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rassegna stampa del 29 novembre 2024

LENTEPUBBLICA

Rendicontazione PNRR: indicazioni Ragioneria dello Stato per la settima rata.

La Ragioneria Generale dello Stato (RGS) ha diramato una circolare contenente dettagli operativi per le amministrazioni pubbliche coinvolte nella rendicontazione PNRR nell'ottica del pagamento della settima rata.
Il documento, indirizzato alle Unità di Missione PNRR, stabilisce le procedure necessarie per completare la rendicontazione relativa alla settima richiesta di pagamento da inviare alla Commissione Europea.
La circolare sottolinea l'importanza di una collaborazione puntuale ed efficace da parte delle amministrazioni coinvolte per rispettare i termini e garantire il buon esito delle procedure di rendicontazione.
Rendicontazione PNRR: indicazioni Ragioneria dello Stato per la settima rata
La settima rata, pari a 21 miliardi di euro, comprende attività legate agli obiettivi del terzo e quarto trimestre del 2024, approvati nell'ultima modifica del Piano dal Consiglio ECOFIN il 18 novembre. Le amministrazioni centrali titolari di misure PNRR sono chiamate a dimostrare il raggiungimento delle milestone e dei target (M&T) attraverso una procedura rigorosa e strutturata.
Gli strumenti
La gestione delle attività avviene tramite il sistema informativo REGIS, utilizzando due specifiche funzionalità: "Avanzamento M&T" e "Consuntivazione M&T". Attraverso la prima, le amministrazioni devono caricare una serie di documenti nella sezione dedicata, tra cui:
Report di avanzamento, firmato digitalmente dal Responsabile dell'Unità di Missione PNRR;
Documentazione attestante il raggiungimento degli obiettivi;
Strumento per la verifica di M&T, compilato e firmato digitalmente dal dirigente preposto.
In aggiunta, è richiesta la Dichiarazione di gestione, redatta dall'amministrazione titolare e comprensiva di una sintesi delle irregolarità e dei controlli effettuati. Anche in assenza di obiettivi da rendicontare per questa rata, il documento deve essere comunque prodotto.
Tempistiche e aggiornamenti
Le operazioni di rendicontazione devono essere completate entro il 13 dicembre 2024 per consentire la trasmissione della domanda di pagamento entro la fine dell'anno. Eventuali modifiche richieste dalla Commissione Europea durante la valutazione dovranno essere tempestivamente registrate e aggiornate sul sistema REGIS.



GIORNALE DI SICILIA 

Sciopero generale, oggi l'Italia si ferma: il Tar boccia il ricorso contro la precettazione.

