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rassegna stampa del 7-9 dicembre 2024

GIORNALE DI SICILIA 

La Sicilia è quarta in Italia per corruzione, la mappa del malaffare.


Libera ha censito 48 inchieste e 588 indagati, nell'Isola spicca il caso dell'ex vice presidente della Regione Sammartino.«Italia sotto mazzetta» è il dossier sulla inchieste per corruzione che Libera ha censito dal 1° gennaio al 1 dicembre 2024: sono 48 le inchieste, con il coinvolgimento di 28 Procure in 14 Regioni, 588 le persone indagate.
Il Sud primeggia con 20 indagini
Le regioni del Sud «primeggiano» con 20 indagini, seguite da quelle del Centro (16) e dal Nord (12). Prima il Lazio con 10 inchieste, seguita da Campania con 9 inchieste, la Lombardia con 7, Sicilia con 5 e Puglia con 4. In queste regioni si concentra il 74% delle inchieste. Ci sono «mazzette» per finte vaccinazioni Covid o per ottenere falsi titoli di studio, per facilitare l'aggiudicazione di appalti per la gestione dei rifiuti o per la realizzazione di opere pubbliche, o la concessione di licenze edilizie. Poi ci sono le inchieste per scambio politico elettorale e quelle relative alle grandi opere. In prossimità della Giornata Internazionale contro la Corruzione che si celebra domani 9 dicembre, Libera ha scattato una fotografia sulla corruzione nel nostro Paese. «L'istantanea - rileva Libera - mostra un quadro allarmante: l'avanzata senza freni della corruzione in Italia. Da Torino ad Avellino, da Bari a Pozzuoli, da Palermo e Catania, da Milano a Roma, il 2024 è un continuo bollettino di mazzette con il coinvolgimento di amministratori, politici, funzionari, manager, imprenditori, professionisti e mafiosi coinvolti in una vasta gamma di reati di corruzione». Ben 106 le persone indagate nel Lazio, 82 in Sicilia, seguita dalle Marche con 80 indagati di cui ben 77 in una sola inchiesta su corruzione per finte vaccinazioni anticovid, 79 in Campania, Lombardia con 72 indagati, e Puglia, a quota 64.
Il caso Sammartino nell'Isola
Tra le inchieste che nell'Isola hanno destato più scalpore, c'è quella che vede come imputato l'ex assessore e vicepresidente della Regione, Luca Sammartino. Il deputato leghista è accusato di due casi di corruzione nell'ambito dell'inchiesta Pandora. Ipotesi di reato che ha sempre vigorosamente respinto.

GIORNALE DI SICILIA 

Lavoro, boom di occupati: la Sicilia sulla vetta d'Italia.

I dati della Cgia nel biennio 2022-2024 la piazzano in testa nella graduatoria nazionale: 133.600 posti in più con un rialzo del 10%. A trainare sono il settore edile e l'agroalimentare
È il dato che non ti aspetti, considerando l'ultimo quadro (nero) tracciato dall'Istat sul benessere dell'Isola, relativo al 2023. Ma ripensando alle recenti fotografie del tessuto produttivo siciliano scattate da Bankitalia e Svimez, la stima non può apparire così lontana dalla realtà, soprattutto se ad elaborarla è l'autorevole Ufficio studi della Cgia: alla fine del 2024, rispetto al 2022 e valutando l'andamento complessivo del biennio, «la Sicilia dovrebbe registrare il numero più elevato di nuovi posti di lavoro, pari a 133.600 unità, con un rialzo del 10%», un record in scala nazionale, sia in termini assoluti che per variazione percentuale.
La proiezione, illustrata ieri dall'associazione degli artigiani e stilata incrociando i dossier dell'Istituto di statistica con quelli di Prometeia, gruppo indipendente specializzato in ricerche economiche, piazza inoltre il territorio al primo posto anche per quanto concerne la contrazione della platea dei disoccupati, 36.800 in meno al confronto con due anni fa, con una flessione del 14%.
Valori che trovano una ulteriore conferma dall'analisi del tasso di disoccupazione, che proprio in Sicilia «dovrebbe subire la riduzione più importante, pari al 3%», mentre «a trainare il rialzo dell'occupazione», spiega al nostro giornale il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, «è stato soprattutto il settore edile, sotto la spinta del Superbonus, nonché i comparti vocati all'esportazione, specialmente l'agroalimentare».



