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rassegna stampa del 7 febbraio 2025

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Ex Province, c'è la data per le elezioni. Ecco come si votaC'è una data approssimativa per le elezioni di secondo livello per i Liberi Consorzi. Il 27 aprile, subito dopo Pasqua, si potrebbe mettere fine alla stagione dei commissariamenti. E' l'ultima finestra utile.
Se così fosse a marzo ci sarà l'indizione dei comizi elettorali.Chi voterà

Saranno sindaci e consiglieri comunali che possono accedere al voto di secondo livello, il voto è ponderato: un peso maggiore lo avranno i sindaci e i consiglieri delle città più popolose. Non voteranno i componenti delle giunte, perché esponenti nominati e non votati dai cittadini.
I consigli provinciali saranno così eletti dai rappresentanti comunali, stessa cosa per il presidente dell'Ente, non potrà essere indicato tale il sindaco prossimo a scadenza di mandato, cioè a meno di 18 mesi dalla consultazione cittadina. Palermo, Messina e Catania sono città metropolitane, quasi nulla per loro cambierà perché pure con la consultazione di secondo livello a guidare gli enti resteranno Roberto Lagalla, Federico Basile ed Enrico Trantino.Le mosse della politica
Segreterie in fermento, sono già iniziate le riunioni. Il centrodestra mira all'unità delle liste ma l'operazione potrebbe non risultare cosa facile.
L'appello di Saverio Romano, Noi Moderati, è proprio quello di evitare inutili strategie ma di puntare all'unità della coalizione.
Il Partito Democratico potrebbe puntare su amministratori che ancora oggi si dicono civici ma sono comunque distanti dall'area di centrodestra. Insieme potrebbero lavorare dem e M5S, la cui posizione appare chiara fin dall'inizio.
La deputata trapanese Cristina Ciminnisi ha ripetutamente chiesto che si vada al voto di secondo livello mettendo fine alla fase dei commissari, quindi con una guida certa.
Roberta Schillaci, pure pentastellata, parla di dilemmi del centrodestra: "Sono emerse tutte le contraddizioni e le differenze tra i partiti che sostengono i governi sia a Roma e che in Sicilia. L'onere della scelta per il superamento della legge Delrio è tutto del centrodestra. Per noi è chiaro che non si può bypassare l'attuale norma nazionale che ha aspetti di carattere finanziario inderogabili. Al momento c'è solo un orizzonte che è quello delle elezioni di secondo livello".  

larepubblica.it
Ex Province verso il voto il 27 aprile. Pressing per lista unica del centrodestraLa presidenza della Regione (foto di Mike Palazzotto) Nelle tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania con le elezioni di secondo livello resteranno in sella i tre sindaci metropolitani
L'appuntamento potrebbe essere per domenica 27 aprile, l'ultima utile per non approvare ulteriori proroghe. Le ex Province si preparano a uscire dal guado e a eleggere i nuovi consigli provinciali insieme ai presidenti dei sei Liberi consorzi. Nelle tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania, invece, con le elezioni di secondo livello resteranno in sella i tre sindaci metropolitani, rispettivamente Roberto Lagalla, Federico Basile ed Enrico Trantino.



meridionenews.it
Elezioni per le ex province in Sicilia: cosa c'è dietro il tentativo di ripristino perennemente bocciato che ormai sembra un'ossessione di pochi