Salvini esulta. Cgil-Uil, «Abbia rispetto per i diritti». Stop di 8 ore per tutti i settori pubblici e privati (dalle fabbriche alla scuola e alla sanità), ad eccezione dei trasporti dove viene ridotto a 4 ore.Sciopero a suon di appelli. Alla vigilia dello stop generale, il Tar si esprime respingendo per ora il ricorso contro la precettazione per il settore dei trasporti presentato da due sindacati autonomi, che pure scendono in piazza oggi.
In attesa della risposta a Cgil e Uil, che anche si sono mosse per il ricorso, le modalità della protesta di oggi non cambiano. Ma la battaglia va avanti, mentre il Garante difende il proprio intervento: «Applichiamo la legge».
L'articolazione dello sciopero generale rimane, pertanto, l'ultima a cui si era giunti dopo l'ordinanza firmata dal ministro Matteo Salvini: stop di 8 ore per tutti i settori pubblici e privati (dalle fabbriche alla scuola e alla sanità), ad eccezione dei trasporti dove, proprio a seguito della precettazione, viene ridotto a 4 ore per il trasporto pubblico locale (bus e metro dalle 9 alle 13), il trasporto marittimo (anche dalle 9 alle 13) e aereo (dalle 10 alle 14). Restano esclusi dallo stop i treni.
È il Mit che fa subito sapere della decisione del Tar di respingere il ricorso d'urgenza presentato da alcuni sindacati e Salvini coglie la palla al balzo per esprimere «grande soddisfazione»: «Difendo il diritto alla mobilità degli italiani».
«Abbia rispetto del diritto di sciopero», ripete il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che gli replica anche sul ricorso: «Il Tar non si è ancora espresso su quello presentato da noi. Salvini la butta in caciara», dice ospite di «Tagadà» su La7, mentre viene mostrata l'immagine con il volto di Maurizio Landini, pubblicata sui social dal ministero dei Trasporti.
E mentre il leader della Cisl, Luigi Sbarra, torna a respingere una protesta «populista, dal sapore politico e partitico: un grande errore che pesa sui lavoratori».
Intanto Landini a Bologna e Bombardieri a Napoli si preparano a scendere in piazza per chiedere di cambiare la manovra di bilancio, di aumentare i salari e le pensioni, di finanziare la sanità, la scuola, i servizi pubblici.
Per ora si tratta, quindi, del ricorso presentato dai sindacati di base Cub e Sgb, che avevano già proclamato uno sciopero generale per domani. A cui si è aggiunto quello di Cgil e Uil, indetto dopo. Da questo ordine temporale parte la premessa del Garante in audizione alle commissioni Trasporti e Lavoro della Camera, spesso chiamato in causa in questi giorni da Cgil e Uil, che lo hanno accusato anche di non essere imparziale.
«Noi applichiamo le regole di legge, gli scioperi devono essere distanziati. E c'è una delibera che vieta la concentrazione nel settore dei trasporti. Cgil e Uil non si sono adeguate», afferma la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Paola Bellocchi, sottolineando, appunto, che la giornata del 29 novembre «era già prenotata da un altro sciopero generale proclamato da due confederazioni sindacali di base Sgb e Cub, prima di quello di Cgil e Uil. C'era la possibilità di scegliere una data alternativa».
Cgil e Uil, da parte loro, ripetono di aver rispettato le norme e di aver escluso il settore ferroviario, visto che già nello scorso fine settimana c'è stato un altro stop per i treni (la regola della rarefazione oggettiva richiede un intervallo di 10 giorni tra uno stop e l'altro), ma di non aver escluso l'intero settore dei trasporti non riconoscendo la delibera sulla concentrazione tra scioperi nei trasporti.
Ma per l'Autorità, così si sarebbe «determinata una violazione del diritto alla mobilità degli utenti». Quindi, spiega ancora il Garante, i sindacati di base «Sgb e Cub hanno impugnato l'ordinanza di precettazione, perché il loro sciopero non presentava irregolarità» ma «alla fine sono stati coinvolti nella riduzione a 4 ore». E, aggiunge, «se ci fosse stato solo il loro sciopero, i trasporti non sarebbero stati compromessi più di tanto, il problema è la forza delle grandi confederazioni».


