GIORNALE DI SICILIA
Da un lato il malumore degli alleati verso Fratelli d'Italia per aver ostacolato a Roma la riforma che avrebbe reintrodotto l'elezione diretta nelle ex Province. Dall'altro un accordo che modifica un po' i piani iniziali di Forza Italia in vista delle elezioni nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane, che delle Province sono gli eredi mai ufficialmente nati.
Il vertice di maggioranza è durato oltre 4 ore. È passata la proposta di Schifani e del coordinatore forzista Marcello Caruso sulla data (27 aprile) delle elezioni di secondo livello, che chiameranno al voto solo i sindaci e i consiglieri dei Comuni della provincia. Ma rispetto alla proposta iniziale di Forza Italia che, era quella di presentare candidati presidenti unitari e un listone unico per i consigli, i leader del centrodestra hanno scelto di andare col proprio simbolo e con liste autonome.«La coalizione di centrodestra si presenterà compatta alle prossime provinciali per la scelta dei presidenti che saranno scelti in modo da dare spazio anche alle sensibilità dei territori», recita la nota finale siglata da Marcello Caruso (Forza Italia), Nino Germanà (Lega), Salvo Pogliese (Fratelli d'Italia), Massimo Dell'Utri (Noi moderati), Fabio Mancuso (Movimento per l'autonomia) e Stefano Cirillo (Democrazia cristiana).Dunque l'accordo raggiunto, dopo 4 ore di confronto, prevede che il centrodestra presenterà per la guida dei Liberi Consorzi un candidato soltanto, sostenuto da tutti, che può essere anche espressione di aree civiche. Un intesa che prevede anche che nei sei liberi consorzi (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Siracusa e Ragusa) ogni partito della coalizione avrà una candidatura alla presidenza, ancora da decidere quale. Ogni partito si conterà e si misurerà con gli alleati nella corsa al consiglio provinciale con una propria lista e il simbolo tradizionale.«Nel rispetto del sistema elettorale proporzionale - prosegue la nota dei leader della maggioranza - ciascuna forza politica presenterà le proprie liste. Una scelta che consentirà di garantire la più ampia e qualificata rappresentanza territoriale. Questa strategia permetterà di valorizzare le specificità di ogni partito, mantenendo al contempo la solidità della coalizione».
Prima di arrivare a questa conclusione, e a taccuini chiusi, i leader di Fi, Mpa, Dc, Lega e Noi Moderati hanno polemizzato con Fratelli d'Italia che a Roma si è messa di traverso facendo naufragare la riforma che avrebbe invece reintrodotto l'elezione diretta nelle ex Province.
GIORNALE DI SICILIA
Fiumi con piene d'acqua per le piogge ma molto si disperde in mare.
Il bacino Trinità, intanto, continua a svuotarsi al ritmo di 100 mila metri cubi al giorno, sorte simile per Disueri e Cimia nel Nisseno.
Dal Dittaino all'Irminio, dal Dirillo fino al Gibbesi, ma la lista, se si includono anche le reti fluviali minori, è decisamente più lunga e concentrata, in queste ore, soprattutto nel versante centro-orientale dell'Isola: stiamo parlando dei fiumi e dei torrenti siciliani rimpinguati dalle ultime due settimane di pioggia, come non si vedeva da tempo, con piene d'acqua che solo in parte vengono immagazzinate nei bacini del territorio «mentre il resto della risorsa finisce a mare, con buona pace delle aziende agricole che fra qualche mese, quando arriverà il caldo estivo, avranno un disperato bisogno di irrigare i campi». A suonare l'allerta è Coldiretti Sicilia, che oltre a monitorare giornalmente lo svuotamento della diga Trinità disposto da Roma per ragioni di sicurezza statica, «con uno spreco che rappresenta una ferita profonda per la regione», osserva anche l'andamento del reticolo idrografico evidenziando una «mancanza di sistemi adeguati per trattenere l'acqua che sta ingrossando fiumi e torrenti: non ci sono impianti capaci di incanalare queste risorse, perché passano anni prima di poter completare le infrastrutture necessarie».
