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rassegna stampa dal 4 al 7 gennaio 2025

GIORNALE DI SICILIA 

Siccità, la Sicilia tra luci e ombre: l'allarme ora scatta a Sud-Est


L'analisi del Servizio informativo agrometeorologico dopo le precipitazioni di dicembre.Una Sicilia divisa in più parti, con il versante messinese in netto miglioramento seguito dalla provincia di Palermo, il settore sud-occidentale che recupera qualcosa e quello sud-orientale che resta indietro e di molto. È la nuova fotografia del deficit pluviometrico scattata in queste ore dal Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias), legata a doppio filo con lo stato di siccità e caratterizzata da forti contrasti, visto che nel mese di dicembre l'andamento delle piogge «ha ulteriormente accentuato le differenze nei bilanci tra le aree della regione, componendo un quadro sempre più eterogeneo, molto diverso da quello che a fine 2023 vedeva percentuali di deficit di precipitazione annuale più omogenei sul territorio regionale e quasi ovunque negativi».
La prevalenza di flussi atlantici o artici provenienti da Maestrale o da Tramontana, spiega il Sias, ha permesso abbondanti accumuli di acqua piovana e neve sul settore tirrenico e in minor misura sulla restante parte del settore occidentale, dove comunque gli apporti sono stati pari o superiori alla norma. Penalizzato, invece, il settore sud-orientale, dove il rialzo dell'asticella è stato poco significativo e notevolmente inferiore alla norma. La media regionale delle precipitazioni mensili è stimata pari a 103 millimetri, 11 in più rispetto agli standard di dicembre per il periodo 2003-2022. I massimi accumuli, di 321 e 318 millimetri, sono stati misurati in provincia di Messina dalle stazioni Sias di Cesarò Monte Soro e Caronia Pomiere, anche tenendo conto della neve che si è sciolta nei pluviometri dopo le copiose nevicate tra il 23 dicembre e il giorno di Santo Stefano: valori che potrebbero spiegare l'accelerazione nel riempimento della diga Ancipa durante le ultime settimane, quando l'invaso è passato da poco più di 600mila ad oltre sette milioni di metri cubi di acqua. Il minimo accumulo mensile, di circa 13 millimetri, è stato invece registrato in provincia di Ragusa, mentre il numero medio regionale di giorni piovosi è risultato pari a 11, lievemente superiore alla norma di dicembre e ampiamente variabile tra i 19 giorni con precipitazioni pari o superiori a 1 millimetro contati nel Messinese e i soli 4 giorni piovosi del Ragusano.
Il risultato? Dopo il mese di novembre, che «aveva dato un notevole contributo al recupero dei forti deficit accumulati sulla fascia ionica, dicembre ha avuto così lo stesso effetto sulla costa tirrenica. Nessun sollievo invece per il settore sud-orientale», dove il trend mensile «non ha fatto che accentuare, specie nell'entroterra, una scarsità di piogge tra le più gravi mai registrate nella storia meteorologica della Sicilia». Lo sa bene Vito Amantia, agrumicoltore Coldiretti operativo nella Piana di Catania, che in attesa delle perturbazioni previste sull'Isola nel prossimo weekend, per il 2025 vede nero: «Sul fronte siccità rischiamo di ripetere la stessa situazione del 2024, con gli alberi in grande sofferenza e una netta diminuzione del calibro delle arance nel prossimo raccolto».


TELEACRAS

Domani 7 gennaio è il giorno della Bandiera italiana. Il Comune di Comitini sarà idealmente a Reggio Emilia. Le dichiarazioni del sindaco Nigrelli.

