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rassegna stampa del 10 febbraio 2025

GIORNALE DI SICILIA 

Sicilia e Pnrr: ritardi iniziali, ma il 61% delle opere è in fase esecutiva.

La buona performance emerge dal monitoraggio di Svimez, a meno di un anno e mezzo dalla scadenza del 2026 per l'attuazione del Piano.
I progetti di opere pubbliche in fase esecutiva, la cui titolarietà è della Regione siciliana, rappresentano il 61 per cento del totale delle risorse assegnate dal Pnrr all'Isola, per un importo di 329 milioni di euro. È una buona performance, anche se tra le regioni del Mezzogiorno c'è chi ha fatto meglio, in questo caso la Puglia, che ha impegnato ben 632 milioni di euro, pari al 66,5%. La Sicilia, però, ha fatto meglio, per il momento, della Campania (la percentuale si attesta attorno al 52%), per non parlare della Calabria e della Basilicata, che restano molto indietro (rispettivamente al 23,4 e al 21%).
Sono alcuni dei dati che emergono dal nuovo Rapporto Svimez (l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) che fa il punto sull'attuazione, al 31 dicembre 2024, dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il monitoraggio sulle opere pubbliche portate avanti dai Comuni e dalle Regioni, a meno di un anno e mezzo dalla scadenza del 2026 (il termine fissato per l'attuazione del Pnrr), conferma, da un lato, i ritardi da parte delle Amministrazioni meridionali impegnate in una sorta di "corsa a handicap" per recuperare il tempo perso nella fase di avvio del Piano nazionale, ma dall'altro attesta anche la capacità, soprattutto da parte di molti Comuni del Sud, e della stessa Sicilia, di aprire cantieri per risorse pro capite molto significative, a testimonianza dello sforzo realizzativo in corso. Il dato comune è che nelle città sono in fase più avanzata i lavori per asili e infrastrutture scolastiche, mentre vanno più a rilento le opere, a titolarità delle Regioni, soprattutto per la sanità territoriale. E nel Rapporto si lancia anche un allarme: «Attenzione alla prossima rimodulazione del Pnrr: non si penalizzino gli investimenti pubblici».
I fondi che il Pnrr destina alla realizzazione di lavori pubblici sono pari a 65 miliardi di euro. La quota di risorse per interventi infrastrutturali è del 54,2% nel Mezzogiorno (26,2 miliardi), di circa 6 punti percentuali superiore al dato del Centro-Nord (48,5%; 38,8 miliardi). L'incidenza delle risorse a gestione dei Comuni per opere da realizzare nell'area è del 33,2% nel Mezzogiorno e del 30,5% al Centro-Nord. Anche dai valori pro capite risulta il maggior sforzo attuativo a carico dei Comuni del Mezzogiorno: 440 euro di investimenti Pnrr per cittadino (302 euro il dato del Centro-Nord). Il dato relativo alle amministrazioni regionali è del 15% nel Mezzogiorno e di circa il 12% al Centro-Nord in termini di incidenza di risorse complessive; valutate in pro capite le risorse a gestione delle regioni meridionali raggiungono 197 euro per cittadino (118 euro il dato del Centro-Nord).
Come detto, «risulta un ritardo generale delle Amministrazioni meridionali nell'avvio della fase esecutiva dei lavori. Il ritardo risulta più ampio per le Regioni e più contenuto nel caso dei Comuni». Alla fine del dicembre 2024, i Comuni meridionali hanno avviato lavori per 5,6 miliardi, il 64% del valore complessivo degli investimenti a loro titolarità; per i
Comuni del Centro-Nord il dato è di 9,7 miliardi, l'82,3% delle risorse Pnrr. Alla stessa data, per le amministrazioni regionali meridionali risultano avviati lavori per 1,9 miliardi di euro, il 50% del valore complessivo degli investimenti Pnrr a loro titolarità. Il valore dei progetti avviati per quelle del Centro-Nord si attesta a 3,5 miliardi, quasi il 76% delle risorse Pnrr.
A procedere a rilento nel Sud, un po' dovunque, sono gli interventi di Sanità territoriale.



GIORNALE DI SICILIA 

Valzer dei dirigenti alla Regione, pressioni in aumento.

