AGRIGENTONOTIZIE
Regione, Margherita Rizza segretario generale ad interim La decisione è stata presa dalla giunta Schifani.
Il governo regionale, nella riunione di giunta di oggi pomeriggio presieduta dal presidente Renato Schifani, ha nominato Margherita Rizza segretario generale ad interim della Regione siciliana fino all'individuazione del dirigente a cui sarà conferito l'incarico. Laureata in giurisprudenza, in servizio nell'amministrazione regionale dal 1992, Margherita Rizza è attualmente dirigente generale del dipartimento degli Affari extraregionali, nonché commissario straordinario della fondazione Orchestra sinfonica siciliana e presidente dell'Ersu di Palermo.
AGRIGENTONOTIZIE
No all'abbandono dei rifiuti": il Libero consorzio incontra gli studenti della provincia
La finalità è quella di sensibilizzare i più giovani sulle tematiche in materia di ambiente.
Anche questa settimana il Libero consorzio comunale di Agrigento incontrerà gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado nel quadro delle giornate dedicate alla informazione e sensibilizzazione dei giovani sul rispetto dell'ambiente. I prossimi incontri sono previsti nell'istituto comprensivo "Agrigento centro", diretto dalla Rosellina Greco, e si svolgeranno giovedì 21 novembre a partire dalle ore 9,15 nel plesso "Garibaldi" e venerdì 22 novembre alla stessa ora nel plesso "Pirandello". "Gli incontri - si legge in una nota del Libero consorzio - saranno tenuti da funzionari del settore ambiente per migliorare le conoscenze sulle criticità che interessano il nostro territorio e in particolare quelle derivanti dall'abbandono dei rifiuti e dal conseguente, incalcolabile danno ambientale e di immagine. Agli alunni e ai docenti sarà distribuito un pieghevole realizzato dal settore ambiente sull'attività svolta dall'ente per il contrasto all'abbandono dei rifiuti". L'ente ha programmato un ciclo di incontri, concordati con i dirigenti scolastici di vari istituti, "per contribuire alla presa di coscienza da parte degli studenti più giovani del problema rifiuti, che provoca non solo conseguenze sulla qualità dell'ambiente ma anche un pesante impatto economico Notevoli, infatti, le spese che ogni anno la stessa ex Provincia regionale è costretta a sostenere per le periodiche bonifiche del territorio".
GRANDANGOLO
Rispetto dell'ambiente, proseguono gli incontri del Libero Consorzio con gli studenti.
I prossimi incontri sono previsti nell'Istituto Comprensivo "Agrigento Centro".
Anche questa settimana il Libero Consorzio Comunale di Agrigento incontrerà gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado nel quadro delle giornate dedicate alla informazione e sensibilizzazione dei giovani sul rispetto dell'ambiente. I prossimi incontri sono previsti nell'Istituto Comprensivo "Agrigento Centro", diretto dalla prof.ssa Rosellina Greco, e si svolgeranno giovedì 21 novembre a partire dalle ore 9.15 nel plesso "Garibaldi" e venerdì 22 novembre alla stessa ora nel plesso "Pirandello".
Gli incontri saranno tenuti da funzionari del Settore Ambiente per migliorare le conoscenze sulle criticità che interessano il nostro territorio, e in particolare quelle derivanti dall'abbandono dei rifiuti e dal conseguente, incalcolabile danno ambientale e di immagine. Agli alunni e ai docenti sarà distribuito un pieghevole realizzato dal Settore Ambiente sull'attività svolta dall'Ente per il contrasto all'abbandono dei rifiuti
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, grazie all'impegno del Settore Ambiente, ha programmato un ciclo di incontri, concordati con i dirigenti scolastici di vari Istituti, per contribuire alla presa di coscienza da parte degli studenti più giovani del problema rifiuti, che provoca non solo conseguenze sulla qualità dell'ambiente ma anche un pesante impatto economico Notevoli, infatti, le spese che ogni anno la stessa ex Provincia Regionale è costretta a sostenere per le periodiche bonifiche del territorio.
TELEACRAS
"Regione", tra disavanzo, Finanziaria, contributi e Province
Approvato il Rendiconto 2023, Schifani: "Ripianato il disavanzo per 3,1 miliardi, un risultato storico". La prospettiva della Finanziaria, i contributi e le elezioni per le Province.
