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rassegna stampa del 20 dicembre 2024


GIORNALE DI SICILIA

Regione, all'Ars passa la norma sulla task-force per gli investimenti: ma si scatena la polemica

Con 39 voti a favore e 24 contrari l'Ars ha approvato l'articolo 1 della finanziaria così come riscritto dal governo, con la previsione di istituire una task-force presso l'Irfis per l'attrazione degli investimenti, i
n sostituzione della precedente versione della norma che prevedeva la nascita di una Agenzia. La votazione è arrivata dopo un lungo dibattito a Sala d'Ercole e diverse critiche da parte delle opposizioni. Durante l'esame dell'articolo l'aula ha respinto, con voto segreto, gli emendamenti di Pd e 5 Stelle che chiedevano di modificare o di sopprimere la norma.
Il Pd: è solo uno stipendificio
«Mentre la Sicilia affonda tra le emergenze il governo Schifani ha un solo obiettivo: inserire nella finanziaria la norma che crea un nuovo poltronificio, una pseudo task-force composta da cinque persone che saranno scelte dai cinque partiti della maggioranza per "attrarre investimenti in Sicilia".
Uno stipendificio che permetterà a questi cinque super-esperti di guadagnare 5 mila euro al mese e potranno spendere 1 milione e 200 mila euro per non si sa bene cosa.
Ci batteremo con tutte le opzioni a nostra disposizione per contrastare quella che sarebbe una vergogna con pochi precedenti».
Lo ha detto Michele Catanzaro capogruppo del Pd all'Ars intervenendo in aula a proposito della riscrittura dell'articolo 1 della finanziaria che dovrebbe essere votato questa sera a Sala d'Ercole.
Il M5S: «Agenzia di investimenti? Arrivano Power Rangers»
«L'agenzia per l'attrazione degli investimenti? Abbiamo ricostruito la squadra dei Power Rangers che salverà la Sicilia, peccato che non si sappia cosa andrà a fare e come saranno valutati i suoi risultati. Comunque ringraziamo l'assessore Dagnino, con questo articolo, ci ha dato almeno la possibilità di discutere, perchè nel resto della finanziaria c'è poco o nulla. Questo articolo però è un obbrobrio e non potevamo non votare contro». Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca, a commento dell'articolo 1 della manovra finanziaria in discussione all'Ars. «Vorremmo anche capire - dice Antonio De Luca - quale dovrebbe essere la soglia minima sotto la quale i risultati di questa squadra dovrebbero essere considerati accettabili o un fallimento. Di certo in questa norma c'è poco, a parte il fatto che ai membri andranno 300 mila euro e avranno a disposizione 1 milione e 200 mila euro per attrarre mirabolanti investimenti».



ILSOLE24ORE

Dall'assegno unico al simulatore di pensione, l'Inps rinnova la sua app: ecco le novità.


Con un singolo touch, l'utente potrà verificare lo stato di una domanda, controllare il pagamento dell'ultima prestazione, scaricare l'ultimo cedolino pensione o certificazione unica, l'estratto conto contributivo aggiornato o la dichiarazione Isee, consultare le proprie informazioni previdenziali, verificare lo stato di una domanda Naspi e controllare i suoi pagamenti.L'app "Inps mobile" si rinnova e punta sull'Intelligenza artificiale per offrire servizi sempre più personalizzati e "a portata di mano". La nuova versione dell'applicazione, presentata dal presidente dell'Istituto, Gabriele Fava, consente infatti di personalizzare la home con i tre servizi più rilevanti per ciascun utente autenticato, rendendo l'accesso alle informazioni ancora più intuitivo, semplice e immediato.
L'app offre 40 servizi
L'app, nata nel 2011 e via via implementata, offre attualmente 40 servizi, che vanno dalle pensioni alle indennità. "L'avevo promesso e mantengo la promessa: oggi parte la nuova dell'app, fresca, semplice, fruibile, diretta verso tutti i cittadini perché vogliamo raggiungerli prima e facilmente attraverso i servizi essenziali immediati. Parte una nuova era: app 4.0 e potrei dire Inps 4.0. Vogliamo essere sempre più vicini ai cittadini", sottolinea Fava, invitando tutti a scaricarla. Nel 2024, "Inps mobile" ha registrato 3,66 milioni di download, con una media giornaliera di oltre 500mila accessi.
Ora, con la nuova versione 4.0, ogni servizio avrà una propria "card" consultabile e, contestualmente, la possibilità di oscurare o mostrare i dati sensibili riportati. Anche coloro che non abbiano effettuato l'autenticazione avranno due servizi disponibili nella home dell'app: il simulatore di pensione "Pensami" e il simulatore per il servizio "Assegno unico e universale per i figli a carico".
Con un singolo touch, l'utente potrà quindi verificare lo stato di una domanda, controllare il pagamento dell'ultima prestazione, scaricare l'ultimo cedolino pensione o certificazione unica, l'estratto conto contributivo aggiornato o la dichiarazione Isee, consultare le proprie informazioni previdenziali, verificare lo stato di una domanda Naspi e controllare i suoi pagamenti.