In campo anche le categorie del mondo economico. Per la Conferenza degli ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Sicilia, Frittitta e Cartabellotta devono restare al loro posto. La Confcommercio teme «rallentamenti per la burocrazia regionale» Prima che inizino le danze ci vorranno ancora 48 ore, ma i rumors sul valzer dei superburocrati ai vertici dei Dipartimenti regionali girano già da qualche giorno, non senza creare fastidio o quantomeno perplessità, fra alcuni assessori e anche tra i corpi intermedi, come la Conferenza degli ordini dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Sicilia, che per voce e penna del coordinatore Maurizio Attinelli hanno inviato una lettera aperta al governatore Renato Schifani, chiedendo di escludere dalla rotazione degli incarichi «due dei più competenti dirigenti generali che la Regione abbia mai avuto, Carmelo Frittitta e Dario Cartabellotta», rispettivamente alla guida degli uffici delle Attività produttive e dell'Agricoltura, entrambi in scadenza di contratto e dati in transito verso il timone di altre strutture, il primo nonostante l'opposizione al trasferimento da parte dell'assessore Edy Tamajo, e il secondo diretto probabilmente all'Ambiente al posto di Patrizia Valenti, anche se non si esclude ancora uno scambio di scrivanie «in casa», con Fulvio Bellomo allo Sviluppo rurale o con Alberto Pulizzi alla Pesca.
Quel che è certo, è che i commercialisti non vorrebbero le carte in tavola cambiate, perché Frittitta e Cartabellotta «hanno sempre dimostrato capacità gestoria, tecnica e organizzativa decisamente fuori dal comune» e «l'eventuale avvicendamento sarebbe motivo di grande preoccupazione, soprattutto in un momento delicato come questo, di conclusione del Pnrr e di ripartenza della programmazione comunitaria».
Ma a farsi sentire è anche il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che sta seguendo «con molta attenzione la questione dell'avvicendamento dei dirigenti: al di là delle polemiche politiche, su cui naturalmente non mettiamo bocca, il nostro primario interesse è quello di far sì che le procedure possano compiersi nei tempi dovuti, senza ulteriori rallentamenti per la burocrazia regionale, che rischierebbero di inficiare l'adozione di procedure di cruciale importanza per il sostegno alle attività produttive dell'Isola. È essenziale che in un periodo in cui ci attendono sfide importanti, anche attraverso i vari bandi che saranno proposti da Palermo, la Regione possa garantire un supporto adeguato a chi investe».
Per avere certezza sui nomi che riempiranno le 17 caselle in scadenza tra i vari Dipartimenti bisognerà aspettare fino a martedì, ma una cosa è già chiara: alla staffetta non ci saranno deroghe, perché così è «previsto dalle normative anticorruzione e di trasparenza e dalla necessità di garantire rinnovamento ed efficienza della macchina amministrativa», sottolinea l'assessore all'Istruzione Mimmo Turano, ricordando che il turnover, quantomeno nelle deleghe più calde ed economicamente pesanti, è per l'appunto disposto dall'Anac per arginare i rischi di corruttela. Certo, «capisco che parlare di Risiko delle nomine sia più attrattivo per i retroscena dei giornali» e «le ambizioni e la voglia di continuare a lavorare da parte di tanti dirigenti, tuttavia il governo regionale è chiamato a rispondere alla legge e a seguire gli importanti criteri di rinnovamento, competenza ed efficienza indicati più volte dal presidente Schifani». Frasi che lasciano intravedere una distensione da parte dell'esponente della Lega dopo i mal di pancia registrati sulle indiscrezioni riguardanti gli uffici da lui gestiti, con Rossana Signorino che potrebbe entrare, come esordiente in un Dipartimento, alla Formazione o all'Istruzione, al posto di Maurizio Pirillo o Giovanna Segreto. Anche perché a gettare acqua sul fuoco è pure Salvo Geraci, capogruppo del Carroccio all'Ars, consapevole che «non ci potranno essere esenzioni dall'obbligo di procedere ad un ricambio dei dirigenti generali. Le resistenze su alcune posizioni diventerebbero una inottemperanza alle norme anticorruzione. Del resto, l'avvicendamento al vertice degli assessorati dà anche l'opportunità di valorizzare nuove forze nei ruoli apicali».
Tra gli altri nodi da sciogliere, quello di Mario La Rocca ai Beni Culturali, di Letizia Di Liberti alla Famiglia e di Salvo Taormina agli Enti Locali, tutti dati in uscita, mentre Dorotea Di Trapani, oggi vicecapo di gabinetto a Palazzo d'Orleans, dovrebbe approdare al Corpo forestale al posto di Giuseppe Battaglia e Salvatore Cocina restare alla Protezione civile per altri 18 mesi, come previsto dal Piao per gli incarichi dei burocrati che si occupano di calamità naturali, come l'emergenza siccità.
Intanto, sul fronte politico, c'è chi si porta avanti, verso le prossime elezioni regionali, lanciando uno Schifani bis, perché «grazie alla guida del presidente», rimarca il coordinatore regionale di Forza Italia Marcello Caruso durante la convention Sud Chiama Nord a Palermo, «siamo riusciti a imprimere un cambio di passo fondamentale per la nostra regione. Un lavoro importante, che per essere completato deve continuare anche nella prossima legislatura. Con il governatore».



GIORNALE DI SICILIA 

Transizione digitale, Schifani: dalla Corte dei conti arriva l'ok al piano.

