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rassegna stampa del 15 gennaio 2025

livesicilia.it

Province, Roma contro il rinvio voluto dal centrodestra: "Incostituzionale" Dal Consiglio dei ministri stop anche ad alcune norme delle variazioni di bilancio

L'altolà è pesante e rappresenta un macigno sulla reintroduzione dell'elezione diretta delle Province, che aleggia all'Ars con un disegno di legge che giace in commissione Affari istituzionali. Il Consiglio dei ministri ha impugnato la norma con la quale nell'ottobre scorso Sala d'Ercole annullò le elezioni di secondo grado indette con un decreto del presidente della Regione Renato Schifani. Quella decisione sarebbe incostituzionale.Province, la mossa stoppataLa norma fu inserita in fretta e furia nel ddl di riforma in materia urbanistica. Il centrodestra, dove forti sono le spinte per il ritorno alle vecchie Province, puntava a bloccare le elezioni di secondo grado che erano state fissate da Schifani per il 15 dicembre.
Si decise così di spostare il voto al 2025 "in una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile". Una mossa per guadagnare tempo in attesa di far partire l'iter per la reintroduzione del voto diretto dei cittadini."Violato l'articolo 1 della Costituzione"Quella decisione di Sala d'Ercole, però, secondo il Consiglio dei ministri viola uno dei pilastri della Repubblica, l'articolo 1 della Costituzione che recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Quella sovranità, quindi, l'Ars l'avrebbe violata negando il diritto del popolo ad esprimersi, seppur con una elezione che avrebbe coinvolto soltanto sindaci e consiglieri comunali.Violati, secondo l'impostazione del governo suggerita dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, anche gli articoli 3, 5 e 114 della Carta. Sono gli articoli che tutelano "la partecipazione all'organizzazione politica" del Paese, le "autonomie locali" e l'esistenza stessa delle Province.
Province, l'ostacolo della riforma Delrio
Lo stop del governo conferma ancora una volta che senza la cancellazione della riforma Delrio, che nel 2014 ridefinì il sistema delle Province mandando in soffitta il suffragio universale, qualsiasi legge che punti a riportare indietro le lancette dell'orologio reintroducendo le elezioni dirette verrà stoppata.Ne è sempre stato convinto il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, e il tema è stato al centro dell'ultimo vertice di maggioranza. Senza coperture normative o garanzie politiche, come è stato ribadito all'incontro degli alleati che sostengono il governo Schifani, non potrà esserci nessuna 'controriforma' delle Province. E come se non bastasse, a confermare l'incostituzionalità del continuo rinvio delle eleizoni di secondo grado è arrivata a fine 2024 anche una sentenza della Consulta.Stop anche alle variazioni di bilancioL'impugnativa di Palazzo Chigi, tuttavia, è doppia. La scure del governo si è abbattuta anche su alcune norme contenute nelle variazioni di bilancio approvate dall'Ars lo stesso giorno. È ancora presto, tuttavia, per sapere di quali norme si tratti. Secondo il governo le disposizioni stoppate avrebbero travalicato i confini delineati dallo Statuto violando il principio della copertura finanziaria per le leggi approvate.
https://livesicilia.it/province-impugnativa-consiglio-dei-ministri/



ILSICILIA.IT

Agrigento Capitale della Cultura, Scarpinato: "Il Mediterraneo ritrova la sua culla".

