AGRIGENTOOGGI
Mandorlo in Fiore, protezione civile e polizia provinciale di Libero Consorzio in prima linea durante le sfilate.
La prima domenica della Sagra del Mandorlo in Fiore ha visto, in prima linea, la Polizia provinciale e la Protezione civile del Libero Consorzio comunale di Agrigento. Fin dalle prime ore del mattino della domenica, donne e uomini, unitamente alla Protezione Civile del Comune di Agrigento, Dipartimento Regionale di Agrigento, la Centrale Operativa 118, le Forze dell'Ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del Fuoco, sono stati impegnati nella gestione del Coc (Centro Operativo Comunale) con la collaborazione delle associazioni volontari di Protezione Civile: Guardie Zofile Ambientale Era, Associazione Ser Lance Cb Porto Empedocle Odv, P.A. Emergency life, Aeop sezione di Porto Empedocle Odv - Aeop section of Porto Empedocle Odv, Anfi (Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia) di Agrigento.
Numerosa la presenza delle associazioni di volontariato e del Personale addetto di Protezione civile coordinato dal dirigente Achille Contino e dal responsabile Marzio Tuttolomondo che hanno fornito assistenza durante l'intera giornata domenicale. Il personale della Polizia provinciale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento diretto dal dirigente Pietro Amorosia e guidato dal Ten. Col. Salvatore Lombardo ha partecipato al coordinamento generale garantendo sicurezza ed ordine alle migliaia di visitatori giunti da ogni parte della Sicilia.
Numerosi gli interventi attivati dalla Protezione civile durante la giornata sulle strade e piazze principali dislocate tra la Piazza Municipio, la Via Atenea e il Viale della Vittoria dove si sono svolte le iniziative di spettacolo. Il personale del Libero Consorzio sarà impegnato tutti i giorni fino alla fine della manifestazione prevista il giorno 16 marzo per garantire sicurezza ed assistenza alla manifestazione del Mandorlo in Fiore di quest'anno 2025 che coincide con Agrigento, capitale italiana della cultura.
QDS
La rivoluzione digitale in Sicilia, Zangrillo: "Una sfida che stiamo vincendo".
Così il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, parlando con i cronisti a margine della XVII tappa dell'itinerario di ascolto
È arrivato ieri in città il ministro Paolo Zangrillo con la diciassettesima tappa del suo tour "Facciamo semplice l'Italia", un appuntamento di ascolto e condivisione d'idee e proposte per modernizzare, insieme, la Pubblica amministrazione che si è tenuta nella sede della Regione siciliana di via Magliocco 46.
Presenti all'incontro, oltre al ministro Zangrillo, Giorgio Mulè, vice presidente della Camera dei deputati, Renato Schifani, presidente della Regione siciliana, e Roberto Lagalla, sindaco della Città metropolitana di Palermo. E arriva a pochi giorni dal grido di allarme lanciato dalla Corte dei conti siciliana che ha evidenziato un grande scollamento tra pubblica amministrazione e cittadini e conclama la grave sofferenza economica della maggior parte dei Comuni dell'Isola.
La semplificazione
Semplificazione amministrativa vuol dire rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento dell'Amministrazione e, in realtà, se ne parla dagli inizi degli anni '90, quando fu emanata la legge 241/90 che aveva l'obiettivo di dare l'avvio a una nuova stagione nella semplificazione amministrativa, ritenendo che fosse venuto il tempo di una riflessione sulla evoluzione dei modelli di semplificazione e su quali potevano essere, al tempo, i fattori chiave di un nuovo paradigma della semplificazione amministrativa. Nonostante molta acqua sia passata sotto i ponti, sembra che grandi passi avanti non ne siano stati fatti, anche perché non è bastata 1a legge 537/1993 che aveva lo scopo di avviare la semplificazione procedimentale e la delegificazione, individuando un numero limitato di procedure amministrative oltre ai criteri e i principi per semplificarle attraverso lo strumento dei regolamenti delegificanti.
Le parole di Zangrillo
Un nuovo tentativo fu fatto con la legge del 7 agosto 2015 n. 124, la cosiddetta legge Madia-Renzi, che prevedeva deleghe da esercitarsi nell'arco dei dodici mesi dall'approvazione. Scadenze che sono state anticipate per la prima tranche di decreti, con il decreto taglia-leggi, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri il 15 gennaio 2016.
"L'Italia è un Paese che soffre un ritardo rispetto all'Europa dal punto di vista della digitalizzazione di base - ha detto ai cronisti il ministro Zangrillo - è intorno al 46% rispetto a un'Europa che viaggia al 60%, però stiamo lavorando con grande intensità e con velocità per recuperare tantissime posizioni. Abbiamo digitalizzato le nostre procedure concorsuali e stiamo facendo un lavoro molto importante sulla formazione. Quando mi sono insediato, alla fine del 2022, il tempo medio dedicato alla formazione dei dipendenti pubblici era di 6 ore all'anno. Oggi siamo intorno ai tre giorni l'anno. Ho chiesto con una direttiva recente di garantire ai dipendenti della Pubblica amministrazione almeno 40 ore all'anno di formazione. Il mondo cambia con una rapidità straordinaria, non possiamo più ragionare pensando che la formazione sia un orpello, ma è diventata una leva strategica. Il blocco del turn-over durato dieci anni ha causato un depauperamento sia quantitativo sia qualitativo del personale della Pa" e "oggi se vogliamo che la Pubblica amministrazione sia la spina dorsale del nostro sistema pubblico abbiamo bisogno di personale preparato, pronto ad affrontare il cambiamento come un'opportunità e non come una minaccia".
"Io ho un obiettivo contenuto nel Pnrr - ha proseguito Zangrillo - ossia semplificare 626 procedure entro giugno del 2026. Il primo step era di 200 procedure semplificate al 31 dicembre 2024, siamo in vantaggio, ne abbiamo già portate al Consiglio dei ministri 250". Il programma del governo prevede una semplificazione amministrativa, e quindi la necessità di avere una Pubblica amministrazione sempre più vicina ai suoi clienti, cittadini e imprese. Abbiamo deciso di farlo non con un approccio autoreferenziale, e quindi nel chiuso dei nostri uffici con i nostri esperti di diritto amministrativo, ma condividendolo con gli enti territoriali". Per il ministro "la Sicilia nell'economia del nostro Paese è rilevante, il presidente della Regione Renato Schifani sta facendo un lavoro straordinario dal punto di vista del percorso d'innovazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, e quindi è importante esser qui per ascoltare e capire quali sono le esigenze di questa regione".
