GIORNALE DI SICILIA
L'Europa verso il riarmo, a rischio per la Sicilia i fondi di Bruxelles non spesi.
Il ministro Fitto ha riunito i presidenti di Regione: preparatevi a cedere le risorse sinora bloccate. Schifani: anche l'Isola è pronta a fare la sua parte.Racconta chi c'era che a un certo punto dell'incontro il commissario europeo Raffaele Fitto si è fatto serio. E guardando i presidenti di Regione del Sud, riuniti a Roma, ha usato parole volutamente molto nette: se il progetto di riarmo dell'Unione Europea annunciato da Ursula von der Leyen andrà in porto, per coprire gli 800 miliardi necessari si attingerà anche ai contributi comunitari non spesi. La Sicilia potrebbe quindi dover cedere parte dei quasi 7 miliardi del Fse e del Fesr.
Al momento è solo una ipotesi. Ma per avere un'idea di quanto possa incidere sulle casse della Regione basta pensare che ieri, rientrato da Roma, il presidente Renato Schifani ha riunito tutti i dirigenti che si occupano insieme a Vincenzo Falgares di programmazione per fare il punto sui margini di manovra. E si tratta di centinaia di milioni in ballo. Visto soprattutto che lo stesso commissario Fitto ha ricordato che dei fondi della programmazione 2021-2027 a livello nazionale si è speso solo il 4,9%. E la Sicilia non ha fatto meglio, al punto che proprio due settimane fa Schifani ha dovuto concordare con il ministro Tommaso Foti un piano di salvataggio dei primi 700 milioni che l'Ue minacciava di riprendersi perché non saranno spesi entro la prima scadenza, fissata al 31 dicembre prossimo.
Ora però il «prelievo» ipotizzato da Fitto non sarebbe punitivo ma perfino volontario.
QDS
Corte dei Conti, Enti locali siciliani da salvare: persistono profili di "estrema criticità".
I dissesti finanziari, negli ultimi cinque anni, si sono moltiplicati. E il trend continua a essere in peggioramento
PALERMO - La situazione finanziari degli Enti locali siciliani è critica. Questo è quanto emerge dalla relazione annuale di Salvatore Pilato, presidente della Sezione di Controllo per la Regione Siciliana, presentata lo scorso 28 febbraio nell'ambito dell'apertura dell'anno giudiziario 2025 della Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana della Corte dei Conti che, nella sua relazione, traccia le cause per tipologia e categorie.
Esaminando nell'ultimo quinquennio le pronunce specifiche adottate all'esito dei controlli finanziari sui rendiconti e sui bilanci preventivi, nonché le deliberazioni sulle procedure di riequilibrio e sulle verifiche periodiche di attuazione dei medesimi piani, è possibile individuare l'emersione delle principali cause strutturali che contraddistinguono la gravità degli stati di crisi finanziaria e gestionale degli Enti locali. La classificazione in categorie omogenee dei fattori che determinano la crisi finanziaria, ostacolando la realizzazione dell'equilibrio di bilancio, può essere traslata nelle seguenti tipologie sintomatiche della evidente criticità nella gestione amministrativa: il ritardo nell'approvazione dei documenti contabili rispetto ai termini di legge; la necessità di incrementare gli accantonamenti delle somme...
LIVESICILIA
Rifiuti in Sicilia, la Regione recupera spazio nelle discariche dell'isola. Dopo una sentenza del Consiglio di stato.
PALERMO - Rifiuti in Sicilia: dopo una recente sentenza del Consiglio di Stato, la Regione ha deciso di scrivere ai gestori delle discariche siciliane per invitarli a rivedere la capacità residua dei loro impianti.
Il ricalcolo per i rifiuti in Sicilia
I giudici amministrativi hanno chiarito che il calcolo della volumetria deve escludere il materiale usato per coprire e contenere i rifiuti. In pratica, solo i rifiuti effettivamente depositati contano ai fini dello smaltimento.
