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rassegna stampa del 13 novembre 2024

grandangoloagrigento.it
Dal Giardino botanico oltre 90 litri di olio alla Caritas di AgrigentoL'olio servirà alla mensa solidale La Locanda di Maria

Oltre 90 litri di olio proveniente dalla molitura delle olive prodotte all'interno del Giardino Botanico sarà destinato alla Locanda di Maria gestita da Caritas Diocesana di Agrigento che giornalmente garantisce un pasto ai tanti che soffrono varie condizioni di disagio."Ringraziamo il Libero Consorzio di Agrigento e la direzione del Giardino Botanico e anche all'Azienda Agricola Butera Racalmare che ha fornito il supporto per la raccolta", dichiarano i volontari della Caritas Diocesana di Agrigento .

agrigentonotizie.it

Manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona ovest, pubblicato il bando: come partecipare

La procedura di gara verrà effettuata integralmente in modalità telematica: offerte entro il 9 dicembre

Predisposti dei nuovi interventi di manutenzione straordinaria sulla rete viaria principale della provincia, e in particolare sulle strade della zona ovest. E' stato pubblicato infatti sulla home page del Libero consorzio comunale di Agrigento il bando di gara per l'affidamento dell'accordo quadro annuale con un solo operatore economico relativo alle strade provinciali della zona ovest, lavori interamente finanziati da fondi regionali previsti dalla Legge 145/208 (art. 1, c.883) e destinati a Liberi consorzi e città metropolitane della Sicilia per interventi sulle strade di loro competenza. La procedura di gara verrà effettuata integralmente in modalità telematica e con inversione procedimentale. Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 12 del prossimo 9 dicembre dagli operatori economici esclusivamente per mezzo della piattaforma Maggioli in uso al Libero Consorzio. L'appalto ha un importo complessivo di 1.750.000,00 euro più Iva (compresi 52.500,00 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso). Gli interventi dovranno essere eseguiti  entro un anno dal verbale di consegna dei lavori su indicazioni dello staff del Settore Infrastrutture Stradali che ha individuato e progettato i lavori da effettuare per l'eliminazione di cedimenti e frane e il rifacimento e messa in sicurezza dei vari tracciati.Le offerte telematiche saranno aperte alle ore 8,30 del 10 dicembre nella sala gare del gruppo contratti del Libero consorzio comunale di Agrigento (via Acrone 27).


AGRIGENTOOGGI
Bando di gara per manutenzione straordinaria strade zona ovest provincia Agrigento
Sono previsti nuovi interventi di manutenzione straordinaria sulla rete viaria principale della provincia, e in particolare sulle strade della zona ovest. E' stato pubblicato infatti sulla home page del Libero Consorzio Comunale di Agrigento il bando di gara per l'affidamento dell'accordo quadro annuale con un solo operatore economico relativo alle strade provinciali della zona ovest, lavori interamente finanziati da fondi regionali e destinati a Liberi Consorzi e Città metropolitane della Sicilia per interventi sulle strade di loro competenza.La procedura di gara verrà effettuata integralmente in modalità telematica e con inversione procedimentale, e le offerte dovranno essere presentate entro le ore 12 del prossimo 9 dicembre 2024 dagli operatori economici esclusivamente per mezzo della piattaforma Maggioli in uso al Libero Consorzio, L'appalto ha un importo complessivo di 1.750.000 euro più Iva (compresi 52.500 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso).
Gli interventi dovranno essere eseguiti entro un anno dal verbale di consegna dei lavori su indicazioni dello staff del Settore Infrastrutture Stradali che ha individuato e progettato i lavori da effettuare per l'eliminazione di cedimenti e frane e il rifacimento e messa in sicurezza dei vari tracciati. Le offerte telematiche saranno aperte alle ore 8:30 del 10 dicembre 2024 nella sala gare del Gruppo Contratti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (Via Acrone, 27 - Agrigento).
Il bando di gara e gli allegati tecnici sono consultabili al link: https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15758

