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rassegna stampa dall'1 al 3 febbraio 2025

grandangoloagrigento.it

Agrigento2025, la presidente Cucinotta: "Macchina organizzativa è molto indietro"Il nuovo presidente della Fondazione ha descritto la situazione attuale annunciando un incontro con il governatore Schifani lunedì pomeriggio.

L'ex prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, si è insediata alla guida della Fondazione Agrigento 2025, l'Ente che dovrà gestire tutti gli eventi che ruotano intorno a Capitale italiana della cultura.La nuova presidente, che ha preso il posto del dimissionario Giacomo Minio, in un'intervista a Tgr Regione ha fatto il punto della situazione: "Da un punto di vista culturale il programma è ben avviato ma ci sono ancora molti approfondimenti da fare e cose da concretizzare. La macchina organizzativa, da un punto di vista amministrativo e burocratico, è invece molto indietro. Non ho trovato una sede, stiamo valutando quelle che ci hanno proposto il Comune e il Libero Consorzio."La presidente Cucinotta annuncia un incontro fissato nel pomeriggio di lunedì dal governatore Renato Schifani: "Faremo il punto su parcheggi, treni, navette. Tutte attività che devono funzionare". Sia l'ex prefetto che il presidente della Regione chiedono un cambiano di passo nella gestione di Agrigento2025: "È una carta troppo importante da giocarci ed è una scommessa che non possiamo perdere."


AGRIGENTONOTIZIE 

Capitale della cultura 2025, Schifani pronto alla fase 2: riunione operativa a Palermo per dare risposte concrete.

Al netto del programma, che è "consolidato", l'idea del governo regionale è di iniziare a fornire la città di servizi e intervenire sul decoro per recuperare "il tempo perso"
Tutti chiamati, ancora una volta, a raccolta dal presidente della Regione per affrontare Capitale della cultura 2025 e soprattutto iniziare a mettere in campo interventi infrastrutturali e destinati al decoro urbano.
Si terrà domani pomeriggio a Palermo un incontro al quale parteciperà oltre al governatore Renato Schifani anche la giunta comunale di Agrigento, il neo presidente della Fondazione Agrigento 2025 Maria Teresa Cucinotta e il direttore del Parco Roberto Sciarratta.
E' probabile che il presidente della Regione voglia avere rassicurazioni non solo sulla piena operatività della Fondazione, ma soprattutto sull'applicazione del programma e sull'avvio di interventi infrastrutturali e che riguardino i servizi offerti ai cittadini e ai futuri possibili turisti.
Si tratta a tutti gli effetti, l'ennesima dimostrazione della volontà di Palermo di governare i fenomeni e la pochissima fiducia verso la macchina operativa agrigentina nella gestione non solo degli eventi ma soprattutto dell'utilizzo delle risorse economiche che la Regione ha destinato a Capitale della cultura e che saranno gestiti - come i 4 milioni già spesi - da una cabina di regia centrale.
La questione, tra l'altro, potrebbe diventare anche politica e influire sugli equilibri all'interno della giunta di Franco Micciché, dato che Schifani non ha mai nascosto la propria sfiducia verso l'esecutivo agrigentino in cui è rappresentato, comunque, gran parte del centrodestra. 




LA SICILIAWEB

Ex Province, Schifani risponde a Razza: «Non condivido le sue parole, nessun sotterfugio»

