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rassegna stampa dall'1 al 4 novembre 2024

larepubblica.it

Dal voto nei Liberi consorzi al reddito di povertà: il centrodestra si spacca e FdI guida la fronda.
Le indennità di giunte e consiglieri costeranno più di 20 milioni. Convocato un vertice per domani

Quando alle 21.50 di martedì sera il meloniano presidente dell'Ars Gaetano Galvagno ha messo ai voti l'emendamento deciso nel vertice di maggioranza che rinviava le elezioni di secondo livello nelle ex Province, il capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgio Assenza è uscito dall'Aula, facendo venire meno il suo voto. Diapositiva di un centrodestra in cui attorno allo scontro con la Corte costituzionale sulle Province sono saltati tutti gli schemi.Renato Schifani corre ai ripari: domani riunirà le segreterie dei partiti e i capigruppo all'Ars in un vertice di maggioranza alle 15,30 a Palazzo d'Orleans per cercare di uscire dal guado in cui la maggioranza si è infilata con l'ennesimo rinvio delle elezioni di secondo livello. Uno schiaffo che per la Corte costituzionale è stato troppo: «Adesso bisogna correre per trovare una soluzione», osservano dalla maggioranza. E anche i fondi per metterla in pratica. Perché mentre l'emendamento sull'annunciato reddito di povertà con un impegno di 30 milioni di euro — insufficienti per la platea di beneficiari — non è stato ancora depositato, per accelerare sulle ex Province si cerca anche la copertura finanziaria: «Almeno venti milioni di euro — riconosce l'assessore alla Funzione pubblica Andrea Messina intervenendo alla trasmissione "Il Punto" in onda su Telecolor — ma è ancora un conteggio approssimativo, dipenderà dai componenti dei consigli provinciali e delle giunte». Che, stando al testo depositato all'Ars dopo l'estate e bocciato dall'Aula, sarebbero 338 nei nove Enti.Prima, però, la maggioranza dovrà trovare la quadra. E non è scontato che avvenga. «Il rinvio delle elezioni — ha detto chiaramente il 5 Stelle Luigi Sunseri in Aula nell'ultimo intervento prima del voto — è una palese e reiterata violazione costituzionale». Un punto sul quale si dice d'accordo il meloniano Assenza: «Anche politicamente mi è sembrato non opportuno fare questo rinvio, è diventata una vicenda un po' antipatica». Il punto adesso è trovare un nuovo accordo: «Io mi auguro - continua Asenza - che si riesca ad andare al voto, con l'elezione diretta o con questa legge, prima che si pronunci di nuovo la Corte costituzionale. Pare che con la legge di stabilità il governo nazionale preveda il finanziamento dell'elezione diretta in tutta Italia, a quel punto magari potremo anticipare. Però dobbiamo indire le elezioni al più presto, perché così diventa una cosa imbarazzante».Nel centrodestra ormai è diventata lotta senza quartiere: dagli autonomisti di Raffaele Lombardo filtra l'intenzione di diversi sindaci di appellarsi a un'altra sentenza della Consulta, quella del 2021, in cui venivano dichiarati incostituzionali i sindaci metropolitani. Sulla scorta di quella pronuncia, la tesi che si fa spazio è quella di una pioggia di ricorsi qualora si arrivasse alle elezioni di secondo livello, con l'obiettivo di bloccarle un'altra volta. «Ma c'è un tempo per ogni cosa — osserva invece il costituzionalista Agatino Cariola — mi pare difficile che un ricorso possa bloccare l'attuazione di una legge vigente». Come a dire, è vero che la Consulta nel 2021 ha detto che sarebbe preferibile l'elezione di tutti i vertici, sia dei Liberi consorzi che delle tre Città metropolitane, ma intanto la norma è vigente e va attuata.E se l'imbarazzo di Assenza sullo stallo fa seguito allo stesso sentimento già manifestato dal forzista Marco Falcone e dal leghista Nino Minardo, il capogruppo di FdI torna a sollevare i dubbi che serpeggiano tra i meloniani per il reddito di povertà annunciato da Schifani durante la kermesse nazionale di Forza Italia a Santa Flavia. Una misura che non convince per niente i Fratelli di Sicilia: «Non vorremmo che fosse un surrogato del reddito di cittadinanza. Anche perché con quelle risorse, data la platea di potenziali beneficiari, rischia di diventare un contributo fin troppo esiguo. No, è una misura che non ci convince molto».In questo clima, le posizioni differenti riguardano tutti i livelli, inclusi quelli delle segreterie dei partiti del centrodestra e dei deputati di maggioranza all'Ars: per il costituzionalista Cariola, l'ennesimo rinvio è anche «frutto della volontà dei deputati di tagliare le gambe alla nuova classe dirigente». O per dirla con l'abusata citazione gattopardesca, di cambiare tutto per non cambiare niente.


