agrigentonotizie.it
Strade sicure, via alla manutenzione straordinaria su ex consortili ed ex regionali.
Si tratta di una rete di infrastrutture estremamente vasta e di grande importanza per i collegamenti ordinari e per le attività imprenditoriali e agrozootecniche.
Il libero consorzio comunale di Agrigento effettuerà nuovi interventi sulla viabilità interna. L'ente ha infatti firmato il contratto d'appalto per lo svolgimento di attività sulle strade ex consortili ed ex regionali per un valore di oltre 800mila euro.Gli interventi dovranno essere eseguiti entro 365 giorni lavorativi dal verbale di consegna dei lavori su indicazioni e coordinamento dello staff tecnico del settore infrastrutture stradali che ha elaborato il progetto, finanziato con fondi regionali destinati a liberi consorzi e città metropolitane della Sicilia per interventi sulle strade di loro competenza.In ogni momento della tua vita, l'energia può fare la differenza.
Si tratta di una rete di infrastrutture estremamente vasta e di grande importanza per i collegamenti ordinari e per le numerose attività imprenditoriali e agrozootecniche dislocate sul territorio: nonostante queste si tratta di strade in cattive condizioni che attendono da anni interventi di manutenzione.
quilicata.it
Attivato lo "Sportello web" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento per comunicare con cittadini e imprese.
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha attivato il nuovo Sportello web, con istanze online, riservato a cittadini e imprese. Ecco il comunicato stampa:
"Un importante servizio realizzato dal settore Innovazione tecnologica, diretto dal Dirigente Fabrizio Caruana, in collaborazione con ADS .
Lo Sportello web, progettato secondo i principi del Cittadino Attivo, consente un'interazione digitale semplice ed efficace permettendo di inviare richieste e monitorarne l'avanzamento. Conforme agli standard dell'Agenzia per l'Italia Digitale, il servizio è accessibile da qualsiasi dispositivo, inclusi telefoni cellulari, tablet e computer, per garantire massima comodità e rapidità.
Si potrà facilmente accedere, come da link allegato, tramite SPID o con la Carta d'Identità Elettronica; i cittadini potranno, immediatamente, usufruire di un numero sempre crescente di servizi digitali, disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, attraverso un'interfaccia semplice e intuitiva.
Le prime istanze attivabili copriranno tre ambiti principali: Ambiente (inquinamento, igiene urbana, rifiuti), Autorizzazioni (concessioni di suolo, passi carrabili, permessi, licenze) e Giustizia e Sicurezza Pubblica (Polizia provinciale, Protezione civile, sanzioni amministrative).
Ogni istanza dovrà essere accompagnata da una scheda informativa che illustra le modalità di presentazione ed i tempi del procedimento.
Al completamento della procedura, il sistema andrà a generare i riferimenti attivando il canale di comunicazione con l'Ente e monitorando lo stato di avanzamento delle pratiche con eventuali richieste di integrazione da parte dell'Ente.
Per ricevere assistenza sulla presentazione delle istanze online, gli utenti potranno rivolgersi anche agli sportelli degli Uffici Relazione con il Pubblico del Libero Consorzio comunale diretti dalla Dirigente Maria Antonietta Testone.
Il portale è stato realizzato con il contributo finanziario della Regione Siciliana, a valere sulle risorse dell'Asse 10 - Azione 1 del Piano di Azione e Coesione della Sicilia (Programma Operativo Complementare)".