GIORNALE DI SICILIA 

Turismo, ritardi con il rilascio del Cin: attività turistiche escluse dalle piattaforme web di prenotazioni.

Il capogruppo del Pd all'Ars, Michele Catanzaro è il primo firmatario di una interrogazione al presidente della Regione ed all'assessore al Turismo.Criticità di natura burocratica stanno determinando ritardi che potrebbero escludere le imprese turistiche dalle piattaforme web di prenotazioni, con gravi rischi di natura economica.
A sollevare la questione è il capogruppo del Pd all'Ars, Michele Catanzaro, primo firmatario di una interrogazione del gruppo parlamentare al presidente della Regione ed all'assessore al Turismo. Raccogliendo l'allarme lanciato dalle associazioni degli operatori turistici siciliani alle prese con la necessità di ottenere dal ministero del Turismo il Cin entro l'1 gennaio 2025, data fissata da una proroga concessa lo scorso mese di novembre, si invoca un urgente intervento del governo regionale a sostegno delle imprese turistiche dell'Isola.
«Da segnalazioni pervenute - dice Catanzaro - si apprende che a causa di problematiche di carattere burocratico, relative all'incrocio dei dati a livello provinciale, regionale e nazionale, la metà delle strutture siciliane non sono fino ad oggi riuscite a convertire il loro Cir in Cin. I ritardi hanno, per di più, causato un ingolfamento per il recupero delle pratiche pregresse, motivo per cui sembrerebbe che le strutture amministrative non prendano in carico le nuove istanze, pur in presenza dei requisiti richiesti. Le principali piattaforme web di affitto turistico, come Airbnb e Booking, si sono già adeguate alla disciplina nazionale ed entrambe - continua - richiedono ogni giorno ai proprietari di inserire il Cin all'interno dell'annuncio, rendendolo visibile per garantire trasparenza ai clienti, motivo per cui verranno bloccati gli annunci sprovvisti di Cin, non consentendo più l'effettuazione di prenotazioni, con il rischio di causare danni anche agli ospiti che hanno confermato e pagato prenotazioni il cui check in sarà nel 2025». Nell'interrogazione si chiede al governo se intende urgentemente avviare le opportune interlocuzioni con le istituzioni nazionali competenti per richiedere una proroga dei termini per la ricodifica del Codice Identificativo Regionale (CIR) in Codice Identificativo Nazionale (CIN).


GRANDANGOLO
Turismo, Catanzaro presenta interrogazione: "Ritardi nella procedura del codice identificativo".

Lo dice oggi il capogruppo del Pd all'Ars, Michele Catanzaro, primo firmatario di una interrogazione del gruppo parlamentare al Presidente della Regione ed all'Assessore al Turismo
"Criticità di natura burocratica stanno determinando ritardi che potrebbero escludere le imprese turistiche dalle piattaforme web di prenotazioni, con gravi rischi di natura economica". Lo dice oggi il capogruppo del Pd all'Ars, Michele Catanzaro, primo firmatario di una interrogazione del gruppo parlamentare al Presidente della Regione ed all'Assessore al Turismo. Raccogliendo l'allarme lanciato dalle associazioni degli operatori turistici siciliani alle prese con la necessità di ottenere dal Ministero del Turismo il CIN entro l'1 gennaio 2025, data fissata da una proroga concessa lo scorso mese di novembre, si invoca un urgente intervento del governo regionale a sostegno delle imprese turistiche dell'Isola.
"Le principali piattaforme web di affitto turistico, come Airbnb e Booking, si sono già adeguate alla disciplina nazionale ed entrambe - continua - richiedono ogni giorno ai proprietari di inserire il CIN all'interno dell'annuncio, rendendolo visibile per garantire trasparenza ai clienti, motivo per cui verranno bloccati gli annunci sprovvisti di CIN, non consentendo più l'effettuazione di prenotazioni, con il rischio di causare danni anche agli ospiti che hanno confermato e pagato prenotazioni il cui check in sarà nel 2025". " Da segnalazioni pervenute allo scrivente - dice Catanzaro - si apprende che a causa di problematiche di carattere burocratico, afferenti all'incrocio dei dati a livello provinciale, regionale e nazionale, la metà delle strutture siciliane non sono fino ad oggi riuscite a convertire il loro CIR in CIN. Detti ritardi hanno, per di più, causato un ingolfamento per il recupero delle pratiche pregresse, motivo per cui sembrerebbe che le strutture amministrative preposte non prendano in carico le nuove istanze, pur in presenza dei requisiti richiesti".
Nell'interrogazione si chiede al governo se intende urgentemente avviare le opportune interlocuzioni con le istituzioni nazionali competenti per richiedere una proroga dei termini per la ricodifica del Codice Identificativo Regionale (CIR) in Codice Identificativo Nazionale (CIN) e se vi sia l'intenzione di porre in essere tutte le verifiche e i provvedimenti necessari volti a risolvere le criticità di natura burocratica che hanno determinato importanti ritardi nella conversione dei CIR delle strutture ricettive siciliane in CIN".