ILSICILIA.IT
Tra sentenze e carte bollate: il destino delle Province nelle mani dell'Ars e del governo nazionale.
Il ripristino del voto sulle Province. Uno dei punti al momento in cima alle agende politiche dei partiti politici regionali. L'obiettivo è di ritornare all'elezione diretta di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Ad oggi, a decidere la governance dell'ex Province dovrebbero essere sindaci e consiglieri del territorio di riferimento attraverso le cosiddette elezioni di secondo livello. Un quadro normativo stabilito dal Governo Nazionale con la legge Delrio. Peccato che, nell'ultimo decennio, gli amministratori locali non hanno mai potuto esprimersi viste tutte le proroghe dei commissari provinciali stabilite dai vari Governi Regionali.
Cronoprogramma serrato all'ombra di Roma
La linea del centrodestra sembra essere quella di procedere al ritorno al voto popolare. Il cronoprogramma è serrato. Arrivato l'ok dalla commissione Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abbate e votato in aula il rinvio delle elezioni di secondo livello, la palla passa adesso alla commissione Bilancio. Tutto sembra già tracciato per portare il ddl in aula dopo la legge Finanziaria, ovvero ad inizio 2025. Prima però bisognerà fare i conti con Roma. In particolare con la Corte Costituzionale, la quale ha recentemente dato ragione al ricorso avanzato dal comune di Enna su alcuni decreti di proroga degli attuali commissari provinciali.
Un pronunciamento dei giudici che si muove nella direzione di dire basta al rinvio delle elezioni. Il voto è chiesto a gran voce da sindaci e consiglieri da tutta la Sicilia. Dopo il nulla di fatto sul ddl enti locali, i comuni dell'Isola invocano spazio. Ma superare i limiti imposti dalla legge Delrio non sarà così facile. Ciò al netto della necessità di reperire non solo i soldi per le elezioni (che attualmente si aggirano intorno ai 5 milioni di euro), ma anche i fondi per sostenere il funzionamento delle Province. Un compito che spetterebbe in capo al Governo Nazionale, anche se oggi i margini di manovra sono decisamente scarsi.
Il ricorso del comune di Enna, parola al sindaco
La scorsa settimana si è chiusa con l'ennesima sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha dato ragione al comune di Enna sull'ennesima proroga del commissario provinciale del Libero Consorzio avanzata dalla Regione Siciliana. Mossa voluta dal sindaco del capoluogo di provincia Maurizio Dipietro. "Ho dato impulso all'avvocatura comunale per procedere in tal senso. Questa anomalia democratica si ripete ormai da una dozzina d'anni. E' iniziata addirittura nell'era Crocetta. Nel corso di questi anni ho sollevato la questione. Lo avevo fatto anche all'Anci Sicilia. E' un tema che non è nè di destra nè di sinistra. Con il passare del tempo e con il prosieguo delle proroghe, anche con qualche esperienza non felicissima con i commissari ennesi, ad un certo punto mi sono determinato ad un impugnare uno dei tanti decreti di proroga eseguiti dalla Regione".
Il primo cittadino ennese si dice favorevole ad un possibile ritorno al voto popolare, anche se oggi gli ostacoli da superare sono tanti. "Secondo me - sostiene Dipietro - l'elezione diretta delle Province, se non viene abrogata la legge Delrio, non può essere messa in campo. La legge Delrio è una grande riforma socio-economica. La Corte Costituzionale ha detto, proprio per questo, cge non si può derogare. C'è l'intenzione politica di ripristinare le Province. Credo sia più giusto ricorrere all'elezione diretta. Pur tuttavia, se oggi la legge Delrio è insuperabile anche per le Regioni a Statuto Speciale, si deve andare a votare con le elezioni di secondo livello. Vorrei capire qual'è il problema. Si potrebbe votare oggi con le elezioni di secondo livello e, una volta approvata una legge a Roma, si potrebbe procedere all'elezione diretta".
Si parlerà delle Province al vertice di maggioranza
In un quadro non semplice, la commissione Bilancio dell'Ars attende di riprendere l'analisi del testo che, la scorsa settimana, ha incassato l'ok della commissione Affari Istituzionali. Un tema di cui si parlerà anche nel vertice di maggioranza convocato per oggi pomeriggio a Palazzo d'Orleans. Il disegno di legge è stato firmato da tutti i capigruppi del centrodestra e dal deputato regionale della Dc Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali. Pur tuttavia, fonti di Radio Palazzo parlano di un malessere interno a qualche partito nelle aree più a destra della coalizione. Diffidenza sul tema che si è già manifestata in estate, quando il ddl governativo sul ritorno al voto diretto delle Province fu affossato in aula. Un destino a cui è seguito il terzo ritorno in commissione del ddl enti locali. Rinvii. Una parola che non piace alla Corte Costituzionale, la quale invece chiede di procedere con le elezioni di secondo livello, in modo da risolvere un'anomalia che in Sicilia va avanti da oltre dieci anni.