Tra i sorvegliati speciali c'è il Dittaino, che parte dalla provincia di Enna per sfociare a Catania, dove i terreni, spiega l'agrumicoltore etneo Luciano Zuccarello, «grazie alle precipitazioni registrate tra gennaio e febbraio hanno colmato il deficit pluviometrico che ci ha martoriato per tutto il 2024, ma la boccata d'ossigeno non ci dà certezze per i prossimi mesi. Per questo, per «traghettare» con sicurezza gli agrumeti fino alla fine dell'estate, bisognerebbe canalizzare l'acqua in piena del fiume e conservarla nei laghetti presenti nell'aerale, per poi usarla quando non potremo farne a meno, oltre alle irrigazioni di soccorso garantite dal Consorzio di bonifica, che non bastano a soddisfare il fabbisogno delle imprese.
Attenzione, non sto suggerendo di sfruttare tutto il surplus idrico del Dittaino, indispensabile per il suo ecosistema» - e anche per quello costiero - «ma almeno in parte, sì». La stessa richiesta arriva dai coltivatori del Nisseno e del Ragusano per il Dirillo, anch'esso «gonfio» d'acqua, per non parlare del Gibbesi, un fiume, spiega il presidente di Coldiretti Agrigento Ignazio Gibiino, «sicuramente minore rispetto al Salso e agli altri corsi della provincia, ma che potrebbe essere usato per irrigare, magari utilizzando l'omonima diga, costruita 40 anni fa e mai collaudata: un impianto che, dopo le ultime precipitazioni, si era parzialmente riempito, sversando però il contenuto a valle perché le paratie restano sempre aperte. Un vero peccato per i coltivatori di Delia, Naro, Ravanusa e Sommatino.
E soprattutto per i colleghi di Licata, che d'estate patiscono la siccità più altri e non possono contare sulla risorsa salmastra del Salso», anch'esso in piena così come il Verdura, anche se per quest'ultimo fiume, e per il suo distretto agricolo, la musica è cambiata dopo i lavori realizzati dalla Regione, con la pompa attivata in territorio di Ribera, che preleverà l'acqua per convogliarla nei laghetti collinari garantendo l'approvvigionamento irriguo anche in quel di Burgio e Caltabellotta, e con il bypass installato a monte della diga Gammauta, che ha permesso di convogliare risorse sull'invaso Castello. Intanto, proprio sul fronte dighe, mentre il bacino di Trinità a Castelvetrano continua a svuotarsi al ritmo di 100mila di metri cubi d'acqua al giorno, anche altri due impianti siciliani hanno cominciato a sversare a mare e sempre per la stessa ragione, per criticità di tenuta statica e per i conseguenti limiti di invaso. Si tratta di Disueri e Cimia, che nel Nisseno contengono, complessivamente, circa un milione e mezzo di metri cubi di volume idrico.
E alla lista, considerando che due terzi dei bacini dell'Isola ha problemi strutturali e limitazioni di contenuto e che la stagione delle piogge non è finita, potrebbero aggiungersi ben presto altre strutture. «Ma non l'Ancipa», rimarca il capo della task-forse regionale anti-siccità Salvo Cocina, fissando a 22 milioni di metri cubi (sui 30 di portata massima) l'asticella raggiunta dall'invaso nebroideo, dato per spacciato fino a qualche mese fa: «non accadrà perché l'impianto non ha particolari fragilità, ma anche perché l'acqua ricomincerà ad essere turbinata dall'Enel mentre tra poche ore aumenteremo il pompaggio verso i Comuni nisseni ed ennesi, che per l'emergenza idrica hanno subito un lungo periodo di razionamento».
GIORNALE DI SICILIA
Stretta di mano tra Schifani e Galvagno, patto alla Bit per i mandati bis.
Il presidente della Regione ha rinnovato l'asse con Fratelli d'Italia.