La giunta regionale ha approvato il rendiconto 2023, da cui emerge che il disavanzo si è ridotto dai 7 miliardi e 300 milioni di euro del 2018 ai quasi 898 milioni di euro attuali. E l'assessore all'Economia, Alessandro Dagnino, in conferenza con Schifani, prospetta addirittura un surplus dopo il superamento del disavanzo. E spiega: "L'abbattimento di ben 3,1 miliardi del disavanzo della Regione determina un impatto notevolissimo. Possiamo sperare di passare nel 2024 o nel 2025 dal deficit al surplus. Significherebbe che la Sicilia entrerà nel novero delle Regioni virtuose". E Schifani rilancia: "Si tratta di un record senza precedenti, che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all'Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni: un altro impegno che abbiamo mantenuto". Schifani è adesso pronto a guerreggiare per approvare la Finanziaria 2025 entro il termine del prossimo 31 dicembre. E promette: "Seguirò direttamente la Finanziaria, mi trasferirò per questo motivo all'Assemblea Regionale, così come ho fatto in occasione delle variazioni di bilancio. Per noi approvare la Finanziaria entro l'anno è importante per non bloccare la spesa con l'esercizio provvisorio. L'anno scorso l'obiettivo è stato centrato perché la manovra è stata approvata l'8 gennaio. Lavoreremo giorno e notte perché si possano trovare elementi di sintesi. Sono abbastanza fiducioso, perché ho una squadra che lavora bene al di là delle polemiche o pseudo polemiche. C'è una maggioranza estremamente compatta e ne sono fiero, penso che si possa continuare a lavorare bene in questi anni perché ci sono tutti i presupposti". Poi Schifani interviene in riferimento alla erogazione dei contributi e ai ricorrenti casi giudiziari che ne derivano. E afferma: "Sono pronto a collaborare perché si metta ordine anche con una norma-quadro che disciplini le regole di sussistenza dei requisiti per potere ottenere questi contributi. Tale norma potrebbe essere inserita nella Finanziaria, in raccordo con i partiti". Poi il presidente interviene nel merito delle elezioni per le Province, l'annullamento delle elezioni di secondo livello a dicembre, e il ripristino dell'elezione diretta: "Sono convinto che se l'elezione diretta nelle ex Province fosse approvata resisterebbe alla presunzione di incostituzionalità. Ma questo è fuori dal dibattito politico del governo. Su questo tema il Parlamento regionale è sovrano, ha deciso di differire le elezioni di secondo livello. Io tifo per l'elezione diretta al di là della costituzionalità o meno, perché la legge Delrio è fallita".
GIORNALE DI SICILIA
Fondi per feste e sagre, al vaglio della Regione una stretta
Schifani studia una norma da inserire in Finanziaria che introduca dei paletti e dei requisiti che ogni ente o associazione dovrebbe dimostrare di possedere.Anche il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, propone di modificare il sistema di assegnazione dei contributi al mondo dello spettacolo per eventi e festival di piazza. Dopo l'abbuffata che, con semplici emendamenti a favore di associazioni amiche ha portato i deputati dell'Ars a spendere oltre 20 milioni in meno di un anno per feste e sagre, e dopo le inchieste della magistratura, ora tutti annunciano una marcia indietro se non un giro di vite.
Rispondendo a una domanda dei cronisti, Schifani ha detto di immaginare una norma da inserire in Finanziaria che introduca dei paletti e dei requisiti che ogni ente o associazione dovrebbe dimostrare di possedere per poter accedere per poter accedere a questo tipo di contributi: «Sono pronto a collaborare perché si metta ordine anche con una norma quadro che disciplini modalità e requisiti per l'erogazione dei contributi pubblici. Potrebbe essere inserita nella Finanziaria, da concertare con presidente dell'Ars e i partiti perché vi sia una logica di riferimento».
GIORNALE DI SICILIA
Regione Siciliana, disavanzo a 897 milioni: 3 miliardi in meno in un anno
Schifani: «Grandissimo risultato, avanti su questa strada. A questo miglioramento hanno contribuito anche le maggiori entrate tributarie».Ben 3,16 miliardi abbattuti in un anno: il disavanzo della Regione passa da 4,03 miliardi del 2022 a 897,94 milioni del 2023. È quanto emerge dal rendiconto per il 2023 della Regione approvato questo pomeriggio dal governo di Renato Schifani.