SICILIAONPRESS
Elezioni ex province: dopo la sentenza della Consulta, si rinvia lo stesso?
La strana coincidenza
A volte le coincidenze sono davvero strane.
Il 29 ottobre, l'Assemblea Regionale Siciliana approva per legge l'ennesimo rinvio delle elezioni (e l'ulteriore proroga dei commissari straordinari) nelle ex Province.  Il 31 ottobre, la Corte Costituzionale deposita la sentenza con cui dichiara incostituzionale una delle precedenti numerose analoghe leggi regionali di ennesimo rinvio delle elezioni "provinciali" e di ennesima proroga del commissariamento.
Che farà la Regione, dopo la decisione della Consulta? Orecchie da mercante, ancora?
Non è la prima volta che la Corte si pronunci sulla incostituzionalità siffatta.
L'aveva già fatto il 6 luglio 2023, dichiarando illegittima un'altra legge della Regione Sicilia (la legge regionale n.26 del 2022) con cui erano state rinviate le elezioni cosiddette "provinciali" ed era stato prorogato il termine delle gestioni commissariali nelle province al 31 agosto 2023.
Ma, all'indomani (cioè il 7 luglio 2023) della sentenza della Consulta del 6 luglio 2023 (cliccare qui per scaricarla e leggerlapdf), la Regione siciliana ha pubblicato egualmente nella Gazzetta Ufficiale la legge approvata una decina di giorni prima e promulgata il giorno antecedente il deposito della sentenza de qua.
Si trattava allora della legge regionale n.6 del 5 luglio 2023 che è proprio quella che viene adesso  dichiarata incostituzionale con la recente sentenza di illegittimità costituzionale del 31 ottobre  che si può  scaricare e leggere, .
Prima della dichiarazione di incostituzionalità
Intanto, prima che uscisse la notizia della dichiarazione di incostituzionalità, l'assessore regionale alle Autonomie Locali, Andrea Barbaro Messina, aveva chiarito gli ulteriori passaggi dopo l'approvazione, da parte dell'Assemblea Regionale Siciliana, della norma che rinvia le elezioni di secondo livello dei presidenti e dei consigli dei Liberi consorzi comunali e delle assemblee delle Città metropolitane.
Le consultazioni, precedentemente fissate per il 15 dicembre, sono state spostate al prossimo anno, in una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile. Così, "si interrompe il procedimento elettorale"- aveva detto l'assessore Messina.
"Il differimento delle elezioni" - aveva aggiunto - "fa venir meno il decreto del Presidente della Regione con il quale erano state indette le elezioni per il prossimo mese di dicembre".
"Non appena la norma verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana ed entrerà in vigore" -aveva concluso- "il dipartimento delle Autonomie Locali provvederà al formale annullamento del procedimento elettorale in corso, ponendo in essere tutti gli atti consequenziali".
Dopo la dichiarazione di incostituzionalità
Adesso, in presenza della sentenza della Consulta che censura i continui rinvii delle elezioni e il perdurare dei commissariamenti, si procederà egualmente nel modo annunciato dall'assessore regionale?
Oppure, si lascerà in vita il decreto che il Presidente della Regione aveva firmato il primo di ottobre, stabilendo che "per il giorno di domenica 15 dicembre 2024 sono indette le elezioni dei Presidenti e dei Consigli dei liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani nonché dei Consigli Metropolitani di Palermo, Catania e Messina"? (il decreto presidenziale  può essere scaricato e può essere letto cliccando qui)
Intanto, la norma regionale che rinvia queste elezioni ad una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile 2025 non è stata promulgata e quindi non ancora pubblicata. E' una norma che è stata inserita (per la gioia delle tecniche legislative innovative) nell'articolato di una legge  riguardante la materia urbanistica.
Dovrebbe accadere che, in presenza della sentenza di incostituzionalità della Consulta, la norma che sposta le elezioni cosiddette "provinciali" venga stralciata dalla legge urbanistica che verrebbe così pubblicata senza la norma di rinvio elettorale, in quanto sostanzialmente incostituzionale.