L'impalcatura cede da 78 piani di altezza, terrore per due operai
Questo potrebbe liberare fino al 20 per cento di spazio in più, riducendo la necessità di spedire i rifiuti fuori dalla Sicilia, operazione che costa oltre 100 milioni di euro all'anno. Il tutto in attesa che entrino in funzione i termovalorizzatori.
Le soluzioni della Regione
Su iniziativa della presidenza della Regione, l'assessorato dell'Energia e dei servizi di pubblica utilità ha convocato un tavolo tecnico per individuare le soluzioni amministrative più idonee all'applicazione della sentenza del Consiglio di Stato.
Tra le opzioni esaminate dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti, si valuta anche una modifica delle Autorizzazioni integrate ambientali (Aia), ove necessario, applicando il nuovo criterio di calcolo della volumetria. Questa soluzione potrebbe garantire altri due anni circa di operatività per le discariche, evitando la fase transitoria prima della realizzazione dei nuovi impianti.
Una possibilità di importanza non secondaria, considerato che, secondo i dati del dipartimento regionale, allo scorso 20 febbraio la volumetria residua nelle discariche siciliane era di circa 750 mila metri cubi, sufficienti a coprire appena altri nove o dieci mesi di conferimento.
"Ridurre i costi per i comuni"
"L'obiettivo - afferma il presidente della Regione Renato Schifani - è definire rapidamente soluzioni concrete, nel rispetto delle norme, che consentano di sfruttare al meglio gli spazi disponibili, di ridurre i costi per i Comuni e di garantire una gestione sostenibile fino alla realizzazione dei nuovi impianti di trattamento e valorizzazione dei rifiuti".
"La Regione - conclude Schifani - continuerà a monitorare la situazione e a mettere in campo tutte le misure necessarie per garantire il corretto funzionamento del sistema, tutelando l'ambiente e la salute dei cittadini".
Di recente i dati sui rifiuti in Sicilia avevano mostrato che Palermo e Catania sono maglie nere nella raccolta differenziata.
https://livesicilia.it/rifiuti-sicilia-regione-recupera-spazio-discariche/
LENTEPUBBLICA
Monetizzazione ferie dirigenti pubblici: il parere della Cassazione.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 5496 del 2 marzo 2025, ha introdotto un'importante novità in materia di monetizzazione delle ferie per i dirigenti pubblici.
Secondo la Suprema Corte, spetta al datore di lavoro dimostrare che l'organizzazione dell'ente avrebbe potuto garantire l'efficienza operativa anche nel caso in cui il dirigente avesse usufruito delle ferie maturate.
Il ricorso e i punti di contestazione
Il caso ha preso avvio dal ricorso di un dirigente pubblico che, al termine del rapporto di lavoro, aveva richiesto la liquidazione delle ferie non godute. La Corte territoriale aveva respinto la richiesta, ritenendo che il diritto alla monetizzazione si applicasse esclusivamente alle ferie maturate nell'ultimo periodo di servizio, escludendo quelle accumulate negli anni precedenti.
Il ricorrente ha quindi sollevato diverse censure, tra cui:
Errata interpretazione della normativa: contestando la decisione della Corte territoriale, che aveva limitato il diritto alla monetizzazione solo all'ultimo anno di servizio.
Mancata motivazione della sentenza: sottolineando l'assenza di una spiegazione adeguata sul motivo per cui si ritenesse che il dirigente potesse autonomamente organizzare le ferie.
Omesso esame di contratti di lavoro: evidenziando che i documenti sottoscritti con la Direzione Aziendale stabilivano modalità specifiche per la fruizione delle ferie, che non erano state prese in considerazione.
Violazione dell'onere della prova: affermando che spettava al datore di lavoro dimostrare che il dirigente avesse avuto la possibilità effettiva di godere delle ferie senza compromettere il funzionamento dell'ente.
