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rassegna stampa del 31 gennaio 2025

GIORNALE DI SICILIA 

Si riapre la stagione dei concorsi, la Regione assumerà 1.348 fra dirigenti e impiegati.

È quanto previsto dal Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione per il triennio 2025-2027. Schifani: quest'anno 632 ingressi.
Saranno 1.348 i nuovi assunti nella Regione Siciliana, fra dirigenza e comparto, che dal 2025 al 2027 andranno a integrare le fila dell'organico dell'amministrazione, svuotato negli ultimi anni dai pensionamenti e dal blocco delle assunzioni. Di questi, 632 saranno assunti nell'anno in corso, 345 entro il 2026 e 371 nel 2027. È quanto previsto dal Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione della Regione per il triennio 2025-2027, approvato in giunta oggi pomeriggio (30 gennaio 2025).
«Quest'anno - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - prevediamo l'ingresso nell'amministrazione regionale di 632 nuovi assunti. Saranno in tutto quasi 1.400 entro il 2027 con i quali effettueremo un ricambio generazionale in grado di dare una vigorosa spinta alla macchina amministrativa: la maggior parte, infatti, sarà composta da amministrativi e tecnici, profili di cui la Regione è più carente. Il mio governo intende rinnovare l'organico puntando sulla meritocrazia attraverso nuovi concorsi per reclutare personale giovane e competente. Queste assunzioni sono il frutto dell'accordo che ho raggiunto con il governo nazionale alla fine del 2023 e grazie al quale si è sbloccato il turn over».
Nel dettaglio, per l'anno 2025 il Piano prevede il reclutamento di 140 dirigenti e 280 funzionari di vari profili (124 con nuovi concorsi e 156 per effetto di scorrimento di graduatorie di precedenti selezioni). A questi si aggiungono 12 procedure di stabilizzazione e, infine, il concorso per il potenziamento dei Centri regionali per l'impiego con l'assunzione di 200 funzionari con vari profili. Sempre quest'anno, con l'entrata in vigore del nuovo Contratto di lavoro, saranno effettuate, inoltre, oltre 800 "progressioni verticali in deroga".
Per il 2026, invece, è previsto il reclutamento di 35 dirigenti, mentre per il comparto si prevede l'assunzione di 300 dipendenti con vari profili reclutati tramite nuovi concorsi, 2 stabilizzazioni e 8 assunzioni obbligatorie. Saranno 118 le progressioni tra le categorie. Nel 2027 previste 79 assunzioni di dirigenti con un nuovo bando, 290 nel comparto di cui 90 funzionari e 200 assistenti (ex istruttori) e 2 assunzioni obbligatorie. Saranno effettuate, infine, altre 100 progressioni fra categorie.


LA SICILIA

Dall'Europa alle ex province, la versione di Ruggero Razza: «Noi a favore dell'elezione diretta»

In collegamento dal Parlamento Ue, l'esponente catanese di Fratelli d'Italia risponde su alcune tematiche internazionali, come il ruolo della Sicilia e dell'Italia nel Mediterraneo, affrontando anche questioni locali.
Dalla "settimana europea", al decreto Caivano, passando per la strategia - sempre più europea - di darà nuova centralità al ruolo dell'Italia nel Mediterraneo. Sono alcuni dei temi trattati da Ruggero Razza questa mattina in una intervista dal Parlamento europeo.
L'occasione era quella di testare, in anteprima con "La Sicilia", il nuovo centro media a disposizione dei deputati che permette una regia in diretta, e l'esponente di Fratelli d'Italia, già assessore regionale alla Salute e vicepresidente della provincia, ha poi affrontato il tema del voto alle ex province: «Per la nostra storia - ha affermato - è illogico dire che Fratelli d'Italia sia contro l'elezione diretta in Sicilia: come già detto dalla Corte Costituzionale non si può fare con una norma regionale», ha detto.
Spazio, in tema di "Mediterraneo", anche alla difesa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, destinataria pochi giorni fa insieme ad altri esponenti del governo di un avviso di iscrizione nelle notizie di reato. «Da avvocato penalista - dice Razza - non è stato di certo un atto dovuto».



GIORNALE DI SICILIA

L'Ars vota la legge per vietare gli smartphone ai bambini, ma deciderà Roma.

