. Viene anche introdotto il divieto di partecipare a più di un consorzio stabile.
Tutela delle PMI
Per favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici, il decreto prevede misure specifiche. Le stazioni appaltanti dovranno verificare attentamente il mercato per assicurarsi che la suddivisione in lotti renda possibile la partecipazione delle PMI. Inoltre, per gli appalti sotto la soglia di rilevanza europea, le stazioni appaltanti potranno riservare l'esecuzione a queste imprese, a meno che non vi sia un accertato interesse transfrontaliero. Infine, i contratti di subappalto dovranno prevedere che almeno il 20% delle prestazioni subappaltabili sia affidato a micro, piccole e medie imprese, con possibilità di deroga solo in casi specifici.
Esecuzione dei contratti
Il decreto introduce modifiche anche per quanto riguarda la fase esecutiva dei contratti di appalto. Le novità riguardano la revisione delle norme sui premi e penali applicabili agli operatori economici, per incentivare il rispetto dei tempi di esecuzione o penalizzare i ritardi.
Partenariato pubblico-privato (PPP)
Infine, il decreto interviene sul partenariato pubblico-privato, in particolare sulla finanza di progetto. Viene introdotta una distinzione tra le procedure di finanza di progetto a iniziativa privata e quelle a iniziativa pubblica, con l'obiettivo di garantire maggiore trasparenza e competitività. Gli enti concedenti dovranno assicurare piena trasparenza su tutte le proposte e manifestazioni di interesse, in modo da favorire una competizione effettiva.
LENTEPUBBLICA
Chiarimenti dell'Aran su progressioni economiche e mobilità volontaria.
L'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) ha fornito alcune indicazioni sul rapporto che intercorre su progressioni economiche e mobilità volontaria.
La domanda formulata all'Aran era centrata sul caso di un dipendente assunto a giugno 2024 attraverso l'istituto della mobilità volontaria, e se questi potesse beneficiare della progressione economica indetta ad agosto 2024 nel nuovo ente.
Risorse per le progressioni economiche
Un aspetto importante è la corretta assegnazione delle risorse destinate a tale scopo, che deve seguire criteri ben precisi. Le risorse destinate alle progressioni devono essere gestite con attenzione per garantire la loro certezza, stabilità e continuità nel tempo. Queste caratteristiche sono fondamentali per evitare squilibri nei bilanci degli enti pubblici e per assicurare che l'assegnazione delle risorse sia sostenibile.
Certezza
La certezza delle risorse si riferisce alla loro disponibilità concreta e sicura, evitando che vengano utilizzati fondi che potrebbero variare o risultare insufficienti. Tale principio è essenziale per evitare che l'ente si trovi a dover rimodulare o tagliare altre voci di spesa nel corso dell'anno per far fronte alle progressioni economiche. Le risorse destinate a questi avanzamenti devono essere pianificate con anticipo e provenire da fondi che garantiscano la copertura completa.
Stabilità
La stabilità implica che queste risorse devono essere garantite nel tempo, non solo per l'anno in cui viene indetta la progressione, ma anche per gli anni successivi. In altre parole, l'ente deve essere in grado di sostenere l'impatto economico dell'aumento salariale che una progressione comporta, senza dover rivedere le proprie previsioni di bilancio in modo drastico.
Continuità nel tempo
La continuità fa riferimento alla necessità che i fondi per le progressioni siano sempre presenti e non subiscano interruzioni. Questo evita che i benefici economici assegnati possano essere ritirati o ridimensionati a causa di carenze di bilancio negli anni successivi. Le progressioni, infatti, sono diritti acquisiti dai lavoratori, e qualsiasi instabilità nei fondi potrebbe generare contenziosi legali o problematiche amministrative.
Risorse da fondi appositamente costituiti
Per garantire questi tre requisiti, le normative contrattuali di settore prevedono che le risorse destinate alle progressioni provengano da fondi appositamente costituiti e vincolati a tale scopo, come ad esempio il Fondo risorse decentrate. La normativa stessa fornisce le linee guida per la loro corretta quantificazione, con l'obiettivo di evitare squilibri finanziari e assicurare che l'ente pubblico possa rispettare i propri impegni senza compromettere altre voci di spesa o la qualità dei servizi erogati.
I chiarimenti dell'Aran relativi al rapporto tra progressioni economiche e mobilità volontaria
Per affrontare la questione, l'Aran ha richiamato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) sottoscritto il 16 novembre 2022, in particolare l'articolo 14, comma 3. Tale norma stabilisce che le progressioni economiche devono essere finanziate con risorse provenienti dal Fondo risorse decentrate, il quale deve garantire certezza, stabilità e continuità. L'articolo specifica inoltre che tali progressioni sono attribuite a partire dal 1° gennaio dell'anno in cui viene firmato definitivamente il contratto integrativo di riferimento.
