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GIORNALE DI SICILIA 

Sì alla parità di genere nelle giunte: «Ma temiamo imboscate in Aula»

Passa in commissione la norma che prevede il 40% di quote rosa, ma le deputate non nascondono le loro preoccupazioni.Il primo ostacolo è stato scavalcato con un voto unanime. Ma sul percorso che porterà la norma che introduce la parità d i genere nelle giunte comunali in tanti all'Ars nutrono ancora più di un dubbio. Il voto finale dell'Aula, in sintesi, potrebbe portare a colpi di scena.
Intanto è arrivato il primo sì a una norma che di fatto non fa altro che equiparare la Sicilia al resto d'Italia. Oggi nell'Isola non c'è un limite numerico al numero di donne nelle giunte comunali: ne basta una mentre da Reggio in su devono essere almeno il 40%. Con la norma votata ieri in commissione Affari Istituzionali anche nell'Isola si prevede di arrivare al 40%. Con una eccezione: per i Comuni con popolazione compresa fra 3 mila e 15 mila abitanti ciò sarà obbligatoria solo dopo le prossime elezione. In tutti gli altri Comuni l'obbligo sarà in vigore tre mesi dopo il varo della legge. Previsto la prossima settimana, a meno di sorprese.


GIORNALE DI SICILIA 

Quasi 300 milioni per la lotta alla siccità in Sicilia, Schifani: «Realizzeremo cinque dissalatori»

Il governatore dell'Isola: «La nostra risposta concreta alla siccità».Duecentonovanta milioni, tra fondi pubblici e privati, per la lotta alla siccità in Sicilia grazie alla dissalazione delle acque. Lo annuncia il presidente della Regione Renato Schifani che parla anche della realizzazione di cinque nuovi impianti per garantire approvvigionamento idrico costante.
Schifani: «La nostra risposta concreta alla siccità»
Il governatore dell'Isola sottolinea: «La nostra risposta concreta alla siccità è la realizzazione di cinque nuovi dissalatori, fondamentali per garantire l'approvvigionamento idrico e affrontare con determinazione i cambiamenti climatici. Questo progetto non è solo un intervento infrastrutturale, ma un segnale concreto di impegno e responsabilità verso il futuro della nostra terra».


BLOGSICILIA

Cinque nuovi dissalatori in Sicilia, la promessa di Schifani contro la siccità.

Quasi 300 milioni di euro, esattamente 290 milioni, derivanti da fondi pubblici e privati per la dissalazione delle acque in Sicilia. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato la realizzazione di cinque nuovi impianti, per garantire un approvvigionamento idrico costante e affrontare in modo efficace i cambiamenti climatici.
Schifani, "La nostra risposta concreta"
"La nostra risposta concreta alla siccità è la realizzazione di cinque nuovi dissalatori, fondamentali per garantire l'approvvigionamento idrico e affrontare con determinazione i cambiamenti climatici. Questo progetto non è solo un intervento infrastrutturale, ma un segnale concreto di impegno e responsabilità verso il futuro della nostra terra". Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commenta l'investimento di 290 milioni di euro tra fondi pubblici e privati, per dare una svolta alla crisi idrica della Sicilia.
La riattivazione dei tre dissalatori esistenti
Intanto saranno riavviati entro l'autunno i primi tre dissalatori già esistenti in Sicilia e che erano stati messi fuori esercizio così come aveva preannunciato i governatore in una intervista a BlogSicilia.
20 milioni arrivano da Roma
"Dal governo nazionale arriveranno 20 milioni di euro per la fase di avvio dei dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle. È stata infatti accolta la nostra richiesta che permetterà di far partire i nuovi impianti con la massima efficienza e nei tempi previsti" annuncia il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dopo la presentazione di un emendamento da parte dei relatori al Ddl di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2024 n.208, attualmente in fase di esame congiunto da parte delle commissioni Bilancio e Ambiente della Camera dei deputati. Il provvedimento adottato alla fine dell'anno scorso prevede all'articolo 2 misure urgenti per l'adeguamento delle infrastrutture idriche in Sicilia.
Somme aggiuntive che garantiscono l'opera
"Queste somme aggiuntive - spiega Schifani - permetteranno di coprire i costi di avviamento e di gestione temporanea dei tre dissalatori nel primo anno di riattivazione. Si tratta di un risultato raggiunto ancora una volta attraverso una forte sinergia istituzionale. Ringrazio il governo nazionale e il Commissario per l'emergenza idrica, Nicola Dell'Acqua, per la vicinanza e la collaborazione che, ancora una volta, stanno dimostrando verso la Sicilia".
La Sicilia ha già impegnato 100 milioni
Per quanto riguarda le altre risorse necessarie per i tre impianti di dissalazione, il governo Schifani ha già individuato 90 milioni all'interno dell'Accordo di coesione e 10 milioni a valere sul bilancio regionale. L'iter di realizzazione degli interventi in via d'urgenza è stato affidato, come chiesto dal presidente Schifani, al commissario Dell'Acqua per via dei poteri di deroga dei tempi conferiti dalla legge. La Cabina di regia regionale per l'emergenza idrica continuerà a monitorare l'andamento delle procedure per la realizzazione dei tre impianti.