agrigentooggi.it
Schifani convoca tavolo operativo per Agrigento 2025: "Urgente azione crisi idrica, bonifica rifiuti e parcheggi"
Il presidente Renato Schifani, ha presieduto un tavolo operativo per affrontare nel dettaglio alcune delle questioni più urgenti ancora aperte per Agrigento Capitale della Cultura italiana 2025. Alla riunione hanno partecipato, oltre all'assessore regionale alle Infrastrutture alla mobilità Alessandro Aricò, anche numerosi dirigenti generali dei dipartimenti che saranno direttamente interessati negli interventi da mettere in campo e, in videoconferenza, i rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Agrigento."Dobbiamo dare riposte immediate al territorio su temi indifferibili che riguardano lo svolgimento di questo anno così speciale. Le questioni da affrontare sono tante e serve la massima collaborazione istituzionale. Abbiamo chiesto al Comune - ha detto Schifani - di lavorare a testa bassa fino al pieno raggiungimento dell'obiettivo. Noi, da parte nostra, non ci stiamo risparmiando e stiamo mettendo in campo ogni struttura regionale interessata e ogni risorsa economica e finanziaria disponibile. Non si parla solo di Agrigento, infatti, ma si tratta di qualcosa che riguarda la Sicilia nella sua interezza".Tra gli interventi più urgenti emersi durante la riunione: la risoluzione dei problemi di approvvigionamento idrico delle strutture ricettive del centro storico, la sistemazione e la realizzazione di aree parcheggio e l'organizzazione di un servizio navette, la manutenzione della viabilità e dell'illuminazione stradale, la bonifica di micro discariche presenti in aree pubbliche, la pulizia delle strade, la realizzazione di un sistema di bagni pubblici e la sistemazione del verde e dell'arredo urbano, comprese l'installazione di alcune pensiline.Per alcuni di questi obiettivi, la Regione ha dato la propria disponibilità a intervenire direttamente e subito, affidandosi a servizi in house, così da operare con la massima celerità. Nello specifico la Protezione civile regionale si occuperà del migliore approvvigionamento idrico per le strutture ricettive del centro storico; il dipartimento dello Sviluppo rurale provvederà alla pulizia delle aree verdi e del ciglio delle strade; infine, l'assessorato delle Infrastrutture stipulerà convenzioni con società di trasporto per l'attivazione dei servizi di navetta. La riunione è stata aggiornata a giovedì prossimo.
Dissalatori in Sicilia, Schifani: «Entro l'anno 100 milioni per la riattivazione».
GIORNALE DI SICILIA
«Si farà di tutto affinché i tre dissalatori in Sicilia», a Gela, Porto Empedocle e Trapani, fermi da 14 anni, possano essere in funzione almeno entro la fine di quest'anno solare»
Lo ha detto il presidente della Regione siciliana e Commissario delegato per la realizzazione degli interventi urgenti finalizzati alla gestione della crisi idrica Renato Schifani in audizione dinanzi le Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera sul dl Emergenze e Pnrr.«I tre dissalatori si è detto che erano troppo costosi dal punto di vista energetico rispetto all'esigenze del territorio. Così ci siamo attivati e abbiamo appostato l'importo nel Fondo sociale di coesione di 90 milioni di euro per riattivare queste tre aree di dissalazione e aggiunto 10 milioni di finanza regionale - ha aggiunto Schifani - Ci siamo confrontati con Palazzo Chigi e con il commissario Dell'Acqua (Nicola, ndr) e abbiamo iniziato un percorso abbastanza dinamico e fluido, è lui a gestire la fase attuativa».
Schifani ha detto ancora: «la Regione vive un momento di apparente serenità perché le copiose precipitazioni hanno riempito gli invasi in quantità pari a quelle dello stesso periodo dell'anno scorso. Sono sereno ma attento nello stesso tempo, abbiamo ridotto i prelievi dalle dighe e abbiamo realizzato una consistente quantità di pozzi, e lavorato sull'eventuale dispendio di acqua, dosato bene le erogazioni. Tutto è stato gestito e continuerà a essere gestito con il massimo rigore anche se dovessimo avere i dissalatori».
GIORNALE DI SICILIA
Emergenza idrica, Legambiente: «Bisogna intervenire sulle reti colabrodo».
La crisi idrica in Sicilia «certamente non è legata solo alla siccità del 2024 che l'ha solo resa più evidente ma affonda le sue radici su problemi gestionali enormi e mai risolti», «vent'anni fa si tentò con l'ultima riforma di risolverli non vi si riuscì perché si fecero tutta una serie di scelte sbagliate». Lo ha detto il rappresentante di Legambiente dinanzi le Commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera in audizione sulle misure per affrontare le situazioni di particolare emergenza idrica come la siccità in Sicilia e sull'attuazione del Pnrr (disegno di legge di conversione del decreto 31 dicembre 2024, n. 208).