Il presidente della Regione risponde alle dichiarazioni dell'esponente di FdI rilasciate ieri al nostro giornale.
L'onorevole Razza è molto impegnato nella politica europea e posso comprenderlo, ma non mi sento di condividere la sua dichiarazione». Così il presidente della Regione Renato Schifani, stamani a Messina, sollecitato dai giornalisti in merito alla riforma sulle elezioni delle ex Province dopo le dichiarazioni di ieri dell'europarlamentare di Fratelli d'Italia.
«Non c'è stato nessun sotterfugio - prosegue Schifani -, vi sono state consultazioni di alto livello e sono state tenute correttamente riservate, nessuno voleva fare qualcosa di nascosto o utilizzare un sotterfugio su una riforma così sostanziale. Un dato è certo, c'è stata una battuta di arresto. Ormai bisogna proseguire con l'attuazione della legge Delrio, modello che non ho mai condiviso e che non condividono neanche i cittadini perché i territori sono abbandonati. Un sindaco della Città metropolitana non può dedicarsi a un territorio così delicato. Mi dispiace che la Camera non si sia potuta pronunciare sull'elezione diretta in Sicilia, visto che meno di un mese fa lo aveva già fatto per l'elezione diretta della Provincia in Friuli Venezia Giulia. Se si fosse data la possibilità alla Camera di votare, ritengo scontato che il voto sarebbe stato analogamente favorevole».
Razza, in un video dal Parlamento europeo registrato con la nostra redazione, aveva dichiarato: «Quando si dice che FdI è contraria al ritorno alla elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali si dice una grande bugia, proprio perché siamo stati noi i protagonisti, dal 2017 in poi, di azioni parlamentari per provare a smontare la Legge Delrio». E proseguiva: «Durante la legislatura guidata da Rosario Crocetta - ha ricordato l'esponente di Fratelli d'Italia - la Sicilia ha provato a recepire due volte la Delrio ed il governo Gentiloni ha impugnato la legge siciliana di modifica proposta dal Centrodestra che prevedeva l'elezione di secondo livello per il consiglio provinciale e quella diretta del presidente, poi si è pronunciata la Corte Costituzionale e io ho fatto parte del governo regionale che ha provato a resistere. In questi mesi - ha aggiunto Razza - si è data la sensazione che potesse intervenire l'Ars che invece non può farlo proprio perché la Corte costituzionale ha detto che la riforma del titolo V è intervenuta sulla Costituzione. Tuttavia oggi il ministero dell'Interno sta lavorando a una norma nazionale per il superamento della Delrio. Penso che, salvo imprevisti che al momento non vedo, bisognerà seguire la legge attuale e andare alle elezioni di secondo livello, ma poi serenamente possiamo attendere che un altro tassello del programma del presidente Meloni si realizzi con la modifica della legge Delrio con una norma di cornice a valenza nazionale. Il resto sono scaramucce locali - ha concluso Razza - il tentativo molto siciliano di dire andiamo a Roma e cerchiamo un amico buono che ci aiuta a trovare un escamotage per risolvere una situazione che giuridicamente è molto chiara. Penso che bisogna restituire le province al loro ruolo naturale, di essere interfaccia tra i comuni e la Regione, magari riempiendole di qualche competenza in più e dando un senso al diritto dei cittadini di scegliere da chi sono amministrati».


ITACANOTIZIE

Ex province, Roma boccia Palermo. Forse non si vota.

Neppure le più riuscite sceneggiate riuscirebbero a rappresentare quello che sta accadendo intorno alle elezioni (?) provinciali in Sicilia. Da Roma arriva un ulteriore stop alle elezioni dirette delle province in Sicilia. L'emendamento per l'elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali, perfezionato dal governo nazionale d'intesa con il governatore Renato Schifani, è stato stoppato a Roma. Le nove province siciliane dovranno andare al voto con elezioni di secondo livello come accaduto in tutto il Paese dopo la riforma introdotta dalla legge Del Rio che avrebbe come elettorato attivo e passivo soltanto i sindaci e i consiglieri comunali delle varie province.
A proposito di primi cittadini anche loro con insistenza chiedono un intervento affinché gli enti intermedi cessino l'era dei commissariamenti. Anthony Barbagallo del Partito Democratico, che è pure deputato alla Camera, ha aggiunto: "Questo è un gioco sfiancante sulla pelle dei siciliani, una vera presa in giro. Il centrodestra continua a promettere l'elezione diretta ma poi lo stesso centrodestra a Roma, prima impugna il testo davanti la Corte Costituzionale e poi, tramite la presidenza della commissione Bilancio alla Camera, dichiara inammissibili gli emendamenti proposti dopo un accordo interno tra i partiti di maggioranza che è la stessa a Roma come a Palermo. Ora basta, Schifani - conclude - ne prenda atto e indica immediatamente le elezioni di secondo grado". La proposta modificativa che prevedeva in Sicilia il ritorno al voto con la chiamata alle urne dei cittadini, contenuta nel "decreto emergenze", è stata dunque dichiarata inammissibile.
Vogliamo riportare i nomi dei deputati che hanno presentato l'emendamento e che se lo sono visti bocciare dai loro colleghi di maggioranza: Anastasio Carrà, Valeria Sudano, Nino Minardo (Lega); Lorenzo Cesa (UdC); Tommaso Calderone, Roberto Pella (Forza Italia); Francesco Gallo (Sud chiama Nord); Saverio Romano (Noi Moderati), Carolina Varchi (Fratelli d'Italia), i quali comunque hanno manifestato la volontà di presentare un ricorso interno. In pratica questo significa che se verrà accolto il testo proseguirà il suo iter. Il tempo non depone a favore dell'elezione diretta, tutto dovrebbe essere approvato entro il termine massimo di 30 giorni, quindi indizione dei comizi ed elezioni in primavera. I deputati e quello che rimane dei partiti in Sicilia si stanno però già organizzando per le elezioni di secondo livello, comprendendo che non ci sono né tempi né volontà per tornare alle elezioni dirette.