Quello sulle elezioni nelle province siciliane più che essere un rebus sta assumendo i tratti di uno di quei film comici del filone tanto di moda a Hollywood negli anni Cinquanta. Pellicole in cui comici del calibro di Jerry Lewis o Abbott e Costello - da noi noti come Gianni e Pinotto - si districavano in vicende all'insegna dei giochi di parole, degli atti ripetuti in maniera compulsiva e degli strafalcioni che non impedivano ai malcapitati protagonisti di ripetere gli errori già più volte commessi. E così il centrodestra vuole le elezioni dirette dei presidenti delle province, scrive la sua bella riforma, se l'affossa praticamente da solo all'Assemblea regionale siciliana (Ars) e poi viene bacchettato da Roma, che gli fa notare che comunque non ci può essere un'elezione di primo grado se prima il parlamento nazionale non toglie di mezzo la riforma in vigore in tutta Italia, la cosiddetta legge Delrio.
Così i deputati siciliani se ne fanno una ragione, fissano una data per le elezioni di secondo livello - quelle previste dalla riforma nazionale e pure da quella siciliana, che prevede che a votare siano non i cittadini ma gli amministratori locali - tutti si dicono pronti. Poi alla fine qualcuno alza la mano e pronuncia la fatidica frase: «Ma se invece facessimo votare i cittadini?». E si riparte dall'inizio: riforma, bocciatura dell'Ars, bocciatura del governo nazionale e così via all'infinito. E ancora via di rinnovo perpetuo dei commissari alla guida delle province, che nel frattempo naufragano nel limbo della mancanza di fondi e di investimenti, di piani, di programmazione, di tutto. La differenza con i film degli anni Cinquanta è che quelli, in un modo o nell'altro, riuscivano a estorcere un sorriso, persino una risata; nella Sicilia del 2025, invece, l'unica cosa che questo comportamento reiterato oltre i limiti del masochismo riesce a fare è sollevare una domanda: perché?
Perché se il governo nazionale - peraltro dello stesso colore di quello regionale - dice di no, si ostinano a riproporre la stessa riforma? Tra l'altro pure la corte Costituzionale, non esattamente un organo qualunque, ha fatto notare che 13 anni di commissariamento delle province sono un po' troppi e che forse sarebbe il caso di votare. Subito. E stavolta il messaggio sembra essere stato recepito, se non fosse che quella mancanza di una data - che tra l'altro prima era già stata fissata - per il voto di secondo livello autorizza a far temere l'eventualità che si alzi la solita mano per pronunciare la solita frase: «Ma se invece facessimo votare i cittadini?». E giù applausi, con la tiritera che ricomincia da capo. A Roma intanto si fa di tutto per non far apparire la differenza di vedute tra il centrodestra nazionale e quello isolano come una sorta di disturbo bipolare che da una parte promuove e dall'altra boccia. E ci sono i toni più o meno concilianti della maggioranza meloniana, dalla Lega che parla di «priorità del ritorno al voto per le province», ma poi non spinge sull'acceleratore, a Manlio Messina - trait d'union tra i Fratelli d'Italia romani e quelli siciliani - che parla della Delrio come di una «riforma devastante», ma esterna il bisogno di superarla «in maniera bipartisan», cosa che al momento appare una sorta di chimera. In pratica, tradotto in soldoni: no, non ci sarà una deroga per la Sicilia; e no, non c'è nessuna premura di abrogare la Delrio.
Quindi cosa succede? Si va a votare? Neanche per idea. Anche perché a spingere tantissimo per evitare il voto di secondo livello è Totò Cuffarocon la sua Democrazia cristiana. D'altra parte i cuffariani sono gli unici della coalizione che sostiene Schifani a essere liberi da legami romani vincolanti. E parlano - lo ha fatto pure lo stesso ex governatore - di rischio di spaccatura nel centrodestra. Ecco, forse è questa la spiegazione più plausibile al perché di cotanta ostinazione. È bene ricordare, infatti, che con l'elezione di primo livello in ballo tornerebbero non una, ma qualcosa come trecento poltrone. Poltrone che altrimenti, con le elezioni di secondo livello, giocoforza risentirebbero nella loro assegnazione di un netto predominio da un lato dei partiti che esprimono più sindaci - e quindi più amministrazioni - sui vari territori siciliani, dall'altro lato di alleanze intraterritoriali e magari extrapartitiche volte a portare nei palazzi del potere rappresentanti del territorio. In nessuno dei due casi candidati espressi da logiche di lottizzazione votate a mantenere gli equilibri nella singola coalizione.E l'opposizione? L'opposizione lascia che il gioco resti in mano al centrodestra. «Per le province e per il sistema elettorale il dilemma è tutto interno al centrodestra - dice la vicecapogruppo del Movimento 5 stelle all'Ars, Roberta Schillaci - Sono emerse tutte le contraddizioni e le differenze tra i partiti che sostengono i governi sia a Roma che in Sicilia. Per noi - continua Schillaci - è chiaro che non si può bypassare l'attuale norma nazionale, che ha aspetti di carattere finanziario inderogabili. Al momento c'è solo un orizzonte, che è quello delle elezioni di secondo livello». Parla invece di stallo alla messicana Mario Giambona, vicecapogruppo del Partito democratico all'Ars, secondo cui «le elezioni di secondo livello sono una condizione indispensabile per tutelare servizi essenziali come le strade e le scuole secondarie». Ma l'ombra del cuffarismo si è abbattuta anche sui Dem. Uno dei motivi alla base dello scontro feroce nell'ultima assemblea del Pd è proprio l'eccessiva voglia di una parte del partito - quella a dire il vero risultata finora perdente - di aprire alle forze di centro. Poco, certo, ma quanto basta per consentire alla Dc di giocarsi la carta del rischio scissione e raccogliere qualche risultato.

