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rassegna stampa del 24 gennaio 2025

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Rinnovo contratto enti locali: nuovo stop di CGIL e UIL

Le organizzazioni sindacali Fp Cgil e Uil Fpl lanciano un nuovo grido d'allarme sulla situazione del personale degli enti locali e bloccano nuovamente l'intesa sul rinnovo del contratto.I sindacati evidenziano come le risorse stanziate per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024 siano del tutto insufficienti. Secondo i sindacati, le proposte avanzate dall'Aran non rispondono alle necessità concrete dei lavoratori, che operano in un settore caratterizzato da retribuzioni mediamente più basse rispetto ad altri comparti della Pubblica Amministrazione.Rinnovo contratto enti locali: nuovo stop di CGIL e UILNel corso dell'ultimo incontro i rappresentanti sindacali hanno ribadito l'impossibilità di sottoscrivere un accordo che non contempli un adeguato incremento dello stipendio tabellare. Tra le categorie maggiormente penalizzate figurano la Polizia Locale, il personale amministrativo, tecnico e demografico, gli educatori scolastici e gli assistenti sociali. La bozza del contratto non prevede misure di valorizzazione professionale adeguate, alimentando il senso di frustrazione in un comparto già gravato dalla carenza di personale e dalla scarsa attrattività salariale.I sindacati sottolineano inoltre che la proposta contrattuale non contempla soluzioni per le Province, recentemente sottoposte a importanti riforme, né per settori chiave come l'Avvocatura, le Camere di Commercio e i piccoli Comuni, che necessitano di risorse specifiche per garantire un servizio efficiente ai cittadini.Un sistema di incentivazione inesistenteFp Cgil e Uil Fpl denunciano anche l'assenza di un sistema di incentivi e incarichi che riconosca le specificità delle diverse professionalità. Il salario accessorio, infatti, rimane vincolato ai limiti imposti nel 2016, senza la possibilità di adeguamenti. Tale situazione rende il contratto proposto irricevibile per le sigle sindacali, che rifiutano di accettare soluzioni di compromesso insoddisfacenti.La trattativa si complica ulteriormente a causa dei tagli subiti dagli Enti locali negli ultimi anni, che hanno ridotto drasticamente la capacità di spesa. Nonostante un anticipo già erogato, gli aumenti effettivi risultano irrisori e non prevedono progressioni di carriera o l'introduzione dell'area di elevata qualificazione, elementi fondamentali per il riconoscimento delle competenze e dell'esperienza dei dipendenti.La posizione del Governo e le richieste sindacaliL'Aran ha ribadito la chiusura del Governo a un confronto sulle risorse, dimostrando una netta indisponibilità a individuare soluzioni concrete. Ciò ha suscitato perplessità tra i sindacati, che criticano l'atteggiamento di alcune sigle confederali favorevoli all'attuale impostazione, nonostante le carenze evidenti del contratto.Di fronte alla proposta di proseguire con tavoli tecnici per affrontare questioni normative, Fp Cgil e Uil Fpl accolgono l'opportunità di ulteriori confronti, ma ribadiscono che la priorità resta la dotazione di risorse economiche adeguate, senza le quali non sarà possibile giungere a un'intesa soddisfacente.Gli aumenti salariali: una risposta inadeguata all'inflazioneUno degli aspetti più contestati riguarda l'adeguamento retributivo, che si ferma a un incremento del 5,78%, a fronte di un'inflazione che nel triennio ha raggiunto il 16,5%. L'aumento effettivo risulta pertanto insufficiente per far fronte al crescente costo della vita, con effetti marginali sulle buste paga:Funzionari ed elevate qualificazioni: aumento lordo di 141,50 euro, con un incremento netto di circa 38,70 euro;Istruttori: aumento lordo di 130,41 euro, netto di circa 42,26 euro;Operatori esperti: aumento lordo di 116,03 euro, netto di circa 37,59 euro;Operatori: aumento lordo di 111,45 euro, netto di circa 36,09 euro.Le cifre dimostrano come gli incrementi proposti non siano in grado di garantire un miglioramento sostanziale delle condizioni economiche dei lavoratori delle Funzioni Locali.I sindacati ribadiscono la volontà di proseguire la mobilitazione, chiedendo al Governo un'inversione di rotta che restituisca dignità e prospettive ai dipendenti degli enti locali, riconoscendone il ruolo cruciale nel garantire servizi essenziali alla collettività.


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Piani di Protezione civile, nell'Agrigentino solo 10 comuni su 43 pronti in caso di emergenza

I dati nazionali aggiornati al settembre 2024 vedono la Sicilia come ultima regione d'Italia, ancora più drastica la situazione nell'Agrigentino. I sindaci spiegano che si sta procedendo all'aggiornamento come prevede la legge. AgrigentoNotizie Dossier ha fatto il punto sulla situazione e sui rischi per la popolazioneLa Sicilia ultima regione d'Italia in materia di piani comunali di protezione civile. Nell'Isola, su 391 comuni, soltanto 250, pari al 63,9%, sono dotati del piano di emergenza locale, uno strumento obbligatorio che, secondo quanto prevede la legge, va continuamente aggiornato. Nell'Agrigentino la situazione è ancora peggio. Questo è il quadro che emerge dai dati ufficiali della Protezione civile nazionale. AgrigentoNotizie Dossier ha fatto il punto della situazione ascoltando diversi sindaci. Cosa sono i piani comunali di protezione civile I piani comunali di protezione civile sono gli strumenti che supportano i sindaci, quali autorità competenti in materia, nel fronteggiare una qualsiasi calamità, dal rischio sismico a quello idrogeologico a seconda delle specificità e caratteristiche dei territori.


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Piani di Protezione civile, nell'Agrigentino solo 10 comuni su 43 pronti in caso di emergenza
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