blogsicilia.it

Centrodestra siciliano granitico non si spaccherà sulle province", Carolina Varchi difende la scelte FdI

Dalla Zes unica per tutto il meridione d'Italia alla decontribuzione Sud compressa nell'ultima finanziaria ma passando per il decreto Caivano Bis. Sono tanti i provvedimenti assunti al governo meloni nei primi due anni al suo insediamento che guardano al Mezzogiorno d'Italia ma spesso questi provvedimenti hanno sollevato più dubbi e polemiche che consensi. Ma il governo Meloni è fortemente convinto che si tratti di azioni di promozione del sud e difende a spada tratta questi provvedimenti.Ma oltre ai provvedimenti del governo con Carolina Varchi, ex vice sindaco di Palermo, che ha lavorato per mettere a posto i conti di una città che era sull'orlo del dissesto, esponente di punta di FdI e segretario alla Camera, BlogSicilia ha voluto affrontare il tema della riforma delle province che agita il centrodestra da mesi.Varchi, ospite degli studi di TalkSicilia, lo aveva annunciato chiaramente che la deroga per l'elezione diretta in Sicilia non sarebbe arrivata, come poi è stato. La riforma si farà ma solo guardando ad un ambit nazionale. il paese dovrà procedere insieme e non a pezziNiente riforma per le province fino al 2026"Secondo me la strada è molto stretta e non può che passare da una norma nazionale - dice a BlogSicilia Carolina Varchi - il mio auspicio che so essere largamente se non unanimemente condiviso all'inerno del mio partito è che questa strada possa essere rappresentata da un testo organico magari all'interno di una riforma degli enti locali che disciplini nuovamente l'elezione diretta delle province"Dunque niente deroga perché la sicilia legiferi con i proprio poteri speciali scavalcando la delrio che attualmente resta in vigore. Ma questo rappresenta un problema, un rischio per la tenuta della maggioranza in Sicilia dove l'elezione di secondo livello potrebbe dilaniare i partiti e creare condizioni per alleanze anomale.Un rischio percepito dai centristi della coalizioni, un allarme lanciato con forza anche da Totò Cuffaro ma che viene sentito anche da Noi Moderati, Autonomisti, e perfino da Forza Italia e Lega ma che per l'esponente di FdI non c'è "Io il centrodestra in Sicilia lo vedo molto compatto, lo vedo granitico intorno alla figura del Presidente Schifani, vedo una assemblea guidata dla nostrab gaetano galvagno in grado di approvare leggi con una certa celerità e compattezza quindi nmon vedo problemi nenahce in occasione delle elezioni per le province. FdI vuole la riforma e l'ha messa nel programma ma deve avvenire nell'ambito di un disegno di legge organico"



AGRIGENTONOTIZIE

Strutture ricettive, sei bed & breakfast chiusi in un solo mese in provincia.

Le richieste di cessazione sono giunte al Libero consorzio di Agrigento, ente che si occupa della gestione anche del settore turistico
L'anno della Capitale della cultura si apre con un segnale non positivo sul fronte della ricettività turistica. Stando ai dati disponibili sull'Albo pretorio del Libero consorzio di Agrigento a firma del settore 5, Territori, ambiente, turismo, attività economiche e produttive, infatti, sono ben 6 le comunicazioni di sospensione di altrettanti bed and breakfast presenti nell'Agrigentino.
Tutte provengono dagli uffici dei relativi comuni che ospitano le strutture. Si tratta dei centri di Agrigento, Realmonte, Licata, Palma di Montechiaro e Porto Empedocle.
Chiaramente non è indicato il motivo della chiusura: potrebbe trattarsi di problemi economici, certo, ma anche soltanto di una scelta imprenditoriale dei gestori o un problema di natura personale.