Previsto l'investimento di 120 milioni di euro in servizi e piattaforme digitali. Lo strumento di pianificazione è valido per gli anni 2024-2026.
La Corte dei conti ha registrato il piano triennale per la transizione digitale 2024-2026, lo strumento di pianificazione che prevede l'investimento di 120 milioni di euro in servizi e piattaforme digitali da parte della Regione Siciliana. Lo annuncia il presidente della Regione siciliana Renato Schifani.
«La transizione digitale rappresenta una sfida per la Regione e per la sua macchina burocratica - afferma il governatore -. Siamo impegnati a vincere questa sfida in quanto rappresenta
l'occasione per lo sviluppo di servizi a favore di cittadini e imprese per la semplificazione dei processi amministrativi, l'efficienza dell'amministrazione e la competitività economica
dell'Isola».
Il piano, redatto dall'Arit (Autorità regionale per l'innovazione tecnologica) guidata da Vitalba Vaccaro, con il coordinamento dell'assessorato dell'Economia, prevede interventi con fondi del Pr Fesr 2021-2027, del Fsc, del Pnrr e somme stanziate dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Le sole risorse comunitarie ammontano a 104 milioni di euro e il via libera rappresenta un passaggio abilitante per la spesa.
«Grazie all'approvazione del documento - afferma l'assessore all'Economia, Alessandro Dagnino - si dà piena efficacia a numerosi interventi programmati dall'Arit e si abilita la struttura regionale a dare pronta attuazione a tutte le azioni previste, puntando al rispetto dei target di spesa fissati dai programmi comunitari. Il mio assessorato è impegnato affinché, anche sotto il profilo della digitalizzazione, la Regione sia attrattiva e rispondente alle richieste di servizi da parte delle imprese e dei cittadini».
Con la registrazione del piano triennale per la transizione digitale diventano subito efficaci gli affidamenti per la revisione del programma di contabilità della Regione, per la digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, per la realizzazione di una piattaforma per i micro-servizi trasversali.
Tra gli interventi, ancora: l'implementazione di un portale dei servizi, della digitalizzazione dei bandi e degli avvisi, del sistema informativo territoriale regionale unico, della soluzione per il monitoraggio e l'efficienza energetica degli edifici, del sistema informativo della Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, della gestione dei beni mobili e immobili per la realizzazione del modulo per il bilancio economico-patrimoniale, della centrale operativa della mobilità e del portale regionale del turismo.


GIORNALE DI SICILIA 

Turismo, la Sicilia si presenta alla Bit come migliore destinazione in Italia.

«La Sicilia è presente alla Bit anche quest'anno. Apriamo questa nuova edizione della Borsa internazionale forti dell'Oscar del Turismo-Mhr Awards quale migliore destinazione turistica d'Italia, riconoscimento di cui siamo veramente orgogliosi perché dimostra che il governo regionale ha lavorato bene per arrivare a questo risultato. Uno stimolo ad andare avanti in questa direzione per il 2025. Domani mattina renderemo noti i dati sulle presenze turistiche del 2024 che, vi anticipo, sono assolutamente positivi. Inoltre presenteremo il calendario degli eventi di quest'anno e tutte le iniziative che abbiamo messo in campo per attirare nuovi visitatori».
Lo ha detto l'assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo Elvira Amata, all'inaugurazione dello stand della Regione Siciliana all'interno della Borsa internazionale del turismo, a Milano. Un'area ampia complessivamente 1.100 metri quadrati, che accoglie i visitatori all'ingresso del padiglione espositivo con un grande palco dedicato a talk e conferenze, interamente circondato da ledwall che regalano un'esperienza immersiva nelle atmosfere, nelle immagini e nei colori della Sicilia.
Domani mattina 10 febbraio), alle 11,30 è prevista la conferenza stampa con il presidente della Regione Renato Schifani per presentare i dati delle presenze turistiche nel 2024 e illustrare il piano di destagionalizzazione Sicilia d'inverno.



AGRIGENTONOTIZIE

Beni culturali e turismo, il Libero consorzio alla Bit di Milano per presentare due progetti.

La partecipazione è finalizzata alla creazione di una rete di contatti con i buyer italiani e stranieri ed in particolare agenzie di viaggio, tour operator e attività ricettive per promuovere gli eventi in programma.
Alla Bit di Milano, la più importante vetrina internazionale in Italia dedicata al turismo, c'è anche il Libero consorzio comunale di Agrigento. L'evento è in programma a Milano (Rho Fiere, padiglione 11 stand Sicilia, hall A59, area conferenze, 9 febbraio alle ore 11,30, Dio Valle dei templi). La partecipazione è finalizzata alla creazione di una rete di contatti con i buyer italiani e stranieri ed in particolare agenzie di viaggio, tour operator e attività ricettive per l'implementazione dell'offerta del turismo degli eventi. In particolare saranno illustrati due progetti: il primo, lanciato nel 2023 con pieno successo, convincendo residenti e turisti, è la nuova realtà del Teatro dell'Efebo all'interno del giardino botanico, avviato verso la terza stagione. Ricavato nell'antica ed incantevole cava dei templi, rappresenta una scommessa per l'accoglienza dei turisti che attualmente permangono davvero poco ad Agrigento.
Il secondo è la riqualificazione della foce del fiume Akragas e prevede un percorso museale sulla storia dell'antico porto di Akragas, vera origine della colonia greca, con la creazione di un'area turistico-culturale per eventi, convegni e mostre nei locali della storica Focetta. Si spera nella sua inaugurazione entro l'anno corrente. Sarà presentata e distribuita ai presenti una brochure realizzata dal settore "Turismo sulle origini" e sulla programmazione del Teatro dell'Efebo finalizzata a stimolare accordi per la fruizione turistica.