LENTEPUBBLICA

Nuova proroga dei bilanci preventivi degli enti locali a febbraio 2025


Nel corso dell'ultima seduta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali è stato reso parere favorevole:  proroga dei bilanci preventivi degli enti locali a febbraio 2025.
Arriva così pertanto il parere favorevole, ai sensi dell'articolo 151, comma 1, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per il differimento dei termini per l'approvazione dei bilanci di previsione degli Enti locali.
La decisione arrivata a seguito delle richieste di Anci e Upi che chiedevano lo slittamento al ministro Piantedosi, in considerazione della "grande indeterminatezza sul versante delle entrate e l'impatto ancora incerto di molte previsioni di carattere fiscale e contabile".
Questa proroga rappresenta un'opportunità importante per i Comuni, consentendo loro di lavorare con maggiore attenzione e serenità alla predisposizione di documenti finanziari fondamentali per la programmazione e la gestione dei servizi sul territorio.
Nuova proroga dei bilanci preventivi degli enti locali a febbraio 2025
Arriva così il via libera ufficiale a una ulteriore proroga rispetto al termine attuale, già oggetto di precedente proroga: allo stato attuale infatti il 31 dicembre 2024 era l'ultimo giorno per adempiere.
La nuova scadenza adesso risulta fissata al prossimo 28 febbraio 2025.
La proroga consente, in particolare, di giungere alle quadrature di bilancio conoscendo la quota corretta di contributo alla finanza pubblica a carico di comuni, province e città metropolitane annunciato dalla Manovra 2025, la cui quantificazione è prevista con l'emanazione di specifico decreto entro il 31 gennaio 2025.
Si ricorda che l'approvazione dei bilanci rappresenta un momento fondamentale per la contabilità degli Enti locali: questo importantissimo adempimento riguarda la gestione contabile dell'Ente. In linea di principio la bozza del bilancio di previsione viene predisposta ogni anno dalla Giunta, presentata al Consiglio comunale e approvata entro la fine dell'anno precedente.
Salvo ovviamente proroghe, come avviene di consueto negli ultimi anni.
Nuovi fondi per gli enti locali
Infine, sempre durante quest'ultima seduta, arriva l'ok allo sblocco di circa 470 milioni di fondi, per l'anno 2025, destinati ai Comuni. In particolare le risorse andranno al potenziamento dei servizi sociali nelle Isole (68 milioni di euro) agli asili nido (300 milioni di euro) e al trasporto scolastico (100 milioni di euro).
Gli ulteriori 391 milioni di euro destinati ai servizi sociali dei comuni delle regioni a statuto ordinario saranno inseriti in un separato DPCM, ma saranno pubblicati a breve.
Inoltre saranno 220 i milioni di euro che andranno ai Municipi come rimborso (anno 2024) per i minori introiti derivanti dalle minori entrate da addizionale comunale Irpef.
"Si tratta di risorse importanti - ha detto il presidente dell'Anci Gaetano Manfredi - che l'Associazione ha più volte sollecitato, necessarie per lo sviluppo di servizi di grande rilevanza sociale e per la chiusura dei bilanci di molti enti".
Il Presidente di Anci Lazio, Daniele Sinibaldi, ha dichiarato:
"Il rinvio permette alle amministrazioni locali di avere più tempo per affrontare con precisione e consapevolezza l'elaborazione dei bilanci. È un passo positivo, che riconosce le difficoltà oggettive legate alla complessità delle procedure e alla concomitanza con la chiusura della Legge di Bilancio. Ora, i Comuni hanno l'opportunità di programmare meglio, offrendo servizi più efficaci e risposte concrete alle esigenze dei cittadini."


QDS

Pensione a 64 anni: ecco chi può andarci, i requisiti e gli importi.  