Ma potrebbe accadere che si vada avanti a faccia tosta: pubblicando la norma in gazzetta e facendola entrare in vigore, nonostante l'illegittimità costituzionale.
La norma di rinvio elezioni verrà pubblicata?
Se si va avanti indossando la faccia di bronzo, gli enti di vasta area (città metropolitane e liberi consorzi) continueranno ad essere commissariati. Un commissariamento che dura da 11 lunghi   anni. I commissari sono, per definizione, straordinari, in quanto richiamano una situazione di mancata ordinarietà.
Ma cosa vogliamo abbiano di straordinario se perdurano da oltre 11 anni consecutivi (il primo commissario dell'ex provincia regionale è stato nominato il 18 giugno 2013 e da allora si è sempre proceduto a proroghe e/o nuove nomine senza mai tornare al voto).
La verità è che il rinvio da dicembre ad aprile delle elezioni di secondo livello era stato concepito con la volontà di varare una legge che faccia tornare l'elezione diretta, come avevamo anticipato in un precedente articolo di questo quotidiano online che, se si ha voglia, può essere letto cliccando qui.
Gli studi del Dipartimento AA.LL.
Il Dipartimento delle Autonomie Locali ha fatto uno studio in cui esprime forti perplessità sulla legittimità costituzionale dell'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri degli enti di vasta area.
Per l'occasione, si sono pure pronunciati costituzionalisti e docenti universitari, osservando che l'ordinaria legge regionale non può introdurre l'elezione diretta sino a quando c'è la legge Del Rio a vigere nello Stato italiano.
Non solo. Il Dipartimento delle Autonomie Locali ha fatto una stima di quanto costerebbero le elezioni provinciali svolte in modo diretto e a suffragio popolare: quindici milioni di euro.
Quindici milioni per fare cosa?
Ecco, cose tipo queste: installazione e pulizia dei seggi elettorali; stampa e trasporto schede elettorali e buste pertinenti ciascuno dei 9 enti di vasta area; stampa tabelle di scrutinio e verbali; manifesti dei candidati da affiggere nelle migliaia di seggi sparsi in tutti i Comuni siciliani;  inchiostro, tamponi, timbri metallici, matite copiative; pagamento dei componenti dei seggi elettorali (presidenti, segretari e scrutatori), degli straordinari del personale comunale, provinciale e regionale addetto agli uffici elettorali, pagamento dei gettoni delle commissioni e delle sottocommissioni elettorali, etc...
Nelle spese, ovviamente, non sono compresi gli importi per le indennità di carica spettanti agli amministratori eletti e a quelli nominati, poiché essi sono a carico del bilancio di ciascuno degli enti di vasta area.
Non è bene intestardirsi
Così stando le cose, non si capisce perché ci si dovrebbe intestardire ed andare avanti a faccia tosta...
Che abbia ragione Antonello Cracolici?
Cracolici dice che "la maggioranza ha rinviato le elezioni di secondo livello nei liberi consorzi comunali e nelle città metropolitane perché si sente minacciata, non vuole competitori nei territori e non si è messa d'accordo su come spartirsi i presidenti degli enti".
In altri termini: i sindaci che diventano presidenti degli enti di vasta area (specialmente se lo diventano al di là degli accordi con le deputazioni), acquisiscono maggiore potere e quindi maggiori consensi, probabilmente sino al punto di minacciare la ri-elezione di molti deputati regionali uscenti; di qui, la paura di far eleggere, in questi enti, i nuovi presidenti che, forti della carica rivestita, potrebbero candidarsi con successo alle prossime elezioni regionali.
Non crediamo, ma tutto è ormai divenuto probabile. Stavolta però sarò molto più difficile e complicato andare avanti a faccia tosta.
La scorsa volta, la legge regionale (dichiarata oggi incostituzionale) era stata promulgata il giorno prima del deposito della sentenza della Corte che dichiarava incostituzionale una precedente analoga legge. Adesso, l'ennesima analoga legge (approvata nei giorni scorsi) dovrebbe essere promulgata dopo l'avvenuto deposito della sentenza della Consulta. Si avrà sufficiente coraggio?