"La nomina di Agrigento a capitale italiana della cultura premia non solo la città, ma il progetto di valorizzazione di uno dei territori più ricchi del Mediterraneo, culla di culture differenti che ancora oggi dialogano insieme". Lo ha detto l'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato che, su delega del presidente della Regione, Renato Schifani, ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione del programma di Agrigento capitale italiana della cultura 2025, che si è tenuta a Roma oggi pomeriggio.
"Agrigento va letta in controluce soffermandosi sui templi, sul teatro che sta venendo pian piano alla luce, sulle abitazioni e sulle ville antiche che riemergono dall'oblio del tempo. È un unico filo che collega la maestosità della Valle ai tanti siti minori a cui dedichiamo attenzione continua: sarà un anno bellissimo, in cui racconteremo al mondo il nostro lavoro e il nostro sogno di una Sicilia contemporanea che fa tesoro del suo passato ma guarda al futuro", conclude Scarpinato. 
"Il presidente della Regione non può essere in ogni dove, ci sono milioni di emergenze e lui da grande politico - ricordo a me stesso e a tutti presidente del Senato e grande politico lungimirante - non può essere ovunque e proprio per questo si avvale dei suoi assessori. E io da assessore ai beni culturali e all'identità siciliana sono qui proprio per rappresentare la Regione Sicilia". È la risposta secca che l'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, dà a una domanda sull'assenza del presidente della Regione, Renato Schifani, alla conferenza stampa di presentazione del programma di Agrigento capitale italiana della cultura 2025, in corso a Roma.


LENTEPUBBLICA

Dipendenti pubblici: indennità di mensa non fa parte dello stipendio.

La Corte di Cassazione ha affermato che, per i dipendenti pubblici, l'indennità di mensa non ha natura retributiva e quindi non fa parte dello stipendio: unica eccezione nel caso lo prevedano i CCNL dei vari comparti.
Questo principio è radicato nell'articolo 6, comma 3, del Decreto Legge 11 luglio 1992, n. 333, convertito con modifiche nella Legge 8 agosto 1992, n. 359. La sentenza rappresenta un ulteriore tassello nella definizione del complesso quadro normativo relativo al pubblico impiego contrattualizzato, offrendo importanti chiarimenti per lavoratori e datori di lavoro.
La vicenda giudiziaria
L'ordinanza trae origine da una controversia tra un ex dipendente ospedaliero e la struttura sanitaria presso cui era impiegato. La Corte d'Appello di Bari aveva accolto parzialmente il ricorso dell'ospedale contro una precedente decisione del Tribunale di Foggia, riducendo l'importo riconosciuto al lavoratore a titolo di trattamento di fine rapporto (TFR). L'importo, calcolato sulla base di una nuova consulenza tecnica d'ufficio, ammontava a 5.526,71 euro, al lordo delle imposte, con interessi e rivalutazione monetaria.
I punti contestati
Tra le questioni sollevate vi era l'inclusione di alcune voci, come straordinari continuativi e indennità di mensa, nel computo del TFR. La Corte d'Appello aveva stabilito che:
gli emolumenti percepiti in modo continuativo prima del maggio 1982 e non occasionali successivamente dovevano essere considerati;
dal 1° gennaio 2002, in base all'articolo 46 del CCNL Sanità Pubblica, alcune voci, tra cui incentivi e compartecipazioni, non potevano più essere incluse nel calcolo del TFR.
Per quanto riguarda l'indennità di mensa, la Corte aveva ritenuto applicabile la normativa pattizia, escludendola dal computo solo a partire dalla sua entrata in vigore.
Il ricorso in Cassazione
L'ospedale ha presentato ricorso in Cassazione con cinque motivi, tra cui:
l'omesso esame di un fatto decisivo riguardante un precedente giudicato del Tribunale di Foggia che avrebbe escluso la natura subordinata di alcune indennità;
la violazione delle norme che regolano il TFR e l'indennità di mensa, sostenendo che quest'ultima non rientrasse tra le voci utili al calcolo retributivo, come stabilito dalla giurisprudenza consolidata.
La decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i primi due motivi del ricorso, evidenziando l'assenza di documentazione adeguata per provare l'esistenza di un giudicato rilevante. Ha invece accolto parzialmente il terzo motivo, riconoscendo che l'indennità di mensa non doveva essere inclusa nel calcolo del TFR, salvo diversa disposizione contrattuale.
Secondo la normativa, né il valore del servizio mensa né la prestazione sostitutiva erogata a chi non ne usufruisce possono essere considerati parte della retribuzione, a meno che non sia diversamente previsto nei contratti collettivi nazionali o aziendali, anche se stipulati prima dell'entrata in vigore del decreto.
La pronuncia conferma dunque che l'indennità di mensa non è automaticamente considerata una componente retributiva. Tuttavia, le disposizioni contrattuali possono derogare alla normativa generale, rendendo fondamentale un'analisi attenta dei CCNL applicabili. Questo principio si riflette anche su altre voci retributive, sottolineando la necessità di criteri chiari e uniformi nel calcolo del TFR.