Il faccia a faccia è andato in scena a Milano, a margine di una giornata che ha visto la Sicilia protagonista alla Bit (la fiera del turismo). Renato Schifani si è a lungo intrattenuto con Gaetano Galvagno e poi anche con altri big di Fratelli d'Italia, da Manlio Messina a Elvira Amata. Ne è venuta fuori una stretta di mano su un piano di lungo periodo che prevede il mandato bis del presidente della Regione e anche quello del presidente dell'Ars.
Schifani aveva invocato un accordo sulla ricandidatura già di buon mattino in conferenza stampa: «Sono fiducioso ma sono anche espressione di una coalizione. Abbiamo problemi strategici che postulano l'esigenza di una continuità, poi non decido da solo. Io ho posto un tema di continuità visto che abbiamo attivato tutta una serie di iniziative che iniziano a dare risposte».
Al di là di accordi che guardano a una prospettiva tanto lunga (che dipende anche dagli equilibri che matureranno in Campania dove i meloniani rivendicano la candidatura), il presidente della Regione ha soprattutto rinnovato l'asse con Fratelli d'Italia. Individuando in ogni caso Galvagno come suo delfino per una successione che ipotizza se non nel 2027 almeno cinque anni più tardi dopo un bis da presidente dell'Ars. E confermando che Forza Italia sarà il punto di equilibrio di un centro che guarda stabilmente all'alleanza con la destra.
È stata una giornata, a Milano, che ha avuto scene a favore di telecamere oltre agli incontri dietro le quinte. Schifani e la Amata hanno rivendicato davanti ai giornalisti le manovre per promuovere il turismo. È stato un altro modo, questo, per rendere evidente la vicinanza del presidente a Fratelli d'Italia, partito spesso criticato proprio per gli sprechi negli investimenti in questo settore. «Il 2024 ha confermato la crescita del settore in Sicilia con oltre 21,5 milioni di presenze e un incremento del 4,2 % rispetto all'anno precedente. Particolarmente significativo è stato l'aumento degli stranieri, che segnano un +11,1% ben al di sopra del +3,7% registrato a livello nazionale» ha riassunto Schifani ricordando anche il bando che la Amata ha appena pubblicato per erogare ai gestori di hotel e complessi turistici 135 milioni di fondi europei per ammodernare o ampliare le strutture.
A Milano c'era ieri anche il sindaco Roberto Lagalla che ha cercato di inserire Palermo in questa galassia che conta su numeri record che portano con sé investimenti milionari: «Nel 2023 a Palermo si sono registrati 836.292 arrivi turistici, con un aumento del 15,8% rispetto al 2022. A crescere sono stati soprattutto i turisti stranieri. E attendiamo un ulteriore miglioramento nel 2025, supportati dalla proiezione dell'aumento di voli previsti su Palermo, che supererebbero l'8%».
Schifani ha poi ribadito la sua idea di promuovere la destagionalizzazione del turismo. E in questo piano rientra il maxi investimento da 90 milioni di fondi europei per riaprire, affidandole a privati, le terme di Sciacca e Acireale: «Sono chiuse da dieci anni - ha detto il presidente - ma oggi la Regione è pronta a voltare pagina. Rispetto al passato, quando il precedente bando per riqualificarle non ha avuto successo a causa di ostacoli burocratici e gestionali. Questa volta il contesto è completamente diverso. C'è un reale interesse da parte degli operatori del settore, che ora possono contare su condizioni più favorevoli per investire e contribuire al rilancio delle terme. E in questa logica abbiamo anche ridotto, dal 5% allo 0,5% del fatturato, il canone per la concessione delle acque termali».
AGRIGENTOOGGI
Elezioni ex Province il 27 aprile: votano solo sindaci e consiglieri comunali.
La scelta è stata fatta: le elezioni per le ex Province saranno il 27 aprile. E al voto andranno solo sindaci e consiglieri comunali. Si tratta di elezioni di secondo livello, quelle che a tutti i costi il presidente della Regione Renato Schifani e la la maggior parte dei partiti del centrodestra volevano evitare. Fallito il tentativo di reintrodurre l'elezione diretta.