La decisione della Cassazione sulla monetizzazione delle ferie dei dirigenti pubblici
Accogliendo il ricorso, la Suprema Corte ha ribadito un principio già espresso in precedenti pronunce (Cass. n. 13613/2020, Cass. n. 18140/2022, Cass. n. 21780/2022, Cass. n. 13679/2024). In base a tali orientamenti, un dirigente ha diritto a un'indennità sostitutiva per le ferie non godute alla cessazione del rapporto di lavoro, a meno che il datore di lavoro non dimostri di avergli garantito concretamente la possibilità di usufruirne. Tale prova deve includere un'adeguata informazione e, se necessario, un formale invito a fruirne.
Questa sentenza segna un passaggio significativo nella disciplina delle ferie per i dirigenti pubblici, rafforzando la tutela del diritto alle ferie e stabilendo con maggiore chiarezza gli oneri probatori a carico dei datori di lavoro nel settore pubblico.
LENTEPUBBLICA
Opportunità e rischi nei Progetti finanziati dal PNRR in Sicilia.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una straordinaria opportunità per il rilancio economico e sociale dell'Italia, ma in Sicilia non mancano rischi nella sua tentata attuazione.
L'obiettivo dichiarato è ovviamente quello di modernizzare il Paese attraverso investimenti in infrastrutture, sostenibilità, digitalizzazione e inclusione sociale.
Opportunità e rischi nei Progetti finanziati dal PNRR in Sicilia
La dispersione nei progetti, la mancanza di trasparenza e il rischio di infiltrazioni mafiose e corruzione sono questioni che richiedono un'analisi approfondita.
Troppi progetti, poca pianificazione
Molti comuni della provincia di Agrigento si trovano a partecipare a una molteplicità e miriade di progetti finanziati dal PNRR, spesso senza una pianificazione strategica chiara.
Questa dispersione di sforzi può portare a un utilizzo inefficace delle risorse, con progetti che non riescono a integrarsi tra loro o a rispondere in modo sinergico alle esigenze della comunità. La mancanza di coordinamento tra i vari enti locali e le istituzioni regionali e nazionali può comportare ritardi nell'implementazione dei progetti e, in alcuni casi, la perdita di opportunità di finanziamento.
Gestione dei fondi poco trasparente
Un altro aspetto critico è la gestione dei fondi, che in molti casi appare poco chiara e trasparente. I cittadini e le associazioni locali esprimono preoccupazioni riguardo alla rendicontazione e alla tracciabilità delle spese. La carenza di informazioni dettagliate su come vengono utilizzati i fondi pubblici alimenta il sospetto di mala gestione e corruzione.
Per garantire una gestione responsabile, è fondamentale implementare pratiche di trasparenza, come la pubblicazione di report dettagliati e accessibili riguardanti l'uso dei fondi, le procedure di affidamento e le scelte progettuali. Solo così si può ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Rischio di infiltrazioni criminali
Ricordiamo, infatti, che la gestione dei fondi del PNRR, specie in Sicilia, non è priva di rischi, in particolare in aree come la provincia di Agrigento, dove la presenza della criminalità organizzata è una realtà preoccupante. La possibilità di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici rappresenta una minaccia significativa.
L'affidamento di progetti a ditte non trasparenti o con legami ambigui può portare a fenomeni di corruzione e a un utilizzo distorto delle risorse pubbliche. È fondamentale che gli enti locali adottino misure di prevenzione e controllo, come l'implementazione di procedure di gara rigorose, l'adozione di strumenti di monitoraggio e la creazione di collaborazioni con le forze dell'ordine e le autorità competenti per garantire la legalità nella gestione dei fondi.
Potenziare le capacità tecniche e amministrative
Un ulteriore elemento da considerare è la necessità di potenziare le capacità tecniche ed amministrative degli enti locali. Molti Comuni in Sicilia, soprattutto i più piccoli, mancano delle competenze necessarie per gestire progetti complessi e di grande valore economico come quelli previsti dal PNRR.
Investire nella formazione del personale e nella creazione di team di lavoro dedicati alla gestione dei fondi può contribuire a migliorare l'efficacia nell'attuazione dei progetti e a garantire una maggiore trasparenza.
Massimizzare i benefici dei progetti PNRR in Sicilia: come fare?