GIORNALE DI SICILIA 

I sindaci della Valle del Belice a 57 anni dal terribile terremoto: no alle mega pale eoliche, alt allo scempio del paesaggio.

Nel commemorare il 57esimo anniversario del devastante terremoto del 1968, i sindaci della Valle del Belice hanno deciso di autoconvocarsi per chiedere al governo della Regione linee guida specifiche che impediscano lo scempio del paesaggio con quella che definiscono «un'invasione di pale eoliche alte fino a 200 metri e distese enormi di pannelli fotovoltaici» sul nostro territorio.
A farsi promotrice dell'iniziativa: la prima cittadina di Montevago (Agrigento), la deputata regionale di Forza Italia Margherita La Rocca Ruvolo: «Noi sindaci - dice - ci siamo autoconvocati per venerdì pomeriggio 17 gennaio nella biblioteca comunale del mio comune proprio per assumere una iniziativa forte e condivisa.
Lo faremo insieme ad associazioni e liberi cittadini, perché il fenomeno della produzione di energia alternativa, contro cui naturalmente non abbiamo nulla, si sta estendendo in maniera esagerata e preoccupante, non tenendo conto della tutela del nostro straordinario paesaggio e delle possibilità di utilizzarlo a fini turistici».
Secondo La Rocca Ruvolo «bisogna stabilire e perimetrare le zone idonee e quelle non idonee del territorio regionale per investimenti così sovradimensionati, come quelli già presentati tra Sambuca di Sicilia e Montevago.
Siamo diventati terra di conquista - aggiunge - visto che le società produttrici si portano via l'energia che producono e alle nostre comunità lasciano solo le briciole.
Occorre tutelare il nostro paesaggio perché, di questo passo, tutti i programmi di cui da anni parliamo a proposito di valorizzazione del turismo, dell'enogastronomia e dei percorsi naturalistici, rischiano di schiantarsi su pale eoliche lunghe 200 metri e distese infinite di pannelli fotovoltaici che deturpano l'ambiente e compromettono il lavoro di chi, negli anni, ha investito in attività ricettive».
Belìce, una messa per il 57° anniversario del terremoto
A proposito delle iniziative per l'anniversario del devastante sisma sarà celebrata giovedì 16 gennaio, alle ore 10, nella chiesa Ss. Trinità di Salaparuta (Trapani) la santa messa commemorativa del 57° anniversario del terremoto '68 del Belìce.
Alle 11, nella sala conferenza di piazza mercato, sarà inaugurata una mostra fotografica a cura di Giuseppe Verde. Interverranno: il sindaco Michele Saitta, Salvo Cucina, dirigente protezione civile Sicilia, Nicola Catania, coordinatore dei sindaci del Belìce.
Schifani, impegno per un futuro migliore
«Ricordiamo, con profonda commozione e rispetto, il cinquantasettesimo anniversario del tragico terremoto che colpì il Belìce nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, causando lutti e sofferenze che hanno segnato per sempre la storia della nostra terra.