ILSICILIA.IT
L'ok dalla commissione Affari Istituzionali
Il disegno di legge sulle Province è pronto per l'Ars, inserite cause di incompatibilità e coperture finanziarie.La riforma delle Province è pronta ad affrontare l'Assemblea Regionale Siciliana. La commissione Affari Istituzionale, presieduta dal deputato regionale Ignazio Abbate e relatore del ddl, ha inviato la bozza del testo all'Ufficio di Presidenza guidato da Gaetano Galvagno. Ciò per determinare la futura calendarizzazione del disegno di legge a Sala d'Ercole. Dopo il passaggio in commissione Bilancio per ricercare le coperture finanziarie necessarie a sostenere l'elezione diretta di Liberi Consorzi e Città Metropolitane, la I Commissione ha approvato la bozza definitiva, introducendo alcune importanti novità. Fra queste la previsione delle cause d'incompatibilità dei ruoli di presidente, assessore e consigliere provinciale.
Cosa prevede il nuovo ddl Province
Un testo che trova la sua ratio nella "convinta considerazione che non si possa prescindere dalla restituzione ai cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti anche in ambito provinciale. La presente proposta di legge intende quindi riportare i siciliani alle urne entro un preciso limite temporale, fissato tra aprile e giugno 2025, in modo che sia scongiurato il ricorso alle elezioni di secondo livello che, nei fatti, rendono gli elettori dei meri spettatori di accordi politici".
Secondo quanto previsto dall'articolo 4 del disegno di legge, viene previsto che "nessun genere possa essere rappresentato in misura superiore al 60%" nella composizione delle liste dei candidati. Viene ridotto rispetto al passato il numero di assessori e consiglieri provinciali, rendendo così la macchina amministrativa più fluida. Secondo quanto previsto dalla bozza del disegno di legge, i Liberi Consorzi con meno di 400.000 abitanti (Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Enna, Trapani e Agrigento) saranno composti da 24 componenti, i quali saliranno a 29 se si supera il limite di popolazione previsto.
Nella composizione delle Giunte dei Liberi Consorzi, è previsto che "nessun genere possa essere rappresentato in una misura inferiore ad un 1/3 dell'organo provinciale". Stesso discorso vale anche per le Città Metropolitane, dove peraltro si tornerà all'elezione diretta del presidente. Con riguardo alle Città Metropolitane, Messina avrà diritto a 34 consiglieri provinciali, mentre Palermo e Catania (che superano il milione di abitanti) ne avranno 39. La Giunta dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane vedrà un numero di assessori pari ad un terzo del numero dei consiglieri provinciali. Volendo fare un esempio, se un ente avrà ventiquattro consiglieri provinciali, la Giunta sarà composta da 8 assessori.
Introdotte le cause di incompatibilitàLa grande novità del testo è rappresentata dalle cause di incompatibilità. Secondo quanto si legge all'articolo 2 (Liberi Consorzi) e 3 (Città Metropolitane) del testo, "la carica di presidente o di componente del Consiglio è incompatibile con il ruolo di deputato regionale o nazionale". Inoltre, sono previste cause di incompatibilità fra assessore provinciale e consigliere provinciale, nonché fra il ruolo di consigliere provinciale e consigliere comunale.
Il disegno di legge propone poi esplicite previsioni per la sfiducia al presidente del Libero Consorzio o della Città Metropolitana, i quali "cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia da parte di due terzi dei componenti del Consiglio del libero Consorzio comunale. La mozione di sfiducia non può essere proposta nei primi due anni del mandato, né negli ultimi 180 giorni. La mozione di sfiducia, motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri del libero Consorzio comunale, è messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione ed è votata per appello nominale".
La copertura finanziaria per le elezioni provinciali
All'articolo 6, il testo prevede la copertura finanziaria delle elezioni di primo livello, così come stabilito dopo il passaggio in commissione Bilancio. "Gli oneri a carico del bilancio della Regione, derivanti dallo svolgimento delle elezioni, sono quantificati in 5,15 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2025 cui si fa fronte mediante riduzione di pari importo, per l'esercizio finanziario 2025, dell'autorizzazione di spesa per le finalità di cui al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 8/2017".


LENTEPUBBLICA

Rinnovo CCNL Statali, novità su progressioni economiche e posizioni organizzative.