Per affrontare le sfide legate alla gestione dei fondi dei progetti PNRR in Sicilia e massimizzare i benefici in tutte le provincie si propongono le seguenti raccomandazioni:
Creazione di un "Coordinamento Intercomunale": i Comuni della provincia dovrebbero lavorare insieme per sviluppare un piano strategico condiviso che identifichi priorità comuni e progetti da realizzare in sinergia. Un approccio collaborativo può aumentare l'efficacia e la sostenibilità degli investimenti;
Implementazione di Sistemi di Monitoraggio e cabine di regia territoriali: è essenziale istituire sistemi di monitoraggio e valutazione dei progetti finanziati, per garantire che i fondi vengano utilizzati in modo appropriato e che i risultati siano misurabili. Questi sistemi devono essere accessibili al pubblico e favorire la partecipazione dei cittadini nel controllo delle spese;
Formazione e sviluppo delle competenze: investire nella formazione dei dipendenti pubblici e nella creazione di team specializzati nella gestione dei fondi europei e nella progettazione di iniziative culturali e infrastrutturali è fondamentale. Collaborazioni con Università e Istituti di ricerca possono offrire opportunità di aggiornamento e sviluppo;
Promozione della legalità: è necessario rafforzare le politiche di legalità e prevenzione della corruzione. Ciò include l'adozione di codici di condotta, la formazione su etica e integrità per il personale pubblico e la creazione di sinergie con le forze dell'ordine per monitorare i rischi di infiltrazione mafiosa negli appalti. Un aspetto spesso trascurato e sottaciuto è, infine, l'importanza della comunicazione. Le amministrazioni locali devono impegnarsi a informare i cittadini sui progetti in essere, sull'uso dei fondi e sui risultati ottenuti. Creare canali di comunicazione diretta, come newsletter, eventi pubblici e piattaforme online, può contribuire a creare un clima di fiducia e coinvolgimento.
Dissesto Finanziario e Valutazione della Performance della Dirigenza Pubblica
Il dissesto finanziario degli enti locali rappresenta una problematica complessa che richiede un'analisi approfondita non solo delle cause economiche e gestionali, ma anche del ruolo cruciale della dirigenza pubblica nella definizione e attuazione delle politiche.
La valutazione della performance della dirigenza è un elemento fondamentale per garantire che le amministrazioni pubbliche operino in modo efficiente e responsabile, specialmente in contesti di crisi economica ed è un elemento cruciale per affrontare il dissesto finanziario degli enti locali. Attraverso l'implementazione di indicatori chiari, meccanismi di valutazione strutturati e un sistema di incentivi e sanzioni, è possibile promuovere una gestione più responsabile, trasparente ed efficace delle risorse pubbliche.
Affrontare il dissesto finanziario richiede un impegno collettivo e proprio una ristrutturazione della "governance" che coinvolga tutti gli attori, dalla dirigenza ai cittadini ed è essenziale per diverse ragioni:
responsabilità e "accountability"( misurare le performance consente di identificare i responsabili delle scelte e delle decisioni che hanno portato al dissesto finanziario);
creare meccanismi di "accountability" è fondamentale per ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni;
identificare aree di miglioramento;
stimolo alla performance;
stabilire obiettivi chiari e misurabili per la dirigenza pubblica può incentivare un comportamento proattivo e orientato ai risultati, incoraggiando i dirigenti a lavorare per il benessere della comunità.
Evidente, dunque, che affrontare il dissesto finanziario degli enti locali attraverso una valutazione rigorosa della performance della dirigenza pubblica è fondamentale per garantire una "governance" efficace e responsabile.
Implementando indicatori chiari, meccanismi di valutazione, formazione continua e una cultura di trasparenza, le amministrazioni possono non solo superare le sfide attuali, ma anche costruire una base solida per un futuro sostenibile.
Promuovere una dirigenza pubblica responsabile e orientata ai risultati è un passo cruciale verso il recupero della fiducia dei cittadini e il miglioramento dei servizi pubblici. Con un impegno condiviso e una visione strategica, è possibile trasformare la crisi in un'opportunità di rinnovamento e crescita per tutte le comunità locali.