GDS

Ex Province, in Sicilia si andrà al voto il 27 aprile.

Schifani ha scelto la data e oggi il segretario di Forza Italia la comunicherà alle forze di maggioranza: si tratta di elezioni di secondo livello
A Palazzo d'Orleans la scelta è già stata fatta. E oggi pomeriggio il segretario di Forza Italia, Marcello Caruso, la comunicherà agli alleati riuniti per un vertice di maggioranza: le elezioni per le ex Province saranno il 27 aprile. E al voto andranno solo sindaci e consiglieri comunali.
Scatta dunque la macchina delle elezioni di secondo livello, quelle che a tutti i costi Renato Schifani e la la maggior parte dei partiti del centrodestra volevano evitare.
Nella sede della Regione di via Magliocco, a Palermo, oggi pomeriggio si riuniranno segretari e capigruppo dei partiti della maggioranza. Sul tavolo c'è soprattutto il dossier delle ex Province, dopo il fallimento del tentativo di reintrodurre l'elezione diretta.


LA SICILIA

Alla Bit di Milano taglio del nastro anche per lo stand della Sicilia (ed è subito pienone). 

 Ha aperto i battenti la Borsa internazionale del turismo: già presentate le prime iniziative della Regione siciliana per attirare nuovi visitatori.
Taglio del nastro a Milano per la Bit, la Borsa internazionale del turismo che vede la partecipazione alla Fiera di Milano-Rho di oltre mille espositori provenienti da 64 Paesi, oltre all'Italia che porta le eccellenze delle sue Regioni. Tra queste ovviamente non poteva mancare la Sicilia, una delle Regioni italiane sempre più ricercate dai vacanzieri.
Lo stand della Sicilia è stato inaugurato oggi dall'assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo Elvira Amata. Ed è stato subito un successo, con tanti visitatori che hanno apprezzato lo stand che si ispira ai colori del mare di 1.100 metri quadrati, animato da un interessante programma di talk e presentazioni che si andranno ad alternare sul grande palco dedicato al suo interno, interamente circondato da ledwall che regalano un'esperienza immersiva nelle atmosfere, nelle immagini e nei colori della Sicilia.
Domani verranno resi i dati del turismo in Sicilia che - ha anticipato l'assessore Amata - «sono assolutamente positivi», inoltre sarà presentato il calendario degli eventi di quest'anno e tutte le iniziative messe in campo dalla Regione siciliana per attirare nuovi visitatori.
Festival del Gattopardo
Intanto già oggi alcune iniziative sono state messe in vetrina dopo l'inaugurazione dello stand. Parliamo del Festival del Gattopardo - XX Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ufficialmente inserito tra i Grandi Eventi della Regione Siciliana 2025. Durante la conferenza stampa «Un anno straordinario per la Costa del Mito», organizzata dalla Dmo Distretto Turistico Valle dei Templi, il Comune di Santa Margherita di Belìce ha presentato il prestigioso appuntamento culturale, che si svolgerà dal 1 al 3 agosto 2025.
A rappresentare la città è stata l'Assessore al Turismo, Spettacolo e Promozione Territoriale Deborah Ciaccio, che ha evidenziato il valore del festival come punto di riferimento per la letteratura e la cultura siciliana e internazionale. «Il Festival del Gattopardo non è solo un premio letterario, ma un'esperienza culturale a 360 gradi, in cui letteratura, storia ed enogastronomia si intrecciano per raccontare l'anima autentica della Sicilia. La presenza alla Bit ci ha permesso di proiettarlo in una vetrina internazionale, attirando l'interesse di operatori del settore e appassionati di cultura», ha detto Ciaccio.
Uno dei momenti più apprezzati della conferenza è stato l'intervento del maestro pasticcere Nicola Fiasconaro, ospite d'eccezione per raccontare il progetto del dolce «Il Trionfo di Gola del Gattopardo», una reinterpretazione della pasticceria siciliana ispirata alla sontuosità gastronomica descritta nel celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. «Riportare in vita i sapori di un'epoca attraverso la pasticceria è un modo per raccontare la Sicilia con il gusto e l'emozione della tradizione. Il Festival del Gattopardo è un esempio straordinario di come la cultura possa dialogare con l'enogastronomia, valorizzando il territorio in chiave turistica e identitaria», ha affermato Fiasconaro. Al termine della presentazione, il pubblico ha avuto l'opportunità di degustare il «Trionfo di Gola», un assaggio che ha conquistato i presenti e suscitato grande curiosità tra gli operatori turistici e i media presenti.
Parchi e riserve
Nell'ottica del governo regionale di destagionalizzare le presenze, l'assessore al Territorio e ambiente Giusy Savarino, ha invece illustrato durante un talk l'idea di turismo sostenibile e responsabile per le nostre bellezze naturali, i nostri parchi, le nostre 75 riserve, i nostri geositi e i parchi tutelati dall'Unesco. «Abbiamo una potenzialità enorme - ha detto al Savarino - , un patrimonio di incredibile bellezza tra aree protette, boschi vetusti, località marine o di montagna, anche dove poter sciare guardando il mare, meraviglie che solo la Sicilia può offrire».
Nel corso dell'incontro è stato presentato il «Sistema delle aree naturali protette della Regione Siciliana», che comprende 4 parchi regionali, un parco nazionale, 7 aree marine protette, 75 riserve naturali, 248 siti Natura 2000, 93 geositi, 2 geopark Unesco, 3 siti Ramsar, zone umide di rilevanza internazionale. Per facilitare la fruizione del territorio, sono stati sviluppati sei itinerari naturalistici tematici, che mettono in rete diverse aree protette attraverso tappe e percorsi uniti da un filo conduttore. Questi itinerari permettono ai visitatori di vivere esperienze legate non solo alla natura, ma anche al ricco patrimonio culturale e paesaggistico delle aree limitrofe.
Gli itinerari sono: «Il Grand Tour delle aree carsiche evaporitiche della Sicilia occidentale», «Un viaggio sul fondo del Mar Mediterraneo di 6 milioni di anni fa"; «Acqua, Natura e Mito Fiumi e aree umide della Sicilia Orientale e delle isole minori"; «Le quattro perle del Comune di Palermo: Un viaggio sotto-sopra nelle meraviglie della natura"; «Santuari ornitologici della Sicilia sud orientale"; «Viaggio nel cuore della Sicilia, dove natura e paesaggio hanno ispirato i grandi scrittori"; «A passo lento sui sentieri del Parco delle Madonie».
Agrigento Capitale della Cultura
Si è parlato anche di Agrigento Capitale della Cultura e delle polemiche per i ritardi dell'organizzazione. Ma per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè - oggi padrona di casa alla Bit - «si è fatto molto, anche poi si può sempre fare di più e meglio». «Ma dobbiamo essere orgogliosi di quello che rappresenta la Sicilia, di quello che rappresenta Agrigento - ha aggiunto - , di quello che rappresenta la nostra nazione».