Al compimento dell'età di 64 anni per alcune categorie di lavoratori è possibile cessare il servizio ed andare in pensione: tutti i dettagli
Raggiunta l'età di 64 anni è possibile per tutti i lavoratori poter terminare finalmente la propria attività ed andare in pensione. In proposito, sono interessati tutti coloro che hanno cominciato a lavorare e versare contributi dal primo gennaio 1996 in poi e che sono anche iscritti a una forma di previdenza complementare.
La manovra
Con un emendamento della Lega riformulato e approvato in commissione alla Camera si stabilisce che i lavoratori soggetti al sistema contributivo (quelli che hanno cominciato dopo il 1995, appunto) possono utilizzare la rendita maturata presso la previdenza complementare per raggiungere gli importi minimi per accedere alla pensione anticipata a 64 anni. Finora si poteva usare solo l'importo della pensione obbligatoria maturata. Ora quest'ultimo si potrà sommare con la rendita ottenuta con la previdenza integrativa.
I requisiti per andare in pensione a 64 anni
Secondo la riforma Fornero e le modifiche successive, bisogna stare integralmente nel sistema contributivo, avere versato almeno 20 anni di contributi e aver maturato una pensione pari ad almeno tre volte l'assegno sociale (1.603 euro nel 2024), soglia che scende a 2,8 volte (1.496 euro) per le donne con un figlio e a 2,6 volte (1.389 euro) per quelle con due figli.
Dal primo gennaio 2025 i lavoratori del contributivo che siano anche iscritti a un fondo pensione possono far valere la rendita maturata, sommandola a quella raggiunta nel regime obbligatorio, per superare le soglie richieste per accedere alla pensione a 64 anni. Per esempio, se un lavoratore ha 64 anni e presso l'Inps ha maturato una pensione di 1.300 euro al mese, se ha raggiunto con il suo fondo pensione privato una rendita di 350 euro al mese, potrà lasciare il lavoro a 64 anni, perché sommando le due quote (Inps e fondo) ha un totale di 1.650 euro. La manovra, però, se da un lato facilita l'accesso alla pensione anticipata dall'altro la frena sotto due aspetti. Il primo con l'aumento, sempre a partire dal 2025, del requisito degli anni di contributi versati, che sale da 20 a 25 e poi, dal 2030, a 30 anni. E tale requisito sarà adeguato agli incrementi della speranza di vita. Il secondo aspetto che frena i pensionamenti anticipati è l'aumento, disposto dallo stesso emendamento, della soglia d'importo da raggiungere da 3 volte a 3,2 volte l'assegno sociale a partire dal 2030.
Che succede a chi sta nel contributivo ma non ha la previdenza integrativa o non la utilizza?
Potrà continuare ad andare in pensione a 64 anni secondo le regole in vigore finora, senza subire aumenti delle soglie d'accesso e degli anni di contribuzione richiesti.
Quanti pensionamenti in più si possono prevedere dopo le novità introdotte?
La relazione tecnica che accompagna l'emendamento non contiene stime di questo tipo, anche perché ci sono molti fattori in gioco (il pensionamento anticipato è volontario, le quote di pensione e di rendita maturate dipendono dalla continuità lavorativa e dall'entità dello stipendio, eccetera). Tanto è vero che la norma prevede un «monitoraggio» sulle conseguenze delle novità introdotte. E, per il momento, stima un piccolo aumento della spesa (da 12,6 milioni nel 2026 fino a un massimo di 406 milioni che verrebbe raggiunto nel 2043) che sarebbe in parte coperto grazie ai risparmi ottenuti con l'aumento della soglia a 3,2 volte l'assegno sociale e in parte con tagli di precedenti autorizzazioni di spesa.
Cumulabilità con altri redditi
L'emendamento approvato alla Camera (che può considerarsi definitivo perché il testo della manovra non subirà altre modifiche al Senato, dove sarà approvato entro il 31 dicembre) introduce un divieto di cumulo tra la pensione così raggiunta e i «redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5mila euro lordi annui.



ILSICILIA

Pnrr, attivati dalla Regione 350 punti di facilitazione digitale. Schifani: "Sicilia tra le più virtuose nell'attuazione della misura"