"Better Regulation" e Dissesto degli Enti Locali: Un Approccio Strategico
Il concetto di "Better Regulation" si riferisce a un insieme di principi e pratiche mirate a migliorare l'efficacia e l'efficienza della regolamentazione pubblica. In un contesto di dissesto finanziario degli enti locali, come quello che affligge molte amministrazioni in Sicilia, l'applicazione di questi principi diventa fondamentale per affrontare le sfide e favorire un recupero sostenibile. Ecco come si possono integrare i principi di "Better regulation" nella gestione del dissesto degli enti locali.
A parere di scrive, l'applicazione dei principi suddetti nella gestione del dissesto degli enti locali in Sicilia è fondamentale per promuovere una "governance" più efficace, responsabile e sostenibile. Attraverso la semplificazione delle procedure, la trasparenza, la partecipazione della comunità e la formazione del personale, è possibile creare un modello di amministrazione pubblica che non solo affronta le sfide attuali, ma contribuisce anche a costruire un futuro migliore per i cittadini.
La situazione di dissesto non deve essere vista solo come una crisi, ma anche come un'opportunità di rinnovamento e cambiamento. Con un impegno collettivo e una visione strategica, le amministrazioni locali possono trasformare le sfide in opportunità, recuperando la fiducia dei cittadini e promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Gli obiettivi da perseguire
A tal uopo, risulta fondamentale concentrarsi su alcuni obiettivi cardine quali:
incremento della trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche per ricostruire la fiducia dei cittadini;
pubblicazione dei bilanci;
rendere pubblici i bilanci e i documenti finanziari in modo accessibile, permettendo ai cittadini di monitorare l'uso delle risorse.
La trasparenza nelle spese pubbliche è fondamentale per prevenire la corruzione e garantire una gestione responsabile:
utilizzare ad ampio raggio meccanismi di "accountability";
istituire sistemi di rendicontazione e monitoraggio che permettano di valutare l'efficacia delle politiche e dei progetti.
Utile sarebbe altresì:
l'implementazione di audit regolari e di feedback da parte dei cittadini può contribuire a garantire una gestione più responsabile;
facilitare consultazioni pubbliche favorendo in tal modo la coesione sociale e permettendo di allineare le decisioni amministrative con le aspettative della comunità;
creare piattaforme di partecipazione ovvero spazi e strumenti digitali che consentano ai cittadini di partecipare attivamente alla vita pubblica, presentare proposte e segnalare problemi.
Ma soprattutto, stabilire meccanismi di controllo per garantire l'efficacia delle politiche attuate lavorando su due fronti:
"Indicatori chiari di Performance" per valutare i risultati delle politiche e dei progetti realizzati( il monitoraggio costante permetterebbe di apportare le necessarie correzioni in corso d'opera);
Fedback continuo (cioè raccogliere feedback dai cittadini e dalle parti interessate per valutare l'impatto delle politiche e identificare aree di miglioramento).
Questo approccio favorirebbe una cultura dell'apprendimento continuo all'interno delle amministrazioni.
Quale sarà il futuro dei Comuni Siciliani?
Un cosa è certa: il futuro dei Comuni in Sicilia dipende non solo dalla corretta gestione dei progetti del PNRR, ma anche dalla capacità di affrontare in modo efficace il dissesto finanziario. Con una gestione responsabile, una pianificazione strategica e un forte impegno nella lotta alla corruzione, è possibile non solo superare la crisi attuale, ma anche costruire un modello di sviluppo sostenibile che garantisca servizi adeguati e una migliore qualità della vita per tutti i cittadini. La strada da percorrere è lunga e complessa, ma con un approccio collaborativo e una visione condivisa, si potrebbe tornare ad essere un esempio di buona amministrazione e di rinascita economica.
ILSOLE24ORE
L'ospitalità di lusso scommette su un altro anno record.
La clientela altro spendente nel 2024 ha alimentato un giro d'affari tra alloggio, ristorazione, bevande, trasporti e shopping di quasi 18 miliardi.