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Agrigento Capitale della Cultura: arriva la moneta da 5 euro.
L'Italia celebra la sua storia attraverso la numismatica, e la nuova moneta da 5 euro dedicata ad Agrigento Capitale della Cultura 2025 rappresenta un perfetto connubio tra arte, tradizione e innovazione. Coniata dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e firmata dall'artista Uliana Pernazza, questa emissione speciale in rame puro omaggia la città siciliana attraverso alcuni dei suoi simboli più iconici. Non si tratta solo di un oggetto da collezione, ma di una piccola opera d'arte che racconta la grandezza di Agrigento e della sua storia millenaria.
Un tributo alla storia e alla cultura di Agrigento
Agrigento, fondata nel VI secolo aC con il nome di Akragas , è uno dei siti archeologici più straordinari del Mediterraneo. La città, oggi riconosciuta Capitale Italiana della Cultura 2025 , rappresenta una fusione di civiltà, dalla grecità classica ai fasti barocchi. La moneta da 5 euro celebra proprio questo patrimonio unico, raffigurando alcuni dei suoi simboli più preziosi.
La scelta di omaggiare Agrigento attraverso la numismatica si inserisce in una tradizione consolidata dalla Collezione Numismatica della Repubblica Italiana, che ogni anno racconta il Paese attraverso monete dedica a eventi, ricorrenze e figure emblematiche.
I dettagli della moneta: arte e simbolismo
Realizzata in rame puro , la moneta ha un diametro di 32 mm , un peso di 15 grammi e presenta un bordo zigrinato continuo . Si tratta di una moneta Fior di Conio, ovvero priva di segni di circolazione e destinata principalmente al collezionismo.
Il design, curato con grande maestria da Uliana Pernazza , è un vero tributo alla storia di Agrigento. Le due facce della moneta racchiudono un racconto iconografico che parte dalla grandezza dell'antica Akragas e giunge fino al prestigioso riconoscimento come Capitale della Cultura.
Il dritto della moneta: un viaggio nell'architettura greca
Sul dritto della moneta, al centro, troviamo una rappresentazione dei resti del Tempio dei Dioscuri, risalente al I secolo a.C. Questo tempio, tra i più suggestivi della Valle dei Templi, è un simbolo dell'antica grandezza della città.
Alla sua destra, spicca un dettaglio raffinato: un gocciolatoio con protome leonina, elemento architettonico che dimostra l'abilità degli antichi architetti nel fondere funzionalità ed estetica.
In alto, si legge la scritta "Repubblica Italiana", mentre a sinistra, incastonato in una cornice rettangolare, confronta il Telamone, figura colossale che un tempo sorreggeva il Tempio di Zeus Olimpio. A completare l'opera, troviamo la firma dell'artista U. Pernazza .
Il rovescio della moneta: l'eredità dell'antica Akragas
Sul rovescio è protagonista l' Efebo di Agrigento , una delle sculture più affascinanti del V secolo aC, testimone della straordinaria abilità degli scultori greci nella resa del corpo umano. L'Efebo rappresenta non solo un capolavoro artistico, ma anche il legame tra passato e presente.
A sinistra, una piccola moneta raffigurante un granchio , antico simbolo di Akragas, rievoca il glorioso periodo in cui la città era una delle più ricche e potenti del Mediterraneo.
Nel giro della moneta si trovano le scritte "Agrigento 2025" e "Capitale Italiana della Cultura", a sottolineare il prestigioso riconoscimento ricevuto dalla città. In alto a sinistra è presente il segno di spunta, mentre a destra il valore "5 euro" L'arte numismatica: tra tradizione e innovazione
Questa moneta non è solo un oggetto da collezione, ma una testimonianza del ruolo fondamentale che la numismatica riveste nella conservazione della memoria storica. Ogni dettaglio è stato studiato per valorizzare il patrimonio culturale di Agrigento, trasformando un oggetto di uso comune in un'opera d'arte in miniatura.