Domani 7 gennaio il Comune di Comitini sarà idealmente presente a Reggio Emilia dove sarà celebrata la 228esima Festa di nascita della bandiera tricolore. Era infatti il 7 gennaio 1787 quando la bandiera verde, bianca e rossa a Reggio Emilia venne approvata nello storico Congresso costitutivo della Repubblica Cispadana. E da quel momento è diventato simbolo di libertà e d'identità nazionale scandendo la vita del nostro Paese. Adottato poi dai Savoia, che inserirono il loro stemma al centro della banda bianca, il tricolore fu poi confermato con l'avvento della Repubblica nel 1946.
Il sindaco di Comitini Luigi Nigrelli ha inviato un messaggio al sindaco di Reggio Emilia, Massari sottolineando che nel Tricolore, "si identificano quei sentimenti di coesione e identità nazionale che oggi consentono a tutto il Paese, dall'estremo Nord al profondo Sud di riconoscersi nello stesso ideale di libertà, democrazia e rispetto dei diritti dell'uomo".
"Onorare la Bandiera italiana - scrive Nigrelli - vuol dire custodire con orgoglio la nostra storia, la nostra cultura e dunque le nostre radici. Oggi - aggiunge il sindaco di Comitini Luigi Nigrelli - Il tricolore è cucito nel cuore di ogni italiano. Non come un semplice abbigliamento ma uno stato dell'anima. E' vissuto come un simbolo che custodisce identità e orgoglio. Per questo - conclude Nigrelli - credo che nel segno dell'unità e della coesione sociale il Tricolore va visto anche come una opportunità per tutte le nostre Comunità e per Agrigento Capitale che costituisce una risorsa che va difesa da ogni tentativo di sminuirne il valore. Basta polemiche, tutti dobbiamo ritrovarci attorno a questo itinerario che per tutto il 2025 porrà la nostra provincia al centro del mondo. Agrigento Capitale e' un bene comune per il rilancio delle aspettative di sviluppo. E' un Tricolore che sosterrà ogni tentativo di crescita e salvaguardia del territorio. Per questi obiettivi anche Comitini vuol fare la sua parte proponendosi come luogo di storia, cultura, dialogo e confronto".
Lo scorso 4 novembre a Comitini e' stato inaugurato il Museo del Tricolore nei locali del Palazzo Bellacera per ricordare i patrioti che il 3 luglio del 1859 affrontarono i Borboni e piantarono il Tricolore sulla vetta del monte La Pietra. La prima fatta sventolare in provincia di Agrigento.


AGRIGENTONOTIZIE

Fondazione "Orestiadi" pronta ad un passo indietro ad Agrigento? L'appello dell'ex presidente Pumilia.


Dall'annuncio del suo passo indietro l'ex deputato non rinuncia a lanciare vere e proprie stilettate anche su Capitale della cultura 2025Mi sembrava impensabile che qualcuno potesse mettere in discussione la scelta di portare la Fondazione in una città che di lì a poco sarebbe divenuta capitale italiana della cultura. Eppure esistono i 'nimici di la cuntintizza' e quelli che l'arte e la cultura, non abbeverate da consistenti risorse finanziarie, non li coinvolgono né li commuovono".
Continua a sganciare delle vere e proprie "bombe" sul proprio profilo social l'ex deputato Calogero Pumilia dopo le sue dimissioni da presidente della fondazione Orestiadi di Gibellina. Una serie di lunghissimi post nei quali si toglie enormi "sassolini" dalle scarpe, colpendo non solo l'ente che gestirà la futura capitale italiana dell'arte moderna, ma anche Agrigento 2025.
L'occasione per una nuova "bordata" è la mostra di Michele Canzoneri "La pietra di Damasco", che si inaugurerà alle Fabbriche domenica 12 gennaio. "Sarebbe dovuta essere la prima, importante iniziativa di un programma concordato con il Parco archeologico per proseguire il secondo anno della presenza delle Orestiadi nella città dei templi - scrive Pumilia -. Quel progetto avrebbe confermato il valore di un'offerta culturale in uno degli spazi più belli del centro cittadino e avrebbe dovuto consentire a Beniamino Biondi di continuare a gestire, con l'eleganza e la capacità che gli sono proprie, l'attività. Mi sembrava impensabile che qualcuno potesse mettere in discussione la scelta di portare la Fondazione in una città che di lì a poco sarebbe divenuta capitale italiana della cultura. Poteva semmai sembrare un azzardo per i costi .... E tuttavia anche sul terreno finanziario i fatti hanno palesato che quella scelta era valida e sostenibile.Torno a chiedermi, chi avrebbe potuto mettere in discussione il valore della presenza delle Orestiadi ad Agrigento? E perché?".
A farlo, secondo Pumilia, sarebbero non meglio precisati "nimici di la cuntintizza" dentro la Fondazione Orestiadi ma non solo. L'ex deputato infatti precisa: "Ad Agrigento abbiamo incontrato l'apprezzamento di tanti e la partecipazione numerosa alle nostre iniziative e insieme a questo che rimane il dato più importante, la totale indifferenza di chi avrebbe il compito di organizzare gli eventi di "capitale della cultura", coinvolgendo la Fondazione Orestiadi che in oltre cinquant'anni ha accumulato esperienza e riconoscibilità. Non me ne sono fatto un problema - continua -, ché semmai, percependo di essere ritenuto disomogeneo rispetto a quel gruppo di politici, si fa per dire, che hanno sequestrato la scelta del governo e sono ancora lì a chiedersi cosa sia la cultura, quella ostilità e indifferenza mi hanno perfino inorgoglito. A manifestare dissenso e incomprensione, e questo è ancor più paradossale, sono stati anche alcuni esponenti della Fondazione Orestiadi, che hanno ritenuto la presenza ad Agrigento un inutile spreco di risorse finanziarie e umane, sottratte alle attività di Gibellina. Sono state proprio queste le parole utilizzate dalla professoressa Corrao nell'ultima riunione del Cda di qualche giorno fa".
La presenza ad Agrigento sarebbe stato uno dei pretesti che hanno fatto sorgere i contrasti con il consiglio di amministrazione della fondazione. "Un pretesto  - ammonisce Pumilia - utilizzato anche da chi con ogni probabilità prenderà il mio posto e che in una sua comunicazione degli ultimi giorni ha bocciato il programma presentato alla Valle, per la preoccupazione dei costi che avrebbero 'inciso sul budget della Fondazione e sull'impegno del personale'. C'è una evidente grettezza umana e culturale che impedisce di comprendere quanto sia necessario ed utile diffondere l'esperienza di Gibellina in altri luoghi evitando di fossilizzarsi, di perdere smalto, di raccontare se stessi in beata autoreferenzialità. C'è da sperare che questa iniziativa non rimanga fine a se stessa, non resti 'appizzata' nel nulla. Sarebbe proprio un errore madornale - conclude - in una certa misura un delitto, cancellare la meravigliosa esperienza delle Fabbriche".