Oltre 9 miliardi di euro, più o meno il 16,8% del totale della spesa turistica nel 2024. È quanto la clientela altospendente ha speso lo scorso anno soggiornando in hotel a 5 stelle e 5 stelle lusso. Un segmento dell'industria dell'ospitalità anticiclico che ha visto crescere le presenze nelle strutture alberghiere del 5,2% annuo mentre negli hotel 5 stelle e 5 stelle lusso hanno raggiunto il 9,2% annuo, quasi il doppio rispetto alla media del settore. Sono queste le stime per il segmento alberghiero luxury di Demoskopika che evidenzia come le presenze nelle strutture di fascia alta hanno sfiorato i 12,8 milioni di pernottamenti con oltre 4,5 milioni di arrivi, indiretta conferma dell'attrattività crescente che ha l'Italia sulla clientela alto-spendente. Per quest'anno le previsioni di Demoskopika stimano circa 4,6 milioni di arrivi e poco più di 12,9 milioni di presenze, con un +2,0% e un +1,4% sull'anno precedente.
Quali sono i paesi di provenienza di questi ospiti premium? Secondo la ricerca oltre i due terzi delle presenze riguardano clienti che arrivano da Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Francia, Austria, Spagna, Paesi Bassi, Canada, Australia, Giappone. La spesa dei clienti arrivati da Berlino ha toccato i 5.336 milioni, pari a una quota del 29,8%, dagli Stati Uniti 4.058 milioni di euro (22,7%), Regno Unito con 1.724 milioni di euro (9,6%), Svizzera con 1.576 milioni (8,8%), Francia con 1.528 milioni di euro (8,5%), Austria con 1.099 milioni (6,1%). Per finire seguono Spagna con 623 milioni di euro (3,5%), Paesi Bassi con 616 milioni di euro (3,4%), Canada con 532 milioni (3,0%), Australia con 519 milioni di euro (2,9%) e, infine, Giappone con 290 milioni di euro (1,6%). Danarosi ospiti che tra alloggio, ristorazione, bevande, trasporti e shopping hanno speso quasi 18 miliardi di euro. «L'analisi ha evidenziato la solidità crescente del comparto luxury in Italia - spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - contraddistinto da un'offerta ricettiva di alto livello e da una capacità di intercettare segmenti di mercato con elevata propensione alla spesa. Fra i fattori che hanno contribuito al rafforzamento del turismo a 5 stelle emergono l'attenzione alla qualità dei servizi, la valorizzazione delle destinazioni di pregio e la creazione di esperienze esclusive per la clientela. Per consolidare ulteriormente questa tendenza positiva occorre puntare su formazione specialistica, innovazione tecnologica e integrazione di filiera, coinvolgendo attori pubblici e privati in una strategia condivisa che generi maggiore competitività, riduca le inefficienze, consenta di sviluppare proposte di valore altamente personalizzate rafforzando la reputazione internazionale del nostro Paese come meta di lusso». Non siamo di fronte a un mero exploit ma a precise scelte imprenditoriali che hanno rafforzato l'offerta a misura di turismo premium a partire dal numero degli hotel cinque stelle.
Per quanto riguarda le destinazioni le regioni con un'offerta di lusso e una grande attrattività sugli ospiti sono il Lazio, la Campania, Lombardia, Sardegna e Veneto. Più che significativa anche la performance delle regioni con un posizionamento solido nel mercato luxury ma senza raggiungere l'eccellenza assoluta: Toscana, Trentino Alto Adige, Puglia, Sicilia e Liguria. Per le loro potenzialità si distinguono Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Basilicata, Umbria. A chiudere, infine, la classifica dei sistemi turistici locali sulla base della loro performance nel turismo di lusso, le rimanenti regioni hanno un turismo di lusso in fase embrionale o che necessita di interventi strategici per rafforzare l'attrattività nel mercato premium e sono: Calabria, Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna e Marche.