GRANDANGOLO 

Elezioni, ad Agrigento si voterà nella primavera 2026: mandato prorogato di sei mesi.
 C'è anche Agrigento tra i Comuni che andranno al voto oltre i cinque anni del naturale mandato, ovvero nell'arco dei sei mesi successivi.
C'è anche Agrigento tra gli oltre duemila Comuni che andranno al voto oltre i cinque anni del naturale mandato, ovvero nell'arco dei sei mesi successivi. A spiegarlo è una circolare del dipartimento del Viminale che si occupa della materia elettorale, dove si illustra ai territori la normativa vigente. Lo slittamento - che avviene per permettere di votare nella primavera dell'anno successivo all'ultimo semestre del mandato, come normalmente previsto - riguarda tutti quei Comuni che avevano votato nel turno ordinario negli anni 2020 e 2021, per i quali durante l'emergenza Covid era stata applicata la modifica con rinvio del voto al periodo autunnale.
Nella circolare si spiega che questi territori torneranno alle urne nei sei mesi successivi allo scadere del mandato dei cinque anni. Dunque nella finestra temporale ordinaria prevista dalla legge 182/1991, quindi nella primavera del 2026 e del 2027. Nel 2020 e nel 2021 fu disposto, attraverso decreti legge, il rinvio in autunno delle elezioni a causa dell'epidemia che era ancora in corso. I provvedimenti introdussero all'epoca anche "modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto" durante le consultazioni, seguendo specifici protocolli sanitari di sicurezza adottati all'epoca dal governo. Per accedere ai seggi elettorali era obbligatorio l'uso della mascherina da parte degli elettori e di chiunque altro entrava.
Tra le misure per l'allestimento e l'ingresso ai seggi, furono previsti accessi contingentati agli edifici che li ospitavano, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi gli elettori, in particolare nel momento in cui questi dovevano rimuovere la mascherina per il riconoscimento. Nel 2020 le elezioni comunali - a cui furono affiancati contestualmente i referendum per la riduzione del numero di parlamentari - si svolsero il 20 e 21 settembre (i ballottaggi il 4 e 5 ottobre) in 1.184 Comuni, tra cui Venezia, Reggio di Calabria, Trento, Bolzano, Andria, Arezzo, Matera, Crotone, Agrigento, Trani, Chieti, Lecco, Mantova, Macerata, Fermo, Nuoro, Aosta, Enna. Analoga decisione fu presa nel 2021, con le consultazioni elettorali che si svolsero il 3 e il 4 ottobre (i ballottaggi il 17 e il 18 ottobre) in 1.162 Comuni, tra i quali 18 capoluoghi di provincia, compresi Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli. 