Schifani: "Ci vogliono professionalità e merito"
Senza professionalità e merito - ha detto il presidente Schifani - la Pubblica amministrazione è una palla al piede per le istituzioni e la società, nella quale prevalgono burocratismo e inefficienza e in taluni casi alligna la corruzione. Peraltro un sistema amministrativo che dimentica rendimento e qualità dei servizi resi, alla lunga, pregiudica anche se stesso, facendo prevalere le spinte all'inefficienza ed all'appiattimento". A margine dell'iniziativa il presidente Schifani ha dichiarato ai cronisti che: "Il governo regionale andrà avanti sulla riforma della dirigenza nel segno della fascia unica. Tutte le Regioni lavorano sulla fascia unica - ha spiegato Schifani ricordando il ddl governativo rimasto in stand-by in commissione all'Ars - Lo abbiamo ritirato per approfondimenti ma non è una rinuncia. Non ci piacevano alcuni atteggiamenti e movimenti che rischiavano di paralizzare o inquinare la riforma".
Parte dal presupposto di "senso di responsabilità" al fine di rivedere, al meglio, il ddl "ma ritorneremo alla carica - ha assicurato Schifani - perché abbiamo bisogno di adeguarci ai modelli organizzativi dirigenziali delle altre regioni. Non possiamo essere una regione a statuto speciale in peius".
Il sindaco Roberto Lagalla, tra i vari punti del suo intervento, ha parlato di necessità di "rimettere mano al Tuel", il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali, suggerimento che è arrivato nei giorni scorsi anche dal presidente Pilato della sezione di controllo siciliana della Corte dei conti, che ha indicato come auspicabile, nello specifico, la modifica del Titolo VIII, quello che contiene le disposizioni concernenti gli Enti locali in condizione di sofferenza finanziaria e le relative procedure di risanamento finanziario.
SCRIVOLIBERO
Pubblicato il bando di gara per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona Est.
Anche per le strade provinciali della zona Est il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha previsto nuovi interventi di manutenzione straordinaria.Il nuovo bando di gara per l'accordo quadro biennale con un solo operatore economico è pubblicato su www.provincia.agrigento.it (sez. gare e appalti) e l'importo a base d'asta è di 1.318.000,00 euro più Iva, compresi 39.540 euro per oneri di sicurezza (non soggetti a ribasso). I lavori, progettati dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali diretto dall'ing. Michelangelo Di Carlo, sono stati finanziati con i fondi regionali previsti dalla Legge 145/2018 (art. 1, c.883) destinati a Liberi Consorzi e Città metropolitane della Sicilia per interventi sulla viabilità secondaria.Complessivamente, dunque, ammonta ad oltre 2.600.000 euro il finanziamento ottenuto dal Libero Consorzio per gli interventi su tutta la rete delle strade provinciali nel prossimo biennio, e suddiviso tra i due comparti delle zone est ed ovest.
Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 12:00 del prossimo 7 aprile 2025 esclusivamente per mezzo della piattaforma digitale certificata Maggioli in uso al Libero Consorzio, trattandosi di procedura di gara telematica e con inversione procedimentale, Le offerte telematiche saranno aperte alle ore 8:30 dell'8 aprile 2025 nella sala gare del Gruppo Contratti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (Via Acrone, 27 - Agrigento).
Il bando di gara e gli allegati tecnici sono consultabili al link:
https://www.provincia.agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15913
SCRIVOLIBERO
La Protezione civile e la Polizia Provinciale del Libero Consorzio in prima linea durante l'organizzazione della prima domenica della Sagra del mandorlo in Fiore
La prima domenica della Sagra del Mandorlo in Fiore ha visto, in prima linea, la Polizia provinciale e la Protezione civile del Libero Consorzio comunale di Agrigento.
Fin dalle prime ore del mattino della domenica, donne e uomini, unitamente alla Protezione Civile del Comune di Agrigento, Dipartimento Regionale di Agrigento, la Centrale Operativa 118, le Forze dell'Ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Vigili del Fuoco, sono stati impegnati nella gestione del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) con la collaborazione delle associazioni volontari di Protezione Civile: Guardie Zofile Ambientale E.R.A , Associazione Ser Lance Cb Porto Empedocle ODV , P.A. Emergency life, AEOP Sezione di Porto Empedocle ODV - AEOP section of Porto Empedocle ODV, ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia) di Agrigento.
Numerosa la presenza delle associazioni di volontariato e del Personale addetto di Protezione civile coordinato dal Dirigente Achille Contino e dal responsabile Marzio Tuttolomondo che hanno fornito assistenza durante l'intera giornata domenicale.
Il personale della Polizia provinciale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento diretto dal Dirigente Pietro Amorosia e guidato dal Ten. Col. Salvatore Lombardo ha partecipato al coordinamento generale garantendo sicurezza ed ordine alle migliaia di visitatori giunti da ogni parte della Sicilia.
Numerosi gli interventi attivati dalla Protezione civile durante la giornata sulle strade e piazze principali disclocate tra la Piazza Municipio, la Via Atenea e il Viale della Vittoria dove si sono svolte le iniziative di spettacolo.
Il personale del Libero Consorzio sarà impegnato tutti i giorni fino alla fine della manifestazione prevista il giorno 16 marzo per garantire sicurezza ed assistenza alla manifestazione del Mandorlo in Fiore di quest'anno 2025 che coincide con Agrigento, capitale italiana della cultura.
LIVESICILIA
Altolà del Mef al Collegato alla Finanziaria, dubbi sulle mance dell'Ars.
Rischio impugnativa per 22 articoli che prevedevano una pioggia di contributi
PALERMO - L'ultima parola spetterà al dipartimento Affari regionali, che dovrà decidere se proporre l'impugnativa davanti alla Corte costituzionale delle cosiddette 'norme mancia' inserite nel Collegato all'ultima Finanziaria regionale. Questo il senso della lettera inviata dal ministero dell'Economia alla Regione Siciliana, nella quale sono contenute alcune osservazioni rispetto al pacchetto di provvedimenti varato da Sala d'Ercole in avvio di 2025.
Nel mirino le modalità di spesa
In un documento di quattro pagine gli uffici di via XX Settembre alzano il cartellino giallo sulle modalità con le quali sono stati previsti i contributi a pioggia. Era la Finanziaria del dopo-caso Auteri e l'Ars, di fatto scottata dal clamore mediatico nato dai fondi elargiti alle associazioni della galassia che faceva riferimento all'allora deputato FdI, fece delle scelte diverse rispetto al passato.