LIVESICILIA

Province, il messaggio di FdI: "Basta commissari, elezioni di secondo grado".

Le parole del capogruppo Assenza, la Dc replica: "Serve coraggio per ridare il voto ai siciliani"
PALERMO - Fratelli d'Italia accantona definitivamente l'introduzione del voto diretto nelle Province in Sicilia nel 2025, invita il presidente della Regione Renato Schifani a mettere in moto la macchina per le elezioni di secondo livello e rinvia il suffragio universale per Città metropolitane e Liberi consorzi al 2026. Lo fa con l'intervento del capogruppo dei meloniani all'Ars, Giorgio Assenza, alla convention 'La Sicilia che vorrei' di Cateno De Luca.
Province, il dossier alla convention di De Luca
Ad aprire il dossier Province è il deputato deluchiano Francesco Gallo. "Bene il premierato e l'elezione diretta del presidente del Consiglio, ma perché non si fa altrettanto con i presidenti di Provincia e i consiglieri provinciali?". La domanda viene rivolta indirettamente all'esponente del partito che ha bloccato ogni ipotesi di legge regionale per la reintroduzione del voto diretto nelle Province.
Assenza: "Province? Voto diretto nel 2026"
Assenza decide di non evitare il tema e quando è il suo turno, nell'affollata assemblea costituente di Sud chiama Nord con oltre 1.200 persone in sala e almeno un centinaio di militanti rimasti all'esterno, risponde nel merito. "Tutto si può dire tranne che FdI non sia per l'elezione diretta, ma altra cosa è avventurarsi in un percorso normativo che è già stato bocciato dalla Corte costituzionale", sottolinea.
I meloniani guardano al 2026 per la reintroduzione del suffragio universale per Città metropolitane e Liberi consorzi di comuni. "Penso che per quell'anno quest'obiettivo potrà essere raggiunto non soltanto in Sicilia ma in tutta Italia", osserva Assenza. Fratelli d'Italia, quindi, conferma che sarà una norma nazionale a mandare in soffitta la legge Delrio per tutta Italia, a differenza di quanto previsto dall'emendamento della Lega al ddl di conversione del Decreto Emergenze che però è stato stoppato.
Assenza: "Basta commissari nelle Province"
Nelle parole del capogruppo di FdI all'Ars anche un messaggio a Palazzo d'Orleans: "Credo sia giunta l'ora di porre fine ai commissariamenti negli enti di area vasta. Le elezioni di secondo grado sono pur sempre un elemento di democraticità rispetto ai commissari che in alcune realtà durano da 12 anni".
Pace (Dc): "La Sicilia può legiferare autonomamente"
Nel centrodestra, però, c'è chi non la pensa così. È la Dc di Totò Cuffaro, presente al San Paolo Palace con il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo all'Ars Carmelo Pace. I democristiani sono da sempre sostenitori dell'immediato ritorno al voto diretto per le Province.
Nell'intervento di Pace la replica ad Assenza: "Noi guardiamo ad una Sicilia nella quale le sorti dei territori siano decise legittimamente dai siciliani. Non dimentichiamo - ancora Pace - che siamo una regione a statuto speciale e che abbiamo potestà legislativa". Dal capogruppo Dc poi una puntura di spillo agli alleati che a Roma non hanno dato copertura al tentativo siciliano di ritornare al voto diretto.
Il Consiglio dei ministri, infatti, ha impugnato la norma con la quale nell'ottobre scorso Sala d'Ercole annullò le elezioni di secondo grado per aprire la strada alla legge regionale di reintroduzione del voto diretto. Quel ddl è finito su un binario morto all'Ars. "Serve gettare il cuore oltre l'ostacolo e consentire ai siciliani di eleggere il proprio presidente della Provincia", esorta adesso Pace riaprendo il capitolo di una storia infinita come quella delle Province.