Accrescere le competenze digitali dei siciliani maggiorenni. Questo l'obiettivo dell'iniziativa avviata dalla Regione Siciliana, tramite il dipartimento della Formazione professionale, nell'ambito della misura 1.7.2 "Rete di servizi di facilitazione digitale" del Pnrr, con un finanziamento complessivo di 13,3 milioni di euro. Attraverso i Gal (Gruppi di azione locale), individuati come sub attuatori, quest'anno sono stati attivati in tutta l'Isola 350 Punti di facilitazione digitale, destinati a formare adeguatamente 239 mila cittadini entro la fine del 2025.
In base ai dati disponibili sulla piattaforma informatica "Facilita" per il monitoraggio dell'avanzamento della misura, il trend di crescita delle attività in Sicilia è tra i migliori, tale da generare riscontri positivi dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, con il quale è in atto una proficua collaborazione: nell'Isola sono stati avviati 48 Punti di facilitazione in più rispetto ai 302 previsti dal piano operativo presentato e approvato dalla giunta regionale a dicembre 2022; i cittadini formati crescono in media di 15 mila al mese dallo scorso settembre ad oggi e si stima di raggiungere quota 60 mila entro la fine del 2024. L'iniziativa, inoltre, è in prima fila anche per l'aspetto occupazionale legato al numero dei facilitatori formati e impiegati per supportare gli utenti, pari a 461, e anch'esso in crescita.
Renato Schifani
"Rendere tutti i siciliani abili nell'uso degli strumenti offerti dalle nuove tecnologie - commenta il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - è una missione che ci siamo dati affinché sempre più residenti nell'Isola posseggano le competenze basilari utili ad affrontare le sfide della modernità ed essere competitivi sul mercato del lavoro. Grazie al l'impegno dei nostri uffici abbiamo realizzato in tempi molto celeri un network capace di offrire questa formazione specifica e di accompagnare quanti vorranno accrescere le proprie conoscenze. È motivo di soddisfazione sia riuscire a utilizzare speditamente i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia essere tra le Regioni italiane più virtuose nel mettere in campo le attività previste".
I Punti di facilitazione sono luoghi fisici di accesso (biblioteche, scuole, centri sociali pubblici, amministrazioni locali) a servizi di educazione digitale, in presenza e online, per l'acquisizione di specifiche competenze, quali collegarsi a internet, mantenere sicure le password, usare servizi digitali, utilizzare browser), anche tramite un'assistenza personalizzata.
Questa la distribuzione dei 350 Punti attivati nell'Isola: 20 nel territorio di Agrigento, 7 in quello di Caltanissetta, 90 nel Catanese, 16 nell'Ennese, 56 nel Messinese, 68 nel Palermitano, 32 nel Ragusano, 28 nel Siracusano, 33 nel Trapanese.
Su scala nazionale l'iniziativa, finanziata complessivamente con 132 milioni di euro, mira a creare 3.000 Punti di facilitazione su tutto il territorio italiano per accrescere le competenze e l'inclusione digitale di 2 milioni di cittadini.



REPORT SICILIA

Finanziaria Regionale: il bivio del maxi-emendamento


PALERMO - Il campanello d'allarme per il governo regionale è già suonato e, di fronte alle recenti difficoltà, sono scattate le contromisure. Il centrodestra si trova ora ad affrontare un bivio cruciale per portare a termine la Finanziaria entro il 28 dicembre, come previsto. Tuttavia, l'assenza di una linea unitaria su come procedere sta generando tensioni e riflessioni all'interno della maggioranza.
Lo stop forzato della maggioranza
Il punto di svolta si è verificato dopo il clamoroso ko della maggioranza su un emendamento governativo al bilancio, un incidente che ha rivelato fragilità e divisioni interne. Per il centrodestra, l'obiettivo è chiaro: blindare il percorso della legge di stabilità, ma il come rimane un nodo da sciogliere.
Le opzioni sul tavolo
Il cuore del dibattito ruota attorno al maxi-emendamento governativo, definito da molti come la "vera Finanziaria". Le due opzioni principali sono:
Proseguire con un maxi-emendamento autonomo: Questa soluzione consentirebbe di mantenere separati gli interventi governativi dalle proposte parlamentari, lasciando però aperta la strada a eventuali franchi tiratori che potrebbero sabotare l'approvazione.
Integrare il maxi-emendamento con le proposte parlamentari: Questa strada mira a creare un documento unico che includa anche le misure più piccole proposte dai deputati, finanziate con circa 80 milioni di euro. Tale strategia punta a consolidare il consenso interno e ridurre i rischi di nuovi colpi di scena in Aula.
Al momento, il governo sembra orientato verso la prima ipotesi, ma le tensioni generate dal recente ko su un emendamento relativo ai fondi per il cerimoniale della Presidenza della Regione hanno indotto a una pausa di riflessione. La paura che i franchi tiratori possano tornare in azione su questioni più delicate pesa come un macigno sulle decisioni.
Il ruolo delle opposizioni
Nel frattempo, le opposizioni - Cinquestelle e Partito Democratico in testa - osservano dalla finestra, pronte a cogliere ogni crepa nella maggioranza. Entrambi i gruppi hanno già chiesto di avere accesso in anticipo al testo del maxi-emendamento governativo per valutarlo e presentare le proprie proposte. Non si esclude che, qualora le loro richieste venissero respinte, possano optare per una terza via: chiedere di stralciare le loro misure da quelle della maggioranza, creando un ulteriore emendamento autonomo. Questo scenario potrebbe complicare ulteriormente la situazione, frammentando ulteriormente il dibattito in Aula.
Una partita complessa
La "partita a scacchi" in Sala d'Ercole è dunque appena iniziata. Ogni mossa, ogni scelta, potrebbe determinare non solo il futuro della legge di stabilità ma anche gli equilibri politici della maggioranza e delle opposizioni. Per il centrodestra, la sfida è quella di mantenere il controllo e giungere all'approvazione della Finanziaria senza ulteriori scossoni, evitando così di compromettere la credibilità del governo regionale.
Report Sicilia seguirà con attenzione gli sviluppi, consapevole che le decisioni prese in questi giorni potrebbero avere ripercussioni significative per l'intera regione.