Il maxi-emendamento con una sfilza di 63 articoli che prevedevano contributi di ogni tipo finì in un Collegato alla Finanziaria, le legge 3 del 2025. Nessuna associazione venne indicata in quegli articoli che comunque fecero scendere una pioggia di milioni sulle nove province della Sicilia. Beneficiari questa volta furono enti locali, fondazioni, scuole e parrocchie "individuati - sottolineano dal Mef - per interventi di carattere eterogeneo". Le norme finirono sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana il 4 febbraio 2025.
Sala d'ErcoleSala d'Ercole all'Ars
Ventidue articoli in sospeso
Una forma di cautela che però potrebbe non avere salvato i contributi cari ai deputati di maggioranza e opposizione. Sotto la lente del ministero guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti sono finiti 22 articoli. Norme che "individuano il beneficiario, la denominazione dell'intervento e il relativo importo assegnato senza specificare i criteri ai quali sono ispirate le scelte operate e le relative modalità di attuazione, e senza che sia previsto il ricorso ad alcun bando".
L'orientamento della Corte costituzionale
Sul punto il Mef ricorda un pronunciamento della Corte costituzionale. Nel 2009 la Corte sancì che proprio la mancanza di criteri "obiettivi e trasparenti" nella scelta dei beneficiari di contributi è in contrasto con l'articolo 3 della Carta. Si tratta dell'articolo che sancisce il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge".
"Quali criteri per la scelta dei beneficiari?"
L'Ars, inoltre, secondo il ministero ha adottato quelle norme "senza esplicitare i criteri utilizzati per la scelta dei beneficiari degli interventi finanziati". Una circostanza che induce il Mef a chiamare in causa il dipartimento Affari regionali. La questione passa quindi sul tavolo di un altro leghista, Roberto Calderoli.
BLOGSICILIA.IT
L'anno nero per le leggi regionali, è stato il 2022 ma nel 2024 riprende il trend delle impugnative.
Il 2022 è stato l'anno nero per le leggi della Regione siciliana. Lo Stato ne ha impugnato ben il 64%. Per l'esattezza ne sono state impugnate 9 su 14 leggi varate. Un record negativo che ha portato il contenzioso fra stato e regione a livelli con precedenti quasi inesistenti, almeno per numeri assoluti.
Il dato emerge dal report del Commissario dello Stato per la Regione siciliana che dalla riforma non ha più il potere di proporre l'impugnativa al Consiglio dei Ministri ma resta lo strumento consultivo del governo in questo settore oltre che svolgere diversi altri compiti.Lo stop alle impugnative con l'arrivo di SchifaniCon l'arrivo del governo Schifani e della maggioranza che lo sostiene si era assistito ad uno top di questa impugnativa sequenziale. nel 2023 era stata impugnata una sola legge anche se la produzione normativa per primo anno intero di questa legislatura (era iniziata quando il 2022 volgeva alla fine) si era fermata a 9 leggi. Il 2023 ha segnato impugnative pari all'11%. un trend in fortissima discesa che porta il dato quasi al minimo storico anche per effetto della capacità di mediazione fra Stato e Regione.Riprendono le impugnative nel 2024Nel 2024 si assiste, però, ad una ripresa del trend di impugnative anche se contenute entro livelli "ordinari". Sono 5 le norme sulla quali lo Stato ha presentato reclamo per presunta violazione della Costituzione davanti alla competente Corte Costituzionale. Le impugnative, però, riguardano quasi sempre aspetti marginali.La percentuale sale dall' 11% al 20% ma la produzione normativa è oltre una volta e mezza quello dell'anno precedente: 25 le leggi approvate nel 2024 contro le 9 del 2023. Il 20%, inoltre, riporta le impugnative al 2018 quando erano state in tutto 4 le leggi contestate su 20. La crescita era iniziata proprio nel 2018 e mostra il 35% di leggi impugnate nel 2019, una flessione nel 2020 con il 29% di impugnative e poi schizza nel 2021 con il 52% prima di arrivare, come detto, al record negativo del 64% nel 2022.Le norme impugnate nel 2024Le impugnative del 2024 hanno riguardato 3 articoli della legge di stabilità varata il 16 gennaio e impugnata l'11 marzo; 6 articoli delle variazioni di bilancio del 3 febbraio impugnate il 26 marzo; la legge sulle cave del 2 aprile impugnata il 4 giugno; parti della legge sull'urbanistica e della legge sulle variazioni di bilancio del 18 novembre impugnate a il 14 gennaio di quest'anno.
Fra gli articoli di leggi che portano altri "nomi" ci sono anche provvedimenti che hanno avuto una ricaduta importante come lo stop alla norma che rinviava le elezioni di secondo livello nelle ex province.Nei primi due casi c'è già un pronunciamento della Corte di Cassazione che da ragione allo Stato, per le altre si aspetta che la Suprema Corte si pronunci.Il 2025, l'anno in corsoNel 2025, oltre alle due impugnative deliberate a gennaio su leggi regionali approvate lo scorso anno, si prepara già una impugnativa che riguarda la legge finanziaria e stavolta nel mirino c'è la nuova forma della tabella H, quella nome definita dalla stampa "mancette" che ha permesso a questa maggioranza di andare spedita con le leggi finanziarie, assegnando a ciascuno deputato un tesoretto da spendere nel proprio territorio attraverso una pioggia di piccole norme che rilasciano contributi per un totale di circa 50 milioni di euro. E si questo adesso il Ministero chiede chiarimenti
GIORNALE DI SICILIA
«Norme mancia» in manovra, bufera all'orizzonte: Roma chiede chiarimenti alla Regione.
Il Ministero dell'economia e delle finanze invia le osservazioni, «congelati» 50 milioni di euro di contributi.
Nel passaggio principale della nota inviata stamani a vari uffici della Regione e all'Ars, il ministero dell'Economia contesta le norme dell'ultima Finanziaria regionale che assegnano contributi a pioggia. «Mancano criteri obiettivi e trasparenti nella scelta dei beneficiari», scrivono da Roma. Citando una vecchia pronuncia della Consulta in base alla quale, erogando mance senza un bando, «non vengono rispettati i principi di eguaglianza e parità di trattamento previsti dall'articolo 3 della Costituzione».
All'orizzonte si scorgono segnali di bufera per le associazioni e gli enti pubblici premiati appena due mesi fa da Ars e governo con una valanga di emendamenti ad personam che hanno stanziato contributi per una cifra che vale circa 80 milioni, anche se gli articoli finiti sotto la lente di ingrandimento varrebbero una quarantina di milioni. Nel mirino sono le norme del "collegato" alla Finanziaria, la legge 3 del 2025.