QDS
Sicilia, borse di studio per gli studenti delle superiori: scadenze e requisitiMarco Cavallaro  Tra le diverse occasioni in scadenza nel febbraio del 2025 per quanto riguarda le borse di studio per gli studenti delle scuole superiori, una riguarda da molto vicino la Sicilia. Parliamo del bando indetto nelle scorse settimane e denominato "Borse di studio 2024/2025 studenti delle superiori - Regione Sicilia".
Ma di cosa si tratta e qual è la sua scadenza? Di seguito, tutti i dettagli di questa occasione per alcuni tra gli studenti siciliani. Per tutte le altre specifiche, CLICCA QUI per accedere al bando completo con tutte le informazioni utili rilasciate dalla Regione Siciliana.
Borse di studio febbraio 2025 studenti superiori. Il bando in Sicilia
Gli studenti e le studenti frequentanti le scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e paritarie, della Regione Sicilia e con un ISEE familiare pari o inferiore a 8.000,00 euro possono partecipare al Bando borse di studio 2024/2025. Gli studenti dovranno risultare correttamente censiti sulla piattaforma SIDI (Sistema informativo dell'istruzione) per l'anno scolastico 2024/2025.
Le scadenze prefissate
La domanda di partecipazione al bando per le borse di studio per gli studenti delle scuole superiori 2025 dovrà essere presentata, esclusivamente, presso l'Istituzione Scolastica frequentata, entro e non oltre il 18 febbraio 2025, secondo le modalità stabilite dalla stessa. Ogni Istituzione scolastica alla ricezione delle domande di partecipazione, al fine di evitare eventuali esclusioni, dovrà:
verificare che i dati anagrafici (Nome, Cognome, Luogo e Data di nascita, Codice Fiscale, Sesso) degli studenti e delle studentesse beneficiari del contributo di che trattasi, siano correttamente inseriti e validati sulla Piattaforma SIDI del Ministero.
verificare la corretta indicazione del Codice Meccanografico dell'Istituzione Scolastica principale edel plesso frequentato;
verificare che all'istanza sia allegata: 1) fotocopia del documento di riconoscimento e del codice fiscale del soggetto richiedente il beneficio (padre, madre, tutore o studente maggiorenne) in corso di validità; 2) fotocopia del documento di riconoscimento e del codice fiscale dello studente o della studentessa, in corso di validità, destinatario delle borsa di studio; 3) fotocopia dell'attestazione dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E.) in corso di validità.
Qualsiasi irregolarità e/o incompletezza - spiega il bando - nella compilazione della domanda di partecipazione comporterà l'inammissibilità della domanda. Conclusi gli opportuni controlli le Istituzioni Scolastiche provvederanno a trasmettere la documentazione di che trattasi alla Città Metropolitana o al Libero Consorzio Comunale sul cui territorio ha sede l'Istituzione stessa, entro e non oltre il 18 marzo 2025, spiega il bando rilasciato dall Regione Siciliana indirizzato agli studenti delle superiori per il 2025.



