agrigentonotizie.it
Esperto di sicurezza pubblica, gestione dei beni sottratti alla criminalità e protezione civile: si è insediato il prefetto Salvatore Caccamo
Prende il posto di Filippo Romano che dopo un anno e mezzo è stato trasferito, dal Consiglio dei ministri, a Vicenza.
Per il sessantatreenne è un ritorno in Sicilia dove aveva già lavorato per circa vent'anni ricoprendo diversi ruoli tra Enna, Palermo e Trapani
"Nella sua carriera ha ricoperto vari ruoli di alta responsabilità in diverse Prefetture, principalmente in ambito sicurezza pubblica, gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata e protezione civile". È con queste parole che il ministero dell'Interno presenta le esperienze professionali del nuovo prefetto Salvatore Caccamo, nato a Palermo il 21 giugno 1961, appena arrivato all'ufficio territoriale del Governo di Agrigento dove sta già incontrando tutti i funzionari.
Proviene, come già si sa, da Vicenza dove è stato prefetto dal gennaio del 2023. Caccamo prende il posto del prefetto Filippo Romano che dopo un anno e mezzo è stato trasferito, dal Consiglio dei ministri, proprio a Vicenza. Per Caccamo è, di fatto, un ritorno in Sicilia dove aveva già lavorato per circa vent'anni ricoprendo diversi ruoli tra Enna, Palermo e Trapani, come commissario prefettizio nei Comuni le cui amministrazioni comunali erano state sciolte per sospette infiltrazioni mafiose.
blogsicilia.it
Agrigento in testa alla lista nera dei luoghi sconsigliati per le vacanze 2025
Agrigento si appresta a vivere un anno cruciale, essendo stata designata Capitale Italiana della Cultura per il 2025. Un prestigioso riconoscimento, che dovrebbe portare un'ondata di turismo e di visibilità internazionale. Un'ombra pesante però incombe sulla città: la grave crisi idrica che sta affliggendo la regione. La situazione è talmente preoccupante che la celebre guida turistica americana Fodor's ha inserito Agrigento nella sua "lista nera" delle destinazioni da evitare nel 2025, mettendo in guardia i viaggiatori sui potenziali disagi legati proprio alla scarsità d'acqua. La notizia è stata ripresa anche dal quotidiano svizzero "20 Minuten".
Il sindaco pronto a rinunciare al titolo di Capitale della CulturaL'allarme lanciato da Fodor's non è di certo campato in aria. Nei giorni scorsi anche il sindaco di Agrigento ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione, dichiarandosi addirittura pronto a restituire il titolo di Capitale della Cultura se la crisi idrica non dovesse essere risolta. Una dichiarazione che evidenzia la gravità del problema e l'impatto potenzialmente devastante sulla capacità della città di accogliere l'afflusso turistico previsto. La scarsità d'acqua, infatti, non solo comprometterebbe i servizi essenziali per i visitatori, ma aggraverebbe ulteriormente la situazione per i residenti.Siccità e infrastrutture obsolete: un binomio pericoloso
Secondo la prestigiosa rivista, la siccità senza precedenti che sta colpendo la Sicilia ha messo a nudo le fragilità del sistema infrastrutturale regionale. La gestione delle risorse idriche risulta inefficiente, ostacolando lo sviluppo sostenibile e penalizzando sia i cittadini che il settore turistico. La mancanza di investimenti in infrastrutture moderne e la carenza di collegamenti efficienti rischiano di compromettere l'immagine dell'isola e di scoraggiare i visitatori. È evidente la necessità di un piano strutturale che coniughi la modernizzazione delle infrastrutture con la tutela dell'ambiente.Gli interventi d'emergenzaNel tentativo di mitigare la crisi, la Regione Sicilia ha avviato un'operazione di trasferimento dell'acqua dalla diga Gammauta, nel Palermitano, al lago Castello, in provincia di Agrigento. Questo intervento, disposto dal Commissario per l'emergenza idrica, mira a garantire l'approvvigionamento idrico per uso irriguo e potabile nel territorio agrigentino. Intanto però Agrigento agli occhi del mondo rientra la le mete dove non andare a causa della mancanza d'acqua.
teleacras.it
Oleificio inquinante: un denunciato a Sciacca
La Polizia provinciale di Agrigento, coordinata dal dirigente Pietro Amorosia e dal tenente colonnello Salvatore Lombardo, con il supporto dell'Arpa protezione ambiente, ha denunciato il titolare di un Oleificio a Sciacca per smaltimento illegale di acque di vegetazione. Nel corso dei controlli è emerso che i reflui oleari, attraverso alcuni pozzetti collegati a una condotta interrata, sono stati scaricati in una canaletta stradale, raggiungendo, col sistema della maggiore pendenza, il vallone di un corso d'acqua. Lo smaltimento illegale ha inoltre attraversato un terreno adiacente all'oleificio senza alcun trattamento preventivo ed in spregio alle norme ambientali previste dalla Regione Siciliana.
lentepubblica.it
Rinnovo contratto enti locali 2024, perchè i sindacati bocciano gli aumenti?