«È un grandissimo risultato», ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani in conferenza stampa a Palazzo d'Orleans assieme all'assessore all'Economia Alessandro Dagnino e al ragioniere generale Ignazio Tozzo.
«A questo miglioramento hanno contribuito le maggiori entrate tributarie, i maggiori accertamenti, risparmi di spesa per funzionamento (uffici, missioni, energia elettrica) le regolazioni contabili delle imposte. Qui non siamo davanti a delle promesse, ma sono numeri, Andremo avanti sulla nostra strada, cercando di mantenere sempre la coerenza, noi non ci facciamo distrarre dal confronto politico con le opposizioni che svolgono il loro ruolo spesso costruttivo».
«Mi trasferirò all'Ars per la manovra di stabilità»
«Seguirò direttamente la manovra di stabilità, mi trasferirò per questo motivo all'Ars, così come ho fatto in occasione delle variazioni di bilancio». Così il presidente della Regione, Renato Schifani, in conferenza stampa. Schifani ha aggiunto: «Per noi approvare la manovra di stabilità entro l'anno è importante per non bloccare la spesa.
LENTEPUBBLICA
Rinnovo CCNL Statali 2024: le novità in materia di smart working.
Nell'intesa preliminare raggiunta sul rinnovo del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) degli Statali, dedicato al comparto delle Funzioni Centrali, per il triennio 2022-2024 una sezione è dedicata allo smart working.
L'intesa, sottoscritta dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e alcune sigle sindacali, rappresenta un nuovo punto di riferimento per circa 195.000 lavoratori pubblici, tra cui dipendenti di ministeri, agenzie fiscali e enti economici.
Questa nuova cornice normativa non solo offre garanzie e indicazioni ai dipendenti delle amministrazioni centrali, ma si configura come modello per i futuri contratti nei settori della sanità, della scuola e degli enti locali. Di seguito, le principali novità introdotte per quel che riguarda il lavoro agile.
Indice dei contenuti
Rinnovo CCNL Statali 2024: le novità in materia di smart working
Accesso e criteri per il lavoro agile
Orario di lavoro e diritto alla disconnessione
Gestione di problemi tecnici
Lavoro da remoto e verifica delle condizioni di sicurezza
Il testo dell'intesa sottoscritta
Rinnovo CCNL Statali 2024: le novità in materia di smart working
Il nuovo contratto per il lavoro agile stabilisce un sistema strutturato che equilibra le esigenze dei lavoratori con quelle delle amministrazioni, consentendo un'ampia flessibilità per i dipendenti che ne fanno richiesta.
Accesso e criteri per il lavoro agile
L'accesso al lavoro agile avviene su base volontaria e riguarda tutti i lavoratori a tempo indeterminato e determinato, sia a tempo pieno sia parziale. Tuttavia, non tutte le mansioni sono compatibili con questa modalità. Le amministrazioni sono incaricate di identificare le attività che possono essere svolte da remoto, escludendo quelle che richiedono l'uso di strumentazioni non trasportabili o che richiedono una presenza fisica per turni o altre esigenze operative. Questo sistema consente una certa flessibilità, permettendo ai lavoratori di adattare l'attività professionale alle proprie esigenze personali, pur rispettando i requisiti di servizio delle amministrazioni pubbliche.
Un'attenzione specifica è riservata ai lavoratori che vivono situazioni particolarmente delicate, come problemi di salute o responsabilità di cura verso familiari con disabilità. Per questi dipendenti, il contratto consente di estendere i giorni di lavoro agile rispetto agli altri colleghi, favorendo così una migliore gestione del bilanciamento tra vita professionale e privata.
Orario di lavoro e diritto alla disconnessione
La gestione dell'orario di lavoro in modalità agile prevede due fasce:
Fascia di contattabilità: durante questo periodo, il lavoratore è tenuto a rendersi disponibile per comunicazioni lavorative. L'orario di lavoro può comunque includere permessi orari, previsti per ragioni personali o familiari, che sono regolati dal contratto collettivo.
Fascia di disconnessione: questa fascia comprende il periodo di riposo obbligatorio di 11 ore consecutive e le ore notturne (tra le 22:00 e le 6:00). Durante la fascia di disconnessione, il lavoratore ha il diritto di non rispondere a comunicazioni lavorative, garantendo così un netto stacco dalle responsabilità professionali.