AGRIGENTONOTIZIE

Agrigento capitale della cultura, Messina (Assoturismo): "Creare un circolo virtuoso".

L'imprenditore agrigentino: "Non ci si limiti a singoli eventi ma si lasci un'eredità di infrastrutture"La situazione che emerge da questo inizio di 2025, con le dimissioni del presidente della fondazione Orestiadi e alcune defaillance legate al titolo di Agrigento come capitale italiana della cultura, invitano a riflettere su due aspetti cruciali: il rapporto tra cultura e turismo e la gestione strategica del territorio".
Lo ha detto il presidente nazionale di Assoturismo, Vittorio Messina, che aggiunge: "La cultura e il turismo rappresentano due risorse complementari per territori come Agrigento e Gibellina. Tuttavia, per massimizzarne il potenziale, occorre un approccio sinergico".
Secondo l'imprenditore agrigentino "le iniziative legate al titolo di capitale della cultura non dovrebbero limitarsi a eventi temporanei, ma mirare a lasciare una eredità duratura in termini di infrastrutture, valorizzazione del patrimonio e formazione di competenze. L'obiettivo - aggiunge - non è solo aumentare i flussi turistici, ma anche attirare visitatori interessati a scoprire l'identità culturale del territorio, creando un circolo virtuoso tra economia e valorizzazione del patrimonio".
Messina prosegue: "Tuttavia, se gli eventi che caratterizzano questi due anni speciali - 2025 per Agrigento e 2026 per Gibellina - rappresentano una doppia opportunità irripetibile per tutta la Sicilia occidentale, affinché tali occasioni non si trasformino in sperperi o conflitti, è necessaria una visione condivisa.
È fondamentale che istituzioni, enti culturali, imprese e comunità collaborino per perseguire obiettivi comuni, evitando rivalità o contese di tipo personale e politico".


SICILIATV

Aeroporto di Agrigento, Salvini: "Allo studio piano di fattibilità"

"L'aeroporto ad Agrigento è tra le proposte che sono arrivate, stiamo studiando il piano di fattibilità e sostenibilità". Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel corso di una diretta social. La richiesta era stata inoltrata nei mesi scorsi dagli uffici del Libero consorzio comunale di Agrigento che ha redatto il progetto.


LENTEPUBBLICA

Il commento alle novità del Correttivo del Codice Appalti. 