ILSICILIA
Enti locali, Messina: "Dalla Regione trentasette milioni per sostenere i Comuni in difficoltà finanziaria"
Trentasette milioni di euro per sostenere i Comuni siciliani in difficoltà finanziaria. Sono le risorse previste in cinque decreti emanati dall'assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina, destinati ai piani di riequilibrio finanziario degli Enti locali. Una misura che in questo modo dà attuazione alla legge regionale 25 del 2024.
"Si tratta di interventi in favore dei Comuni siciliani in condizione di sofferenza, in procedura di riequilibrio o di dissesto - evidenzia l'assessore Messina - che per la prima volta sono stati adottati dalla Regione. Con la legge approvata lo scorso agosto abbiamo voluto aiutare gli Enti locali che, a causa dell'evidente difficoltà economica, rischiano di compromettere le loro attività e, quindi, la stabilità sociale. Con i contributi puntiamo a favorire la fuoriuscita dal dissesto, garantendo contemporaneamente l'erogazione di servizi essenziali e la gestione delle attività di ordinaria amministrazione".
In particolare, un primo provvedimento di 12,5 milioni di euro è destinato a 56 Comuni, con popolazione fino a 25 mila abitanti, in dissesto finanziario alla data del 30 settembre 2024 e a quelli che hanno chiuso il dissesto successivamente al 31 dicembre 2022.
Altri 2,5 milioni di euro sono destinati ai Comuni di Palermo e Messina, per assicurare la sostenibilità dei piani di riequilibrio finanziario pluriennale deliberati dai rispettivi Consigli comunali, e al Comune di Catania per il completamento del quinquennio del bilancio stabilmente riequilibrato.
Un decreto da 11,5 milioni di euro assegna risorse a 23 Comuni, per la copertura delle passività inserite nei piani di riequilibrio finanziario pluriennale, con una suddivisione basata sul numero degli abitanti. A quelli con popolazione fino a 15 mila abitanti, che nell'anno 2021 sono stati destinatari di un contributo statale a valere sul Fondo nazionale previsto dalla legge 106/2021, vanno 2 milioni di euro per compensare la mancata assegnazione da parte dello Stato delle previsioni relative all'esercizio 2024. Infine, 8,5 milioni di euro sono stati  assegnati ai Comuni di Serradifalco (Cl), Linguaglossa e Militello in Val di Catania (Ct), Librizzi, Patti, Villafranca Tirrena (Me) e Campobello di Mazara (Tp) per la copertura delle passività nei rispettivi piani di riequilibrio finanziario pluriennale e che avevano richiesto il ricorso al fondo di rotazione.


LENTEPUBBLICA
Malfunzionamento piattaforma digitale, senza prove niente proroga della gara.
L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha ribadito il veto alla sospensione o alla proroga dei termini di una gara in assenza di prove di malfunzionamento della piattaforma digitale utilizzata per la procedura.La decisione emerge dal Parere di precontenzioso n. 451, approvato il 9 ottobre 2024 dal Consiglio dell'Autorità.
La controversia sollevata dalla Confraternita Misericordia di Vallo della Lucania si è concentrata su una gara d'appalto bandita dall'Asl di Salerno, dove l'associazione temporanea di scopo di cui la Misericordia era capofila ha lamentato di non aver potuto completare l'invio dell'offerta nei termini previsti a causa di presunti malfunzionamenti della piattaforma telematica utilizzata. In particolare, la richiesta di proroga o riapertura dei termini è stata giustificata dall'organizzazione con il presunto blocco del sistema negli ultimi minuti utili per l'inserimento dei dati.
Malfunzionamento piattaforma digitale, senza prove niente proroga della gara
Tuttavia, l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha esaminato attentamente la situazione, rilevando che l'attivazione della Confraternita era avvenuta solo negli ultimi sette minuti prima della chiusura dei termini. Questo dettaglio ha avuto un ruolo determinante nel rigetto della richiesta, poiché il gestore della piattaforma non aveva segnalato alcun malfunzionamento durante la procedura, e altre due offerte risultavano presentate correttamente nei tempi stabiliti.
La decisione di Anac si è basata su un principio di diligenza che ogni concorrente è chiamato a rispettare nelle gare telematiche. L'Autorità ha chiarito che affidarsi agli ultimi istanti disponibili per completare operazioni complesse, come l'invio di un'offerta economica, espone al rischio di errori umani o difficoltà tecniche imputabili al concorrente stesso. In questo caso, infatti, l'impossibilità di trasmettere l'offerta non è stata attribuita a un guasto del sistema ma a un possibile utilizzo scorretto della piattaforma o a errori nell'inserimento dei dati.
Secondo Anac, "Il tempo eccessivamente ridotto riservato all'operazione di invio dimostra una mancanza di attenzione e programmazione da parte del concorrente". Il parere ha inoltre sottolineato che il sistema telematico risultava funzionante fino a pochi minuti dalla scadenza del termine, rendendo l'eventuale difficoltà unicamente ascrivibile al comportamento del partecipante.
La responsabilità dei partecipanti
Questo episodio evidenzia una problematica più ampia: nelle procedure di gara digitali, i partecipanti hanno una responsabilità diretta nell'adeguarsi ai requisiti tecnici e operativi indicati nei bandi. L'Autorità ha infatti ribadito che la gestione telematica delle gare richiede una preparazione accurata e il rispetto puntuale delle norme, con il rischio operativo che grava interamente sull'offerente. Errori nell'uso del sistema o ritardi nell'invio dei dati non possono essere attribuiti all'organizzatore della gara, a meno che non vi siano prove concrete di anomalie tecniche.
La vicenda sottolinea l'importanza di pianificare con anticipo le operazioni necessarie per partecipare a gare d'appalto, evitando di concentrare tutte le attività negli ultimi momenti disponibili. Questo approccio, oltre a prevenire imprevisti tecnici o umani, garantisce una gestione più professionale e ordinata delle offerte, in linea con le aspettative delle stazioni appaltanti.