LIVESICILIA

Arriva la parità di genere anche nelle giunte comunali, primo sì all'Ars.
In prima commissione ok al ddl Enti locali: ecco cosa prevede

PALERMO - Primo sì in commissione Affari istituzionali all'Ars alla norma che garantisce una rappresentanza di genere non inferiore al 40% nelle giunte comunali siciliane. Il ddl 738 'Enti locali' si arricchisce di un articolo che introduce anche in Sicilia la parità di genere nella composizione delle squadre assessoriali.
Ok al ddl, parola alla commissione Bilancio
L'intero pacchetto di norme, tra cui quella sul 'consigliere supplente che sostituirà il collega d'aula chiamato in Giunta, è stato varato dalla commissione guidata da Ignazio Abbate e ora passa sul tavolo della commissione Bilancio.
La norma sulla parità di genere
La novità sulla composizione delle giunte comunali arriva attraverso una modifica ad una legge del 1992. L'emendamento, che è stato sottoscritto da maggioranza e opposizione, prevede che nessun genere possa essere rappresentato per meno del 40% nelle giunte comunali. I sindaci dei grossi centri dovranno adeguarsi fin da subito alla novità: entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge. Per le realtà medio-piccole (Comuni da tre a 15mila abitanti) lo start delle nuove regole è stato fissato, invece, a partire dalla prossima tornata elettorale.
Abbate: "Legge innovativa, Sicilia avanti"
"È questo l'aspetto più innovativo che pone adesso la Sicilia avanti rispetto a tutto il resto d'Italia - osserva Abbate -. In questo modo diamo la possibilità nei Comuni più grandi di usufruire fin da subito delle novità introdotte".
Caronia: "Nessuno blocchi la riforma in aula"
Marianna Caronia, parlamentare di Noi Moderati, parla di "un ulteriore passo nel lungo cammino per la parità di genere e per dare un'adeguata rappresentanza alle donne nelle amministrazioni comunali". Caronia poi avverte: "Mi auguro che al momento del voto finale della legge nessuno chieda voto segreto o tenti altri sotterfugi per impedire l'approvazione della norma, perché questo vorrebbe dire che l'unanimità di oggi è stata solo di facciata".
Intravaia:" Giusto adeguarci alla legge nazionale"
Il voto in prima commissione viene salutato positivamente anche da deputato di Forza Italia Marco Intravaia: "Penso che le donne capaci e competenti non abbiano bisogno di quote di riserva ma è giusto che la normativa regionale si adegui a quella nazionale sulla partecipazione femminile nelle amministrazioni comunali".
Il M5s: "Segnale di civiltà ma si poteva fare meglio"
"Un grande segnale di civiltà e un grande passo avanti in direzione della parità di genere", sottolineano i deputati M5s Angelo Cambiano, Lidia Adorno e Roberta Schillaci che però guardano al bicchiere mezzo vuoto: "Si poteva e doveva anche fare di meglio, guardando alla norma nazionale, abbassando cioè il limite di applicabilità della norma ai comuni superiori a 3.000 abitanti". Anche Il M5s teme il voto segreto: "Speriamo che in aula nessuno si nasconda dietro al voto segreto per boicottare la norma".
Il Pd: "Quell'emendamento era nostro"
Dal Pd arrivano punture di spillo alla maggioranza "che si appropria delle proposte dell'opposizione - dicono dicono Valentina Chinnici, Ersilia Severino e Mario Giambona - pur di non riconoscerne il valore. In commissione si è tornati a votare il nostro emendamento - aggiungono -. Un governo e una maggioranza realmente solidi e responsabili dovrebbero accettare e valorizzare le proposte dell'opposizione nell'interesse dei cittadini, invece di tentare sistematicamente di appropriarsene".