In un recente video il Dottor Simone Chiarelli fornisce un commento operativo su tutte le novità contenute all'interno del Correttivo al Codice degli Appalti.
Il Decreto Legislativo n. 209 del 31 dicembre 2024, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce significative modifiche al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023). Questo intervento normativo si propone di ottimizzare l'applicazione delle norme, correggendo le problematiche riscontrate nei primi due anni di attuazione e allineandosi alle richieste europee. Le modifiche riguardano aspetti cruciali come il principio di rotazione negli appalti, l'introduzione di regole più severe sull'equo compenso, la spinta alla digitalizzazione e il sostegno alle micro, piccole e medie imprese (MPMI).
Principio di Rotazione: maggiore flessibilità con rigore
Una delle principali novità riguarda la revisione del principio di rotazione, che disciplina la possibilità di affidare incarichi a chi li ha già eseguiti in passato. Inizialmente concepito per favorire la concorrenza, ora il principio consente, in determinate circostanze, di rinnovare i contratti con i fornitori precedenti. Questo avviene solo in caso di giustificati motivi, come la scarsità di alternative valide sul mercato, o quando l'operato del contraente uscente è stato particolarmente positivo. L'obiettivo è coniugare la trasparenza con l'efficienza operativa, garantendo che non vengano favoriti in modo scorretto operatori specifici.
Equo Compenso: garanzie per i professionisti del settore
Il Decreto estende le disposizioni sull'equo compenso, già applicabili ad alcuni settori, ai contratti pubblici relativi a lavori di ingegneria e architettura superiori ai 140.000 euro. Le modifiche stabiliscono che almeno il 65% dell'importo base di gara non possa essere oggetto di ribasso, proteggendo così le tariffe minime per i professionisti. Per il restante 35%, i ribassi sono consentiti, ma solo entro limiti precisi e con un punteggio economico che non possa superare il 30% del totale. Per gli appalti più piccoli, affidati direttamente, è stato fissato un limite massimo del 20% di riduzione delle tariffe, per evitare una competizione al ribasso che possa minare la qualità dei servizi.
Digitalizzazione: una nuova era per la gestione dei contratti pubblici
La digitalizzazione si conferma una delle priorità del decreto, con misure pensate per semplificare e rendere più trasparente la gestione dei contratti pubblici. Tra le principali innovazioni, vi è l'introduzione del fascicolo virtuale per gli operatori economici, che facilita l'aggiornamento e la gestione della banca dati. Inoltre, le stazioni appaltanti saranno obbligate a utilizzare piattaforme certificate connesse alla banca dati dell'ANAC, per garantire una tracciabilità più precisa delle operazioni. Un'altra novità rilevante è l'obbligo di utilizzare il Building Information Modeling (BIM) a partire dal 1° gennaio 2025 per progettare nuovi edifici o per interventi su strutture esistenti con importi superiori ai 2 milioni di euro. Questo strumento, che semplifica la progettazione e la gestione delle opere, punta a migliorare l'efficienza e la trasparenza.
Suddivisione in Lotti e Subappalto: una spinta alle PMI
Il Decreto rafforza il principio della suddivisione in lotti, che non deve riguardare solo la quantità di lavoro, ma deve essere funzionalmente autonoma, al fine di favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese. Un'altra novità importante riguarda il subappalto, che prevede che almeno il 20% delle prestazioni venga riservato alle PMI, salvo specifiche motivazioni per derogare a questa regola. In caso di appalti sotto le soglie europee, sarà possibile riservare gare alle PMI, per stimolare la concorrenza locale.
Contratti collettivi e revisione dei prezzi: semplificazione e trasparenza
In materia di contratti collettivi, il Decreto chiarisce i criteri per determinare quale contratto applicare, distinguendo tra lavori e servizi/forniture. Inoltre, vengono introdotti nuovi strumenti per l'adeguamento dei prezzi, che semplificano i processi esistenti, grazie anche alla collaborazione con l'ISTAT.
Partenariato Pubblico-Privato: nuove regole per una gestione più trasparente
Il Decreto introduce anche nuove disposizioni per migliorare la gestione dei partenariati pubblico-privato. È stata inserita una fase preliminare di valutazione delle proposte spontanee, con l'obiettivo di garantire la fattibilità e la trasparenza del processo. Inoltre, tutte le fasi del partenariato devono essere adeguatamente documentate, per evitare pratiche discriminatorie e assicurare che ogni passaggio avvenga in modo equo.


LENTEPUBBLICA

Il Milleproroghe 2025.


Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge 202/2024, noto come Milleproroghe 2025, il panorama normativo italiano si arricchisce di nuove scadenze e disposizioni che interessano settori chiave della pubblica amministrazione, della salute e delle finanze.
Il Milleproroghe 2025 rappresenta un intervento complesso ma fondamentale per affrontare le sfide amministrative e finanziarie dell'Italia, offrendo flessibilità e continuità in settori critici. Le proroghe e le nuove norme mirano a snellire i processi, sostenere il sistema sanitario e garantire la stabilità economica in un contesto nazionale e internazionale in continua evoluzione.
Ecco una sintesi delle principali novità introdotte.
Assunzioni nella Pubblica amministrazione
Il Milleproroghe affronta il problema dei lunghi tempi delle procedure concorsuali, che finora sono state prorogate annualmente per oltre un decennio. A partire dal 2025, entrerà in vigore una norma definitiva che impone un termine massimo di tre anni per completare le procedure di assunzione, pena la perdita delle facoltà assunzionali e dei relativi fondi. Per il 2024 è previsto un periodo transitorio che consente l'ultimazione delle procedure attualmente in sospeso.
Inoltre, il decreto proroga al 31 dicembre 2025 la sospensione dei termini di prescrizione per i contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle amministrazioni pubbliche. Questa estensione si applica anche ai contributi relativi ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, dando ulteriore tempo per la regolarizzazione delle posizioni assicurative dei dipendenti pubblici.
Salute e Servizio Sanitario
Il decreto introduce una serie di proroghe volte a sostenere il sistema sanitario nazionale. Le aziende sanitarie potranno continuare a reclutare medici specializzandi dal secondo anno di corso, con contratti a tempo determinato prorogabili fino a sei mesi. Simili disposizioni si applicano anche al personale sanitario e socio-sanitario, facilitando l'assunzione attraverso procedure semplificate.
Per i laureati in medicina, il Milleproroghe conferma la possibilità di essere assunti, anche senza specializzazione, fino alla fine del 2025. Altri interventi riguardano la proroga delle norme per il reclutamento dei direttori generali delle aziende sanitarie e la sospensione di alcune regolamentazioni sulla raccolta di sangue e emocomponenti.
Interno, sicurezza e Vigili del Fuoco
Per la Polizia di Stato, slitta al 30 giugno 2025 l'applicazione delle regole per l'avanzamento di carriera. Parallelamente, fino alla fine del 2025, viene mantenuta la sospensione del meccanismo di finanziamento per l'area negoziale dei dirigenti delle forze di polizia e armate.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco vede prorogata al 31 dicembre 2025 la validità di alcune graduatorie concorsuali, assicurando continuità nelle assunzioni. Inoltre, si autorizza fino al 30 aprile 2025 l'utilizzo di fondi non spesi nel 2021 destinati ai familiari del personale deceduto durante il servizio durante l'emergenza Covid-19.
Economia e finanze
Numerose proroghe riguardano il settore economico. Il termine per l'alimentazione degli archivi relativi agli aiuti di Stato è stato esteso al 30 novembre 2025, mentre le regioni e gli enti locali potranno continuare a richiedere immobili dall'Agenzia del Demanio per progetti di riqualificazione fino al 31 dicembre 2025.
Un ulteriore intervento prevede la proroga dell'esenzione dall'obbligo di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie fino al 31 marzo 2025. Analogamente, vengono estesi i termini per i contratti di servizi di connettività e telefonia gestiti da Consip S.p.a., garantendo continuità nei servizi essenziali.
Sostegno alla comunità Ucraina
Il Milleproroghe include misure specifiche per i cittadini ucraini beneficiari di protezione temporanea, permettendo il rinnovo dei permessi di soggiorno fino al 4 marzo 2026. Per questi individui è prevista anche la possibilità di convertire il permesso di soggiorno in motivi di lavoro, offrendo nuove opportunità di integrazione nel mercato italiano.
Progetti strategici e altre proroghe
Il decreto proroga al 31 dicembre 2025 il completamento del nuovo ospedale di Siracusa e prolunga la durata dell'incarico del Commissario straordinario responsabile del progetto. Ulteriori proroghe riguardano l'esenzione IVA per alcune attività associative e l'approvazione dei bilanci aziendali da parte degli enti sanitari calabresi.



QUOTIDIANO  DI SICILIA

Ars, la ripresa dei lavori dopo le feste. In prima commissione la riforma sulla dirigenza regionale.