La Sicilia dice no ai cellulari in mano ai bambini. È stata approvata dall'Ars la legge voto targata M5S che mira a vietare i telefonini e le apparecchiature digitali ai bambini fino a cinque anni e a limitarne fortemente l'utilizzo nella seconda e terza infanzia e in età adolescenziale. Il disco verde è scattato ieri a sala d'Ercole, dove è stato approvato in maniera bipartisan e unanime l'intero articolato (manca solo il voto finale). Lo stop comunque non sarà immediato, perché la legge che porta la firma del deputato-pediatra Cinque Stelle Carlo Gilistro dovrà sbarcare a Roma e avere il via libera del Parlamento nazionale prima che diventi operativa.
«Ormai - dice Gilistro - dovunque si sta prendendo coscienza che le apparecchiature digitali sono fondamentali, ma vanno usate con enorme cautela, specie da parte dei più piccoli. I danni possono essere irreparabili e i genitori devono saperlo: gli smartphone che a cuor leggero consegnano ai propri bambini per tenerli buoni non sono innocui giocattoli, tutt'altro. Si rischia veramente la catastrofe».
Divieto assoluto nei primi 5 anni di vita
La legge prevede il divieto dell'utilizzo «dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame» nei primi cinque anni di vita e un uso limitato dai sei anni in su e, comunque, sotto la supervisione di un adulto. Il divieto di utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni all'interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche. La legge prevede inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri della Salute e dell'Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori sui possibili danni derivanti dall'uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali. Per le violazioni sono previste sanzioni da 150 a 500 euro.
«Siamo consapevoli - dice Gilistro - che un divieto del genere è difficile da far rispettare e quindi da sanzionare: ma la legge vuole essere soprattutto un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori, che molto spesso scambiano un cellulare per un babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che rischiano di minare per sempre la loro salute psico-fisica. Se fossero informati dei pericoli cui vanno incontro si guarderebbero bene dal farlo».
I pericolosi e potenziali contraccolpi dell'uso smodato delle apparecchiature digitali in tenera età sono tantissimi. «Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti - dice Gilistro - sono tra i più comuni, ma anche disturbi del sonno, alterazioni dell'umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali. Da non dimenticare tra le possibili devastanti conseguenze anche il cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario (il fenomeno degli hikikomori) fino a causare suicidi».
Ora la palla passa a Roma
Dopo il sì finale dell'Ars, la palla passerà a Roma, al Parlamento nazionale. «Faremo di tutto - dice Gilistro - affinché la legge non finisca in un binario morto e i presupposti ci sono tutti. Il consenso alla legge qui è stato bipartisan e tutti cercheremo di sensibilizzare i colleghi romani alla sua approvazione. Intanto ringrazio tutti i colleghi parlamentari di ogni colore politico per la sensibilità dimostrata verso un fenomeno che nessuno può ormai ignorare».


GIORNALE DI SICILIA 

Raccolta differenziata, in Sicilia 303 comuni su 391 superano il 65%

«I dati diffusi recentemente dal rapporto di Legambiente sui rifiuti mostrano un quadro positivo per la raccolta differenziata: in Sicilia, infatti, 303 comuni su 391 superano il 65%. Aumentare tale percentuale rappresenta un obiettivo ancora più complesso per i comuni interessati che necessita sicuramente di ulteriori sforzi. E proprio per stimolare nuove azioni in tal senso abbiamo organizzato il webinar di oggi, che illustrerà anche alcune buone pratiche collegate ad altri modelli di raccolta differenziata». Lo ha detto Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell'Anci Sicilia, che questa mattina ha introdotto i lavori del webinar «Raccolta differenziata di qualità: strategie e comunicazione per i comuni più efficienti».
È stato poi il presidente dell'associazione dei comuni siciliani, Paolo Amenta , a prendere la parola spiegando che «sebbene nella nostra Isola molti comuni abbiano raggiunto risultati importanti, questo da solo non basta. Bisogna, infatti, migliorare la qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato con l'obiettivo di perfezionare ulteriormente la gestione della filiera dei rifiuti urbani su tutto il territorio».



BLOGSICILIA

Varato il piano delle assunzioni alla Regione, 1400 posti entro il 2027, 632 assunti già quest'anno.

