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Ex Province, centrodestra ancora in alto mare: nessuna intesa sui candidatiAl tavolo ha partecipato anche il neo commissario di FdI in Sicilia Luca Sbardella
Ancora una fumata nera dal comignolo del centrodestra siciliano sulle elezioni nelle ex Province. 

La coalizione non riesce a trovare l'intesa sulle candidature alla presidenza dei sei Liberi consorzi per il voto di secondo grado del 27 aprile. Anche l'ultimo tentativo, andato in scena in un lungo pomeriggio in via Magliocco, si è concluso con un nulla di fatto.Ex Province, centrodestra in conclave.
Il centrodestra, che pure aveva trovato una linea comune nel criterio di un candidato per ciascuno dei sei partiti dell'alleanza, si è arenato ancora una volta nella scelta delle caselle da assegnare. Forza ItaliaDemocrazia cristianaLegaFratelli d'ItaliaMpa e Noi Moderati dialogano da settimane ma senza trovare una via d'uscita.
Al tavolo anche il commissario FdI Sbardella
Al tavolo con i capigruppo all'Ars e i leader regionali questa volta c'era anche il neo commissario FdI, Luca Sbardella, al primo banco di prova in terra sicula. Tutto inutile, la guerra di posizione tra i partiti non ha fatto registrare spostamenti. Una situazione snervante al punto che Sbardella, davanti all'ennesimo nodo irrisolto, si sarebbe rivolto laconicamente ai presenti: "Se non c'è accordo su nulla che siamo venuti a fare?".Veti incrociati e rischio voto trasversale
Contrapposizioni troppo forti che si sono ripetute nel giorno in cui, per ironia della sorte, il Tar respingeva un ricorso contro le elezioni di secondo grado confermando indirettamente che il 27 aprile si andrà al voto. Una voce proveniente dal vertice inizia a vedere l'ipotesi di un "liberi tutti" come una eventualità sempre più concreta. Impossibile mettere al proprio posto tutte le tessere del puzzle: tra veti incrociati e voto trasversale si finirebbe per danneggiare gli 'amici' a vantaggio dei 'nemici' del centrosinistra.Lo scontro ad Agrigento
Epicentro dello scontro la provincia di Agrigento, territorio conteso ufficialmente dalla Dc di Totò Cuffaro e da FdI, che schiera l'assessora al Territorio Giusi Savarino. I democristiani potrebbero puntare sul sindaco di Cianciana, Francesco Martorana, o su quelli di Castrofilippo e Campobello di Licata, Gioacchino Baio e Vito Terrana. Più di una freccia anche nell'arco dei meloniani, come il sindaco di Bivona Milko Cinà.Dc e FdI, tuttavia, devono fare i conti con le posizioni dell'assessore regionale all'Energia Roberto Di Mauro (Mpa) e del deputato di Forza Italia Riccardo Gallo, che avrebbero già individuato un loro candidato: il sindaco di Santa Elisabetta Liborio Graziano, che indebolirebbe qualsiasi altro candidato del centrodestra.Tra Cuffaro e il leader Mpa Raffaele Lombardo, entrambi presenti al tavolo, il solito duello a distanza condito da reciproche battute sarcastiche che non hanno risolto l'impasse. Su Agrigento va in scena la riedizione dello scontro tra partiti già avvenuto in passato su altri terreni, come quello dei manager della sanità. Un territorio che era e che resta il più insidioso per una intesa politica che rischierebbe di restare tale soltanto sulla carta, vista l'esistenza della doppia scheda per consigliere e presidente.L'iniziativa di Di Mauro e Gallo, come spiegato da Lombardo e dal coordinatore regionale FI Marcello Caruso ai presenti, è già avviata sui territori. A questo punto la Dc, preso atto della difficoltà di raggiungere l'obiettivo nella sua roccaforte, ha proposto a FdI uno scambio di candidature con Ragusa.
La situazione a Ragusa
In terra iblea i meloniani, che chiedono di potere esprimere la candidatura alla presidenza, giocano la carta Maria Rita Schembari, sindaca di Comiso, città del capogruppo all'Ars Giorgio Assenza. Anche in questo caso è duello con la Dc, rappresentata in provincia dal presidente della prima commissione dell'Ars Ignazio Abbate. Quest'ultimo ha sposato la candidatura del sindaco di Acate Gianfranco Fidone.
La trattativa potrebbe sbloccarsi con uno scambio 'alla pari' che tuttavia è stato rifiutato da FdI.Il Mpa punta su EnnaIl Mpa chiede ufficialmente la provincia di Enna con Luigi Bonelli, sindaco di Nicosia, o Maria Greco, fascia tricolore di Agira. Entrambi sono a fine mandato ed è per questo che gli autonomisti chiedono alla coalizione di votare all'Ars una norma ad hoc, sulla scia di quanto fatto dal Parlamento nazionale con l'ultimo Milleproroghe, che elimini la tagliola della ineleggibilità dei sindaci agli ultimi 18 mesi di mandato. Ipotesi di difficile attuazione: il tempo per intervenire all'Ars è ormai agli sgoccioli.Qui Siracusa, all'opera anche il sindaco Italia
A Siracusa Gli autonomisti sono dentro anche all'operazione Michelangelo Giansiracusa. Si tratta del sindaco di Ferla e capo di gabinetto del primo cittadino del capoluogo aretuseo Francesco Italia. Un Accordo 'benedetto' dal deputato autonomista Giuseppe Carta e al quale si è aggiunto anche il forzista Riccardo Gennuso. I giochi nel Siracusano sono di fatto chiusi, anche se resta in piedi la richiesta di Noi Moderati per un proprio nome.
Caltanissetta, duello Lega-FISu Caltanissetta la lotta è tra la Lega di Luca Sammartino e Forza Italia. Il Carroccio chiede di potere candidare il sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti, ma Forza Italia non molla su Walter Tesauro, fascia tricolore di Caltanissetta.A Trapani spunta il nome di LentiniA Trapani, infine, prende quota la candidatura del sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini. Su di lui ci sarebbe la convergenza della Lega, rappresentata in provincia dall'assessore regionale all'Istruzione Mimmo Turano. Lo scenario, però, vede in corsa anche il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, rieletto nel giugno scorso con una coalizione composita nella quale figurava anche una parte di Fratelli d'Italia.
Lunedì nuovo verticeDopo un lungo tira e molla pomeridiano, i protagonisti del tavolo hanno deciso di non proseguire ulteriormente. Potrebbero rivedersi lunedì 17 marzo: ancora un tentativo di trovare una intesa e scongiurare l'ennesima fumata nera.
https://livesicilia.it/vertice-centrodestra-candidati-elezioni-provinciali-sicilia/