Il rappresentante di Legambiente ha osservato che ad esempio per la Sicilia «la soluzione proposta dal decreto cioè la realizzazione di tre dissalatori non è la soluzione giusta». Ad Agrigento, ad esempio, «bisognerebbe provare a finanziare e realizzare la nuova rete idrica della città per consentire alla città stessa di avere l'acqua 24 ore su 24, senza aumentare i costi in tariffa per i cittadini e riducendo notevolmente la quantità di acqua che viene immessa per raggiungere le case dei cittadini» perché «se ho una rete colabrodo aumentare la quantità di acqua che immetto nella rete non è il modo più efficace per risolvere il problema. Bisognerebbe intervenire sulle rete e che venga automatizzata la distribuzione».
GRANDANGOLO
Comunicare con cittadini e imprese al via lo "Sportello web" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Un importante servizio realizzato dal settore Innovazione tecnologica, diretto dal Dirigente Fabrizio Caruana, in collaborazione con ADS .Lo Sportello web, progettato secondo i principi del Cittadino Attivo, consente un'interazione digitale semplice ed efficace permettendo di inviare richieste e monitorarne l'avanzamento. Conforme agli standard dell'Agenzia per l'Italia Digitale, il servizio è accessibile da qualsiasi dispositivo, inclusi telefoni cellulari, tablet e computer, per garantire massima comodità e rapidità.
Si potrà facilmente accedere, come da link allegato, tramite SPID o con la Carta d'Identità Elettronica; i cittadini potranno, immediatamente, usufruire di un numero sempre crescente di servizi digitali, disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, attraverso un'interfaccia semplice e intuitiva.
Le prime istanze attivabili copriranno tre ambiti principali: Ambiente (inquinamento, igiene urbana, rifiuti), Autorizzazioni (concessioni di suolo, passi carrabili, permessi, licenze) e Giustizia e Sicurezza Pubblica (Polizia provinciale, Protezione civile, sanzioni amministrative).
Ogni istanza dovrà essere accompagnata da una scheda informativa che illustra le modalità di presentazione ed i tempi del procedimento.
Al completamento della procedura, il sistema andrà a generare i riferimenti attivando il canale di comunicazione con l'Ente e monitorando lo stato di avanzamento delle pratiche con eventuali richieste di integrazione da parte dell'Ente.
Per ricevere assistenza sulla presentazione delle istanze online, gli utenti potranno rivolgersi anche agli sportelli degli Uffici Relazione con il Pubblico del Libero Consorzio comunale diretto dalla Dirigente Maria Antonietta Testone.
Il portale è stato realizzato con il contributo finanziario della Regione Siciliana, a valere sulle risorse dell'Asse 10 - Azione 1 del Piano di Azione e Coesione della Sicilia (Programma Operativo Complementare) 2014-2020.
AGRIGENTOOGGI
Disposti interventi per migliorare le strade ex consortili ed ex regionali dell'Agrigentino.
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento effettuerà nuovi interventi sulla viabilità interna. E' stato firmato infatti il contratto d'appalto con l'impresa aggiudicataria dell'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria delle strade ex consortili (Spc) ed ex regionali (Spr). Il contratto è stato sottoscritto dal segretario generale Pietro Amorosia, dal direttore del Settore Infrastrutture Stradali Michelangelo Di Carlo e dal legale rappresentante dell'impresa "Gresy Appalti Srl" di Maletto (Catania), aggiudicataria dell'appalto (ribasso del 31,8405% per un importo contrattuale complessivo di 800.000 euro, compresi 24.000 euro per oneri di sicurezza).
Gli interventi dovranno essere eseguiti entro 365 giorni lavorativi dal verbale di consegna dei lavori su indicazioni e coordinamento dello staff tecnico del Settore Infrastrutture Stradali che ha elaborato il progetto, finanziato con fondi regionali destinati a Liberi Consorzi e Città metropolitane della Sicilia per interventi sulle strade di loro competenza.
La rete provinciale delle strade ex consortili ed ex regionali (un tempo di competenza della Regione Siciliana) è abbastanza estesa, seppur meno conosciuta dal grande pubblico, e di notevole importanza per i collegamenti ordinari e per le numerose attività imprenditoriali e agrozootecniche dislocate sul territorio. "Grazie all'impegno dello staff del Settore Infrastrutture Stradali è stato possibile progettare interventi per migliorarne le condizioni generali dopo anni di notevoli difficoltà per mancati o insufficienti trasferimenti di risorse finanziarie da parte di Stato e Regione", si legge nella nota di Libero Consorzio.