Quella tragedia non è solo un ricordo doloroso, ma anche un monito per tutti noi a non abbassare mai la guardia di fronte ai rischi naturali e a impegnarci costantemente per la sicurezza e il benessere delle nostre comunità». Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che aggiunge: «La Regione è al fianco della popolazione di quella valle, custode della memoria di un territorio che ha saputo risollevarsi con dignità e determinazione. La catastrofe del 1968 ci ha insegnato l'importanza della solidarietà e della collaborazione. È nostro dovere, oggi più che mai, trasformare quel dolore in uno stimolo per costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Il mio pensiero va alle vittime di quella terribile notte, alle loro famiglie e a tutti coloro che, con impegno e speranza, hanno contribuito alla rinascita di que
sta terra».
 La Fondazione Orestiadi presenta le nuove donazioni di opere
Nella ricorrenza del devastante terremoto del Belice del 1968, la Fondazione Orestiadi come di consueto ne celebra la memoria nel segno dell'arte e della cultura. Domenica 19 gennaio alle ore 11.00 al Baglio di Stefano si rinnova l'appuntamento annuale con la presentazione delle nuove donazioni all'istituzione siciliana, e delle opere realizzate dagli artisti in residenza. Quest'anno sono Guido Baragli, Mario Benedetti, Leonardo Fisco, Matteo Fraterno, Francesco Preverino, Jano Sicura, Rossana Taormina e Michele Tombolini, i protagonisti.
Otto artisti che appartengono a generazioni diverse, differenti ambiti delle arti visive e da diverse città italiane (Venezia, Terni, Napoli, Torino) oltre che dalla Sicilia, rappresentano insieme un interessante spaccato della produzione artistica contemporanea, mantenendo viva l'idea dell'arte come motore del rinnovamento. Una visione che ha animato la ricostruzione di Gibellina e la fondazione del Museo delle Trame Mediterranee trovando legami e conferme nella storia. Dalle opere in città di Consagra e Burri, da Paladino a Schifano e Accardi; dalle presenze di Beuys e Isozaki, al Cerchio della vita di Long, dai versi degli antichi poeti siculo-arabi a quelli dei contemporanei, da Adonis a Evtushenko, solo per citarne alcuni, per arrivare fino ai nostri giorni.
Le opere allestite negli atelier del Baglio e negli spazi esterni, testimoniano i progetti espositivi e le relazioni intercorse con gli artisti, come le otto ceramiche policrome di Leonardo Fisco (Sciacca 1938), l'opera dal titolo Ti-mpone, 2023 di Matteo Fraterno (Torre Annunziata,1954), e quella di Michele Tombolini, (Venezia 1963); tutti artisti invitati in alcune delle mostre proposte dalla Fondazione nel corso del 2024.
L'installazione Domicili coatti, 1998 di Guido Baragli (Palermo,1962-2023), proviene da Gemma Insalaco, che con questa donazione al museo ha voluto ricordare la memoria del compagno scomparso Nicola Bravo.
Mentre dalle residenze artistiche provengono le opere realizzate da Francesco Preverino (Settimo Torinese, 1948), che alla città ha dedicato il trittico Gibellina, 15 gennaio 1968; e da Rossana Taormina (Partanna, 1972), artista nata in un piccolo paese della Valle del Belìce, dove trascorre la sua infanzia all'indomani del terremoto. Negli spazi esterni del Museo si presentano le opere del maestro Mario Benedetti (Terni 1938), grande interprete dell'incisione, e dell'artista siciliano, di formazione tedesca Jano Sicura (Ferla,1950).