Ex Province, respinto il ricorso contro le elezioni fissate per il 27 aprileIl Tar giudica "inammissibile" la richiesta del presidente del consiglio comunale di Ispica
LA SENTENZA
 Il Tar Sicilia ha respinto il ricorso presentato contro le elezioni di secondo grado nelle ex Province della Sicilia, fissate per il 27 aprile. La sentenza, messa nero su banco dalla giudice Maria Cappellano, presidente della Prima sezione del tribunale amministrativo regionale, giudica "inammissibile" il ricorso "per difetto di giurisdizione".Il ricorso contro le elezioni di secondo gradoAd avanzare la richiesta di stop dell'iter per le elezioni era stato il presidente del consiglio comunale di Ispica, Giambattista Genovese, rappresentato l'avvocato catanese Agatino Cariola. Nell'istanza si chiedeva ai giudici amministrativi in prima battuta di sospendere il voto nei Liberi consorzi e nelle Città metropolitane fissato con un decreto del presidente della Regione Renato Schifani.
La legge Delrio e la riforma sicilianaIl ricorso, svelato da LiveSicilia, sollevava la questione di legittimità costituzionale della legge Delrio e delle norme regionali risalenti al 2015 che hanno provato (finora inutilmente) ad attuare in Sicilia i principi della riforma nazionale. "La mia è stata una scelta di cuore - raccontò Genovese, che si iscrive all'area del centrodestra -. Queste elezioni sono incostituzionali. Bisogna ridare il voto ai cittadini, gli unici che possono legittimare i politici". Il presidente del consiglio comunale di Ispica, comunque, non si arrende: "Ricorrerò al Cga".
Contro il ricorso era espresso il deputato regionale del Partito democratico Nello Dipasquale, che aveva presentato opposizione formale al tentativo di bloccare le elezioni di secondo grado. "Siamo riusciti a sventare il tentativo del centrodestra di far saltare le elezioni di secondo livello - afferma Dipasquale -. Puntavano a prolungare ancora il commissariamento degli enti per potere perpetuare il loro controllo ma questa volta gli è andata male. Le ex Province andranno al voto e, seppur non in maniera diretta, saranno i cittadini attraverso i sindaci e i consiglieri comunali a decidere chi dovrà amministrare gli enti".A questo punto sembra essere caduto l'ultimo ostacolo alla celebrazione del voto di secondo livello, voluto dall'allora governatore Rosario Crocetta e mai attuato. Per i sei Liberi consorzi (Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e SIracusa) si voterà per il consiglio e per il presidente, mentre le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina eleggeranno soltanto il Consiglio dal momento che la guida dell'ente viene affidata ai tre sindaci metropolitani.
https://livesicilia.it/respinto-ricorso-tar-ex-province-sicilia/




