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rassegna stampa dal 25 al 27 dicembre 2024

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La provinciale Cammarata - Santo Stefano ricoperta di neve, il Libero consorzio: "Massima cautela e usate le catene"
Il personale del settore infrastrutture al lavoro da 24 ore per evitare la formazione del ghiaccio
Il personale stradale del Libero consorzio comunale di Agrigento è al lavoro dalle prime ore dell'alba di ieri per liberare il tracciato della strada provinciale 24 Cammarata - Santo Stefano di Quisquina, ricoperta dalla neve che da ieri cade abbondantemente sulla zona dei monti Sicani.I mezzi spazzaneve, secondo quanto fa sapere l'ente, hanno sgomberato buona parte della carreggiata, con successivo spargimento di sale per evitare la formazione di ghiaccio, ma nel pomeriggio la neve ha ripreso a cadere con maggiore intensità, costringendo il personale del settore infrastrutture stradali a interrompere le operazioni, pur continuando a fare un continuo monitoraggio della situazione."La provinciale 24 - spiega il Libero consorzio con una nota - è percorribile al momento solo con catene e con la massima prudenza. Si raccomanda pertanto agli automobilisti di evitare spostamenti se non in caso di assoluta necessità e si ricorda che è in vigore un'ordinanza che rende obbligatoria dal 15 ottobre al 15 aprile la presenza di catene a bordo degli automezzi che percorrono le strade provinciali ed ex consortili del comprensorio montano".



Finanziaria, si riparte: probabilità e imprevisti nel Monopoly dell'ArsDalla presidenza della Regione trapela ottimismo sull'approvazione del ddl
LA MANOVRAdi Salvo Cataldo

PALERMO - Comma 2 dell'articolo 11. L'Ars ripartirà da qui per cercare di approvare la Finanziaria entro il 2024 e scongiurare l'esercizio provvisorio. Appuntamento alle 15 di oggi per la ripresa dei lavori. Da Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione, trapela ottimismo con una "previsione di chiusura a sera inoltrata", nel rispetto dei tempi previsti alla vigilia di una maratona parlamentare che ha, sì, diverse probabilità di successo per il governo ma anche qualche imprevisto.Il ko della maggioranza in AulaIl clima nella maggioranza "è sereno", assicurano dalla presidenza della Regione nonostante lo scivolone in aula dell'antivigilia di Natale costato la sospensione dei lavori e il rinvio. Sono passati tre giorni e mezzo dall'incidente di percorso che ha mandato in tilt il centrodestra facendo calare anche il 'grande freddo' tra il governatore, Renato Schifani, e il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno. Una battuta d'arresto che ha fatto sì che sotto l'albero non ci fosse il dono della Finanziaria.Tutto è nato dall'imboscata dei franchi tiratori che hanno votato un emendamento Pd all'articolo 11. Una modifica senza ricadute pesanti sul testo ma il passo falso non è stato colto bene dal presidente dell'Ars, che ha sospeso la seduta per poi richiamare i deputati dopo oltre tre ore. Alla ripresa, però, Sala d'Ercole era semideserta e per il governo erano presenti soltanto gli assessori FdI, il partito di Galvagno.Sherpa al lavoroQualche movimento nelle retrovie ci sarebbe già stato per riportare il sereno tra Palazzo dei Normanni e Palazzo d'Orleans, ma a partire da questa mattina le interlocuzioni si faranno più intense in casa centrodestra. Riportare il sereno, dribblare nuovi 'imprevisti' e approvare la Finanziaria al massimo all'alba di domani, venerdì 28 dicembre, è il mantra di molti deputati di maggioranza in queste ore.Il maxi-emendamento alla FinanziariaIl maxi-emendamento del governo, a lungo al centro di un tira e molla che ha coinvolto anche le opposizioni, sarà al centro della scena. Delle misure ideate dal governo resteranno alcune norme considerate fondamentali sia da parte dell'Esecutivo che dalle due sponde del Parlamento. Su tutte quelle che riguardano Ast, la Partecipata regionale di trasporto su gomma che il governo sta salvando trasformandola in società 'in house'.'Salvate il soldato Ast'L'azienda guidata al momento da Alessandro Virgara, secondo quanto previsto dal governo attraverso il maxi-emendamento, riceverà 23,4 milioni di euro nei prossimi tre anni per i servizi di trasporto resi gratuitamente in favore degli anziani e delle persone con disabilità. Con il passaggio 'in house', inoltre, Ast non potrà aumentare il costo dei biglietti per sei anni. In cambio otterrà dalla Regione una compensazione di quattro milioni di euro all'anno per il triennio 2025-2027.Finanziaria, le norme care ai deputatiLa necessità di portare a termine il percorso di Ast è soltanto una delle evidenze che portano molti osservatori delle vicende di Palazzo dei Normanni ad essere convinti del via libera ala manovra prima del 2025. L'altra, ben più prosaica, è quella che conduce ai piccoli e grandi finanziamenti voluti da ciascuno dei settanta deputati che siedono a Sala d'Ercole. In aumento le probabilità che queste misure finiscano inglobate nel maxi-emendamento del governo.Una lunga lista della spesaUn pacchetto-monstre di interventi se si considera che la cifra prevista per maggioranza e opposizione, con l'esclusione della presidenza dell'Ars e della commissione Bilancio: si aggirerebbe sugli ottanta milioni di euro. Oltre 55 milioni (il 70% delle risorse) andrebbero al centrodestra, circa 25 alle opposizioni. L'elenco degli interventi che stanno a cuore ad ogni singolo scranno di Sala d'Ercole è pronto ed è molto lungo, per questo sono in tanti ad esser convinti che la Finanziaria 2025-2027 vedrà la luce prima della fine del 2024.Si riparte alle 15, da quel comma 2: poco più di tre righe che pesano non poco perché istituiscono un fondo complessivo da 10,5 milioni di euro per tre anni a favore dell'assessorato al Turismo, retto dalla meloniana Elvira Amata. Soldi che serviranno a finanziare iniziative "di alto valore turistico-promozionale". Da questa votazione si capirà se l'ultima parte della Finanziaria avrà un dibattito agevolato o se il governo dovrà sudare le proverbiali sette camice per portare a casa il risultato e vincere la partita nel Monopoly dell'Ars.https://livesicilia.it/finanziaria-si-riparte-probabilita-e-imprevisti-nel-monopoly-dellars/