QDS
Guadagni fino a 20 mila euro all'anno? Ecco il nuovo bonus in busta paga da gennaio 2025-
Il trattamento integrativo di cui parliamo, a differenza dell'ex bonus Renzi, non ha un importo uguale per tutti: ecco cosa c'è da sapere
Ottime notizie per i lavoratori. Coloro che guadagnano, infatti, fino a 20.000 euro annui avranno diritto, a partire da gennaio 2025, a un nuovo bonus in busta paga. A prevederlo è la legge di Bilancio 2025, in sostituzione dello sgravio contributivo riconosciuto fino al 31 dicembre scorso con il quale entro un reddito di 25.000 euro (1.923 euro di stipendio mensile lordo) ha ridotto di 7 punti percentuali la quota di contributi a carico del lavoratore.
L'articolo 1 comma 4 della legge di Bilancio 2025 riconosce ai titolari di reddito da lavoro dipendente con un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro un nuovo trattamento integrativo, che si aggiunge a quello di 100 euro - ex bonus Renzi - pagato a chi ha un reddito che non supera i 15.000 euro, il cui valore è determinato in percentuale al reddito percepito.
A tal proposito, in busta paga dovrebbe essere indicato, nella parte centrale del cedolino dove sono indicate imposte e detrazioni delle stesse, come "trattamento integrativo ai sensi del comma 4, articolo 1, legge n. 207 del 30 dicembre 2024".
L'importo
Il trattamento integrativo di cui parliamo, a differenza dell'ex bonus Renzi, non ha un importo uguale per tutti in quanto è calcolato in percentuale sulla base dello stipendio percepito.
A tal proposito, vengono individuate tre diverse fasce:
quando il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro, quindi circa 653 euro lordi, il bonus spettante è pari al 7,1% dello stipendio;
quando il reddito di lavoro dipendente supera gli 8.500 euro ma non i 15.000 euro, 1.153 euro lordi mensili, la percentuale scende al 5,3%;
infine, sopra i 15.000 ma entro i 20.000 euro, 1.538,46 euro, la percentuale è del 4,8%.
A tal proposito, ecco una tabella che indica chiaramente quanto spetta di bonus a seconda dello stipendio percepito:
Stipendio mensile (lordo) Importo nuovo trattamento integrativo
400 28,40
500 35,50
600 42,60
700 48,85
800 54,15
900 59,45
1.000 64,75
1.100 70,05
1.200 75,12
1.300 79,92
1.400 84,72
1.500 89,52
Il bonus è esentasse
Il bonus è esentasse, quindi i valori indicati in tabella sono da considerare come netti. Attenzione però perché non significa che lo stipendio tra dicembre e gennaio aumenterà esattamente del suddetto importo. Come anticipato, infatti, bisogna tener conto che nel frattempo viene meno lo sgravio contributivo, con il nuovo bonus che quindi andrà semplicemente a compensare quanto si perde tornando a versare più contributi.
TELEACRAS
Manutenzione straordinaria viabilità interna ad opera della Provincia di Agrigento.
La Provincia di Agrigento effettuerà a breve nuovi interventi sulla viabilità interna. E' stato firmato infatti il contratto d'appalto con l'impresa aggiudicataria dei lavori di manutenzione straordinaria delle strade ex consortili ed ex regionali. Il contratto è stato sottoscritto dal segretario generale Pietro Amorosia, dal direttore del Settore infrastrutture stradali, Michelangelo Di Carlo, e dal legale rappresentante dell'impresa catanese Gresy Appalti srl, aggiudicataria dell'appalto con un ribasso del 31,84% per un importo contrattuale complessivo di 800.000 euro, compresi 24.000 euro per oneri di sicurezza. Gli interventi dovranno essere eseguiti entro 365 giorni lavorativi dal verbale di consegna dei lavori.
PMI.IT
Lavoratori disabili: Cassazione conferma diritto a smart working come accomodamento ragionevole
La sentenza 605/2025 tutela l'inclusione lavorativa dei disabili e indica il lavoro agile come opzione obbligatoria se compatibile con le esigenze aziendali.
La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 605 del 10 gennaio 2025, ha ribadito l'obbligo per i datori di lavoro di adottare misure ragionevoli per garantire un ambiente lavorativo inclusivo per i dipendenti con disabilità, sancendo che lo smart working può rappresentare una soluzione compatibile con i principi di inclusione e sostenibilità organizzativa.