Va detto che quella del ministero non è una impugnativa vera e propria. La lettera inviata alla Regione indica che la valutazione sulla necessità di impugnare o meno viene rimandata al dipartimento Affari Regionali. Ma l'impostazione della nota non lascia molti dubbi sulle intenzioni del governo nazionale: «Non si tratta di una impugnativa - precisa l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Dagnino - e tuttavia siamo in presenza di rilievi che segnano una novità rispetto alla prassi precedente su questo tipo di norme. Valuteremo cosa fare e attendiamo di sapere se il dipartimento Affari Regionali vorrà intraprendere una interlocuzione con la Regione».
Nella lettera il ministero dell'Economia contesta anche la natura di «legge provvedimento» degli articoli con cui sono stati individuati i beneficiari dei contributi: «Il legislatore ha emanato norme a carattere provvedimentale senza esplicitare senza esplicitare i criteri utilizzati per la scelta dei beneficiari degli interventi». In sintesi, se si sceglie di assegnare risorse senza un bando, occorre motivare questa scelta indicando i requisiti in base ai quali i destinatari sono meritevoli di provvedimenti specifici. È quello che fin dall'inizio hanno chiesto, inutilmente, le 103 associazioni, riunite nel cartello Stati generali dello spettacolo, escluse dai contributi a pioggia.
GIORNALE DI SICILIA
Rivoluzione digitale e modernizzazione della pubblica amministrazione, Zangrillo: «La Sicilia sta vincendo la sfida»
Per il ministro la Regione sta facendo un lavoro straordinario dal punto di vista del percorso di innovazione
«L'Italia è un Paese che soffre un ritardo rispetto all'Europa dal punto di vista della digitalizzazione di base: è intorno al 46% rispetto a un'Europa che viaggia al 60%, però stiamo lavorando con grande intensità e con velocità per recuperare tantissime posizioni». Così il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, parlando con i cronisti a margine della XVII tappa dell'itinerario di ascolto «Facciamo semplice l'Italia. PArola ai territori», in corso a Palermo.
«Abbiamo digitalizzato le nostre procedure concorsuali e stiamo facendo un lavoro molto importante sulla formazione - ha aggiunto - Quando sono arrivato alla fine del 2022 il tempo medio dedicato alla formazione dei dipendenti pubblici era di 6 ore all'anno. Oggi viaggiamo introno ai tre giorni all'anno. Ho chiesto con una direttiva recente di garantire ai dipendenti della pubblica amministrazione almeno 40 ore all'anno di formazione. Il mondo cambia con una rapidità straordinaria, non possiamo più ragionare pensando che la formazione sia un orpello, ma è diventata una leve strategica. Oggi se vogliamo che la pubblica amministrazione sia la spina dorsale del nostro sistema pubblico abbiamo bisogno di personale preparato, pronto ad affrontare il cambiamento come un'opportunità e non come una minaccia».
Già 250 procedure semplificate nella pubblica amministrazione
«Io ho un obiettivo contenuto nel Pnrr, semplificare 626 procedure entro giugno del 2026. Il primo step era di 200 procedure semplificate al 31 dicembre 2024, siamo in vantaggio, ne abbiamo già portato al Consiglio dei ministri 250», ha aggounto Zangrillo, parlando con i cronisti a margine dell'incontro. «Il programma del governo prevede una semplificazione amministrativa, e quindi la necessità di avere una pubblica amministrazione sempre più vicina ai suoi clienti, cittadini e imprese - ha detto il ministro - Abbiamo deciso di farlo non con un approccio autoreferenziale, e quindi nel chiuso dei nostri uffici con i nostri esperti di diritto amministrativo, ma di condividendolo con gli enti territoriali».
Per il ministro «la Sicilia nell'economia del nostro Paese è rilevante, il presidente della Regione Renato Schifani sta facendo un lavoro straordinario dal punto di vista del percorso di innovazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, e quindi è importante esser qui per ascoltare e capire quali sono le esigenze di questa regione».
L'Intelligenza artificiale aiuta
«Sono un fautore dell'Intelligenza artificiale - ha aggiunto il ministro - e, avendo presente che è uno strumento nella disponibilità dell'uomo: non ha cuore, non ha coscienza, ci aiuta a gestire una mole enorme di dati a una velocità nettamente superiore alla capacità umana. Quindi dobbiamo utilizzarla per sottrarre il perdonale da attività ripetitive che le macchine sanno fare meglio e dedicare le persone ad attività che portano valore aggiunto dal punto di vista intellettuale. Noi stiamo utilizzando moltissimo l'intelligenza artificiale, soprattutto su tutto il tema dell'interoperabilità dei nostri sportelli unici, sulla gestione delle procedure concorsuali con risultati estremante soddisfacenti».
Il ricambio generazionale alla Regione
«La Regione Siciliana ha ripreso negli ultimi anni, grazie all'impegno del mio governo, l'imprescindibile ricambio generazionale, dopo decenni di blocco delle assunzioni. Attraverso concorsi e selezioni, sono entrati giovani capaci e meritevoli, che conferiscono nuova linfa alla pubblica amministrazione regionale, sebbene il cammino verso la modernizzazione sia ancora lungo. Senza professionalità e merito, la burocrazia diventa un freno per istituzioni e società, alimentando inefficienza e immobilismo. Il ricambio ai vertici della burocrazia regionale è stato garantito di recente anche attraverso nuove nomine dirigenziali, portando energie fresche e competenze. Questa trasformazione è essenziale per rendere la Pa più innovativa. Un sistema amministrativo che dimentica rendimento e qualità dei servizi resi, alla lunga infatti, pregiudica anche se stesso, facendo prevalere le spinte all'improduttività e all'appiattimento», ha precisato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
«Rivolgo il mio ringraziamento al ministro per la Pubblica amministrazione Zangrillo per la virtuosa iniziativa che sta portando avanti con il Governo e che punta a semplificare la vita degli utenti. Una collaborazione proficua tra Governo ed enti locali è quantomai necessaria perché questi ultimi rappresentano il primo interfaccia diretto dei problemi e delle necessità dei cittadini», ha evidenziato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
«Il contributo offerto dal Dipartimento della funzione pubblica nella complessa opera di semplificazione è fondamentale per valorizzare i nostri territori. Per questo motivo ringrazio il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, per l'ascolto e il confronto avviato al fianco delle amministrazioni locali», ha specificato il vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè.
Erano presenti, tra gli altri, il capo del Dipartimento della funzione pubblica, Paolo Vicchiarello, il direttore Ufficio Concorsi e reclutamento, Cecilia Maceli, il dirigente dell'Ufficio per la Qualità della performance e le riforme, Siriana Salvi, e il dirigente dell'Ufficio Semplificazione e digitalizzazione, Luca Cellesi. Tra i relatori anche l'assessore all'Agricoltura, allo sviluppo rurale e alla pesca mediterranea, Salvatore Barbagallo, il segretario generale Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano, il dirigente generale dell'Autorità regionale per l'innovazione tecnologica della Regione Siciliana, Vitalba Vaccaro, e il dirigente generale del Dipartimento delle Autonomie locali della Regione Siciliana, Salvatore Taormina.