GRANDANGOLO

La Capitale della cultura lancia un messaggio di pace al mondo, acceso il Tripode dell'Amicizia.

 Popoli, culture e tradizioni diverse che si mescolano e si abbracciano all'ombra della maestosa Valle dei Templi. Una cornice magnifica, unica, tra le più belle al mondo
La 77ª edizione del Mandorlo in Fiore entra nel vivo con l'accensione del Tripode dell'Amicizia, certamente uno dei momenti più suggestivi dell'intera manifestazione. I gruppi provenienti da tutto il mondo, fiaccole in mano, hanno attraversato la via Sacra per arrivare ai piedi del tempio della Concordia. Da Agrigento, capitale italiana della cultura 2025, viene lanciato un messaggio di pace e fratellanza al mondo intero. Popoli, culture e tradizioni diverse che si mescolano e si abbracciano all'ombra della maestosa Valle dei Templi. Una cornice magnifica, unica, tra le più belle al mondo.


GRANDANGOLO

Melisenda Giambertoni è il nuovo presidente del tribunale, insediamento nel ricordo di Livatino Giuseppe Melisenda Giambertoni  da oggi è il nuovo presidente del tribunale di Agrigento.

Il giudizio di quanti intervenuti è unanime. Un magistrato capace e competente ma soprattutto una persona equilibrata, garbata e signorile. Giuseppe Melisenda Gimbertoni da oggi è il nuovo presidente del tribunale di Agrigento. La cerimonia di insediamento è avvenuta questa mattina nell'aula Rosario Livatino del Palazzo di Giustizia, gremita in ogni ordine di posto. All'udienza hanno partecipato le più alte cariche civili e militari della provincia, tutto il personale amministrativo del tribunale e gli avvocati del foro di Agrigento. E ovviamente i colleghi, nuovi e di vecchia data: dal presidente della Corte di appello, Matteo Frasca, al procuratore della Repubblica, Giovanni Di Leo, e ai predecessori Alfonso Malato, Pietro Falcone, Luigi D'Angelo e Salvatore Cardinale. A presiedere la cerimonia Wilma Angela Mazzara, presidente della seconda sezione penale: "Il tuo consiglio, la tua preparazione sarà preziosa per tutti. Auguriamo che con la tua guida il tribunale di Agrigento diventi il luogo dove non si gestisce potere ma dove si rende un servizio ai cittadini." 
Il presidente Melisenda Giambertoni è visibilmente commosso. Ringrazia la moglie, la famiglia, i colleghi ma il primo pensiero lo dedica a Rosario Livatino: "L'ho conosciuto e ho lavorato con lui nella mia prima esperienza ad Agrigento. Porto nei miei ricordi i drammatici momenti del suo omicidio, la sua auto schiacciata sul guardrail e il suo cadavere ma anche i suoi valori, il suo pensiero e le sue idee". Melisenda ha poi rimarcato il legame con la Città dei templi "non soltanto Istituzionale ma anche affettivo. La mia intenzione è quella di servire al meglio l'ufficio con la consapevolezza che tutti devono concorrere al bene comune e alla tutela dei diritti di tutti."
La parola è poi passata al presidente della Corte di appello di Palermo, Matteo Frasca, e al procuratore della Repubblica, Giovanni Di Leo. Entrambi, dopo aver elogiato e augurato al neo presidente un buon lavoro, hanno rimarcato il clima di tensione intorno alla magistratura non risparmiando critiche alla riforma della giustizia: "Una fase in cui c'è un attacco alla giurisdizione che vuole ridisegnare l'equilibrio tra i poteri dello Stato senza considerare che le vere vittime non sono i magistrati o gli avvocati ma i cittadini. Tutti dobbiamo esserne consapevoli - ha detto Frasca - La giustizia non richiede le riforme che stanno per essere varate, richiede tutt'altro: attenzione al processo, che ci siano i mezzi per svolgerlo. Non mi pare che le riforme in corso vadano in questa direzione." Dello stesso avviso anche il procuratore della Repubblica, Di Leo: "Se si cambia in corsa il volante, o pezzi di un'auto, è difficile che il conducente riesca a guidare la macchina."
Infine è intervenuta anche la presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Agrigento, Vincenza Gaziano: "Il consiglio dell'ordine assicura la collaborazione dovuta alla presidenza del tribunale nel comune obiettivo dell'amministrazione della giurisdizione e che soprattutto abbia a cuore la tutela dei diritti dei cittadini. Quello che auspico è una collaborazione con il presidente Melisenda volta soprattutto a invertire la rotta della sfiducia dei cittadini nella giustizia e lavorare per continuare a render credibile l'attività tanto nell'impegno dell'avvocatura quanto in quello della magistratura."