QDS
Bonus Natale 2024: a chi spetta e come richiederlo.
Ecco come ottenere il contributo denominato "Bonus Natale 2024": tutti i requisiti e le modalità per riceverlo
Per ottenere il bonus Natale, il contributo di 100 euro che spetta ad alcune lavoratrici e ad alcuni lavoratori dipendenti, è necessario presentare un'apposita richiesta al proprio datore di lavoro.
In base a quanto stabilito dall'articolo 2 bis del Decreto Omnibus, in occasione del prossimo Natale alcuni dipendenti con almeno un figlio o una figlia a carico avranno diritto a un bonus di 100 euro in busta paga.
Bonus Natale 2024, chi può richiederlo
L'indennità spetta a coloro che hanno le seguenti caratteristiche:
● un reddito fino a 28.000 euro nel 2024;
● fanno parte di un nucleo familiare:
○ composto da due coniugi in cui uno è fiscalmente a carico dell'altro, insieme ad almeno un figlio o una figlia;
○ monogenitoriale, in cui l'altro genitore è assente;
● hanno capienza fiscale, ovvero un'imposta lorda sui redditi di lavoro dipendente di importo superiore a quello della detrazione per lavoro dipendente.
La verifica dei requisiti richiesti è il primo passo per poter richiedere il bonus Natale 2024 dal momento che la domanda deve presentata proprio dalle lavoratrici e dai lavoratori interessati.
Bonus Natale 2024, come richiederlo
Chi ha le carte in regola per ottenere l'importo aggiuntivo di 100 euro con la tredicesima deve rivolgersi al datore di lavoro per riceverlo in busta paga.
Al sostituto d'imposta, pubblico o privato, dovrà essere presentata una dichiarazione in cui si comunica il possesso dei requisiti reddituali e familiari previsti per accedere al bonus Natale 2024.
Tra i dati da inserire nel documento fondamentali sono i codici fiscali di coloro che risultano fiscalmente a carico:
● i figli o le figlie;
● l'altro coniuge, se il nucleo non è monogenitoriale.
Ottenuta la documentazione, il datore di lavoro corrisponde la cifra di 100 euro insieme alla tredicesima recuperando, poi, in compensazione le somme anticipate sotto forma di bonus dal giorno successivo all'erogazione in busta paga.
Come specifica l'Agenzia delle Entrate, coloro che operano senza sostituto d'imposta come i lavoratori e le lavoratrici domestiche potranno richiedere e ottenere il bonus Natale tramite la dichiarazione dei redditi 2025 che, in linea generale, sarà utilizzata per tirare le somme, ed eventualmente anche per restituire le indennità ricevute senza averne diritto.