GIORNALE DI SICILIA
Il ministro Zangrillo a Palermo: «Così l'Italia diventerà più semplice».
Intervista al responsabile della Pubblica amministrazione: oggi in città per un confronto sull'esigenza di snellire la burocrazia.
Semplificazione amministrativa, valutazioni di performance, progressioni di carriera e merito dei dipendenti pubblici. Si dice soddisfatto perché con le ultime due leggi di bilancio il governo ha stanziato 20 miliardi per il rinnovo dei contratti, dispiaciuto per il no di alcuni sindacati sul comparto sanità ed enti locali, ricordando la necessità di rispettare i vincoli di bilancio. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi sarà a Palermo per la 17esima tappa di «Facciamo semplice l'Italia - PArola ai territori».
Genovese di nascita, con un piglio manageriale, incontrerà il presidente della Regione, Renato Schifani, il sindaco, Roberto Lagalla, i deputati eletti in Sicilia e i rappresentanti delle categorie.
Per fare semplice l'Italia avete iniziato con l'ascolto dei territori. E gli utenti?
«La semplificazione la facciamo anche grazie al contributo di cittadini e imprese. Il Pnrr ci affida l'obiettivo di semplificare 600 procedure amministrative entro giugno 2026 e lo stiamo facendo ascoltando gli utenti. Il dipartimento della Funzione pubblica ha lanciato una consultazione pubblica "La tua voce conta" con l'obiettivo di raccogliere segnalazioni e suggerimenti per rendere i servizi sempre più efficienti».
Ritardi, inerzia e paralisi. Quali sono i settori maggiormente colpiti?
«Sono tantissimi. Le imprese lamentano una ridondanza di normative e di interventi: sui controlli, ad esempio, più uffici delle pubbliche amministrazioni chiedono spesso gli stessi documenti. Per questo un decreto legislativo, già operativo, prevede un fascicolo di impresa grazie al quale questo sarà evitato. Poi i sistemi premianti: se un'impresa supera il controllo, l'anno successivo non verrà sottoposta alla stessa attività ispettiva. A livello locale, con Poste italiane, abbiamo avviato "Polis": negli uffici postali dei Comuni sotto i 15 mila abitanti ci sarà un totem, simile a quello dei bancomat, dove attraverso lo Spid si potranno chiedere documenti come lo stato civile, i certificati anagrafici, passaporto, patente: senza bisogno di andare al Comune, fare la coda o prenotare».
Entro il 2032 circa un milione di dipendenti pubblici andranno in pensione. Quanti ne verranno sostituiti nei prossimi sette anni?
«Le procedure concorsuali oggi durano 4 mesi, nel 2020 il tempo medio era più di 2 anni. Siamo riusciti così a inserire 350 mila persone. Nei prossimi anni i ritmi saranno analoghi a quelli del 2023 e 2024. Prevediamo almeno 150 mila ingressi all'anno».
Prima il posto fisso era una delle massime aspirazioni ma in Sicilia, negli ultimi concorsi, in molti hanno rinunciato. Specie i giovani.
«La PA si sta attrezzando per essere sempre più attrattiva. E vicina alle attese di cittadini e imprese. La stabilità del posto di lavoro è un valore per programmare la propria vita, ma i giovani chiedono anche altro: crescere, progredire nella carriera e migliorare la propria condizione economica, in un corretto equilibrio tra sfera personale e professionale. Stiamo lavorando su questo fronte, prevedendo moltissima formazione. Quando sono arrivato al dicastero il tempo medio era di appena 6 ore all'anno. Grazie alle iniziative del dipartimento della Funzione pubblica e al portale Syllabus in due anni 400 mila dipendenti hanno avviato corsi di formazione. Le 6 ore all'anno sono diventate 24, con l'obiettivo che si arrivi almeno a 40».
Nei prossimi giorni lei in Consiglio dei ministri presenterà il disegno di legge sul merito. Cosa prevede?
«Introduce novità sul sistema di valutazione e sulle performance. La stessa Corte dei Conti nel 2022 ha verificato che il 98 per cento dei dipendenti pubblici è stata valutata come eccellente. C'è sicuramente un'incoerenza tra come ci valutiamo e come ci percepiscono i cittadini. Introdurremo una valutazione per obiettivi, che terrà conto non solo della performance ma anche dei comportamenti organizzativi, ovvero le soft skills. Inoltre, all'attuale progressione tramite concorsi affiancheremo un sistema che renderà il dirigente responsabile della crescita: potrà proporre un suo collaboratore per uno scatto di carriera e seguirà un periodo di osservazione, per verificare e confermare la correttezza della scelta».
Contratti degli statali. Perché nel comparto sanità si è interrotta la trattativa per il rinnovo?
«La Cgil, la Uil e un sindacato autonomo hanno dichiarato la loro indisponibilità a firmare, motivandola con l'esiguità delle risorse messe a disposizione».
Landini sostiene che gli adeguamenti salariali per i dipendenti pubblici non sono stati parametrati all'inflazione.
«È una posizione di tipo politico che non condivido, perché questo governo nelle due leggi di bilancio 2022-2023 ha messo 20 miliardi di euro. L'incremento sarebbe stato del 6 per cento per il 2022-2024 e del 7 per il 2025-2027. Se avessimo dovuto parametrarli all'inflazione, sarebbero stati necessari 32 miliardi, un'intera e corposa manovra di bilancio. Mi pare impensabile in un'epoca in cui abbiamo bisogno di dare risposte alle fasce deboli e alle imprese».
A proposito di sanità, in Sicilia soprattutto nei pronto soccorso ci sono aggressioni sempre più frequenti. Come pensate di intervenire?
«Per il personale dei pronto soccorso la proposta governativa per il rinnovo del contratto sanità 2022-2024 prevedeva un incremento di 520 euro al mese. Inoltre, avevamo previsto una serie di iniziative per dare risposte efficaci a questi disagi, come il patrocinio legale gratuito per le vittime di aggressioni e l'assistenza psicologica».
Ministro, bisogna riconoscere però che sono ancora bassi gli stipendi degli insegnanti.
«C'è stato un primo incontro per il rinnovo del contratto dell'istruzione e proporremo degli incrementi importanti. Se ci confrontiamo con il resto d'Europa, i nostri salari accusano un ritardo figlio di una stagione lunghissima in cui si è accumulato. Stiamo cercando di recuperare, ma la coperta è corta. Dobbiamo rispettare i parametri del Patto di Stabilità e tenere in ordine i conti dello Stato con un debito pubblico ancora altissimo».