GIORNALE DI SICILIA

Capitale della cultura, Agrigento spazza le polemiche: «I fatti ci daranno ragione, commissariarci non serve».

Le polemiche sono roventi, quasi come il solleone quando d'estate infuoca la valle dei Templi. Ma proprio come i tesori archeologici di Agrigento, patrimonio Unesco dal 1997, resistono alle avversità da millenni, anche gli organizzatori della grande macchina della Capitale italiana della Cultura 2025 vanno avanti dritti per la loro strada, senza farsi scalfire da veleni, discussioni, prese in giro e assenze.
L'aria è comprensibilmente tesa all'inizio della conferenza a Roma per presentare il programma, alla quale non sono intervenuti né il previsto governatore della Sicilia Renato Schifani, che ha delegato il suo assessore Francesco Paolo Scarpinato, né il ministro della Cultura Alessandro Giuli che però non risultava tra i presenti e non ha partecipato nemmeno alla cerimonia di chiusura e al passaggio di consegne con Pesaro 2024. Ma a rispondere un pò a nome di tutti, appena arrivato nella sede della stampa estera a Palazzo Grazioli, pensa il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè.
Vi sentite soli? Abbandonati?». «Assolutamente no. Mi dispiace - dice - ma noi andiamo avanti, siamo ben felici di andare avanti e sicuramente i fatti ci daranno ragione e penso che saremo di nuovo tutti assieme».
I cartelli sgrammaticati
Per quanto riguarda i cartelli «sgrammaticati» relativi ai luoghi di Pirandello - ribadisce Miccichè - «noi non ne sapevamo niente, è un'impresa incaricata dall'Anas che sta facendo un restyling della segnaletica verticale, ripeto non siamo mai stai interpellati... Questa ditta ha commesso questi errori, questi gravi errori. L'immagine di Agrigento ne ha pagato le conseguenze, ma ripeto, non sapevamo niente di niente».
Le infiltrazioni al teatro Pirandello
Quanto alle infiltrazioni nel teatro Pirandello che ospiterà il 18 gennaio l'inaugurazione ufficiale con il capo dello Stato Sergio Mattarella, la risposta è secca: «Assolutamente no, è un problema già noto, tanto è vero che ci sta lavorando una squadra di edilizia acrobatica dalla scorsa settimana e che finiscono tra oggi e domani proprio in previsione della presenza del capo dello Stato. Cosa è successo di tecnico non lo so, però è comprensibile perché se c'è un cantiere aperto... poteva succedere. Io ero a Pesaro e non ho potuto seguire bene».
E precisa: «Sono due cose che non c'entrano con il 2025 e con la capitale della Cultura... Per i cartelli ha sbagliato un'impresa per Anas e al Pirandello c'è un cantiere aperto perché stanno ripristinando il soffitto».
L'ipotesi commissario
Miccichè parla anche dell'ipotesi commissariamento, ventilata da alcuni. «L'ho letto anche io... Io rispetto chi sta sopra di me, ma penso che non ne abbiamo bisogno» dice. «È già da un anno che lavoriamo - spiega - e siamo in dirittura d'arrivo. Sabato inauguriamo ufficialmente con il presidente Sergio Mattarella e penso che non ne abbiamo bisogno».
A condurre la cerimonia al Pirandello e trasmessa in diretta su Rai1 assieme alla vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia ci sarà Beppe Convertini che stempera il clima dicendo: «Ho visto ora il meteo, sabato non pioverà. Quindi non si pone il problema. Tutte queste piccole questioni che sono sbucate, come è classico che accada in tutte le cose che si fanno in Italia, c'è sempre qualcuno che deve dire qualcosa di negativo... Allora viva Agrigento Capitale della Cultura, viva la Sicilia e viva l'Italia che è un Paese merviglioso».
L'assenza di Schifani a Roma
Tornando al fatto che il governatore Schifani sia a Roma ma non partecipi alla presentazione, Miccichè spiega: «Non ho avuto un'interlocuzione diretta e non so darvi risposta. Però ha delegato il suo assessore e quindi c'è una presenza della Regione siciliana e non ci sentiamo abbandonati. Devo dire che il presidente Schifani è sempre stato vicino a noi e si è sempre interessato del nostro territorio». Sul punto interviene anche l'assessore Scarpinato: «Il presidente della Regione non può essere in ogni dove, ci sono milioni di emergenze e lui da grande politico - ricordo a me stesso e a tutti presidente del Senato e grande politico lungimirante - non può essere ovunque e proprio per questo si avvale dei suoi assessori».
Le reazioni
Sull'assenza «ingiustificata» di Giuli e Schifani «tutti e due a Roma» punta il dito Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera: «I governi nazionale e regionale non si sono minimamente occupati dell'organizzazione dell'evento. Hanno lasciato che si accumulassero un disastro dopo l'altro. Adesso si accorgono dello sfacelo e decidono di prendere le distanze.
Preoccupata la deputata M5s Ida Carmina: «Occorre coinvolgere tutte le migliori anime della città, non lasciando nessuno indietro in base a logiche di parte o appartenenza. Perché solo uniti si vince. Agrigento non è una torta da spartire, ma una magnifica città da far risplendere».