La Zecca dello Stato, con questa emissione, dimostra ancora una volta come il design e la tradizione possono convivere in perfetta armonia , dando vita a monete che sono molto più di semplici strumenti di pagamento: sono piccoli gioielli di storia e cultura.
L'importanza delle emissioni numismatiche nella valorizzazione del patrimonio
Le monete celebrative hanno un grande potenziale nella promozione del patrimonio artistico e storico di una nazione. Attraverso il loro design, riescono a trasmettere messaggi profondi e a rendere omaggio a città, eventi e personalità di spicco.
Quella dedicata ad Agrigento 2025 è un chiaro esempio di come la numismatica possa essere uno strumento per diffondere la conoscenza del nostro passato, mantenendo viva l'attenzione su luoghi e simboli di grande valore culturale.
Agrigento Capitale della Cultura 2025: un riconoscimento significativo
L'assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025 ad Agrigento non è casuale. La città siciliana, con la sua storia millenaria e il suo patrimonio archeologico senza eguali, rappresenta un ponte tra il passato glorioso della Magna Grecia e il presente di un'Italia che punta sulla cultura per il suo futuro.
Questo riconoscimento porterà visibilità internazionale, incentivando il turismo e le iniziative culturali che valorizzeranno ulteriormente le bellezze della città.
Collezionisti e appassionati: l'attrazione della moneta da 5 euro
Per gli amanti della numismatica, questa moneta rappresenta un pezzo unico . Le monete commemorative italiane sono da sempre oggetto di grande interesse, e questa nuova emissione dedicata ad Agrigento non farà eccezione. Il valore collezionistico di questa moneta potrebbe crescere nel tempo, rendendola un'opportunità da non perdere per chi desidera possedere un frammento della storia italiana.
Un ponte tra passato e futuro: riflessioni finali
La moneta dedicata ad Agrigento Capitale della Cultura 2025 è molto più di un semplice pezzo di metallo. È un omaggio all'arte, alla storia e alla cultura di una delle città più affascinanti d'Italia. Il suo design, studiato nei minimi dettagli, crea un ponte tra il passato glorioso dell'antica Akragas e il futuro della città come centro di cultura e innovazione.
In un'epoca dominata dal digitale, una moneta fisica diventa un simbolo tangibile dell'identità italiana, capace di trasmettere emozioni e significati profondi. Questa emissione ci invita a riflettere su come il passato possa essere celebrato e reinterpretato attraverso strumenti moderni, mantenendo viva la memoria storica per le generazioni future.
SCRIVOLIBERO
Libero Consorzio Agrigento, al via le domande di partecipazione agli esami per l'attività di trasportatore di merci per conto terzi.
Scade il prossimo 28 febbraio, alle ore 12:00, il termine per la presentazione delle domande di ammissione alla prima sessione 2025 degli esami per il conseguimento dell'idoneità professionale per l'esercizio dell'attività di trasportatore di merci per conto terzi su strada nel settore dei trasporti nazionali ed internazionali. Le istanze, corredate della documentazione specificata nel bando, dovranno essere presentate secondo l'allegato "A" del bando pubblicato sul sito istituzionale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, a mezzo posta o brevi manu, al Settore Solidarietà Sociale e Trasporti - Piazza A. Moro 1, 92100, Agrigento.
Possono partecipare tutti coloro in possesso, alla stessa data, dei seguenti requisiti: maggiore età, non essere interdetti o inabilitati giudizialmente, essere in possesso di un titolo di studio di istruzione superiore di secondo grado a seguito di corso di durata triennale, quadriennale o quinquennale, ovvero di avere assolto all'obbligo scolastico e superato un corso di istruzione di secondo grado o un corso di preparazione all'esame presso un organismo autorizzato.
Sono previste due tipologie di abilitazione: esame completo per trasporto nazionale e internazionale, ed esame integrativo, che consente a coloro in possesso dell'idoneità per il solo trasporto nazionale di conseguire l'idoneità per il trasporto internazionale.