Il pronunciamento della Cassazione stabilisce un principio giurisprudenziale fondamentale, che potrà guidare future controversie e rafforzare il diritto dei lavoratori disabili a un trattamento equo e non discriminatorio.
Il caso in questione riguardava un dipendente con disabilità visive che aveva denunciato la mancata adozione di accomodamenti ragionevoli, in violazione della normativa antidiscriminatoria italiana ed europea. In particolare, il lavoratore lamentava l'assenza di misure come l'assegnazione a una sede più vicina e la possibilità di lavorare da remoto.
Premesse normative e parere di Cassazione
La controversia ha coinvolto vari gradi di giudizio: il Tribunale di primo grado ha respinto la richiesta del lavoratore, ma la Corte d'Appello ha accolto il ricorso, stabilendo che il datore di lavoro non aveva rispettato l'obbligo di adottare accomodamenti ragionevoli previsti dall'art. 3, comma 3-bis, del Dlgs. n. 216/2003. La Corte di Cassazione ha infine confermato la sentenza d'appello, condannando l'azienda.
La decisione si fonda sul quadro normativo delineato dalla direttiva 2000/78/CE, recepita in Italia dal Dlgs. n. 216/2003, e rafforzato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Gli obblighi di accomodamento ragionevole
Questi testi impongono ai datori di lavoro di adottare misure ragionevoli per garantire condizioni di lavoro paritarie, salvo che tali misure comportino un onere sproporzionato. Nello specifico, la Corte ha sottolineato che:
Il diritto agli accomodamenti ragionevoli è vincolante e i datori di lavoro devono rimuovere le barriere che ostacolano l'inclusione dei lavoratori con disabilità.
Lo smart working può rappresentare un accomodamento ragionevole e nel caso esaminato, era stata dimostrata la fattibilità di tale soluzione, già sperimentata durante l'emergenza COVID-19.
La negoziazione non è imprescindibile e in assenza di accordi tra le parti, spetta al giudice individuare le soluzioni più adeguate.
La Cassazione ha però chiarito che il lavoratore deve dimostrare la disparità di trattamento subita e che il datore di lavoro deve provare che le proprie decisioni non siano discriminatorie.
ILSOLE24ORE
Pensioni, la «vecchiaia» può salire a 68 anni e 1 mese già nel 2040.
Le stime aggiornate della Ragioneria generale collocano, nel 2040, a 43 anni e 11 mesi gli «anticipi» degli uomini svincolati dall'età.Tredici mesi in più delle soglie pensionistiche attuali. Sono quelli che, con l'adeguamento dei requisiti all'aspettativa di vita, potrebbero servire nel 2040 per accedere alla pensione di vecchiaia e «all'anticipo» con i soli contributi versati, a prescindere dall'età.
Almeno sulla base delle stime aggiornate della Ragioneria generale dello Stato (modellate sullo "scenario demografico Istat - mediano base 2023") che, in attesa delle decisioni del governo e delle nuove "proiezioni" dell'Istituto nazionale di statistica, collocano, sempre nel 2040, a 68 anni e 1 mese, contro gli attuali 67, l'asticella per la "vecchiaia" e a 43 anni e 11 mesi di contribuzione per gli uomini - 42 anni e 11 mesi per le donne - quella per il pensionamento in anticipo svincolato dalla soglia anagrafica.
Raccomandato daWhat is Outbrain
Che è attualmente fissato, rispettivamente, a "42+10" e "41+10". Il tutto mentre la maggioranza e l'esecutivo stanno valutando se far scattare nel 2027, oppure "sterilizzare" (eventualmente con un decreto o una legge) , l'aggancio alla speranza di vita, che, secondo le ultime ipotesi della Ragioneria, dovrebbe far lievitare di tre mesi i requisiti ora previsti per questi due "canali".
Nel 2070 speranza di vita a 85,8 anni per gli uomini e 89,2 anni per le donne
Il recente aggiornamento del report della Rgs sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico tiene conto del «quadro macroeconomico sottostante al Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psbmt) 2025-2029 e delle revisioni statistiche ai conti economici nazionali rilasciate da Istat nel settembre 2024, nonché delle più recenti previsioni demografiche Istat formulate nell'ambito dello scenario di lungo periodo».