GIORNALE DI SICILIA
Regione e Trenitalia potenziano i servizi in Sicilia, nuovi treni e collegamenti.
Dal 14 aprile sarà attiva un'altra linea diretta tra la stazione Agrigento Centrale e l'aeroporto di Palermo Falcone e Borsellino in circa 2 ore e 35
«Regione e Trenitalia proseguono la collaborazione per potenziare i servizi di trasporto pubblico ferroviario in Sicilia. L'obiettivo prioritario del governo Schifani è quello di collegare i principali centri dell'Isola e gli scali portuali e aeroportuali con le aree interne e le zone turistiche. Per questo, aumentano i treni per Agrigento, che è Capitale italiana della Cultura 2025, e si potenziano nuovi servizi come quello dell'intermodalità, che permette di integrare treno e bus per raggiungere Cefalù e i meravigliosi borghi delle Madonie». Lo ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, in occasione della presentazione delle novità di «Regionale», il nuovo brand di Trenitalia, che si è svolta oggi alla Stazione centrale di Palermo alla presenza di Maria Annunziata Giaconia, direttore business Regionale e Sviluppo Intermodale. «Oltre all'aumento di possibilità di spostarsi nell'Isola attraverso le ferrovie - ha aggiunto Aricò - la sinergia tra Regione e Trenitalia permetterà di dare maggiore comfort ai pendolari, grazie agli ulteriori otto nuovi treni elettrici monopiano che si stanno aggiungendo ai 25 già arrivati negli scorsi anni e che hanno permesso di abbassare a meno di 12 anni l'età media della flotta che circola in Sicilia. A tutto ciò si aggiungono gli investimenti su sicurezza e tecnologia di Trenitalia e un'attenzione sempre alta sulla sostenibilità ambientale. In Sicilia c'è un contratto di servizio che sta funzionando bene e questo ci viene confermato anche dal riscontro dei passeggeri: ogni giorno ci sono 55 mila persone che usano questo mezzo di trasporto, in netta crescita rispetto agli anni precedenti».
Sono 49 i nuovi convogli
Sono già 49 i nuovi convogli, fra treni elettrici e bimodali, a circolare sui binari dell'Isola acquistati con fondi Fesr, Ffsc e Pnrr. Entro la fine del 2025 la flotta di treni sarà incrementata di ulteriori 4 unità. Grazie a questi investimenti l'età media della flotta regionale in Sicilia, al momento, è di 11,7 anni. All'acquisto dei treni si aggiungono gli investimenti di Trenitalia per la tecnologia, la manutenzione, gli impianti manutentivi.
Dal 14 aprile nuovi collegamenti veloci Agrigento-aeroporto di Palermo
Dal 14 aprile sarà attiva una nuova coppia di treni che collegherà direttamente Agrigento Centrale e l'aeroporto di Palermo «Falcone e Borsellino» in circa 2 ore e 35, senza passare da Palermo Centrale, ma immettendosi direttamente nel Passante ferroviario. Inoltre, dal 14 al 16 marzo, in occasione della 77/sima Festa del Mandorlo in Fiore di Agrigento, previsto il potenziamento dell'offerta fra le stazioni di Aragona Caldare e Agrigento Centrale con 4 collegamenti, il 14 marzo, 24 sabato 15 marzo e 36 domenica 16 marzo; sempre domenica potenziata anche l'offerta fra Palermo e Agrigento con 2 ulteriori collegamenti. Attivo, inoltre, per i collegamenti fra Palermo Centrale e Palermo Aeroporto, il servizio Tap&Tap per acquistare i biglietti del Regionale co carte di pagamento contactless alle validatrici in stazione, sia in partenza che all'arrivo.
Dallo scorso 22 febbraio, nuove destinazioni si sono aggiunte al network del Regionale in Sicilia. Arrivare in Regionale alla stazione di Cefalù e raggiungere i borghi di Castelbuono, Geraci Siculo o Gangi, nel parco delle Madonie, è diventato ancora più comodo grazie ai nuovi collegamenti treno+bus, nato dalla sinergia fra Regionale e Sais Trasporti, di concerto con la Regione Siciliana.
LENTEPUBBLICA
La scelta dei commissari di concorso: il segretario della commissione.
È evidente che la scelta dei commissari di concorso è fondamentale nel processo di scelta del miglior candidato per il ruolo da ricoprire, e ciò che gioca un ruolo decisivo nell'efficacia della procedura sono indubbiamente la competenza e la neutralità dei componenti della commissione di esame.
Oltre che dalle norme sopra esaminate, tale rilevanza è stata messa in evidenza da ultimo dal D.P.R. 16/06/2023, n. 821 "Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, concernente norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi", ove all'art. 9 si afferma che le commissioni esaminatrici dei concorsi pubblici sono composte da tecnici esperti nelle materie oggetto del concorso, scelti tra dipendenti di ruolo delle amministrazioni, docenti ed estranei alle medesime
La scelta dei commissari di concorso
Recentemente, il Tar Calabria-Catanzaro, sezione II, nella sentenza n. 750/2022 ha sostenuto che la qualificazione di "esperto" esige di verificare che il membro della commissione abbia acquisito, attraverso un oggettivo percorso culturale e professionale, un'adeguata conoscenza delle materie oggetto di concorso. I magistrati hanno sostenuto che i commissari devono essere quantomeno esperti in discipline non estranee alle tematiche oggetto delle prove concorsuali (diversamente da quanto emergeva nel caso in esame).
Il divieto di aggravamento del procedimento è, infatti, alla base di un consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo il quale il requisito della competenza dei membri della commissione di concorso "va verificato con riferimento alla commissione nel suo complesso, e non a ciascuna specifica materia oggetto del concorso: infatti, intuitive esigenze di speditezza e semplificazione dell'azione amministrativa postulano che il requisito di "esperto" proprio di ciascun commissario sia valutato con una certa ragionevolezza, ad evitare che una interpretazione troppo rigorosa della qualifica di esperto in ciascuna delle materie d'esame (per titoli di studio, riconoscimenti scientifici, esperienza professionale etc.) comporti un intollerabile aggravamento del procedimento selettivo già nella fase della formazione dell'organo tecnico chiamato a operare le valutazioni sui titoli e le prove d'esame dei candidati" (cfr. Cons. Stato, Sezione IV, n. 5137 del 2015; Consiglio di Stato, Sez. III, 21 ottobre 2020, n.6366).