Questo significa che, per poter partecipare alla procedura di progressione economica, il dipendente deve risultare in servizio già dal 1° gennaio dell'anno di riferimento, ovvero dal 1° gennaio 2024 per il caso in questione. Pertanto, i lavoratori assunti dopo tale data, anche se trasferiti tramite mobilità volontaria, non possono essere inclusi nelle progressioni economiche indette per quell'anno.
L'orientamento applicativo serve dunque a chiarire che la partecipazione alla progressione economica è limitata ai dipendenti già presenti in servizio all'inizio dell'anno di riferimento. Questo criterio è fondamentale anche per una corretta quantificazione delle risorse necessarie, evitando così di includere personale che non rientra nei requisiti temporali stabiliti.
reportsicilia.it
Riforma elettorale in Sicilia: il 15 dicembre elezione di secondo livello sotto riserva, possibili cambiamenti per l'elezione dei consigli provinciali
Il prossimo 15 dicembre si terrà l'elezione di secondo livello per il rinnovo dei consigli provinciali e dei presidenti delle Province siciliane, un voto nel quale i consiglieri comunali e i sindaci di ciascuna provincia eleggeranno i rappresentanti delle ex Province, ad eccezione di Palermo, Catania e Messina, dove il ruolo di presidente sarà automaticamente assegnato al sindaco del capoluogo. Tuttavia, questa procedura elettorale potrebbe essere soggetta a cambiamenti, poiché la maggioranza di centrodestra alla Regione Sicilia starebbe lavorando, dietro le quinte, per reintrodurre l'elezione diretta dei consiglieri provinciali e dei presidenti delle Province, una mossa che rimetterebbe il voto nelle mani dei cittadini.Questa ipotesi di riforma, se concretizzata, annullerebbe l'elezione di secondo livello, stabilita dalle recenti normative, con l'obiettivo di restituire ai siciliani la possibilità di scegliere direttamente i propri rappresentanti provinciali, superando l'attuale sistema che prevede la partecipazione esclusiva di sindaci e consiglieri comunali.Una scelta controversa: voto diretto o di secondo livello?Il dibattito tra l'elezione diretta e quella di secondo livello si inserisce in un più ampio discorso sulla democrazia e la rappresentanza locale. L'attuale sistema, introdotto dalla legge Delrio nel 2014, ha limitato il voto alle sole figure istituzionali, con lo scopo di ridurre i costi elettorali e di semplificare le procedure. Tuttavia, molti politici siciliani, soprattutto tra le fila del centrodestra, sostengono che questo sistema penalizzi la partecipazione democratica e riduca il controllo popolare sulle decisioni locali.Se la proposta di reintrodurre l'elezione diretta dovesse andare avanti, il ritorno alle urne per i cittadini potrebbe avvenire già dal 2024, con un cambiamento sostanziale delle regole elettorali a pochi mesi dalle votazioni.L'incertezza politica e i rischi di destabilizzazioneMentre si avvicina la data del 15 dicembre, l'ipotesi di una riforma elettorale last minute crea una certa incertezza politica, soprattutto per i candidati che stanno già preparando le loro campagne elettorali. La possibilità di annullare l'elezione di secondo livello e di passare a una nuova consultazione elettorale diretta potrebbe far slittare i tempi e modificare gli scenari politici locali.Un altro elemento di criticità riguarda la coerenza istituzionale. L'eventuale ritorno all'elezione diretta richiederebbe una nuova legge regionale, il che potrebbe complicare l'intero processo se non approvata in tempo utile.Il ruolo della Regione e il futuro delle ProvinceIl governo regionale guidato da Renato Schifani dovrà decidere se sostenere ufficialmente la riforma e accelerare il processo legislativo, garantendo il ritorno del voto diretto nelle Province. Questo cambiamento potrebbe segnare una svolta nelle dinamiche politiche locali, ridando centralità alle ex Province dopo anni di commissariamento e di incertezza amministrativa.
In conclusione, il prossimo 15 dicembre potrebbe non rappresentare l'ultima parola sulle elezioni provinciali in Sicilia. L'eventuale reintroduzione del voto diretto riaccenderebbe il dibattito sulla rappresentanza democratica a livello locale e metterebbe nuovamente i cittadini al centro delle scelte per il futuro delle loro Province.