GIORNALE DI SICILIA 

Legge sulle partecipate della Regione, gli uffici dell'Ars: è a rischio impugnativa.

Gli uffici consigliano correttivi al testo sui compensi dei componenti degli organi delle società.Alcune norme del disegno di legge 738 Stralcio II Comm bis, che riguarda le norme in materia di società a partecipazione regionale, sarebbero a rischio impugnativa. È quanto emerge dal dossier del Servizio bilancio dell'Ars, tant'è che gli uffici consigliano correttivi al testo.
Il ddl, esitato dalla commissione Bilancio dell'Ars e pronto per l'aula, interviene sui compensi dei componenti degli organi delle società partecipate della Regione e incide sui criteri di selezione degli amministratori investiti di particolari cariche. Gli uffici dell'Ars ricordano che sulla disciplina di questa materia la Corte Costituzionale nella sentenza 191 del 2007 e nella recente sentenza 197 del 2024 «ha ritenuto prevalente la materia dell'ordinamento civile tutte le volte in cui la disciplina delle società a partecipazione pubblica è volta a regolare aspetti eminentemente privatistici, connessi al rapporto negoziale che si instaura tra le società a controllo pubblico e un'ampia platea di soggetti dovendosi far fronte all'esigenza di apprestare una disciplina uniforme a livello nazionale».
Sui compensi degli amministratori dunque la materia attiene alla competenza esclusiva statale in tema di «ordinamento civile». E il decreto legislativo 175 del 2016 «prevede, limitatamente alle società a controllo pubblico, l'emanazione di un apposito decreto ministeriale del Mef, fermo restando che, nelle more della sua emanazione, trova applicazione il limite di spesa, ossia «il costo annuale sostenuto per i compensi degli amministratori di tali società, ivi compresa la remunerazione di quelli investiti di particolari cariche, non può superare l'80 per cento del costo complessivamente sostenuto nell'anno 2013».
«Non essendo stato emanato il predetto decreto - scrive il Servizio di bilancio dell'Ars - si consiglia, semmai, al fine di mitigare il rischio di possibili impugnative, in ragione della protratta inerzia nell'emanazione da parte del Mef del decreto e per di rendere coerente il perimetro di applicazione della norma, di inserire nella disposizione una clausola di cedevolezza (fino all'entrata in vigore del decreto del Mef) e di fare un riferimento al predetto tetto di spesa individuato dalla normativa».
Stesso avvertimento, sottolineano gli uffici, vale per la norma sui requisiti soggettivi che debbono possedere gli amministratori investiti di particolari cariche. Altri rilievi riguardano le coperture e la deroga sulla riduzione della spesa, su quest'ultimo aspetto gli uffici dell'Ars ritengono che la decisione debba essere politica e dunque fatta dalla giunta o dall'assessore competente.


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