Inoltre, il contratto vieta lo svolgimento di straordinari, trasferte e attività a rischio durante i giorni di lavoro agile, in modo da tutelare il lavoratore e mantenere l'integrità delle condizioni contrattuali.
Gestione di problemi tecnici
In caso di problematiche tecniche che ostacolano il lavoro agile, il dipendente ha l'obbligo di informare immediatamente il proprio superiore, il quale può disporre il rientro in sede se le difficoltà tecniche impediscono il proseguimento del lavoro a distanza. Questa disposizione evita interruzioni prolungate e consente di mantenere la continuità del servizio, pur in un contesto di flessibilità.
Lavoro da remoto e verifica delle condizioni di sicurezza
Il contratto disciplina anche il lavoro da remoto, che prevede la possibilità di svolgere le proprie attività professionali da una sede alternativa, come il domicilio o altre postazioni fuori dall'ufficio. Le modalità specifiche di lavoro da remoto includono opzioni come il telelavoro domiciliare e altre forme decentrate come il coworking. In questi casi, l'amministrazione fornisce le attrezzature necessarie e concorda preventivamente il luogo di lavoro con il dipendente.
Per garantire la sicurezza e adeguate condizioni operative, l'amministrazione effettuerà controlli periodici sul luogo di lavoro remoto. Questi accertamenti includono anche una valutazione dei rischi per prevenire infortuni o situazioni di rischio. Questa misura mira a garantire che i dipendenti operino in un ambiente sicuro, adeguato e conforme agli standard richiesti, evitando che il lavoro da remoto diventi un potenziale pericolo per la salute e la sicurezza del lavoratore.
ILSOLE24ORE
Il Pnrr ricostruisce il 40% delle scuole italiane: 9,3 miliardi per 14.178 interventi
L'edilizia assorbe il 78% dei 12,03 miliardi che il Piano dedica a investimenti nel mondo dell'istruzione: in campo anche 36.343 progetti per l'innovazione, la formazione del personale e la lotta alla dispersione.Il Pnrr punta a rifare il 40% delle scuole italiane, con ristrutturazioni progettate nel nome della sicurezza antisismica, dell'efficientamento energetico e dell'ampliamento di strutture e palestre. Ma quello edilizio è solo il più immediatamente percepibile tra i tanti filoni di intervento che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica all'istruzione, un capitolo che nel complesso raduna 50.530 iniziative, cioè il 16,5% delle iniziative presenti nel censimento generale condotto attraverso i codici unici di progetto (Cup). Questi investimenti, per un valore cumulato di 12,03 miliardi, oltre che all'hardware rappresentato da aule, mense e palestre si occupano anche del software della scuola, con 36.343 progetti per la formazione, l'aggiornamento e l'orientamento di insegnanti e studenti e con una piccola quota di stage, tirocini e percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Il cuore del Piano
Quello indagato dalla nuova puntata del «Pnrr delle cose», il progetto condotto dal Sole 24 Ore in collaborazione con Ifel per esaminare le ricadute effettive degli investimenti finanziati dal debito comune europeo sulla vita reale di cittadini e territori, è insomma un terreno cruciale nel panorama del Piano. Ed è anche uno dei più vicini al cuore strategico del Next Generation Eu, che al di là dei dibattiti continui su milestones, target, spesa effettiva e stato di attuazione nasce con lo sguardo rivolto al futuro per dare ai Paesi, e prima di tutto all'Italia che ne è il principale destinatario, un'eredità strutturale in termini di maggiore crescita potenziale, e quindi di miglioramento del capitale umano e della sua formazione. In un programma intitolato alla «Next Generation», del resto, la scuola non può che essere un pilastro centrale.
Nella classificazione generale dei progetti, in realtà l'edilizia scolastica è minoritaria, con i suoi 14.178 interventi che rappresentano il 28,06% del totale. Il gruppo più numeroso è costituito dalle iniziative dedicate a «formazione e istruzione all'interno dell'obbligo scolastico», che si occupano di creare nuovi percorsi formativi, sviluppare le competenze digitali del personale e degli studenti, migliorare l'orientamento e avviare programmi di inclusione nei territori più colpiti dalla dispersione scolastica. In totale, si tratta di 36.343 casi che, affiancati dai 9 progetti di stage, tirocini e alternanza coprono quindi il 71,94% dei progetti. In termini economici si fa invece chiaro il primato dell'edilizia, cioè il terreno che vede tra i suoi primi soggetti attuatori i Comuni: i suoi 9,39 miliardi di investimenti che rappresentano il 78,03% del portafoglio destinato dal Pnrr al mondo della scuola.