https://livesicilia.it/province-commissari-sicilia-fratelli-ditalia/



MERIDIONENEWS

Elezioni per le ex province in Sicilia: cosa c'è dietro il tentativo di ripristino sempre bocciato (e ormai ossessione di pochi).

Quello sulle elezioni nelle ex province siciliane più che essere un rebus sta assumendo i tratti di uno di quei film comici del filone tanto di moda a Hollywood negli anni Cinquanta. Pellicole in cui comici del calibro di Jerry Lewis o Abbott e Costello - da noi noti come Gianni e Pinotto - si districavano in vicende all'insegna dei giochi di parole, degli atti ripetuti in maniera compulsiva e degli strafalcioni che non impedivano ai malcapitati protagonisti di ripetere gli errori già più volte commessi. E così il centrodestra vuole le elezioni dirette dei presidenti delle province, scrive la sua bella riforma, se l'affossa praticamente da solo all'Assemblea regionale siciliana (Ars) e poi viene bacchettato da Roma, che gli fa notare che comunque non ci può essere un'elezione di primo grado se prima il parlamento nazionale non toglie di mezzo la riforma in vigore in tutta Italia, la cosiddetta legge Delrio.
Province, niente deroga per la Sicilia: il governo boccia la possibilità di avere elezioni dirette
Così i deputati siciliani se ne fanno una ragione, fissano una data per le elezioni di secondo livello - quelle previste dalla riforma nazionale e pure da quella siciliana, che prevede che a votare siano non i cittadini ma gli amministratori locali - tutti si dicono pronti. Poi alla fine qualcuno alza la mano e pronuncia la fatidica frase: «Ma se invece facessimo votare i cittadini?». E si riparte dall'inizio: riforma, bocciatura dell'Ars, bocciatura del governo nazionale e così via all'infinito. E ancora via di rinnovo perpetuo dei commissari alla guida delle province, che nel frattempo naufragano nel limbo della mancanza di fondi e di investimenti, di piani, di programmazione, di tutto. La differenza con i film degli anni Cinquanta è che quelli, in un modo o nell'altro, riuscivano a estorcere un sorriso, persino una risata; nella Sicilia del 2025, invece, l'unica cosa che questo comportamento reiterato oltre i limiti del masochismo riesce a fare è sollevare una domanda: perché?
Ars, il bilancio del presidente Galvagno: «Finanziaria approvata entro il 28 dicembre. Riforma delle Province solo se con garanzie nero su bianco»
Perché se il governo nazionale - peraltro dello stesso colore di quello regionale - dice di no, si ostinano a riproporre la stessa riforma? Tra l'altro pure la Corte costituzionale, non esattamente un organo qualunque, ha fatto notare che 13 anni di commissariamento delle province sono un po' troppi e che forse sarebbe il caso di votare. Subito. E stavolta il messaggio sembra essere stato recepito, se non fosse che quella mancanza di una data - che tra l'altro prima era già stata fissata - per il voto di secondo livello autorizza a far temere l'eventualità che si alzi la solita mano per pronunciare la solita frase: «Ma se invece facessimo votare i cittadini?». E giù applausi, con la tiritera che ricomincia da capo. A Roma intanto si fa di tutto per non far apparire la differenza di vedute tra il centrodestra nazionale e quello isolano come una sorta di disturbo bipolare che da una parte promuove e dall'altra boccia. E ci sono i toni più o meno concilianti della maggioranza meloniana, dalla Lega che parla di «priorità del ritorno al voto per le province», ma poi non spinge sull'acceleratore, a Manlio Messina - trait d'union tra i Fratelli d'Italia romani e quelli siciliani - che parla della Delrio come di una «riforma devastante», ma esterna il bisogno di superarla «in maniera bipartisan», cosa che al momento appare una sorta di chimera. In pratica, tradotto in soldoni: no, non ci sarà una deroga per la Sicilia; e no, non c'è nessuna premura di abrogare la Delrio.
Voto diretto per le ex province, all'Ars l'ok in commissione Bilancio. Ma dopo lo stop di Falcone arriva quello di Galvagno
Quindi cosa succede? Si va a votare? Neanche per idea. Anche perché a spingere tantissimo per evitare il voto di secondo livello è Totò Cuffaro, con la sua Democrazia cristiana. D'altra parte i cuffariani sono gli unici della coalizione che sostiene Schifani a essere liberi da legami romani vincolanti. E parlano - lo ha fatto pure lo stesso ex governatore - di rischio di spaccatura nel centrodestra. Ecco, forse è questa la spiegazione più plausibile al perché di cotanta ostinazione. È bene ricordare, infatti, che con l'elezione di primo livello in ballo tornerebbero non una, ma qualcosa come trecento poltrone. Poltrone che altrimenti, con le elezioni di secondo livello, giocoforza risentirebbero nella loro assegnazione di un netto predominio da un lato dei partiti che esprimono più sindaci - e quindi più amministrazioni - sui vari territori siciliani, dall'altro lato di alleanze intraterritoriali e magari extrapartitiche volte a portare nei palazzi del potere rappresentanti del territorio. In nessuno dei due casi candidati espressi da logiche di lottizzazione votate a mantenere gli equilibri nella singola coalizione.