ILSOLE24ORE

Irpef a tre aliquote, affitti brevi al 26% e plusvalenze sul superbonus: ecco come sarà il 730/2025.

Arrivano le prime bozze di modelli e istruzioni per il 2025: lavoratori dipendenti e pensionati possono iniziare a fare i conti con le nuove indicazioni. L'Irpef a tre aliquote ma con con il taglio di 260 euro per gli oneri detraibili al 19% per chi ha redditi complessivi oltre a 50mila euro. Affitti brevi con cedolare secca al 26% per gli appartamenti locati dopo il primo. Superbonus al 70% e con rate in dieci anni, ma anche con la tassazione delle plusvalenze destinata a colpire le vendite speculative per chi ha usufruito della maxiagevolazione sulle ristrutturazioni. Scattano poi anche gli aumenti delle patrimoniali estere: l'Ivie sugli immobili oltreconfine sale all'1,06% mentre l'Ivafe su valore dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all'estero passa dal 2 al 4 per mille. Sono alcune delle novità scattate nel periodo d'imposta 2024 e che ora trovano spazio e forma nelle prime bozze del modello e delle istruzioni al 730/2025 (ossia il modello destinato a lavoratori dipendenti e pensionati) pubblicate sul sito dell'agenzia delle Entrate.
L'ampliamento della platea
Prosegue l'ampliamento della platea del 730 con la possibilità di utilizzare il modello senza transitare da Redditi Persone fisiche per i redditi soggetti a tassazione e imposta sostitutiva e da rivalutazione dei terreni e le plusvalenze di natura finanziaria.
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L'Irpef a tre aliquote
Il 730/2025 accoglie anche la rimodulazione dell'Irpef a tre aliquote: 23% fino a 28mila euro, 35% oltre i 28mila euro e fino a 50mila euro e 43% oltre i 50mila euro. Aliquote ora confermate a regime dalla manovra 2025. Ma per il 2024 c'è anche l'assaggio del taglio degli oneri detraibili. Perché oltre i 50mila euro di reddito scatta la tagliola di 260 euro per gli oneri detraibili a 19%
Gli affitti brevi
Arriva nel modello anche il nuovo assetto della tassazione degli affitti brevi, ossia quelli non superiori a 30 giorni. Qui solo un'unità immobiliare potrà scontare la tassazione con la cedolare secca più bassa del 21%, mentre per le unità affittate successive alla prima il prelievo sarà al 26 per cento. E proprio in dichiarazione si tratterà di individuare l'appartamento che sconta la tassazione più bassa.
Il superbonus
La regola generale, per le spese sostenute nel 2024, è che saranno detraibili al 70% e potranno essere spalmate su dieci rate. Per il 2024 e il 2025 è stata introdotta la nuova comunicazione antifrode collegata a queste operazioni. Andranno inviati una serie di dati, tra i quali spiccano coordinate catastali e ammontare delle spese realizzate. Tra i redditi diversi bisognerà indicare le plusvalenze realizzate tramite cessione di immobili ristrutturati con il superbonus. Non devono essere conclusi da più di dieci anni e non devono essere stati oggetto di una successione. Inoltre, sono fuori anche quelli che sono stati abitazione principale per la maggior parte dei dieci anni precedenti la cessione.



fanpage.it

Stipendi più bassi nel 2025, chi ci perde con il nuovo taglio del cuneo e quanto. 
Il nuovo taglio del cuneo fiscale varato dal governo Meloni con la manovra 2025 per la maggior parte dei lavoratori garantirà la stessa somma in busta paga dello scorso anno. Per qualcuno ci sarà un leggero guadagno. Ma alcune fasce di reddito saranno danneggiate. Si parla comunque di somme contenute: al massimo 96 euro in un anno. Ecco per chi.