In questo ambito i filoni sono due: i lavori di adeguamento e restauro sono 12.284 e valgono 5,33 miliardi In cantiere c'è però anche la costruzione di 1.894 nuove scuole, per 4.05 miliardi di euro. Morale: se tutto andrà come deve, a fine piano l'Italia avrà ristrutturato o ricostruito ex novo il 39,6% 35.822 sedi scolastiche pubbliche e private censite dal Portale unico dei dati gestito dal ministero dell'Istruzione. Gli interventi di ristrutturazione valgono in media 434mila euro, quelli di costruzione ex novo arrivano a 2,14 milioni a testa.
Il software della scuola
Ma muri, tetti e serramenti auspicabilmente efficienti dal punto di vista energetico sono solo la premessa indispensabile dell'istruzione. Che ha bisogno di molta benzina sul piano più immateriale, ma ancora più importante, della formazione e dell'inclusione sociale. Qui i 2,64 miliardi distrubuiti fra 36.343 iniziative (72.668 euro cadauna) quasi equamente distrubuite fra docenti (a loro è rivolto il 51,45% dei progetti) e studenti, rivelano un imponente sforzo di fantasia delle istituzioni scolastiche e territoriali per provare ad andare incontro alle esigenze giudicate prioritarie nei diversi contesti. Il quadro è molto ricco, e sostanzialmente impossibile da riassumere in termini generali in un panorama che abbraccia tutte le aree del Paese e i livelli di istruzione.
Per esempio in Piemonte la Fondazione Its per le per le tecnologie dell'informazione e della telecomunicazione, attiva fra Torino, Novara e Bra (provincia di Cuneo), ha ottenuto 9,7 milioni di euro per un ampio carnet di progetti di orientamento individuale e di gruppo e per percorsi di aggiornamento di docenti ed esperti nelle nuove tecnologie con l'obiettivo di potenziare una delle offerte formative oggi più promettenti sul piano occupazionale. In Puglia l'Its per la mobilità sostenibile ha invece un budget da 6,2 milioni per la formazione di classi di studenti nel settore dell'Aerospazio. Mentre a Erice, in provincia di Trapani, l'Istituto Florio ha messo in campo iniziative da 387mila euro per la creazione di team di docenti formati nella prevenzione della dispersione scolastica dei ragazzi a rischio abbandono. Nella scuola, insomma, il Pnrr prova ad arrivare dappertutto: e fra non molto, ormai, sarà tempo per i primi consuntivi.
LASICILIA
Il disavanzo della Regione passa dai 4 miliardi del 2022 agli 898 milioni del 2023: abbattuti oltre 3 mld in un anno
Schifani parla di «risultato storico». Per l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Dagnino, «adesso si può sperare di passare dal deficit a surplus» Ben 3,16 miliardi abbattuti in un anno: il disavanzo della Regione passa da 4,03 miliardi del 2022 a 897,94 milioni del 2023. E' quanto emerge dal rendiconto per il 2023 della Regione approvato questo pomeriggio dal governo di Renato Schifani.
«E' un grandissimo risultato», ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani in conferenza stampa a Palazzo d'Orleans assieme all'assessore all'Economia Alessandro Dagnino e al ragioniere generale Ignazio Tozzo.
A questo miglioramento hanno contribuito le maggiori entrate tributarie, i maggiori accertamenti, risparmi di spesa per funzionamento (uffici, missioni, energia elettrica) le regolazioni contabili delle imposte. Qui non siamo davanti a delle promesse, ma sono numeri, Andremo avanti sulla nostra strada, cercando di mantenere sempre la coerenza, noi non ci facciamo distrarre dal confronto politico con le opposizioni che svolgono il loro ruolo spesso costruttivo».