Scopriamo quali sono le principali novità in materia di progressioni economiche e di posizioni organizzative nell'intesa preliminare raggiunta sul rinnovo del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) degli Statali per il comparto delle Funzioni Centrali.
Il recente accordo firmato tra l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e alcune sigle sindacali segna una tappa fondamentale per il rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024.
Questo contratto riguarda circa 195.000 dipendenti, tra cui coloro impiegati nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti economici.
Si tratta di un testo importante, poiché servirà a porre le basi di contrattazione e sarà (in linea generale) indicativo anche per tutti gli altri comparti pubblici, dagli enti locali, alla sanità per arrivare fino alla scuola.
Indice dei contenuti
Rinnovo CCNL Statali: le novità su progressioni economiche e posizioni organizzative
Progressioni economiche
Posizioni organizzative
Il testo dell'intesa sottoscritta
Rinnovo CCNL Statali: le novità su progressioni economiche e posizioni organizzative
L'intesa stabilisce le linee di riferimento per il settore pubblico, toccando temi che spaziano dall'avanzamento professionale ai riconoscimenti per ruoli organizzativi.
In questo breve approfondimento focalizzeremo la nostra attenzione proprio su questi aspetti.
Progressioni economiche
Le progressioni economiche rappresentano una delle principali leve di valorizzazione del personale nella Pubblica amministrazione. Si tratta di incrementi salariali, detti "differenziali stipendiali", che riconoscono e premiano l'esperienza e la crescita professionale dei dipendenti. Questi differenziali hanno una natura strutturale e sono pertanto stabilmente integrati nello stipendio base, distribuiti su tredici mensilità. La struttura e il numero dei differenziali accessibili variano in base all'area di classificazione a cui appartiene il dipendente, con i parametri specificati nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) attualmente in vigore.
Il processo per ottenere tali progressioni è regolato da una procedura interna di selezione, indetta annualmente e finanziata con risorse specifiche destinate al miglioramento retributivo. Questo sistema mira a incentivare il merito e la continuità professionale all'interno delle diverse aree lavorative, ma introduce anche criteri che evitano concentrazioni eccessive degli aumenti in una sola parte del personale. In particolare, solo i dipendenti che non hanno beneficiato di incrementi negli ultimi tre anni possono partecipare al processo di selezione, sebbene il requisito possa essere modulato a due o quattro anni in base agli accordi di contrattazione integrativa, che possono adeguarlo alle esigenze locali.
La selezione considera diversi parametri, tra cui:
l'anzianità di servizio
la media delle valutazioni delle prestazioni degli ultimi tre anni
e le competenze professionali acquisite, le cosiddette skill, elementi che riflettono l'impegno e le capacità di ciascun dipendente.
Per garantire equità e incentivare la crescita professionale anche di chi è rimasto più a lungo senza avanzamenti, il sistema prevede un punteggio aggiuntivo per coloro che non hanno ottenuto differenziali da oltre sei anni. In questo modo, si evita che i lavoratori più anziani o con minori opportunità di avanzamento restino esclusi dai benefici economici, promuovendo una progressione equa e diffusa all'interno dell'organizzazione.
Posizioni organizzative
Il rinnovo contrattuale apporta modifiche importanti alle posizioni organizzative e professionali, offrendo nuove opportunità di crescita ai funzionari. Questi incarichi conferiscono responsabilità più elevate rispetto ai ruoli ordinari, rendendo necessario un grado di qualificazione avanzata e, in alcuni casi, l'iscrizione a ordini professionali specifici, soprattutto quando le mansioni implicano competenze specialistiche. I dipendenti che assumono tali incarichi ricevono un'indennità annuale, il cui valore varia tra 1.200 e 3.500 euro lordi, in base alla complessità e al livello di responsabilità della posizione. Questo importo può essere ulteriormente incrementato tramite la contrattazione integrativa locale, eventualmente incorporando voci accessorie come le indennità per lavoro straordinario.
Gli incarichi organizzativi e professionali hanno una durata massima di tre anni e sono assegnati secondo criteri che valutano:
la preparazione professionale
le attitudini personali
e le capacità dimostrate dal dipendente.
Durante questo periodo, è previsto un monitoraggio annuale, mirato a verificare che il dipendente stia svolgendo le funzioni affidate in linea con le direttive dell'amministrazione. In caso di mancato adempimento degli obiettivi, inosservanza delle direttive, riorganizzazione dell'ufficio o esiti negativi della valutazione, l'incarico può essere revocato. Questo sistema di monitoraggio non solo garantisce il rispetto degli standard di performance, ma consente anche una gestione più flessibile delle posizioni, in base alle necessità dell'amministrazione.
Un ulteriore elemento innovativo introdotto dal contratto riguarda i dipendenti che hanno ricoperto incarichi organizzativi per un periodo complessivo di oltre otto anni, anche non consecutivi. Per questi funzionari, è previsto il diritto di ottenere un nuovo incarico organizzativo, a meno che non vi siano motivi specifici per una revoca. Questa misura vuole riconoscere l'esperienza accumulata e garantire una continuità professionale, consentendo ai funzionari esperti di mantenere un ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione.