Province, un silenzio assordante. Il governo tace sulla bocciatura della Corte costituzionale e continua a preparare il voto diretto
E l'opposizione? L'opposizione lascia che il gioco resti in mano al centrodestra. «Per le province e per il sistema elettorale il dilemma è tutto interno al centrodestra - dice la vicecapogruppo del Movimento 5 stelle all'Ars, Roberta Schillaci - Sono emerse tutte le contraddizioni e le differenze tra i partiti che sostengono i governi sia a Roma che in Sicilia. Per noi - continua Schillaci - è chiaro che non si può bypassare l'attuale norma nazionale, che ha aspetti di carattere finanziario inderogabili. Al momento c'è solo un orizzonte, che è quello delle elezioni di secondo livello». Parla invece di stallo alla messicana Mario Giambona, vicecapogruppo del Partito democratico all'Ars, secondo cui «le elezioni di secondo livello sono una condizione indispensabile per tutelare servizi essenziali come le strade e le scuole secondarie». Ma l'ombra del cuffarismo si è abbattuta anche sui Dem. Uno dei motivi alla base dello scontro feroce nell'ultima assemblea del Pd è proprio l'eccessiva voglia di una parte del partito - quella a dire il vero risultata finora perdente - di aprire alle forze di centro. Poco, certo, ma quanto basta per consentire alla Dc di giocarsi la carta del rischio scissione e raccogliere qualche risultato.



LENTEPUBBLICA

Progressioni economiche ed esperienza pregressa: i chiarimenti dell'ARAN

L'ARAN, mediante il parere CFL263, fornisce interessanti chiarimenti in merito alle progressioni economiche modificate dall'ultimo CCNL degli Enti Locali e sul criterio dell'esperienza pregressa.
La precisazione rappresenta un elemento chiave per gli enti locali e i dipendenti interessati alle progressioni economiche, chiarendo quali esperienze professionali possono essere effettivamente prese in considerazione per l'avanzamento retributivo e di carriera.
Cosa si intende per esperienza pregressa?
Nel pubblico impiego, per esperienza pregressa si intende il periodo di lavoro svolto da un dipendente all'interno della Pubblica Amministrazione o in settori ad essa assimilabili. Questa esperienza può derivare da incarichi a tempo determinato o indeterminato, e viene spesso valutata ai fini di progressioni economiche, concorsi pubblici o mobilità tra enti.
La rilevanza dell'esperienza maturata dipende ovviamente dalle normative vigenti e dal contratto collettivo applicato, che ne definiscono i criteri di riconoscimento.
Il meccanismo della progressione economica
La progressione economica è un meccanismo attraverso il quale un dipendente pubblico può ottenere un aumento di stipendio senza necessariamente cambiare mansione o ruolo. Questo avanzamento retributivo avviene sulla base di criteri stabiliti dal contratto collettivo nazionale di riferimento, come l'anzianità di servizio, la valutazione delle prestazioni lavorative e, in alcuni casi, l'acquisizione di nuove competenze o titoli di studio.
Anche in questo caso specifico degli Enti Locali, il CCNL stabilisce le modalità e i requisiti per ottenere questi incrementi economici, che possono avvenire attraverso passaggi tra le diverse fasce retributive previste per la medesima categoria professionale. Tuttavia, non tutte le esperienze lavorative pregresse possono essere considerate ai fini della progressione, come evidenziato nel chiarimento fornito dall'ARAN.
I chiarimenti dell'ARAN
Il parere ha precisato che, per essere considerata ai fini della progressione economica, l'esperienza lavorativa deve essere maturata all'interno della Pubblica Amministrazione o in comparti ad essa assimilabili, così come definiti dal Decreto Legislativo 165/2001. Questo significa che i periodi di servizio prestati presso soggetti esterni, come società in house che adottano un contratto collettivo diverso da quello della Pubblica Amministrazione, non possono essere riconosciuti a tale scopo.
Nello specifico, il chiarimento ha riguardato il caso di un lavoratore con esperienza in una società in house che applica il CCNL Commercio e Terziario. In base all'interpretazione fornita, tale esperienza non rientra nei criteri richiesti per essere valorizzata nell'ambito delle progressioni economiche previste dal CCNL degli Enti Locali. Questo perché il tipo di contratto applicato dalla società di provenienza non appartiene al settore pubblico regolato dal decreto legislativo sopra citato.