LIVESICILIA
Acqua, cos'è lo 'scenario zero' in Sicilia: l'ombra di nuovi razionamenti.

L'autorità di bacino a ottobre ha analizzato ogni possibilità
Acqua, la Sicilia è ancora nella morsa dell'emergenza idrica, cos'è lo 'scenario zero' e quali nuovi razionamenti possono scattare? Le perturbazioni di ottobre non hanno alimentato, in modo significativo, gli invasi già a secco.
L'autorità di bacino a ottobre ha analizzato ogni possibilità e Salvo Cocina, il capo della protezione civile che coordina la cabina di regia sull'emergenza idrica non ha dubbi: "Senza nuove precipitazioni significative - dice a LiveSicilia - scatteranno ulteriori razionamenti".
Paura durante l'atterraggio, l'aereo sbanda rimbalza sulla pista
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Paura durante l'atterraggio, l'aereo sbanda rimbalza sulla pista
Acqua, cos'è lo 'scenario zero'
Nonostante il piano gestito dalla cabina di regia sull'emergenza idrica, una parte delle reti idriche dipende dai principali laghi siciliani. A ottobre l'autorità regionale di bacino ha simulato lo stato degli invasi a 'scenario zero', cioè in assenza di precipitazioni, puntando l'attenzione sul Palermitano e sulle zone servite dalle dighe Garcia, Castello e Ragoleto.
Due sono gli orizzonti temporali che destano preoccupazione. Il primo è quello a breve termine e serve a valutare quando potrebbero esaurirsi i volumi ospitati nei bacini. Il secondo è lo scenario del 2025, con la necessità di evitare che la Sicilia si trovi ad affrontare l'inizio dell'estate praticamente "a secco".
Analizzando gli scenari, la cabina di regia tiene conto anche dei nuovi pozzi che stanno consentendo a numerosi territori di affrancarsi, almeno in parte, dagli invasi. "Abbiamo lavorato a un piano da mille litri al secondo", ha detto Cocina a LiveSicilia, ma da solo non basta. All'orizzonte ci sono anche i nuovi dissalatori, ma si spera sempre nei temporali.
Gli invasi regionali e quelli palermitani
Antonino Granata, ingegnere dell'Anbi, ha spiegato che "in tempi relativamente brevi si verificherà l'esaurirsi della risorsa idrica disponibile in invasi quali l'Ancipa ed il Fanaco (quest'ultimo in cui sta per esaurirsi anche il volume morto) e l'esaurirsi entro qualche mese della risorsa in altri invasi". L'Ancipa fornisce acqua potabile a 13 comuni della provincia ennese compreso il capoluogo e ad altre cittadine del Nisseno e del Catanese. Il Fanaco alimenta le reti di Comuni del Palermitano, Agrigentino e Nisseno.
I bacini "sorvegliati speciali"
Sorvegliati speciali i bacini Poma, Rosamarina, Piana degli Albanesi e Scanzano, dai quali dipende la rete idrica del Palermitano. Per il Poma è previsto l'esaurimento nel febbraio del 2025, anche considerando il prelievo da alcuni pozzi alternativi. Stesso discorso per il Rosamarina, che ospita poco più di 4 milioni di metri cubi, sono state installate nuove pompe e la cabina di regia contro la siccità ha finanziato il riutilizzo di due pozzi, il Morello e il La Russa. In ogni caso, però, potrebbe essere difficile superare marzo 2025.
Poco più di 4 milioni di metri cubi si trovano nella diga di Piana degli Albanesi, considerato anche il volume perso per evaporazione di 2,7 Mmc. Entro fine febbraio potrebbe cessare la presenza di acqua e l'Anbi ha chiesto ad Amap, la società che gestisce la rete idrica, di verificare la capacità di prelievo, con la 'zattera', dell'acqua: si tratta di un sistema di galleggiamento che serve a evitare l'aspirazione di fango intasando le tubazioni.
Il monitoraggio degli altri invasi
La diga Castello alimenta 14 Comuni dell'Agrigentino, potrebbe esaurirsi, nonostante i razionamenti, entro il 5 dicembre perché ospita meno di un milione di metri cubi d'acqua.
Più complessa la situazione della diga Ragoleto, che serve 1.200 aziende nel Ragusano e la Enichem: potrebbe esaurirsi entro novembre, ma appena 8 mesi fa, durante una tempesta, l'acqua tracimò inondando i vigneti. Fine di esercizio a dicembre anche per l'Ancipa, in realtà, però, l'acqua disponibile per gli usi domestici è esaurita, attualmente i prelievi riguardano il volume di riserva per l'ittiofauna.
Gli altri scenari
Nel Catanese sono state rilevate criticità nel Calatino, ma dopo le ultime piogge la situazione potrebbe migliorare. Criticità anche nel sistema Garcia, che "presenta ingenti perdite costanti dagli organi di prelievo/scarico. È essenziale attivare un monitoraggio delle perdite e un controllo sui lavori di riparazione delle perdite". A questo proposito, l'Anbi chiederà un nuovo piano di riduzione dei prelievi dal Garcia, in modo da posticipare l'esaurimento al mese di marzo.
Nuovi possibili razionamenti
Gli occhi sono puntati soprattutto su Palermo, Agrigento, Enna e Caltanissetta. In particolare a Palermo sono già scattati i razionamenti sperimentali che riguardano i quartieri periferici, adesso si attendono nuove perturbazioni. "Se dovesse continuare questa carenza di precipitazioni - conclude Cocina - saranno valutate ulteriori misure di riduzione dei prelievi dagli invasi e riduzione di erogazione, quindi nuove turnazioni".
https://livesicilia.it/acqua-cose-scenario-zero-sicilia-ombra-nuovi-razi


GIORNALE DI SICILIA 

Crisi idrica, sarà organizzata una manifestazione di protesta a Palermo davanti a Palazzo d'Orleans

Una manifestazione di protesta, davanti a Palazzo d'Orleans a Palermo, contro la crisi idrica, è stata organizzata per mercoledì prossimo alle 9, da associazioni e cittadini delle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta.
Gli organizzatori chiedono un incontro con il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani per fare ascoltare la loro voce e per trovare insieme delle soluzioni.



GIORNALE DI SICILIA 

Piano anti-siccità in Sicilia, al via i nuovi cantieri: distribuiti mille litri al secondo in più in diverse città.