Archiviate le vacanze natalizie, oggi l'Assemblea regionale siciliana dovrebbe riprendere le proprie attività. Il calendario prevede lavori in prima commissione, dove si trova il disegno di legge di iniziativa governativa che punta alla riforma della normativa sull'ordinamento della dirigenza regionale.
In agenda c'è un primo esame degli emendamenti al testo firmato dal presidente della Regione Renato Schifani e dall'assessore alla Funzione pubblica Andrea Messina. Il percorso verso la discussione e il successivo voto in Aula della legge è ancora lungo, ma sarà interessante capire quale percorso avrà il ddl su un tema che, per quanto interessi direttamente l'apparato burocratico della pubblica amministrazione, inevitabilmente coinvolge anche la politica.
L'ultima legge sulla dirigenza dell'amministrazione regionale siciliana risale al 2000. Il ddl del governo Schifani punta ad aggiornare il quadro normativo allineando "l'ordinamento della dirigenza a quella di tutti gli enti del comparto funzioni locali e, al contempo, a eliminare le criticità determinate dal mantenimento della cosiddetta terza fascia dirigenziale che, nell'assetto originario della legge regionale citata, doveva avere durata meramente transitoria", si legge nella relazione che chiarisce il testo. Dove si ricorda che "nelle Regioni, incluse talune Regioni ad autonomia speciale, e negli enti locali, la dirigenza è infatti ordinata in un'unica qualifica; i livelli di responsabilità e, conseguentemente, le retribuzioni, si differenziano in ragione degli incarichi attribuiti".
Ruolo unico
Il disegno di legge prevede che l'istituzione del ruolo unico della dirigenza venga articolato in aree di competenza "al fine di tener conto delle professionalità tecniche necessarie in alcuni rami dell'amministrazione regionale".
Per accedere alla qualifica dirigenziale servirà passare dal concorso pubblico, a cui potranno si potrà prendere parte soltanto in possesso di "laurea specialistica o magistrale oppure di diploma di laurea" nel caso di titoli conseguiti prima dell'entrata in vigore del decreto 509 del 1999 e di alcuni requisiti come l'avere avuto un'esperienza quinquennale "nell'area immediatamente inferiore a quella dirigenziale" o triennale nel caso di possesso di "dottorato di ricerca o master di secondo livello o del diploma di specializzazione" conseguito presso specifiche scuole. Per ambire a entrare nel novero dei dirigenti regionali si potrà anche avere un'esperienza biennale come dirigenti in "enti e strutture pubbliche non ricomprese nel campo di applicazione" oppure essere soggetti "che hanno ricoperto incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche per un periodo non inferiore a cinque anni".
Le procedure concorsuali, inoltre, dovranno prevedere una quota non inferiore al 50 per cento dei posti destinati all'accesso dall'esterno, mentre sulla parte restante non più del 30 per cento potrà essere riservato "al personale dell'amministrazione regionale, in servizio a tempo indeterminato". In merito alle prove di selezione si legge che "i bandi definiscono gli ambiti di competenza da valutare e prevedono la valutazione delle capacità, attitudini e motivazioni individuali, anche attraverso prove, scritte e orali".
Superare la terza fascia
Il ddl del governo punta a superare la cosiddetta terza fascia che fu istituita nel 2000 e che sarebbe dovuta rimanere soltanto a tempo determinate. Un regime transitorio che invece è perdurato fino a oggi creando - si legge nella relazione - "disfunzioni organizzative e asimmetrie con l'ordinamento nazionale". A bacchettare la Regione negli anni scorsi è stata la Corte dei conti. "Ha stigmatizzato la risalente e irrisolta problematica della terza fascia dirigenziale - viene ricordato nella relazione -
A distanza di quasi vent'anni questa anomalia ordinamentale permane, con l'effetto distorto di non rinvenire più personale dirigenziale in prima e solo sparute unità in seconda fascia a seguito dei pensionamenti intervenuti, mentre la totalità delle unità dirigenziali risulta inquadrata in terza fascia in distonia con quanto avviene a livello statale e con una palese asimmetria, in molti casi, tra inquadramento giuridico e attribuzione di funzioni e responsabilità". Per la Corte dei conti la particolarità siciliana rende "assai problematico, allo stato attuale, procedere all'assunzione di nuovo personale dirigenziale senza aver prima posto fine alla situazione di stallo determinata dal mancato superamento della terza fascia dirigenziale". Dati alla mano, aggiornati al 2023, su 698 dirigenti in servizio, tre soli sono di seconda fascia, mentre i restanti sono in terza fascia.

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