L'esame consiste in due prove scritte da svolgersi in un unico giorno e della durata massima, per ogni prova, di due ore. La prima consiste nella compilazione di una scheda quiz di sessanta domande con risposta a scelta fra quattro risposte predefinite, di cui solamente una corretta (venti quesiti di diritto, equamente distribuiti tra diritto civile, commerciale, tributario e sociale. e dieci quesiti per ciascuna delle seguenti quattro materie: gestione commerciale e finanziaria dell'impresa, accesso al mercato. norme tecniche e gestione tecnica, sicurezza stradale.
La seconda prova consiste in una esercitazione su un caso pratico che prevede la soluzione di un problema a risposta aperta, articolato in quattro domande e contenente indifferentemente elementi relativi all'ambito nazionale e/o internazionale.
I candidati che supereranno gli esami potranno svolgere la professione di autotrasportatore di merci su strada in Italia e su tutto il territorio dell'Unione Europea. Per tutte le informazioni gli interessati possono rivolgersi al Settore Trasporti (via Esseneto n. 66 ad Agrigento, tel. 0922/593647/680), oppure alle sedi URP del Libero Consorzio presenti in diversi comuni della provincia.
Tutti i dettagli al link:
https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15859
TELEACRAS
Elezioni Provinciali: esiti del vertice di centrodestra.
Vertice tra i segretari regionali del centrodestra siciliano a Palermo. All'ordine del giorno le elezioni Provinciali del 27 aprile. Raggiunto un accordo unitario.
Per le elezioni Provinciali in Sicilia si voterà, a meno di sorprese, domenica 27 aprile. E l'argomento è stato all'ordine del giorno di un vertice del centrodestra riunito a Palermo. E' stato raggiunto un accordo unitario sulle candidature alla presidenza delle nove Province dell'isola. I presidenti saranno eletti non dai cittadini ma, trattandosi di elezioni indirette di secondo livello, alle urne si recheranno solo i sindaci e i consiglieri comunali di ciascun Comune compreso nella provincia di riferimento. A termine della riunione, le forze politiche di maggioranza hanno diffuso un documento congiunto in cui si legge: "La coalizione di centrodestra si presenterà compatta alle prossime elezioni Provinciali per la scelta dei Presidenti che saranno scelti in modo da dare spazio anche alle sensibilità dei territori. Individueremo candidature condivise che siano rappresentative delle proprie comunità ed espressione dei valori del centrodestra. Nel rispetto del sistema elettorale proporzionale, ciascuna forza politica presenterà le proprie liste, una scelta che consentirà di garantire la più ampia e qualificata rappresentanza territoriale. Questa strategia permetterà di valorizzare le specificità di ogni partito, mantenendo al contempo la solidità della coalizione. L'unità del centrodestra siciliano è la migliore garanzia per assicurare una gestione efficace e responsabile delle Province, nell'interesse dei cittadini e dello sviluppo dei territori". Firmato dai segretari: Marcello Caruso (Forza Italia), Nino Germanà (Lega), Salvo Pogliese (Fratelli d'Italia), Massimo Dell'Utri (Noi Moderati), Fabio Mancuso (Movimento per l'Autonomia) e Stefano Cirillo (Democrazia Cristiana).
LIVESICILIA
Terzo mandato nei Comuni tra cinque e 15mila abitanti, ddl all'Ars.
PALERMO - No al terzo mandato consecutivo per i sindaci nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, sì in quelli tra 5.000 e 15.000 abitanti, nessun limite per i Comuni sotto i 5 mila abitanti. Lo prevede un disegno di legge del gruppo parlamentare di Sud chiama Nord, "volto a recepire e armonizzare nell'ordinamento della Regione siciliana le disposizioni dell'articolo 51 del Testo unico degli enti locali (D.Lgs. 267/2000), stabilendo criteri chiari e uniformi in materia di limitazione dei mandati dei sindaci", dice il coordinatore regionale di ScN, Danilo Lo Giudice.