La trattativa per il rinnovo del contratto degli enti locali si trova in un'impasse in quest'ultimo mese del 2024, con alcuni sindacati fermi nel loro rifiuto dell'intesa proposta, soprattutto per quanto riguarda gli aumenti stipendiali.
Al centro del dibattito ci sono gli aumenti salariali, giudicati insufficienti dai principali sindacati, e una serie di criticità irrisolte legate alle condizioni lavorative.
La proposta di incremento salariale
La proposta del governo prevede incrementi salariali medi differenziati in base alle mansioni. Per gli operatori di base, che svolgono compiti operativi quotidiani, è previsto un aumento mensile lordo di 111,45 euro. Gli operatori esperti, con ruoli più specializzati, riceverebbero 116,03 euro, mentre per gli istruttori, responsabili di attività tecniche e gestionali, l'aumento sarebbe di 130,41 euro. Infine, ai funzionari e ai dirigenti di livello più alto spetterebbe un incremento di 141,5 euro, in riconoscimento delle loro responsabilità di supervisione e coordinamento.
Oltre a questi aumenti, circa 8 euro mensili per dipendente sono stati destinati a coprire costi legati a modifiche normative, come nuovi diritti contrattuali o adeguamenti alle leggi vigenti.
Rinnovo contratto enti locali 2024, perchè i sindacati bocciano gli aumenti?
Le organizzazioni sindacali CGIL e UIL hanno espresso un netto dissenso rispetto alla proposta del governo per il rinnovo del contratto delle funzioni locali, ritenendo che le risorse stanziate siano del tutto insufficienti a fronteggiare le sfide economiche e retributive del settore pubblico.
L'impatto dell'inflazione
Un tema centrale sollevato dai sindacati riguarda l'inflazione, che tra il 2022 e il 2024 ha registrato un aumento stimato del 16,5%. Questo dato ha provocato una perdita del potere d'acquisto di oltre dieci punti percentuali per i dipendenti pubblici. L'incremento salariale complessivo del 5,78% previsto dall'accordo non è, secondo CGIL e UIL, minimamente sufficiente a compensare questa erosione economica.
La FP CGIL ha sottolineato come, rispetto alle precedenti tornate contrattuali, si stia assistendo a un netto peggioramento della situazione economica dei lavoratori pubblici. Mentre in passato erano stati compiuti sforzi per recuperare parte della perdita del potere d'acquisto, oggi la distanza tra l'aumento proposto e l'inflazione reale appare troppo ampia per essere ignorata.Dal canto suo, UILPA ha definito "inaccettabile" un accordo che non affronta adeguatamente l'impatto dell'aumento dei prezzi, coprendo appena un terzo delle perdite subite dai lavoratori. Secondo il sindacato, un incremento così limitato rischia di accentuare le difficoltà economiche delle famiglie dei dipendenti pubblici, soprattutto in un contesto di crisi generale e aumento del costo della vita.
Questioni irrisolte
Accanto alla questione salariale, CGIL e UIL hanno evidenziato una serie di problematiche contrattuali rimaste in sospeso, che contribuiscono a rendere l'accordo proposto ancora meno soddisfacente.Accessori economici durante le ferieLa Corte di Giustizia europea ha stabilito che i dipendenti hanno diritto a ricevere accessori economici anche durante i periodi di ferie. Tuttavia, questa direttiva non è stata ancora recepita pienamente nel contratto delle funzioni locali. La mancata applicazione di questa misura rappresenta, secondo i sindacati, una grave lacuna normativa, che penalizza ulteriormente i lavoratori.
Disparità nei trattamenti
Un altro punto critico riguarda le differenze di trattamento tra i lavoratori. In particolare, i neoassunti continuano a subire penalizzazioni economiche durante i giorni di ferie, una situazione che contrasta con i principi di equità e parità di trattamento. Inoltre, i centralinisti non vedenti attendono ancora una revisione delle loro indennità, un adeguamento considerato indispensabile per garantire loro condizioni lavorative dignitose e paritarie.Festività soppresseInfine, i sindacati chiedono la liquidazione delle festività soppresse non fruite entro la fine dell'anno. Attualmente, i dipendenti impossibilitati a godere di queste giornate subiscono una penalizzazione economica, una situazione che CGIL e UIL ritengono inaccettabile e che deve essere corretta nell'ambito del nuovo contratto.