Per l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Dagnino, l'abbattimento di ben 3,1 miliardi del disavanzo della Regione determina un «impatto notevolissimo». «Possiamo sperare di passare nel 2024 o nel 2025 dal deficit a surplus, significherebbe che Sicilia entrerà nel novero delle Regioni virtuose». Secondo Dagnino, «il trend relativo al recupero del disavanzo è molto positivo. I numeri sembrano sempre freddi, ma il loro riflesso sui cittadini è notevolissimo».
l rendiconto per il 2023 certifica una riduzione delle passività per oltre 3,1 miliardi di euro, a fronte dei 435 milioni previsti, superando quanto inserito nel bilancio di previsione. Il documento finanziario fotografa anche una crescita degli investimenti del 44%, con più di 2,6 miliardi di euro erogati. Numeri più che positivi dovuti, ha sottolineato il presidente Schifani, alle maggiori entrate, pari a 1,7 miliardi, registrate in Sicilia grazie alla crescita economica, all'aumento del cofinanziamento statale sulla spesa sanitaria (200 milioni in più nel 2022 e 300 milioni nel 2023), e ai risparmi di circa 1,2 miliardi dovuti al contenimento della spesa delle società partecipate e degli enti controllati, ai risparmi sulle locazioni passive, sul funzionamento degli uffici, sulle spese per l'energia elettrica per circa 200 milioni, e alla rinegoziazione di 2,1 miliardi di mutui del Mef con Cassa depositi e prestiti.
«Si tratta di un record senza precedenti - ha proseguito Schifani - che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all'Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto».
Per l'assessore all'Economia Dagnino «si apre un nuovo capitolo nella storia della Regione che consentirà la realizzazione di forti investimenti per lo sviluppo della nostra terra; ringrazio gli uffici del mio assessorato per avere lavorato alacremente e in particolare i due dirigenti generali, Ignazio Tozzo e Silvio Cuffaro, che hanno permesso la realizzazione dei risultati che oggi vengono sanciti nel documento finanziario».
Il rendiconto generale sancisce anche un forte incremento della liquidità, con il fondo cassa che raddoppia in due anni da 4 miliardi a un totale di quasi 8 miliardi di euro. Alla riduzione del disavanzo hanno contribuito sia le maggiori entrate, derivanti dall'aumento del Pil oltre le stime, sia le politiche di bilancio di contenimento della spesa e di amministrazione delle passività. Il disavanzo da ripianare è stato pertanto ridotto da 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. Dopo l'approvazione in giunta avvenuta oggi, il rendiconto generale sarà trasmesso alla Corte dei conti per ottenere la parificazione.
LENTEPUBBLICA
Rinnovo contratto Enti Locali, ultimi aggiornamenti su aumento stipendi
I negoziati per il rinnovo del contratto dei dipendenti degli enti locali riprendono a pieno ritmo, con Aran e sindacati al tavolo delle trattative: ecco gli ultimi aggiornamenti sull'aumento degli stipendi.Tuttavia, senza la partecipazione di CGIL e UIL, l'accordo resta incerto, poiché i sindacati confederali giudicano ancora insufficienti le risorse previste. Al momento solo la CISL, come fatto, con il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali, si mostra conciliante. Scopriamo dunque quali sono le ultime novità: l'ultima proposta di Aran, l'agenzia governativa responsabile dei negoziati, prevede di destinare il 94% dei fondi disponibili agli aumenti salariali.Rinnovo contratto Enti Locali, ultimi aggiornamenti su aumento stipendi In dettaglio, gli incrementi medi variano a seconda del ruolo. Per gli operatori di base, che rappresentano il primo livello di accesso nella struttura comunale, è previsto un aumento mensile lordo di 111,45 euro. Questi lavoratori, impegnati principalmente nelle mansioni operative quotidiane, beneficeranno di un incremento mirato a riconoscere il valore del loro contributo fondamentale al funzionamento dell'ente. Gli operatori esperti, ossia coloro che svolgono compiti più specializzati e con maggiore autonomia, riceveranno invece 116,03 euro, un importo che riflette l'esperienza e le competenze sviluppate in anni di servizio.Per gli istruttori, figure che hanno responsabilità tecniche e gestionali più complesse, l'incremento proposto sale a 130,41 euro. Questo livello di remunerazione aggiuntiva intende compensare il grado di preparazione e le competenze specifiche che queste posizioni richiedono per la gestione e il coordinamento di attività interne. Infine, ai funzionari e alle qualifiche più elevate, che svolgono funzioni di supervisione, pianificazione e controllo, spetterebbe un aumento di 141,5 euro, un riconoscimento della responsabilità aggiuntiva che ricade su questi profili nel garantire il corretto svolgimento delle attività comunali.