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Respinti dal Tar Palermo i ricorsi contro le elezioni nelle ex province in Sicilia.

Sono stati respinti per difetto di giurisdizione i quattro ricorsi arrivati davanti al Tar di Palermo che chiedevano di sospendere le elezioni di secondo livello degli organi delle ex province fissate in Sicilia per il 27 aprile e di adire la Corte Costituzionale.
Le elezioni riguardano i Presidenti e i consigli dei sei Liberi Consorzi e solo i consiglieri delle tre Città Metropolitane poiché i Presidenti delle Città Metropolitane coincidono con i sindaci dei comuni capoluogo.
Quattro ricorsi, un solo avvocato
I ricorsi erano stati presentati da Filippo Drago, ex sindaco di Aci Castello, che già una volta aveva conseguito sulla questione un importante risultato dinanzi alla Corte Costituzionale, sempre con il patrocinio del professore Cariola; dal Presidente del Consiglio Comunale di Ispica, Giambattista Genovese; dalla consigliera comunale di Maletto, Maria Foti, e dall'ex consigliere del Comune di Randazzo, sciolto per mafia, Francesco Sgroi (solo omonimo dell'ex sindaco).Tutti e quattro i ricorsi erano patrocinati dall'avvocato Agatino Cariola, professore ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Catania.
Poche probabilità di successo
Le possibilità che il Tar si pronunciasse bloccando le elezioni, anche in virtù delle indicazioni della Corte di cassazione, erano davvero esigue anche se non inesistenti. Il centrodestra, in evidente difficoltà nel trovare accordi sulle candidature unitarie, senza mai confessarlo ha probabilmente aspettato l'esito di questi ricorsi nella speranza che potesse essere questo lo strumento per un nuovo rinvio in attesa della riforma complessiva delle Autonomie locali attesa per il prossimo anno da Roma. Ora dovrà trovare un qualche accordo obbligato.
L'attacco da sinistra
Da sinistra, dove non si sta meglio sul fronte degli accordi per una elezione dall'esito più che incerto, quasi certamente scadente per tutti, si parte all'attacco. A parlare è Nello Dipasquale, che si era opposto alla richiesta di sospensione intervenendo formalmente sul caso all'esame dei giudici amministrativi.
"Siamo riusciti a sventare il tentativo del centrodestra di far saltare le elezioni di secondo livello - afferma Dipasquale -. Puntavano a prolungare ancora il commissariamento degli enti per potere perpetuare il loro controllo ma questa volta gli è andata male. Le ex Province andranno al voto e, seppur non in maniera diretta, saranno i cittadini attraverso i sindaci e i consiglieri comunali a decidere chi dovrà amministrare gli enti".

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Ex Province, dopo il Tar Genovese non demorde: "Ricorso al Cga"Il presidente del consiglio comunale di Ispica: "La democrazia non si aggira"