LENTEPUBBLICA

PNRR e riduzione tempi di pagamento delle Pa: le nuove linee guida.

Una recente circolare della Ragioneria Generale dello Stato stabilisce i dettagli operativi per la riduzione tempi di pagamento delle Pa nell'ambito delle riforme strutturali previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il documento stabilisce i dettagli operativi per accelerare i tempi di pagamento e garantire maggiore trasparenza nelle transazioni con le imprese. Tale iniziativa, identificata come "Riforma 1.11", si inserisce in una serie di misure introdotte con la milestone M1C1-72bis, approvata l'8 dicembre 2023.
PNRR e riduzione tempi di pagamento delle Pa: le nuove linee guida
Si tratta di indicazioni necessarie per migliorare la gestione finanziaria delle Pubbliche amministrazioni italiane e ridurre le tempistiche di pagamento verso i fornitori, un fattore cruciale per la competitività e la sostenibilità delle imprese. L'invito alle amministrazioni è di applicare rigorosamente le nuove linee guida per rispettare i parametri di efficienza e trasparenza richiesti, in linea con gli obiettivi europei di ripresa e resilienza.
Obiettivi della riforma
La riforma si pone l'obiettivo di migliorare l'efficienza dei pagamenti pubblici, con scadenze precise: il primo trimestre del 2025 e del 2026. A tal fine, la Ragioneria ha fornito linee guida per la gestione delle fatture e dei relativi controlli, indirizzate alle amministrazioni pubbliche, per una rigorosa applicazione delle tempistiche di pagamento previste dalla normativa vigente. La circolare illustra inoltre come identificare correttamente le fatture di natura commerciale e regolamenta l'uso della facoltà concessa dall'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo n. 231 del 2002, che consente di estendere i termini di pagamento a specifiche condizioni.
Norme sui termini di pagamento
In base alla direttiva europea 2011/7/UE, integrata nel diritto italiano dal decreto legislativo n. 231 del 2002 e modificata nel 2012, le pubbliche amministrazioni devono saldare le fatture entro 30 giorni dal ricevimento. Tuttavia, per il settore sanitario, il termine può essere esteso fino a 60 giorni, così come per particolari enti pubblici che svolgono attività economiche di natura industriale o commerciale. I termini vanno intesi come giorni di calendario, senza esclusione di festività o weekend.
Condizioni di proroga dei pagamenti
L'articolo 4 della direttiva stabilisce che gli Stati membri possono autorizzare una proroga fino a 60 giorni per le amministrazioni che svolgono attività di mercato o forniscono assistenza sanitaria riconosciuta. In Italia, questa disposizione è stata trasposta nel decreto n. 231 del 2002, permettendo alle parti di concordare un termine superiore a 30 giorni, purché giustificato da particolari esigenze contrattuali e formalizzato per iscritto.
L'importanza del monitoraggio
Il raggiungimento degli obiettivi della riforma sarà misurato sia in base al tempo medio di pagamento (che non deve superare i 30 o 60 giorni, a seconda del settore) sia in base al tempo medio di ritardo, che deve essere pari a zero. Dall'analisi delle fatture emesse nel 2023, sono emerse criticità in alcune amministrazioni che hanno registrato termini di pagamento non conformi, dovuti a errori di registrazione. Per evitare tali irregolarità, si richiede agli enti di controllare le fatture emesse nel 2024, in vista della rendicontazione prevista per il primo trimestre 2025.
Indicazioni per la registrazione e le sospensioni delle fatture
Nel caso in cui una fattura riporti una scadenza oltre i 30 giorni senza i presupposti giustificativi previsti, la data di pagamento deve essere ricondotta al termine standard. Inoltre, la fissazione di scadenze superiori ai 60 giorni è considerata illegittima.
La circolare specifica le modalità di registrazione delle eventuali sospensioni delle fatture, per garantire che le informazioni nei sistemi informativi riflettano con esattezza la dinamica dei pagamenti. Le sospensioni, che devono essere registrate attentamente, possono rientrare in quattro categorie:
contenzioso
contestazione di requisiti contrattuali
adempimenti normativi
e verifica di conformità.
Ad esempio, in caso di contestazioni, la sospensione può essere applicata fino a quando non sia garantita la regolare esecuzione del contratto.