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Verso la "notte dei lunghi coltelli", la Finanziaria torna in aula ad oltranza, tutti i nodidi Manlio Viola    Ascolta questo articolo ora...Verso la "notte dei lunghi coltelli", la Finanziaria torna in aula ad oltranza, tutti i nodiE dopo la notte dei franchi tiratori, passato il Natale, la Finanziaria torna in aula. A partire alle 15,00 di oggi inizia la "maratona" dell'Ars allo scopo di giungere ad approvazione del documento entro la giornata di domani, sabato 28 dicembre. Si punta ad evitare ad ogni costo l'esercizio provvisorio e rispettare la promessa fatta tanto dal presidente della Regione quanto da quello dell'Assemblea.
Tanti nodi da sciogliere e poco tempoI nodi da sciogliere sono tanti, il tempo è poco ma tutto sommato la situazione è difficile ma non impossibile da risolvere. A creare la tensione che ha fatto saltare il banco prima di Natale è stato  un emendamento del Pd sul quale il governo aveva dato parere negativo ma approvato ugualmente a scrutinio segreto con diversi "franchi tiratori". E' successo la notte del 23 dicembre proprio quando si doveva dare una accelerazione al percorso della Finanziaria per giungere ad approvazione se non entro Natale almeno entro sabato 28 dicembre.Il pomo della discordia, il maxi emendamento decimatoA Natale i deputati non sono più buoni, tutt'altro. Dopo una giornata di incontri bilaterali, un mini vertice di maggioranza parlamentare convocato dal presidente Galvagno e una riunione allargata anche all'opposizione, si era tornati in aula alla ricerca dell'accelerazione. Pomo della discordia restava il maxi emendamento che mano mano era stato asciugato fino a tagliare fuori quasi due terzi delle proposte. Tagli dolorosi per alcuni ma che ponevano le condizioni per andare avanti e cercare l'approvazione del documento economico finanziario in generale.L'emendamento che fa esplodere tuttoAll'inizio sembrava tutto procedere bene, anche se il ricorso al voto segreto è frequente e pone dubbi sull'esistenza di un patto di non belligeranze. La maggioranza, però, boccia i tutti i tentavi di mandare la finanziaria gambe all'aria fino all'emendamento Pd che sposta due milioni di euro. Il governo dice no anche se non è una norma fondamentale e qui avviene il fattaccio. Nell'urna ci sono, invece, 34 sì e l'emendamento passa.
I franchi tiratoriDal conteggio dei presenti è facile capire che ci sono una decina di franchi tiratori,. Le opposizioni in aula sommano 25 voti (Se si conta anche sud chiama Nord e la collocazione dei deluchini non è proprio chiara in questi mesi).Almeno nove voti vengono dai banchi della maggioranza. Aula sospesaDimenticare l'accaduto ma si comincia dai contributi del turismoOra è necessario dimenticare quanto è accaduto e tirare avanti ma in avvio tocca subito ad uno dei grandi nodi del contendere, la rubrica turismo. Si tratta degli interventi nato dagli scandali sui contributi. Dal caso Auteri a tutti i piccoli e medi contributi 'ad personam' rilasciati negli ultimi mesi per sagre, feste di Paese e così via. In discussione il comma che istituisce il "fondo unico del turismo" un capitolo da 10 milioni e mezzo quest'anno, non più a disposizione della politica ma da usare secondo criteri precisi,. E qui lo scontro fra l'assegnazione ai comuni e la proposta di bando aperto delle opposizioni è prevedibile se non scontato.Il maxi emendamentoMa il vero grande scontro sarà sul maxi emendamento, possibilmente doppio. Uno o due articoli aggiuntivi. Il primo è già stato scremato in maniera consistente, il governo e la maggioranza puntano su alcuni elementi qualificanti fra cui i soldi per il salvataggio dell'Ast già in grande ritardo. Poi c'è il tesoretto che vale circa 80 milioni di euro sul quale si conta per mettere d'accordo tutti. I 5 stelle avevano chiesto che non si usasse il principio della ripartizione fra deputati, del contentino delle piccole norme a pioggia sui territori. Ma alla fie quello sarà lo strumento per tranquillizzare l'aula.Un tesoretto da 80 milioni che per il 70% verrà usato per coprire proposte della maggioranza e per il 30% richieste dell'opposizione. Circa 25 milioni, dunque, per accontentare Pd e 5 stelle (difficile dire dove saranno conteggiate le somme che serviranno per le proposte di Sud chiama Nord) e 55 milioni per le proposte dei deputati della maggioranza. Chi non fa il bravo soldatino in aula potrebbe veder sparire i fondi per ciò a cui tiene. E questo è probabilmente il vero vincolo che potrà permettere all'Ars di approvare la finanziaria nella notte o all'a,ba di sabato. Almeno su questo si conta