ILSOLE24ORE

Manovra 2025, dopo un mese approvati 3 provvedimenti attuativi su 110. Quindici già in ritardo.

Tra le misure che erano attese entro il 31 gennaio, probabilmente quella che più interessa i cittadini è il bonus mamme.
La Manovra 2025 è stata approvata il 28 dicembre scorso, ma dei 110 provvedimenti attuativi previsti, necessari affinché la legge di Bilancio dispieghi in toto i suoi effetti, solo tre ne sono stati già approvati. Senza contare che tra quelli che mancano ancora all'appello, 15 sono già in ritardo, visto che la stessa legge prevedeva il via libera entro il 31 gennaio per 14 di questi e entro il 30 gennaio per uno
Le norme subito in vigore
Ci sono norme della Manovra (che vale 30 miliardi) che sono entrate subito in vigore dal 1° gennaio 2025, come per esempio il taglio del cuneo fiscale (confermato e reso strutturale per i redditi medio-bassi ed esteso anche ai redditi fino a 40mila euro), la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni attraverso il cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare, o la proroga, per i prossimi tre anni, della maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro per nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate da imprese e professionisti.
Le risorse
Altre misure avranno bisogno di un ulteriore passaggio per non restare solo sulla carta. Quando infatti una legge viene approvata - e questo vale soprattutto per provvedimenti complessi come le leggi di bilancio - non tutte le misure entrano subito in vigore. Ci sono alcune norme che necessitano di un ulteriore passaggio attuativo, come può essere un decreto ministeriale o un provvedimento di qualche agenzia governativa. Nel dettaglio, per la Manovra 2025 dovranno essere approvati, come detto, 110 provvedimenti attuativi, alcuni dei quali saranno necessari per sbloccare poco più di 3 miliardi nel 2025 (che salgono a quasi 6,5 miliardi se si considera il triennio 2025-2027).
Bonus mamme
Tra le misure che erano attese entro il 31 gennaio, probabilmente quella che più interessa i cittadini è il bonus mamme: il riconoscimento, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, dal 2025, di un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico del lavoratore, in favore delle lavoratrici dipendenti - ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico - e autonome che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d'impresa in contabilità ordinaria, redditi d'impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario. Per l'attuazione della disposizione è prevista l'adozione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il cui via libera era indicato dalla manovra stessa entro il 31 gennaio.
Spending review e giochi
I tre provvedimenti attuativi che hanno già visto la luce riguardano i giochi e la spending review. Ha visto la luce il 30 gennaio il decreto ministeriale con i criteri per la determinazione del contributo aggiuntivo alla finanza pubblica a carico di ciascun ente territoriale della Regione Siciliana e della Regione Sardegna. Mentre il 3 e il 10 gennaio sono stati approvati i dei provvedimenti del direttore Agenzia Dogane e Monopoli sulle Garanzie economiche dovute dai concessionari dei giochi adeguate ai nuovi termini di scadenza delle concessioni per la realizzazione e la conduzione di reti per la gestione telematica del gioco.



ILSOLE24ORE

Turismo, a tre giorni dalla pubblicazione del bando per guide turistiche presentate 2.500 domande.