QDS
Pubblica amministrazione, i giovani fuggono dal Sud e dai concorsi: stipendi troppo bassi e cattiva gestione del tempo. 
Il settore in cui si verifica maggiore mobilità è la scuola: i dipendenti uomini, inoltre, si muovono di più (33,5%) rispetto alle colleghe donne (24,1%).
Il lavoro nella pubblica amministrazione non è più attrattivo, soprattutto per i giovani e a maggior ragione per quelli del Sud. Il dato emerge dall'ultima indagine Flp, la Federazione lavoratori pubblici e Funzioni pubbliche, su dati Eurostat e Istat. Secondo lo studio, la quota di dipendenti tra i 18 e i 34 anni nelle pubbliche amministrazioni è ferma al 2,5%.
Nella pubblica amministrazione italiana, che conta 3,2 milioni di dipendenti, i giovani, dunque gli under 35 sono 336.598, appena il 10,4%. Inoltre, spesso si verifica una migrazione dal Sud al Nord: il 28% dei dipendenti del settore pubblico, infatti, lavora in una regione diversa da quella di nascita.
Ciò comporta una vera e propria "emorragia di personale dal Sud. In Sicilia solo il 6% del personale arriva da fuori regione". Il settore in cui si verifica maggiore mobilità è la scuola: i dipendenti uomini, inoltre, si muovono di più (33,5%) rispetto alle colleghe donne (24,1%).
Pubblica amministrazione: i giovani fuggono dai concorsi
L'indagine fa emergere un dato fondamentale che riguarda la mancata partecipazione dei giovani ai concorsi per lavorare nella pubblica amministrazione. Nel biennio 2021-22 sono state aperte 395 sessioni concorsuali che hanno attirato 1,6 milioni di candidature, registrando la partecipazione effettiva di 620mila persone. A primo impatto i numeri sembrano positivi, ma fino al 2018 la percentuale era del 100% di copertura, mentre dal 2019 si ferma tra l'80% e il 90%, registrando una flessione.
Le motivazioni
I motivi sono molteplici, dalla volontà di gestire in autonomia il proprio tempo e avere maggior equilibrio tra lavoro e tempo libero alle retribuzioni basse. Gli stipendi della pubblica amministrazione italiana, infatti, non vanno di pari passo con quelli del resto d'Europa. Lo stipendio medio di un giovane che lavora nella pubblica amministrazione italiana è di circa 1.900 euro, contro i circa 2.900 euro degli impiegati europei. Il gap è, dunque, molto elevato e posiziona l'Italia al penultimo posto della classifica Ocse.
La possibilità di lavorare in smart working, come precedentemente accennato in merito alla gestione del tempo, gioca il proprio ruolo. Attualmente, in Italia, solo 500mila dipendenti della pubblica amministrazione, anche giovani, hanno la possibilità di lavorare in smart. E, anche se la prospettiva è ancora aperta, è importante sottolineare come non tutte le pubbliche amministrazioni utilizzino questo strumento nella stessa maniera. I dati raccolti da Flp, però, evidenziano dei netti vantaggi, sia per i dipendenti che per il datore di lavoro. Grazie allo smart working, infatti, un lavoratore risparmia oltre 90 ore di viaggio in un anno. Il datore di lavoro, a sua volta, avrebbe un rendiconto in termini economici, risparmiando circa 250 euro per ogni postazione.



LIVESICILIA
Finanziaria, strategia in due tempi: il maxi-emendamento rinviato all'Aula.