lentepubblica.it

Mantenimento stipendio elevato anche nel passaggio diretto tra amministrazioni

La Corte d'Appello di Ancona ha stabilito un importante precedente nel diritto del lavoro pubblico italiano: il dipendente ha diritto al mantenimento dello stipendio più alto anche in caso di passaggio diretto tra amministrazioni diverse.
La dipendente, precedentemente impiegata presso un Ministero, aveva fatto ricorso per ottenere il mantenimento di un'indennità speciale, nota come "assegno ad personam", anche dopo il suo trasferimento a un altro Ministero, Questa indennità era stata concessa per compensare un livello salariale più elevato precedentemente percepito.L'Ente aveva fatto appello, sostenendo che il trasferimento volontario della dipendente avrebbe dovuto comportare la perdita dell'indennità speciale.Il concetto di "cessione del contratto"Quando si parla di trasferimento di un dipendente da un'amministrazione all'altra, è fondamentale chiarire la natura giuridica di tale trasferimento. La Corte, nel caso in esame, ha ritenuto che si tratti di una cessione del contratto.
Cosa significa "cessione del contratto"? In sostanza, il contratto di lavoro rimane sostanzialmente immutato, ma cambia il soggetto (il datore di lavoro) con cui il dipendente ha un rapporto contrattuale. È come se il contratto venisse "ceduto" da un datore di lavoro ad un altro.
Perché è importante questa distinzione? Questa distinzione è fondamentale perché, in caso di cessione, si preserva la continuità del rapporto di lavoro e, di conseguenza, i diritti acquisiti dal lavoratore, tra cui il livello retributivo.Mantenimento dello stipendio più alto anche in caso di passaggio diretto tra amministrazioni diverse
La qualificazione del trasferimento come cessione del contratto ha avuto le seguenti importanti conseguenze:Preservazione dei diritti acquisiti: la dipendente ha mantenuto tutti i diritti acquisiti nel corso del rapporto di lavoro, tra cui:anzianità di servizio: il periodo di servizio prestato presso il Ministero di provenienza risulta riconosciuto ai fini della maturazione di ulteriori diritti (es. ferie, tredicesima mensilità, ecc.);trattamento economico: la dipendente ha continuato a percepire lo stesso trattamento economico, compreso l'assegno ad personam, che rappresentava un elemento essenziale della sua retribuzione;altre condizioni contrattuali: si mantengono tutte le altre condizioni contrattuali, come l'inquadramento professionale, l'orario di lavoro, ecc.Applicazione delle norme relative alla cessione del contratto: al trasferimento si applicano le norme civilistiche e le disposizioni contrattuali relative alla cessione del contratto, che tutelano i diritti dei lavoratori in caso di cambio di datore di lavoro.Questa sentenza ha un'importanza che va oltre il caso specifico, in quanto garantisce così una maggiore tutela ai dipendenti pubblici, che spesso si trovano a dover affrontare trasferimenti di sede o cambi di amministrazione. La sentenza fornisce infine un orientamento chiaro e preciso in materia di trasferimenti di personale pubblico, contribuendo a ridurre l'incertezza giuridica.





















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