 Il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso contro le elezioni di secondo grado nelle ex Province siciliane "non perché infondato, ma solo per un motivo di competenza, rimandando la questione al giudice civile". A dirlo è Giambattista Genovese, il presidente del consiglio comunale di Ispica (Ragusa) che aveva avanzato il ricorso contro le elezioni di secondo grado fissate per il 27 aprile nei Liberi consorzi e nelle Città metropolitane della Sicilia.
Genovese, che risponde anche al deputato regionale Pd Nello Dipasquale ("mente sapendo di mentire quando afferma di aver 'sventato il tentativo di impedire il voto'"), annuncia che quello dinanzi al Tribunale amministrativo regionale è stato solo il primo tempo di una partita ben più grande: "Porterò avanti il ricorso al Cga (organo che in Sicilia rappresenta il secondo grado di giudizio della giustizia amministrativa, ndr), mentre altri si rivolgeranno al giudice ordinario".E infine: "La battaglia per il diritto al voto diretto non si ferma. Perché la democrazia non si aggira, non si manipola, non si negozia".
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AGRIGENTOOGGI
Agrigento apre le sue meraviglie: scopri i tesori nascosti con le giornate del FAIDi Elio Di Bella Le Giornate FAI di Primavera tornano anche nel 2025 per celebrare il patrimonio artistico e paesaggistico italiano, con un'edizione speciale in occasione del cinquantesimo anniversario del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano. Un evento che si ripete con successo da 33 anni e che quest'anno, in Sicilia, permetterà di visitare 60 luoghi in 20 città, tra cui Agrigento
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 si terrà la XXXIII edizione delle Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Organizzato dal FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano ETS, l'evento è reso possibile grazie all'impegno di migliaia di volontari che ogni anno consente l'apertura straordinaria di centinaia di luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti.
i tratta di un'iniziativa che coinvolge tutta Italia, invitando i cittadini a riscoprire il valore della storia, dell'arte e della natura che li circonda. Un'occasione unica per visitare palazzi storici, giardini, siti archeologici e luoghi simbolo della nostra identità culturale.
L'edizione 2025 assume un significato ancora più speciale perché celebra il cinquantesimo anniversario della Fondazione, nata nel 1975 su iniziativa di Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli. In questi decenni, il FAI ha svolto un ruolo fondamentale nella tutela e valorizzazione del patrimonio italiano, promuovendo la conoscenza e la salvaguardia di numerosi beni culturali e paesaggistici.
L'obiettivo del FAI, ribadito anche quest'anno, è sensibilizzare il pubblico sull'importanza della tutela del nostro patrimonio, attraverso un percorso educativo che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati.In Sicilia, l'edizione 2025 delle Giornate FAI di Primavera offre l'opportunità di visitare 60 luoghi distribuiti in 20 città. Un viaggio tra storia, arte e natura reso possibile grazie all'impegno delle 9 Delegazioni e dei 7 Gruppi FAI presenti sul territorio
Tra le aperture speciali si segnalano siti normalmente chiusi al pubblico, antichi borghi, palazzi storici, giardini e luoghi di archeologia industriale. Una mappa ricca e variegata che permette di scoprire angoli nascosti della regione, valorizzando il loro ruolo nella storia e nella cultura siciliana.
Agrigento, con il suo immenso patrimonio culturale, è una delle città protagoniste delle Giornate FAI di Primavera 2025. Per l'occasione, saranno aperti tre luoghi di grande valore storico e paesaggistico: la Biblioteca Lucchesiana, il Giardino Botanico e il Giardino di Villa Genuardi.
Biblioteca Lucchesiana: un tesoro del Settecento
Fondata nel 1765 dal vescovo Andrea Lucchesi Palli, la Biblioteca Lucchesiana è una delle più antiche e prestigiose della Sicilia. Custodisce oltre 50.000 volumi, tra cui preziosi manoscritti, incunaboli e testi rari che raccontano la storia della cultura europea. Situata nel cuore del centro storico di Agrigento, la biblioteca rappresenta un patrimonio inestimabile per studiosi e appassionati di storia. Durante le Giornate FAI di Primavera, i visitatori avranno l'opportunità di esplorare le sue vendite e ammirare da vicino alcuni dei suoi tesori più significativi.


AGRIGENTONOTIZIE
Giornate Fai di primavera: aperti giardino botanico, Villa Genuardi e LucchesianaAndrea Cassaro

Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano, per la 33ª edizione, le Giornate Fai di primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d'Italia organizzato dal Fai - Fondo per l'ambiente Italiano grazie all'impegno e all'entusiasmo di migliaia di volontari. In Sicilia 60 luoghi in 20 città saranno visitabili a contributo libero grazie ai volontari delle 9 delegazioni e 7 gruppi Fai attivi in tutto il territorio siciliano. 
Un'edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del aiI - fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli - che anche attraverso le Giornate di primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.
Ad Agrigento i luoghi che saranno valorizzati per l'occasione saranno la biblioteca Lucchesiana, una delle più antiche e prestigiose di tutta la Sicilia; il giardino botanico ricco di specie mediterranee dove sono inoltre presenti importanti testimonianze archeologiche, quali ipogei e caverne naturali visitabili, reperti fossili e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza; il lussureggiante giardino di Villa Genuardi.
"Le giornate - afferma Sabrina Milone, presidente Fai Sicilia - rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei".









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