LIVESICILIA

Siccità, il piano contro la grande sete della Sicilia: 132 progetti per l'acqua
PALERMO - I primi 96 interventi hanno 'Priorità 1' e valgono oltre 33 milioni di euro, tutti interamente finanziati. Gli altri 36 hanno lo stesso valore ma manca ancora il timbro definitivo su tutte le coperture. Sono i 132 progetti compongono la seconda parte del piano regionale di interventi per mitigare gli effetti della siccità in Sicilia. La prima parte era stata approvata a giugno e finanziata con venti milioni di euro, adesso si passa alla fase 2.

Si tratta di progetti messi a punto da Comuni, Ati ed enti gestori del servizio idrico: sono stati esaminati dalla Cabina di regia per l'emergenza, istituita su proposta del governatore Renato Schifani, e dal dipartimento regionale di Protezione civile. L'investimento complessivo per questa seconda parte del piano è di 66,2 milioni di euro e gran parte delle coperture sono arrivate nell'ultima manovra d'assestamento approvata dall'Ars.
Le coperture del piano contro la siccità
Lo stanziamento di partenza, previsto dall'articolo 1 delle variazioni di bilancio, era di trenta milioni di euro. In corso d'opera, con il maxi emendamento del governo, si sono aggiunti altri venti milioni. Soldi, questi ultimi, che andranno nelle casse della Protezione civile regionale diretta da Salvo Cocina e che serviranno, però, anche per altre spese sul fronte dell'emergenza idrica.
Per la copertura totale degli interventi inseriti nella tabella fornita al Parlamento in fase di approvazione della manovra-quater, e visionata da LiveSicilia, arriveranno in soccorso anche le risorse stanziate dalla Protezione civile nazionale, annunciate in aula da Schifani nel giorno del semaforo verde all'assestamento di bilancio.
'Revamping' e nuovi pozzi
Due le azioni più ricorrenti per alleviare la sete d'acqua di sette di otto delle nove province siciliane (manca soltanto Siracusa): il 'revamping', ovvero la riattivazione di sorgenti e pozzi già esistenti e non più produttivi, o comunque dalla portata ormai ridotta; la realizzazione di "pozzi gemelli" con la trivellazione del terreno accanto a quelli già attivi.
Il progetto per l'acqua dell'Oreto
C'è anche un progetto ambizioso, il più costoso tra quelli a 'Priorità 1'. Si tratta dell'idea messa a punto dall'Ati idrica di Palermo e dall'Amap per rendere potabile l'acqua del fiume Oreto. Quattro mesi di tempo per il "riefficientamento" della sezione di filtrazione a carboni attivi granulari dell'impianto di potabilizzazione denominato 'Gabriele'. Prevista anche l'installazione di un modulo di depurazione delle acque reflue di Pioppo (Monreale), che finiscono nell'Oreto.
Quasi due milioni di euro andranno a finanziare il 'revamping' della sorgente Taccarelle a Petralia Sottana, sempre in provincia di Palermo. L'investimento servirà anche alla realizzazione di altre opere collaterali come una condotta di adduzione. Ne beneficeranno anche i comuni di Blufi e Bompietro.
Diversi gli interventi in provincia di Palermo: un milione di euro per la riattivazione di pozzi che porteranno più acqua a Torretta, Capaci e Isola delle Femmine; altri 400mila euro serviranno per un nuovo pozzo che dovrà alleviare la sete di Corleone; trecentomila euro saranno investiti sulla diga Rosamarina di Caccamo per la realizzazione di un impianto di prelievo 'sotto quota' delle acque dell'invaso.
A Camporeale un milione e mezzo di euro finanzieranno la trivellazione di un pozzo profondo cento metri e la realizzazione del collegamento necessario con il serbatoio comunale; a Trappeto 750mila euro consentiranno il 'revamping' della sorgente San Giuseppe.
I progetti in provincia di Trapani
In provincia di Trapani, tra gli interventi prioritari, quello di Castellammare del Golfo: 1,3 milioni per un nuovo pozzo e la condotta di interconnessione in contrada Inici. Un investimento di 320mila euro consentirà di scavare in due nuovi punti a Marsala, mentre altrettanti pozzi gemelli a Mazara del Vallo costeranno 120mila euro.
Nel Catanese previsto un investimento da 250mila euro per il ripristino di tre pozzi a Castiglione di Sicilia. Altri progetti nella provincia etnea sono previsti nella seconda tranche del piano regionale: 130mila euro per il pozzo Urzi a Gravina, 80mila per il pozzo Sogem di Giarre e 281mila per la manutenzione di un altro pozzo a Caltagirone.
Gli interventi nel Nisseno
Per la provincia di Caltanissetta, una delle più colpite dalla crisi idrica, il piano prevede una prima tornata di 16 progetti realizzabili nell'immediato. Trecentomila euro serviranno per la riattivazione di due pozzi già esistenti a Butera, settecentomila per riattivare il pozzo di contrada Pisciotto, a Niscemi, al quale saranno affiancate le opere idrauliche necessarie.
Tre interventi sono previsti a Serradifalco: in tutto 725mila euro, seicentomila dei quali serviranno alla realizzazione di un nuovo pozzo della portata di dieci litri al secondo. A Sommatino arriveranno 420mila euro per scavare un nuovo pozzo.
I progetti contro la grande sete a Enna
Il piano approvato dalla protezione civile e dalla Cabina di regia, e finanziato dall'Ars, conta anche una ventina di interventi primari in provincia di Enna. Si tratta della zona che con Caltanissetta soffre di più la sete provocata dalla mancanza di piogge e che nei giorni scorsi, così come il Nisseno, ha visto arrivare le autobotti della Protezione civile regionale.
Quasi novecentomila euro finanzieranno a Cerami la trivellazione di un nuovo pozzo profondo cento metri e la realizzazione di una condotta lunga un chilometro e mezzo. Sei gli interventi previsti a Enna: la spesa complessiva sarà di oltre settecentomila euro tra nuovi pozzi e pozzi gemelli da realizzare. Quattro progetti riguardano Piazza Armerina (oltre mezzo milione di euro in tutto), mentre a Pietraperzia arriveranno 500mila euro per due progetti di Siciliacque per il potenziamento di tre pozzi.
In provincia di Agrigento il progetto che salta più all'occhio tra i primi 93 è quello di Lucca Sicula: 800mila euro per la sistemazione di due pozzi, l'installazione della elettropompa e la realizzazione di tutte le opere necessarie a portare l'acqua fino alla vasca comunale di accumulo. Ad Agrigento 250mila euro saranno destinati al potenziamento dell'impianto di sollevamento San Biagio Mendolito. Altri 350mila euro consentiranno la realizzazione di un nuovo pozzo a Montevago, grazie a un progetto di Siciliacque.
Cosa si farà nel Messinese
Di misura minore gli interventi finanziati con il ddl variazioni di bilancio in provincia di Messina: l'investimento più grosso previsto è a Patti, con 291mila euro per un nuovo pozzo in contrada Iuculano e le necessarie opere idrauliche a corredo per portare l'acqua al serbatoio comunale. Un solo progetto del piano contro la siccità per la provincia di Ragusa: è quello di Siciliacque a Vittoria, che prevede una spesa di duecentomila euro per la riattivazione di alcuni pozzi.