Un caso pratico
Nella sentenza n. 323 del 13 maggio 2021, il Tar Lazio-Latina, sezione I, respinge il ricorso presentato da un candidato che, dopo aver sostenuto la prova scritta, non risultava ammesso alle successive prove pratica e orale; il ricorrente sosteneva l'asserita illegittima composizione della commissione, a causa della presenza di componenti non di comprovata esperienza nelle materie di esame.
Su questa tipologia di eccezione, la giurisprudenza amministrativa ha chiarito che è onere del ricorrente dimostrare quale efficienza causale l'asserita illegittima composizione della commissione avrebbe determinato, in concreto, sul voto a lui attribuito e che la doglianza di errata composizione della commissione giudicatrice non può sempre comportare l'automatico azzeramento del procedimento concorsuale, ma tale azzeramento "ex tunc" del concorso può verificarsi soltanto se ricorrono vizi macroscopici, che dimostrano da soli, in modo diretto e assiomatico, il pregiudizio per il buon andamento della procedura, che non può dunque essere recuperata.
Mentre, quando si tratti di vizi formali che di per sé non evidenziano alcun automatico "vulnus" sulla qualità tecnica e sulla imparzialità dei giudizi forniti dalla commissione, sarà onere della parte ricorrente, che propone il motivo, se non dimostrare, quanto meno dedurre e prospettare, in modo serio, analitico e argomentato, i modi e le ragioni per cui, nello specifico caso concreto, quell'errata e illegittima composizione della commissione avrebbe inficiato il giudizio della sua prova o, comunque, l'esito complessivo del concorso (TAR Lazio, Sez. I quater, 2.4.21, n. 3966).
La funzione del segretario
Ma la funzione del segretario verbalizzante nei concorsi come si configura? Che cosa deve verbalizzare? Quali sono le caratteristiche di nomina di questa figura? In primis si ricorda che l'art.35 bis del D.Lgs.n.165/2001, introdotto dalla Legge 6 novembre 2012, n.190 in materia di prevenzione della corruzione, statuisce che non possono far parte delle Commissioni Giudicatrici, anche con compiti di segretario, coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del Codice penale. Se ne deduce una funzione rafforzata e quindi emerge come la composizione della commissione è sempre un organo perfetto. Inoltre, andranno verificate, esattamente come per gli altri commissari prima della sua individuazione:
la non sussistenza di situazioni di incompatibilità con i componenti della commissione e con il segretario verbalizzante;
di non essere componente dell'organo di direzione politica dell'amministrazione che bandisce il concorso, di non ricoprire cariche politiche e di non essere rappresentante sindacale o designato dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali nonché rappresentante dei dipendenti;
che, presa visione dell'elenco dei candidati ammessi alle prove concorsuali, non sussistono situazioni di incompatibilità con nessuno dei concorrenti, ai sensi dell'art. 51 c.p.c. (parenti e affini sino al quarto grado);
che non sussistono le condizioni di cui agli artt. 6 e 7, del D.P.R. n. 62 del 16 aprile 2013, Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e delle norme specifiche del Codice di comportamento di ente;
di essere in regola con quanto previsto dal d.lgs. 8 aprile 2013 n. 39, in materia di Inconferibilità e incompatibilità.
La verbalizzazione
La funzione di verbalizzazione che compete al segretario di commissione può essere riassunta da una interessante sentenza dove si evince che nei concorsi pubblici, oggetto del processo verbale sono soltanto gli aspetti più salienti e significativi dell'attività amministrativa, ....la verbalizzazione delle prove concorsuali ha funzione strumentale e di carattere probatorio per cui le irregolarità o carenze di verbalizzazione non sono di per sé idonee ad inficiare la procedura qualora non sia stato validamente provato che detta funzione sia rimasta compromessa. ...Chi contesta la legittimità degli atti di una procedura di gara o di concorso non può basare la sua deduzione solo sulla mancata menzione a verbale della regolarità delle operazioni in ogni loro singolo passaggio, ma ha l'onere di provare in positivo le circostanze e gli elementi idonei a far presumere che un'irregolarità abbia avuto luogo.
In assenza di tale prova, si può desumere che le operazioni non descritte nel verbale si siano svolte secondo quanto le norme prevedono. (Cons. Stato Sez. VII, 02/02/2022, n. 743)
Costituisce principio generale quello della certificazione in verbale degli atti o fatti salienti ai fini della documentazione dell'attività amministrativa.
Non tutti gli atti vanno verbalizzati
Tuttavia, non tutti gli atti o fatti devono essere necessariamente documentati nel verbale, ma solo quelli che, secondo un criterio di ragionevole individuazione, assumono rilevanza proprio in relazione alle finalità cui l'attività di verbalizzazione è preposta. Quindi, nel caso dell'attività di un organo collegiale, non potranno mancare l'indicazione del luogo e della data della seduta, i componenti dell'organo presenti, l'oggetto delle singole deliberazioni, le modalità di formazione della volontà della pubblica amministrazione, con particolare riguardo all'espressione del voto che si può estrinsecare in vari modi.
Le pubbliche amministrazioni normalmente predispongono alcune linee guida per per le Commissioni per spiegare in modo chiaro e sintetico le modalità di svolgimento dei concorsi soffermandosi in particolare sugli adempimenti cui è tenuta la Commissione giudicatrice in ogni specifica fase del concorso accompagnati di solito dai fac-simile dei verbali.
LENTEPUBBLICA
Niente accesso all'e-mail dell'esposto: il parere del TAR.
Approfondimento, a cura dell'Avvocato Maurizio Lucca, su una sentenza del TAR Toscana che riguarda il diritto di accesso all'e-mail dell'esposto.
In generale, parte della giurisprudenza [1], riconosce a chi subisce un procedimento di controllo o ispettivo un interesse qualificato a conoscere integralmente tutti i documenti amministrativi utilizzati nell'esercizio del potere di vigilanza, a cominciare dagli atti d'iniziativa e di preiniziativa, quali, appunto, denunce o esposti, non essendovi, alla luce del quadro normativo di riferimento, ostacoli a tale diritto di accesso, non offrendo l'ordinamento tutela alla segretezza delle denunce, a meno che la comunicazione del nominativo del denunciante non si rifletta negativamente sullo sviluppo dell'istruttoria, consentendo un differimento dell'accesso [2].
La riservatezza
In effetti, si può ritenere che la segnalazione può costituire essa stessa parte del procedimento, sia pure ai fini dell'attività di impulso, rendendo inconferente la riservatezza del whistleblower, tale da includere il diritto all'anonimato di colui che rende una dichiarazione che comunque va ad incidere nella sfera giuridica di terzi [3].