In questo filone si collega l'importanza del termalismo come elemento che aiuta la destagionalizzazione perché le stazioni termali, con la loro offerta integrata che coniuga salute, relax e natura, permettono di distribuire i flussi turistici della clientela altospendete durante tutto l'anno, contribuendo alla sostenibilità del comparto e alla crescita delle economie locali. «Investire sul termalismo significa rafforzare la competitività dell'Italia nel mercato europeo e internazionale, promuovendo un turismo di qualità, sostenibile e attrattivo in ogni periodo dell'anno. Valorizzare le destinazioni termali vuol dire puntare su un'offerta turistica distintiva, capace di generare benefici economici e sociali per i territori e per l'intero comparto fanno sapere da Federterme Confindustria.
LENTEPUBBLICA
Segretari comunali e provinciali: trattamento economico per reggenza o supplenza.
Il Ministero dell'Interno ha diffuso una circolare (protocollo 3026 del 28 gennaio 2025) contenente chiarimenti sul trattamento economico dei segretari comunali e provinciali in reggenza o supplenza.
Le nuove indicazioni riguardano, in particolare, le condizioni retributive dei dirigenti in posizione di disponibilità, in conformità alle disposizioni dell'articolo 101 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Si ricorda che gli incarichi di reggenza e supplenza risultano regolati dall'articolo 19, comma 8, del DPR n. 465/1997.
Queste nuove disposizioni segnano un'evoluzione nell'organizzazione e nella gestione retributiva dei segretari comunali e provinciali. Si garantisce così maggiore flessibilità agli enti locali e un quadro normativo più chiaro per il personale in disponibilità.
Nuovo assetto retributivo per i segretari in disponibilità
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dell'Area Funzioni Locali per il triennio 2019-2021, firmato il 16 luglio 2024, introduce modifiche significative per i segretari comunali e provinciali, compresi quelli in disponibilità. L'articolo 60 del CCNL rivede la struttura della retribuzione di posizione, consentendo agli enti locali di modulare l'importo all'interno di un intervallo definito, basato sulla popolazione di riferimento.
Dal 1° gennaio 2025, termine ultimo per l'adeguamento degli ordinamenti locali, i segretari comunali e provinciali in disponibilità percepiranno la retribuzione di posizione nella misura minima stabilita dall'articolo 60, comma 1. Questo importo servirà anche come base per il calcolo di ulteriori trattamenti economici previsti dalla normativa.
Segretari comunali e provinciali: trattamento economico per reggenza o supplenza
I segretari comunali e provinciali in disponibilità possono essere assegnati a incarichi di reggenza o supplenza a tempo pieno o parziale, secondo quanto stabilito dall'articolo 19, comma 2, del DPR n. 465/1997. La circolare chiarisce che, in tali situazioni, la retribuzione sarà equiparata a quella del segretario sostituito, con oneri a carico dell'ente locale che conferisce l'incarico.
L'interpretazione fornita dall'Aran (parere n. 36798 del 20 novembre 2024) conferma che, nonostante l'introduzione del nuovo CCNL, il principio secondo cui il segretario incaricato debba percepire la retribuzione di posizione corrispondente alla classificazione della sede di segreteria rimane valido. Inoltre, continuerà a essere garantito lo stipendio tabellare maturato all'atto del collocamento in disponibilità, come stabilito dall'articolo 57, comma 3, del CCNL.
Adeguamenti e responsabilità degli enti locali
Con l'entrata in vigore della nuova disciplina retributiva, il Ministero dell'Interno erogherà direttamente ai segretari in disponibilità l'importo minimo della retribuzione di posizione. Gli enti locali dovranno invece provvedere al pagamento di eventuali ulteriori emolumenti derivanti dall'incarico conferito, nel rispetto delle disposizioni dell'articolo 19, comma 8, del DPR n. 465/1997.
Le Prefetture-UTG, responsabili della gestione delle sezioni regionali dell'Albo dei segretari comunali e provinciali, saranno chiamate a recuperare le somme corrisposte dal Ministero, secondo modalità operative che verranno comunicate successivamente. Resta a carico dell'amministrazione centrale l'eventuale differenza tra la retribuzione di posizione del segretario incaricato e quella stabilita dall'ente locale qualora la prima risulti superiore.