https://livesicilia.it/siccita-ricerca-nuovi-pozzi-sicilia/

GIORNALE DI SICILIA

Le scuole con sempre meno alunni, in Sicilia in cinque anni gli studenti sono diminuiti di oltre 40mila unità.

Il report di Cgil sul calo demografico: ogni anno l'Isola perde circa 15mila abitanti.Lo scrittore Gesualdo Bufalino diceva che la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari. Probabilmente questo esercito troverà un impiego al Nord dal momento che la Sicilia perde inesorabilmente alunni e scuole: in cinque anni l'Isola ha perso 103 autonomie scolastiche. Il conto è presto fatto: erano 831 nell'anno scolastico 2020/21 e a settembre all'apertura del nuovo anno si sono ritrovati in 728. Gli studenti sono diminuiti di 41.878 unità, passando nello stesso periodo dai 702.507 ai 660.629. Sono queste le informazioni che emergono elaborando i dati ufficiali rilevati dall'ufficio di statistica del Ministero dell'istruzione e del merito e contenute in un report della Flc Cgil.
A causa del ridimensionamento scolastico sono scomparse 43 sedi: al di là dell'accorpamento amministrativo, quindi, hanno proprio chiuso i battenti 15 edifici scolastici dell'infanzia, 19 della primaria e 13 della secondaria di primo grado. Frutto del calo demografico, certo, ma anche dei tagli decisi a livello centrale e contenuti in un decreto a firma dell'assessore regionale Mimmo Turano dello scorso gennaio.







































































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