La Regione siciliana assume e lo fa a partire da subito con i primi 632 nuovi assunti nell'anno in corso. E' stato varato dalla giunta il piano delle nuove assunzioni. Saranno 1.348 i nuovi assunti fra dirigenza e comparto nel triennio. Le assunzioni scattano già da quest'anno e si completeranno entro il 2027. I quasi 1400 nuovi ingressi andranno a integrare le fila dell'organico dell'Amministrazione, svuotato negli ultimi anni dai pensionamenti e dal blocco delle assunzioni.
I nuovi assunti, ruolo per ruolo
Di questi nuovi assunti, 632 saranno reclutati e inseriti in organico nell'anno in corso, 345 entro il 2026 e 371 nel 2027. È quanto previsto dal Piao ovvero il Piano integrato di attività e organizzazione della Regione per il triennio 2025-2027, approvato in giunta oggi pomeriggio.
Nel dettaglio, per l'anno 2025 il Piano prevede il reclutamento di 140 dirigenti e 280 funzionari di vari profili (124 con nuovi concorsi e 156 per effetto di scorrimento di graduatorie di precedenti selezioni).
Le stabilizzazione 2025
A questi si aggiungono 12 procedure di stabilizzazione e, infine, il concorso per il potenziamento dei Centri regionali per l'impiego con l'assunzione di 200 funzionari con vari profili. Sempre quest'anno, con l'entrata in vigore del nuovo Contratto di lavoro, saranno effettuate, inoltre, oltre 800 "progressioni verticali in deroga".
Le assunzioni nel 2026 e nel 2027
Per il 2026, invece, è previsto il reclutamento di 35 dirigenti, mentre per il comparto si prevede l'assunzione di 300 dipendenti con vari profili reclutati tramite nuovi concorsi, 2 stabilizzazioni e 8 assunzioni obbligatorie. Saranno 118 le progressioni tra le categorie.
Nel 2027 previste 79 assunzioni di dirigenti con un nuovo bando, 290 nel comparto di cui 90 funzionari e 200 assistenti (ex istruttori) e 2 assunzioni obbligatorie. Saranno effettuate, infine, altre 100 progressioni fra categorie.
Schifani sul nuovo piano
"Quest'anno - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - prevediamo l'ingresso nell'Amministrazione regionale di 632 nuovi assunti. Saranno in tutto quasi 1.400 entro il 2027 con i quali effettueremo un ricambio generazionale in grado di dare una vigorosa spinta alla macchina amministrativa: la maggior parte, infatti, sarà composta da amministrativi e tecnici, profili di cui la Regione è più carente. Il mio governo intende rinnovare l'organico puntando sulla meritocrazia attraverso nuovi concorsi per reclutare personale giovane e competente. Queste assunzioni sono il frutto dell'accordo che ho raggiunto con il governo nazionale alla fine del 2023 e grazie al quale si è sbloccato il turn over".


LENTEPUBBLICA

Arriva la proroga dell'approvazione del PIAO 2025 per gli enti locali.


Gli enti locali avranno più tempo per approvare il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO) e la relativa sottosezione sui rischi corruttivi e la trasparenza.
Il Piano assicura la qualità e la trasparenza dell'attività amministrativa e migliorerà la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione dei processi anche in materia di diritto di accesso, nel rispetto del d.lgs. 150/2009 e della legge 190/2012.
Nello specifico si tratta di un documento di programmazione unico che accorperà, tra gli altri, i piani della performance, del lavoro agile, della parità di genere, dell'anticorruzione.
Il termine di scadenza per la compilazione, inizialmente fissato al 31 gennaio, è stato prorogato esclusivamente per il comparto degli enti locali.
Proroga approvazione del PIAO 2025 per gli enti locali
La decisione è stata ufficializzata dal Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), Giuseppe Busia, attraverso un comunicato del 30 gennaio 2025.
Gli enti locali avranno pertanto tempo fino al 30 marzo 2025 per approvare il Piano integrato di attività e organizzazione  e la relativa sottosezione sui rischi corruttivi e la trasparenza.
Il rinvio tiene conto dello slittamento al 28 febbraio 2025 della scadenza per l'approvazione del bilancio di previsione 2025-2027, stabilito dal Ministero dell'Interno con decreto del 24 dicembre 2024.
Per le restanti amministrazioni ed enti obbligati ad adottare il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e la trasparenza (Ptpct), il termine resta confermato al 31 gennaio 2025. L'Anac ha inoltre ricordato che tutti gli organismi soggetti all'adozione del Piao devono includere nel documento anche la programmazione delle misure anticorruzione e di trasparenza.
Infine, per le amministrazioni e gli enti con meno di 50 dipendenti, rimane la possibilità di confermare il Piano già adottato negli anni precedenti, previa una delibera motivata dell'organo di indirizzo. Tuttavia, è obbligatorio procedere a una nuova pianificazione almeno ogni tre anni, come previsto dalla normativa vigente.



LENTEPUBBLICA

Ferie solidali nel Pubblico impiego: ecco cosa sono e come funzionano.