LENTEPUBBLICA

PNRR, spesa lenta e obiettivi rimandati: la Corte dei Conti lancia l'allarme.


La Corte dei Conti nella sua ultima relazione, come riportato in un dossier della Fondazione Openpolis, ha tracciato un quadro dettagliato della situazione del PNRR, evidenziando problematiche nella spesa e nella pianificazione degli interventi.
La gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) continua a incontrare ostacoli significativi, con dati che confermano ritardi nei progetti e una necessità urgente di recuperare terreno. La Corte dei Conti, nella sua ultima relazione, ha tracciato un quadro dettagliato della situazione, evidenziando problematiche nella spesa e nella pianificazione degli interventi.
Al 30 settembre 2024, l'Italia ha utilizzato circa 57,7 miliardi di euro, appena il 30% delle risorse totali messe a disposizione dal PNRR. La programmazione originaria è stata rivista più volte, con una significativa porzione di fondi, inizialmente prevista per il biennio 2023-2024, posticipata al 2025-2026. Questo slittamento ha comportato un incremento stimato della spesa di 8,3 miliardi nel 2025 e 8,9 miliardi nel 2026.
Secondo i dati presenti sul sistema Regis, il portale di rendicontazione del PNRR, solo il 37% delle risorse complessive destinate al piano è stato effettivamente utilizzato, e in 8 progetti su 10 il tasso di spesa non supera il 25%. La Corte sottolinea che queste criticità potrebbero compromettere l'effettiva realizzazione degli obiettivi entro i termini stabiliti.
Settori con progressi disomogenei
Tra le missioni del piano, quella dedicata alle infrastrutture e alla mobilità registra il miglior andamento, con un tasso di spesa dell'87% rispetto agli importi programmati. Seguono la digitalizzazione e l'innovazione (70%) e la transizione ecologica (68%). Tuttavia, queste percentuali positive sono influenzate in modo significativo dall'impatto di misure fiscali come il Superbonus e Transizione 4.0. Senza considerare tali strumenti, i tassi di avanzamento scenderebbero drasticamente al 40% e al 37%, rispettivamente.
D'altra parte, le missioni relative a istruzione, salute e inclusione sociale mostrano performance inferiori. La spesa per l'inclusione e coesione, ad esempio, è pari al 27% degli importi previsti per il 2024 e si ferma all'11% rispetto al totale delle risorse stanziate.
Sfide future e previsioni di spesa
Il governo italiano ha recentemente ottenuto l'approvazione preliminare della Commissione Europea per la sesta tranche dei fondi PNRR, un risultato che però non garantisce la risoluzione delle difficoltà strutturali. La spesa pianificata per il 2024, inizialmente fissata a 29,5 miliardi di euro, è stata ridimensionata a 21 miliardi, con l'ultimo trimestre dell'anno chiamato a gestire ben 8,4 miliardi.
L'ulteriore posticipo di risorse aumenta la pressione sui prossimi anni, quando sarà necessario accelerare l'attuazione dei progetti per evitare di perdere le risorse europee. Tuttavia, l'incremento di spesa previsto per il 2025-2026 pone il rischio di congestione amministrativa e difficoltà nell'assicurare una distribuzione equa sul territorio, in particolare nelle regioni meridionali.
La Corte dei Conti richiama l'attenzione sull'importanza di un monitoraggio costante e accurato della spesa, con un focus sulla ripartizione territoriale dei fondi per evitare disparità e garantire il rispetto delle scadenze. La lentezza con cui si procede rischia non solo di compromettere gli obiettivi, ma anche di ridurre l'impatto positivo delle misure del PNRR sul sistema economico e sociale del Paese.
Il tempo stringe, e con esso cresce la necessità di trasformare queste risorse in investimenti concreti per il futuro dell'Italia. La sfida è enorme, ma imprescindibile per garantire il rilancio economico promesso dal piano.









































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