Adesso si punta su altri 100 milioni di investimenti su pozzi e condotte fatiscenti.Mancano solo due tasselli, ancora da cesellare tra le province di Palermo e Agrigento, ma per quanto cospicue e importanti siano queste ultime opere il cronoprogramma può dirsi compiuto, o quantomeno all'epilogo: dopo 70 riunioni operative convocate da inizio estate, dopo le ripetute strigliate ai Comuni, alle Ati (ambiti territoriali idrici) e agli altri soggetti attuatori per accelerare i cantieri, sta per calare il sipario sulla «fase A» del piano regionale per la crisi idrica, messo a punto dalla task force istituita dal governatore Schifani e timonata dal capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina.
Si tratta dei lavori emergenziali finanziati con la prima tranche dei fondi stanziati dal governo nazionale per lo stato di siccità severa che ha colpito l'Isola, pari a 20 milioni di euro, utilizzati in prevalenza per il revamping (riattivazione) o lo scavo di nuovi pozzi, che da metà giugno a fine ottobre , «dunque entro i tempi che avevamo previsto», spiega lo stesso Cocina al nostro giornale, «ha garantito mille litri di acqua in più al secondo nei territori ridando vita a centinaia di impianti guasti o sorgenti abbandonate e recuperando perdite che hanno mitigato la crisi in atto, evitando il peggio».



LENTEPUBBLICA

Siti web comunali conformi al PNRR: finanziamenti disponibili e soluzioni per l'accessibilità digitale


Grazie al nuovo stanziamento per la misura PNRR 1.2, i Comuni possono finanziare l'implementazione di portali web e servizi digitali più efficienti e accessibili, rendendo più facile l'utilizzo sia per i cittadini che per gli operatori incaricati delle pubblicazioni.
Siti web PA: il nuovo Portale eGov PNRR per semplificare le comunicazioni e gli adempimenti AgID nei Comuni
Il sito web istituzionale Portale eGov PNRR di DigitalPA offre una soluzione completa e conforme per accedere agli incentivi stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e accelerare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione in tutta sicurezza, in linea con i requisiti stabiliti dalla misura 1.4.1 e con le Linee guida di design per i siti internet e i servizi digitali della PA.
Nuova organizzazione editoriale della home page
L'organizzazione dei contenuti sulla home page del sito è ottimizzata per massimizzare la reperibilità delle risorse e delle informazioni per il cittadino, secondo i requisiti di usabilità stabiliti dal PNRR.
Servizi digitali "Cittadino informato" PNRR
Modulo Prenota appuntamento - gestione online degli appuntamenti con gli uffici aperti al pubblico dell'Amministrazione, per ridurre code e attese agli sportelli fisici
Modulo Richieste e segnalazioni - gestione online delle richieste di assistenza e delle segnalazioni da parte dei cittadini
Interfaccia in linea al Modello Comuni di Designers Italia
Il portale istituzionale è progettato secondo il modello per realizzare siti e servizi comunali di Designers Italia.
Sito pienamente conforme alle normative vigenti
Il Portale istituzionale eGov assicura la conformità alle disposizioni del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), alle Linee guida AgID sull'accessibilità e al Piano triennale per l'informatica nella PA 2024-2026.
Oltre a includere il kit di servizi digitali PNRR, Portale eGov 8.0 si contraddistingue per prestazioni di nuova generazione, grazie all'infrastruttura tecnologica potenziata per garantire velocità e sicurezza superiori.
Formazione e assistenza per l'utilizzo ottimale del Portale istituzionale
Il software Portale eGov 8.0 è accompagnato da sessioni di formazione mirate, che permettono anche al personale meno esperto dal punto di vista tecnico di acquisire rapidamente tutte le competenze necessarie per la gestione autonoma del sito web e la pubblicazione dei contenuti.
Oltre alla formazione, il portale include l'accesso diretto all'Help Center e all'assistente virtuale Digito, integrato nella piattaforma. Entrambi gli strumenti, basati sull'intelligenza artificiale, forniscono risposte rapide e guidano il personale nella risoluzione di dubbi operativi o normativi, permettendo di mantenere alta la qualità del servizio senza interrompere le attività lavorative quotidiane.
Un sistema di gestione dei contenuti semplice e sicuro, per tutti
Il vero vantaggio di Portale eGov si nasconde dietro le quinte, nel cuore operativo del gestionale. Il pannello per la gestione dei contenuti è stato progettato pensando a chi, ogni giorno, deve mantenere aggiornato il sito e vuole farlo in poco tempo e senza errori.
L'interfaccia di pubblicazione guida passo dopo passo l'operatore nella compilazione, suggerisce i campi da completare e, una volta confermato, il contenuto viene automaticamente distribuito sul sito web, sui social network e sulla newsletter.
I vantaggi per i Comuni:
Creazione di nuove comunicazioni attraverso inserimento guidato e intuitivo
Struttura del sito pronta all'uso, facile da espandere e modificare
Pubblicazione automatica in un click di contenuti, anche multimediali, su tutti i canali digitali istituzionali del Comune
Integrazione del portale Amministrazione Trasparente per gli adempimenti di trasparenza amministrativa
Finanziamenti PNRR ancora accessibili per i Comuni
Nonostante la chiusura dell'Avviso 1.4.1, i Comuni possono ancora finanziare l'acquisizione di software e servizi digitali attraverso i fondi della misura PNRR 1.2, dedicata alla migrazione al cloud. La scadenza per presentare le candidature su PA Digitale 2026 è fissata al 6 dicembre 2024.
Per le Pubbliche Amministrazioni, l'accessibilità digitale è un obbligo sancito dalla Legge 9 gennaio 2004, n. 4 (nota come Legge Stanca), che da oltre vent'anni favorisce l'accesso agli strumenti informatici, specialmente per le persone con disabilità.
DigitalPA, forte di un know-how sull'accessibilità accumulato in oltre vent'anni di esperienza, assicura che le piattaforme Portale eGov siano sempre conformi alla normativa e alle Linee Guida sull'accessibilità di AgID, supportando l'assolvimento degli adempimenti che le Amministrazioni devono trasmettere ogni anno: gli Obiettivi di Accessibilità e la Dichiarazione di accessibilità.
L'Agenzia per l'Italia Digitale monitora il rispetto delle norme sull'accessibilità e il CAD, applicando sanzioni in caso di mancata ottemperanza (art. 41 del Decreto "Semplificazioni bis").