Previsioni che evidenziano l'andamento di alcuni "indicatori": il tasso di fecondità, che è leggermente crescente dall'1,20 del 2023 all'1,44 del 2070 (1,46 nel 2080); la speranza di vita al 2070, che raggiunge 85,8 anni per gli uomini e 89,2 anni per le donne (gli stessi valori al 2080 sono 86,1 per i maschi e 89,7 per le donne), con un incremento, rispettivamente, di 4,7 e 4 anni rispetto al 2023 (e di 5 anni e 4,5 anni se riferito al 2080); il flusso migratorio netto, che si attesta su un livello medio annuo di poco inferiore a 180mila unità (176mila se riferite al 2080), con un profilo decrescente fino al 2037 e poi sostanzialmente stabile.
L'adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita è di fatto "congelato" fino a tutto il 2026. Secondo le ultime stime della Ragioneria, nel 2027 la soglia di "vecchiaia" dovrebbe lievitare a 67 anni e tre mesi e quella per l'anticipo svincolato dal requisito anagrafico a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.
Per far scattare l'aggiornamento dei requisiti è comunque necessario un decreto del ministro dell'Economia, di concerto con quello del Lavoro. Ma questo aumento vede fermamente contraria la Lega e lascia più dubbiosi molti ambienti della maggioranza, che spingono per un una sua "sterilizzazione".
Che vede favorevole lo stesso ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Sempre Giorgetti ha fatto sapere che la decisione sarà in ogni caso "politica" e che non potrà arrivare prima del prossimo aggiornamento del "quadro Istat".
C'è anche chi sostiene, come il presidente di Itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, che l'adeguamento sia già di fatto "auto-sterilizzato" da un andamento demografico che nell'ultima fase sarebbe diverso da quello prospettato nello scorso autunno dall'Istat.
Nel 2067 in pensione a 70 anni
Le ultime previsioni della Ragioneria ipotizzano una soglia di "vecchiaia" a 67 anni e 5 mesi nel 2030, a 68 anni e 1 mese nel 2039 e nel 2040, per arrivare a 70 anni nel 2067 e, poi, a 70 anni e 8 mesi nel 2083 e nel 2084. Sostanzialmente allo stesso ritmo salirebbe il requisito per l'anticipo con i soli versamenti a prescindere dall'età: 43 anni e 3 mesi per gli uomini nel 2029 e 2030, 43 anni e 11 mesi nel 2039 e 2040, 46 anni nel 2069 e 46 anni e 6 mesi nel 2083 e 2084. In tutti i casi per le donne "l'anticipo" sarebbe accessibile con 12 mesi in meno degli uomini.
La corsa della spesa: tra il 2040 e il 2042 al 17,1% del Pil
Nel dossier aggiornato della Rgs si sottolinea anche che, sempre partendo dallo "scenario base", la spesa nei prossimi anni dovrebbe inesorabilmente continuare a crescere fino a raggiungere il 17,1% del Pil nel 2040, «mantenendosi su tale livello nel successivo biennio».
In questo periodo, fa ancora notare la Ragioneria, «l'andamento del rapporto tra spesa pensionistica e Pil è ascrivibile principalmente all'aumento del numero di pensioni rispetto a quello degli occupati, riconducibile all'ingresso in quiescenza delle generazioni del "baby boom", che viene solo in parte compensato dall'innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento e dall'effetto di contenimento degli importi pensionistici esercitato dalla graduale applicazione del sistema di calcolo contributivo sull'intera vita lavorativa».
LENTEPUBBLICA
La Corte Costituzionale dichiara inammissibile il Referendum sull'autonomia.
La Corte Costituzionale alla fine ha deciso: ha ritenuto inammissibile il referendum relativo all'autonomia differenziata mentre ha accolto gli altri cinque quesiti. Ecco tutti i dettagli.
Con due distinti comunicati del 20 gennaio 2025, l'Ufficio Comunicazione e Stampa della Corte costituzionale ha informato che i giudici della Consulta hanno dichiarato ammissibili 5 referendum (cittadinanza, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti), mentre è stato dichiarato inammissibile quello sull'autonomia differenziata, su cui maggiormente erano puntati i riflettori della politica e dell'opinione pubblica.