Oltre a queste cifre, resterebbero circa 8 euro disponibili per coprire eventuali costi legati a modifiche contrattuali che comportano spese aggiuntive, soprattutto nel campo delle normative che regolano i diritti e i doveri dei dipendenti comunali. La distribuzione di questi fondi, seppur limitata, potrebbe andare a beneficio di specifiche necessità contrattuali, sostenendo aspetti operativi non strettamente legati agli aumenti salariali. A questi aumenti si aggiunge anche uno stanziamento previsto dalla manovra finanziaria, che offre un incremento dello 0,22% per rifinanziare i fondi della contrattazione integrativa. Questo piccolo ma significativo contributo è stato già introdotto per il personale delle Funzioni centrali e si rivela un tentativo di potenziare le risorse contrattuali, migliorando così ulteriormente le condizioni salariali anche per il personale degli enti locali. Prossimi step Il prossimo tavolo è stato fissato per il 2 dicembre. Ovviamente fino ad allora ci sarà maggior tempo per sistemare altri dettagli da parte dell'Aran e per presentare nuove proposte da parte dei sindacati. Ma con CGIL e UIL che continuano a fare muro la situazione potrebbe complicarsi: bisogna vedere se anche in questo caso solo la CISL e gli altri sindacati favorevoli riusciranno alla fine ad ottenere la maggioranza assoluta.
TELEACRAS
Regione", tra disavanzo, Finanziaria, contributi e Province. Approvato il Rendiconto 2023, Schifani: "Ripianato il disavanzo per 3,1 miliardi, un risultato storico".
La prospettiva della Finanziaria, i contributi e le elezioni per le Province.
La giunta regionale ha approvato il rendiconto 2023, da cui emerge che il disavanzo si è ridotto dai 7 miliardi e 300 milioni di euro del 2018 ai quasi 898 milioni di euro attuali. E l'assessore all'Economia, Alessandro Dagnino, in conferenza con Schifani, prospetta addirittura un surplus dopo il superamento del disavanzo. E spiega: "L'abbattimento di ben 3,1 miliardi del disavanzo della Regione determina un impatto notevolissimo. Possiamo sperare di passare nel 2024 o nel 2025 dal deficit al surplus. Significherebbe che la Sicilia entrerà nel novero delle Regioni virtuose". E Schifani rilancia: "Si tratta di un record senza precedenti, che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all'Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo, riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo, con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni: un altro impegno che abbiamo mantenuto". Schifani è adesso pronto a guerreggiare per approvare la Finanziaria 2025 entro il termine del prossimo 31 dicembre. E promette: "Seguirò direttamente la Finanziaria, mi trasferirò per questo motivo all'Assemblea Regionale, così come ho fatto in occasione delle variazioni di bilancio. Per noi approvare la Finanziaria entro l'anno è importante per non bloccare la spesa con l'esercizio provvisorio. L'anno scorso l'obiettivo è stato centrato perché la manovra è stata approvata l'8 gennaio. Lavoreremo giorno e notte perché si possano trovare elementi di sintesi. Sono abbastanza fiducioso, perché ho una squadra che lavora bene al di là delle polemiche o pseudo polemiche. C'è una maggioranza estremamente compatta e ne sono fiero, penso che si possa continuare a lavorare bene in questi anni perché ci sono tutti i presupposti". Poi Schifani interviene in riferimento alla erogazione dei contributi e ai ricorrenti casi giudiziari che ne derivano. E afferma: "Sono pronto a collaborare perché si metta ordine anche con una norma-quadro che disciplini le regole di sussistenza dei requisiti per potere ottenere questi contributi. Tale norma potrebbe essere inserita nella Finanziaria, in raccordo con i partiti". Poi il presidente interviene nel merito delle elezioni per le Province, l'annullamento delle elezioni di secondo livello a dicembre, e il ripristino dell'elezione diretta: "Sono convinto che se l'elezione diretta nelle ex Province fosse approvata resisterebbe alla presunzione di incostituzionalità. Ma questo è fuori dal dibattito politico del governo. Su questo tema il Parlamento regionale è sovrano, ha deciso di differire le elezioni di secondo livello. Io tifo per l'elezione diretta al di là della costituzionalità o meno, perché la legge Delrio è fallita".