"I sindaci non restino nel limbo"
"La politica non può continuare a tenere i sindaci nel limbo fino all'ultimo minuto, creando incertezza e confusione su regole fondamentali per la continuità amministrativa e la programmazione del territorio - aggiunge -. L'approvazione di questa legge garantirà maggiore chiarezza nelle regole elettorali e assicurerà un'applicazione uniforme delle disposizioni nazionali sul territorio siciliano. È inaccettabile che ancora oggi, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, non ci sia certezza sulle norme da applicare: i sindaci devono poter programmare il futuro della loro comunità senza subire decisioni dell'ultimo momento".
https://livesicilia.it/terzo-mandato-nei-comuni-tra-cinque-e-15mila-abitanti-ddl-allars/
LENTEPUBBLICA
Arriva lo sblocco dell'anticipo del TFR per i dipendenti Statali? Alcune anticipazioni
Possibili novità in arrivo per i dipendenti pubblici in materia di Trattamento di Fine Rapporto (TFR): il Governo valuta lo sblocco della misura anche per gli statali.Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha infatti anticipato che il governo sta esaminando l'ipotesi di estendere anche ai lavoratori statali la possibilità di richiedere un anticipo sulla liquidazione maturata, misura attualmente riservata esclusivamente al settore privato.La situazione attualeAd oggi, solo i lavoratori privati possono ottenere fino al 75% del TFR accumulato dopo almeno otto anni di servizio, utilizzandolo per esigenze specifiche come l'acquisto della prima casa o spese sanitarie significative. I dipendenti pubblici, invece, si sono trovati esclusi da questa opzione, specialmente dopo la sospensione della possibilità di anticipazione per gli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Dal 25 aprile 2024, infatti, l'INPS ha interrotto l'accettazione delle domande per l'anticipo, a causa dell'esaurimento dei fondi disponibili.Il regolamento approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'INPS il 9 novembre 2022 prevedeva che le erogazioni avvenissero nei limiti delle risorse finanziarie stanziate annualmente. L'aumento delle richieste ha portato rapidamente al raggiungimento del plafond disponibile, impedendo di accogliere nuove istanze a partire dal 26 aprile 2024. Tuttavia, le richieste già presentate potranno ancora essere soddisfatte, a condizione che rientrino nei limiti finanziari e ricevano conferma da parte dell'Istituto.Arrivo lo sblocco dell'anticipo del TFR per i dipendenti Statali? Alcune anticipazioniOra il governo sta lavorando a una soluzione per colmare questa disparità tra pubblico e privato. Sebbene non siano ancora stati definiti tempi certi per l'approvazione del provvedimento, l'iniziativa richiede un'attenta analisi delle coperture economiche e delle modalità attuative. L'eventuale estensione dell'anticipo del TFR ai dipendenti pubblici potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel garantire maggiore equità tra le due categorie di lavoratori, offrendo un supporto concreto a chi si trova in situazioni di necessità economica.Se lo sblocco dell'anticipo del TFR venisse effettivamente approvato, i dipendenti pubblici ne trarrebbero numerosi benefici. Innanzitutto, avrebbero accesso immediato a una liquidità aggiuntiva, utile per affrontare spese impreviste come cure mediche costose o ristrutturazioni della propria abitazione. Inoltre, si ridurrebbe la disparità di trattamento tra settore pubblico e privato, garantendo agli statali una maggiore flessibilità nella gestione delle proprie risorse finanziarie.Un altro vantaggio rilevante sarebbe la possibilità di investire una parte del proprio TFR per avviare attività imprenditoriali o per integrare il reddito familiare in momenti di difficoltà economica. Questo strumento potrebbe anche agevolare chi desidera acquistare una casa, offrendo una fonte di finanziamento alternativa rispetto ai mutui bancari, spesso onerosi.Dal punto di vista previdenziale, l'anticipo del TFR potrebbe rappresentare una forma di sostegno a chi si avvicina all'età pensionabile e ha bisogno di risorse per affrontare la transizione verso il pensionamento. Infine, un accesso più agevole alla liquidazione accumulata nel corso della carriera lavorativa permetterebbe ai dipendenti pubblici di pianificare meglio il proprio futuro finanziario, riducendo il rischio di indebitamento.