In attesa delle sentenze, che dovranno essere depositate entro il prossimo 10 febbraio, vediamo intanto le prime motivazioni che emergono dai comunicati rilasciati.
Per la Corte Costituzionale inammissibile il referendum sull'autonomia differenziata
Come si è detto, la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sulla legge n. 86 del 2024, come risultante dalla sua sentenza n. 192 del 2024, poiché «ha rilevato che l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari».
Dal riferimento alla sua recente pronuncia, pertanto, sembrerebbe evidente che il giudizio della Consulta si è formato nella considerazione che questa avesse già cancellato ampie parti del testo originario, dichiarandone ben quattordici punti incostituzionali (direttamente o in via consequenziale), nonché fornendo un'interpretazione costituzionalmente orientata di gran parte degli articoli restanti.
In precedenti articoli mi era già capitato di intravedere nella disomogeneità della legge l'unico, vero, rischio per l'ammissibilità del quesito. E non c'è dubbio che, dopo la sentenza del 3 dicembre, questa problematicità si fosse ulteriormente proiettata sulle spoglie del testo sopravvissuto alle censure della Corte.
Da qui il giudizio di inammissibilità poiché, hanno motivato i giudici, «ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore. Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull'autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull'art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale».
Via libera ad altri cinque referendum
Nella stessa seduta di ieri, invece, i giudici della Consulta hanno dato il via libera ad altri cinque referendum sottoposti a giudizio di ammissibilità: cittadinanza, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti.
Infatti, spiega il comunicato, questi quesiti «non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all'istituto referendario».
Sarà quindi sulle suddette tematiche che i cittadini e le cittadine italiane verranno chiamati alle urne.
Non appena ricevuta comunicazione del verdetto della Corte, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, procederà ad indire con decreto i Referendum, fissando la data di convocazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025.
LENTEPUBBLICA
Ricostruzione: le Province in audizione sul disegno di legge quadro.
Lattuca, "Includere strade e scuole provinciali tra i beni pubblici da ricostruire": il resoconto dell'audizione UPI alla Commissione Ambiente del Senato sul Disegno di Legge Quadro sulla ricostruzione.
"Consideriamo opportuna la definizione di una Legge quadro che assicuri al Paese, finalmente, un sistema strutturato e uniforme di norme per il coordinamento delle procedure e delle attività immediatamente successive alla chiusura dello 'stato di emergenza', per risolvere le difficoltà causata dalle disposizioni disomogenee, quando non espressamente in contrasto. Apprezziamo poi che il Parlamento, nel passaggio alla Camera dei Deputati, abbia accolto le richieste che avevamo avanzato come UPI, a partire dal coinvolgimento di UPI e delle Province nelle Cabine di coordinamento e nella Conferenza permanente. Restano aperte, però, alcune questioni per noi essenziali su cui chiediamo l'intervento del Senato. Non comprendiamo, infatti, perché si siano esclusi i beni pubblici di competenza delle Province, strade provinciali e scuole superiori, dall'elenco degli interventi su cui si prevede la ricostruzione pubblica".
Lo ha detto il rappresentante di UPI, Enzo Lattuca, Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, intervenendo in audizione alla Commissione Ambiente del Senato sul Disegno di Legge Quadro sulla ricostruzione.
"Questa omissione - ha spiegato Lattuca - è di fatto un passo indietro, considerato che proprio sulla ricostruzione delle strade provinciali, come è avvenuto nel caso dell'alluvione in Romagna, si chiede alle Province di concentrare gli interventi. Anche perché è proprio dalla ricostruzione immediata dei tratti di strada provinciale che discende la possibilità di ristabilire i collegamenti tra le comunità isolate".
Lattuca ha poi sottolineato la necessità che il Paese si doti, accanto a norme per la ricostruzione, di un nuova disciplina sulla pianificazione dei rischi che consenta di prevenire e ridurre gli impatti delle catastrofi e ha ricordato come "sebbene non rientri tra le funzioni assegnate, le Province hanno assunto nelle calamità un ruolo primario, sia nella fase di emergenza sia nel coordinamento delle rilevazioni dei danni sui beni pubblici, sia nel raccordo con gli altri enti interessati. Un ruolo che ci auguriamo che possa essere riconosciuto anche formalmente".