Lo rende noto il ministero del Turismo. Per la domanda di ammissione c'è tempo fino al 27 febbraio.
A pochi giorni dalla pubblicazione, il 28 gennaio, del bando per le guide turistiche, sono state presentate più di 2.500 domande, mentre oltre 3.000 sono in fase di compilazione. Un segnale evidente dell'importanza di questa professione, essenziale per qualificare il settore e valorizzare il nostro patrimonio culturale. Lo scrive su Facebook il ministero del Turismo. La legge 190 del 2023 subordina l'esercizio della professione di Guida Turistica al superamento di un esame di abilitazione nazionale che prevede lo svolgimento di una prova scritta, una prova orale e una prova tecnico-pratica. Superato l'esame di abilitazione, i candidati vengono iscritti nell'Elenco nazionale delle guide turistiche (ENGT) istituito presso il Ministero del turismo. Per la domanda di ammissione (da inserire sul portale "inPA") c'è tempo fino al 27 febbraio 2025. Il ministero stima la partecipazione di oltre quattromila candidati.
Tre prove
Il titolo di studio richiesto alle aspiranti guide è il diploma di istruzione secondaria. La quota di partecipazione è di 10 euro. Sono previste tre prove: una scritta (90 minuti disposizione) con 80 domande a risposta multipla su storia dell'arte, geografia, storia, archeologia, diritto del turismo, accessibilità e inclusività dell'offerta turistica e disciplina dei beni culturali e del paesaggio (il programma delle materie sarà pubblicato almeno 40 giorni prima della data fissata per la prova scritta); una prova orale (alla quale si accede con un punteggio pari o superiore a 25 nel test precedente) che consiste in un colloquio per valutare la conoscenza delle materie scritte e di almeno una lingua straniera. Infine la prova tecnico-pratica (alla quale si accede con un punteggio sopra il 25 nella fase orale) che sarà una simulazione di visita guidata in lingua italiana e in lingua straniera su una destinazione estratta a sorte.


LENTEPUBBLICA

Milleproroghe 2025, gli emendamenti per Comuni e Città Metropolitane.

L'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha evidenziato una serie di emendamenti per gli enti locali nella conversione in legge del Decreto Milleproroghe (D.L. 27 dicembre 2024, n. 202).
Il Decreto Milleproroghe, introduce una serie di misure significative: pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il provvedimento include proroghe e disposizioni mirate a favorire il funzionamento degli enti locali.
In attesa della conversione in legge si sta lavorando in Parlamento ad esaminare la lunga lista di emendamenti al testo del decreto.
Tra le misure segnalate dall'ANCI figurano proroghe strategiche per la sicurezza delle scuole, la gestione delle risorse finanziarie e la continuità amministrativa nei Comuni di minori dimensioni.
Flessibilità nell'uso degli avanzi vincolati
Per gli esercizi finanziari dal 2025 al 2027, gli enti locali potrebbero destinare gli avanzi di bilancio derivanti da fondi nazionali ed europei a investimenti e servizi di rilevanza sociale, scolastica e di protezione civile, anche in deroga alle limitazioni attualmente vigenti. Questa misura consentirà una gestione più efficace delle risorse disponibili, evitando il rischio che fondi non utilizzati vadano sprecati a causa di vincoli burocratici.
Proroga sulla mobilità volontaria nel pubblico impiego
L'emendamento estende fino al 31 dicembre 2026 la deroga all'obbligo di esperire la mobilità volontaria prima di avviare nuove procedure concorsuali. Questo intervento mira a garantire tempi più rapidi per il reclutamento di personale negli enti locali, facilitando l'attuazione dei progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Incarichi di vicesegretario comunale
Inoltre la normativa che consente ai piccoli Comuni, privi di segretario comunale, di nominare temporaneamente un vicesegretario tra i funzionari interni verrebbe prorogata fino al 31 dicembre 2025. L'iniziativa intende garantire la continuità amministrativa nelle località dove la carenza di segretari comunali rende difficoltosa la gestione degli enti locali.
Rinegoziazione dei mutui e alleggerimento degli oneri finanziari
Un altro intervento significativo riguarderebbe la proroga fino al 2025 delle misure per la rinegoziazione o sospensione delle rate dei mutui degli enti locali. La modifica consentirebbe alle amministrazioni di deliberare anche in esercizio provvisorio e di beneficiare di eventuali accordi con l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) per facilitare la gestione del debito pubblico locale.
Adeguamento antincendio nelle scuole
Infine una delle proroghe più rilevanti riguarderebbe l'adeguamento alle normative antincendio degli edifici scolastici e degli asili nido. Il termine per l'attuazione delle misure di sicurezza, inizialmente fissato al 31 dicembre 2024, verrebbe esteso al 31 dicembre 2027. Il provvedimento include anche la definizione di misure gestionali temporanee per mitigare il rischio, da adottare fino al completamento degli interventi. Secondo Anci, questa proroga si rende necessaria per evitare ritardi nella realizzazione delle opere, che richiedono risorse adeguate e competenze specialistiche.


































































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