LENTEPUBBLICA

L'INPS ha pubblicato la circolare 33/2025, fornendo dettagli sugli aggiornamenti relativi all'Assegno Unico Universale (AUU) per l'anno in corso e sugli aumenti dovuti all'adeguamento all'inflazione.

Tra le novità più attese, l'adeguamento degli importi all'inflazione e la conferma della validità automatica delle domande già presentate negli anni precedenti, salvo specifiche variazioni da comunicare.
L'aggiornamento dell'Assegno Unico Universale per il 2025 si traduce infatti in un adeguamento delle somme erogate in base all'inflazione e nella conferma delle maggiorazioni per le famiglie con esigenze particolari. La continuità automatica delle domande rappresenta un'importante semplificazione, mentre il nuovo sistema di presentazione dell'ISEE garantisce maggiore efficienza nell'accesso ai benefici. Con queste novità, l'INPS punta a garantire un sostegno economico sempre più mirato alle famiglie italiane.
Qui il calendario dei pagamenti per il mese di febbraio 2025.
Aumenti e adeguamenti dell'Assegno Unico 2025 in base all'inflazione
L'Assegno Unico Universale rappresenta un aiuto essenziale per le famiglie con figli a carico, con importi modulati in base all'ISEE. Secondo quanto stabilito dall'articolo 4, comma 11, del decreto legislativo n. 230/2021, le soglie ISEE e gli importi dell'AUU vengono aggiornati annualmente sulla base della variazione del costo della vita. Per il 2025, l'ISTAT ha calcolato un incremento dello 0,8%, determinando così un rialzo proporzionale degli importi e delle maggiorazioni, i cui valori dettagliati sono riportati nella tabella allegata alla circolare.
Le principali maggiorazioni previste
Oltre all'adeguamento ordinario, restano in vigore specifiche maggiorazioni per determinate categorie di beneficiari:
Maggiorazione transitoria: per gennaio e febbraio 2025 è prevista una compensazione per le famiglie con ISEE fino a 25.000 euro che percepivano l'Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) nel 2021, per attenuare eventuali perdite rispetto al sistema precedente.
Famiglie con figli sotto l'anno di età: l'importo viene aumentato del 50% fino al primo compleanno del bambino.
Nuclei numerosi: le famiglie con almeno tre figli e ISEE non superiore a 45.939,56 euro riceveranno un incremento del 50% per ogni figlio tra uno e tre anni.
Quattro o più figli a carico: in questi casi è prevista una maggiorazione forfettaria di 150 euro.
Gli importi aggiornati si erogano già con la mensilità di febbraio 2025, mentre per il mese di gennaio gli adeguamenti si corrispondono con il pagamento di marzo.
Confermata la continuità automatica delle domande
L'INPS ha confermato che per chi ha già beneficiato dell'AUU non risulterà necessario presentare una nuova domanda, a condizione che lo stato della richiesta rimanga "accolto".
Tuttavia, eventuali modifiche come la nascita di un figlio o il raggiungimento della maggiore età di uno dei beneficiari dovranno essere segnalate aggiornando i dati.
Per determinare l'importo spettante in base alla fascia ISEE, è necessario presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il 2025. In caso di mancata presentazione, a partire da marzo si riceverà l'importo minimo previsto. Tuttavia, se la DSU viene inoltrata entro il 30 giugno, gli arretrati saranno riconosciuti con effetto retroattivo da marzo 2025.
Per semplificare il processo, l'ISEE può essere richiesto online tramite il "Portale unico ISEE" o direttamente dall'APP "INPS Mobile", che permette di compilare e inviare la DSU in modalità precompilata.
































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