Esiste la facoltà per i dipendenti statali di cessione di giorni di ferie ad altri colleghi per vari motivi: approfondiamo l'argomento con un focus dedicato alle ferie solidali nel Pubblico impiego.
Nel mondo del lavoro si sente spesso parlare di dipendenti che scelgono di cedere parte delle proprie ferie ad altri colleghi in difficoltà, in particolare per affrontare situazioni familiari delicate. Questo istituto, noto come "ferie solidali", ha acquisito una crescente rilevanza, specialmente nel settore pubblico, dove la normativa ne disciplina le modalità di applicazione.
L'attenzione verso questa pratica è aumentata soprattutto durante la pandemia, quando numerosi lavoratori hanno donato le proprie ferie a colleghi con figli affetti da Covid-19. Ma in cosa consiste esattamente la cessione delle ferie?  Chi può beneficiarne e quali sono le condizioni per la sua attuazione?
In questo approfondimento, esamineremo nel dettaglio il quadro normativo e le implicazioni pratiche delle ferie solidali nel pubblico impiego.
Indice dei contenuti
Cosa sono le ferie solidali nel pubblico impiego
Il quadro normativo: la disciplina delle ferie solidali
Come funzionano le ferie solidali nella pratica
Vantaggi e criticità delle ferie solidali nel pubblico impiego
Considerazioni finali sulla materia
Cosa sono le ferie solidali nel pubblico impiego
Le ferie solidali rappresentano la possibilità per un dipendente di trasferire parte delle proprie ferie a un collega che ne ha bisogno, senza alcuna contropartita economica. Questa opportunità è pensata per i lavoratori che devono prendersi cura di figli minori affetti da gravi patologie e che necessitano di un'assistenza continua.
Affinché la cessione delle ferie possa avvenire, devono essere rispettati alcuni requisiti fondamentali:
Parità di rapporto di lavoro: la donazione può avvenire solo tra dipendenti che hanno lo stesso tipo di contratto e lavorano per il medesimo datore di lavoro.
Gratuità della cessione: il passaggio delle ferie da un dipendente all'altro non deve comportare alcun compenso o vantaggio economico.
Motivazione specifica: le ferie possono essere donate esclusivamente a colleghi con figli minori che necessitano di cure costanti per motivi di salute.
Questa misura si inserisce in un contesto di solidarietà tra lavoratori e offre un supporto concreto a chi si trova in situazioni di difficoltà familiare.
Il quadro normativo: la disciplina delle ferie solidali
Le ferie solidali sono state introdotte nell'ordinamento italiano con il Jobs Act, più precisamente con l'articolo 24 del Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151. Tale normativa stabilisce il diritto dei lavoratori a cedere volontariamente ferie e riposi maturati a favore di colleghi che necessitano di tempo aggiuntivo per assistere i figli malati.
Il testo della norma recita:
"Fermi restando i diritti di cui al D. Lgs. 8 aprile 2003, n. 66, i lavoratori possono cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, al fine di consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti, nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicabili al rapporto di lavoro".
La normativa stabilisce che i dettagli operativi della misura siano definiti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che fissano le regole per la cessione delle ferie, tra cui la durata massima e le modalità di richiesta.
Come funzionano le ferie solidali nella pratica
La cessione delle ferie solidali segue un iter ben preciso, regolato sia dalla normativa generale sia dalle disposizioni specifiche contenute nei CCNL del settore pubblico. Per comprendere meglio il meccanismo di funzionamento, possiamo suddividerlo in alcune fasi chiave:
Richiesta del lavoratore beneficiario: il dipendente che necessita di ferie solidali deve presentare una richiesta formale al proprio datore di lavoro, specificando le motivazioni e documentando la situazione familiare che richiede l'assistenza.
Verifica dei requisiti: l'amministrazione o l'ente pubblico verifica che il lavoratore abbia diritto a usufruire delle ferie solidali e che vi siano colleghi disponibili a cedere giorni di riposo.
Disponibilità dei donatori: i colleghi che intendono cedere ferie devono esprimere la propria volontà in forma scritta, indicando il numero di giorni che desiderano donare.
Approvazione della cessione: una volta verificati tutti i requisiti, il datore di lavoro autorizza il trasferimento delle ferie dal donatore al beneficiario.
Utilizzo delle ferie solidali: il lavoratore beneficiario potrà usufruire dei giorni di riposo ricevuti secondo le modalità stabilite.
Un aspetto fondamentale riguarda la tipologia di ferie che possono essere cedute: per legge, solo le ferie eccedenti il minimo garantito possono essere trasferite. Il Decreto legislativo n. 66/2003 stabilisce infatti che ogni lavoratore ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie annuali, che non possono essere cedute in alcun caso. Soltanto i giorni di ferie aggiuntivi, maturati in base al contratto di lavoro, possono essere donati.
Vantaggi e criticità delle ferie solidali nel pubblico impiego
L'istituto delle ferie solidali offre numerosi vantaggi, sia per i dipendenti che per l'amministrazione pubblica. Da un lato, permette ai lavoratori di ricevere supporto concreto dai colleghi in momenti di difficoltà, garantendo maggiore flessibilità nella gestione della vita familiare. Dall'altro, contribuisce a creare un ambiente di lavoro più coeso e solidale, rafforzando il senso di comunità tra i dipendenti.
Tuttavia, vi sono anche alcune criticità da considerare:
Limitazioni normative: il beneficio è riservato esclusivamente a chi ha figli minori con gravi problemi di salute, escludendo altre situazioni di necessità familiare.
Disparità tra lavoratori: non tutti i dipendenti dispongono di ferie aggiuntive da poter cedere, il che potrebbe generare disuguaglianze nell'accesso a questo strumento.
Dipendenza dalla contrattazione collettiva: se il CCNL applicabile non prevede esplicitamente la cessione delle ferie, l'istituto non è utilizzabile, rendendo necessaria una maggiore uniformità normativa.
Considerazioni finali sulla materia
Le ferie solidali rappresentano un importante strumento di supporto ai lavoratori del settore pubblico, consentendo loro di affrontare situazioni familiari difficili grazie alla solidarietà tra colleghi. Nonostante alcune limitazioni, questa misura contribuisce a migliorare il benessere lavorativo e a promuovere una cultura di condivisione all'interno delle amministrazioni pubbliche.
Per ampliare l'efficacia dell'istituto, sarebbe auspicabile un aggiornamento normativo che permetta una maggiore flessibilità nell'uso delle ferie solidali, includendo altre casistiche di necessità familiare. Inoltre, una maggiore sensibilizzazione su questa opportunità potrebbe incentivare i lavoratori a fare un uso più diffuso e consapevole di questo strumento di solidarietà.