Le norme care ai deputati finiranno nel maxi-gov a Sala d'Ercole.
Un via libera veloce in commissione Bilancio, con il pacchetto di emendamenti parlamentari che transiterà direttamente in aula. La strategia in due tempi del centrodestra per l'approvazione della Finanziaria è maturata poco prima del week-end dell'Immacolata, durante le interlocuzioni tra l'assessore all'Economia, Alessandro Dagnino, e i rappresentanti dei partiti che sostengono il governo Schifani.
Ok agli emendamenti della maggioranza
L'accordo sulle misure proposte dai deputati di maggioranza è quasi raggiunto. Resta qualche incognita, come la norma sulla stabilizzazione dei precari dei Consorzi di bonifica. Alcune anime della maggioranza, che subiscono anche il pressing dei sindacati, vorrebbero inserire il processo di stabilizzazione nella Finanziaria ma il governo sembra orientato ad approvare prima la riforma del settore.
Per il resto, gran parte delle proposte consegnate a Dagnino è stata accolta dal governo. Nessuna 'mancia' di tipo local, al momento, nelle cartelle in mano al governo. "Non si tratta di prebende ma di proposte concrete e di valore che rispondono alle esigenze della Sicilia", è stato il giudizio proveniente dall'Esecutivo nella giornata di giovedì, quando Dagnino si è recato a Palazzo d'Orleans per esaminare con il governatore, Renato Schifani, le proposte arrivate dal centrodestra.
Mance e mancette soltanto rinviate
I cosiddetti 'contributi al territorio', ovvero i singoli finanziamenti ad enti e associazioni, però, non scompariranno. Anche per questi interventi, sui quali al momento vige il massimo riserbo vista l'eco mediatica del caso Auteri, ci sarà comunque spazio in aula.
Finanziaria, maxi-emendamento in aula
La strategia è chiara, i numeri invece sono 'ballerini' perché è impossibile, di fatto, al momento, quantificare la portata delle proposte parlamentari. Gli interventi già consegnati a Dagnino, tra i quali anche quelli del Movimento 5 stelle e dei deputati deluchiani, saranno trasferiti nel maxi-emendamento che il governo presenterà al momento opportuno in Aula. Una decisione che ha alla base una doppia motivazione: la prima di carattere contabile, la seconda prettamente politica.
Il monitoraggio dell'assessorato all'Economia
Sotto il profilo finanziario sarà necessario concedere qualche giorno di tempo all'assessorato all'Economia, che è alle prese con una serie di monitoraggi sui flussi di cassa. L'obiettivo è verificare che le previsioni su un 2025 florido sotto il profilo delle entrate tributarie siano corrette.
Negli uffici di via Notarbartolo, guidati da Dagnino che nel frattempo si dice fiducioso sul via libera già oggi da parte della commissione Bilancio, si guarda anche al Fondo crediti commerciali. Dicembre, infatti, è periodo di fatture per le imprese che lavorano con la Regione e se i pagamenti fossero effettuati nei tempi corretti il fondo, che interviene nei casi di allungamento dei tempi di pagamento, per il 2025 potrebbe essere ridotto. In questo modo si libererebbero più risorse per la legge di stabilità consentendo al governo di tirare una linea e capire l'esatta entità del budget a disposizione.
La strategia del centrodestra
C'è poi una motivazione prettamente politica. Inserire le proposte già in commissione avrebbe fatto lievitare in maniera incontrollata il testo base. Ogni singola misura, in quel caso, si sarebbe trasformata in un articolo della legge e i tempi si sarebbero allungati. Un rischio che in casa centrodestra nessuno era disposto a correre.
Incognita Pd
Tutti questi elementi lasciano intendere, quindi, che i venti articoli della manovra possano ricevere il via libera già lunedì. Unica incognita per il governo è la posizione del Partito democratico. La segreteria nazionale ha chiesto al gruppo guidato da Michele Catanzaro di mantenere un atteggiamento di distacco rispetto ad ogni tavolo sul quale, prima o poi, potrebbero finire mance e mancette territoriali.
https://livesicilia.it/finanziaria-sicilia-ars/

ILSOLE24ORE

Affitti brevi, il Viminale vieta il self check-in: rischio per la sicurezza, l'identificazione degli ospiti va fatta di persona.