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Pensioni, più difficile uscire prima. Statali al lavoro anche fino a 70 anniStretta sui requisiti per ricevere l'assegno. Incentivi per rimanere, altro che abolire la Fornero. Per i giovani cumulo beffa con i fondi privati
 L'ultima doppia novità in materia di pensioni riguarda i dipendenti pubblici. Dal prossimo anno si alza a 67 anni il limite ordinamentale per l'età di vecchiaia per i settori che lo prevedevano a 65 anni.
 E ci si può spingere fino a 70 anni, se serve all'amministrazione e sempre che il dipendente sia d'accordo per la staffetta generazionale o esigenze organizzative. Esclusi magistrati, avvocati e procuratori dello Stato. Ma non militari. Questo governo, nella sua terza manovra, si conferma dunque allergico alla flessibilità in uscita. E, a dispetto di tutto, la legge Fornero resiste. Anzi peggiora, in qualche caso. Come per i giovani.
Benefici per chi resta, penalità per chi esce
Tutti i canali di anticipo vengono confermati, ma nella loro versione iper penalizzata di quest'anno: Ape sociale con età e finestre allungate, Opzione donna quasi azzerata per via dei rigidi paletti di accesso, Quota 103 con il ricalcolo, oltre alle finestre tirate al punto che pur avendo i requisiti poi si finisce fuori l'anno dopo. La relazione tecnica illumina la stretta. Il governo prevede 26.600 uscite anticipate nei tre canali: 18 mila con Ape sociale, 6 mila con Quota 103 e 2.600 con Opzione donna. Previsioni sin troppo generose rispetto ai dati più contenuti di quest'anno.La manovra spinge al contrario per restare al lavoro. E infatti rafforza il bonus Maroni che diventa esentasse e si estende non solo a chi ha i requisiti per Quota 103 e non esce. Ma anche a chi ha 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) e non se ne avvale. Il bonus vale i contributi a carico del lavoratore che anziché andare a Inps finiscono in busta paga per intero senza essere mangiati dalle tasse: il 9,19% per i privati, l'8,8% per i pubblici.
Giovani nel gorgo pubblico-privatoI giovani e tutti i post 1996 ("contributivi puri") traggono notizie contraddittorie dalla legge di bilancio. L'anno scorso il valore soglia per uscire a 64 anni con 20 di contributi è stato alzato da 2,8 a 3 volte l'assegno sociale, pari a una pensione di 1.600 anziché 1.500 euro. Quest'anno viene alzato ancora a 3,2 volte, cioè 1.724 euro: si applicherà dal 2030 a tutti. Per evitare che questo diventi un canale da "ricchi", la Lega ha introdotto il cumulo tra pensione pubblica e privata. Vale sia per la pensione di vecchiaia contributiva, per la quale è richiesto un assegno almeno pari all'assegno sociale, quindi 539 euro. Sia per i 64 anni.Qui però la situazione si fa complicata. Perché gli anni di contribuzione si allungano da 20 a 25 a partire dal 2025. Per diventare poi 30 anni dal 2030. Non solo. I neoassunti del 2025 potranno versare fino a 2 punti di contributi in più all'Inps (tagliandosi la paga) godendo di una deducibilità del 50% ai fini Irpef. Ma questo montante in più, che farà crescere la pensione futura, non varrà ai fini del valore soglia delle 3,2 volte. Da un lato si spinge l'accumulo nei fondi. Dall'altro si incentiva il versamento extra all'Inps. Da un lato si scoraggia l'uscita a 64 anni. Dall'altro non si consente di usare l'accumulo pubblico per agganciare l'anticipata. Contraddizioni. Strette.

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