Avanza il progetto dei termovalorizzatori in Sicilia, Schifani: "Avvio lavori nel 2026"
Le dichiarazioni di Schifani nel corso di un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Avanza il progetto dei termovalorizzatori in Sicilia: i lavori dovrebbero iniziare entro il 2026. A rivelarlo, nel corso di un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, è il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.
"La gestione commissariale che presiedo ha l'obiettivo di accelerare il completamento della rete impiantistica regionale, favorire il recupero energetico e garantire la sostenibilità ambientale, nel rispetto della normativa europea e nazionale sulla gestione dei rifiuti e sull'economia circolare", ha commentato il governatore siciliano.
Termovalorizzatori, il progetto e l'avvio dei lavori nel 2026
"La norma frutto di un proficuo confronto tra Governo nazionale e regionale ha contemplato da un lato la scelta della realizzazione di termovalorizzatori a iniziativa pubblica per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione Siciliana, dall'altro lo stanziamento di 800 milioni di euro derivanti dal Fondo sviluppo e coesione quale finanziamento pubblico per garantire un più basso impatto sulla tariffa dei cittadini della modernizzazione e razionalizzazione del sistema" aggiunge Schifani.
"La gestione dei rifiuti rappresenta una delle sfide ambientali più rilevanti per la Regione, caratterizzata da una storica dipendenza dalle discariche e da un sistema impiantistico non adeguatamente sviluppato. In questo contesto la realizzazione di due termovalorizzatori nei comuni di Palermo e Catania, finanziati nel limite complessivo di 800 milioni di euro nell'ambito dell'Accordo Coesione Fsc 2021-2027, si inserisce come un'azione strategica volta a modernizzare il ciclo dei rifiuti, garantendo una riduzione significativa del conferimento in discarica e un efficiente recupero energetico", sottolinea Schifani.
"I due termovalorizzatori costituiscono gli elementi chiave per raggiungere l'obiettivo di ridurre drasticamente la percentuale di rifiuti destinati alle discariche, come richiesto dalla Direttiva Ue 2018/850, che prevede un limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica entro il 2035".
Il progetto dei termovalorizzatori in Sicilia, dal 2026 i lavori
"Le aree scelte per la realizzazione dei termovalorizzatori sono le seguenti: Palermo, nell'area di Bellolampo, già sede di un impianto di trattamento meccanico-biologico, riducendo così i costi logistici e ottimizzando la gestione dei rifiuti urbani della Sicilia Occidentale; Catania, all'interno della zona industriale di Pantano D'Arci, area strategicamente collegata alle principali reti infrastrutturali per la gestione ottimale del bacino di rifiuti della Sicilia Orientale. Il cronoprogramma relativo alla realizzazione dei due impianti prevede la consegna e l'inizio dei lavori di costruzione entro la fine del 2026", ha spiegato Schifani.
Una svolta per la gestione dei rifiuti
"(I termovalorizzatori, ndr) Consentiranno di superare le condizioni di fragilità del sistema di gestione dei rifiuti urbani nella Regione, assicurare il completamento della rete impiantistica integrata nel rispetto delle migliori tecniche disponibili, smaltire la fase residuale proveniente dalla gestione dei rifiuti, compresi quelli generati nell'ambito delle attività di riciclaggio o di recupero che risultino non più recuperabili, ridurre i movimenti di rifiuti azzerando del tutto il trasferimento fuori regione, adottare metodi e di tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica", aggiunge Schifani.
Il supporto di Invitalia
"Considerata l'importanza strategica dei termovalorizzatori nella gestione del ciclo dei rifiuti in tutto il territorio della Regione, ho ritenuto di dovermi avvalere dell'Agenzia nazionale per l'Attrazione degli investimenti e lo Sviluppo d'impresa - Invitalia in qualità di centrale di committenza, mediante la sottoscrizione di un'apposita convenzione, stipulata il 15 gennaio 2025 al fine di accelerare la realizzazione dei suddetti termovalorizzatori", ha aggiunto Schifani durante l'audizione sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
"Invitalia mi supporterà nello svolgimento delle seguenti attività: una procedura sopra soglia comunitaria per l'affidamento dei progetti di fattibilità tecnico-economica di entrambi i termovalorizzatori, corredato da un piano economico finanziario di massima relativo alla gestione degli impianti; una procedura sopra soglia comunitaria per l'affidamento dei servizi di verifica della progettazione avente ad oggetto il progetto di fattibilità tecnico-economica e il progetto esecutivo dei termovalorizzatori; procedure di affidamento sopra soglia tramite appalto integrato per la realizzazione dei termovalorizzatori e della conseguente gestione".


SICILIALIVE24H
Aldo Capitano Insieme nel Sociale chiede in un video un intervento immediato di bonifica della Sp 71, importante strada di collegamento
Ancora una volta, il battagliero Presidente di Insieme nel Sociale Aldo Capitano, interviene per un disservizio che investe la città di Agrigento, quest'anno Capitale della Cultura Italiana.
Nel caso di specie, l'arteria stradale, la Sp 71, una strada trafficata che collega la città con la frazione balneare San Leonina ad oggi è ridotta a un autentico immondezzaio con seri rischi di incolumità per i residenti e per il normale transito veicolare.
Pertanto il Dott. Aldo Capitano in un video che pubblichiamo chiede agli organi competenti in questo caso il Libero Consorzio Comunale di Agrigento degli interventi immediati di bonifica per ripristinare una situazione insostenibile.
Vedremo adesso che risposta daranno gli uffici competenti dell'ente intermedio provinciale che ricordiamo è commissariato da quasi 12 anni.


































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