Un diniego all'actio ad exhibendum si profila ingiustificato se la motivazione si regge dalla necessità di tutelare la posizione di coloro che hanno sollecitato l'azione della PA, onde evitare che detta collaborazione di fatto venga a mancare per timore di comportamenti ritorsivi: invero, al richiedente della documentazione procedimentale, che include l'atto d'impulso (esposto) non appare possibile opporre esigenze di riservatezza - foss'anche per coprire o difendere il denunciante da eventuali reazioni da parte del denunciato, le quali, comunque, non sfuggono al controllo dell'autorità giudiziaria -, atteso che:
per un verso, la tolleranza verso denunce segrete e/o anonime è un valore estraneo alla legalità repubblicana;
per altro verso, l'eccessiva tempestività dell'accesso può tutt'al più giustificarne un breve differimento se ciò è opportuno per gli sviluppi dell'istruttoria, confermando l'accessibilità, seppure con un differimento dei termini per ragioni istruttorie [4].
Il pronunciamento
La sez. III, del TAR Toscana con la sentenza 6 marzo 2025, n. 362 (Est. Gisondi), respinge parzialmente la richiesta di copia di un esposto, esibendo la documentazione richiesta con l'oscuramento del nominativo (e-mail) del segnalante, ritenendo in un bilanciamento - tra accesso e riservatezza - l'assenza di un interesse difensivo, prevalendo la tutela del segreto epistolare, di una comunicazione ritenuta confidenziale.
La ponderazione concreta tra una richiesta ostensiva per ragione di tutela dell'immagine aziendale (quella del richiedente) e riservatezza del terzo: la motivazione costituisce, quindi, un elemento fondamentale nella valutazione della prevalenza di un interesse difensivo e quello di non disvelare un dato personale.
Il fatto
Nella sua essenzialità, un gestore di un campeggio chiede all'Azienda sanitaria di acquisire copia di un esposto/denuncia che ha dato avvio ad un procedimento ispettivo.
L'Azienda dando riscontro positivo alla richiesta non ha concesso, tuttavia, l'indirizzo di posta elettronica ritenendo che non fosse «strumentale alla difesa della società istante avverso comportamenti di terzi lesivi dell'immagine dell'azienda e dell'attività commerciale dalla stessa svolta».
Il GA rigetta il ricorso sulla base delle seguenti considerazioni:
gli elementi idonei ad identificare una persona fisica costituiscono, ai sensi del regolamento UE 679 del 2016, dati personali che, attenendo alla sfera della riservatezza, devono essere trattati nei modi previsti dalla legge;
l'accesso agli atti previsto dagli art. 22 e ss., della legge n. 241 del 1990, prevede che i documenti formati o detenuti dalla PA che riguardino la vita privata o la riservatezza di persone fisiche, persone giuridiche, gruppi, imprese e associazioni, con particolare riferimento agli interessi epistolare, sanitario, professionale, finanziario, industriale e commerciale gli stessi possano essere ostesi a terzi solo qualora la loro conoscenza sia necessaria per curare o per difendere interessi giuridici;
il dato oscurato (rectius indirizzo e-mail), costituente in sé dato personale contenuto in una comunicazione meramente confidenziale può ricadere nell'ambito del segreto epistolare;
tale forma di segreto può essere disvelata (reso accessibile il contenuto) solo a fronte della dimostrata sussistenza di un interesse difensivo, quale la titolarità di una determinata situazione soggettiva, il fatto lesivo della stessa;
la strumentalità del documento rispetto alla prova dei fatti, di cui alle precedenti osservazioni [5].
Tutti elementi mancanti nella richiesta di accesso, la quale si è limitata a fare rifermento alla necessità di reagire a comportamenti di terzi lesivi dell'immagine dell'azienda e dell'attività commerciale dalla stessa senza ulteriori specificazioni: tale motivazione non può essere ritenuta sufficiente a delineare l'interesse difensivo necessario per poter superare la tutela della riservatezza.
In termini più evidenti, il ricorrente doveva dimostrare una lesione (un pregiudizio) alla propria sfera giuridica, dovendo individuare a propria difesa (risarcitoria) colui che ha dato avvio ad un procedimento ispettivo: evenienze del tutto non attuali e concrete, mancando di fatto una lesione che possa riflettersi sia verso l'interno che verso, minando la credibilità nei rapporti commerciali con i terzi (utenti e operatori economici).
Orientamenti
Seguendo tale ragionamento si potrebbe anche sostenere l'inutilità di una richiesta risarcitoria a fronte di una "lesione" (dall'esposto) qualora la segnalazione si dimostrati fondata, non potendo addebitare responsabilità alcuna a fronte di richieste di attivazione dei poteri di controllo della PA [6]: il potere di vigilanza è, infatti, attivabile sia d'ufficio che ad istanza di parte [7].
Aspetto diverso, qualora la segnalazione risulti del tutto infondata, e alimenti (nel suo contesto) un abuso del diritto [8], ossia profili l'intento emulativo di arrecare danno alla (contro)parte (magari un concorrente), per aver subito un'ingiusta attività ispettiva, donde l'estensione anche all'eventuale responsabilità (dalla condotta) della PA [9], salvo l'errore scusabile [10].
Ciò posto, la sentenza non si allinea con i precedenti arresti giurisprudenziali, rilevando che anche a voler configurare l'esposto come notitia criminis tale da attivare l'azione ispettiva della PA, in presenza di una denuncia l'esposto deve essere accessibile nella sua integrità, che comprende il nominativo di chi effettua la segnalazione [11].
Ritenere che trattasi di un "segreto" della corrispondenza, giacché la segnalazione è pervenuta con l'inoltro di una e-mail non convince (una sobria riflessione) [12], la comunicazione epistolare poteva semmai ritenersi inaccessibile solo se avesse mantenuto in "forma privata" la natura di corrispondenza, senza alcuna rilevante valenza ai fini dell'attività istituzionale della PA (i controlli), non quando costituisce il "mezzo/strumento" di una modalità di relazione tra PA e cittadini, dove, appunto, il digitale (l'identità digitale) risulta una valida forma di comunicazione (ex d.lgs. n. 82/2005 e art. 3 bis della legge n. 241/1990) [13].
Il privato richiedente doveva, secondo il giudice, giustificare maggiormente la richiesta e dimostrare una lesione concreta dall'attività ispettiva, mentre (è noto) che l'accesso va garantito qualora sia strumentale e funzionale a qualunque forma di tutela, giudiziale o stragiudiziale, anche prima e indipendentemente dall'esercizio di un'azione giudiziale: diversamente, le esigenze di riservatezza del nominativo del segnalante non sono state ritenute collegate a quella posizione sostanziale di cui è impedito o ostacolato il soddisfacimento.