LENTEPUBBLICA

Anticorruzione, parte la nuova piattaforma per il PIAO dei piccoli Comuni del Sud.

Una nuova piattaforma, pensata per agevolare i piccoli Comuni del Sud nella predisposizione del PIAO, è stato resa disponibile dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
La piattaforma, operativa dal 28 gennaio, è destinata agli enti con meno di 5.000 abitanti nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Un supporto per la trasparenza amministrativa
L'iniziativa rientra nel Programma Nazionale "Sicurezza per la legalità" 2021-2027 ed è finalizzata alla predisposizione della sezione "Rischi corruttivi e trasparenza" del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO). Questo strumento informatico consente di uniformare le procedure amministrative, migliorando il monitoraggio delle strategie adottate per contrastare la corruzione.
A chi è rivolta la nuova piattaforma per il PIAO dei piccoli Comuni del Sud
L'accesso al servizio è riservato ai Responsabili per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (RPCT) dei Comuni coinvolti. Per usufruirne, gli utenti devono registrarsi sulla sezione "Registrazione e Profilazione Utenti" del portale ANAC, seguendo le istruzioni specificate nel manuale dedicato.
Dopo la convalida del profilo, che richiede circa 48 ore, gli utenti possono consultare l'elenco aggiornato degli RPCT registrati e accedere alla piattaforma.
Obiettivi e vantaggi della nuova tecnologia
L'introduzione di questo sistema digitale risponde a diverse necessità amministrative, tra cui:
assistere i responsabili degli enti nella definizione delle strategie di prevenzione;
supportare i Comuni con limitate risorse economiche e professionali nella gestione della trasparenza;
promuovere una maggiore consapevolezza sulle pratiche anticorruzione;
e raccogliere dati utili per valutare l'efficacia delle misure adottate.
La sperimentazione e il contributo dei Comuni pilota
Lo sviluppo della piattaforma ha beneficiato del coinvolgimento di 70 Comuni pilota, che hanno fornito suggerimenti per ottimizzare il sistema. Questa fase sperimentale ha permesso di migliorare l'usabilità dell'applicativo e di adattarlo alle esigenze specifiche degli enti locali.
Assistenza e contatti
Per ulteriori informazioni e supporto tecnico, gli utenti possono consultare il manuale utente disponibile sulla piattaforma o contattare il Contact Center dell'ANAC al numero +39 06 62289571. In alternativa, è possibile inoltrare richieste attraverso un modulo online disponibile sul sito ufficiale.
L'iniziativa rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficace e trasparente della prevenzione della corruzione, fornendo agli enti locali strumenti concreti per rafforzare la legalità nella pubblica amministrazione.


































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