Una circolare del capo della Polizia richiama le Prefetture. I gestori professionisti: locker da eliminare, ma no a discriminazioni.  Il tema era emerso a Firenze durante il G7 Turismo: la cosiddetta identificazione da remoto degli ospiti nelle strutture ricettive non rispetta i requisiti di sicurezza stabiliti dalla legge. La ministra del Turismo Daniela Santanchè aveva concordato con l'allarme lanciato dalla sindaca di Firenze Sara Funaro e anticipato un suo intervento presso il Viminale.
Il ministero dell'Interno è, quindi, intervenuto sul tema con un circolare firmata dal capo della Polizia e indirizzata a tutte le Prefetture in cui si precisa che la "identificazione da remoto" degli ospiti nelle strutture ricettive a breve termine non rispetta i requisiti di sicurezza stabiliti dalla legge. Un chiarimento che dovrebbe portare alla scomparsa nei centri cittadini turistici delle ormai diffusissime keybox, vale a dire le cassette di sicurezza che custodiscono le chiavi dell'appartamento al di fuori dell'alloggio.
La soddisfazione del ministero del Turismo
La circolare, commenta Santanchè, «è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un'esperienza turistica serena e positiva, sia ai visitatori che agli operatori. La cooperazione tra i nostri dicasteri è fondamentale per creare un ambiente sicuro e accogliente per tutti, specie in vista di importantissimi eventi come il Giubileo del 2025».
I rischi per la sicurezza
Proprio l'imminente avvio dell'Anno Santo oltre all'«evoluzione della difficile situazione internazionale» sono alla base del chiarimento offerto dal ministero dell'Interno che, nella circolare firmata dal capo della Polizia Vittorio Pisani, sottolinea la «necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica» legati all'alloggiamento di «persone pericolose e/o legate a organizzazioni criminali o terroristiche».
L'identificazione da remoto degli ospiti delle strutture ricettive a breve termine mediante «la trasmissione informatica delle copie dei documenti e accesso negli alloggi con codice di apertura automatizzata ovvero tramite installazione di keybox all'ingresso» "scavalca" l'identificazione personale della clientela: non viene garantita, si legge nel testo del Viminale, la verifica della «corrispondenza del documento al suo portatore».
Solo identificazione "de visu"
In questo modo non viene garantito l'obiettivo della legge che prevede anche per i gestori di strutture turistiche per locazioni a breve di trasmettere alle Questure i dati degli ospiti al fine di evitare che «persone pregiudicate, sospette o ricercate» possano nascondersi negli esercizi ricettivi. Con il check-in a distanza, infatti, non si può escludere che, fa notare il Viminale, «dopo l'invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla Questura competente, comportando un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività». L'unica identificazione legittima è, perciò, quella fatta di persona.
Lo stesso vale per lo scambio casa. La circolare, che fa esplicito riferimento anche all'HomeExchange, precisa che anche le generalità di chi subentra nell'alloggio scambiato vanno comunicato in Questura con la modalità fisica e si conclude con la raccomandazione ai prefetti di illustrare il nuovo orientamento al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza e di incaricare la questura dei controlli.
I controlli
Le indicazioni del Viminale si tradurranno anche in un monitoraggio specifico sulle procedure adottate per il check in nelle strutture ricettive destinate agli affitti brevi: la circolare si conclude con la raccomandazione ai prefetti di illustare il nuovo orientamento al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza e di incaricare la questura dei controlli. Per il ministro Piantedosi, quello delle keybox è un «modello da superare», ha detto al termine di una riunione nella sede della Prefettura di Venezia. «Da superare - ha aggiunto - perché è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero».
La posizione dei gestori
I gestori di strutture turistiche per locazioni brevi devono trasmettere alle Questure, entro le sei ore successive all'arrivo, nel caso di soggiorni non superiori alle 24 ore, o nelle 24 ore successive all'arrivo, per soggiorni più lunghi, i dati degli ospiti al fine di evitare che «persone pregiudicate, sospette o ricercate» possano nascondersi negli esercizi ricettivi. «Come Aigab (Associazione italiana gestori affitti brevi)- precisa il presidente Marco Celani - crediamo che i locker per le strade siano da eliminare e benvenga ogni controllo contro forme di abusivismo lesive di tutta la categoria. Tuttavia riteniamo che il ministero degli interni, non sia a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali usino tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici OTP del tutto analoghe allo spid, agli accessi agli autonoleggi e ai conti correnti bancari. Non credendo che il Governo voglia mettere fine alla sharing economy in Italia, introdurre il riconoscimento fisico solo per gli affitti brevi sarebbe discriminante».



LASICILIAWEB

Eccellenza italiana: conservatorio siciliano premiato a Montecitorio.


A Roma la direttrice: "La cultura può cambiare la vita" .Nella Sala Regina di Montecitorio il Conservatorio di musica di Stato Arturo Toscanini di Ribera ha ricevuto il Premio 100 Eccellenze italiane, arrivato alla decina edizione, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministeri e di undici ministeri. A ricevere il riconoscimento è stata la direttrice Mariangela Longo, dopo la decisione del Comitato d'onore che ogni anno attribuisce il premio a 100 protagonisti d'eccezione - tra personalità, aziende ed enti - che si sono distinti per aver contribuito a migliorare il nostro Paese.
"E' un grande onore aver ottenuto questo prestigioso premio in un contesto così importante - dice la direttrice -. Ci gratifica ancora di più il fatto di essere stati espressamente individuati, in quanto conservatorio di Stato, dal nostro ministero di appartenenza, quello dell'Università e della ricerca. Ciò ripaga tutti gli sforzi fatti negli anni più difficili, l'abnegazione, la passione e il grande impegno profuso nei 33 anni di vita del conservatorio. Tutti insieme abbiamo vinto una grande battaglia di civiltà dimostrando alle giovani generazioni, e non solo, che anche le più temibili criticità possono essere superate con la creatività e che la cultura può cambiare, in bene, la storia dei territori e la vita delle persone". Le Storie di eccellenza verranno inserite in una pubblicazione speciale.




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