Nel 2025 il governo Meloni ha lanciato un nuovo taglio del cuneo fiscale, simile negli effetti a quello già in vigore lo scorso anno, ma non più basato su una riduzione dei contributi da versare. La sostanza, per la maggior parte dei lavoratori, non cambierà: i soldi in busta paga resteranno gli stessi. Altri, specialmente nelle fasce di reddito medio-alte interessate dalla misura (attorno ai 40mila euro all'anno), avranno un guadagno rispetto al 2024. Ma c'è anche chi, nel passaggio da un sistema all'altro, avrà una perdita, pur lieve.
Chi ci perde e chi ci guadagna in busta paga
Lo ha calcolato Italia oggi, effettuando una simulazione con i nuovi criteri per il taglio del cuneo. Nel complesso, le perdite sono comunque moderate: si va ad chi riceverà cinque euro in meno all'anno, a chi ne perde 96.
Guardando alla simulazione, risulta che il calo maggiore in busta paga arriverà per chi guadagna 25mila euro. Si tratta, come detto, di circa 96 euro all'anno. Che tradotti in busta paga significano poco più di sette euro al mese per tredici mensilità.
Per le altre fasce di reddito, la perdita è più leggera. Chi ne guadagna 35mila ne avrà 27 in meno, chi ha 30mila euro di reddito si troverà 42 euro in meno di stipendio netto. Vale anche i redditi più bassi: con 10mila euro all'anno ci sarà un taglio da 16 euro.
Al contrario, altri gruppi avranno uno stipendio leggermente maggiore. Chi guadagna fino a 8.500 euro all'anno prima era escluso dal taglio del cuneo, mentre ora potrà approfittarne. E lo stesso si può dire per chi supera i 35mila euro di entrate annue, arrivando fino a 40mila euro. Proprio qui si avrà il guadagno più alto: chi prende 40mila euro annui avrà 35 euro in più al mese, quindi circa 460 euro in più nel corso del 2025.
C0me funziona il nuovo taglio del cuneo
Il motivo per cui alcuni sono penalizzati e altri avvantaggiati è che il taglio del cuneo è cambiato. Fino all'anno scorso, il dipendente versava meno contributi previdenziali (che quindi gli restavano in busta paga) e lo Stato pagava la differenza all'Inps per evitare che ci fossero conseguenze sulle pensioni future. Da quest'anno, invece , sono in vigore due meccanismi diversi.
Innanzitutto bisogna ricordare che il nuovo taglio del cuneo non si basa solo sulle entrate da stipendio, ma sul reddito complessivo, Si calcolano, quindi, anche le rendite degli affitti di proprietà, attività da lavoro autonomo, e qualunque altro tipo di entrata, per stabilire di quanto può aumentare la busta paga.
Per chi ha un reddito fino a 20mila euro, arriva direttamente un'indennità in busta paga. Questa viene calcolata come una percentuale del reddito annuo complessivo, pari a:
il 7,1% del reddito fino a 8.500 euro
il 5,3% del reddito tra 8.500 e 15mila euro
il 4,8% del reddito tra 15mila e 20mila euro
Invece per chi supera i 20mila euro di reddito complessivo ottiene uno sconto fiscale. Una detrazione Irpef di importo variabile a seconda delle proprie entrate. In particolare:
1000 euro di detrazione annua per i redditi tra 20mila e 32mila euro (per chi lavora tutto l'anno, altrimenti 2,74 euro per giorno lavorato)
un importo calante man mano che il reddito aumenta, e che sparisce del tutto per chi supera i 40mila euro di reddito
continua su: https://www.fanpage.it/politica/stipendi-piu-bassi-nel-2025-chi-ci-perde-con-il-nuovo-taglio-del-cun...https://www.fanpage.it/
































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