ILSOLE24ORE

Giorgetti: «Sarà una manovra equilibrata. Sulle accise dibattito allucinante»


Il ministro in collegamento al convegno di Fratelli d'Italia a Milano:: tagli significativi a ministeri ed enti, sempre che nessuno si offenda...La manovra? «Sarà equilibrata, oltre le polemiche astruse del dibattito politico - dice il ministro Giancarlo Giorgetti davanti alla platea dei Fratelli d'Italia riuniti al Principe di Savoia di Milano per illustrare come Far crescere insieme l'Italia - I contenuti sono chiari: confermare il taglio del cuneo fiscale e contributivo che renderemo strutturale, con il risparmio medio 100 euro per gli chi dichiara fino a 35 mila euro. Continueremo senz'altro nella politica per la famiglia, l'inverno demografico è il problema dei problemi. E comunque faremo anche tagli significativi, chiederemo sacrifici a ministeri ed enti pubblici, sempre se nessuno si offende - aggiunge sorridendo il ministro- Le persone fisiche e le imprese però non hanno nulla da temere, sarà una manovra equilibrata ed equa».
Ripercorrendo i due anni nella sala macchine dell'economia e della finanza del paese, Giorgetti ha detto di «aver trovato nel 2022 un paese con enormi potenzialità ma reduce dal Covid e dal post covid che avevano determinato situazioni anomale eccezionali, un periodo drogato da misure eccezionali e situazioni peculiari, dal superbonus al reddito di cittadinanza, con l'inevitabile disastro della finanza pubblica. Deficit debito Pil era all'8 % , oggi al 3,8 , questo dice che il sentiero per il risanamento è ben avviato». Il "mitico" spread - ironizza il titolare del Mef - «sintomo di credibilità è sceso di 100 punti, il bilancio si libera della zavorra più brutta, quella della spesa per interessi». Soprattutto, tiene a sottolineare il ministro, «abbiamo dimostrato che l'arrivo di "questi" al governo non ha provocato un disastro ma al contrario ha fatto crescere la credibilità internazionale dell'Italia, che è molto aumentata».
 il capo del Mef aggiunge di «fare fatica a seguire dibattiti allucinanti. Abbiamo scritto che allineeremo le accise del gasolio e della benzina, perché per Ue si tratta di un sussidio ambientalmente dannoso. Abbiamo scritto "allineiamo" , quindi scenderanno quelle sulla benzina e saliranno quelle sul gasolio ma in modi impercettibili. Gli autotrasportatori non c'entrano nulla, si sono inalberati inseguendo i pifferai, ma loro hanno una disciplina e un sussidio ad hoc».
Quanto al futuro della rotta di governo, Giorgetti indica l'obiettivo di «navigare in acque sicure rafforzando la credibilità. Il nostro approccio dall'inizio è stato ispirato alla prudenza, per questo rispetto agli annunci a consuntivo facciamo sempre molto meglio. Succederà anche questa volta, sono dati di fatto la disoccupazione più bassa da 30 anni, l'inflazione più bassa d'Europa, la crescita che non è fantastica ma è molto meglio della Germania che è in recessione da due anni, Quindi su questa strada metteremo a terra quello che abbiamo iniziato. Le forze dell'economia del paese devono essere liberate da un peso asfissiante, la riforma fiscale che stiamo mettendo a terra con il viceministro Leo è fondamentale».






























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